1. di DAMIANO CROGNALI
damiano@crognali.it
www.crognali.it
twitter.com/ilbellodelweb
* QUESTO SAGGIO È STATO SCRITTO NEL 2002, PERTANTO MOLTE INFORMAZIONI CONTENUTE POSSONO RISULTARE OBSOLETE,
CONFERMATE DAGLI SVILUPPI TECNOLOGICI O DEL TUTTO SMENTITE.
2. In questo periodo stiamo assistendo al lancio della TV digitale, prima via
satellite, poi con trasmissione via cavo, fino all’arrivo televisione digitale
terrestre. Ma cos'è di preciso? Inoltre, questa tecnologia emergente porterà
la svolta rivoluzionaria che tutti credono? Sembra che tutto debba
diventare digitale: formati video, formati musicali, surround sound, radio e
ora anche la TV è digitale. La nuova tecnologia ”digitale” sta favorendo
un’autentica rivoluzione nel mondo della Televisione, non solo per la nuova
opportunità di fruizione derivante dall’interattività, ma anche per
l’inevitabile impatto che avrà nei processi di produzione. "Digitale" non è
solo sinonimo di nuovo standard di registrazione e di qualità, significa
soprattutto "numerico", e quindi la ristrutturazione in atto non può
limitarsi all’ambito tecnico e strumentale, ma necessita di una nuova
organizzazione del lavoro stesso. Sicuramente si dovrà porre maggiore
attenzione alle tecnologie e metodologie informatiche. Tutto ciò è
realizzabile solo con un approccio culturale e professionale diverso da
quello ereditato nell’ambito analogico. Digitale significa computer, i
videoregistratori ed i mixer: le loro interfacce a bottoni non potranno
essere per sempre l’unico esempio di interfaccia operativa. Il digitale
porterà presto ad un aumento vertiginoso di performance accompagnate da
crollo dei costi di produzione a patto di saper gestire opportunamente le
nuove tecnologie. La televisione e l’intero mondo della comunicazione
visiva, con l’arrivo di canali tematici, aumenterà a dismisura il volume di
materiale prodotto e da produrre, da catalogare, da reperire velocemente e
da riutilizzare, la frammentazione della produzione sarà sempre maggiore
ed esasperata. Si deve cambiare, si devono modificare i processi produttivi,
ci si deve convincere che i vecchi schemi non reggono più, bisogna rendersi
disponibili all’innovazione per non restarne esclusi. Oggi si può veramente
fare "televisione" anche con due sole telecamere, una rete di tre quattro PC
e un capace Videoserver, i cui costi continuano ad abbassarsi, e servono
soprattutto idee e capacità. E’ una provocazione, ma non siamo poi tanto
distanti dalla realtà. Grazie a questi recenti progressi della tecnologia, si
sta determinando una grande rivoluzione in tutte le aree della diffusione
televisiva, dalla produzione dei programmi, alla distribuzione e diffusione
dei segnali, fino alla ricezione da parte dell’utente. Gli elementi
determinanti di questa rivoluzione sono la progressiva introduzione delle
tecnologie digitali in tutti gli anelli della catena televisiva. Il consorzio
europeo DVB, Digital Video Broadcasting, costituito nel 1993 con l’obiettivo
di coordinare gli studi mirati alla definizione degli standard per la
televisione digitale sulle reti terrestri, via satellite e via cavo, raggruppa
attualmente oltre 200 organizzazioni tra radiodiffusori, gestori di rete,
industrie e amministrazioni, provenienti da più di 21 nazioni di ogni parte
del mondo. Il punto di partenza dei sistemi televisivi digitali è la codifica e
la compressione del segnale audio/video, cioè la trasformazione di suoni ed
3. immagini in movimento in numeri binari, zero e uno, gli stessi utilizzati dai
computer. Il segnale televisivo analogico varia in modo continuo e pilota
direttamente il fascio elettronico che attiva i punti luminosi sullo schermo
del televisore, determinandone la luminosità, il contrasto, il colore. In
questo tipo di trasmissione il segnale ricevuto è sensibile ai degradamenti
introdotti dal canale trasmissivo, quali rumore, interferenze, disturbi,
riflessioni, che si ripercuotono direttamente sulla qualità del servizio. Nella
trasmissione digitale le sequenze di zero e uno, che rappresentano istante
per istante il segnale radiotelevisivo, vengono invece trasferite senza
errori, grazie all’efficacia di sofisticate tecniche di correzione, ed è quindi
possibile, per il ricevitore, ricostruire esattamente il segnale originario. Ma
c’è un altro significativo vantaggio offerto dalla tecnologia digitale: lo
stesso canale trasmissivo, che in tecnica analogica può portare un solo
programma televisivo, può ora portare un bouquet tipicamente composto
da 6-8 programmi televisivi, da programmi radio, e da servizi addizionali
dati. Questo significativo aumento della capacità trasmissiva è consentito
grazie alla elevata efficacia delle tecniche di compressione digitali. Questa
operazione consente di ottimizzare la trasmissione del segnale non
trasmettendo i dettagli dell’immagine o le informazioni che l’occhio non
potrebbe apprezzare. Inoltre viene ridotta la ridondanza spaziale e
temporale presente sia all’interno della singola immagine che tra immagini
successive, trasmettendo quelle informazioni che si ripetono in righe o
quadri successivi una sola volta.
Un po’ di storia…
La storia della TV digitale corrisponde agli avvenimenti che hanno portato
alla “compressione nella televisione”, la quale parte dalla necessità di un
segnale digitalizzato, o numerizzato, che con successivi processamenti di
carattere numerico viene trasformato in un segnale in cui vengono
eliminate tutte le ridondanze. La rivoluzione vera avvenne intorno agli
anni '86-87, quando ci fu un accordo fra la RAI e la società TELETTRA per
studiare delle forme di processamento numerico che avrebbero potuto
notevolmente ridurre la "bit rate", o la velocità del segnale televisivo.
Questo studio, che iniziò in previsione di realizzare qualcosa per i
campionati del mondo di calcio del 1990, fu applicato inizialmente come
spinta all' alta definizione.
I giapponesi sono stati i primi a sperimentare l'alta definizione. Nel 1981,
la loro tv pubblica Nhk dimostró a San Francisco il sistema Hdtv a 1.125
linee. Questa nuova tecnica tv fece risvegliare il gigante tecnologico
4. americano. Non é che gli americani volessero l'alta definizione. Da tanti
anni gli Usa non produceva televisori ed era contenta di vendere ai
giapponesi vecchi film per il nuovo canale. L'Europa invece, che non aveva i
prodotti audiovisivi da vendere ma doveva proteggere le sue fabbriche di
televisori dai giapponesi, e nel 1986 dovette correre ai ripari con una sua
tecnologia Hdtv che chiamó Hd-Mac.
Comunque, sia il Muse giapponese (il nome del loro sistema Hdtv) che il
Mac europeo usavano tecniche analogiche che richiedevano ulteriori canali
di trasmissione. Mentre tutto questo accadeva nel 1985, Motorola chiese
all'autoritá tv Usa, la Fcc, di poter impiegare i canali televisivi non
utilizzati dai broadcaster per la telefonia mobile. Intuendo un pericolo,
l'associazione dei broadcaster (Nab) trovó nell'alta definizione la scusa per
non cedere alla telefonia mobile le frequenze tv terrestri.
Qualcosa di cosa simile era successo alla Nhk che fu costretta ad inventarsi
l'alta definizione per non perdere nulla dei 3.300 miliardi di lire all'anno
che riceveva come finanziamento dal governo giapponese.
Il problema per gli americani era che avrebbero dovuto utilizzare la già
avanzata tecnologia Hdtv giapponese in un periodo in cui i politici erano
preoccupati dell'egemonia orientale. Per conquistare sia l'appoggio della
Fcc (l'autoritá delle tlc), che dei politici, nel 1986, i broadcaster americani
formarono il comitato Actv con lo scopo di sviluppare una tecnologia Hdtv
in concorrenza con i sistemi già esistenti.
