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WorkshopWorkshop
STRUMENTI DI FINANZA PUBBLICASTRUMENTI DI FINANZA PUBBLICA
A SUPPORTO DELLE IMPRESEA SUPPORTO DELLE IMPRESE
I Cluster Tecnologici
__________________________________
Stefano Marastoni – Economista Senior, ARTI PugliaStefano Marastoni – Economista Senior, ARTI Puglia
7 marzo 2014 – Scuola CREA.RE c/o Local Point Noble Ideas, IAMB Valenzano7 marzo 2014 – Scuola CREA.RE c/o Local Point Noble Ideas, IAMB Valenzano
Premesse - 1
Da sempre l’innovazione è una “conditio sine qua non” del progresso
economico e sociale.
I Paesi che per primi hanno capito l’importanza del circolo virtuoso
innovazione-produttività-crescita sono quelli che si sono posizionati
meglio in termini di competitività di sistema di lungo periodo e che hanno
mostrato maggiore resilienza alla crisi.
Premesse - 2
- l’esempio degli Stati Uniti, in cui si stima che tra il 50% e il 75% della
crescita dal dopoguerra al 2010 sia stata legata a processi innovativi;
- il successo di Singapore, trasformatasi in poco più di 20 anni da economia
“labour intensive” a “hotspot” dell’innovazione mondiale;
- il caso della Germania, Paese ai vertici delle classifiche di innovazione e
competitività,
sono una dimostrazione concreta di questa relazione.
Figura n. 1
Correlazione tra spesa in ricerca e sviluppo (R&S) e crescita del PIL 2000-2011, dati in dollari costanti al 2000
Fonte: TEH-A su dati OECD e Banca Mondiale 2013
Negli ultimi 10 anni – in un contesto di competizione accresciuta e
scarsità di risorse – l’emergere di centri produttivi in Asia, Africa e
America Latina – ha rivoluzionato l’orizzonte concorrenziale per i
prodotti a bassa (e a media) tecnologia e ha fortemente aumentato il
premio competitivo dell’introduzione sul mercato di prodotti avanzati.
Sottrarsi alla sfida innovativa oggi non è un’opzione poiché …
Premesse - 3
… nei prossimi 10-20 anni il cambiamento si intensificherà. La knoweldge
economy e la cosiddetta “Terza Rivoluzione Industriale”rimescoleranno
le carte creando nuovi orizzonti di opportunità e vincoli per le aziende e i
sistemi Paese a livello mondiale.
La predetta Rivoluzione si manifesterà nelle modalità di produzione che,
al pari della meccanizzazione tessile nel 17° secolo e alla catena di
montaggio fordista di inizio 20° secolo, sono destinate a mutare
profondamente gli equilibri economici e la catena di valore mondiale. Il
processo è legato alla crescente digitalizzazione dei metodi produttivi e
all’interazione di nuovi software, nuovi materiali, robotica avanzata,
stampa in tre dimensioni e nuovi servizi via Internet.
Premesse - 4
- Gli Stati Uniti, ancora guida del sistema innovativo mondiale, elaborano (e
finanziano) strategie di ricerca, di innovazione industriale e di supporto
all’imprenditorialità ad alto potenziale.
- L’Asia lavora per confermare le sua visione di potenza innovativa del
futuro: la Cina scala le classifiche in termini di indicatori di output, Corea del
Sud e Singapore si rafforzano come centri di riferimento internazionale nei
settori a più alto valore aggiunto.
- I Paesi europei continuano a muoversi a macchia di leopardo con alcuni
“leader di innovazione” (Svezia, Finlandia, Germania e Danimarca) e altri a
seguire con distanze crescenti (l’Italia è tra gli “innovatori moderati”).
- Nel resto del mondo le dinamiche di innovazione si delineano con il
rafforzamento di baricentri già consolidati a livello regionale (è il caso di
Israele, Canada, Australia, ecc.) e l’emergere di nuovi poli potenziali (Cile,
Brasile, Sudafrica).
Chi cavalca l’onda del cambiamento
Il posizionamento dei Paesi europei
Fonte – European Innovation Scoreboard (Commissione Europea) 2013
- USA. Strategy of American Innovation: Strategia di azione sistemica
lanciato nel 2009, con finanziamenti per $100 miliardi su 10 anni mirati a
massimizzare le ricadute di mercato e la competitività industriale in settori
come l’energia pulita, le tecnologie IT per la salute e i veicoli innovativi.
Programma Start up America: iniziativa che prevede lo stanziamento di
un fondo da $1 miliardo per gli investimenti seed negli Stati Uniti
amministrato dalla Small Business Investment Company (SBIC), fondo di
investimento pubblico privato attivo dal 1958 in tema di innovazione.
- Cina. Programma di Indigenous Innovation, lanciato nel 2009, basato su
una politica di selezione all’entrata e di canalizzazione degli investimenti
diretti esteri, volta a potenziare il trasferimento di competenze nelle aree
a maggiore potenziale tecnologico.
- Singapore. Nel marzo 2013 il Paese ha stanziato quasi 600 milioni di
dollari in 3 anni per lanciare un programma di ricerca e sviluppo
finalizzato a massimizzare le interazioni tra ricerca e industria sul
manufacturing innovativo e sul settore aerospaziale.
Alcuni esempi di grandi politiche
per la R&I
L’Ambrosetti Innosystem Index (AII)L’Ambrosetti Innosystem Index (AII)
Ogni sistema Paese produce una performance di innovazione che
impatta fortemente sull’outcome competitivo nazionale in termini di
crescita, occupazione, miglioramento delle condizioni di vita.
Oggi la sfida dell’innovazione non risiede più nell’implementazione di
modelli di innovazione lineari che concepiscono l’output innovativo
come risultato definito a partire da input quantitativi pre-determinati
(investimenti, capitale umano, strutture), ma avviene a partire da
ecosistemi di innovazione integrati in cui i risultati di innovazione si
determinano a partire dalle interazioni tra attori chiave (accademici,
istituzionali, di business) in cui la massimizzazione della velocità dei
network e l’ottimizzazione dell’efficacia sono fattori critici di successo.
I cluster innovativi nel mondo - 1
Pertanto, la performance dei diversi Paesi è sempre più legata alla
capacità di ogni ecosistema d’innovazione di massimizzare l’efficienza
innovativa di tutti i livelli territoriali: i cluster tecnologici innovativi / hub di
innovazione – a loro volta ecosistemi di innovazione locali – stanno
diventando nodi sempre più fondamentali e determinanti nei risultati
innovativi nazionali.
I cluster innovativi, concepiti come “concentrazioni geografiche di
imprese, fornitori di input e di servizi, intermediari (anche finanziari) e
istituzioni di ricerca” (M. Porter, 2009) svolgono un ruolo sempre più
rilevante quali catalizzatori di innovazione e centri propulsori di crescita e
competitività non solo nei confronti dei Paesi di appartenenza, ma anche –
quali world class knowledge producer – rispetto alle catene di
produzione globali.
I cluster innovativi nel mondo - 2
L’impatto di uno dei cluster innovativi mondiali per eccellenza – la Silicon
Valley – è indicativo dell’alto potenziale economico che gli hotspot di
innovazione hanno nel determinare non solo l’innovazione vera e propria, ma
anche la crescita, la produttività, l’impiego e il benessere su ampia scala.
I cluster innovativi nel mondo - 3
Con una popolazione di circa 3 milioni di abitanti (lo 0,9% della popolazione
statunitense; l’8% di quella californiana) la regione:
- produce il 12,5% dei brevetti nazionali e il 48,5% di quelli dello Stato
della California;
- ospita 22 aziende appartenenti al Fortune 500 (ranking delle prime 500
aziende americane per fatturato), con un fatturato complessivo di 626
miliardi di dollari (per valori simili al fatturato totale delle prime 20 aziende
italiane);
- attrae il 40% degli investimenti in venture capital in tutti gli Stati Uniti (il
70% di quelli californiani);
- presenta livelli di reddito pro-capite di oltre il 60% superiori rispetto alla
media americana ($68.000/anno vs $46.000/anno).
La Silicon Valley – scenario
- nel 2007 il 43% dei residenti dell’area aveva una laurea triennale
(bachelor) o superiore (contro una media del 27% negli USA);
- l’area continua a svilupparsi attraverso un processo di agglomerazione,
attraendo sempre più lavoratori qualificati che favoriscono e potenziano lo
spillover dell’informatica;
- la Silicon Valley promuove l’afflusso da ogni parte del mondo dei migliori
e dei più brillanti studenti al fine di mantenere la leadership mondiale
nell’economia della conoscenza basata sull’istruzione e sulla ricerca
tecnologica;
- il cluster è caratterizzato dal dinamismo e dall’interazione tra università,
centri di ricerca e aziende, soprattutto nel distretto industriale della contea di
Santa Clara, il cuore dell’area;
- ciò che rende la Silicon Valley speciale è la grande apertura nello
scambio di conoscenze. L’altissima interazione tra le aziende aiuta a
creare network, permettendo alle idee di fluire libere.
