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Censimento dell’industria
e dei servizi 2011
Imprese

Le relazioni come
strumento di
competitività delle
imprese

STEFANO COSTA
FRANCESCA LUCHETTI
ROBERTA VARRIALE

DICS – Dipartimento per i Conti
Nazionali e le Statistiche Economiche

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
Sommario
 Le informazioni sulle relazioni delle imprese contenute nel questionario
 La diffusione delle relazioni nel sistema produttivo e gli effetti sulle
strategie d’impresa

 L’intensità delle relazioni nel sistema produttivo

 L’articolazione delle relazioni: principali «Profili relazionali» delle imprese
 Conclusioni

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
Le informazioni sulle relazioni delle imprese - 1
LA SEZIONE 3 DEL QUESTIONARIO
Obiettivo  Cogliere le relazioni di collaborazione delle imprese come veicolo di superamento della
limitatezza dimensionale. Informazioni su:
1. Tipologia delle relazioni: Commessa, Subfornitura, Accordi formali (consorzio, contratto di rete,
ATI, joint venture, franchising…), Accordi informali.
2. Ampiezza delle relazioni (per tipologia di relazione):
i. numero delle controparti;
ii. tipologia delle controparti (es. imprese, università, P.A.);
iii. localizzazione delle controparti (ambito locale, nazionale, internazionale).
3. Altre caratteristiche delle relazioni (per tipologia di relazione):
i. funzione aziendale interessata (produzione, R&S, marketing, servizi legali e finanziari...);
ii. Moventi delle relazioni (riduzione dei costi, accesso a nuovi mercati,
internazionalizzazione, flessibilità produttiva...).
5.

Impatto sulla competitività dell’impresa

6.

Ostacoli all’attivazione di relazioni (localizzazione sfavorevole, dimensioni ridotte, burocrazia,
scarsità di controparti e altro)

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
Le informazioni sulle relazioni delle imprese - 2
Altre informazioni dal questionario qui utilizzate:
 Orientamenti strategici delle imprese: difesa della quota di mercato, accesso a
nuovi mercati, ampliamento della gamma di prodotti, downsizing… (Sez. 1)
 Mercato di riferimento delle imprese: locale, nazionale, internazionale (Sez. 4)

 Propensione all’innovazione delle imprese: di processo, di prodotto, di marketing
e organizzativa (Sez. 5)

Nota bene:
Le relazioni non considerano l’appartenenza a un gruppo delle imprese.
Non consideriamo la performance (ma solo valutazioni sulle strategie).
Si considerano solo le imprese con almeno 3 addetti (poco più di 1 milione
di unità)
MILANO 28 NOVEMBRE 2013
Le relazioni delle imprese: un sistema interconnesso - 1
 Il 63,3% delle imprese italiane con almeno 3 addetti (oltre 662mila unità)
dichiara di avere almeno una relazione con altri soggetti (è «interconnesso»)
 La presenza di relazioni ha chiari elementi dimensionali e settoriali: interessa
soprattutto imprese delle Costruzioni (F) e dell’Industria (B-E); in modo
differenziato i Servizi di mercato (G-N) e relativamente poco gli Altri servizi (P-S)
Imprese con relazioni ( Valori percentuali)
100

100

Classe di addetti

90

Attività economica

90

80

80

70

70

60

60

50

50

40

40

30

30

20

20

10

10
0

0
3-9 addetti

10-49 addetti

50-249 addetti

250 addetti e oltre

F

D

H

E

C

N

B

J

G

P

L

M

R

K

S

Q

I

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
Le relazioni delle imprese: un sistema interconnesso - 1
 …ma non ha una chiara connotazione territoriale:
a. non c’è variabilità del fenomeno tra le macroripartizioni
b. …e ad esclusione di un solo caso, in nessuna provincia italiana la
percentuale di imprese «interconnesse» scende al di sotto del 50%

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
Le diverse tipologie di relazioni - 1
 Le relazioni delle imprese assumono forme diverse, ma i rapporti «di filiera»
come Commessa e Subfornitura prevalgono di gran lunga rispetto agli
accordi formali e informali…

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
Le diverse tipologie di relazioni - 2
 …ma prevalgono indipendentemente dalla classe dimensionale e dalla
ripartizione geografica di appartenenza (ma gli accordi formali hanno una
forte connotazione dimensionale)

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
Le diverse tipologie - 3
 Le relazioni «di filiera» uniscono in prevalenza settori a più alta intensità di
capitale industriali (B-E), le costruzioni (F) e parte dei servizi di mercato (G-N);
mediamente gli altri servizi (P-S).
 Gli accordi (comunque meno frequenti), legano maggiormente tra loro le imprese
del terziario.

