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La TECNOLOGIA: un’area culturale e formativa
continua, dall’infanzia all’adolescenza
Gabriele Righetto
Segr. Gen. del Centro d’Ateneo
di Ecologia Umana – Università di Padova
righetto.g@libero.it
Riscoprire un valore formativo e culturale forte
Quanti si occupano direttamente di Tecnologia non hanno
bisogno di essere convinti sull’importanza della Tecnologia come
forma culturale formativa.
Si deve invece partire da un dato di realismo se ci si riferisce
all’opinione pubblica, anche quella considerata colta:
mediamente la Tecnologia conosce una profonda
sottovalutazione o un immotivato misconoscimento nel mondo
della scuola in genere e anche nel contesto culturale complessivo.
E’ di consueto difficile che nella nostra società un tecnologo
venga considerato un intellettuale, mentre nessuno mette in
dubbio che uno scienziato, uno scrittore o un artista siano degli
intellettuali.
Difendere il valore culturale della Tecnologia significa allora
andar contro e mettere in discussione degli stereotipi valoriali
ancora consolidati e potenti presenti nella nostra società.
Di contro la nostra società è permeata di elementi tecnologici.
L’industria si regge su produzioni attivate da tecnologi, il mondo
culturale se vuol diffondere le sue attività e prodotti deve
esprimersi su supporti tecnologici. La stessa dimensione
ricreativa e dello spettacolo sarebbe impensabile senza il
sostegno della Tecnologia.
La natura profonda della società infoindustriale è collegata alle
molte forme della Tecnologia dell’informazione e della
trasformazione digitalizzata, digitofili o digitofobi che si sia.
Il villaggio globale esiste in quanto vi sono le tecnologie che lo
fanno pulsare e rendere operante in situ e on line.
La stessa dimensione biologica e il fronte nuovo della vita risente
drasticamente del versante tecnologico come espressione delle
tecnologie e l’etica si pone spesso come bioetica, perché è
un’etica che interessa la vita coinvolta nel rapporto con la
Tecnologia.
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La Tecnologia è protagonista nei fatti, ma non è protagonista
nella coscienza culturale affermata.
C’è qualcosa di profondamente inadeguato nelle dinamiche
culturali contemporanee se tutto questo accade.
Si deve rivendicare non il successo della Tecnologia nei percorsi
quotidiani, ma il suo successo nel palazzo e nel salotto buono,
anche perché siano prese le responsabilità che competono in bene
e in male.
Va detto e sostenuto forte che un tecnologo è un intellettuale e
produttore e manifestatore di una cultura propria.
Ma veniamo al nocciolo della questione che qui ci interessa,
perché l’analisi del ruolo sociale della Tecnologia ci porterebbe
lontano, su questioni importanti ed interessanti, ma in questo
contesto quello che va focalizzato è il rapporto tra Tecnologia e
Scuola.
Una costellazione di equivoci
La Tecnologia in questo contesto ha subito sempre gli effetti di
numerosi equivoci di fondo.
1- Un primo fondamentale equivoco poggia sulla
convinzione: la Tecnologia equivale a lavoro.
Ma questa è un’equivalenza sbagliata, perché tutte le attività sono
lavoro.
E’ lavoro quello di un musicista, è lavoro quello di un
programmatore, è lavoro quello di un commerciante, è lavoro
quello di un giornalista. Chiunque svolga un’attività, svolge un
lavoro e cioè in qualche contesto produce delle trasformazioni.
Pertanto la Tecnologia ha incorporato in sé la dimensione del
lavoro, ma non esaurisce la categoria del lavoro. E’
un’attribuzione indebita attribuire al tecnologo le responsabilità
della produzione del lavoro. E’ nel suo insieme che la società
attiva promuove il lavoro, con una gamma ampia di sfaccettature.
2 – Un equivoco ancora più grave consiste nel far corrispondere
la Tecnologia al lavoro manuale.
Non solo il mondo delle attività riguarda tutto il contesto sociale,
ma la Tecnologia, una volta superato il modello agrario
artigianale, da tempo non svolge le sue attività solo con mezzi
manuali diretti, anzi è stata provocatrice di forme molto
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diversificate di attività in cui la dimensione manuale diretta si
appoggia a sistemi intellettuali e strumentali sempre più variegati
e complessi.
