SlideShare una empresa de Scribd logo
1 de 32
Giovanni M. Ruggiero
  Sandra Sassaroli
* Si suppone che la terapia cognitiva, nelle sue
 principali forme classiche e sui suoi disturbi
 bersaglio provilegiati, funzioni incrementando
 le facoltà critiche e le capacità di esame
 pragmatico e razionale della realtà esterna e
 dei propri stati d’animo nei pazienti




                   *
* Sebbene la ricerca in psicoterapia e cognitiva
 di terza ondata ci abbia fatto capire quanto sia
 difficile ridurre l„intero processo terapeutico al
 solo incremento delle capacità critiche e
 razionali, è pur vero che gli studi di efficacia a
 favore della terapia cognitiva ci suggeriscono
 che l‟analisi di realtà razionale comunque
 giochi un ruolo significativo nella terapia
 quantomeno di alcuni disturbi


      *
* Sarebbe veramente improbabile che la terapia
  cognitiva standard funzioni solo grazie a
  meccanismi totalmente altri rispetto a quelli
  previsti dalla teoria.
* Sarebbe tutto da sempre un gigantesco
  equivoco? E che dura da decenni? Questo
  significa supporre che Ellis e Beck non solo
  fossero teoreticamente ingenui (plausibile) ma
  del tutto cretini (meno plausibile). E noi con
  loro.


      *
*È semmai più plausibile sostenere
 che –almeno per alcuni disturbi
 bersaglio- il ruolo dei meccanismi di
 cambiamento razionalistico può
 essere talmente catalizzante da
 rendere quasi spontanea e
 involontaria l‟attivazione degli altri
 tipi di meccanismi
       *
* Tuttavia qual è il ruolo dello specifico intervento
  cognitivo in altri disturbi in cui l‟efficacia della
  terapia cognitiva appare meno o non sicura e
  dimostrata? Ad esempio l‟anoressia o i disturbi di
  personalità.
* In questi disturbi i pazienti non riescono a
  modificare i propri comportamenti dannosi e
  autolesionisti o a padroneggiare le proprie emozioni
  più dolorose anche dopo che il processo cognitivo è
  stato chiarito e sono state trovate in terapia delle
  possibili strategie mentali o comportamentali di
  gestione della sofferenza emotiva.



           *
* Si tratta del cosiddetto “paziente difficile”
  (Perris, McGorry, 1998).
* Questo tipo di paziente mostra un maggiore livello
  di attivazione emotiva, una minore capacità
  introspettiva di definire e comprendere i propri
  stati d'animo e una minore capacità di gestire
  attraverso l'autocontrollo consapevole, deliberato e
  ponderato la propria emotività e impulsività.
* È realistico sostenere che nelle terapie con il
  paziente cosiddetto “difficile” il meccanismo
  dell‟incremento razionale dell‟esame di realtà e
  degli stati interni sia del tutto assente?



      *
* Il problema del paziente difficile ha stimolato una serie di
 risposte teoriche e cliniche di tipo bottom up oppure di
 gestione metacognitiva (top top down?):
   * Skill training neo-comportamentale (Linehan)
   * Mindfulness (Kabat-Zinn, Linehan, Seagal)
   * Metacognizione (Wells, Dimaggio, Semerari)
   * Accettazione (Hayes)
   * Compassione (Gilbert)
   * Approfondimento degli schemi e loro radicamento nella
     storia evolutiva (Liotti, Young, Sassaroli, Lorenzini) o nel
     fondamento biologico (Liotti)
   * Tecniche di gestione non verbale della relazione
     (Liotti, Farina, Tarantino)



                *
* Nessun reinserimento per l‟intervento
 razionalista non metacognitivo?
* Una possibile strada parte dalla considerazione
 che il paziente difficile non è soltanto un
 paziente che sta peggio del paziente “facile”.
 È soprattutto un paziente che, rispetto agli
 altri, sembra meno capace di rispettare le
 regole implicite ed esplicite del contratto
 terapeutico.


        *
* In particolare sembra frequentemente sfuggirgli la
  prima regola, ovvero che la terapia è trattamento
  di problemi psicologici interiori e che il trattamento
  avviene esplorando e impegnandosi a cambiare i
  propri stati mentali.
* Per molti pazienti l‟esplorazione delle convinzioni
  distorte e dei propri stati mentali significa
  rinunciare a una serie di altre convinzioni sul
  proprio malessere, ovvero teorie naif sulla propria
  sofferenza, che spiegano i problemi psicologici in
  termini di responsabilità del mondo o degli altri.



        *
* Il paziente “difficile” porta in terapia domande di
 terapia non formulate in termini psicologici
   * Ce l‟hanno tutti con me (perché non va da un avvocato?)
   * Ho sempre mal di testa (perché non va dal neurologo?)
   * Mi si è ristretto lo stomaco (perché non va dal
     gastroenterologo?)
   * Sono tutti stupidi (perché non fonda un movimento
     culturale?)
   * Sono tutti cattivi (perché non fonda un movimento
     sociale, politico, religioso?)
   * È tutto sbagliato (perché non fa tutte le cose
     menzionate?)




           *
* Insomma il paziente difficile si presenta al
 clinico come se non fosse disposto a un
 alleanza curativa.
* È fondamentale rendersi conto che non sempre
 la presenza del paziente difficile in
 studio, seduto davanti allo psicoterapista, vuol
 dire che egli abbia la volontà o la capacità di
 costruire una alleanza di lavoro con il terapista




                               *
* Ma dov‟è la connessione con la teoria
 razionalista?
* Riflettiamo: il rifiuto di ragionare in termini di
 critica delle credenza ma la tendenza a
 difenderle (sono vere, sono giuste) ricorda
 qualcosa
* Ricorda le doverizzazioni di Ellis, i suoi “must”



         *
* Ovvero: il mondo o gli altri (o perfino me stesso)
  dovrebbero essere fatti o andare in una certa
  maniera ed è profondamente sbagliato o ingiusto
  che le cose non vadano così.
* Possiamo facilmente capire che è possibile che le
  doverizzazioni siano profondamente sentite dal
  paziente come valori personali che ne definiscono
  profondamente l‟identità.
* Di conseguenza, un concetto apparentemente
  superato come la doverizzazione finisce per aiutare
  a teorizzare un aspetto dei problemi di alleanza
  terapeutica con i pazienti difficili.


       *
* Possibili risposte:
  * Tecniche bottom down
  * Tecniche metacognitive top top down (Terzo
    centro – Dimaggio) o stop top down (Wells)
* Oppure ricordare al paziente il patto
 terapeutico cognitivo, ovvero il contratto:
 ricordare al paziente che la terapia cognitiva
 funziona accertando, disputando e
 ristrutturando le convinzioni distorte.


       *
* In un certo senso, si tratta di fare degli ABC
 sulla tendenza del paziente a non fare gli ABC
* Il continuo difendere le proprie credenze o
 svicolare diventa l‟A
* Ma non immediatamente. Proponiamo un
 percorso intergrato che chiamiamo LIBET (Life
 themes and plans Implications of Biases:
 Elicitation and Treatment)



                                          *
* Si parte con l‟ipotesi condivisa con il paziente
 che le convinzioni distorte non siano solo
 errori, equivoci, distorsioni cognitive, ma
 qualcosa di più, in termini evolutivi (tema di
 vita doloroso) (Liotti, Lorenzini, Sassaroli) e
 scopistici (piano di vita patologico)
 (Castelfranchi, Mancini, Paciolla).