All'epoca gli europei con il pogetto Eureka per il Mac avevano investito 580
miliardi di lire ed i giapponesi oltre 500 miliardi ed un esercito di 200
tecnici per sviluppare l'alta definizione.
Presentando l'alta definizione come la battaglia per la supremazia
tecnologica, i broadcaster americani convinsero il dipartimento della
difesa ( lo stesso che creó l'Internet)) ad investire 50 miliardi per le
ricerche iniziali. Nel 1987, i laboratori Sarnoff (creatore della tv a colori
Ntsc), suggerí uno standard Hdtv che fosse compatibile con le trasmissioni
ed occupasse un solo canale tv, ma questo andava contro il bisogno dei
broadcaster di occupare due canali. La soluzione arrivó quando la Zenith
propose di "digitalizzare" il segnale tv in modo che potesse occupare un
solo canale, ma non essendo compatibile con le trasmissioni tadizionali,
richiedeva un'altro canale per il simulcast. Avendo visto nella tv digitale
una nuova era della televisione, nel 1987 la Fcc annunció che avrebbe
approvato solo questa forma di Hdtv. Il 26 novembre del 1991 il primo
sistema Hdtv completamente digitale era pronto. Nonostante il fatto che il
comitato Actv fosse controllato dagli europei (Thomson e Philips), in
Europa si continuò a lavorare sull'Hd-Mac fino a febbraio 1993, quando si
gettò la spugna dopo aver speso oltre 3.000 miliardi dichiarando che il
futuro era nel digitale. Il febbraio seguente anche i giapponesi
abbandonarono il Muse a favore di uno standard tv digitale. Il 28 novembre
5. 1995, la Fcc approva lo standard Hdtv (che il comitato aveva chiamato
Atsc). Mentre una volta l’universo televisivo era diviso fra tre standard
(l’americano Ntsc e gli europei Pal e Secam, incompatibili fra di loro), oggi
si divide in due: l’Atsc e l’europeo Dvb. Entrambi basati sulla tecnologia
dei pacchetti digitali; ma, mentre
il primo usa la compressione Dolby
per l’audio, il Dvb usa quella
Mpeg. . Gli standard DVB sono
largamente adottati a partire dal
1995 nei servizi via satellite e via
cavo in Europa, Nord e Sud
America, Africa, Asia, Australia. Il
1998 ha segnato il lancio ufficiale
dei servizi di diffusione televisiva
digitale terrestre in Gran
Bretagna.
Che cosa è ?
La TV digitale non è niente di particolarmente tecnologico o complesso, si
tratta solo di un segnale TV che è stato compresso con l'uso di metodi di
compressione digitali e quindi inviato attraverso i consueti mezzi di
distribuzione (satellite, cavo o trasmissione terrestre). All'arrivo il segnale
viene decompresso da un dispositivo connessoo alla normale TV.
6. Dal punto di vista dell'utente non ci sarà molta distinzione tra televisione
analogica e televisione digitale, perché, per l'utente stesso, nel momento
in cui accende il televisore, quello che vede è semplicemente il programma
più desiderato e più attraente per lui. In quest’ottica la televisione non
deve offrire la tecnologia, ma soltanto dei programmi che siano il più
attraenti possibile per lo spettatore. Il controllo sui contenuti diventa
fondamentale perché chi controlla i contenuti ha la possibilità di offrire
allo spettatore quel plus che rappresenta la molla che spinge il
consumatore ad acquistare non solo quel programma, ma anche le
attrezzature necessarie per poter far sviluppare questo mercato. Il
vantaggio del nuovo formato è che grandi quantità di informazioni possono
essere compresse in fase di trasmissione e questo significa che saranno
disponibili molti più canali fra cui scegliere, e quando dico "molti" intendo
qualche centinaio. I canali però non trasmetteranno necessariamente
programmi completamente diversi fra loro, ma funzioneranno in un modo
particolare. Quando si parla di TV digitale l'intero concetto di canale perde
il suo significato di origine. Mi spiego meglio: con la TV digitale per
esempio potrete guardare più canali dedicati allo stesso evento sportivo,
ognuno dei quali lo riprende da angolazioni diverse. Potrete quindi
decidere quale visione scegliere.
Con la TV digitale inoltre la ricezione di bassa qualità non è un problema.
Mentre nell'attuale sistema analogico l'immagine appare confusa o a bande
verticali nelle aree in cui il segnale non è sufficientemente buono, le
immagini create da un segnale
digitale decodificato al
contrario sono cristalline.
Non dovete confondere la TV
digitale con la TV ad alta
definizione, detta anche
HDTV, un sistema introdotto
solo in Giappone e in America,
che usa un numero maggiore
di linee per comporre
l'immagine sullo schermo e
genera quindi una definizione
maggiore. Nella TV digitale il
numero di linee rimane lo
stesso e quindi anche la
definizione non varia. La
trasmissione digitale
costituisce una tappa di
capitale importanza nello
7. sviluppo tecnologico dei sistemi televisivi. Essa rappresenta il passaggio
essenziale verso la convergenza di informatica e telecomunicazioni e
consente di trasformare l’apparecchio televisivo in una piattaforma per lo
sviluppo dei servizi interattivi, che si aggiungono così alla funzione
tradizionale di diffusione circolare dei segnali. All'origine delle attività
europee in questo campo c’è il progetto Digital Video Broadcasting (DVB)
promosso dalla Commissione europea allo scopo di definire standard
comuni. Il progetto, cui hanno partecipato 170 società coinvolte nei diversi
settori dell'industria televisiva, ha raggiunto l'obiettivo di stabilire un
unico standard condiviso su scala europea per le trasmissioni televisive
digitali via satellite (DVB-S), via cavo (DVB-C) e via terra (DVB-T). Questi
standard sono stati ora adottati anche dal Giappone e da altri paesi non
europei. I vantaggi dello standard digitale si riassumono in tre principali
ordini di fattori:
• il potenziamento del servizio televisivo in termini di quantità e di
qualità. A parità di frequenze utilizzate per le reti televisive analogiche,
il numero dei programmi digitali irradiabili potrebbe quadruplicarsi o
quintuplicarsi. La trasmissione digitale offre una migliore qualità delle
immagini e dei suoni e permette di utilizzare schermi televisivi di grande
formato. Inoltre il broadcaster può usare le risorse di trasmissione con
maggior flessibilità: in una determinata area di copertura può ridurre il
numero di programmi trasmessi, privilegiando una migliore qualità delle
immagini, da diffondere eventualmente anche in alta definizione.
• l’offerta di una serie di servizi aggiuntivi di tipo interattivo
accessibili tramite il televisore. L'adattatore digitale (detto set-top-box)
da applicare al normale televisore, o il televisore digitale
integrato nelle versioni più evolute, hanno capacità di
memoria e di elaborazione tali da trattare e
immagazzinare le informazioni: l’utente le può acquisire
in forma interattiva semplicemente collegando l'apparecchio alla linea
telefonica domestica. Ciò significa che anche nelle case prive di personal
computer sarà possibile accedere all'insieme dei servizi associati a
Internet. Attraverso il televisore i servizi interattivi potranno essere
utilizzati da soli o abbinati alle trasmissioni televisive per arricchire i
programmi di informazione a richiesta.
• la progressiva sostituzione degli attuali mezzi analogici di produzione,
trasmissione e ricezione televisiva con una nuova generazione di mezzi
digitali. Sul fronte della produzione dei contenuti televisivi il processo di
sostituzione è in corso già da qualche tempo. Sul fronte degli apparati e
delle reti di trasmissione i mezzi satellitari si sono aggiornati con grande
rapidità per diventare oggi il supporto più usato per la televisione digitale.
È lecito supporre che nell'arco dei prossimi 10-15 anni, nella maggior parte
dei paesi europei, le reti di trasmissione televisiva, via terra, via cavo o via
8. satellite, saranno completamente digitali. La televisione digitale può
essere trasmessa via satellite, via cavo e via etere terrestre. Ciascun
supporto ha caratteri propri che si riflettono in specifici vantaggi e limiti.