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
Gli interlocutori
 Quasi il 90% delle relazioni viene intrattenuto con altre imprese, e circa il 10% con
aziende del gruppo di appartenenza dell’impresa.
 I legami con le università/centri di ricerca e con la P.A., pari rispettivamente al 4,7 e
15,5% del totale delle imprese, sono più intensi tra le aziende di maggiori dimensioni, e in
entrambi i casi hanno nella subfornitura (15%) e negli accordi formali (13,3%) la forma
prevalente di relazioni.
 Nel contribuire alle relazioni delle imprese il settore pubblico svolge un ruolo soprattutto
nel mezzogiorno (per una impresa su cinque).

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
Le funzioni aziendali coinvolte
 Dal punto di vista funzionale, le relazioni sono «strette»: vengono attivate in
larga maggioranza nell’ambito dell’attività principale dell’impresa.
 Per le altre principali funzioni aziendali si attivano in prevalenza accordi
formali e informali, con chiare differenze tra classi dimensionali

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
Le finalità
 Il movente principale per l’attivazione di relazioni è la ricerca della riduzione dei
costi, per tutti i settori e in particolare per quelli industriali e delle costruzioni
 Finalità più «espansive» come l’accesso a nuovi mercati o l’innovazione
giustificano la presenza di accordi per le imprese industriali e del commercio.
 Ancora molto limitato è l’utilizzo delle relazioni di collaborazione ai fini di
internazionalizzazione dell’attività dell’impresa
Gli ostacoli
 Il quadro degli ostacoli all’attivazione di attivazioni è condiviso dalle imprese con
relazioni e da quelle isolate (e da grandi e piccole): l’impedimento principale è di
tipo legale e amministrativo (la buona notizia è che su questo il policy-maker
può intervenire anche con effetti di b.p.)
 Resistenze «interne», come il timore di perdere risorse o autonomia non
sembrano ostacolare le soluzioni aggregative e collaborative.
Le relazioni aiutano la competitività? - 1
 In assenza di dati sulla performance, tre «indizi» basati sulle sole informazioni del
censimento sembrano indicare di sì.
 In primo luogo, sul piano degli orientamenti strategici, le imprese interconnesse:
a. sono altrettanto impegnate a difendere la quota di mercato rispetto alle
«isolate» (in misura pari quasi al 70%);
b. attuano strategie più espansive, in termini di diversificazione produttiva e
accesso a nuovi mercati;
c. hanno una maggiore propensione ad attivare nuove relazioni (processo
cumulativo, anche se in percentuali contenute)
Le relazioni aiutano la competitività? - 2
 In secondo luogo, la presenza di relazioni accompagna le imprese
nell’operare su un mercato di riferimento più ampio
 Le relazioni sembrano avere un ruolo anche nell’internazionalizzazione
(soprattutto per le unità di minori dimensioni): la quota di imprese che opera
sui mercati internazionali è sempre più elevata per le imprese interconnesse

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
Le relazioni aiutano la competitività? - 3
 Infine, le relazioni si associano a una più frequente attività di innovazione:
a. in tutte le classi dimensionali d’impresa (con una parziale compensazione
del «gap» dimensionale)
b. In tutti i macrosettori
c. In tutte le forme di innovazione considerate (prodotto, processo, marketing,
organizzazione)
Quota di imprese innovatrici, per classe di addetti
80

Imprese senza relazioni

Quota di imprese innovatrici, per macrosettore
80

Imprese con relazioni

70

Imprese senza relazioni

70

60

60

50

50

40

40

30

30

20

20

10

Imprese con relazioni

10
0

0
3-9

10-49

50-249

250 e oltre

Industria in senso
stretto

Costruzioni

Commercio

Altri servizi

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
Una misura dell’intensità delle relazioni - 1
Il questionario consente di calcolare una misura sintetica dell’intensità delle relazioni
sulla base di 3 indicatori elementari:
1. numero delle tipologie di relazioni – varietà degli strumenti



2. numero dei soggetti con cui si relaziona l’impresa – ampiezza del network
3. presenza interlocutori esteri (committenti, subfornitori, controparti) – estensione
Numero di Numero di % di imprese con almeno
relazioni interlocutori una relazione con l'estero