              *
* Definiamo il tema di vita la rappresentazione di
 esperienze evolutivamente apprese che
 determinano stati mentali e relazionali percepiti
 come assolutamente intollerabili
 (Liotti, Lorenzini, Sassaroli)
  * Evento negativo
  * Valutazione di intollerabilità
* E quindi abbiamo fatto una connessione tra terapia
  cognitiva e raccolta di dati della storia evolutiva e
  di vita.
* È questo che, nel LIBET, chiamiamo il “tema di vita
  doloroso e intollerabile”


      *
* Successivamente il paziente tenta di costruire un
  progetto di vita che gli consenta la massima
  integrazione e realizzazione possibile nel mondo
  esterno, affettivo, sociale e fattivo, però senza mai
  passare per il luogo intollerabile, ovvero il “tema di
  vita”.
* In assenza di situazioni invalidanti, il piano, pur
  angusto, può funzionare anche per anni (o per
  intere vite!)
* È questo che, nel LIBET, chiamiamo il “piano di vita
  patologico e meta-controllante”


        *
* Per esempio:
  * un fobico sociale che non voglia mai passare
    attraverso il giudizio degli altri.
  * Un ossessivo che non debba mai passare per il
    rischio si contaminazione o di responsabilità.
* E così via.
* Il problema è che questo piano per definizione non
  può collimare con il piano di vita che gli propone la
  terapia
* Ecco che quindi lo stallo terapeutico non si presenta
  più come semplice distorsione



              *
* Confrontato con il suo tema e piano di vita, il paziente
  potrebbe sciogliersi e rientrare nel contratto
  terapeutico,
* Oppure potrebbe entrare in un‟escalation, una difesa
  a oltranza delle sue convinzioni distorte che finirebbe
  per minare l‟atmosfera di collaborazione e fiducia
* L‟atmosfera di tensione penosa e insoddisfazione, se
  non gestita cooperativamente (Liotti, Farina e
  Tarantino, 2012) può sfociare in una escalation finale
  di rottura in cui il paziente non solo sta difendendo le
  sue convinzioni distorte, ma le sta utilizzando per
  relazionarsi con la terapia e il terapeuta.


                                      *
* In questa escalation di rottura un narcisista, ad
  esempio, potrebbe utilizzare le sue convinzioni
  di disprezzo e svalutazione verso gli altri per
  svalutare la terapia o lo stesso terapeuta.
* Ma anche un ansioso più uso a produrre
  convinzioni auto-svalutative potrebbe provare
  la tentazione di spiegare lo stallo terapeutico
  esprimendo convinzioni auto-denigratorie.
* Un‟apparente assunzione di responsabilità che
  però sfocia in un ulteriore produzione di
  credenze negative


                                 *
* Osservazione: inavvertitamente, siamo partiti
 dalla doverizzazione di Ellis e abbiamo toccato
 temi metacognitivo-interpersonali, di contratto
 terapeutico e di rottura e riparazione
* La scarpa vecchia del razionalismo può ancora
 funzionare




              *
* Ma è possibile anche il movimento contrario:
  “In fondo, la discussione del contratto è un
  esposizione comportamentale in vivo alle
  proprie disfunzioni interpersonali” (un allievo
  di Kernberg durante la supervisione)
* Risposta di Yeomans (collaboratore di
  Kernberg): “vero, anche se io non userei quella
  terminologia”
* Kernberg trucemente taceva mentre Clarkin
  guardava altrove


                    *
* Il LIBET non è ancora protocollato in termini
 dettagliati, purtuttavia tende a delinearsi in una serie di fasi:
   * Individuazione di credenze e scopi standard
   * Se non risponde, oltre alle tecniche di terza ondata:
         *   Individuazione e discussione del tema (trovato ampliando le credenze e gli
             scopi degli ABC di Ellis)
         *   Individuazione del piano (trovato ampliando le doverizzazioni dell‟ABC di
             Ellis)
         *   Discussione della funzione adattiva del piano come gestione del tema
             doloroso e intollerabile e dei suoi aspetti evolutivi (dove l‟hai imparato?)
             (Sassaroli)
         *   Crisi del piano adattivo (rischio di rottura) e formulazione della domanda
             di terapia come ricerca di nuovi piani che contemplino anche le aree
             dolorose (riparazione)
         *   Analisi del piano patologico come agente di rottura del conratto
         *   Utilizzo e condivisione col paziente di mappe orientative di temi e piani di
             vita patologici




                  *
* Se rifiuta:
  * Alternare trattamento supportivo e ridiscussione
    periodica del contratto
  * Monitare l‟attivazione del piano patologico nella
    valutazione/soddisfazione della terapia e nella
    relazione con il terapeuta




                *
* Il LIBET propone tre situazioni terapeutiche di
 sviluppo e gestione del paziente “difficile” più
 radicate nella teoria standard della mente
 come architettura di scopi e credenze e che in
 qualche modo si propongono anche come
 possibile traduzione in termini cognitivi, anzi in
 termini cognitivi standard, di quattro concetti
 di gestione intepersonale del contratto
 terapeutico (e in senso lato di teoria
 psicodinamica)


            *
* Il luogo doloroso e intollerabile della propria esperienza
  mentale e relazionale (che in qualche modo recupera
  l‟attenzione psicodinamica alla storia evolutiva di vita);
* Una certa propensione di alcuni pazienti a difendere le
  proprie convinzioni distorte e perfino a identificarsi con
  esse, invece che metterle in discussione secondo le regole
  del colloquio cognitivo (concetto apparentato con quello di
  difesa psicodinamica e di contratto alla Kernberg);
* Einfine la possibilità che il paziente utilizzi le sue credenze
  distorte per gestire il suo giudizio sulla terapia e la sua
  relazione con il, terapeuta (e qui si ha una vera e propria
  versione cognitiva della cosiddetta relazione di transfert).




                *
*   Tema doloroso del pericolo, della paura e dell‟ansia, il cui il soggetto teme di essere vulnerabile, debole, fragile e non al sicuro;
    secondo la terminologia della teoria dell‟attaccamento può avere la percezione di non disporre di una base sicura; secondo la
    terminologia cognitivo-evoluzionista di non disporre di un territorio familiare di sicurezza; dal punto di vita cognitivo ha credenze
    di pericolosità del mondo, e a una livello più complesso e riflessivo di intollerabilità dell‟incertezza e del rischio, di bisogno di
    prevedere e conoscere (ma non controllare se non in termini di evitamento e non di controllo rituale ossessivo) gli scenari e le
    situazioni; metacognitivamente sono presenti credenza di incapacità di tollerare la paura stessa (paura della
    paura, metarimuginio), e relazionalmente possono essere presenti credenze di bisogno e necessità di vicinanza di figure
    rassicuranti fino alla dipendenza; questo tema si collega soprattutto ai disturbi di panico, d‟ansia, ed è un ingrediente del
    disturbo di personalità dipendente;
*   Tema doloroso della deprivazione affettiva ed emotiva, dell‟insicurezza emotiva e relazionale e del rifiuto affettivo e
    dell‟abbandono, ma anche dell‟impotenza e dell‟indegnità, in cui il soggetto teme di essere non amato, privo di calore
    relazionale; cognitivamente possono essere presenti credenze d‟indegnità, inutilità, incapacità d‟investimento pratico e affettivo
    relazionale umano; metacognitivamente sono presenti ruminazioni depressive; questo tema si collega soprattutto ai disturbi
    dell‟umore, ed è un ingrediente del disturbo di personalità evitante;
*   Tema doloroso del rispetto, dell‟immagine di sé, della vergogna, dell‟inferiorità, della sottomissione e dell‟emarginazione in
    cui il soggetto teme di essere oggetto di derisione, di carenza di assertività e autorevolezza, inferiore, socialmente incapace e
    poco amabile; questo tema si collega soprattutto alla fobia sociale, ai disturbi alimentari e ai disturbi di personalità paranoide e
    narcisistico
*   Tema doloroso della colpa, dell‟esclusione, dell‟auto-criticismo e del criticismo percepito e subito in cui il soggetto teme di
    essere colpevole, criticabile, si attribuisce sentimenti o intenzioni o azioni malevole e al di fuori della legge morale e sociale
    condivisa quindi a rischio di esclusione ed espulsione dal corpo sociale. Dal punto di vista relazionale si sente criticato e
    giudicato, mentre metacognitivamente è vittima di rimuginii autocolpevolizzanti; questo tema si collega soprattutto al disturbo
    ossessivo-compulsivo, al disturbo di personalità ossessivo-compulsivo e ai disturbi alimentari;
*   Tema doloroso di percezione di discontrollo impulsivo delle proprie reazioni, di dipendenza dalla gratificazione compensativa
    e dal desiderio. Si può suddividere in un sottotipo egosintonico di percezione di ogni stato autoregolativo come stato
    repressivo, controllante, punitivo e sostanzialmente intollerabile e in un sottotipo egodistonico di percezione terrorizzata di
    incapacità di esercitare controllo sui propri desideri e conseguente percezione terrifica degli stessi.