La diffusione analogica televisiva terrestre assicura da tempo in Europa
una copertura capillare del territorio, essendo disponibile nella quasi
totalità (oltre il 95%) delle abitazioni tramite antenne poco costose e
semplici da installare. Essa presenta quindi potenzialità superiori rispetto
a quelle offerte dalla televisione via cavo e via satellite e rappresenta la
soluzione ottimale per chi voglia diffondere programmi in un numero
elevato di famiglie e voglia perseguire, anche con il digitale, quegli
obiettivi di servizio universale che da sempre in Europa hanno
caratterizzato l’attività televisiva. Le reti terrestri presentano tuttavia
altri vantaggi essenziali, quali:
• la portabilità del servizio, la possibilità cioè, di ricevere i programmi
ovunque, grazie a un'antenna mobile, senza predisporre punti di
allacciamento alla rete in ognuno dei luoghi deputati, anche
temporaneamente, al consumo televisivo.
• la regionalità. Il territorio regionale è troppo esteso per essere coperto
capillarmente da una rete di trasmissione via cavo a costi non elevati,
laddove il satellite ha una copertura geografica molto ampia, non
circoscrivibile su scala regionale. Sotto il profilo strettamente economico
le trasmissioni digitali terrestri rappresentano una risorsa per lo Stato, i
consumatori e l’industria dei prodotti elettronici di largo consumo. Nel
decidere il passaggio alle trasmissioni digitali terrestri il Governo genera
effetti economici di lungo termine. Vengono infatti poste le condizioni per
un uso più efficiente dello spettro hertziano, con la liberazione di una
parte delle frequenze da destinare, secondo le scelte, a ulteriori canali
televisivi terrestri, ad altri servizi diffusivi (data broad-casting) o di
telecomunicazione (servizi interattivi mobili) o da ripartire tra le diverse
funzioni. I vantaggi del digitale terrestre, tuttavia, sono innegabili anche
per i consumatori e l’industria. I consumatori non solo disporranno, sul
televisore domestico e senza significativi aggravi di spesa, di una assai più
ampia gamma di programmi fra i quali scegliere, ma potranno anche
compiere da casa operazioni che oggi richiedono l’utilizzo del computer o
implicano spostamenti in luoghi specifici (e-commerce, home banking,
persino adempimenti amministrativi). Per le attività svolte attraverso i
servizi interattivi che passano per il televisore, vi sarà dunque una drastica
riduzione dei costi di transazione (home banking, e-finance) e di
informazione (e-commerce). Per l’industria elettronica di largo consumo si
apriranno ottime prospettive, determinate dal necessario rinnovo degli
apparecchi televisivi e dalla maggiore produzione di set-top-box. In una
fase transitoria, i consumatori che non vorranno sostituire il proprio
apparecchio dovranno aggiungere al televisore tradizionale una "scatola"
9. esterna, il set-top box, in grado di convertire i segnali analogici in segnali
digitali. La tecnologia contenuta in tali apparati, la cui produzione già in
alcuni Paesi ha dato vita a un autonomo e fiorente segmento produttivo,
può essere può o meno complessa: in alcuni casi i set-top-box possono
convertire i segnali trasmessi da una sola piattaforma di trasmissione, in
altri sono compatibili con due o più piattaforme, in altri ancora possono
fornire l'accesso non solo ai canali televisivi digitali, ma anche a vari
servizi di tipo interattivo. Questa evoluzione è particolarmente
rilevante per l’industria italiana che, nell’ultimo quindicennio, ha vissuto
una fase di progressivo declino. In futuro le componenti elettroniche
necessarie a ricevere le trasmissioni digitali saranno incorporate nel
televisore che diventerà in tal modo un apparato integrato per la ricezione
di servizi digitali domestici. Già oggi si registra un aumento nella
produzione di televisori digitali con funzioni interattive e una netta
diminuzione dei prezzi.
I vantaggi di sistema derivanti dalla rapida adozione della televisione
digitale terrestre sono dunque:
• l’uso efficiente delle risorse frequenziali destinate alla diffusione
terrestre;
• un’offerta di programmi e servizi più ampia e meglio rispondente alle
richieste del pubblico;
• un incremento dei consumi e degli introiti dell’industria produttrice (in
ambito software e hardware);
• l’accelerazione alla diffusione, presso il grande pubblico, dell’uso di
Internet e dei servizi interattivi sofisticati;
• un impulso all’adozione di nuove tecnologie e relativi guadagni di
posizione nella competizione internazionale.
Gli standard digitali, sviluppati in seno al Consorzio europeo DVB e
ratificati dall’ETSI (European Telecommunications Standard Institute),
offrono nuove opportunità per i fornitori dei servizi, i gestori di rete e
l’industria del settore, in un mercato caratterizzato dalla convergenza fra
radiodiffusione, telecomunicazioni e information technology. Gli standard
DVB forniscono la soluzione globale alla domanda crescente di nuovi servizi
generalisti e tematici, free-to-air e a pagamento, multimediali e
interattivi e consentono un sensibile miglioramento della qualità del
servizio. Il ricevitore-decodificatore integrato diventerà nel tempo un
terminale d’utente multimediale e rappresenterà uno degli elementi
propulsivi della cosiddetta “nuova economia”.
Grazie alle sue molteplici potenzialità, la televisione digitale terrestre
(T-DVB), lanciata in Gran Bretagna nell’autunno 1998 ed attualmente in
fase pre-operativa in Svezia e in Spagna, è destinata a diventare, nel medio
e lungo termine, la forza trainante di un mercato di massa di portata
europea, in grado di soddisfare le richieste d’accesso, da parte degli
10. utenti, sia ai servizi informativi di base sia ai servizi promossi dal mercato
della comunicazione. Punti di forza della nuova televisione saranno infatti
la facilità e l’economicità di ricezione e l’“universalità” del servizio
offerto, prevalentemente rivolto al grande pubblico. Essa potrà inoltre
integrare e completare l’offerta dei canali satellitari e via cavo e
rispondere alle esigenze dei servizi nazionali e locali. La capacità
trasmissiva di una rete DVB-T consente un sostanziale aumento
dell’offerta: da 4 a 5 programmi digitali al posto di un programma
analogico, a seconda della configurazione adottata nel servizio operativo.
Il miglioramento sostanziale della qualità di ricezione con apparati
portatili e la possibilità di servire anche l’utenza mobile rappresentano
altri fattori premianti. Inoltre, a differenza di quanto accade per la
televisione digitale via satellite o via cavo, la ricezione dei servizi DVB-T è
compatibile con gli attuali sistemi di ricezione condominiali a costi
marginali per l’utente.
11. Servizi e Applicazioni
Il DVB ha individuato tre famiglie di servizi e applicazioni per la televisione
digitale terrestre:
• enhanced broadcasting;
• televisione interattiva;
• accesso ad Internet.
L’enhanced broadcasting si caratterizza principalmente per l’EPG
(Electronic Programme Guide), in grado di fornire informazioni sulla
programmazione aggiornate in tempo reale; il super-Teletext, che può
fornire contenuti graficamente arricchiti, immagini, ipertesti, clip audio e
video; il formato delle immagini in (HDTV – High Definition Television),
particolarmente adatto alla visione di film ed eventi sportivi; l’audio con
qualità CD (Compact Disk) e la possibilità di avere più canali audio per un
programma multilingue.
La televisione interattiva consente una “interattività locale” e una
“interattività con canale di ritorno”. L’interattività locale consiste nella
trasmissione ciclica di contenuti che vengono memorizzati nel ricevitore e
utilizzati successivamente da parte dell’utente. L’interattività con canale
di ritorno risulta fondamentale per promuovere lo sviluppo di nuovi servizi
di specifico interesse per il singolo utente. Ne sono un esempio la pay-tv e
la pay per view, l’acquisto di prodotti e di servizi tramite televisore e così
via.
L’accesso ad Internet tramite televisore offre all’utente tutte le
potenzialità offerte da un personal computer. Il ricevitore-decodificatore
integrato diventerà nel tempo un terminale d’utente multimediale e
rappresenterà uno degli elementi propulsivi della cosiddetta “nuova
economia”.
EPG
L’EPG (Electronic Programme Guide) è una funzione che conferisce reale
valore aggiunto al servizio di televisione digitale rispetto all’analogico.