La Silicon Valley – alcune policy
Entrepreneurs’ persona
Age 34,12
Gender (F/M) 10% | 90%
Education (dropout vs. master + PhD) 1 : 2.5
Serial Entrepreneur 56%
Percentage of non-technical founding teams 16%
Working hours per day 9.95
Percentage of founders who lived in SV 100%
Motivation (product vs. impact) 1 : 1
Customer (B2B vs. B2C) 2 : 1
Market (new vs. niche) 4 : 1
Local startup examples Google, Apple, Facebook,
Twitter, Quora, AirBnb,
Fonte: Startup Ecosystem Report 2012
Silicon Valley – Startup Ecosystem
L’esempio della Silicon Valley non è oggi un fenomeno isolato. Sulla scorta
delle esperienze aggregative di maggiore successo a livello mondiale, tutti i
principali Paesi innovatori – consolidati ed emergenti – si stanno dotando di
politiche mirate alla costruzione e allo sviluppo di cluster innovativi di
eccellenza.
Si tratta di aree territoriali (a geometria variabile) fortemente dinamiche dal
punto di vista economico-imprenditoriale, caratterizzate da alto fermento
culturale, scientifico e tecnologico, attrattività e mobilità sociale, con efficaci
meccanismi di premialità e garanzia di equità nell’accesso alle opportunità.
I principali cluster innovativi nel
mondo - 1
I principali cluster innovativi
nel mondo - 2
Hotspot di innovazione mondiale (Fonte: Rielaborazione TEH-A)
Le “componenti comuni” dei principali cluster innovativi nel mondo sono:
- Attrazione di nuove forze (intellettuali e finanziarie);
- Capacità di valorizzazione delle competenze presenti;
- Produzione di novità sostanziali e discontinuità (no innovazione “imitativa”);
- Capacità di creare il mercato e/o anticiparlo sui trend più rilevanti e di
generare imprenditorialità diffusa;
- Propensione al “rischio” di innovare (cultura diffusa dell’innovazione);
- Concentrazione di infrastrutture di ricerca e sviluppo (di livello
internazionale)
I principali cluster innovativi
nel mondo - 2
L’ecosistema di innovazione canadese, trova il suo centro in Toronto, 11°
città al mondo per potenza innovativa secondo il ranking mondiale 2012-2013
del “2 Think Now”.
L’area metropolitana di Toronto ha una popolazione di 5,6 milioni di abitanti in
continua crescita per un PIL di circa $327 miliardi, assimilabile a quello di
Argentina, Sudafrica e Irlanda.
Il settore ICT è particolarmente forte: si tratta del terzo cluster in Nord
America per un totale di oltre 200.000 posti di lavoro per un fatturato (2009) di
circa $52 mld. con un forte orientamento all’esportazione: il 15-20% delle
vendite del settore avvengono su mercati esteri.
Di grande rilevanza e forza innovativa è inoltre il settore media: anche su
questo piano Toronto è il 3° hub nordamericano. Si conta che in questo
settore le start up del distretto siano oltre 600.
Canadian Hub di Toronto - scenario
Il cluster punta molto anche sulle biotecnologie. Nel 2008, a partire da un
consorzio di 4 università, 9 ospedali, 2 centri di ricerca specializzati è nato il
MARS Technology District, che – oltre ad aggregare le realtà associate in un
unico campus – investe CA$500 mil. all’anno in ricerca e sviluppo e supporta
la nascita di start up e lo sviluppo di aziende nel settore dell’e-health e del
biotech. L’Agenzia, legata al settore pubblico è partita con un investimento
iniziale di 15 milioni di Euro.
L’ecosistema è supportato dalla presenza della Toronto University, prima
università del Canada secondo la classifica del Times e con politiche di
attrazione dei talenti stranieri molto competitive: si stima che dei 70.000
stranieri che si trasferiscono a Toronto ogni anni, circa 30.000 venga
canalizzato verso questa università.
Canadian Hub di Toronto –
alcune policy
Entrepreneurs’ persona
Age 35,63
Gender (F/M) 18% | 82%
Education (dropout vs. master + PhD) 1 : 1.4
Serial Entrepreneur 44%
Percentage of non-technical founding teams 17%
Working hours per day 8.69
Percentage of founders who lived in SV 31%
Motivation (product vs. impact) 1.1 : 1
Customer (B2B vs. B2C) 3 : 1
Market (new vs. niche) 3.2 : 1
Local startup examples Wave Accounting,
FreshBooks, Achievers,
Polar Mobile, Idee
Fonte: Startup Ecosystem Report 2012
Toronto Hub – Startup Ecosystem
La Silicon Wadi è la striscia di terra che unisce la città di Tel Aviv alle cittadine
di Ra’anana, Petah Tikva, Herzliya e con il centro accademico di Rehovot. E’
considerata la seconda area del mondo per innovazione dopo la Silicon Valley.
Tra le innovazioni di livello mondiale elaborate in quest’o cluster spiccano
strumenti oggi di uso comune, come la tecnologia dell’instant messaging (oggi
diffusa su qualsiasi computer) e cellulare, il wireless e le chiavette USB.
Sono 5.000 le start-up attive nel polo hi-tech di Tel Aviv (un “esercito
tecnologico”).
Nella Silicon Wadi il fatturato aggregato del 2012 era pari a 4 miliardi di dollari,
quasi il 2% del PIL israeliano.
Facilità nel reperimento di risorse finanziarie attraverso il capitale di rischio
(venture capital).
Presenza di n. 25 incubatori aziendali.
La Silicon Wadi - scenario
Spinte dalle politiche di facilitazione messe a punto per gli investitori esteri,
numerose multinazionali mondiali hanno aperto centri di ricerca nella zona. Tra
queste è possibile citare:
Intel, IBM, Google, Hewlett-Packard, Philips, Cisco Systems, Oracle
Corporation, SAP, BMC Software, Microsoft, Motorola and CA, nonché diverse
società israeliane come Zoran Corporation, CEVA, Inc., Aladdin Knowledge
Systems, NICE Systems, Horizon Semiconductors, RAD Data
Communications, Radware, Tadiran Telecom, Radvision, Check Point Software
Technologies, Amdocs, Babylon Ltd., Elbit, Israel Aerospace Industries.
L’apertura verso l’estero è forte anche nei confronti di nuovi attori della scena
innovativa globale. Nell’aprile 2013 il gruppo di automotive indiano TATA ha
siglato un MOU con l’università di Tel Aviv che prevede un investimento da
parte del gigante indiano di oltre 20 milioni di dollari in un fondo che investa in
breakthrough technologies.
La Silicon Wadi – alcune policy
Entrepreneurs’ persona
Age 36,16
Gender (F/M) 9% | 91%
Education (dropout vs. master + PhD) 1 : 2.33
Serial Entrepreneur 47%
Percentage of non-technical founding teams 11%
Working hours per day 9.42
Percentage of founders who lived in SW 13%
Motivation (product vs. impact) 1.5 : 1
Customer (B2B vs. B2C) 1.6 : 1
Market (new vs. niche) 4 :1
Local startup examples Mirabilies, Babylon,
SunDisk, Jajah, Fring,
Waze
Fonte: Startup Ecosystem Report 2012
Silicon Wadi – Startup Ecosystem
Singapore ha una popolazione di soli 5 milioni di abitanti di cui il 42% in
provenienza dall’estero. È un centro finanziario con l’economia sempre più in
crescita e il reddito pro-capite più alto del mondo.
L’area ha avuto molto successo nell’attrarre IDE dall’estero; ad oggi sono più
di 3.000 le Multinazionali internazionali con sede sull’isola.
L’area di Singapore è tra i primi produttori di conoscenza nel mondo con 26,2
brevetti per abitante.
Presenta alti livelli di finanziamento della ricerca con buona capacità di
attrazione di Venture Capital.
Ha un pool di competenze estremamente mobile e in questo senso risulta
molto attrattiva per gli studenti stranieri, come dimostrato dal tasso di mobilità
netto, fortemente tendente all’ingresso di nuove risorse umane e
studentesche.
Singapore - scenario
Il successo innovativo dell’area è stato fortemente legato a un sistema di
governance particolarmente efficiente e strutturato che si basa sulle
interrelazioni tra Ministeri competenti e Agenzia dalla forte vocazione
specialistica. Tra gli attori principali coinvolti nel processo è possibile infatti
citare:
- Spring: Agenzia per lo sviluppo delle imprese locali
- Astar: Agenzia per la scienza, la tecnologia e la ricerca
- EPTL: ramo di commercializzazione dei ritrovati di Astar*,
- Singapore Economic Development Board: organo strategico di sviluppo
che definisce le strategie di lungo periodo d
- International Enterprise Singapore: organo che si occupa delle politiche di
attrazione internazionale dell’ecosistema.