Numero di Numero di % di imprese con almeno
relazioni interlocutori una relazione con l'estero

(sul totale delle imprese della
classe con almeno una
relazione)

(sul totale delle imprese della
classe con almeno una
relazione)

Valori medi

Valori medi

3-9

1.8

13.6

16.5

Industria in
senso stretto

1.9

16.3

31.6

10-49

2.0

16.7

25.7

Costruzioni

2.1

13.5

7.3

50-249

2.2

18.5

37.9

Commercio

1.8

15.0

24.6

250 e oltre

2.4

21.1

45.2

Altri servizi

1.8

13.0

12.6

Totale

1.9

14.4

19.2

Totale

1.9

14.4

19.2

La sintesi di questi indicatori (standardizzati), dà un «Indicatore di Connettività»
(ICO), che assume valori tra 0 e 100 (media del sistema: 15,7)
MILANO 28 NOVEMBRE 2013
Una misura dell’intensità delle relazioni - 2
 La componente dimensionale conferma quanto visto nel caso della semplice
presenza di relazioni: il grado medio di connettività aumenta all’aumentare della
dimensione d’impresa

 Cambia invece la mappatura settoriale delle relazioni…
29
Farmaceutica

R&S

Tabacco

24
Ag. viaggio

Chimica

Autoveicoli

Gomma e plas.
Bevande

Comm. ingr.

Estr.petr.
Computer, elettron.
Macchinari
App. elettr.

19
Alloggio

Ing. civile

Finanza
14

Serv. veter.

Arte, sport, intr
.
Costruzioni

Ristorazione
Att. leg. e cont.

Sanità

Att. immob.

Serv. edif . e paes.

Ass. soc. res.

9

Estr. min met.

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
4

30

40

50

60

70

80

90

100
Una misura dell’intensità delle relazioni - 3
 …e cambia anche la mappatura territoriale:
Presenza di relazioni (% di imprese interconnesse)

Intensità delle relazioni (media ICO)

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
Una misura dell’intensità delle relazioni - 4
 Se avere relazioni porta a strategie più competitive, è meglio che le relazioni
siano intense (Connettività alta = superiore alla mediana).
Due indizi:
1. La quota di imprese innovatrici aumenta al crescere del grado di
intensità delle relazioni per le micro e le piccole (ma per medie e
grandi occorre alta intensità per «fare il salto» rispetto alle isolate)

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
Una misura dell’intensità delle relazioni - 5
2. Una connettività più elevata si associa a strategie più espansive come accesso a
nuovi mercati, ampliamento gamma prodotti, ecc. (con lo stesso caveat per medie e
grandi…
… e a una minore sofferenza competitiva (tutela quota di mercato e downsizing)

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
L’articolazione delle relazioni: i «profili relazionali» - 1
 Una procedura di clustering a classi latenti ripartisce le imprese in 5 «profili
relazionali» basati su: ricorso alle forme di relazioni; numero delle relazioni; numero di
controparti; presenza di relazioni con controparti estere
% imprese
nel cluster

Connesse

In filiera

Connesse a
bassa
intensità

Filiera a
bassa
intensità

Isolate

15.2

21.3

11.2

15.6

36.7

addetti
medi

Regione
prevalente

N° medio
di relazioni

Cos truzioni
Tras porti Terres tri
Com m ercio all'ingros s o
Software e cons ul.
inform atica
Cos truzioni
Metalli
Macchinari
Com m ercio all'ingros s o
Legno
Mobili

EmiliaRom agna
Lazio
Tos cana
Veneto

3.1

22.6

25.7

Lom bardia
Veneto
Piem onte
EmiliaRom agna

2.0

17.6

17.9

12.6

Com m ercio al dettaglio
Com m ercio all'ingros s o
Ris torazione
Macchinari
Metallo

Piem onte
EmiliaRom agna
Marche

1.0

12.0

10.1

10.2

Cos truzioni
Altri s ervizi alla pers ona
Tras porti Terres tri

Sicilia
Bas ilicata
Cam pania
Lazio

1.1

3.8

6.8

7.6

Ris torazione
Attività legali e contabili
Com m ercio al dettaglio
Sanità

Cam pania
Bas ilicata
Lazio

24.8

12.5

N° medio di
controparti

Intensità
media delle
relazioni

Settore prevalente
(Nace 2)