Sono semmai attività collegate ad altre culture che si attardano a
manualità superate come l’uso di penne, matite, eloqui verbali,
scritture con gesso, stesure manoscritte di relazioni, ecc. Esempi
chiari di una manualità agrario-artigianale sopravvissuta, ma non
espressione dell’infosocietà dove invece la Tecnologia si colloca
in modo esplicito e non contraddittorio e dove declina non solo il
sapere, il saper essere e il saper fare, ma soprattutto il saper far
fare che è la più pregnante dimensione operativa del
contemporaneo.
Ridurre l’operatività tecnologica alla manualità diretta significa
tradire la natura evoluta dei processi tecnologici che si
manifestano in ben altre dimensioni, senza per questo svalutare la
manualità quando efficacemente e razionalmente espressa nei
contesti e situazioni opportune.
3- Un terzo equivoco sostiene che le persone
intellettualmente più dotate devono ricevere una formazione
lontana dall’utilitarismo tecnologico.
Questo equivoco è più sottile, perché attribuisce ad altre forme
culturali l’eccellenza e il disinteresse, mentre la Tecnologia
sarebbe una forma culturale (se culturale è) di grado inferiore.
In realtà le altre forme culturali sono state specifiche delle classi
dominanti in altre epoche e la detenzione di forme culturali di
stampo giuridico, letterario e scientifico-astratto erano utili e
funzionali ad avere posizioni di dirigenza in società per lo più
agrario-artigianali nelle quali la manualità era esclusiva delle
classi subalterne se non addirittura in condizione di schiavitù.
L’industriale e l’infoindustriale hanno invece posto nuovi
problemi di eccellenza e di modelli culturali che vanno ad
integrarsi con quelli precedenti.
Pertanto le persone che vogliano e possano avere una formazione
più completa ed evoluta non sono quelle che perseguono una
formazione settoriale, ma una formazione complessa ed articolata
con compresenza di componenti umanistiche, scientifiche e
tecnologiche.
Formazione unitaria ed integrata che deve da un lato cogliere la
specificità e la distinzione delle forme culturali umanistiche,
scientifiche e tecnologiche dotate tutte di una loro autonomia, ma
anche dall’altro lato deve favorire una visione ed operatività
interrelate dei diversi saperi e operatività.
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Una persona evoluta che non abbia ricevuto una formazione
tecnologica è pertanto una persona gravemente incompleta.
Una cultura integrale non può insomma prescindere dalla
componente chiara di tipo tecnologico, come non può
prescindere dalla componente umanistica e scientifica.
Questo è un processo formativo ed educativo assai complesso
che richiede la formazione di persone equilibrate.
Una visione integrata della formazione delle persone comporta
che non si possa cominciare la formazione tecnologica, dopo le
altre manifestazioni di formazione.
Insomma è impensabile che l’educazione umanistica e scientifica
debbano essere pienamente legittimate fin dai primi livelli di
scolarizzazione, mentre quella tecnologica dovrebbe avvenire più
tardi e cioè a ridosso delle età in cui ci si appressa ad entrare nel
mondo del lavoro.
4- Questa idea scissa della cultura integrata è la conseguenza
di un quarto equivoco connesso con l’affermazione che la
Tecnologia sia un complesso di conoscenze e competenze
funzionali al lavoro e non espressione di una modalità culturale
ed esistenziale con cui ci si pone nei confronti del mondo. La
Tecnologia sostiene anche atteggiamenti non solo osservativi o
contemplativi o sensibili a fare indagine introspettiva, ma nei
confronti del mondo si pone pure in termini di atteggiamento
progettuale, immaginativo e trasformativo, ossia in un
atteggiamento attivo di relazione per quanto riguarda la
dimensione umana e come per quella naturale.
Tutto ciò non è solo lavoro, ma è più in generale progetto di vita.
Se la Tecnologia ha tale connotazione, allora va introdotta
precocemente e quindi fin dai primi passi della scuola di base e
possibilmente con delle sensibilizzazioni già a livello di scuola
materna.
Una formazione precoce, non dilazionata
- Gradualità -
La Tecnologia riguarda il processo formativo unitario e non vi è
nessuna giustificazione per rinviare la formazione. Quindi la
Tecnologia è un sapere da collocare fin dai primi cicli formativi.
Questa opzione non ha senso se non viene correlata con altri
fondamentali principi formativi di cui uno irrinunciabile è quello
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della gradualità in rispetto delle caratteristiche dell’età
evolutiva.
