2. Indice
Tipologie relazionali esistenti
Imprese secondo cinque tipologie relazionali:
variabili considerate e fonti utilizzate
caratteristiche
Propensione delle imprese alle relazioni:
modello di regressione logistica multinomiale
odds ratios e relativi intervalli di confidenza al 95%
Conclusioni
3. Tipologie relazionali esistenti
Il Gruppo di lavoro ha iniziato a studiare le relazioni fra imprese come
derivanti dalle informazioni del Censimento dell’industria e servizi, per
poi comprendere che erano necessarie opportune aggregazioni dei
singoli tipi di relazione dichiarati dalle imprese per verificare quali
sono e quanto pesano effettivamente le principali forme relazionali
esistenti nei quattro macrosettori dell’economia
L’ aggregazione, infatti, permette di studiare più agevolmente il
complesso quadro delle relazioni e le caratteristiche peculiari delle
imprese che ne fanno parte, facendo uso anche di informazioni sulle
caratteristiche strutturali delle imprese derivanti da altre fonti della
statistica ufficiale
Nel diagramma di Venn seguente viene presentata la tassonomia
completa dei possibili comportamenti relazionali delle imprese che,
come si osserva, coniugano in larga maggioranza più tipologie
relazionali
5. Tipologie relazionali esistenti
Le relazioni verticali, con o senza la coesistenza di altri tipi di
relazioni, interessano oltre la metà delle imprese (53,6%) e sembrano
esercitare una funzione di attrazione nei confronti delle altre categorie
di accordi (orizzontali, franchising, accordi informali o altro)
Le relazioni verticali sembrano quindi operare come volano per la
creazione di altri tipi di relazione
Rispetto alle 8 tipologie relazionali riportate nel diagramma di Venn, si
è ulteriormente schematizzato il quadro per arrivare a cinque tipologie
(mutuamente esclusive ed esaustive) riassunte nel prospetto
seguente che costituiscono il framework per le analisi seguenti
6. Titolo intervento, nome cognome relatore – Luogo, data
Imprese secondo cinque tipologie relazionali
relazioni n° di imprese %
V_A
verticali, con o senza altri accordi di
franchising, accordi informali o altro, al
netto delle relazioni orizzontali
487.733 46,6
O_A
orizzontali, con o senza altri accordi di
franchising, accordi informali o altro, al
netto delle relazioni verticali
22.911 2,2
VO_A
verticali, insieme a relazioni orizzontali,
con o senza altri accordi di franchising,
accordi informali o altro
73.084 7,0
A solo franchising, accordi informali o altro 78.798 7,5
N nessuna relazione 384.212 36,7
TOTALE 1.046.737 100,0
7. Censimento dell’Industria e dei Servizi, 2011 →
- tipo di relazioni intrattenute nel biennio 2011-2012
- macrosettore di attività economica
- introduzione di innovazioni nel triennio 2009-2011
- area di mercato in cui l’impresa ha operato nel 2011
- svolgimento di attività di formazione nel corso del 2011
- criterio prevalente per la determinazione dei prezzi sul principale mercato
di riferimento
- tipologia principale dei clienti finali
- ripartizione geografica
- realizzazione di almeno una parte dell’attività produttiva all’estero
Frame SBS, 2011 (Sistema integrato per la produzione di stime
dettagliate sui risultati economici delle imprese) → ricavi da vendite di
beni o prestazione di servizi
Registro ASIA, 2011 (Archivio Statistico delle Imprese Attive) → forma
giuridica, classe di addetti, appartenenza a gruppi d’impresa, anni di
attività
Imprese secondo 5 tipologie relazionali: variabili considerate
e fonti utilizzate
8. Imprese secondo 5 tipologie relazionali: caratteristiche
Vi è una maggiore incidenza di imprese con relazioni :
verticali (V_A) nell’Industria (27,8% contro 20,7% totale) e nelle Costruzioni
(20,2% contro 13,8% totale)
orizzontali (O_A) negli Altri Servizi (37,3% contro 27,0% totale) e nel
Commercio (46,1% contro 38,5% totale), settori in cui prevalgono anche le
imprese con solo accordi di franchising e altri tipi di accordi informali (A)
(rispettivamente, 36,7% contro 27% e 43,5% contro 38,5%)
Le imprese con relazioni verticali, orizzontali e altre (VO_A), e in misura minore
anche quelle con relazioni orizzontali (O_A), sono più rappresentate nell’ultimo
quartile della distribuzione dei ricavi da vendite di beni o da prestazioni di
servizi (rispettivamente, 48,5% e 37,5%), mentre quelle con relazioni verticali
(V_A) lo sono di più nel terzo quartile (28,5%)
La quota di imprese individuali e/o di società di persone varia dal 70,1%
osservato per le imprese senza relazioni al 32,2% quelle con relazioni verticali,
orizzontali e altro (VO_A). Per questa tipologia cresce la quota di società di
capitali (61,7%), mentre tra le imprese con relazioni orizzontali (O_A) sale la
quota di società cooperative (7,6%)
9. Imprese secondo 5 tipologie relazionali: caratteristiche
Se l’89,1% delle imprese italiane non appartiene a gruppi d’impresa, tale quota
raggiunge il 93% per le imprese senza relazioni e il 77,3% per le imprese con