                                   *
*   Piano di vita evitante, prudenziale, fobico, ritirato, disinvestito, che persegue lo scopo negativo della
    sicurezza e della protezione dal pericolo e trascura ogni scopo di esplorazione e di curiosità per
    l‟ambiente; si può suddividere in un sottotipo ansioso prudenziale, un sottotipo depressivo ritirato ed
    evitante e infine un sottotipo paranoideo e diffidente
*   Piano di vita emotivamente e affettivamente dipendente, sottomissivo, autosacrificante e al tempo
    stesso sottilmente iperaccudente, che privilegia un legame di assoluto attaccamento, sicurezza
    emotiva, e perfetta stabilità emotiva e trascura lo scopo dell‟autonomia emotiva
*   Piano di vita controllante, focalizzato sulla prevenzione di ogni imprevisto, errore o mancanza
    attraverso lo stretto controllo razionalistico di pochi parametri e che trascura lo scopo e il valore
    aggiunto dell‟imprevisto e della perdita di controllo come opportunità di crescita e non solo come
    rischio.
*   Piano di vita grandioso, iperautonomo, sopraffacente, che aspira a una perfetta autonomia e
    soddisfazione di sé eventualmente attraverso la sottomissione, la sopraffazione e il disprezzo della altro
    e che trascura lo scopo della curiosità, della relazione, del rispetto e della cooperazione con l‟altro
*   Piano di vita impusivo, desiderante, che privilegia l‟intensità emozionale e che teme di non essere in
    grado di perseguire, che trascura o che addirittura rifugge come dannosi e inconvenienti gli scopi di
    autoregolazione emotiva e di regolazione etica e sociale delle relazioni.




                             *
*   Curare l‟aderenza ai protocolli
*   Porsi il problema di una formazione più fidelizzata e controllata dei
    terapeuti senza castrarne lo spirito critico e creativo
*   Pensare forme molto più formalizzate e protocollate di monitoraggio
    continuo e stretto di terapie e supervisioni
*   Pensare in termini di gruppi di lavoro altamente organizzati e loro
    gestione anche in termini imprenditoriali
*   Altrimenti si rimarrà in una condizione artigianale di terapie individuali
    poco formalizzate e poco controllate
*   Altrimenti la capacità di alcuni di questi terapeuti chiusi nel loro studiolo
    sposati con il loro paziente siano capaci d pubblicare internazionalmente
    rischia di essere l‟exploit da outsider
*   È solo un passare dal teorico solitario al ricercatore solitario
*   Men che mai è proponibile la figura del terapeuta che è scientifico perché
    legge tanti libri di filosofia della mente e della scienza
                                                                                    *
*   0:00 spiegazione ABC
*   1:00 propongo problema e lo ritengo l‟A espostami da paziente prima che iniziassi a registrare (non ancora A
    critico); mi parla un po‟ di pensieri di paure successive (mio figlio diventerà ansioso come me e mia madre)
*   1: 35 chiedo il C (cosa prova quando perde le staffe con suo figlio?) rabbia colpa, aggressività. Mi dice anche un
    comportamento chiaramente eccessivo: “non lo porto più al supermercato fare la spesa” Parla un po‟ lo lascio
    parlare siamo alla prima seduta
*   3.04 definisco più precisamente l‟A, collegandolo al supermercato
*   3:24 chiedo i B (non ancora irrazionali, ma generici: cosa ha pensato) prima dell‟urlaccio al supermercato, più
    specifico
*   3:26 mi dice il primo B: mio figlio non fa quello che dico
*   3.38 spiego, un po‟ affrettatamente, la doverizzazione e mostro le categorie di IB nel foglio di auto-aiuto ABC
*   4:00 propongo l‟IB di 3:26 in forma di doverizzazione
*   4:10 la accetta abbastanza convinto (non convintissimo)
*   4: 14 spiego la catastrofizzazione (catastrophzing) e la terribilizzazione (awfulizing) in forma di catena di eventi
    (che succede se…) ma non di significati terribili (qual è il problema se)
*   4:28 mi da un po‟ di eventi “catastrofici”
*   4.30 continuo a chiedere di catastrofizzare “e quindi…”
*   4:40 mi risponde qualcosa che completo come “sono responsabile”
*   4.49 continuo con la catena ma mi sposto sulla tollerabilità: “essere responsabili è intollerabile?”




             *

Más contenido relacionado

La actualidad más candente

Lezioni met
Lezioni metLezioni met
Lezioni met
imartini
 
5 pdm materiale di approfondimento
5 pdm materiale di approfondimento5 pdm materiale di approfondimento
5 pdm materiale di approfondimento
imartini
 
Ppt seminara
Ppt seminaraPpt seminara
Ppt seminara
imartini
 
Spdc - Gruppo “conversazione” nel Servizio Psichiatrico (Grosseto 23/10/14)
Spdc - Gruppo “conversazione” nel Servizio  Psichiatrico (Grosseto 23/10/14)Spdc - Gruppo “conversazione” nel Servizio  Psichiatrico (Grosseto 23/10/14)
Spdc - Gruppo “conversazione” nel Servizio Psichiatrico (Grosseto 23/10/14)
Raffaele Barone
 
La cultura e la pratica degli interventi di gruppo
La cultura e la pratica degli interventi di gruppoLa cultura e la pratica degli interventi di gruppo
La cultura e la pratica degli interventi di gruppo
Raffaele Barone
 
Borderline
BorderlineBorderline
Borderline
imartini
 
La Valutazione Della Capacità E Della Pericolosita’ Dellimmigrato Nella Fase ...
La Valutazione Della Capacità E Della Pericolosita’ Dellimmigrato Nella Fase ...La Valutazione Della Capacità E Della Pericolosita’ Dellimmigrato Nella Fase ...
La Valutazione Della Capacità E Della Pericolosita’ Dellimmigrato Nella Fase ...
Ambrogio Pennati
 
Il problema borderline
Il problema borderlineIl problema borderline
Il problema borderline
imartini
 

La actualidad más candente (14)

Indagine sulla supervisione indiretta
Indagine sulla supervisione indirettaIndagine sulla supervisione indiretta
Indagine sulla supervisione indiretta
 
Psicotarapia della Gestalt Espressiva
Psicotarapia della Gestalt EspressivaPsicotarapia della Gestalt Espressiva
Psicotarapia della Gestalt Espressiva
 