L’EPG offre infatti all’utente una guida aggiornata in tempo reale dei
palinsesti dei vari servizi disponibili. Esso permette inoltre di avviare la
ricezione del programma scelto, navigando all’interno del “bouquet” e di
ottenere informazioni aggiuntive sull’evento (nome del regista, attori,
trama, ecc.) direttamente sullo schermo utilizzando il telecomando.
Tramite l’EPG l’utente può anche conoscere e selezionare eventi a
12. pagamento (pay-per-view), o
soggetti in genere a controllo
d’accesso. Dell’EPG sono
previste due versioni:
• la prima, essenzialmente
testuale, è denominata
“navigatore”, utilizza il
protocollo DVB-SI, e
costituisce l’interfaccia-
utente base per il set-top-
box, semplice, essenziale e
con minimi requisiti di
memoria; la descrizione del
palinsesto fornisce
essenzialmente informazioni
sul programma in onda e su
quello successivo (Now /
Next ) ;
• la seconda, di tipo
multimediale, si baserà sulla
piattaforma domestica DVB-
M H P in fase di
normalizzazione e offrirà
all’utente un servizio più
evoluto sia per l’interfaccia
grafica di presentazione sia
per la modalità di gestione
dei contenuti (foto,
animazioni, preview, ecc.).
Faciliterà inoltre l’accesso
alla programmazione
televisiva, su base
giornaliera o periodica,
consentendo all'utente di
personalizzare le modalità di
fruizione dei servizi secondo
i propri gusti.
L’EPG, nella versione
multimediale "aperta" basata
sul DVB-MHP, include il
Navigatore e costituisce lo
strumento più adatto per
introdurre e gestire l’intera
13. famiglia di nuovi servizi che la tecnologia digitale rende disponibili,
lasciando all’editore la massima libertà operativa e garantendo all'utente
l'accesso all' EPG fornito dai vari gestori. Il software di gestione della EPG
accede direttamente ai dati contenuti nello stream M-PEG decodificando le
informazioni associate al Service Information channel (SI). Le informazioni
così ricavate sono successivamente presentate all'utente per mezzo di una
interfaccia grafica interattiva con cui è possibile dialogare per mezzo del
remote control. Nei casi in cui vengano ideate nuove procedure di gestione
della Guida Elettronica, è possibile, là dove previsto, aggiornare il
software di gestione della EPG e rendere potenzialmente più accessibile
l'insieme dei servizi proposti.
L’EPG/Navigatore è una componente essenziale per la fruizione della
crescente e diversificata offerta di programmi sui canali digitali (satellite,
terrestre, cavo). Il beneficio per l’utente è tanto più evidente quanto più
semplice e rapido è il metodo di utilizzo all’interno del bouquet di
programmi .
Il costo per l’utente si riflette direttamente sul set-top-box che, specie nel
caso di un servizio EPG multimediale, richiede una buona capacità di
memoria e di elaborazione (prestazioni grafiche, software di navigazione,
ecc.), sia per la gestione dei dati in esame sia per la consultazione.
In termini di banda occupata - o bit-rate richiesto i parametri da
considerare sono:
• quantità di informazioni che si vogliono fornire all’utente;
• modalità di presentazione (testuale o
multimediale ) ;
• numero di servizi nel bouquet;
• descrizione del palinsesto e tempi di aggiornamento:
su base giornaliera (Now/Next) oppure su base settimanale e/o mensile.
L’EPG di un bouquet T-DVB può quindi richiedere un bit-rate variabile da
poche decine di Kbit/s, nel caso del Navigatore, a 0,5 ÷ 1 Mbit/s o forse
più.
I costi di produzione dipendono dalla possibilità o meno di automatizzare
il processo di codifica e messa in onda delle informazioni partendo dai
palinsesti (giornalieri, settimanali, mensili). Inoltre l’edizione e la gestione
di un EPG multimediale, in linguaggio MHEG-5 (impiegato nei servizi DVB-T
in Gran Bretagna), EUROMHEG (versione europea di MHEG-5 sviluppata dal
DigiTAG) o DVB-Java, richiede l’impiego di una apposita redazione. La
modalità di visualizzazione dell'EPG può essere propria del STB (Set-Top-
Box), e può quindi essere definita dal costruttore del ricevitore -si parla in
questo caso di “EPG residente”- o specifica per il fornitore di servizio. In
questo secondo caso, occorre che il STB disponga di uno strato software
d’interfaccia standard che consenta il funzionamento su diversi ricevitori
dell'EPG fornito dai vari fornitori di servizio. Sono in corso di definizione
14. due diverse normative internazionali che definiscono questo strato
software: EuroMHEG e DVB-Java. Lo standard DVB-Java, che rappresenta il
“cuore” della futura piattaforma multimediale domestica (MHP) è basato
sulla tecnologia più avanzata attualmente disponibile e dovrebbe quindi
garantire prestazioni superiori. Supporta come estensione compatibile il
linguaggio EuroMHEG, le cui specifiche tecniche sono state recentemente
definite dal DigiTAG, e che potrebbe essere disponibile a breve. In
relazione al servizio audio è opportuno sottolineare che l’EPG è in grado di
offrire un valido supporto alla configurazione multilingua, poiché permette
di associare informazioni specifiche a ogni singolo canale audio.
SUPER TELETEXT
La normativa DVB prevede la trasmissione “trasparente” delle pagine di
Teletext convenzionale fornite dagli attuali canali televisivi analogici (ad
es. il Televideo-RAI
e il Mediavideo-Mediaset ). In ricezione, le righe dati Teletext vengono
reinserite sul segnale PAL in uscita dal set-top-box e inviate attraverso la
presa SCART al televisore equipaggiato con decodificatore Teletext. In
alcuni casi la decodifica Teletext è effettuata direttamente all'interno del
set-top-box. Anche per il servizio Teletext digitale (Super Teletext)
valgono alcune delle considerazioni fatte per l’EPG multimediale: i
contenuti sono arricchiti nella veste grafica e la modalità di navigazione è
simile a quella offerta dai browser Internet, anche se realizzata con un
diverso linguaggio. Compatibilmente con la capacità di memoria e di
elaborazione del set-top-box è possibile introdurre un Super Teletext in
grado di fornire immagini, grafici, ipertesti (HTML), clip audio e video,
streaming audio e video, giochi, telesoftware.
Il servizio Teletext digitale offrirà prestazioni sicuramente superiori a
quelle dell’attuale servizio analogico. Elevate prestazioni grafiche e
15. multimediali e ridotto tempo di accesso all’informazione saranno
caratteristiche essenziali del nuovo servizio.
Quanto più esteso è l’utilizzo del multimediale, tanto più alti sono i costi
in termini di
risorse del STB d’utente (memoria e software di navigazione) e di banda
utilizzata per la trasmissione. A titolo di esempio si consideri che il Tele-
text analogico, trasmesso su 11 righe di cancellazione di quadro del segnale
tele-visivo e con una durata del ciclo di circa 20 secondi, utilizza un flusso
dati netto di circa 250 Kbit/s. La banda utilizzata dal Super Teletext
digitale sarà sicuramente superiore (almeno 0.5 ÷ 1 Mbit/s). Da un punto di
vista pratico si può ritenere che la configurazione e la gestione editoriale
delle redazioni dell’EPG multimediale e del Super Teletext sono le stesse.
SOTTOTITOLI
I sottotitoli possono essere trasmessi sui canali di diffusione digitali in
modalità Teletext standard – ciò che permette di utilizzare la
programmazione già sottotitolata
per l’analogico - oppure in modalità DVB propria del Super Teletext, che
consente di arricchire sensibilmente la qualità grafica.
La sottotitolatura in lingua originale dei programmi televisivi effettuata in
modalità
Teletext (ad es. Pagina 777 di Televideo ) è un servizio dedicato
essenzialmente ai
non udenti. Essa è correntemente impiegata da alcuni operatori satellitari
anche in versione multilingue per fornire la traduzione del parlato in
lingua diversa da
quella originale. La modalità DVB è particolarmente adatta a soddisfare
questa
esigenza.
