1. Estratto dal sito
www.ilfuturomigliore.org
LA PROFEZIA DI GABRIELE PER IL 2015
sergio benassai
1. Il manoscritto e l’autore
La “Profezia di Gabriele” è un manoscritto del (si presume) XV secolo, del quale non esiste
l’originale, ma solo una copia databile alla prima metà del XVI secolo, che era posseduta da Paolo
Giustiniani.
La copia posseduta da Paolo Giustiniani, l’unico testo al quale si può far riferimento, non contiene
alcuna indicazione relativa all’autore, se non appunto il nome Gabriele nel titolo.
Dovendosi ritenere che l’autore fosse sicuramente un uomo di religione, e di elevata cultura, e,
ritengo, di una certa notorietà, per essere stato oggetto di interesse da parte di Paolo Giustiniani, mi
sento di avanzare l’ipotesi che il Gabriele della profezia possa essere identificato in Gabriele Sforza
(1423 –1457), l’arcivescovo di Milano che la chiesa cattolica venera come beato e giudicato come
uomo dotato di ottima cultura.
Nell’azzardare questa ipotesi (peraltro senza alcun altro fondamento) mi rendo comunque conto
che, essendo stato portato a conoscenza soltanto del testo della profezia relativa all’anno 2015
(come spiegherò nel seguito), non ho elementi disponibili per una accurata analisi del testo
completo, né d’altra parte posso vantare conoscenze letterarie e specialistiche in grado di associare
il testo ad una ben precisa epoca, ad uno specifico contesto.
2. La storia presunta
Paolo Giustiniani, nato il 15 giugno 1476 da una famiglia di nobili veneziani, dopo aver
frequentato a Padova i corsi universitari di filosofia e teologia, nel 1507 decise di dedicarsi
esclusivamente allo studio delle lettere sacre, fece voto di castità e, dopo un viaggio in Terrasanta,
decise di abbracciare la vita eremitica e nel 1510 divenne novizio camaldolese.
2. Nella sua opera più importante il “Libellus ad Leonem X” Giustiniani sosteneva la necessità di una
riforma dell’ordine, in previsione di una nuova era caratterizzata da una rinnovata vita religiosa dei
cristiani, dalla riunione del cristianesimo occidentale e di quello orientale e dalla conversione di
ebrei e musulmani.
E’ forse in questo accento un po’ millenaristico della sua visione, in questa attenzione anche alle
altre religioni, e, certamente, anche nella sua grande cultura classica, che può trovare giustificazione
il possesso di una copia della “Profezia di Gabriele”, sulla prima pagina della quale si può leggere
“Hoc autem est proprietas Pauli Justiniani”.
Questa copia, alla morte di Paolo Giustiniani nell’eremo di S. Silvestro sul monte Soratte, fu
trasferita dalla piccola biblioteca dell’eremo di S. Silvestro all’eremo del Monte Corona, dove
aveva sede la Congregazione camaldolese fondata dallo stesso Giustiniani.
Quando poi, secoli dopo, l’eremo di Monte Corona dovette essere abbandonato in conseguenza del
decreto del 3 gennaio 1861 del commissario generale per le Marche, che sopprimeva le
corporazioni religiose, la gran parte della documentazione dell’eremo di Monte Corona, ivi
compresi i manoscritti di Paolo Giustiniani, fu trasferita al sacro eremo Tuscolano a Monteporzio
Catone.
Ma la copia della “Profezia di Gabriele” non è presente nella biblioteca dell’eremo Tuscolano.
Ma allora è davvero mai esistita una tale copia ? E, se sì, dove si trova ?
3. La risposta
Sull’esistenza di tale copia non dovrebbero esserci dubbi.
Essa infatti risulta citata nell’elenco predisposto dal bibliotecario dell’eremo di Monte Corona a
seguito del già citato decreto.
Ma perché allora non è presente nella biblioteca dell’eremo Tuscolano ?
Si possono avanzare in proposito diverse ipotesi: da quella di uno smarrimento a quella di un furto,
da quella di una vendita all’asta (una via scelta in alcuni casi per far fronte alle sopravvenute
difficoltà economiche) a quella di un trasferimento ad un’altra destinazione ove potrebbe giacere
insieme a centinaia di altri manoscritti ancora non catalogati.
Finora non c’era però alcun indizio che potesse far privilegiare un’ipotesi piuttosto che un’altra.
Tuttavia adesso il mistero ha trovato la sua soluzione.