Lezioni met
Lezioni metLezioni met
Lezioni met
 
5 pdm materiale di approfondimento
5 pdm materiale di approfondimento5 pdm materiale di approfondimento
5 pdm materiale di approfondimento
 
Il lavoro sistemico relazionale con le psicosi
Il lavoro sistemico relazionale con le psicosiIl lavoro sistemico relazionale con le psicosi
Il lavoro sistemico relazionale con le psicosi
 
Ppt seminara
Ppt seminaraPpt seminara
Ppt seminara
 
Spdc - Gruppo “conversazione” nel Servizio Psichiatrico (Grosseto 23/10/14)
Spdc - Gruppo “conversazione” nel Servizio  Psichiatrico (Grosseto 23/10/14)Spdc - Gruppo “conversazione” nel Servizio  Psichiatrico (Grosseto 23/10/14)
Spdc - Gruppo “conversazione” nel Servizio Psichiatrico (Grosseto 23/10/14)
 
Il linguaggio del corpo n
Il linguaggio del corpo nIl linguaggio del corpo n
Il linguaggio del corpo n
 
La cultura e la pratica degli interventi di gruppo
La cultura e la pratica degli interventi di gruppoLa cultura e la pratica degli interventi di gruppo
La cultura e la pratica degli interventi di gruppo
 
Borderline
BorderlineBorderline
Borderline
 
Progetto Sportello Unico Disabilità - 2b - La disabilità intellettiva come ra...
Progetto Sportello Unico Disabilità - 2b - La disabilità intellettiva come ra...Progetto Sportello Unico Disabilità - 2b - La disabilità intellettiva come ra...
Progetto Sportello Unico Disabilità - 2b - La disabilità intellettiva come ra...
 
Master psicom 27 02 definitivo
Master psicom 27 02  definitivoMaster psicom 27 02  definitivo
Master psicom 27 02 definitivo
 
La Valutazione Della Capacità E Della Pericolosita’ Dellimmigrato Nella Fase ...
La Valutazione Della Capacità E Della Pericolosita’ Dellimmigrato Nella Fase ...La Valutazione Della Capacità E Della Pericolosita’ Dellimmigrato Nella Fase ...
La Valutazione Della Capacità E Della Pericolosita’ Dellimmigrato Nella Fase ...
 
Il problema borderline
Il problema borderlineIl problema borderline
Il problema borderline
 

Destacado

Plant tissue culture
Plant tissue culturePlant tissue culture
Plant tissue culture
Lokhith Kumar
 

Destacado (15)

Stress, burnout e relative conseguenze: una ricerca nelle fabbriche - Forum d...
Stress, burnout e relative conseguenze: una ricerca nelle fabbriche - Forum d...Stress, burnout e relative conseguenze: una ricerca nelle fabbriche - Forum d...
Stress, burnout e relative conseguenze: una ricerca nelle fabbriche - Forum d...
 
Hairy root culture
Hairy root cultureHairy root culture
Hairy root culture
 
Hairy root cell culture
Hairy root cell cultureHairy root cell culture
Hairy root cell culture
 
Secondary metabolites (1)
Secondary metabolites (1)Secondary metabolites (1)
Secondary metabolites (1)
 
Secondary metabolites
Secondary metabolitesSecondary metabolites
Secondary metabolites
 
Callus culture ppt
Callus culture pptCallus culture ppt
Callus culture ppt
 
Plant tissue culture.rrrr sssss
Plant tissue culture.rrrr sssssPlant tissue culture.rrrr sssss
Plant tissue culture.rrrr sssss
 
Secondary metabolite production
Secondary metabolite productionSecondary metabolite production
Secondary metabolite production
 
Isolation and Screening of Secondary Metabolites
Isolation and Screening of Secondary MetabolitesIsolation and Screening of Secondary Metabolites
Isolation and Screening of Secondary Metabolites
 
Secondary Metabolites from Plants
Secondary Metabolites from Plants Secondary Metabolites from Plants
Secondary Metabolites from Plants
 
Plant tissue culture
Plant tissue culturePlant tissue culture
Plant tissue culture
 
Production of secondary metabolites
Production of secondary metabolitesProduction of secondary metabolites
Production of secondary metabolites
 
Secondary metabolites
Secondary metabolitesSecondary metabolites
Secondary metabolites
 
Plant Tissue Culture, Methods and Applications
Plant Tissue Culture, Methods and ApplicationsPlant Tissue Culture, Methods and Applications
Plant Tissue Culture, Methods and Applications
 
Plant tissue culture
Plant tissue culturePlant tissue culture
Plant tissue culture
 

Similar a Dall’intervento cognitivo standard sulle credenze all’elicitazione dei temi e piani di vita - (LIBET : Life themes and plans Implications of Biases: Elicitation and Treatment)

2 dispense-rogers
2 dispense-rogers2 dispense-rogers
2 dispense-rogers
imartini
 
2 dispense-rogers
2 dispense-rogers2 dispense-rogers
2 dispense-rogers
imartini
 
Psicoterapia multimodale delle psicosi e psicoterapia nei contesti
Psicoterapia multimodale delle psicosi e psicoterapia nei contestiPsicoterapia multimodale delle psicosi e psicoterapia nei contesti
Psicoterapia multimodale delle psicosi e psicoterapia nei contesti
Raffaele Barone
 
Secondo Giacobbi - Il Paziente Anziano Tra Ricerca di Senso e Ri-narrazione d...
Secondo Giacobbi - Il Paziente Anziano Tra Ricerca di Senso e Ri-narrazione d...Secondo Giacobbi - Il Paziente Anziano Tra Ricerca di Senso e Ri-narrazione d...
Secondo Giacobbi - Il Paziente Anziano Tra Ricerca di Senso e Ri-narrazione d...
IstitutoMinotauro
 
Varie forme di psicoterapia di gruppo nelle istituzioni (powerpoint)
Varie forme di psicoterapia di gruppo nelle istituzioni (powerpoint)Varie forme di psicoterapia di gruppo nelle istituzioni (powerpoint)
Varie forme di psicoterapia di gruppo nelle istituzioni (powerpoint)
Francesco Checco
 
Franco Giori - Fattori Terapeutici Nei Giovani Adulti
Franco Giori - Fattori Terapeutici Nei Giovani AdultiFranco Giori - Fattori Terapeutici Nei Giovani Adulti
Franco Giori - Fattori Terapeutici Nei Giovani Adulti
IstitutoMinotauro
 

Similar a Dall’intervento cognitivo standard sulle credenze all’elicitazione dei temi e piani di vita - (LIBET : Life themes and plans Implications of Biases: Elicitation and Treatment) (20)

La Floriterapia di Bach: uno strumento per lo psicologo
La Floriterapia di Bach: uno strumento per lo psicologoLa Floriterapia di Bach: uno strumento per lo psicologo
La Floriterapia di Bach: uno strumento per lo psicologo
 
Lezione Magistrale - Dott.ssa Sandra Sassaroli LIBET nello sviluppo personale...
Lezione Magistrale - Dott.ssa Sandra Sassaroli LIBET nello sviluppo personale...Lezione Magistrale - Dott.ssa Sandra Sassaroli LIBET nello sviluppo personale...
Lezione Magistrale - Dott.ssa Sandra Sassaroli LIBET nello sviluppo personale...
 