relazioni verticali, orizzontali e altro (VO_A)
Rispetto al posizionamento lungo la catena del valore, le famiglie costituiscono
gli utenti finali per il 53,6% delle imprese senza relazioni, per il 31% di quelle con
relazioni verticali (V_A) e solo per il 23,6% di quelle con relazioni verticali,
orizzontali e altro (VO_A)
Le imprese con relazioni verticali, orizzontali e altro (VO_A) operano in un
mercato più ampio in quanto sono presenti in maggior misura sia sul mercato
estero (27,5% contro 21,9% del totale) sia su quello extraregionale (33,2% contro
20,3%). Il 71% delle imprese senza relazioni e il 63,6% di quelle con solo
franchising e altri accordi (A) opera in un mercato locale
Le imprese con relazioni verticali, orizzontali e altro (VO_A) presentano, inoltre, una
maggiore incidenza tra quelle che nel 2011 hanno delocalizzato almeno una parte
dell’attività produttiva all’estero (4,7% contro il 2,3% del totale), seguite dalle
imprese con relazioni verticali (V_A) (3,2%)
10. Imprese secondo 5 tipologie relazionali: caratteristiche
Le imprese con relazioni verticali, orizzontali e altro (VO_A) e verticali (V_A)
operano in regime di prezzi stabiliti come margine sui costi totali o
variabili in maggior misura (45% e 42,6% contro 39,4% delle imprese
italiane), mentre quelle con relazioni orizzontali (O_A) e con franchising e
altri accordi (A) vedono diminuire tale quota a favore del regime di prezzi
regolamentati (rispettivamente, 36,4% e 37,3% contro il 28,2%)
Il maggiore dinamismo delle imprese con relazioni verticali, orizzontali e
altro (VO_A) rispetto alle altre tipologie sembra confermato tanto dal fatto
che per queste aziende cresce al 59,4% la percentuale di chi dichiara di
aver introdotto innovazioni nella propria attività nel periodo 2009-2011
rispetto al valore medio di 36,3%, quanto dal fatto che il 64,1% di queste
imprese nel 2011 ha svolto attività di formazione per il proprio personale,
contro il 41,1% delle imprese con relazioni verticali e il 37,9% del totale
11. Propensione delle imprese alle relazioni: modello di
regressione logistica multinomiale
K
i
ii x
Pr
Pr
ln
1
α
NY
VO_AY
x
x
K
i
ii x
Pr
Pr
ln
1
α
NY
V_AY
x
x
K
i
ii x
Pr
Pr
ln
1
α
NY
O_AY
x
x
K
i
ii x
Pr
Pr
ln
1
α
NY
AY
x
x
Si vogliono stimare gli effetti
esercitati dall’insieme delle variabili
disponibili sulla propensione di
un’impresa a scegliere di
appartenere ad una specifica
tipologia relazionale
Se si sceglie come categoria di
riferimento N (nessuna relazione)
per la variabile dipendente Y, in
ogni equazione la probabilità di
ciascuna delle rimanenti categorie -
VO_A, V_A, O_A, A - viene
confrontata con la probabilità di N
Il logit viene espresso come una
combinazione lineare delle variabili
indipendenti (o esplicative)
12. Propensione delle imprese alle relazioni:
odds ratios e intervalli di confidenza al 95%
I risultati sono analizzati in termini di odds ratio (rapporti tra logit) che permettono
di valutare quanto cresce/decresce il rischio che la variabile di risposta assuma
una delle categorie VO_A, V_A, O_A, A (anziché quella scelta come riferimento,
ovvero N), a seguito della variazione del valore assunto da una variabile
indipendente e al netto degli effetti di tutte le altre variabili
Nel grafico seguente la linea parallela all’asse delle ascisse si riferisce alla
categoria nessuna relazione (N) e si osserva che gli odds ratios riferiti alla
tipologia di relazioni A oscillano intorno alla linea riferita alle imprese con
nessuna relazione, le differenze aumentano per la tipologia V_A
Infine gli odds ratio riferiti a O_A e VO_A si discostano in maniera significativa
dalla linea, soprattutto per le variabili più influenti (ricavi e innovazione) e per la
forma giuridica
13. Propensione delle imprese alle relazioni:
odds ratios e intervalli di confidenza al 95%
MACROSETTORE RICAVI INNOVAZ.
A.
MERCATO
F.
GIURIDICA FORMAZ.
DET.
PREZZI
CLIENTI
FINALI
RIP.
GEOGR.
ADDETTI
APP.
GRUPPI
DELOCALIZZ.
ANNI
ATTIVITA’
A O_A VO_A V_A
14. Conclusioni
• Il quadro delle relazioni tra imprese è complesso, anche se le relazioni
verticali sono di gran lunga le più rilevanti e un terzo delle imprese non ha
relazioni
• Necessità di semplificazione e di tassonomia per approfondire lo studio
mettendo insieme tutte le informazioni statistiche derivanti dalle fonti ufficiali
che hanno informazioni utili
• Si scopre che le relazioni verticali sembrano quindi operare come volano per
la creazione di altri tipi di relazione
• Si osserva un maggiore dinamismo delle imprese con relazioni verticali,
orizzontali e altro (VO_A) rispetto alle altre tipologie, confermato anche dal
fatto che queste aziende innovano di più
• Fattori di cui occorrerà tener conto nelle policy :
1. le imprese con diversi livelli di propensione alle relazioni presentano forti
differenze in termini di caratteristiche strutturali o comportamentali
2. la dimensione territoriale appare scarsamente significativa rispetto ad
altre variabili strutturali del modello