Insomma non è pensabile che a sedici anni ci si formi alla
Tecnologia nello stesso modo con cui si interagisce a sei.
- Contestualizzazione sociostorica e infoindustriale-
Certamente un contributo molto forte può venire dagli psicologi e
dagli psicopedagogisti che sono in grado di segnalare delle
opportunità specifiche per ogni età.
Ma qui purtroppo emerge un altro equivoco: l’assetto evolutivo
delle varie età non è astratto, nel senso che le abilità e le
competenze cognitive ed operative non sono astratte, ma sono
relative a fatti concreti e risentono del contesto sociostorico in
cui l’indagine è effettuata.
Il concetto di età evolutiva è diverso in una società di tipo
premoderno o di tipo industriale.
Il soggetto in contesto infoindustriale si evolve secondo modalità
che non ricalcano piattamente le tappe rivolte ad un’adultità
agrario-artigianale o industriale, nelle quali l’idea di infanzia e
di adolescenza e ancor più di giovinezza non erano equiparabili
all’infanzia, adolescenza, giovinezza infoindustriali.
Questo aspetto della storicizzazione delle età evolutive è troppo
complesso e non lo posso approfondire in questo contesto, mi
limito allora ad un richiamo molto semplice: tutti coloro che
lavorano direttamente con i ragazzi di oggi, si trovano spesso a
ripetere dei luoghi comuni:
- i ragazzi di oggi non sono più quelli di una volta
- una volta erano in grado di partecipare e stare più attenti
- oggi sono distratti e superficiali
- però di fronte alle nuove tecnologie informatiche hanno
processi di apprendimento veloce, spesso sono più bravi di noi
- per gli aspetti tecnologici innovativi si scuotono dall’apatia e
riscoprono la motivazione
- sono più immaturi di una volta e maturano più lentamente
- la dinamica tra maschi e femmine è molto divaricata
- le famiglie sono spesso partecipi, ma hanno bassa capacità di
incidenza e autorevolezza
- il condizionamento dei mass media è molto alto
- si avverte l’esistenza di sistemi intuitivi di tipo diverso rispetto
al passato
- ecc.
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Questa non è un’analisi scientifica rigorosa (che dovremmo
aspettarci dagli specialisti e cioè psicologi dell’apprendimento e
socializzazione e dagli psicopedagogisti), è solo un insieme di
semplici constatazioni che molti fanno. E questo vuol dire una
cosa molto elementare: le età evolutive nell’infosocietà sono
diverse dalle età precedenti e la comparazione con le precedenti
non aiuta più che tanto a capire.
C’é bisogno di analisti delle età evolutive adeguati e aggiornati.
- Psicologi e psicopedagogisti a basso profilo
tecnologico -
E qui va detto forse un altro fatto sgradevole, ma sincero: la
formazione media degli psicologi e degli psicopedagogisti è nella
stragrande maggioranza di tipo umanistico e scientifico.
Pochissimi fra loro hanno un’autentica formazione tecnologica e
quindi è improbabile che siano in grado di dare suggerimenti in
ordine alla formazione tecnologica e alle fasi di apprendimento e
socializzazione ad essa relative. Dovrebbe esistere una
consuetudine di collaborazione in team con tecnologi, ma
questa non è una consuetudine diffusa, piuttosto è una
consuetudine rara e per pochi specialisti dell’apprendimento e
della socializzazione.
Fra questi pochi inoltre si insinua un equivoco specifico sulla
Tecnologia.
Poiché da una trentina d’anni la Tecnologia di punta è quella
digitale e la forma spettacolare della Tecnologia digitale è
rivelata dalla multimedialità, i pochi psicologi e psicopedagogisti
con formazione tecnologica che si occupano di apprendimento e
socializzazione tendono ad equiparare Tecnologia e
multimedialità oppure i più avvertiti equiparano Tecnologia con
Tecnologia dell’informazione.
Questa è però una concezione decisamente restrittiva della
Tecnologia perché il capitolo fondamentale della Tecnologia è
fatto dalle Tecnologie della trasformazione che producono non
solo artefatti immateriali, ma soprattutto artefatti materiali con un
preciso impatto ambientale.
Inoltre l’innovazione tecnologica non avviene più con il
baricentro sul digitale (che è stata l’espressione forte degli ultimi
decenni del Secolo Scorso). Il baricentro della Tecnologia del
Secolo Nuovo è posto sulle biotecnologie o meglio ancora
sull’interfaccia tra Biotecnologie e Tecnologie digitali con forte
enfasi per i processi di tipo CAD/CAM.