2 dispense-rogers
2 dispense-rogers2 dispense-rogers
2 dispense-rogers
 
2 dispense-rogers
2 dispense-rogers2 dispense-rogers
2 dispense-rogers
 
Terapia sistemica individuale(w&e) def
Terapia sistemica individuale(w&e) defTerapia sistemica individuale(w&e) def
Terapia sistemica individuale(w&e) def
 
Firenze neuroscienze n.2
Firenze neuroscienze n.2Firenze neuroscienze n.2
Firenze neuroscienze n.2
 
Panoramica della materia - Olismologia: la Disciplina della Sintesi | 19 nove...
Panoramica della materia - Olismologia: la Disciplina della Sintesi | 19 nove...Panoramica della materia - Olismologia: la Disciplina della Sintesi | 19 nove...
Panoramica della materia - Olismologia: la Disciplina della Sintesi | 19 nove...
 
Crisi lavoro psicopatologia mobbing - a cura di Rosalba Gerli
Crisi lavoro psicopatologia mobbing - a cura di Rosalba GerliCrisi lavoro psicopatologia mobbing - a cura di Rosalba Gerli
Crisi lavoro psicopatologia mobbing - a cura di Rosalba Gerli
 
Psicoterapia multimodale delle psicosi e psicoterapia nei contesti
Psicoterapia multimodale delle psicosi e psicoterapia nei contestiPsicoterapia multimodale delle psicosi e psicoterapia nei contesti
Psicoterapia multimodale delle psicosi e psicoterapia nei contesti
 
Ma io seguivo le linee guida! (Massimo Tombesi)
Ma io seguivo le linee guida! (Massimo Tombesi)Ma io seguivo le linee guida! (Massimo Tombesi)
Ma io seguivo le linee guida! (Massimo Tombesi)
 
Secondo Giacobbi - Il Paziente Anziano Tra Ricerca di Senso e Ri-narrazione d...
Secondo Giacobbi - Il Paziente Anziano Tra Ricerca di Senso e Ri-narrazione d...Secondo Giacobbi - Il Paziente Anziano Tra Ricerca di Senso e Ri-narrazione d...
Secondo Giacobbi - Il Paziente Anziano Tra Ricerca di Senso e Ri-narrazione d...
 
Il famigliare e l'azione terapeutica
Il famigliare e l'azione terapeuticaIl famigliare e l'azione terapeutica
Il famigliare e l'azione terapeutica
 
Varie forme di psicoterapia di gruppo nelle istituzioni (powerpoint)
Varie forme di psicoterapia di gruppo nelle istituzioni (powerpoint)Varie forme di psicoterapia di gruppo nelle istituzioni (powerpoint)
Varie forme di psicoterapia di gruppo nelle istituzioni (powerpoint)
 
Gli ambulatori per problemi: cosa cambia per i pazienti? (testo) (Sabrina Tam...
Gli ambulatori per problemi: cosa cambia per i pazienti? (testo) (Sabrina Tam...Gli ambulatori per problemi: cosa cambia per i pazienti? (testo) (Sabrina Tam...
Gli ambulatori per problemi: cosa cambia per i pazienti? (testo) (Sabrina Tam...
 
La psicosomatica, la psiconcologia e lecure palliative: il prendersi cura nel...
La psicosomatica, la psiconcologia e lecure palliative: il prendersi cura nel...La psicosomatica, la psiconcologia e lecure palliative: il prendersi cura nel...
La psicosomatica, la psiconcologia e lecure palliative: il prendersi cura nel...
 
1° Convegno di Olismologia - Intervento del Dr. Giovanni Bertanza
1° Convegno di Olismologia - Intervento del Dr. Giovanni Bertanza1° Convegno di Olismologia - Intervento del Dr. Giovanni Bertanza
1° Convegno di Olismologia - Intervento del Dr. Giovanni Bertanza
 
Franco Giori - Fattori Terapeutici Nei Giovani Adulti
Franco Giori - Fattori Terapeutici Nei Giovani AdultiFranco Giori - Fattori Terapeutici Nei Giovani Adulti
Franco Giori - Fattori Terapeutici Nei Giovani Adulti
 
Varie forme di psicoterapia di gruppo nelle istituzioni (powerpoint)
Varie forme di psicoterapia di gruppo nelle istituzioni (powerpoint)Varie forme di psicoterapia di gruppo nelle istituzioni (powerpoint)
Varie forme di psicoterapia di gruppo nelle istituzioni (powerpoint)
 
Ruolo specifico dell'Olismologia
Ruolo specifico dell'OlismologiaRuolo specifico dell'Olismologia
Ruolo specifico dell'Olismologia
 
Le prescizioni in terapia strategica evoluta
Le prescizioni in terapia strategica evolutaLe prescizioni in terapia strategica evoluta
Le prescizioni in terapia strategica evoluta
 

Más de State of Mind

Más de State of Mind (20)

Practicing REBT in Italy: cultural aspects. - Constructive, Emotive and Devel...
Practicing REBT in Italy: cultural aspects. - Constructive, Emotive and Devel...Practicing REBT in Italy: cultural aspects. - Constructive, Emotive and Devel...
Practicing REBT in Italy: cultural aspects. - Constructive, Emotive and Devel...
 
Terapia Metacognitiva per il Disturbo da Uso di Alcool: una serie di casi
Terapia Metacognitiva per il Disturbo da Uso di Alcool: una serie di casiTerapia Metacognitiva per il Disturbo da Uso di Alcool: una serie di casi
Terapia Metacognitiva per il Disturbo da Uso di Alcool: una serie di casi
 
Processi e relazioni in terapia cognitiva: sviluppo storico e scenari futuri
Processi e relazioni in terapia cognitiva: sviluppo storico e scenari futuriProcessi e relazioni in terapia cognitiva: sviluppo storico e scenari futuri
Processi e relazioni in terapia cognitiva: sviluppo storico e scenari futuri
 
Tecniche mind-body nella riabilitazione
Tecniche mind-body nella riabilitazioneTecniche mind-body nella riabilitazione
Tecniche mind-body nella riabilitazione
 
rTMS e applicazioni cliniche - Presentazione
rTMS e applicazioni cliniche - PresentazionerTMS e applicazioni cliniche - Presentazione
rTMS e applicazioni cliniche - Presentazione
 
La curiosità nella formazione in Psicoterapia - Congresso SITCC 2018
La curiosità nella formazione in Psicoterapia - Congresso SITCC 2018La curiosità nella formazione in Psicoterapia - Congresso SITCC 2018
La curiosità nella formazione in Psicoterapia - Congresso SITCC 2018
 
Mindfulness e mindful eating – Congresso SITCC 2018
Mindfulness e mindful eating – Congresso SITCC 2018Mindfulness e mindful eating – Congresso SITCC 2018
Mindfulness e mindful eating – Congresso SITCC 2018
 
La ruminazione rabbiosa è perseverante solo se la ritengo incontrollabile - C...
La ruminazione rabbiosa è perseverante solo se la ritengo incontrollabile - C...La ruminazione rabbiosa è perseverante solo se la ritengo incontrollabile - C...
La ruminazione rabbiosa è perseverante solo se la ritengo incontrollabile - C...
 