Su un sito web dedicato agli esperti e agli appassionati di profezie è stato aperto un forum dedicato
alla profezia di Gabriele. In questo caso però si tratta di una stele, rinvenuta qualche anno fa in
prossimità del Mar Morto, nell’area ove erano già stati ritrovate le famose pergamene ormai note
come “i rotoli del Mar Morto”. Su questa stele è inciso un testo in aramaico nel quale l’Arcangelo
Gabriele sembra profetizzare l’avvento di Gesù.
Fra i non numerosi interventi pubblicati sul forum vi è stato quello di “piccolo giusto” che
informava dell’esistenza di un’altra profezia di Gabriele (non dell’Arcangelo Gabriele), citando
appunto la “Profezia di Gabriele” della quale stiamo parlando, sostenendo inoltre di essere in
possesso della copia di Paolo Giustiniani (di qui il suo nickname “piccolo giusto”).
Incuriosito dell’intervento, dopo essermi documentato su Paolo Giustiniani, ho contattato “piccolo
giusto” che mi ha fornito la seguente spiegazione:
3. “La mia famiglia è originaria delle Marche, e un mio antenato, nel 1861, era impiegato presso
l’ufficio del Commissario Generale delle Marche. Fra i suoi incarichi vi era quello di vigilare
sull’applicazione del decreto che sopprimeva le corporazioni religiose. Nello svolgimento del suo
incarico si trovò a seguire l’inventario dei beni dell’eremo di Monte Corona. Scorrendo gli elenchi
della biblioteca rimase incuriosito dal titolo di un manoscritto “Profezia di Gabriele”; una
curiosità molto forte dal momento che il suo nome era Gabriele e che, per la sua capacità (derivata
peraltro da una lunga esperienza di contatti sia con la gente comune che con i funzionari del
Regno) di prevedere certi sviluppi della realtà locale e nazionale, era stato soprannominato “il
profeta”. Insomma, in conclusione, si impadronì del manoscritto e se lo portò a casa. E, da allora,
nella mia famiglia, ogni capodanno si apre la “Profezia di Gabriele” per leggere la profezia
relativa all’anno che inizia e che, in genere, appare piuttosto realistica o, perlomeno, interpretabile
come tale.”
A conferma di tutto ciò il 13 gennaio 2015 “piccolo giusto” mi ha inviato il testo relativo appunto
alla profezia per l’anno 2015, che di seguito riproduco.
4. La profezia per l’anno 2015
Come dissesi,dallo anno 2000fue l’incipit della preparazione alla Apocalisse che addiverrà nello
anno 2050.
Et lo 2015 segni evidenti perciocché apporterà.
In chilla regioneladdove Europa et Asia si toccano sarà stridiodi armi et conterannosinumerevoli
vittime,homini et donne et infanti,cosi sia cosa che come fue nelli scorsi secoli che orde asiatiche
ancora sulla fertile Europa il lorogiogo apportarono. Et come adilli tempili europei eserciti poco
poteranno essendo che,ben più di allora,non più adusi saranno a fronteggiar li rapidi movimenti
et la audacia et la crudeltà et la feroce volontà delle asiatiche orde.
Nello Medio d’Oriente zuffe et morti si conteranno,per la causa delli scontri fra li discendenti di
Abramo, con ciò si dicano invero et li cristiani et li ebrei traditori di Gesù, lo figlio di Dio, et li
sanguinari adepti dello falso profeta Muhammad.
Li quali ultimi, li sopradetti adepti dello falso profeta, invero novamente moveranno armati ad
rinnovellare le gesta dei loro antenati che, già è qualche centinaia de anni, lo dominio loro
portarono dalla India alla africana Berberia. Ancora una volta lo loro santa guerra verrà
proclamata et audaci imprese anchenella Europa istessa compiutesaranno, laonde li di ciò autori
possano adire allo loro falso paradiso di giardini e di vergini.
Mentre il popolo,che da sé eletto si proclama, dallo isolato fortino che decenni orsono costrussero,
invierà pattuglie corsare et lancerà pietre et palle di fuoco ad impedire che lo loro fortino
avvicinato possa essere dalli sopradetti adepti.
Nello invero lontanoOriente lo novellato et immenso impero dei Kan grandemente allungherà lo
suo potere,possente comeè che è addivenuto,per le sue ricchezze di spezie, di rari minerali et per
lo innumerevole numero degli habitanti suoi.
4. Le nuove terre,già profetate per l’anno Domini 1492, pur se non rinunciando a restare contente
delle ricchezze loro, ma non avendo lasciato perire il ricordo della lor comunanza con l’ Europa
cristiana,ausilio daranno all’Europa (ormai imbelleda cinquanta et più annate), ma, incombente
la maledizione del Signoreper la avidità delli habitanti di desse terre, invero niuna strategia allo
scopo profittevole riusciranno a porre in campo.