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I progettisti della formazione sono quindi in larga misura
inadeguati a fornire suggerimenti nell’ambito della formazione
tecnologica.
- Necessità di team complessi di progettisti della
formazione -
E’ di conseguenza ragionevole che nel progettare i nuovi cicli
della formazione italiana vengano coinvolti in un team di
lavoro i tecnologi a tutti gli effetti e quanti si sono occupati di
educazione tecnologica, non solo perché esperti di educazione,
ma perché anche aggiornati sulle questioni tecnologiche.
In questo senso i gruppi professionali e le associazioni
professionali degli insegnanti e dei Dirigenti scolastici devono
rivendicare un loro ruolo nella progettazione dei nuovi profili
formativi dall’infanzia all’adolescenza. Non perché i docenti e
dirigenti con competenze tecnologiche abbiano il possesso della
verità, ma perché hanno una porzione significativa di esperienza
da mettere insieme nel team complessivo di progettazione.
- Detecnologizzazione della scuola elementare -
Vi è un settore della scuola italiana dove la carenza di
formazione tecnologica è più profonda. E questo settore è la
scuola elementare.
Dispiace dire questo della scuola elementare, perché essa in Italia
ha sempre goduto a ragione di un’elevata tradizione e di un
qualificato profilo didattico con innovazione educativa. Però la
Tecnologia non ha avuto spazio in questa parte viva e vivace
della scuola.
Anche gli ultimi programmi, molto densi e ricchi di contenuti,
contengono un errore culturale di fondo: le poche cose di
Tecnologia che si dicono vengono intese come scienza applicata
o peggio ancora si pensa che la Tecnologia sia legata alla
strumentistica necessaria per realizzare le prove scientifiche
sperimentali.
L’idea che la Tecnologia abbia una sua autonomia, che abbia
propri specifici campi e oggetti (strumenti, arnesi, oggetti,
macchine, impianti, reti), esprima un’organizzazione sociale di
tipo tecnologico e che l’organizzazione stessa sia Tecnologia,
l’idea che la Tecnologia debba affrontare problemi di
sostenibilità ambientale, di sostenibilità socioculturale e che
anche gli artefatti tecnologici partecipino a problematiche di
etica, estetica ed economia: tutto questo sembra non aver spazio
di legittimità nell’ambito formativo.
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Allora è a livello di elementari che il grande cambiamento va
auspicato e promosso e le categorie professionali di insegnanti e
dirigenti scolastici devono trovare intese, sintonie, alleanze con le
organizzazioni ed enti locali per mettere a punto un progetto
comune e promuovere un progetto concordato e sostenuto con
vigore. Un progetto che inglobi in un progetto unitario la scuola
per l’infanzia e per l’adolescenza.
Un nuovo progetto formativo per tutta la scuola di Base
e dell’obbligo (con esplicita presenza della componente
tecnologica)
Gli insegnanti di educazione tecnica e gli insegnanti elementari
coinvolti nei moduli tecnico-scientifici, quanti insomma si
occupano della promozione della formazione tecnologica si
devono sentire impegnati ad elaborare un progetto che abbia un
suo andamento graduale e unitario dai bambini fino agli studenti
del biennio obbligatorio.
Certamente bisogna insistere sulla gradualità e sulle
caratteristiche di ogni età.
Ecco allora che all’infanzia non si può proporre una formazione
tecnologica che si incentri sugli aspetti astratti, procedurali,
algoritmici e simbolici che pur ci sono nella Tecnologia.
Ai bambini va offerta una Tecnologia del quotidiano,
cioè una Tecnologia conosciuta mediante gli oggetti tecnologici
che incontrano nella vita di ogni giorno, compresi i loro
giocattoli che sono portatori di un tasso tecnologico assai
significativo e presentano al loro interno l’occasione per
confrontarsi con un numero significativo di aspetti tecnologici,
da quelli artigianali a quelle meccanici, da quelli elettromeccanici
fino a quelli digitali.
I bambini sono utenti usuali di Tecnologia, ma sono per lo più
utenti inconsapevoli e talvolta selvaggi. Oppure sono utenti
intelligenti, ma che comprendono solo gli aspetti in superficie
della Tecnologia. Non colgono aspetti del funzionamento e
funzionalità interne della Tecnologia.