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
0.0

0.0

0.0
I «profili relazionali» - 2
 Le imprese «In filiera» (1/5 del totale, 1/3 delle interconnesse) non attivano
accordi ma ricorrono intensamente a relazioni di commessa e subfornitura
(Verde scuro: molto alto; Verde: alto; Verde chiaro: medio-alto; Arancio: medio; Rosa: mediobasso; Rosso: basso)
Commessa Subfornitura

Accordi
formali

Accordi
informali

Commesse
Subfornitura
con
con l'estero
l'estero

Accordi
con
l'estero

Connesse

83.7

68.9

51.3

50.5

13.1

11.4

20.5

In filiera

98.0

94.6

0.0

0.0

14.3

17.0

0.0

Connesse a
bassa intensità

56.9

13.8

2.9

5.3

8.9

2.1

5.3

In filiera a
bassa intensità

44.6

23.5

16.6

10.4

3.4

1.4

2.2

0.0

0.0

0.0

0.0

0.0

0.0

0.0

Isolate
I «profili relazionali» - 3
 Le imprese che presentano i profili relazionali più articolati e intensi adottano
strategie dal maggiore potenziale competitivo.

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
Conclusioni
 Il sistema produttivo italiano è attraversato da una fitta rete di relazioni tra
imprese, al di là dei rapporti distrettuali e di gruppo.
 Presenza, intensità e articolazione delle relazioni contribuiscono a
modellare strategie dal diverso potenziale in termini di competitività.
 I legami produttivi tra le imprese caratterizzano l’intero territorio nazionale, ma
emergono differenze significative quando si considerino l’intensità e
l’articolazione, più che la frequenza, delle relazioni tra imprese
 Sulla base delle sole informazioni censuarie, si ottengono indicazioni di un
possibile ruolo «propulsore» delle relazioni tra imprese, almeno in termini
di propensione a innovazione e internazionalizzazione, soprattutto per le
imprese di minore dimensione (e in particolare per le piccole e medie imprese
di alcuni settori manifatturieri del centro-nord)
MILANO 28 NOVEMBRE 2013
Grazie per l’attenzione

scosta@istat.it
luchetti@istat.it
varriale@istat.it

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
Le relazioni aiutano la competitività? - 4
 Le imprese interconnesse usano più leve competitive, indipendentemente
dalla dimensione
 Le relazioni consentono alle micro e piccole imprese di allentare la leva
competitiva basata sulla localizzazione
100

90

3 - 9 addetti

80

10 - 49 addetti

80

70

60

Isolate

60

Isolate

50

Interconnesse

Interconnesse
40

40

30
20

20

10

0

0
Qualità

Prezzo

Fless. Prod. Diversificazione

Inn. Prod.

Loc. impresa

Est. rete distr.

Qualità

Prezzo

Fless. Prod. Diversificazione

Inn. Prod.

Loc. impresa

Est. rete distr.

90

90

50 - 249 addetti

80

250 addetti e oltre

80

70

70

60

60

50

50
Isolate
Interconnesse

40

Isolate

Interconnesse

40

30

30

20

20

10

10
0

0
Qualità

Prezzo

Fless. Prod. Diversificazione

Inn. Prod.

Loc. impresa

Est. rete distr.

Qualità

Prezzo

Fless. Prod. Diversificazione

Inn. Prod.

Loc. impresa

Est. rete distr.

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
I «profili relazionali» - 3
 Le imprese che presentano i profili relazionali più articolati e intensi adottano
strategie dal maggiore potenziale competitivo.
Top = attive all'estero, innovatrici, che accedono a nuovi mercati
Bottom = domestiche, non innovatrici, che ridimensionano l'attività

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
Le relazioni aiutano la competitività? - 5
 Le relazioni si associano a una maggiore frequenza di imprese innovatrici e
operanti all’estero, indipendentemente dall’appartenenza a un gruppo

MILANO 28 NOVEMBRE 2013
La procedura di clustering - 1
Modello a classi latenti. Tecnica model based cluster con stime di max
verosimiglianza
Obiettivo: Individuare sottopopolazioni non osservate (latenti) di unità con
caratteristiche simili.
L’appartenenza delle unità statistiche alle sottopolazioni non è osservata, ma
dedotta dai dati.