Per visualizzare i sottotitoli, gli utenti necessitano soltanto di un set-top-
box capace
di decodificarli. L’attivazione della modalità sottotitoli può avvenire o
meno attraverso l’EPG/Navigatore. In genere il flusso dati associato ai
servizi sottotitoli è di poche decine di bit/s per lingua: la trama DVB
permette comunque di ottimizzare
e gestire al meglio il servizio. I costi di produzione del servizio sottotitoli
su canale
digitale, in modalità Teletext, sono simili a quelli attualmente richiesti dal
servizio
sottotitoli analogico. La sottotitolatura multilingue richiede ovviamente
una adeguata
16. struttura editoriale. In entrambi i casi, Teletext convenzionale e DVB, la
sottotitolatura è associata solitamente, per necessità pratiche, ad una
programmazione
non in diretta.
ASPETTO DELL’IMMAGINE (16:9 ; 4:3)
La televisione, nata con una geometria dell’immagine nel formato (4:3) –
laddove per
formato si intende il rapporto fra le dimensioni orizzontale e verticale
dell’immagine-sperimenta, ormai da alcuni anni, l’utilizzo del formato
(16:9), più vicino a quelli normalmente adottati in cinematografia: (17:9)
su schermo panoramico o su grande
schermo e (21:9) nel cinemascope.
Il formato (16:9) è particolarmente adatto alla trasposizione televisiva di
film e alle
riprese sportive (calcio, tennis, ecc.). Può rappresentare quindi un fattore
premiante
per lo sviluppo della televisione digitale terrestre. L’utente dovrà tuttavia
munirsi di
display piatti al plasma di dimensioni adeguate
(almeno 28”), ancora piuttosto costosi. Il mercato offre tuttavia anche
ricevitori domestici da (16:9), di dimensione massima di 32” con tecnologia
convenzionale a CRT, a prezzi accessibili (fra 1,5 e 4 milioni di lire).
Il costo aggiuntivo per l’utente è imputabile all’acquisto dello schermo
piatto al plasma, disponibile esclusivamente nel formato (16:9). I set-top-
box digitali consentono di riprodurre correttamente immagini riprese in
(4:3) o (16:9) o su schermi di entrambi i formati, grazie a un’opportuna
segnalazione del formato inserita durante la programmazione. Nel caso di
trasmissione in (16:9), l’utente con schermo (4:3) riceverà dal set-top-box
un’immagine in formato “letter-box” costituita da un numero ridotto di
righe visualizzate (con fasce nere nella parte superiore e inferiore dello
schermo), con conseguente riduzione della risoluzione verticale
dell’immagine stessa. Nel caso invece di trasmissioni in (4:3), l’utente che
dispone di uno schermo (16:9) vedrà l’immagine contornata da strisce
verticali nere a sinistra e a destra. Nella pratica corrente della produzione
televisiva il bit-rate richiesto per la codifica MPEG-2 delle immagini nei
due formati (16:9) e (4:3) è sostanzialmente uguale. In produzione, la
ripresa in (16:9) comporta l’utilizzo di telecamere e monitor con il
suddetto formato. Già da alcuni anni sono disponibili apparati video
operanti nei due formati (4:3) e (16:9). Qualche attenzione meritano i
monitor, poiché quelli bi-standard, ma con schermo (4:3) non sembrano
adatti per le sale di regia. L’impiego del formato (16:9) richiede la
17. modifica delle tecniche di ripresa televisi-va, poiché una ripresa ottimale
in (4:3) non corrisponde ad una ripresa ottimale in
(16:9) e viceversa.
AUDIO
Nello standard DVB il segnale audio stereofonico, campionato a 48 KHz,
viene codificato secondo il MPEG-1 Layer 2, lo standard già impiegato nei
servizi radiofonici DAB. In aggiunta al servizio stereo di base sono previste
altre due modalità operative .
Servizi multilingue
I servizi multilingue sono interessanti soprattutto nel caso di trasmissioni
satellitari (DVB-S) con copertura sovranazionale: per la trasmissione su reti
terrestri l’uso è
limitato alle aree bilingue. Le modalità operative che permettono di
realizzare tali servizi sono due:
• Simulcast di più colonne sonore stereo, secondo lo standard MPEG-1 Layer
2 adottato dal DVB;
• colonna internazionale stereo, associata a più canali di commento
multilingue, realizzata utilizzando lo standard MPEG-2 Layer 2 (estensione
di MPEG-1).
La prima configurazione, al pari di quanto già avviene sui satelliti analogici
- dove un segnale video può avere associate più sottoportanti audio (ad es.
Wegener) - ha una applicabilità generale, in quanto le colonne sonore
nelle varie lingue sono indipendenti fra loro. Può essere utile per film e
fiction e in generale per materiale preconfezionato. Il bit-rate richiesto
cresce linearmente con il numero di lingue supportate, avendo ogni coppia
stereo, per ciascuna lingua, un bit rate tipico di
192 kbit/s. Il costo aggiuntivo per l’utente è nullo. Il costo per l’emittente
è rappresentato dal doppiaggio. La seconda configurazione è invece adatta
alla trasmissione con copertura internazionale di eventi dal vivo, quali
manifestazioni sportive o concerti. In questo caso si ha un’occupazione di
banda inferiore alla precedente poiché si trasmette un segnale stereo di
qualità (ad es. 192 kbit/s) per
la colonna internazionale e un numero di segnali vocali mono a banda
ridotta (64
kbit/s) per i commenti giornalistici nelle varie lingue. Questa
configurazione, non
particolarmente interessante nel caso di servizi DVB-T, richiede all'utente
di utilizzare un set-top-box di nuova generazione ancora non disponibile sul
mercato. I ricevitori DVB attuali (satellite, terrestre, cavo) decodificano
solo segnali codificati in MPEG-1 Layer 2 e non sono quindi compatibili con
18. questa modalità. Il costo che deve essere sostenuto dall’emittente è molto
basso.
Programmi multicanale (surround )
L’industria cinematografica produce già da anni film con audio
multicanale, composto da 5 canali a banda 20-20000 Hz (sinistro, destro,
centrale, surround sinistro, surround destro) e canale sub-woo-fer (per
effetti audio a frequenze molto
basse). Questa configurazione permette una maggiore fedeltà del suono
rispetto all'audio stereo, ed è quindi adatta per programmi televisivi video
a qualità migliorata
in formato wide-screen (16/9) e, in prospettiva per l’ HDTV. L’audio
multicanale può essere utilizzato, negli standard DVB, con la codifica
MPEG-2 Layer 2, compatibile con i ricevitori MPEG-1 attualmente in
commercio. Il servizio può perciò essere attivato senza necessità da parte
dell’utente di aggiornare il ricevitore. Il segnale ricevuto con un ricevitore
MPEG-1 è stereo e non può quindi beneficiare dell'elevata qualità del suono
multicanale. Il bit-rate necessario per la trasmissione dei 5+1 canali audio
è di almeno 384 kbit/s. Il costo che deve essere sostenuto dall’utente
include l’aggiornamento del set-top-box per la decodifica audio MPEG-2 e
l’installazione di un amplificatore audio adatto, 5 altoparlanti e,
opzionalmente, un sub-woofer. Un’interessante soluzione per le
trasmissioni audio surround in grado di garantire
la compatibilità con gran parte dei sistemi audio multicanale analogici da
tempo in-trodotti sul mercato è rappresentata dal sistema Dolby Pro Logic
TM che prevede la ripresa multicanale e la codifica “Dolby surround” su
coppia stereo MPEG-1 Layer 2. L'utente che dispone del decodi-ficatore Pro
Logic TM
potrà riprodurre l'audio con effetto surround. Tuttavia la qualità del
segnale audio riprodotto risulta essere inferiore a quella ottenibile con il
formato 5+1. Il costo per il fornitore del servizio è basso nel caso di
trasmissione di materiale cinematografico, ma può essere elevato nel caso
di produzioni interne, in quanto, in tal caso, si rende necessario modificare
la catena di produzione (in particolare i mixer) e riqualificare il personale
di ripresa .