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I primi due cicli
I primi due cicli vanno pertanto incentrati
- sulla conoscenza e l’uso degli oggetti tecnologici primari
avviando in modo facilitato e semplice alla lettura e
considerazione consapevole della struttura, della funzione, del
significato sociale, della forma e delle conseguenze
nell’ambiente della presenza degli oggetti tecnologici.
E questo sarà compito da espletare soprattutto nel primo ciclo
Poi progressivamente ci si allargherà
dalla conoscenza del singolo oggetto tecnologico al contesto
-
in cui l’oggetto tecnologico opera, funziona, ha senso, si situa,
impatta, ecc.
Per questo soprattutto nel secondo ciclo si considereranno le
tecnologie operanti in luoghi:
- le tecnologie dentro gli edifici (intesi come grandi oggetti
tecnologici al cui interno stanno molti oggetti tecnologici
da usare, per lo più collegati ad impianti tecnologici)
- le tecnologie dentro contesti più ampi di un edificio
(isolati e zone territoriali circoscritte; questi oggetti ampi
in cui operano e funzionano insiemi di oggetti
tecnologici, si presentano sempre più come reti anche se
ancora prevalgono gli impianti)
E questo sarà compito soprattutto del secondo ciclo.
I cicli conclusivi della Scuola di Base
La Tecnologia successiva (ovviamente non sottovalutando mai
o non dimenticando l’importanza dell’educazione tecnologica
mediante gli oggetti tecnologici e i comportamenti sociali
(individuali e di gruppo ad essi collegati)
- mostrerà attenzione per la città (intesa come il più
grande oggetto artificiale in cui operano una complessità
interrelata di tecnologie) con l’obiettivo di giungere all’idea di
villaggio globale, ossia di contesto tecnologico mondializzato e
interrelato mediante reti materiali ed immateriali.
In questa fase verranno più esplicitamente affrontati aspetti di
organizzazione astratta e di visione generale di tipo tecnico-
scientifico, soprattutto per le correlazioni di sistema sul tipo di
rapporti tecnologici tra materia-energia-informazione.
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La formazione di questa fase dovrebbe tendere a fornire conoscenza e
competenza da utente evoluto e consapevole delle reti tecnologiche.
Tutto questo dovrebbe riguardare il terzo ciclo e la fase che prepara
a giungere al biennio delle superiori e la conclusione dell’obbligo
scolastico, ossia la formazione di base del cittadino.
Il Biennio della Superiore
Nel Biennio della Superiore e nella fase conclusiva dell’obbligo si
dovrebbe sviluppare il pensiero critico sulla Tecnologia offrendo
momenti formativi riguardanti:
- la valutazione di impatto ambientale degli artefatti tecnologici
- il concetto di sviluppo sostenibile
il problema della gestione energetica e le risposte tecnologiche
-
alla produzione ed erogazione di energia
il quadro sociale dei processi tecnologici [bisogni sociali –
-
progettazione – produzione – distribuzione – manutenzione –
gestione – restauro – ripristino – dismissione
(riciclo/smaltimento)]
le ecotecnologie o tecnologie riparative (acquedotti, depuratori,
-
termorecupero, abbattimento fumi, smaltimento, ripristino del
suolo, restauro, architettura del paesaggio)
questioni di etica e bioetica collegate all’uso e sviluppo della
-
Tecnologia
conoscenza delle principali tappe storiche dello sviluppo
-
tecnologico
elementi di design e di arti applicate come conoscenza culturale
-
ed estetica degli artefatti.
Questi dovrebbero essere i gangli formativi della Tecnologia insegnata
nel biennio. Elementi irrinunciabili per la formazione di base del
cittadino appartenente ad una società tecnologicamente avanzata. E’
anche l’impianto per sviluppare quella prima strutturazione della
personalità autonoma e critica che dovrebbe essere tipica
dell’adolescenza, con l’offerta inoltre di strumenti culturali e valoriali
per dar senso alla partecipazione alla vita sociale in modo
responsabile.
Certamente un quadro del genere richiede un grande impegno e
aggiornamento rivolto pure alla formazione dei docenti e dei Dirigenti
scolastici.
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Il Triennio delle Superiori
Il triennio successivo delle Superiori dovrebbe condurre ad una
formazione specialistica e quindi anche alla presenza di aree
disciplinari specialistiche in Tecnologia, con un orientamento che pur
non essendo del tutto professionalizzante consenta almeno una visione
di professionalità propedeutica.