Il modello LIBET applicato alla coppia - SITCC 2018
Il modello LIBET applicato alla coppia - SITCC 2018Il modello LIBET applicato alla coppia - SITCC 2018
Il modello LIBET applicato alla coppia - SITCC 2018
 
Il paradigma teorico metacognitivo e i suoi sviluppi clinici - SITCC 2018
Il paradigma teorico metacognitivo e i suoi sviluppi clinici - SITCC 2018Il paradigma teorico metacognitivo e i suoi sviluppi clinici - SITCC 2018
Il paradigma teorico metacognitivo e i suoi sviluppi clinici - SITCC 2018
 
Terapia Metacognitiva per il Disturbo da Uso di Alcool - SITCC 2018
Terapia Metacognitiva per il Disturbo da Uso di Alcool - SITCC 2018Terapia Metacognitiva per il Disturbo da Uso di Alcool - SITCC 2018
Terapia Metacognitiva per il Disturbo da Uso di Alcool - SITCC 2018
 
Attività del progetto Psicologica - Congresso SITCC 2018
Attività del progetto Psicologica - Congresso SITCC 2018Attività del progetto Psicologica - Congresso SITCC 2018
Attività del progetto Psicologica - Congresso SITCC 2018
 
Traumi relazionali precoci multipli e dissociazione - Il contributo di Lorenz...
Traumi relazionali precoci multipli e dissociazione - Il contributo di Lorenz...Traumi relazionali precoci multipli e dissociazione - Il contributo di Lorenz...
Traumi relazionali precoci multipli e dissociazione - Il contributo di Lorenz...
 
Fattori predittivi impatto seduta allarmante sullo psicoterapeuta in formazione
Fattori predittivi impatto seduta allarmante sullo psicoterapeuta in formazioneFattori predittivi impatto seduta allarmante sullo psicoterapeuta in formazione
Fattori predittivi impatto seduta allarmante sullo psicoterapeuta in formazione
 
Modalità Competitive e Relazioni Interpersonali: Ipercompetitività e Bullismo...
Modalità Competitive e Relazioni Interpersonali: Ipercompetitività e Bullismo...Modalità Competitive e Relazioni Interpersonali: Ipercompetitività e Bullismo...
Modalità Competitive e Relazioni Interpersonali: Ipercompetitività e Bullismo...
 
La dipendenza affettiva: i fattori predisponenti - Da Forum di Assisi 2015
La dipendenza affettiva: i fattori predisponenti - Da Forum di Assisi 2015La dipendenza affettiva: i fattori predisponenti - Da Forum di Assisi 2015
La dipendenza affettiva: i fattori predisponenti - Da Forum di Assisi 2015
 
Metacognitive beliefs and Desire Thinking as Predictors of Craving and Alcoho...
Metacognitive beliefs and Desire Thinking as Predictors of Craving and Alcoho...Metacognitive beliefs and Desire Thinking as Predictors of Craving and Alcoho...
Metacognitive beliefs and Desire Thinking as Predictors of Craving and Alcoho...
 
Analisi del contenuto delle autocaratterizzazioni degli allievi in formazione
Analisi del contenuto delle autocaratterizzazioni degli allievi in formazioneAnalisi del contenuto delle autocaratterizzazioni degli allievi in formazione
Analisi del contenuto delle autocaratterizzazioni degli allievi in formazione
 
Shyness vs social anxiety disorder
Shyness vs social anxiety disorderShyness vs social anxiety disorder
Shyness vs social anxiety disorder
 
La metacognizione come predittore di ruminazione rabbiosa e esperienza di rab...
La metacognizione come predittore di ruminazione rabbiosa e esperienza di rab...La metacognizione come predittore di ruminazione rabbiosa e esperienza di rab...
La metacognizione come predittore di ruminazione rabbiosa e esperienza di rab...
 

Dall’intervento cognitivo standard sulle credenze all’elicitazione dei temi e piani di vita - (LIBET : Life themes and plans Implications of Biases: Elicitation and Treatment)