Gli enti citati agiscono in un’ottica integrata sui settori di volta in volta
identificati come strategici dal governo.
Singapore - policy
Entrepreneurs’ persona
Age 33,35
Gender (F/M) 5% | 95%
Education (dropout vs. master + PhD) 1 : 6
Serial Entrepreneur 32%
Percentage of non-technical founding teams 26%
Working hours per day 11,00
Percentage of founders who lived in SV 33%
Motivation (product vs. impact) 1 : 1
Customer (B2B vs. B2C) 2 : 1
Market (new vs. niche) 1,4 : 1
Local startup examples Mig33, Viki, Zopim, Bubble
Motion, Buzz City, Tencube
Fonte: Startup Ecosystem Report 2012
Singapore – Startup Ecosystem
E’ fondamentale:
- contrastare l’eccessiva frammentazione e duplicazione degli
investimenti pubblici in ricerca ed innovazione;
- spendere le risorse più efficacemente mirando ad una massa
critica di competenze correlate.
Si rimanda a: Comunicazione della Commissione Europea, Europa 2020. Iniziativa faro UNIONE
DELL’INNOVAZIONE - COM(2010) 546
Iniziativa Faro “Unione
dell’Innovazione”
La Smart Specialization Strategy - 1
La C.E. ha elaborato una proposta integrata tra il P.Q. Horizon
2020 e i Fondi Strutturali, attualmente in discussione al
Consiglio e al Parlamento.
Le sinergie tra Horizon 2020 e la Politica di Coesione si
espliciteranno sia a livello di progettazione dei programmi, sia
nel momento dell’attuazione operativa.
E’ previsto un comune periodo di programmazione di 7 anni
basato su finalità strategiche condivise. Saranno armonizzate le
regole che stabiliscono l’eleggibilità dei costi. E sarà possibile
integrare i finanziamenti provenienti dai due programmi.
Un’altra novità riguarda la semplificazione delle procedure di
accesso ai programmi di ricerca.
La Smart Specialization Strategy - 2
Obiettivo: trasformare l’Europa entro il 2020 in un’economia basata sulla
conoscenza come unica alternativa al declino.
- C’è un’attenzione specifica sulle sfide sociali che l’Unione Europea dovrà
affrontare, come la salute, l’energia pulita e il trasporto sostenibile.
- Al centro c’è la RIS3 che deve sostenere le Regioni nel definire strategie di
sviluppo in grado di identificare le aree e i temi prioritari su cui concentrare,
attraverso un approccio di sistema, gli interventi locali, regionali, nazionali ed
europei.
- La RIS3 intende rispondere a tre questioni chiave:
a. come evitare la frammentazione e mettere a sistema gli sforzi in materia di
sostegno all’innovazione;
b. in quale modo scoraggiare la tendenza alla replica di specializzazioni in
campi analoghi;
c. con quali criteri sviluppare strategie d’innovazione realiste ed attuabili
nelle regioni meno avanzate.
La sfide sociali
La risposta della R&I alle sfide sociali sarà uno degli aspetti
maggiormente qualificanti del nuovo ciclo di Programmazione
(2014-2020).
Infatti, qualunque ipotesi di sviluppo e di miglioramento della
competitività deve prevedere l’incremento delle condizioni di vita
dei cittadini, della loro salute e del loro benessere, in una
prospettiva di visione del presente strettamente connessa con il
futuro.
Negli ultimi anni la capacità del sistema dell’innovazione
regionale di investire in ricerca industriale e sviluppo
sperimentale è notevolmente aumentata:
- in termini di quantità di investimenti pubblici e privati;
- di elaborazione di piani di sviluppo da parte
 del sistema pubblico della ricerca e delle sue infrastrutture
 di grandi, medie e piccole imprese
 di start up tecnologiche
 di aggregazioni pubblico-private (i distretti produttivi
riconosciuti ai sensi della L.R. 23/2007 e i distretti tecnologici
riconosciuti nell’ambito del PON Ricerca e Competitività).
Il SIR pugliese
Alcuni numeri del SIR - 1
Un sistema in crescita – Spese e Addetti R&S
Periodo
2004-2010 PUGLIA MEZZOGIORNO ITALIA
Spesa in R&S
intra-muros
+ 32,09% + 12,74% + 28,67%
Addetti R&S + 21,19% + 10,28% + 37,56%
Anni PUGLIA MEZZOG. ITALIA
Spesa in R&S in % sul V.A.
2004 0,68 0,92 1,19
2010 0,93 1,05 1,53
Variazione % + 35,17 + 15,03 + 28,40
Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT - 1. La R&S in Italia, 12-12-2012 ; 2. Conti Economici Regionali
Alcuni numeri del SIR - 2
Un sistema in crescita – Le Spin-Off accademiche
Anni Numero Spin-Off
pugliesi
Peso % sul
totale Spin-Off
italiane
Fatturato
aggregato
medio
2005 7 1,6 n.d.
2011 79 8,0 3 mln €
Variazione % + 1.029% + 400% - - - -
Fonte: ns. elaborazioni sui dati dei Rapporti annuali NETVAL
Alcuni numeri del SIR - 3
Un sistema in crescita – I Brevetti
Domande di brevetti
pugliesi depositate
presso l’UIBM
Anno 2000 Anno 2005 Anno 2011
Numero 70 79 118
Var % rispetto al
riferimento precedente
- + 12,8% + 49,4%
Fonte: ns. elaborazioni su dati 1. UIBM; 2. EPO
Domande di brevetti
pugliesi depositate
presso l’EPO
Triennio
2003-2005
Triennio
2006-2008
Var %
Numero 153 180 + 17,6
Alcuni numeri del SIR - 4
Un sistema in crescita – Le pubblicazioni scientifiche
(Database “Scopus”)
Anni Anno 2005 Anno 2011 Var. %
Numero
pubblicazioni
pugliesi
1.700 2.900 + 70,6
Fonte: ns. elaborazioni su dati del Rapporto Tecnico per l’ARTI del 14-11-2012, a cura di Federico Munari
Innovation Scoreboard - 1
Innovation Scoreboard della Regione Puglia – Indice di innovazione regionale
Posizione Regione
Indice di Innovazione
Regionale
1 Lazio 0,711
2 Emilia-Romagna 0,703
3 Lombardia 0,679
4 Friuli-Venezia Giulia 0,660
5 Piemonte 0,650
6 Trentino-Alto Adige 0,621
7 Veneto 0,615
8 Umbria 0,522
9 Marche 0,493
10 Toscana 0,429
11 Liguria 0,425
12 Puglia 0,423
13 Basilicata 0,394
14 Abruzzo 0,389
15 Valle d'Aosta 0,347
16 Campania 0,330
17 Sardegna 0,324
18 Sicilia 0,290
19 Molise 0,281
20 Calabria 0,214
Anno di riferimento degli indicatori NON CIS: 2009.
Anno di riferimento degli indicatori CIS: triennio 2006-2008.
La CIS (Community Innovation Survey) è un’indagine promossa da Eurostat
Innovation Scoreboard - 2
Scoreboard Puglia 2012 Scoreboard Pro Inno Europe 2009
Le risorse programmate per
l’Innovazione
Macro categoria Cod Risorse FESR Risorse FSE Subtotale
1 50,00
2 -
3 40,00
4 131,00
6 520,00
7 50,00
9 80,00
74 174,00 1.045,00
5 230,00
68 100,00 45,00 375,00
62 - 63,00
63 - 15,00
64 - 25,00 103,00
11 100,00
12 20,00
13 70,00
14 30,00
15 20,00 240,00
TOTALE 1.441,00 322,00 1.763,00
Risorse Fondi Strutturali POR Puglia 2007-2013
Ricerca, sviluppo
tecnologico e
innovazione
Imprenditorialità
Capitale umano
Società
dell'informazione
OBIETTIVO
La finalità dell’intervento è quella di stimolare tutti gli attori del
SIR a superare i confini delle loro traiettorie tecnologiche
individuali per realizzare luoghi virtuali in cui implementare filiere
tecnologiche integrate con le seguenti caratteristiche:
1. che incrocino i fabbisogni regionali di innovazione connessi
alle seguenti cinque sfide sociali:
- Città e territori sostenibili;
- Salute, benessere e dinamiche socio-culturali;
- Energia sostenibile;
- Industria creativa (e sviluppo culturale);
- Sicurezza alimentare e agricoltura sostenibile.