E’ altamente auspicabile che vi siano uno o più indirizzi di triennio
chiaramente strutturati come Licei Tecnologici o Politecnici. In essi la
Tecnologia dovrebbe avere un posto significativo, ma anche negli altri
indirizzi (area umanistico-classica, scientifica, artistica e musicale)
non dovrebbe mancare l’area disciplinare Tecnologia, soprattutto
come approfondimento in termini culturali, sociali e d ambientali di
quegli aspetti che si sono indicati come nodi significativi per il
biennio.
Abbiamo di fronte impegni onerosi e non facili. Ma abbiamo anche la
positiva percezione che il nuovo orizzonte può portarci lontano
dall’aria stagnante e dalla condizione paludosa degli ultimi anni.
Occorre il coraggio dell’innovazione e della progettazione attuabile.
Non si deve essere progettisti solo di Tecnologia, ma anche di
condizioni nuove e favorevoli per le future generazioni.
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Allegato
Sono ora inserite alcune indicazioni più analitiche sulla proposta
di curricolo continuo per la Tecnologia dalla Scuola di Base alle
Superiori.
E’ solo uno spunto e una proposta per elaborare un progetto più
compiuto e più elaborato, tenendo conto delle variabili che
vengono da diversi contesti regionali e di maturazione sociale del
paese.
CONTINUITA’ del processo formativo
La Tecnologia è una forma di conoscenza; pertanto va prevista come componente
formativa in tutte le fasi scolastiche a partire dalla Scuola di Base secondo un principio
di Continuità, ossia Tecnologia lungo tutti i livelli formativi.
Non va affermato solo il principio di continuità, ma anche di Pervasività, ossia di
presenza non marginale della Tecnologia in tutti gli indirizzi specialistici con una
caratterizzazione differenziata negli indirizzi secondo l’asse culturale preminente in ogni
indirizzo stesso.
La Scuola di base comunque non va considerata secondo una modesta offerta di
formazione tecnologica.
La formazione essenziale in Tecnologia deve mettere in grado di essere utenti
consapevoli, intelligenti, informati e responsabili.
I bambini dei primi cicli della Scuola di Base è bene siano educati a leggere, valutare e
usare la Tecnologia soprattutto attraverso gli oggetti tecnologici di uso quotidiano.
Il rapporto formativo iniziale con la Tecnologia va espresso in relazione ad oggetti
tecnologici primari che i bambini incontrano nella loro vita di tutti i giorni:
di tipo tradizionale (tavoli, sedie, contenitori, arnesi manuali, arredo); di tipo
meccanico, dotati di ingranaggi e meccanismi (orologi, serrature, arnesi a
dinamismo manuale o mossi da forza muscolare umana o animale, meccanismi
azionati da ruote idrauliche, eoliche o con rotanti sospinti da contrappesi); dotati di
motore a combustione interna (macchine con motore, auto, treni, battelli a motore,
navi, aerei, elicotteri, ecc.); di tipo elettromeccanico (es. elettrodomestici e macchine
con motore elettrico); di tipo elettrochimico (oggetti con pellicola, macchine
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fotografiche, cineprese, videocamere, macchine a reagenti chimici, ecc.); di tipo
elettromagnetico con trasmissione a distanza (telefono, radio, televisore, satelliti,
ecc.); di tipo elettronico con presenza di microchip e circuiti integrati (hi-fi, walkman,
computer, cellulare, agende elettroniche, ecc.); oggetti edilizi con impiantistica che
assembli tutte le tipologie di Tecnologia (dall’abitazione al grattacielo)
La Tecnologia per la formazione di base va dapprima contestualizzata nelle abitazioni ed
edifici come luoghi tecnologici primari, ossia in ambiti ristretti.
Poi, progressivamente, la Tecnologia può essere indagata per i suoi valori ed azioni su
contesti più estesi
(insediamenti, città, territori).
In questa logica per successione progressiva, l’indagine e il lavoro formativo nella scuola
primaria possono orientarsi al ruolo tecnologico espresso da attività e produzioni per
trattare materia –energia – informazione.
Verranno allora considerate :
* le reti tecnologiche energetiche (centrali elettriche,
elettrodotti, trasformatori, alternatori, ecc.)