Né niuno aiuto potrà allordunque arrivaredalle miseregenti che l’Africa inhabitano, ove ancora,
assente la sacra cristiana dottrina, superstizioni et lotte tribali continueranno a segnare una
tragica realtà.
Et grandi movimenti di genti addiveranno, lo fine essendo quello di sfuggire alle tragedie loro,
cosicché vederannosimultitudini di barche et cammelli et carri, di persone ben carichi, che ausilio
cercar andranno verso la misera et imbelle Europa.
La qual Europa, peraltro dilaniata per le diatribe delli potentati che allo solo lucro (a dire valsi
allordunque la smisurata ricerca di immaniprofittabilità)volgonoli pensieri loro,nella sua imbelle
incertezza inutilmente si cimenterà in una soluzione ricercare.
Conciosiacosacché ecco allordunque manifestarsi lo prodromo della Apocalisse futura.
Et cosa allora farà la Chiesa di Cristo,già pietra angolaredi Pietro,ma,anche,che Nostro Signore
li peccati nostri perdonar possa, sentina di vizi et potere ?
Vi sarà, come Dio volle, uno nostro Pontefice che ancora indicherà lo cammino da Gesù Cristo,
Nostro Signore, indicato, valsi a dire lo ritorno allo messaggio degli Evangeli. Ma sarà solo un
buon pastore di malvagie greggi di pecore. Et vicina sarà la sua fine et dello suo messaggio.
Ma cosa dicere si puole delle triste condizioni in questo anno della povera Italia nostra ?
Come già ebbesi luogo di vedere nelli anni passati, le italiche genti ancora e pervicacemente li
sforzi loro porranno nella direzione dello pensare allo proprio ben stare. E delle generali sorti
dell’istesso loro paese (per non dire dello intero mondo) ben poco si faranno cura, essendo loro
profondo pensiero che li governanti sempresiano malvagi e al loro solointeresse attenti, per lo cui
non valsi la pena di pensare a come possibil sia la situazione cambiare.
Laonde per cui ancora li probi et li honesti et li veri cristiani invano ad ricercare andranno uno
novo costume et admirevoli azioni.
Et altri segni della venenda Apocalisse si produranno.
Nuovi idoli saranno adorati, prodotti nei laboratori infernali, laddove lo dono divino
dell’intelligenza piegato fu, già negli anni che furono, alla inventione et facitura di inutili et
pericolosi strumentiper comunicare,volti a rubareil tempo alleopre laboriose et agli affetti et alla
preghiera, con lo che lo intero mondo sarà un vano turbinare di miseri messaggi.
Financo la natura,et li corsi d’acqua,testimonianza darannodella prossima Apocalisse, li umani
affliggendo con scotimenti di terra et nubi di polvere et inondazioni.
5. Et se pur saravvi comunque uno efforzo di movimenti che a quanto suddetto di opporsi tenterà,
niuno sensibilcambiamentonello precipitareverso l’abissodella fine del mondo questo annopotria
vedere.
5. La profezia è solo una storia che si ripete
Qualcuna/o potrebbe rimanere impressionata/o dalla presunta corrispondenza fra la “Profezia di
Daniele” e gli eventi che stanno cominciando a susseguirsi in questo inizio dell’anno 2015.
Come non cogliere le coincidenze tra quanto contenuto nella profezia e quello che si sta
verificando ?
La guerra in Ucraina, lo stato islamico che arriva alla Libia, gli attentati in Europa di fanatici
islamici, l’ascesa della Cina, papa Francesco, l’irrisolto conflitto israelo-palestinese, la situazione
italiana, ecc.
Eppure forse le stesse cose, o simili, si potrebbero dire per molti degli anni trascorsi dal XV secolo,
dalla stesura della “Profezia di Gabriele”.
Non voglio banalizzare, ma spesso, non sempre, purtroppo, la storia si ripete.
Allora non c’è speranza di cambiare ?
Mettiamola in un altro modo: un mondo diverso e migliore è pensabile. Non so sia realizzabile o no,
ma sicuramente a quello dobbiamo puntare.
6. Ma dov’è la verità ?
Ma davvero “piccolo giusto” possiede la copia della “Profezia di Daniele” di Paolo Giustiniani ?
E il testo che mi ha inviato è davvero quello che c’è scritto in tale manoscritto ?
Esiste quel manoscritto ?
E, soprattutto, vi sto dicendo la verità ?