Il Bando Cluster Tecnologici Regionali - 1
OBIETTIVO
La finalità dell’intervento è quella di stimolare tutti gli attori del
SIR a superare i confini delle loro traiettorie tecnologiche
individuali per realizzare luoghi virtuali in cui implementare filiere
tecnologiche integrate con le seguenti caratteristiche:
2. che siano focalizzate su Tecnologie Chiave Abilitanti ovvero
Key EnablingTechnologies (KETs) di interesse collettivo;
3. che offrano interessanti prospettive di sviluppo sui mercati
nazionali e internazionali a masse critiche di competenze in
grado di configurare nuove specializzazioni di competenze
integrabili, in un’ottica di filiera lunga, con i Cluster
Tecnologici Nazionali
Il Bando Cluster Tecnologici Regionali - 2
Le Tecnologie Chiave Abilitanti sono caratterizzate da:
- alta intensità di conoscenza;
- elevata intensità di R&S;
- cicli d'innovazione rapidi;
- consistenti spese di investimento;
- posti di lavoro altamente qualificati.
 Rendono possibile l'innovazione nei processi, nei beni e nei
servizi in tutti i settori economici e hanno quindi rilevanza
sistemica.
 Sono multidisciplinari, interessano tecnologie di diversi settori
e tendono a convergere e ad integrarsi.
 Possono aiutare i leader nelle tecnologie di altri settori a trarre
il massimo vantaggio dalle loro attività di ricerca.
Le KETs
Le KETs indicate nella scheda preliminare dell’Avviso
rappresentano il primo risultato di un percorso condiviso e
partecipato attivato da Luglio 2013 attraverso l’ARTI (Agenzia
Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione) con la
consultazione degli stakeholders regionali (centri di ricerca,
Università, Distretti tecnologici, Distretti Produttivi e Imprese) e
potrà essere arricchito con eventuali nuovi contributi.
Al 18.01.2014 l’ARTI ha raccolto 224 schede tecniche che
rappresentano ben 103 stakeholders regionali. L’Agenzia sta
provvedendo all’analisi e all’elaborazione dei dati con l’obiettivo
di fornire un contributo determinante per la S3 della Regione
Puglia.
Le KETs pugliesi
I progetti candidati dovranno riguardare l’utilizzo di tecnologie
abilitanti riportate nei seguenti ambiti:
1.Micro e Nanoelettronica;
2.Nanotecnologie;
3.Biotecnologie;
4.Materiali avanzati;
5.Produzione e trasformazione avanzate.
Gli ambiti delle KETs
La Regione Puglia, con il futuro Avviso, incentiva la realizzazione
di progetti di ricerca cooperativa tra imprese e Organismi di
ricerca riconducibili ad una o entrambe le seguenti due linee di
intervento:
a. Ricerca industriale (RI),
b. Sviluppo sperimentale (SS).
Non sono ammissibili le modifiche di routine o le modifiche
periodiche apportate a prodotti, linee di produzione, processi di
fabbricazione, servizi esistenti e altre operazioni in corso, anche
quando tali modifiche rappresentino miglioramenti.
Le proposte progettuali che includeranno la predisposizione di
un dispositivo dimostrativo fruibile e accessibile dai
potenziali utenti connessi alle sfide sociali target
beneficeranno di premialità.
I progetti candidabili
I progetti dovranno prevedere un Raggruppamento che deve
comprendere almeno 3 (tre) PMI ed un Organismo di ricerca.
Il ruolo di soggetto capofila e coordinatore del progetto del
Raggruppamento dovrà essere ricoperto da una PMI.
Il soggetto capofila, scelto tra i co-proponenti, o l’organo
comune nell’ipotesi di reti di imprese, assumerà la funzione di
coordinamento del progetto e di interfaccia con la Regione
Puglia per ogni adempimento burocratico - amministrativo
previsto in attuazione del progetto.
I Soggetti proponenti
I soggetti beneficiari dell’aiuto previsto dal bando sono:
a. le Piccole e Medie Imprese (PMI);
b. gli Organismi di ricerca.
I soggetti beneficiari devono essere organizzati in rete, attraverso
una delle seguenti forme di raggruppamento:
a. Raggruppamenti strutturati secondo la forma giuridica di
Associazioni Temporanee di Scopo (A.T.S.);
b. Raggruppamenti strutturati secondo la forma giuridica di
contratti di rete, nei limiti previsti dalla Legge 3 del 2009 e s.m.i.;
c. Raggruppamenti strutturati secondo la forma giuridica di
Consorzio o Società consortile.
I beneficiari dell’aiuto - 1
Nel caso dei Raggruppamenti di tipo “c”, essi devono soddisfare
una delle seguenti condizioni:
- qualora al progetto da realizzare partecipino tutti o alcuni delle
PMI o degli Organismi di ricerca aderenti al consorzio ed
espressamente indicati nella domanda di contributo;
- qualora il consorzio realizzi, con proprie strutture e proprio
patrimonio, il progetto in A.T.S. con altri soggetti non aderenti al
consorzio stesso.
I beneficiari dell’aiuto - 2
Le PMI devono sostenere spese per un valore complessivo
compreso tra un minimo del 50% e un massimo del 90% dei costi
totali ammissibili del progetto.
Gli organismi di ricerca devono sostenere spese per un valore
complessivo compreso tra un minimo del 10% e un massimo del
50% dei costi totali ammissibili del progetto. L'organismo di ricerca
deve avere il diritto di pubblicare i risultati dei progetti di ricerca
nella misura in cui derivino da ricerche da esso svolte.
I Beneficiari devono avere sede operativa in Puglia ed avere
almeno un bilancio approvato.
I beneficiari dell’aiuto - 3
Gli aiuti di cui al presente bando sono erogati in forma di
contributi in conto impianti.
Per le Imprese, l’intensità di aiuto, calcolata in base ai costi
valutati ammissibili, vista la collaborazione effettiva con un
organismo di ricerca che sostenga almeno il 10% dei costi
ammissibili e che abbia il diritto di pubblicare i risultati della
ricerca, non può superare le percentuali di contribuzione di
seguito specificate, calcolate rispetto ai costi valutati ammissibili:
a) il 65% per attività di ricerca industriale per le micro, piccole e
medie imprese;
b) il 50% per attività di sviluppo sperimentale in favore delle micro
e piccole imprese e il 40% in favore delle medie imprese.
Tipologia e intensità dell’aiuto - 1
Le aliquote di cui ai punti a) e b) precedenti sono incrementabili
del 10% nel caso in cui siano soddisfatte le seguenti condizioni:
1. il progetto preveda il coinvolgimento di potenziali utenti
connessi alle sfide sociali target;
2. sia prevista la realizzazione di un dispositivo dimostrativo dei
risultati raggiunti, fruibile e accessibile dai potenziali utenti
connessi alle sfide sociali target;
3. sia prevista ed effettuata una specifica attività di dimostrazione
pubblica del dispositivo dimostrativo.
Tipologia e intensità dell’aiuto - 2
Per gli Organismi di ricerca l’intensità d’aiuto è pari a quella
massima applicabile tra le imprese partecipanti al
Raggruppamento.
Il costo minimo per singolo progetto candidato è di € 500.000,00
(cinquecentomila).
Il contributo massimo per singolo progetto è pari a € 2.500.000,00
(duemilionicinquecentomila).
Tipologia e intensità dell’aiuto - 3
I progetti ammessi a finanziamento avranno una durata massima
di 24 mesi a partire dalla concessione del contributo.
Durata delle attività progettuali
L’istruttoria di valutazione della candidatura di ammissione alle
agevolazioni sarà di tipo “APERTO” in funzione dell’ordine di
arrivo alla Regione delle PEC di candidatura e verrà effettuata
con cadenza periodica mensile fino ad esaurimento delle risorse
disponibili.
La selezione sarà affidata ad esperti indipendenti nazionali.
Modalità dell’istruttoria
Il cofinanziamento dei progetti viene assicurato dalla Regione
Puglia mediante le risorse del Fondo per lo Sviluppo e la
Coesione 2007-2013 “Programma regionale a sostegno della
specializzazione intelligente”, coerentemente con il Fondo
Europeo di Sviluppo Regionale, P.O. 2007-2013 - Obiettivo
Convergenza - Asse I – Linea Intervento 1.2 - Azione 1.2.4.
Le risorse finanziarie complessive previste per il presente Bando
corrispondono a € 36.260.000,00
Disponibilità finanziaria
La Misura è promossa dalla Regione Puglia, Area Politiche per lo
Sviluppo, il Lavoro e l’Innovazione, Servizio Ricerca Industriale
e Innovazione, che si avvale della propria società in house
InnovaPuglia SpA per la gestione e l’attuazione delle attività.
Attuazione
La Consultazione Pubblica è stata attiva nella sezione Cluster
Tecnologici Regionali del portale Sistema Puglia della Regione
Puglia (http://www.sistema.puglia.it) fino al 20.01.2014.