* le reti di materiali (aria –acqua –suolo):
* acquedotti, reti
* idriche e fognarie, depuratori ed
impiantistica di trasferimento
* metanodotti, oleodotti e reti di
distribuzione
* tecnologie delle catene del freddo
* tecnologie per il trattamento dei rifiuti
(smaltimento, discariche, inceneritori)
* tecnologie di rete per l’informazione (reti
telefoniche, radiofoniche, televisive, telematiche)
Nell’ultima fase della scuola di base la Tecnologia può essere orientata all’educazione per
il suo rapporto con il territorio.
E’ il momento in cui si può avviare al concetto e alla pratica della valutazione di impatto
ambientale.
Durante il percorso formativo della scuola primaria vanno comunque offerti elementi di
Progettazione e Design per oggetti, macchine ed impianti.
La Tecnologia, in tutti i bienni della Superiore, dovrebbe
svolgere un’approfondita funzione educativa per la promozione di utenti di Tecnologia
evoluti che perciò abbiano:
un quadro aggiornato dei processi tecnologici ( analisi dei bisogni
-
tecnologici, progettazione, produzione, distribuzione, gestione, manutenzione,
ripristino/restauro, dismissione)
elementi di filosofia per sviluppare strumenti di valutazione critica dei
-
contesti tecnologici, sociali e dei processi cognitivi
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una conoscenza e competenza per l’uso dei principali strumenti, oggetti,
-
macchine, impianti e reti ricorrenti nella vita sociale
luoghi territoriali organizzati
- conoscenza e valutazione dei
tecnologicamente (edifici, isolati, città, infrastrutture territoriali)
- cultura della sostenibilità socioambientale e della pianificazione del territorio
- cultura socioeconomica e tecnologie per la comunicazione (sistemi di
comunicazione con supporti tecnologici, Design,
- cultura valoriale ( rapporto tra Arte e Artefatti, Bioetica )
La Tecnologia nel triennio della Superiore
si esprimerà secondo una prospettiva di cultura tecnologica specialistica consona all’asse
culturale primario e proprio di ogni indirizzo di Liceo.
Ogni liceo organizzerà il proprio curricolo con scansioni tematico-disciplinari che
contengano
- una quota nazionale
- una quota locale
- una quota selezionata di arricchimento della scelta formativa.
Quota Nazionale
Fissa prevalentemente le tematiche fondamentali per offrire a tutti gli studenti una
cultura tecnologica comune e compartecipata:
- contenuti di base della presenza tecnologica ( oggetti, macchine, impianti e reti )
- concetti fondamentali di gestione tecnologica (sostenibilità,
valutazione di impatto ambientale)
Le aree disciplinari di riferimento saranno:
- TECNOLOGIA O CULTURA TECNOLOGICA
GENERALE
- DISEGNO E SISTEMI DI RAPPRESENTAZIONE
TECNOLOGICA
- DESIGN E ARTI APPLICATE
MULTIMEDIALITA’
-
Quota locale
Fissa prevalentemente i livelli e gli obiettivi di formazione legati a:
- le caratteristiche della cultura locale, soprattutto regionale
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- le tendenze ed orientamenti, i bisogni e le tradizioni del tessuto imprenditivo e
socioeconomico dell’area territoriale di riferimento dove operano le scuole
regionali;
- le necessità della tutela ambientale della regione e dei suoi ecosistemi ed
insediamenti (gestione tecnologica sostenibile, produzione, reperimento di
risorse, distribuzione degli artefatti, reperimento ed erogazione di energia, acqua;
trattamento dei fumi ed emissioni; mantenimento dell’integrità dei suoli; sistemi
di produzione e diffusione di informazioni; reperimento e distribuzione di materie
e materiali, tutela e/o produzione di forme di florafauna
Quota di arricchimento dell’offerta formativa
E’ relativa alla specificità del singolo liceo o licei consociati. Promuove competenze
tecnologiche molto particolari e settoriali per studenti e docenti. Incentiva forme
specifiche e mirate sui bisogni dell’utenza, soprattutto per:
- multimedialità funzionale alla specificità del liceo
- telematica ed Internet
- stages adatti alla connessione con aziende e interfacce culturali e gruppi
artigianali;
- esperienze applicate di CAD/CAM
- progetti di interscambi a distanza
- approcci ad esperienze di telelavoro, teleconferenze, lavori on line
- applicazioni di tecnologie per la tutela e il ripristino ambientale
16 aprile 00