…
k

yp

y1, …, yP: indicatori osservati per l’unità statistica i
K: variabile latente categorica, le cui classi k
rappresentano le sottopopolazioni latenti di unità
presenti nella popolazione di riferimento

…
yP

Riferimenti
Vermunt, J. K. (2007), `Multilevel mixture item response theory
models: an application in education testing', ISI 2007
Proceedings.
Skrondal, A. and Rabe-Hesketh, S. (2004), Generalized latent
variable modeling: multilevel, longitudinal, and structural
equation models, Chapman and Hall/CRC, Boca Raton, FL.
La procedura di clustering - 2

MILANO 28 NOVEMBRE 2013

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S. Costa, F. Lucchetti, R Varriale - Le relazioni come strumento di competitività delle imprese

  • 1. Censimento dell’industria e dei servizi 2011 Imprese Le relazioni come strumento di competitività delle imprese STEFANO COSTA FRANCESCA LUCHETTI ROBERTA VARRIALE DICS – Dipartimento per i Conti Nazionali e le Statistiche Economiche MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 2. Sommario  Le informazioni sulle relazioni delle imprese contenute nel questionario  La diffusione delle relazioni nel sistema produttivo e gli effetti sulle strategie d’impresa  L’intensità delle relazioni nel sistema produttivo  L’articolazione delle relazioni: principali «Profili relazionali» delle imprese  Conclusioni MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 3. Le informazioni sulle relazioni delle imprese - 1 LA SEZIONE 3 DEL QUESTIONARIO Obiettivo  Cogliere le relazioni di collaborazione delle imprese come veicolo di superamento della limitatezza dimensionale. Informazioni su: 1. Tipologia delle relazioni: Commessa, Subfornitura, Accordi formali (consorzio, contratto di rete, ATI, joint venture, franchising…), Accordi informali. 2. Ampiezza delle relazioni (per tipologia di relazione): i. numero delle controparti; ii. tipologia delle controparti (es. imprese, università, P.A.); iii. localizzazione delle controparti (ambito locale, nazionale, internazionale). 3. Altre caratteristiche delle relazioni (per tipologia di relazione): i. funzione aziendale interessata (produzione, R&S, marketing, servizi legali e finanziari...); ii. Moventi delle relazioni (riduzione dei costi, accesso a nuovi mercati, internazionalizzazione, flessibilità produttiva...). 5. Impatto sulla competitività dell’impresa 6. Ostacoli all’attivazione di relazioni (localizzazione sfavorevole, dimensioni ridotte, burocrazia, scarsità di controparti e altro) MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 4. Le informazioni sulle relazioni delle imprese - 2 Altre informazioni dal questionario qui utilizzate:  Orientamenti strategici delle imprese: difesa della quota di mercato, accesso a nuovi mercati, ampliamento della gamma di prodotti, downsizing… (Sez. 1)  Mercato di riferimento delle imprese: locale, nazionale, internazionale (Sez. 4)  Propensione all’innovazione delle imprese: di processo, di prodotto, di marketing e organizzativa (Sez. 5) Nota bene: Le relazioni non considerano l’appartenenza a un gruppo delle imprese. Non consideriamo la performance (ma solo valutazioni sulle strategie). Si considerano solo le imprese con almeno 3 addetti (poco più di 1 milione di unità) MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 5. Le relazioni delle imprese: un sistema interconnesso - 1  Il 63,3% delle imprese italiane con almeno 3 addetti (oltre 662mila unità) dichiara di avere almeno una relazione con altri soggetti (è «interconnesso»)  La presenza di relazioni ha chiari elementi dimensionali e settoriali: interessa soprattutto imprese delle Costruzioni (F) e dell’Industria (B-E); in modo differenziato i Servizi di mercato (G-N) e relativamente poco gli Altri servizi (P-S) Imprese con relazioni ( Valori percentuali) 100 100 Classe di addetti 90 Attività economica 90 80 80 70 70 60 60 50 50 40 40 30 30 20 20 10 10 0 0 3-9 addetti 10-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre F D H E C N B J G P L M R K S Q I MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 6. Le relazioni delle imprese: un sistema interconnesso - 1  …ma non ha una chiara connotazione territoriale: a. non c’è variabilità del fenomeno tra le macroripartizioni b. …e ad esclusione di un solo caso, in nessuna provincia italiana la percentuale di imprese «interconnesse» scende al di sotto del 50% MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 7. Le diverse tipologie di relazioni - 1  Le relazioni delle imprese assumono forme diverse, ma i rapporti «di filiera» come Commessa e Subfornitura prevalgono di gran lunga rispetto agli accordi formali e informali… MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 8. Le diverse tipologie di relazioni - 2  …ma prevalgono indipendentemente dalla classe dimensionale e dalla ripartizione geografica di appartenenza (ma gli accordi formali hanno una forte connotazione dimensionale) MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 9. Le diverse tipologie - 3  Le relazioni «di filiera» uniscono in prevalenza settori a più alta intensità di capitale industriali (B-E), le costruzioni (F) e parte dei servizi di mercato (G-N); mediamente gli altri servizi (P-S).  Gli accordi (comunque meno frequenti), legano maggiormente tra loro le imprese del terziario. MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 10. Gli interlocutori  Quasi il 90% delle relazioni viene intrattenuto con altre imprese, e circa il 10% con aziende del gruppo di appartenenza dell’impresa.  I legami con le università/centri di ricerca e con la P.A., pari rispettivamente al 4,7 e 15,5% del totale delle imprese, sono più intensi tra le aziende di maggiori dimensioni, e in entrambi i casi hanno nella subfornitura (15%) e negli accordi formali (13,3%) la forma prevalente di relazioni.  Nel contribuire alle relazioni delle imprese il settore pubblico svolge un ruolo soprattutto nel mezzogiorno (per una impresa su cinque). MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 11. Le funzioni aziendali coinvolte  Dal punto di vista funzionale, le relazioni sono «strette»: vengono attivate in larga maggioranza nell’ambito dell’attività principale dell’impresa.  Per le altre principali funzioni aziendali si attivano in prevalenza accordi formali e informali, con chiare differenze tra classi dimensionali MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 12. Le finalità  Il movente principale per l’attivazione di relazioni è la ricerca della riduzione dei costi, per tutti i settori e in particolare per quelli industriali e delle costruzioni  Finalità più «espansive» come l’accesso a nuovi mercati o l’innovazione giustificano la presenza di accordi per le imprese industriali e del commercio.  Ancora molto limitato è l’utilizzo delle relazioni di collaborazione ai fini di internazionalizzazione dell’attività dell’impresa
  • 13. Gli ostacoli  Il quadro degli ostacoli all’attivazione di attivazioni è condiviso dalle imprese con relazioni e da quelle isolate (e da grandi e piccole): l’impedimento principale è di tipo legale e amministrativo (la buona notizia è che su questo il policy-maker può intervenire anche con effetti di b.p.)  Resistenze «interne», come il timore di perdere risorse o autonomia non sembrano ostacolare le soluzioni aggregative e collaborative.
  • 14. Le relazioni aiutano la competitività? - 1  In assenza di dati sulla performance, tre «indizi» basati sulle sole informazioni del censimento sembrano indicare di sì.  In primo luogo, sul piano degli orientamenti strategici, le imprese interconnesse: a. sono altrettanto impegnate a difendere la quota di mercato rispetto alle «isolate» (in misura pari quasi al 70%); b. attuano strategie più espansive, in termini di diversificazione produttiva e accesso a nuovi mercati; c. hanno una maggiore propensione ad attivare nuove relazioni (processo cumulativo, anche se in percentuali contenute)
  • 15. Le relazioni aiutano la competitività? - 2  In secondo luogo, la presenza di relazioni accompagna le imprese nell’operare su un mercato di riferimento più ampio  Le relazioni sembrano avere un ruolo anche nell’internazionalizzazione (soprattutto per le unità di minori dimensioni): la quota di imprese che opera sui mercati internazionali è sempre più elevata per le imprese interconnesse MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 16. Le relazioni aiutano la competitività? - 3  Infine, le relazioni si associano a una più frequente attività di innovazione: a. in tutte le classi dimensionali d’impresa (con una parziale compensazione del «gap» dimensionale) b. In tutti i macrosettori c. In tutte le forme di innovazione considerate (prodotto, processo, marketing, organizzazione) Quota di imprese innovatrici, per classe di addetti 