Per le informazioni di dettaglio si consulti lo spazio web al link:
http://www.sistema.puglia.it/SistemaPuglia/cluster
Consultazione Pubblica
GRAZIE PER L’ATTENZIONE!
www.arti.puglia.it
s.marastoni@arti.puglia.it
080/46.70.211

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Cluster tecnologici 07 03-14-marastoni

  • 1. WorkshopWorkshop STRUMENTI DI FINANZA PUBBLICASTRUMENTI DI FINANZA PUBBLICA A SUPPORTO DELLE IMPRESEA SUPPORTO DELLE IMPRESE I Cluster Tecnologici __________________________________ Stefano Marastoni – Economista Senior, ARTI PugliaStefano Marastoni – Economista Senior, ARTI Puglia 7 marzo 2014 – Scuola CREA.RE c/o Local Point Noble Ideas, IAMB Valenzano7 marzo 2014 – Scuola CREA.RE c/o Local Point Noble Ideas, IAMB Valenzano
  • 2. Premesse - 1 Da sempre l’innovazione è una “conditio sine qua non” del progresso economico e sociale. I Paesi che per primi hanno capito l’importanza del circolo virtuoso innovazione-produttività-crescita sono quelli che si sono posizionati meglio in termini di competitività di sistema di lungo periodo e che hanno mostrato maggiore resilienza alla crisi.
  • 3. Premesse - 2 - l’esempio degli Stati Uniti, in cui si stima che tra il 50% e il 75% della crescita dal dopoguerra al 2010 sia stata legata a processi innovativi; - il successo di Singapore, trasformatasi in poco più di 20 anni da economia “labour intensive” a “hotspot” dell’innovazione mondiale; - il caso della Germania, Paese ai vertici delle classifiche di innovazione e competitività, sono una dimostrazione concreta di questa relazione.
  • 4. Figura n. 1 Correlazione tra spesa in ricerca e sviluppo (R&S) e crescita del PIL 2000-2011, dati in dollari costanti al 2000 Fonte: TEH-A su dati OECD e Banca Mondiale 2013
  • 5. Negli ultimi 10 anni – in un contesto di competizione accresciuta e scarsità di risorse – l’emergere di centri produttivi in Asia, Africa e America Latina – ha rivoluzionato l’orizzonte concorrenziale per i prodotti a bassa (e a media) tecnologia e ha fortemente aumentato il premio competitivo dell’introduzione sul mercato di prodotti avanzati. Sottrarsi alla sfida innovativa oggi non è un’opzione poiché … Premesse - 3
  • 6. … nei prossimi 10-20 anni il cambiamento si intensificherà. La knoweldge economy e la cosiddetta “Terza Rivoluzione Industriale”rimescoleranno le carte creando nuovi orizzonti di opportunità e vincoli per le aziende e i sistemi Paese a livello mondiale. La predetta Rivoluzione si manifesterà nelle modalità di produzione che, al pari della meccanizzazione tessile nel 17° secolo e alla catena di montaggio fordista di inizio 20° secolo, sono destinate a mutare profondamente gli equilibri economici e la catena di valore mondiale. Il processo è legato alla crescente digitalizzazione dei metodi produttivi e all’interazione di nuovi software, nuovi materiali, robotica avanzata, stampa in tre dimensioni e nuovi servizi via Internet. Premesse - 4
  • 7. - Gli Stati Uniti, ancora guida del sistema innovativo mondiale, elaborano (e finanziano) strategie di ricerca, di innovazione industriale e di supporto all’imprenditorialità ad alto potenziale. - L’Asia lavora per confermare le sua visione di potenza innovativa del futuro: la Cina scala le classifiche in termini di indicatori di output, Corea del Sud e Singapore si rafforzano come centri di riferimento internazionale nei settori a più alto valore aggiunto. - I Paesi europei continuano a muoversi a macchia di leopardo con alcuni “leader di innovazione” (Svezia, Finlandia, Germania e Danimarca) e altri a seguire con distanze crescenti (l’Italia è tra gli “innovatori moderati”). - Nel resto del mondo le dinamiche di innovazione si delineano con il rafforzamento di baricentri già consolidati a livello regionale (è il caso di Israele, Canada, Australia, ecc.) e l’emergere di nuovi poli potenziali (Cile, Brasile, Sudafrica). Chi cavalca l’onda del cambiamento
  • 8. Il posizionamento dei Paesi europei Fonte – European Innovation Scoreboard (Commissione Europea) 2013
  • 9. - USA. Strategy of American Innovation: Strategia di azione sistemica lanciato nel 2009, con finanziamenti per $100 miliardi su 10 anni mirati a massimizzare le ricadute di mercato e la competitività industriale in settori come l’energia pulita, le tecnologie IT per la salute e i veicoli innovativi. Programma Start up America: iniziativa che prevede lo stanziamento di un fondo da $1 miliardo per gli investimenti seed negli Stati Uniti amministrato dalla Small Business Investment Company (SBIC), fondo di investimento pubblico privato attivo dal 1958 in tema di innovazione. - Cina. Programma di Indigenous Innovation, lanciato nel 2009, basato su una politica di selezione all’entrata e di canalizzazione degli investimenti diretti esteri, volta a potenziare il trasferimento di competenze nelle aree a maggiore potenziale tecnologico. - Singapore. Nel marzo 2013 il Paese ha stanziato quasi 600 milioni di dollari in 3 anni per lanciare un programma di ricerca e sviluppo finalizzato a massimizzare le interazioni tra ricerca e industria sul manufacturing innovativo e sul settore aerospaziale. Alcuni esempi di grandi politiche per la R&I
  • 10. L’Ambrosetti Innosystem Index (AII)L’Ambrosetti Innosystem Index (AII)
  • 11. Ogni sistema Paese produce una performance di innovazione che impatta fortemente sull’outcome competitivo nazionale in termini di crescita, occupazione, miglioramento delle condizioni di vita. Oggi la sfida dell’innovazione non risiede più nell’implementazione di modelli di innovazione lineari che concepiscono l’output innovativo come risultato definito a partire da input quantitativi pre-determinati (investimenti, capitale umano, strutture), ma avviene a partire da ecosistemi di innovazione integrati in cui i risultati di innovazione si determinano a partire dalle interazioni tra attori chiave (accademici, istituzionali, di business) in cui la massimizzazione della velocità dei network e l’ottimizzazione dell’efficacia sono fattori critici di successo. I cluster innovativi nel mondo - 1
  • 12. Pertanto, la performance dei diversi Paesi è sempre più legata alla capacità di ogni ecosistema d’innovazione di massimizzare l’efficienza innovativa di tutti i livelli territoriali: i cluster tecnologici innovativi / hub di innovazione – a loro volta ecosistemi di innovazione locali – stanno diventando nodi sempre più fondamentali e determinanti nei risultati innovativi nazionali. I cluster innovativi, concepiti come “concentrazioni geografiche di imprese, fornitori di input e di servizi, intermediari (anche finanziari) e istituzioni di ricerca” (M. Porter, 2009) svolgono un ruolo sempre più rilevante quali catalizzatori di innovazione e centri propulsori di crescita e competitività non solo nei confronti dei Paesi di appartenenza, ma anche – quali world class knowledge producer – rispetto alle catene di produzione globali. I cluster innovativi nel mondo - 2
  • 13. L’impatto di uno dei cluster innovativi mondiali per eccellenza – la Silicon Valley – è indicativo dell’alto potenziale economico che gli hotspot di innovazione hanno nel determinare non solo l’innovazione vera e propria, ma anche la crescita, la produttività, l’impiego e il benessere su ampia scala. I cluster innovativi nel mondo - 3
  • 14. Con una popolazione di circa 3 milioni di abitanti (lo 0,9% della popolazione statunitense; l’8% di quella californiana) la regione: - produce il 12,5% dei brevetti nazionali e il 48,5% di quelli dello Stato della California; - ospita 22 aziende appartenenti al Fortune 500 (ranking delle prime 500 aziende americane per fatturato), con un fatturato complessivo di 626 miliardi di dollari (per valori simili al fatturato totale delle prime 20 aziende italiane); - attrae il 40% degli investimenti in venture capital in tutti gli Stati Uniti (il 70% di quelli californiani); - presenta livelli di reddito pro-capite di oltre il 60% superiori rispetto alla media americana ($68.000/anno vs $46.000/anno). La Silicon Valley – scenario
  • 15. - nel 2007 il 43% dei residenti dell’area aveva una laurea triennale (bachelor) o superiore (contro una media del 27% negli USA); - l’area continua a svilupparsi attraverso un processo di agglomerazione, attraendo sempre più lavoratori qualificati che favoriscono e potenziano lo spillover dell’informatica; - la Silicon Valley promuove l’afflusso da ogni parte del mondo dei migliori e dei più brillanti studenti al fine di mantenere la leadership mondiale nell’economia della conoscenza basata sull’istruzione e sulla ricerca tecnologica; - il cluster è caratterizzato dal dinamismo e dall’interazione tra università, centri di ricerca e aziende, soprattutto nel distretto industriale della contea di Santa Clara, il cuore dell’area; - ciò che rende la Silicon Valley speciale è la grande apertura nello scambio di conoscenze. L’altissima interazione tra le aziende aiuta a creare network, permettendo alle idee di fluire libere. La Silicon Valley – alcune policy
  • 16. Entrepreneurs’ persona Age 34,12 Gender (F/M) 10% | 90% Education (dropout vs. master + PhD) 1 : 2.5 Serial Entrepreneur 56% Percentage of non-technical founding teams 16% Working hours per day 9.95 Percentage of founders who lived in SV 100% Motivation (product vs. impact) 1 : 1 Customer (B2B vs. B2C) 2 : 1 Market (new vs. niche) 4 : 1 Local startup examples Google, Apple, Facebook, Twitter, Quora, AirBnb, Fonte: Startup Ecosystem Report 2012 Silicon Valley – Startup Ecosystem