  • 1. Giovanni M. Ruggiero Sandra Sassaroli
  • 2. * Si suppone che la terapia cognitiva, nelle sue principali forme classiche e sui suoi disturbi bersaglio provilegiati, funzioni incrementando le facoltà critiche e le capacità di esame pragmatico e razionale della realtà esterna e dei propri stati d’animo nei pazienti *
  • 3. * Sebbene la ricerca in psicoterapia e cognitiva di terza ondata ci abbia fatto capire quanto sia difficile ridurre l„intero processo terapeutico al solo incremento delle capacità critiche e razionali, è pur vero che gli studi di efficacia a favore della terapia cognitiva ci suggeriscono che l‟analisi di realtà razionale comunque giochi un ruolo significativo nella terapia quantomeno di alcuni disturbi *
  • 4. * Sarebbe veramente improbabile che la terapia cognitiva standard funzioni solo grazie a meccanismi totalmente altri rispetto a quelli previsti dalla teoria. * Sarebbe tutto da sempre un gigantesco equivoco? E che dura da decenni? Questo significa supporre che Ellis e Beck non solo fossero teoreticamente ingenui (plausibile) ma del tutto cretini (meno plausibile). E noi con loro. *
  • 5. *È semmai più plausibile sostenere che –almeno per alcuni disturbi bersaglio- il ruolo dei meccanismi di cambiamento razionalistico può essere talmente catalizzante da rendere quasi spontanea e involontaria l‟attivazione degli altri tipi di meccanismi *
  • 6. * Tuttavia qual è il ruolo dello specifico intervento cognitivo in altri disturbi in cui l‟efficacia della terapia cognitiva appare meno o non sicura e dimostrata? Ad esempio l‟anoressia o i disturbi di personalità. * In questi disturbi i pazienti non riescono a modificare i propri comportamenti dannosi e autolesionisti o a padroneggiare le proprie emozioni più dolorose anche dopo che il processo cognitivo è stato chiarito e sono state trovate in terapia delle possibili strategie mentali o comportamentali di gestione della sofferenza emotiva. *
  • 7. * Si tratta del cosiddetto “paziente difficile” (Perris, McGorry, 1998). * Questo tipo di paziente mostra un maggiore livello di attivazione emotiva, una minore capacità introspettiva di definire e comprendere i propri stati d'animo e una minore capacità di gestire attraverso l'autocontrollo consapevole, deliberato e ponderato la propria emotività e impulsività. * È realistico sostenere che nelle terapie con il paziente cosiddetto “difficile” il meccanismo dell‟incremento razionale dell‟esame di realtà e degli stati interni sia del tutto assente? *
  • 8. * Il problema del paziente difficile ha stimolato una serie di risposte teoriche e cliniche di tipo bottom up oppure di gestione metacognitiva (top top down?): * Skill training neo-comportamentale (Linehan) * Mindfulness (Kabat-Zinn, Linehan, Seagal) * Metacognizione (Wells, Dimaggio, Semerari) * Accettazione (Hayes) * Compassione (Gilbert) * Approfondimento degli schemi e loro radicamento nella storia evolutiva (Liotti, Young, Sassaroli, Lorenzini) o nel fondamento biologico (Liotti) * Tecniche di gestione non verbale della relazione (Liotti, Farina, Tarantino) *
  • 9. * Nessun reinserimento per l‟intervento razionalista non metacognitivo? * Una possibile strada parte dalla considerazione che il paziente difficile non è soltanto un paziente che sta peggio del paziente “facile”. È soprattutto un paziente che, rispetto agli altri, sembra meno capace di rispettare le regole implicite ed esplicite del contratto terapeutico. *
  • 10. * In particolare sembra frequentemente sfuggirgli la prima regola, ovvero che la terapia è trattamento di problemi psicologici interiori e che il trattamento avviene esplorando e impegnandosi a cambiare i propri stati mentali. * Per molti pazienti l‟esplorazione delle convinzioni distorte e dei propri stati mentali significa rinunciare a una serie di altre convinzioni sul proprio malessere, ovvero teorie naif sulla propria sofferenza, che spiegano i problemi psicologici in termini di responsabilità del mondo o degli altri. *
  • 11. * Il paziente “difficile” porta in terapia domande di terapia non formulate in termini psicologici * Ce l‟hanno tutti con me (perché non va da un avvocato?) * Ho sempre mal di testa (perché non va dal neurologo?) * Mi si è ristretto lo stomaco (perché non va dal gastroenterologo?) * Sono tutti stupidi (perché non fonda un movimento culturale?) * Sono tutti cattivi (perché non fonda un movimento sociale, politico, religioso?) * È tutto sbagliato (perché non fa tutte le cose menzionate?) *
  • 12. * Insomma il paziente difficile si presenta al clinico come se non fosse disposto a un alleanza curativa. * È fondamentale rendersi conto che non sempre la presenza del paziente difficile in studio, seduto davanti allo psicoterapista, vuol dire che egli abbia la volontà o la capacità di costruire una alleanza di lavoro con il terapista *
  • 13. * Ma dov‟è la connessione con la teoria razionalista? * Riflettiamo: il rifiuto di ragionare in termini di critica delle credenza ma la tendenza a difenderle (sono vere, sono giuste) ricorda qualcosa * Ricorda le doverizzazioni di Ellis, i suoi “must” *
  • 14. * Ovvero: il mondo o gli altri (o perfino me stesso) dovrebbero essere fatti o andare in una certa maniera ed è profondamente sbagliato o ingiusto che le cose non vadano così. * Possiamo facilmente capire che è possibile che le doverizzazioni siano profondamente sentite dal paziente come valori personali che ne definiscono profondamente l‟identità. * Di conseguenza, un concetto apparentemente superato come la doverizzazione finisce per aiutare a teorizzare un aspetto dei problemi di alleanza terapeutica con i pazienti difficili. *
  • 15. * Possibili risposte: * Tecniche bottom down * Tecniche metacognitive top top down (Terzo centro – Dimaggio) o stop top down (Wells) * Oppure ricordare al paziente il patto terapeutico cognitivo, ovvero il contratto: ricordare al paziente che la terapia cognitiva funziona accertando, disputando e ristrutturando le convinzioni distorte. *
  • 16. * In un certo senso, si tratta di fare degli ABC sulla tendenza del paziente a non fare gli ABC * Il continuo difendere le proprie credenze o svicolare diventa l‟A * Ma non immediatamente. Proponiamo un percorso intergrato che chiamiamo LIBET (Life themes and plans Implications of Biases: Elicitation and Treatment) *
  • 17. * Si parte con l‟ipotesi condivisa con il paziente che le convinzioni distorte non siano solo errori, equivoci, distorsioni cognitive, ma qualcosa di più, in termini evolutivi (tema di vita doloroso) (Liotti, Lorenzini, Sassaroli) e scopistici (piano di vita patologico) (Castelfranchi, Mancini, Paciolla). *
  • 18. * Definiamo il tema di vita la rappresentazione di esperienze evolutivamente apprese che determinano stati mentali e relazionali percepiti come assolutamente intollerabili (Liotti, Lorenzini, Sassaroli) * Evento negativo * Valutazione di intollerabilità * E quindi abbiamo fatto una connessione tra terapia cognitiva e raccolta di dati della storia evolutiva e di vita. * È questo che, nel LIBET, chiamiamo il “tema di vita doloroso e intollerabile” *
  • 19. * Successivamente il paziente tenta di costruire un progetto di vita che gli consenta la massima integrazione e realizzazione possibile nel mondo esterno, affettivo, sociale e fattivo, però senza mai passare per il luogo intollerabile, ovvero il “tema di vita”. * In assenza di situazioni invalidanti, il piano, pur angusto, può funzionare anche per anni (o per intere vite!) * È questo che, nel LIBET, chiamiamo il “piano di vita patologico e meta-controllante” *
  • 20. * Per esempio: * un fobico sociale che non voglia mai passare attraverso il giudizio degli altri. * Un ossessivo che non debba mai passare per il rischio si contaminazione o di responsabilità. * E così via. * Il problema è che questo piano per definizione non può collimare con il piano di vita che gli propone la terapia * Ecco che quindi lo stallo terapeutico non si presenta più come semplice distorsione *
  • 21. * Confrontato con il suo tema e piano di vita, il paziente potrebbe sciogliersi e rientrare nel contratto terapeutico, * Oppure potrebbe entrare in un‟escalation, una difesa a oltranza delle sue convinzioni distorte che finirebbe per minare l‟atmosfera di collaborazione e fiducia * L‟atmosfera di tensione penosa e insoddisfazione, se non gestita cooperativamente (Liotti, Farina e Tarantino, 2012) può sfociare in una escalation finale di rottura in cui il paziente non solo sta difendendo le sue convinzioni distorte, ma le sta utilizzando per relazionarsi con la terapia e il terapeuta. *
  • 22. * In questa escalation di rottura un narcisista, ad esempio, potrebbe utilizzare le sue convinzioni di disprezzo e svalutazione verso gli altri per svalutare la terapia o lo stesso terapeuta. * Ma anche un ansioso più uso a produrre convinzioni auto-svalutative potrebbe provare la tentazione di spiegare lo stallo terapeutico esprimendo convinzioni auto-denigratorie. * Un‟apparente assunzione di responsabilità che però sfocia in un ulteriore produzione di credenze negative *
  • 23. * Osservazione: inavvertitamente, siamo partiti dalla doverizzazione di Ellis e abbiamo toccato temi metacognitivo-interpersonali, di contratto terapeutico e di rottura e riparazione * La scarpa vecchia del razionalismo può ancora funzionare *