80 Imprese senza relazioni Quota di imprese innovatrici, per macrosettore 80 Imprese con relazioni 70 Imprese senza relazioni 70 60 60 50 50 40 40 30 30 20 20 10 Imprese con relazioni 10 0 0 3-9 10-49 50-249 250 e oltre Industria in senso stretto Costruzioni Commercio Altri servizi MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 17. Una misura dell’intensità delle relazioni - 1 Il questionario consente di calcolare una misura sintetica dell’intensità delle relazioni sulla base di 3 indicatori elementari: 1. numero delle tipologie di relazioni – varietà degli strumenti  2. numero dei soggetti con cui si relaziona l’impresa – ampiezza del network 3. presenza interlocutori esteri (committenti, subfornitori, controparti) – estensione Numero di Numero di % di imprese con almeno relazioni interlocutori una relazione con l'estero Numero di Numero di % di imprese con almeno relazioni interlocutori una relazione con l'estero (sul totale delle imprese della classe con almeno una relazione) (sul totale delle imprese della classe con almeno una relazione) Valori medi Valori medi 3-9 1.8 13.6 16.5 Industria in senso stretto 1.9 16.3 31.6 10-49 2.0 16.7 25.7 Costruzioni 2.1 13.5 7.3 50-249 2.2 18.5 37.9 Commercio 1.8 15.0 24.6 250 e oltre 2.4 21.1 45.2 Altri servizi 1.8 13.0 12.6 Totale 1.9 14.4 19.2 Totale 1.9 14.4 19.2 La sintesi di questi indicatori (standardizzati), dà un «Indicatore di Connettività» (ICO), che assume valori tra 0 e 100 (media del sistema: 15,7) MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 18. Una misura dell’intensità delle relazioni - 2  La componente dimensionale conferma quanto visto nel caso della semplice presenza di relazioni: il grado medio di connettività aumenta all’aumentare della dimensione d’impresa  Cambia invece la mappatura settoriale delle relazioni… 29 Farmaceutica R&S Tabacco 24 Ag. viaggio Chimica Autoveicoli Gomma e plas. Bevande Comm. ingr. Estr.petr. Computer, elettron. Macchinari App. elettr. 19 Alloggio Ing. civile Finanza 14 Serv. veter. Arte, sport, intr . Costruzioni Ristorazione Att. leg. e cont. Sanità Att. immob. Serv. edif . e paes. Ass. soc. res. 9 Estr. min met. MILANO 28 NOVEMBRE 2013 4 30 40 50 60 70 80 90 100
  • 19. Una misura dell’intensità delle relazioni - 3  …e cambia anche la mappatura territoriale: Presenza di relazioni (% di imprese interconnesse) Intensità delle relazioni (media ICO) MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 20. Una misura dell’intensità delle relazioni - 4  Se avere relazioni porta a strategie più competitive, è meglio che le relazioni siano intense (Connettività alta = superiore alla mediana). Due indizi: 1. La quota di imprese innovatrici aumenta al crescere del grado di intensità delle relazioni per le micro e le piccole (ma per medie e grandi occorre alta intensità per «fare il salto» rispetto alle isolate) MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 21. Una misura dell’intensità delle relazioni - 5 2. Una connettività più elevata si associa a strategie più espansive come accesso a nuovi mercati, ampliamento gamma prodotti, ecc. (con lo stesso caveat per medie e grandi… … e a una minore sofferenza competitiva (tutela quota di mercato e downsizing) MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 22. L’articolazione delle relazioni: i «profili relazionali» - 1  Una procedura di clustering a classi latenti ripartisce le imprese in 5 «profili relazionali» basati su: ricorso alle forme di relazioni; numero delle relazioni; numero di controparti; presenza di relazioni con controparti estere % imprese nel cluster Connesse In filiera Connesse a bassa intensità Filiera a bassa intensità Isolate 15.2 21.3 11.2 15.6 36.7 addetti medi Regione prevalente N° medio di relazioni Cos truzioni Tras porti Terres tri Com m ercio all'ingros s o Software e cons ul. inform atica Cos truzioni Metalli Macchinari Com m ercio all'ingros s o Legno Mobili EmiliaRom agna Lazio Tos cana Veneto 3.1 22.6 25.7 Lom bardia Veneto Piem onte EmiliaRom agna 2.0 17.6 17.9 12.6 Com m ercio al dettaglio Com m ercio all'ingros s o Ris torazione Macchinari Metallo Piem onte EmiliaRom agna Marche 1.0 12.0 10.1 10.2 Cos truzioni Altri s ervizi alla pers ona Tras porti Terres tri Sicilia Bas ilicata Cam pania Lazio 1.1 3.8 6.8 7.6 Ris torazione Attività legali e contabili Com m ercio al dettaglio Sanità Cam pania Bas ilicata Lazio 24.8 12.5 N° medio di controparti Intensità media delle relazioni Settore prevalente (Nace 2) MILANO 28 NOVEMBRE 2013 0.0 0.0 0.0