  • 17. L’esempio della Silicon Valley non è oggi un fenomeno isolato. Sulla scorta delle esperienze aggregative di maggiore successo a livello mondiale, tutti i principali Paesi innovatori – consolidati ed emergenti – si stanno dotando di politiche mirate alla costruzione e allo sviluppo di cluster innovativi di eccellenza. Si tratta di aree territoriali (a geometria variabile) fortemente dinamiche dal punto di vista economico-imprenditoriale, caratterizzate da alto fermento culturale, scientifico e tecnologico, attrattività e mobilità sociale, con efficaci meccanismi di premialità e garanzia di equità nell’accesso alle opportunità. I principali cluster innovativi nel mondo - 1
  • 18. I principali cluster innovativi nel mondo - 2 Hotspot di innovazione mondiale (Fonte: Rielaborazione TEH-A)
  • 19. Le “componenti comuni” dei principali cluster innovativi nel mondo sono: - Attrazione di nuove forze (intellettuali e finanziarie); - Capacità di valorizzazione delle competenze presenti; - Produzione di novità sostanziali e discontinuità (no innovazione “imitativa”); - Capacità di creare il mercato e/o anticiparlo sui trend più rilevanti e di generare imprenditorialità diffusa; - Propensione al “rischio” di innovare (cultura diffusa dell’innovazione); - Concentrazione di infrastrutture di ricerca e sviluppo (di livello internazionale) I principali cluster innovativi nel mondo - 2
  • 20. L’ecosistema di innovazione canadese, trova il suo centro in Toronto, 11° città al mondo per potenza innovativa secondo il ranking mondiale 2012-2013 del “2 Think Now”. L’area metropolitana di Toronto ha una popolazione di 5,6 milioni di abitanti in continua crescita per un PIL di circa $327 miliardi, assimilabile a quello di Argentina, Sudafrica e Irlanda. Il settore ICT è particolarmente forte: si tratta del terzo cluster in Nord America per un totale di oltre 200.000 posti di lavoro per un fatturato (2009) di circa $52 mld. con un forte orientamento all’esportazione: il 15-20% delle vendite del settore avvengono su mercati esteri. Di grande rilevanza e forza innovativa è inoltre il settore media: anche su questo piano Toronto è il 3° hub nordamericano. Si conta che in questo settore le start up del distretto siano oltre 600. Canadian Hub di Toronto - scenario
  • 21. Il cluster punta molto anche sulle biotecnologie. Nel 2008, a partire da un consorzio di 4 università, 9 ospedali, 2 centri di ricerca specializzati è nato il MARS Technology District, che – oltre ad aggregare le realtà associate in un unico campus – investe CA$500 mil. all’anno in ricerca e sviluppo e supporta la nascita di start up e lo sviluppo di aziende nel settore dell’e-health e del biotech. L’Agenzia, legata al settore pubblico è partita con un investimento iniziale di 15 milioni di Euro. L’ecosistema è supportato dalla presenza della Toronto University, prima università del Canada secondo la classifica del Times e con politiche di attrazione dei talenti stranieri molto competitive: si stima che dei 70.000 stranieri che si trasferiscono a Toronto ogni anni, circa 30.000 venga canalizzato verso questa università. Canadian Hub di Toronto – alcune policy
  • 22. Entrepreneurs’ persona Age 35,63 Gender (F/M) 18% | 82% Education (dropout vs. master + PhD) 1 : 1.4 Serial Entrepreneur 44% Percentage of non-technical founding teams 17% Working hours per day 8.69 Percentage of founders who lived in SV 31% Motivation (product vs. impact) 1.1 : 1 Customer (B2B vs. B2C) 3 : 1 Market (new vs. niche) 3.2 : 1 Local startup examples Wave Accounting, FreshBooks, Achievers, Polar Mobile, Idee Fonte: Startup Ecosystem Report 2012 Toronto Hub – Startup Ecosystem
  • 23. La Silicon Wadi è la striscia di terra che unisce la città di Tel Aviv alle cittadine di Ra’anana, Petah Tikva, Herzliya e con il centro accademico di Rehovot. E’ considerata la seconda area del mondo per innovazione dopo la Silicon Valley. Tra le innovazioni di livello mondiale elaborate in quest’o cluster spiccano strumenti oggi di uso comune, come la tecnologia dell’instant messaging (oggi diffusa su qualsiasi computer) e cellulare, il wireless e le chiavette USB. Sono 5.000 le start-up attive nel polo hi-tech di Tel Aviv (un “esercito tecnologico”). Nella Silicon Wadi il fatturato aggregato del 2012 era pari a 4 miliardi di dollari, quasi il 2% del PIL israeliano. Facilità nel reperimento di risorse finanziarie attraverso il capitale di rischio (venture capital). Presenza di n. 25 incubatori aziendali. La Silicon Wadi - scenario
  • 24. Spinte dalle politiche di facilitazione messe a punto per gli investitori esteri, numerose multinazionali mondiali hanno aperto centri di ricerca nella zona. Tra queste è possibile citare: Intel, IBM, Google, Hewlett-Packard, Philips, Cisco Systems, Oracle Corporation, SAP, BMC Software, Microsoft, Motorola and CA, nonché diverse società israeliane come Zoran Corporation, CEVA, Inc., Aladdin Knowledge Systems, NICE Systems, Horizon Semiconductors, RAD Data Communications, Radware, Tadiran Telecom, Radvision, Check Point Software Technologies, Amdocs, Babylon Ltd., Elbit, Israel Aerospace Industries. L’apertura verso l’estero è forte anche nei confronti di nuovi attori della scena innovativa globale. Nell’aprile 2013 il gruppo di automotive indiano TATA ha siglato un MOU con l’università di Tel Aviv che prevede un investimento da parte del gigante indiano di oltre 20 milioni di dollari in un fondo che investa in breakthrough technologies. La Silicon Wadi – alcune policy
  • 25. Entrepreneurs’ persona Age 36,16 Gender (F/M) 9% | 91% Education (dropout vs. master + PhD) 1 : 2.33 Serial Entrepreneur 47% Percentage of non-technical founding teams 11% Working hours per day 9.42 Percentage of founders who lived in SW 13% Motivation (product vs. impact) 1.5 : 1 Customer (B2B vs. B2C) 1.6 : 1 Market (new vs. niche) 4 :1 Local startup examples Mirabilies, Babylon, SunDisk, Jajah, Fring, Waze Fonte: Startup Ecosystem Report 2012 Silicon Wadi – Startup Ecosystem
  • 26. Singapore ha una popolazione di soli 5 milioni di abitanti di cui il 42% in provenienza dall’estero. È un centro finanziario con l’economia sempre più in crescita e il reddito pro-capite più alto del mondo. L’area ha avuto molto successo nell’attrarre IDE dall’estero; ad oggi sono più di 3.000 le Multinazionali internazionali con sede sull’isola. L’area di Singapore è tra i primi produttori di conoscenza nel mondo con 26,2 brevetti per abitante. Presenta alti livelli di finanziamento della ricerca con buona capacità di attrazione di Venture Capital. Ha un pool di competenze estremamente mobile e in questo senso risulta molto attrattiva per gli studenti stranieri, come dimostrato dal tasso di mobilità netto, fortemente tendente all’ingresso di nuove risorse umane e studentesche. Singapore - scenario
  • 27. Il successo innovativo dell’area è stato fortemente legato a un sistema di governance particolarmente efficiente e strutturato che si basa sulle interrelazioni tra Ministeri competenti e Agenzia dalla forte vocazione specialistica. Tra gli attori principali coinvolti nel processo è possibile infatti citare: - Spring: Agenzia per lo sviluppo delle imprese locali - Astar: Agenzia per la scienza, la tecnologia e la ricerca - EPTL: ramo di commercializzazione dei ritrovati di Astar*, - Singapore Economic Development Board: organo strategico di sviluppo che definisce le strategie di lungo periodo d - International Enterprise Singapore: organo che si occupa delle politiche di attrazione internazionale dell’ecosistema. Gli enti citati agiscono in un’ottica integrata sui settori di volta in volta identificati come strategici dal governo. Singapore - policy
  • 28. Entrepreneurs’ persona Age 33,35 Gender (F/M) 5% | 95% Education (dropout vs. master + PhD) 1 : 6 Serial Entrepreneur 32% Percentage of non-technical founding teams 26% Working hours per day 11,00 Percentage of founders who lived in SV 33% Motivation (product vs. impact) 1 : 1 Customer (B2B vs. B2C) 2 : 1 Market (new vs. niche) 1,4 : 1 Local startup examples Mig33, Viki, Zopim, Bubble Motion, Buzz City, Tencube Fonte: Startup Ecosystem Report 2012 Singapore – Startup Ecosystem
  • 29. E’ fondamentale: - contrastare l’eccessiva frammentazione e duplicazione degli investimenti pubblici in ricerca ed innovazione; - spendere le risorse più efficacemente mirando ad una massa critica di competenze correlate. Si rimanda a: Comunicazione della Commissione Europea, Europa 2020. Iniziativa faro UNIONE DELL’INNOVAZIONE - COM(2010) 546 Iniziativa Faro “Unione dell’Innovazione”
  • 30. La Smart Specialization Strategy - 1 La C.E. ha elaborato una proposta integrata tra il P.Q. Horizon 2020 e i Fondi Strutturali, attualmente in discussione al Consiglio e al Parlamento. Le sinergie tra Horizon 2020 e la Politica di Coesione si espliciteranno sia a livello di progettazione dei programmi, sia nel momento dell’attuazione operativa. E’ previsto un comune periodo di programmazione di 7 anni basato su finalità strategiche condivise. Saranno armonizzate le regole che stabiliscono l’eleggibilità dei costi. E sarà possibile integrare i finanziamenti provenienti dai due programmi. Un’altra novità riguarda la semplificazione delle procedure di accesso ai programmi di ricerca.