Home Theatre
Gli sviluppi dei sistemi audio/video digitali permettono oggi di offrire
all'utente un
prodotto tecnicamente qualificato ove immagine e suono raggiungono una
qualità
in grado anche di simulare in piccolo ambiente l'esperienza della grande
cinematografia.A ciò concorre anche la recente disponibilità di display a
19. grande schermo planare di formato (16/9), sia a proiezione sia a plasma.
L'utilizzo dei segnali video digitali a definizione standard (SDTV, 625 linee,
50Hz) codificati in MPEG-2 a 6 ¸10 Mbit/s consente una qualità adeguata
anche per applicazioni grande schermo, al punto da poter spesso
soggettivamente competere con l'HDTV. Ne è un esempio il DVD (Digital
Video Disk), il nuovo supporto multi-mediale domestico che offre immagini
SD TV, con bit-rate variabile entro un massimo di circa 9 Mbit/s, e un audio
Dolby AC3 a sei canali (tri-fronte, un sub-woofer e due surround).
La realizzazione di un ambiente home theatre è al momento piuttosto
costosa e certamente non destinata all’utenza di massa: essa comporta
infatti l’acquisto di un lettore DVD, il set-top-box DVB, il di-splay planare a
grande schermo (es. 50/60") e i diffusori audio di qualità HiFi.
I costi per l’utente sono ancora molto elevati. Un display planare da 50" al
plasma
costa mediamente 25 milioni di lire (16 milioni di lire per il 42").
L'impianto audio HiFi può assumere molteplici connotazioni; un modello di
buona qualità può costare dai 2 ai 3 milioni. Da non sottovalutare, infine,
la necessità di disporre di ambienti adatti. L'ipotesi di allargamento del
mercato dell' home theatre ridurrà gli attuali prezzi, certamente
improponibili al grande pubblico; tuttavia il prezzo di alcuni componenti
non potrà scendere in misura significativa e quindi, anche a mercato
stabilizzato, si tratterà prevalentemente di un’utenza di nicchia. In
termini di occupazione di banda, la qualità video richiesta dall’home
theatre impone un bit-rate per la codifica MPEG-2 (MP@ML) non inferiore a
6Mbit/s. Per la produzione video, trattandosi di SDTV, i prezzi non sono
eccessivamente elevati. Ormai quasi tutte le catene di produzione video
possono lavorare in formato (4:3) o (16:9), in analogico o in numerico. Per
la produzione audio valgono regole simili, ma in funzione del livello di
qualità richiesto può variare la complessità dell’impianto.
SERVIZI INTERATTIVI SENZA CANALE DI RITORNO
Sulla piattaforma digitale DVB è disponibile una famiglia di servizi
completamente nuovi, che arricchiscono significativamente l’offerta
televisiva tradizionale. Dove non esiste canale di ritorno dall’utente verso
il Centro servizi, il telespettatore può accedere a un determinato servizio
attraverso un'applicazione con caratteristiche di "interattività locale".
L’applicazione utilizzerà cioè una serie di contenuti (dati) trasmessi
ciclicamente nello stesso canale diffusivo via etere, all'interno del
multiplex DVB, mediante un data carousel, ed eventualmente memorizzati
nel ricevitore (downloading). Nell’ambito della Piattaforma Multimediale
Domestica (MHP), in corso di definizione presso il DVB, questi servizi
ricadono all'interno del cosiddetto profilo Enhanced B r o a d c a s t i n g.
20. L'utente potrà accedere a servizi multimediali e di data broadcasting,
associati al programma in onda (quali arricchimenti, dati storici, riassunto
degli eventi salienti in caso di sintonizzazione a programma già iniziato,
ecc.) oppure autonomi rispetto al programma. Queste applicazioni possono
essere sfruttate on-line oppure memorizzate nel set-top-box per essere
utilizzate successivamente, navigando all’interno dell’applicazione stessa.
Nel caso in cui il set-top-box disponga di memoria di elevata massa (hard-
disk) sarà inoltre possibile introdurre servizi basati sul caricamento via
etere (downloading) di elevate quantità di dati, per esempio nelle ore
notturne.
Le caratteristiche e le modalità di fruizione di tali servizi saranno
fortemente dipendenti dalle "dotazioni" (in termini di memoria) e dalle
“prestazioni” (in termini di capacità di elaborazione) del terminale di
utente, che incidono in modo direttamente proporzionale sui costi. In
secondo luogo, laddove non vi siano capacità di memorizzazione sufficienti
nel terminale ricevente, si dovrà accedere ai dati trasmessi nel data
carousel che dovrà pertanto essere adeguatamente dimen-sionato
in termini di banda (bit-rate) per ri-durre il tempo di accesso entro valori
ac-cettabili.
Capacità di memoria del set-top-box e disponibilità di capacità di
trasmissione sono fattori determinanti per la qualità e le prestazioni del
servizio. La produzione dei suddetti servizi, analo-gamente all’EPG
multimediale ed al Su-perTeletext, presuppone la realizzazione di una
apposita redazione che, nel caso di servizi correlati con il programma,
dovrà lavorare in stretto collegamento con le
strutture di produzione del programma televisivo vero e proprio.
SERVIZI INTERATTIVI CON CANALE DI RITORNO
La presenza di un canale di ritorno via modem è essenziale per promuovere
lo sviluppo di nuovi servizi di specifico interesse per il singolo utente, come
la posta elettronica, il commercio elettronico e, in genere, i servizi pay e
pay-per-view. Tutte
queste applicazioni ricadono nel profilo Interactive Broadcast per il quale
il DVB ha
definito i protocolli di comunicazione e di interfaccia con la rete in grado
di assicurare l’elevato livello di affidabilità e sicurezza che questi servizi
richiedono. Anche in questo caso, valgono alcune delle considerazioni già
fatte per i servizi interattivi senza canale di ritorno. In aggiunta si può dire
che, per certe tipologie di servizio, la capacità di memorizzazione o la
presenza di un data carousel con ciclo di aggiornamento breve non è più un
requisito fondamentale in quanto il "contenuto" deve essere fruito
solamente nell'istante in cui viene richiesto.Va comunque tenuto conto che
21. tutti i set-top-box attualmente utilizzati per il servizio DVB-S dispongono
di un modem interno che viene già correntemente utilizzato per la
realizzazione dei
servizi di pay-per-view.
L’interazione on-line dell’utente con il fornitore dei contenuti, attraverso
la rete te lefonica, consente libertà maggiore nella creazione di nuove
tipologie di servizi l'utente potrà per esempio rispondere a quiz e
partecipare a giochi, esprimere la propria opinione sul programma mentre
è ancora in corso, o effettuare tramite telecomando l’acquisto di prodotti
offerti dai servizi commerciali (e-commerce, home-shopping, home-
banking) o, più in generale, accedere all’offerta pay e ppv.
Il costo per l’utente nel caso di servizi pay e ppv è essenzialmente legato
alle condizioni di abbonamento e di fruizione del servizio. Nel caso di e-
commerce il
costo è direttamente imputabile alle transazioni. A questi costi si aggiunge
quello
del terminale, la cui piattaforma SW&HW (capacità di memoria e di
gestione) deve
essere compatibile con la tipologia del servizio. In termini di banda del
canale di ritorno, il DVB ipotizza tre livelli di occupazione dettati dalla
prevedibile evoluzione dei servizi e dei terminali d’utente:
• livello basso (tipicamente 2,4÷9,6 kb/s), nei servizi attuali che utilizzano
la rete te-lefonica commutata;
• livello medio (tipicamente 64 kb/s), quando l’utente potrà disporre di
connessioni ISDN con accesso a Internet;
• livello alto (tramite ADSL, cable-modem, ecc.), compatibilmente con la
reale diffu-sione, a lungo termine, dei servizi.
I costi per il fornitore dei servizi, una volta
ammortizzati gli investimenti sulla piattaforma tecnologica, dovrebbero
essere
determinati essenzialmente dalla complessità di gestione dell’SMS
(Subscriber
Management System).