  • 24. * Ma è possibile anche il movimento contrario: “In fondo, la discussione del contratto è un esposizione comportamentale in vivo alle proprie disfunzioni interpersonali” (un allievo di Kernberg durante la supervisione) * Risposta di Yeomans (collaboratore di Kernberg): “vero, anche se io non userei quella terminologia” * Kernberg trucemente taceva mentre Clarkin guardava altrove *
  • 25. * Il LIBET non è ancora protocollato in termini dettagliati, purtuttavia tende a delinearsi in una serie di fasi: * Individuazione di credenze e scopi standard * Se non risponde, oltre alle tecniche di terza ondata: * Individuazione e discussione del tema (trovato ampliando le credenze e gli scopi degli ABC di Ellis) * Individuazione del piano (trovato ampliando le doverizzazioni dell‟ABC di Ellis) * Discussione della funzione adattiva del piano come gestione del tema doloroso e intollerabile e dei suoi aspetti evolutivi (dove l‟hai imparato?) (Sassaroli) * Crisi del piano adattivo (rischio di rottura) e formulazione della domanda di terapia come ricerca di nuovi piani che contemplino anche le aree dolorose (riparazione) * Analisi del piano patologico come agente di rottura del conratto * Utilizzo e condivisione col paziente di mappe orientative di temi e piani di vita patologici *
  • 26. * Se rifiuta: * Alternare trattamento supportivo e ridiscussione periodica del contratto * Monitare l‟attivazione del piano patologico nella valutazione/soddisfazione della terapia e nella relazione con il terapeuta *
  • 27. * Il LIBET propone tre situazioni terapeutiche di sviluppo e gestione del paziente “difficile” più radicate nella teoria standard della mente come architettura di scopi e credenze e che in qualche modo si propongono anche come possibile traduzione in termini cognitivi, anzi in termini cognitivi standard, di quattro concetti di gestione intepersonale del contratto terapeutico (e in senso lato di teoria psicodinamica) *
  • 28. * Il luogo doloroso e intollerabile della propria esperienza mentale e relazionale (che in qualche modo recupera l‟attenzione psicodinamica alla storia evolutiva di vita); * Una certa propensione di alcuni pazienti a difendere le proprie convinzioni distorte e perfino a identificarsi con esse, invece che metterle in discussione secondo le regole del colloquio cognitivo (concetto apparentato con quello di difesa psicodinamica e di contratto alla Kernberg); * Einfine la possibilità che il paziente utilizzi le sue credenze distorte per gestire il suo giudizio sulla terapia e la sua relazione con il, terapeuta (e qui si ha una vera e propria versione cognitiva della cosiddetta relazione di transfert). *
  • 29. * Tema doloroso del pericolo, della paura e dell‟ansia, il cui il soggetto teme di essere vulnerabile, debole, fragile e non al sicuro; secondo la terminologia della teoria dell‟attaccamento può avere la percezione di non disporre di una base sicura; secondo la terminologia cognitivo-evoluzionista di non disporre di un territorio familiare di sicurezza; dal punto di vita cognitivo ha credenze di pericolosità del mondo, e a una livello più complesso e riflessivo di intollerabilità dell‟incertezza e del rischio, di bisogno di prevedere e conoscere (ma non controllare se non in termini di evitamento e non di controllo rituale ossessivo) gli scenari e le situazioni; metacognitivamente sono presenti credenza di incapacità di tollerare la paura stessa (paura della paura, metarimuginio), e relazionalmente possono essere presenti credenze di bisogno e necessità di vicinanza di figure rassicuranti fino alla dipendenza; questo tema si collega soprattutto ai disturbi di panico, d‟ansia, ed è un ingrediente del disturbo di personalità dipendente; * Tema doloroso della deprivazione affettiva ed emotiva, dell‟insicurezza emotiva e relazionale e del rifiuto affettivo e dell‟abbandono, ma anche dell‟impotenza e dell‟indegnità, in cui il soggetto teme di essere non amato, privo di calore relazionale; cognitivamente possono essere presenti credenze d‟indegnità, inutilità, incapacità d‟investimento pratico e affettivo relazionale umano; metacognitivamente sono presenti ruminazioni depressive; questo tema si collega soprattutto ai disturbi dell‟umore, ed è un ingrediente del disturbo di personalità evitante; * Tema doloroso del rispetto, dell‟immagine di sé, della vergogna, dell‟inferiorità, della sottomissione e dell‟emarginazione in cui il soggetto teme di essere oggetto di derisione, di carenza di assertività e autorevolezza, inferiore, socialmente incapace e poco amabile; questo tema si collega soprattutto alla fobia sociale, ai disturbi alimentari e ai disturbi di personalità paranoide e narcisistico * Tema doloroso della colpa, dell‟esclusione, dell‟auto-criticismo e del criticismo percepito e subito in cui il soggetto teme di essere colpevole, criticabile, si attribuisce sentimenti o intenzioni o azioni malevole e al di fuori della legge morale e sociale condivisa quindi a rischio di esclusione ed espulsione dal corpo sociale. Dal punto di vista relazionale si sente criticato e giudicato, mentre metacognitivamente è vittima di rimuginii autocolpevolizzanti; questo tema si collega soprattutto al disturbo ossessivo-compulsivo, al disturbo di personalità ossessivo-compulsivo e ai disturbi alimentari; * Tema doloroso di percezione di discontrollo impulsivo delle proprie reazioni, di dipendenza dalla gratificazione compensativa e dal desiderio. Si può suddividere in un sottotipo egosintonico di percezione di ogni stato autoregolativo come stato repressivo, controllante, punitivo e sostanzialmente intollerabile e in un sottotipo egodistonico di percezione terrorizzata di incapacità di esercitare controllo sui propri desideri e conseguente percezione terrifica degli stessi. *
  • 30. * Piano di vita evitante, prudenziale, fobico, ritirato, disinvestito, che persegue lo scopo negativo della sicurezza e della protezione dal pericolo e trascura ogni scopo di esplorazione e di curiosità per l‟ambiente; si può suddividere in un sottotipo ansioso prudenziale, un sottotipo depressivo ritirato ed evitante e infine un sottotipo paranoideo e diffidente * Piano di vita emotivamente e affettivamente dipendente, sottomissivo, autosacrificante e al tempo stesso sottilmente iperaccudente, che privilegia un legame di assoluto attaccamento, sicurezza emotiva, e perfetta stabilità emotiva e trascura lo scopo dell‟autonomia emotiva * Piano di vita controllante, focalizzato sulla prevenzione di ogni imprevisto, errore o mancanza attraverso lo stretto controllo razionalistico di pochi parametri e che trascura lo scopo e il valore aggiunto dell‟imprevisto e della perdita di controllo come opportunità di crescita e non solo come rischio. * Piano di vita grandioso, iperautonomo, sopraffacente, che aspira a una perfetta autonomia e soddisfazione di sé eventualmente attraverso la sottomissione, la sopraffazione e il disprezzo della altro e che trascura lo scopo della curiosità, della relazione, del rispetto e della cooperazione con l‟altro * Piano di vita impusivo, desiderante, che privilegia l‟intensità emozionale e che teme di non essere in grado di perseguire, che trascura o che addirittura rifugge come dannosi e inconvenienti gli scopi di autoregolazione emotiva e di regolazione etica e sociale delle relazioni. *
  • 31. * Curare l‟aderenza ai protocolli * Porsi il problema di una formazione più fidelizzata e controllata dei terapeuti senza castrarne lo spirito critico e creativo * Pensare forme molto più formalizzate e protocollate di monitoraggio continuo e stretto di terapie e supervisioni * Pensare in termini di gruppi di lavoro altamente organizzati e loro gestione anche in termini imprenditoriali * Altrimenti si rimarrà in una condizione artigianale di terapie individuali poco formalizzate e poco controllate * Altrimenti la capacità di alcuni di questi terapeuti chiusi nel loro studiolo sposati con il loro paziente siano capaci d pubblicare internazionalmente rischia di essere l‟exploit da outsider * È solo un passare dal teorico solitario al ricercatore solitario * Men che mai è proponibile la figura del terapeuta che è scientifico perché legge tanti libri di filosofia della mente e della scienza *
  • 32. * 0:00 spiegazione ABC * 1:00 propongo problema e lo ritengo l‟A espostami da paziente prima che iniziassi a registrare (non ancora A critico); mi parla un po‟ di pensieri di paure successive (mio figlio diventerà ansioso come me e mia madre) * 1: 35 chiedo il C (cosa prova quando perde le staffe con suo figlio?) rabbia colpa, aggressività. Mi dice anche un comportamento chiaramente eccessivo: “non lo porto più al supermercato fare la spesa” Parla un po‟ lo lascio parlare siamo alla prima seduta * 3.04 definisco più precisamente l‟A, collegandolo al supermercato * 3:24 chiedo i B (non ancora irrazionali, ma generici: cosa ha pensato) prima dell‟urlaccio al supermercato, più specifico * 3:26 mi dice il primo B: mio figlio non fa quello che dico * 3.38 spiego, un po‟ affrettatamente, la doverizzazione e mostro le categorie di IB nel foglio di auto-aiuto ABC * 4:00 propongo l‟IB di 3:26 in forma di doverizzazione * 4:10 la accetta abbastanza convinto (non convintissimo) * 4: 14 spiego la catastrofizzazione (catastrophzing) e la terribilizzazione (awfulizing) in forma di catena di eventi (che succede se…) ma non di significati terribili (qual è il problema se) * 4:28 mi da un po‟ di eventi “catastrofici” * 4.30 continuo a chiedere di catastrofizzare “e quindi…” * 4:40 mi risponde qualcosa che completo come “sono responsabile” * 4.49 continuo con la catena ma mi sposto sulla tollerabilità: “essere responsabili è intollerabile?” *