  • 31. La Smart Specialization Strategy - 2 Obiettivo: trasformare l’Europa entro il 2020 in un’economia basata sulla conoscenza come unica alternativa al declino. - C’è un’attenzione specifica sulle sfide sociali che l’Unione Europea dovrà affrontare, come la salute, l’energia pulita e il trasporto sostenibile. - Al centro c’è la RIS3 che deve sostenere le Regioni nel definire strategie di sviluppo in grado di identificare le aree e i temi prioritari su cui concentrare, attraverso un approccio di sistema, gli interventi locali, regionali, nazionali ed europei. - La RIS3 intende rispondere a tre questioni chiave: a. come evitare la frammentazione e mettere a sistema gli sforzi in materia di sostegno all’innovazione; b. in quale modo scoraggiare la tendenza alla replica di specializzazioni in campi analoghi; c. con quali criteri sviluppare strategie d’innovazione realiste ed attuabili nelle regioni meno avanzate.
  • 32. La sfide sociali La risposta della R&I alle sfide sociali sarà uno degli aspetti maggiormente qualificanti del nuovo ciclo di Programmazione (2014-2020). Infatti, qualunque ipotesi di sviluppo e di miglioramento della competitività deve prevedere l’incremento delle condizioni di vita dei cittadini, della loro salute e del loro benessere, in una prospettiva di visione del presente strettamente connessa con il futuro.
  • 33. Negli ultimi anni la capacità del sistema dell’innovazione regionale di investire in ricerca industriale e sviluppo sperimentale è notevolmente aumentata: - in termini di quantità di investimenti pubblici e privati; - di elaborazione di piani di sviluppo da parte  del sistema pubblico della ricerca e delle sue infrastrutture  di grandi, medie e piccole imprese  di start up tecnologiche  di aggregazioni pubblico-private (i distretti produttivi riconosciuti ai sensi della L.R. 23/2007 e i distretti tecnologici riconosciuti nell’ambito del PON Ricerca e Competitività). Il SIR pugliese
  • 34. Alcuni numeri del SIR - 1 Un sistema in crescita – Spese e Addetti R&S Periodo 2004-2010 PUGLIA MEZZOGIORNO ITALIA Spesa in R&S intra-muros + 32,09% + 12,74% + 28,67% Addetti R&S + 21,19% + 10,28% + 37,56% Anni PUGLIA MEZZOG. ITALIA Spesa in R&S in % sul V.A. 2004 0,68 0,92 1,19 2010 0,93 1,05 1,53 Variazione % + 35,17 + 15,03 + 28,40 Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT - 1. La R&S in Italia, 12-12-2012 ; 2. Conti Economici Regionali
  • 35. Alcuni numeri del SIR - 2 Un sistema in crescita – Le Spin-Off accademiche Anni Numero Spin-Off pugliesi Peso % sul totale Spin-Off italiane Fatturato aggregato medio 2005 7 1,6 n.d. 2011 79 8,0 3 mln € Variazione % + 1.029% + 400% - - - - Fonte: ns. elaborazioni sui dati dei Rapporti annuali NETVAL
  • 36. Alcuni numeri del SIR - 3 Un sistema in crescita – I Brevetti Domande di brevetti pugliesi depositate presso l’UIBM Anno 2000 Anno 2005 Anno 2011 Numero 70 79 118 Var % rispetto al riferimento precedente - + 12,8% + 49,4% Fonte: ns. elaborazioni su dati 1. UIBM; 2. EPO Domande di brevetti pugliesi depositate presso l’EPO Triennio 2003-2005 Triennio 2006-2008 Var % Numero 153 180 + 17,6
  • 37. Alcuni numeri del SIR - 4 Un sistema in crescita – Le pubblicazioni scientifiche (Database “Scopus”) Anni Anno 2005 Anno 2011 Var. % Numero pubblicazioni pugliesi 1.700 2.900 + 70,6 Fonte: ns. elaborazioni su dati del Rapporto Tecnico per l’ARTI del 14-11-2012, a cura di Federico Munari
  • 38. Innovation Scoreboard - 1 Innovation Scoreboard della Regione Puglia – Indice di innovazione regionale Posizione Regione Indice di Innovazione Regionale 1 Lazio 0,711 2 Emilia-Romagna 0,703 3 Lombardia 0,679 4 Friuli-Venezia Giulia 0,660 5 Piemonte 0,650 6 Trentino-Alto Adige 0,621 7 Veneto 0,615 8 Umbria 0,522 9 Marche 0,493 10 Toscana 0,429 11 Liguria 0,425 12 Puglia 0,423 13 Basilicata 0,394 14 Abruzzo 0,389 15 Valle d'Aosta 0,347 16 Campania 0,330 17 Sardegna 0,324 18 Sicilia 0,290 19 Molise 0,281 20 Calabria 0,214 Anno di riferimento degli indicatori NON CIS: 2009. Anno di riferimento degli indicatori CIS: triennio 2006-2008. La CIS (Community Innovation Survey) è un’indagine promossa da Eurostat
  • 39. Innovation Scoreboard - 2 Scoreboard Puglia 2012 Scoreboard Pro Inno Europe 2009
  • 40. Le risorse programmate per l’Innovazione Macro categoria Cod Risorse FESR Risorse FSE Subtotale 1 50,00 2 - 3 40,00 4 131,00 6 520,00 7 50,00 9 80,00 74 174,00 1.045,00 5 230,00 68 100,00 45,00 375,00 62 - 63,00 63 - 15,00 64 - 25,00 103,00 11 100,00 12 20,00 13 70,00 14 30,00 15 20,00 240,00 TOTALE 1.441,00 322,00 1.763,00 Risorse Fondi Strutturali POR Puglia 2007-2013 Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione Imprenditorialità Capitale umano Società dell'informazione
  • 41. OBIETTIVO La finalità dell’intervento è quella di stimolare tutti gli attori del SIR a superare i confini delle loro traiettorie tecnologiche individuali per realizzare luoghi virtuali in cui implementare filiere tecnologiche integrate con le seguenti caratteristiche: 1. che incrocino i fabbisogni regionali di innovazione connessi alle seguenti cinque sfide sociali: - Città e territori sostenibili; - Salute, benessere e dinamiche socio-culturali; - Energia sostenibile; - Industria creativa (e sviluppo culturale); - Sicurezza alimentare e agricoltura sostenibile. Il Bando Cluster Tecnologici Regionali - 1
  • 42. OBIETTIVO La finalità dell’intervento è quella di stimolare tutti gli attori del SIR a superare i confini delle loro traiettorie tecnologiche individuali per realizzare luoghi virtuali in cui implementare filiere tecnologiche integrate con le seguenti caratteristiche: 2. che siano focalizzate su Tecnologie Chiave Abilitanti ovvero Key EnablingTechnologies (KETs) di interesse collettivo; 3. che offrano interessanti prospettive di sviluppo sui mercati nazionali e internazionali a masse critiche di competenze in grado di configurare nuove specializzazioni di competenze integrabili, in un’ottica di filiera lunga, con i Cluster Tecnologici Nazionali Il Bando Cluster Tecnologici Regionali - 2
  • 43. Le Tecnologie Chiave Abilitanti sono caratterizzate da: - alta intensità di conoscenza; - elevata intensità di R&S; - cicli d'innovazione rapidi; - consistenti spese di investimento; - posti di lavoro altamente qualificati.  Rendono possibile l'innovazione nei processi, nei beni e nei servizi in tutti i settori economici e hanno quindi rilevanza sistemica.  Sono multidisciplinari, interessano tecnologie di diversi settori e tendono a convergere e ad integrarsi.  Possono aiutare i leader nelle tecnologie di altri settori a trarre il massimo vantaggio dalle loro attività di ricerca. Le KETs