INTERNET E TV
Le trasmissioni DVB moderne consentono anche il trasporto di protocolli
TCP/IP, e pertanto di qualsiasi altro standard che utilizza TCP/IP, a
velocità molto elevate. Il formato DVB è stato ideato in modo da includere
le tecniche di incapsulamento con cui i pacchetti di dati MPEG-2 riescono a
trasportare traffico TCP/IP alla stessa velocità a più Mbit/s consentita
dalla televisione digitale. Ciò permette la coesistenza del traffico della TV
digitale e di quello di Internet sullo stesso sistema e la ricezione attraverso
22. schede PC DVB o ricevitori (set-top box) DVB. Il formato DVB utilizza
pacchetti di dati a lunghezza fissa capaci di trasportare video e audio
compressi per ciascuno dei canali TV o radio trasmessi. DVB-Data adotta la
stessa struttura di IP per quanto riguarda i formati dei dati. Il gateway di
dati, o incapsulatore, funge da ponte di unione tra il mondo IP e il mondo
DVB. I pacchetti IP vengono incapsulati nel formato DVB e suddivisi quindi
in pacchetti MPEG2, i quali vengono trasmessi in multiplexing con video e
audio attraverso flussi di trasporto MPEG e caricati in uplink per la
trasmissione via satellite. L'accesso condizionato è possibile. La scheda PC
del destinatario demodula i dati e li riassembla in pacchetti IP,
identificando quelli indirizzati al PC e ignorando gli altri. I pacchetti IP
originali così rigenerati possono essere visualizzati tramite browser,
lettore multimediale o altro come un qualsiasi flusso IP, ma a una velocità
molto maggiore!
Combinando i concetti di Web TV, di possibilità di mandare informazioni di
tipo Internet oltre a quelle televisive, si ha un sistema in grado di fornire
una serie di servizi multimediali interattivi di tipo domestico. Si verificò,
negli anni passati, tra i fabbricanti di televisori e quelli di computer una
diatriba. Il televisore evolveva sempre di più verso funzioni da computer, e
veniva chiamato "Teleputer", i fabbricanti di PC che vedevano sempre di
più evolvere il computer verso sistemi di televisione lo chiamavano
"Compuvision". In realtà, nel futuro, questo strumento sarà sicuramente la
fusione tra il Teleputer e il Compuvision, con caratteristiche di interfaccia
uomo-macchine sostanzialmente differenti: il Teleputer sarà
essenzialmente un sistema a grande schermo, quindi da multimedialità
domestica. Nella casa del futuro avrà anche prestazioni da computer ma
sarà soprattutto curato nel surrounding, in tutta la parte sonora, in modo
da avere un sistema di alta qualità di Home Theatre. Viceversa,
nell'applicazione da ufficio, da tavolo di lavoro, anche nell'ambito
domestico, il Compuvision sarà un sistema sempre a schermo limitato,
abbastanza piccolo, molto facile da accedere come interfaccia uomo-
macchina, ma più limitato, o più orientato ai sistemi d'ingresso attuali tipo
computer a finestre.
23. Come Funziona ?
La possibilità di rappresentare un segnale (ovvero una grandezza variabile
nel tempo) come una sequenza di numeri è conosciuta fino dagli anni '40,
che faceva riferimento ad un teorema famoso, quello di Shannon, che si
applica a tutti i tipi di segnali, da quelli della telefonia a quelli
radiofonici, ai segnali televisivi; ma solo recentemente ha trovato
applicazione nel campo delle apparecchiature per uso domestico. Il più
comune fra gli apparecchi di uso quotidiano che fanno riferimento a queste
tecniche è il riproduttore di CD.
Per codificare in forma numerica (digitale) un segnale acustico occorre
"campionarlo" (ovvero misurare il suo valore in un dato istante) a intervalli
regolari e quindi esprimere il valore della misura mediante un numero. La
sequenza di numeri che si ottiene è la rappresentazione numerica del
segnale originale e può essere registrata, trasmessa, duplicata usando le
stesse tecniche che stanno alla base della memorizzazione e trasmissione
dei dati digitali.
Analogamente si può codificare un'immagine:
occorrerà prima suddividerla in un appropriato
numero di punti (detti pixel), ed attribuire a
ciascuno una codifica numerica del colore; cosa
che generalmente si fa indicando tre valori
numerici che rappresentano le intensità di
ciascuna componente del colore (Rosso, Verde,
Blu). Ad esempio un immagine che compare
sullo schermo di un normale computer può
essere rappresentata mediante 480.000 terne
di numeri (una suddivisione tipica dello
schermo è in 800x600 pixel).
L'immagine in movimento, poi, è rappresentata
mediante una successione di immagini fisse, solitamente 25 al secondo.
Per ottenere un segnale televisivo, a questo punto, è sufficiente mettere
insieme la codifica delle immagini in movimento con due canali audio (per
ottenere l'effetto stereofonico), anch'essi codificati in forma numerica.
Poi, dopo la codifica del segnale televisivo dobbiamo preoccuparci di un
dettaglio che ci consenta di utilizzare effettivamente queste tecniche a
costi ragionevoli. Per fare ciò occorre limitare la quantità di dati che è
necessario trasmettere; infatti utilizzando le semplici tecniche di codifica
descritte sopra, la quantità di dati da trasmettere sarebbe tale da non
essere praticamente utilizzabile (circa 1 Gbit/s). Sono state quindi
24. sviluppate tecniche di compressione dei dati e di modulazione dei segnali
che consentono di ridurre la quantità di dati ad una valore ragionevole
(anche se piuttosto elevato per gli standard attuali: 20 Mbits/s) e di
trasmetterli su un canale di 6 MHz di larghezza di banda (paragonabile alla
larghezza di banda di un canale televisivo analogico).
Il passo successivo consiste nella trasmissione dei segnali televisivi in modo
che possano raggiungere il destinatario. Anche per la televisione digitale
sono previsti tre canali: diffusione via cavo, diffusione via trasmissione
radio terrestre e diffusione via satellite.
Indipendentemente dal mezzo usato, è principalmente nella fase di
trasmissione che si evidenzia la superiorità delle trasmissioni digitali
rispetto a quelle tradizionali analogiche. Queste ultime, infatti, sono
inevitabilmente affette da degradazioni del segnale che si traducono in una
perdita di qualità della trasmissione ricevuta. Ciò non accade per la
trasmissione di segnali in forma digitale, per i quali è possibile garantire
che il segnale ricevuto sia identico a quello trasmesso.
Infine è stato indispensabile che le maggiori ditte produttrici si
accordassero intorno ad uno standard ben definito per la codifica e la
trasmissione dei segnali in modo che fosse possibile dare una forma
commerciale ai prodotti (sia i sistemi di produzione delle trasmissioni, che
gli apparecchi di ricezione).
Gli standard che sono nati sono due (uno Europeo (DVB) ed uno
Statunitense (DVD) molto simili, ma non compatibili fra loro).
Gli standard di televisione digitale attualmente esistenti prevedono
sostanzialmente due tipi di trasmissione: SDTV (Standard Definition
Television) che supporta trasmissioni di qualità comparabile a quelle
normali analogiche ed HDTV (High Definition Television) che offre
trasmissioni di qualità audio e video assai superiore a quelle attuali.
Un sistema di trasmissione della televisione digitale consiste di tre blocchi
distinti:
• sistema video (Video Subsystem)
• sistema di trasporto (Service Multiplex and Transport)
• sistema di trasmissione (RF/Transmission System)
Il sistema video ha lo scopo di codificare i segnali audio e video e di
effettuare la compressione dei dati.
Il sistema di trasporto ha lo scopo di organizzare le sequenze di dati
(video, audio ed ausiliarie) e "mescolarle" in modo da trasformarle in
un'unica sequenza di "pacchetti" di dati adatta per la trasmissione.
Il sistema di trasmissione ha la funzione di aggiungere ai pacchetti di dati
le informazioni necessarie alla trasmissione (ad esempio i codici di
controllo e correzione degli errori) e di modulare il segnale portante. Solo
quest'ultima parte (ovvero la generazione del segnale di trasmissione) si
differenza a seconda del mezzo trasmissivo usato.