  • 23. I «profili relazionali» - 2  Le imprese «In filiera» (1/5 del totale, 1/3 delle interconnesse) non attivano accordi ma ricorrono intensamente a relazioni di commessa e subfornitura (Verde scuro: molto alto; Verde: alto; Verde chiaro: medio-alto; Arancio: medio; Rosa: mediobasso; Rosso: basso) Commessa Subfornitura Accordi formali Accordi informali Commesse Subfornitura con con l'estero l'estero Accordi con l'estero Connesse 83.7 68.9 51.3 50.5 13.1 11.4 20.5 In filiera 98.0 94.6 0.0 0.0 14.3 17.0 0.0 Connesse a bassa intensità 56.9 13.8 2.9 5.3 8.9 2.1 5.3 In filiera a bassa intensità 44.6 23.5 16.6 10.4 3.4 1.4 2.2 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 Isolate
  • 24. I «profili relazionali» - 3  Le imprese che presentano i profili relazionali più articolati e intensi adottano strategie dal maggiore potenziale competitivo. MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 25. Conclusioni  Il sistema produttivo italiano è attraversato da una fitta rete di relazioni tra imprese, al di là dei rapporti distrettuali e di gruppo.  Presenza, intensità e articolazione delle relazioni contribuiscono a modellare strategie dal diverso potenziale in termini di competitività.  I legami produttivi tra le imprese caratterizzano l’intero territorio nazionale, ma emergono differenze significative quando si considerino l’intensità e l’articolazione, più che la frequenza, delle relazioni tra imprese  Sulla base delle sole informazioni censuarie, si ottengono indicazioni di un possibile ruolo «propulsore» delle relazioni tra imprese, almeno in termini di propensione a innovazione e internazionalizzazione, soprattutto per le imprese di minore dimensione (e in particolare per le piccole e medie imprese di alcuni settori manifatturieri del centro-nord) MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 27. Le relazioni aiutano la competitività? - 4  Le imprese interconnesse usano più leve competitive, indipendentemente dalla dimensione  Le relazioni consentono alle micro e piccole imprese di allentare la leva competitiva basata sulla localizzazione 100 90 3 - 9 addetti 80 10 - 49 addetti 80 70 60 Isolate 60 Isolate 50 Interconnesse Interconnesse 40 40 30 20 20 10 0 0 Qualità Prezzo Fless. Prod. Diversificazione Inn. Prod. Loc. impresa Est. rete distr. Qualità Prezzo Fless. Prod. Diversificazione Inn. Prod. Loc. impresa Est. rete distr. 90 90 50 - 249 addetti 80 250 addetti e oltre 80 70 70 60 60 50 50 Isolate Interconnesse 40 Isolate Interconnesse 40 30 30 20 20 10 10 0 0 Qualità Prezzo Fless. Prod. Diversificazione Inn. Prod. Loc. impresa Est. rete distr. Qualità Prezzo Fless. Prod. Diversificazione Inn. Prod. Loc. impresa Est. rete distr. MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 28. I «profili relazionali» - 3  Le imprese che presentano i profili relazionali più articolati e intensi adottano strategie dal maggiore potenziale competitivo. Top = attive all'estero, innovatrici, che accedono a nuovi mercati Bottom = domestiche, non innovatrici, che ridimensionano l'attività MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 29. Le relazioni aiutano la competitività? - 5  Le relazioni si associano a una maggiore frequenza di imprese innovatrici e operanti all’estero, indipendentemente dall’appartenenza a un gruppo MILANO 28 NOVEMBRE 2013
  • 30. La procedura di clustering - 1 Modello a classi latenti. Tecnica model based cluster con stime di max verosimiglianza Obiettivo: Individuare sottopopolazioni non osservate (latenti) di unità con caratteristiche simili. L’appartenenza delle unità statistiche alle sottopolazioni non è osservata, ma dedotta dai dati. … k yp y1, …, yP: indicatori osservati per l’unità statistica i K: variabile latente categorica, le cui classi k rappresentano le sottopopolazioni latenti di unità presenti nella popolazione di riferimento … yP Riferimenti Vermunt, J. K. (2007), `Multilevel mixture item response theory models: an application in education testing', ISI 2007 Proceedings. Skrondal, A. and Rabe-Hesketh, S. (2004), Generalized latent variable modeling: multilevel, longitudinal, and structural equation models, Chapman and Hall/CRC, Boca Raton, FL.
  • 31. La procedura di clustering - 2 MILANO 28 NOVEMBRE 2013