  • 44. Le KETs indicate nella scheda preliminare dell’Avviso rappresentano il primo risultato di un percorso condiviso e partecipato attivato da Luglio 2013 attraverso l’ARTI (Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione) con la consultazione degli stakeholders regionali (centri di ricerca, Università, Distretti tecnologici, Distretti Produttivi e Imprese) e potrà essere arricchito con eventuali nuovi contributi. Al 18.01.2014 l’ARTI ha raccolto 224 schede tecniche che rappresentano ben 103 stakeholders regionali. L’Agenzia sta provvedendo all’analisi e all’elaborazione dei dati con l’obiettivo di fornire un contributo determinante per la S3 della Regione Puglia. Le KETs pugliesi
  • 45. I progetti candidati dovranno riguardare l’utilizzo di tecnologie abilitanti riportate nei seguenti ambiti: 1.Micro e Nanoelettronica; 2.Nanotecnologie; 3.Biotecnologie; 4.Materiali avanzati; 5.Produzione e trasformazione avanzate. Gli ambiti delle KETs
  • 46. La Regione Puglia, con il futuro Avviso, incentiva la realizzazione di progetti di ricerca cooperativa tra imprese e Organismi di ricerca riconducibili ad una o entrambe le seguenti due linee di intervento: a. Ricerca industriale (RI), b. Sviluppo sperimentale (SS). Non sono ammissibili le modifiche di routine o le modifiche periodiche apportate a prodotti, linee di produzione, processi di fabbricazione, servizi esistenti e altre operazioni in corso, anche quando tali modifiche rappresentino miglioramenti. Le proposte progettuali che includeranno la predisposizione di un dispositivo dimostrativo fruibile e accessibile dai potenziali utenti connessi alle sfide sociali target beneficeranno di premialità. I progetti candidabili
  • 47. I progetti dovranno prevedere un Raggruppamento che deve comprendere almeno 3 (tre) PMI ed un Organismo di ricerca. Il ruolo di soggetto capofila e coordinatore del progetto del Raggruppamento dovrà essere ricoperto da una PMI. Il soggetto capofila, scelto tra i co-proponenti, o l’organo comune nell’ipotesi di reti di imprese, assumerà la funzione di coordinamento del progetto e di interfaccia con la Regione Puglia per ogni adempimento burocratico - amministrativo previsto in attuazione del progetto. I Soggetti proponenti
  • 48. I soggetti beneficiari dell’aiuto previsto dal bando sono: a. le Piccole e Medie Imprese (PMI); b. gli Organismi di ricerca. I soggetti beneficiari devono essere organizzati in rete, attraverso una delle seguenti forme di raggruppamento: a. Raggruppamenti strutturati secondo la forma giuridica di Associazioni Temporanee di Scopo (A.T.S.); b. Raggruppamenti strutturati secondo la forma giuridica di contratti di rete, nei limiti previsti dalla Legge 3 del 2009 e s.m.i.; c. Raggruppamenti strutturati secondo la forma giuridica di Consorzio o Società consortile. I beneficiari dell’aiuto - 1
  • 49. Nel caso dei Raggruppamenti di tipo “c”, essi devono soddisfare una delle seguenti condizioni: - qualora al progetto da realizzare partecipino tutti o alcuni delle PMI o degli Organismi di ricerca aderenti al consorzio ed espressamente indicati nella domanda di contributo; - qualora il consorzio realizzi, con proprie strutture e proprio patrimonio, il progetto in A.T.S. con altri soggetti non aderenti al consorzio stesso. I beneficiari dell’aiuto - 2
  • 50. Le PMI devono sostenere spese per un valore complessivo compreso tra un minimo del 50% e un massimo del 90% dei costi totali ammissibili del progetto. Gli organismi di ricerca devono sostenere spese per un valore complessivo compreso tra un minimo del 10% e un massimo del 50% dei costi totali ammissibili del progetto. L'organismo di ricerca deve avere il diritto di pubblicare i risultati dei progetti di ricerca nella misura in cui derivino da ricerche da esso svolte. I Beneficiari devono avere sede operativa in Puglia ed avere almeno un bilancio approvato. I beneficiari dell’aiuto - 3
  • 51. Gli aiuti di cui al presente bando sono erogati in forma di contributi in conto impianti. Per le Imprese, l’intensità di aiuto, calcolata in base ai costi valutati ammissibili, vista la collaborazione effettiva con un organismo di ricerca che sostenga almeno il 10% dei costi ammissibili e che abbia il diritto di pubblicare i risultati della ricerca, non può superare le percentuali di contribuzione di seguito specificate, calcolate rispetto ai costi valutati ammissibili: a) il 65% per attività di ricerca industriale per le micro, piccole e medie imprese; b) il 50% per attività di sviluppo sperimentale in favore delle micro e piccole imprese e il 40% in favore delle medie imprese. Tipologia e intensità dell’aiuto - 1
  • 52. Le aliquote di cui ai punti a) e b) precedenti sono incrementabili del 10% nel caso in cui siano soddisfatte le seguenti condizioni: 1. il progetto preveda il coinvolgimento di potenziali utenti connessi alle sfide sociali target; 2. sia prevista la realizzazione di un dispositivo dimostrativo dei risultati raggiunti, fruibile e accessibile dai potenziali utenti connessi alle sfide sociali target; 3. sia prevista ed effettuata una specifica attività di dimostrazione pubblica del dispositivo dimostrativo. Tipologia e intensità dell’aiuto - 2
  • 53. Per gli Organismi di ricerca l’intensità d’aiuto è pari a quella massima applicabile tra le imprese partecipanti al Raggruppamento. Il costo minimo per singolo progetto candidato è di € 500.000,00 (cinquecentomila). Il contributo massimo per singolo progetto è pari a € 2.500.000,00 (duemilionicinquecentomila). Tipologia e intensità dell’aiuto - 3
  • 54. I progetti ammessi a finanziamento avranno una durata massima di 24 mesi a partire dalla concessione del contributo. Durata delle attività progettuali
  • 55. L’istruttoria di valutazione della candidatura di ammissione alle agevolazioni sarà di tipo “APERTO” in funzione dell’ordine di arrivo alla Regione delle PEC di candidatura e verrà effettuata con cadenza periodica mensile fino ad esaurimento delle risorse disponibili. La selezione sarà affidata ad esperti indipendenti nazionali. Modalità dell’istruttoria
  • 56. Il cofinanziamento dei progetti viene assicurato dalla Regione Puglia mediante le risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2007-2013 “Programma regionale a sostegno della specializzazione intelligente”, coerentemente con il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, P.O. 2007-2013 - Obiettivo Convergenza - Asse I – Linea Intervento 1.2 - Azione 1.2.4. Le risorse finanziarie complessive previste per il presente Bando corrispondono a € 36.260.000,00 Disponibilità finanziaria
  • 57. La Misura è promossa dalla Regione Puglia, Area Politiche per lo Sviluppo, il Lavoro e l’Innovazione, Servizio Ricerca Industriale e Innovazione, che si avvale della propria società in house InnovaPuglia SpA per la gestione e l’attuazione delle attività. Attuazione
  • 58. La Consultazione Pubblica è stata attiva nella sezione Cluster Tecnologici Regionali del portale Sistema Puglia della Regione Puglia (http://www.sistema.puglia.it) fino al 20.01.2014. Per le informazioni di dettaglio si consulti lo spazio web al link: http://www.sistema.puglia.it/SistemaPuglia/cluster Consultazione Pubblica