25. Il servizio DVB-T, cioè della televisione digitale terrestre, sarà realizzato
con tecniche di compressione video e audio secondo lo standard MPEG. Nel
particolare, il sistema di codifica audio si attiene allo standard MPEG
LayerII MUSICAM, un formato compresso multicanale, come il Dolby Digital
AC-3, ma inferiore di qualità, già usato nel Digital Audio Broadcasting
(DAB). Lo standard MPEG2 del sistema di codifica video accetta in ingresso
quattro formati o "Livelli" da codificare, che sono: Low Level, Main Level,
High-1440 Level e High Level. Questi si differenziano per qualità e perché
sono caratterizzati ciascuno da un proprio range del bit rate di sorgente
(da 4 Mbit/s per una qualità tipo VCR fino a 60 Mbit/s per una qualità
HDTV). Come risultato della codifica lo standard M-PEG2 offre differenti
"Profili". Ciascun Profilo è caratterizzato da un set di strumenti di
compressione i quali caratterizzano il sistema di codifica. I profili sono
cinque (Simple Profile, Main Profile, SNR Scalable Profile, Spatially
Scalable e High Profile) e ciascuno di essi è progressivamente più
sofisticato e aggiunge degli strumenti di compressione al precedente. Non
tutte le combinazioni di Livelli e Profili sono approvati dallo standard,
infatti solo undici delle venti combinazioni sono accettate. La codifica di
sorgente MPEG2 utilizzata dal DVB è caratterizzata da:
uso della combinazione Main Profile e Main Level
frame rate di 25 Hz; o formato 4:3 o 16:9
header della sequenza video e frame indipendente dai precedenti
codificati almeno ogni 500 ms.
Subito dopo la codifica di sorgente, i canali da trasmettere vengono
accorpati in un unico stream mediante una operazione di multiplazione. La
codifica di canale è realizzata quindi applicando diversi processi di codifica
allo strema con tecniche di codifica che permettono una buona rilevazione
e correzione degli errori in ricezione. Come il DAB anche il DVB-T usa una
modulazione OFDM (sistema di modulazione studiato per il trasporto di
segnali digitali nelle gamme di frequenza VHF – UHF attraverso i ripetitori
televisivi terrestri), che utilizza 1705 portanti nel modo 2k e 6817 nel
modo 8k. Le portanti, a loro volta sono modulate QPSK o QAM a seconda
del bit-rate desiderato. Lo standard DVB-T lascia libera la scelta dei
parametri del segnale (tipo di modulazione delle portanti OFDM,
protezione, intervallo di guardia, ecc.) ed offre un insieme di possibilità a
secondo delle prestazioni che si vogliono ottenere. Infatti, in dipendenza
del tipo di modulazione delle portanti OFDM utilizzata (QPSK, 16QAM o
64QAM), la capacità totale utile di un canale RF di 8 MHz varia da un
minimo di 6Mbit/s ad un massimo di 32 Mbit/s. In pratica però la garanzia
di una adeguata protezione (aggiunta di bit di ridondanza ai bit di
informazione utile) e l'opportunità di sfruttare il canale in modo efficiente
26. fanno restringere il range di variabilità della capacità all'intervallo 12 - 24
Mbit/s. Anche per il DVB-T, come per il DAB, si può quindi parlare di
bouquet di servizi potendo trasmettere da 2 fino a 4 programmi a
definizione standard (SDTV) più servizi di data broadcasting. La capacità
totale del canale può essere anche sfruttata per standard televisivi ad alta
qualità, come la televisione ad alta definizione (High Definition TeleVision)
che richiede 24 Mbit/s per programma (1 programma per canale). Il DVB-T
è caratterizzato da due modi di trasmissione: il modo 2k e il modo 8k e,
analogamente al sistema DAB, consente anch'esso di operare in SFN. Il
modo '2k' possedendo, a parità di rapporto tra durata di simbolo e
intervallo di guardia, un intervallo di guardia minore rispetto al modo '8k',
richiede una minore distanza tra i singoli trasmettitori della rete SFN e si
presta quindi ad essere usato per la realizzazione di piccole reti e con
basse potenze da irradiare. Ovviamente la realizzazione di una SFN per il
DVB-T pone le stesse stringenti condizioni sugli impianti di diffusione del
segnale già incontrate per il DAB: identico contenuto di segnale,
sincronizzazione nel tempo e coerenza in frequenza. L'adozione della
tecnica di modulazione OFDM consente di prevedere per il DVB-T tre
diverse condizioni di ricezione:
fissa;
portatile "indoor";
portatile "outdoor".
Il Decoder
I ricevitori per il sistema DVB-T sono già disponibili sul mercato
anglosassone, laddove, a partire dallo scorso novembre, è stato avviato il
servizio di televisione digitale terrestre, nella forma di unità esterne dette
Set Top Box. Queste unità, connesse all'antenna terrestre convertono i
segnali digitali ricevuti in segnali analogici direttamente utilizzabili dagli
apparecchi televisivi tradizionali. In seguito saranno disponibili televisori
con decoder digitale integrato in grado di ricevere direttamente
dall'antenna terrestre. Dopo una prima fase, il prezzo al dettaglio dei
ricevitori digitali si prevede possa aggirarsi sui 400-500 euro, variabile in
dipendenza del numero delle piattaforme digitali con cui sono compatibili.
Successivamente, riduzioni di prezzo saranno possibili, secondo le
previsioni dei produttori, allorché il volume di produzione raggiungerà
qualche milione di unità.
I ricevitori DVB-T, generalmente indicati con l'acronimo IRD, sono
dispositivi dall'elevata complessità essendo composti da una circuiteria
analogica dedicata alla demodulazione del segnale ricevuto e da una parte
27. digitale che può esser assimilata ad un vero e proprio calcolatore
elettronico. Infatti dal segnale ricevuto e demodulato si ottiene uno
stream binario che viene a sua volta elaborato dalla circuiteria digitale.
L'elaborazione del segnale digitale viene effettuata mediante un
microprocessore e il software ad esso associato. In questo modo i ricevitori
DVB sono in grado di gestire:
la decodifica di segnali audio e video digitali,
l'accesso condizionato,
la guida elettronica dei programmi,
le periferiche utilizzate per lo scambio dati.
In ogni caso qualsiasi funzionalità implementata dal ricevitore è
controllata via software. Generalmente il software del ricevitore è
strutturato in due parti: la prima parte costituisce un vero e proprio
sistema operativo che amministra le periferiche e le risorse hardware
dell'IRD, mentre una seconda parte si occupa dell'implementazione delle
varie funzionalità. Il software di gestione dei ricevitori potrà essere
aggiornato da remoto permettendo il miglioramento delle funzioni già
realizzate e anche la realizzazione di funzioni non previste all'atto
dell'immissione sul mercato. La definizione inoltre di Application
Programming Interface (API) mette a disposizione dei programmatori, che
devono aggiornare il software del ricevitore, una ampia gamma di librerie
e routine che consentono una semplice riscrittura delle nuove applicazioni
senza dover necessariamente conoscere in dettaglio le specifiche del
sistema DVB-T. Il digitale in generale, consente la diffusione di un maggior
numero di servizi, di migliorare la qualità audio/video e di utilizzare in
modo più efficiente lo spettro. Inoltre la digitalizzazione fa sì che la
maggioranza degli utenti possa avere un largo accesso in modalità
interattiva a diversi tipi di informazione. La DVB-T permette:
di raggiungere da subito la quasi totalità della popolazione, consentendo
la ricezione con l'attuale sistema domestico d'antenna analogico (servizio
universale): infatti le frequenze di cui il sistema DVB-T farà uso coincidono
con quelle del servizio TV analogico. Accanto ai servizi a pagamento la
DVB-T è la soluzione più efficace per la diffusione dei servizi TV gratuiti
(free-to-air);
di costituire l'unico mezzo pratico per la ricezione portatile;
di ridurre i costi di implementazione delle reti, grazie al riutilizzo delle
28. infrastrutture analogiche esistenti;
di effettuare la diffusione regionale/locale.
Va sottolineata inoltre la robustezza di una rete DVB-T rispetto ad azioni di
disturbo o sostituzione del segnale.