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C’era una volta una formichina che nacque con una strana
macchia sul petto: un cuore tutto rosso. La notte il cuore si
illuminava emanando una calda luce rosata.




Le formiche del suo formicaio, siccome non accettavano la sua
diversità, la allontanavano con mille scuse. D’inverno la
mandavano a cercare le fragole, d’estate volevano che tornasse
con pezzetti di fungo, in primavera con un chicco di grandine. La
poverina si allontanava sempre più dal formicaio per trovare
quello che le sue sorelle le chiedevano, ma tornava stanca e delusa
mentre le altre ridevano e la prendevano in giro.


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Un giorno d’autunno, durante una delle sue spedizioni, si alzò un
vento fortissimo che la sollevò in aria trasportandola molto
lontano. Durante il volo riuscì ad afferrare un grande foglia che,
come lei, viaggiava nell’aria.
Il vento cessò e la foglia scese lentamente con la formica attaccata
al suo picciolo.




Il piccolo insetto, ormai in salvo sotto la foglia, ne alzò un lembo e
sbirciò per capire dove si trovava. Niente le era familiare, né un
albero, né un cespuglio, né un odore: quello non era il suo prato.




                                                                     2
Ad un tratto udì un leggero rumore che si avvicinava nella sua
direzione e, impaurita, si nascose sotto la foglia. Sentì che questa
veniva sollevata e che qualcuno vi si infilava sotto. Dal terrore
non riusciva a muovere neppure una zampina, nemmeno a
respirare. Poi percepì un bofonchiare sommesso e capì che
l’essere misterioso si era addormentato.

                                                        ZZZZZ
                                                        ZZ Z Z
  CHE                                                   Z .......
  PAURA




Piano piano tentò di scivolare fuori dalla foglia ma questa,
siccome era secca, scricchiolò svegliando l’essere misterioso. Sia
la formichina che lo strano essere cacciarono un urlo e fuggirono
fuori dalla foglia.
All’esterno era ormai calata la notte e tutto era immerso
nell’oscurità, ma qualcosa palpitava, anzi due cose: due piccole
luci soffuse.
Una era di un bel colore caldo, l’altra mandava bagliori blu ed
entrambe le luci erano a forma di cuore.




                                                                       3
La formichina sapeva bene che la luce rossa proveniva dalla
macchia che aveva sul petto, ma l’altra luce? C’era forse qualcuno
che, come lei, aveva un cuore luminoso?
Si avvicinò attratta dalla luce blu e si trovò di fronte
una...........formica, uguale a lei e che, proprio come lei, era
spaventata e meravigliata.




   OOH
    !
                                                         ?




                                                                 4
La grande emozione che provavano impediva loro di parlare ma,
senza accorgersene, camminando l’una accanto all’altra tornarono
indietro. La luna le guidava verso la foglia e, quando la
raggiunsero, si rifugiarono sotto, si sdraiarono vicine e si
addormentarono serene.




Quella notte una luce mai vista illuminò il prato, proveniva da
una piccola foglia secca; una luce di tre colori: rossa, blu e
violetta.



             zzzzzzzz
                                        ZZZZZZ




Al mattino le due formiche si svegliarono con una fame nuova: la
curiosità!



                                                                   5
La formica dal cuore rosso disse: - Ciao, come ti chiami? Il mio
nome è Ar. Vengo da molto lontano, è stato il vento a portarmi
qui, ma tanto nessuno mi cercherà e a nessuna sorella del mio
formicaio mancherò.....-
Mentre parlava la sua espressione si fece sempre più triste ed una
lacrima le scivolò sul petto fino a raggiungere il cuore luminoso.
La formica dal cuore blu non aveva capito neppure una parola, ma
vide quella piccola lacrima e percepì la solitudine della formica
dal cuore rosso.
Allungò una zampina, toccò il cuoricino di quella che ormai era la
sua compagna e parlò: - Knokn kho kapikto knienkte, ksolok, ktik
kpregok, knokn kessekrek ktrikstek!-



                                           KNOKN
                                           KESSEKREK
                                           KTRIKSTEK
                                                   T
       !                                           R
     IF !
   SN IF
                                                   A
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                                                   O
                                                   N
                                                   E




                                                 NON
                                                ESSERE
                                                TRISTE!




                                                                 6
La formicuzza dal cuore rosso comprese allora che, venendo da
formicai diversi, parlavano una lingua formichese differente e non
era facile capirsi.
Tuttavia trovarono presto il sistema di comunicare: ogni volta che
Ar trovava un fiore, una pianta, un insetto, lo chiamava con il
nome che conosceva, Co (quello era il nome della formica dal
cuore blu) lo ripeteva e insegnava ad Ar a pronunciarlo nella sua
lingua.




  MARGHERIT
  A



                                            KMARGHEKRIKT
                                            A




                                                                 7
Le due compagne si sentivano unite dallo stesso destino e nulla
per loro diventò difficile perché lo affrontavano insieme. Ar aveva
capito che Co doveva aver avuto un destino simile al suo: odiata
ed invidiata dalle sue sorelle per quel cuore blu intenso, presto era
stata costretta ad abbandonare il formicaio dove era nata. Per
questo la loro amicizia divenne ogni giorno sempre più forte.
Era facile per loro procurarsi il cibo: il prato era ricco di fiori,
piante e semi; ma le formichine capirono presto dai segni della
natura che la cattiva stagione stava arrivando.
Al mattino, quando uscivano da sotto la loro foglia-rifugio, l’aria
fredda aveva preso il posto del venticello tiepido che le
accarezzava; i rami degli alberi erano quasi nudi ed ogni giorno il
prato era sempre meno colorato.




                                                                    8
Decisero, allora, di trovare un buon posto per costruire un
formicaio.
Giunsero ai piedi di un enorme pino dalle radici forti e nodose; lì
vicino scorreva un fiumiciattolo e sulle sue rive l’erba era ancora
verde e tenera.




                                                                      9
Le due amiche si guardarono negli occhi e non ci fu bisogno che si
dicessero niente: tutte e due sentirono che quello era il luogo
ideale.
Le pigne cadute a terra erano ancora ricche di pinoli da poter
trasportare e mangiare durante la stagione rigida; le radici del pino
erano una barriera naturale che avrebbe protetto l’ingresso del
formicaio ed il piccolo fiume avrebbe fornito loro l’acqua.
Si misero al lavoro e, ben presto scoprirono quanto fosse difficile
e faticoso per due sole formiche costruire la loro casa: dovevano
scavare il terreno duro e trasportare le zolle che via via riuscivano
a staccare. Venne la notte che le trovò stremate e sfiduciate: erano
riuscite solo a scavare l’ingresso dopo una intera giornata di
lavoro.




                                          OHIK!
                                          OHIK!
   OHI
   !




                                                                   10
Non ce l’avrebbero mai fatta a terminare prima dell’inverno. Il
vento gelido le avrebbe catturate ed uccise. Con questi tristi
pensieri si addormentarono e sognarono di essere inseguite da una
tormenta di neve: sentivano già il fiato gelato che soffiava loro sul
collo ed, urlando di paura, spalancarono gli occhi nel buio.
Davanti a loro c’erano due luci pulsanti, una gialla ed una
arancione, tutte e due .........a forma di cuore.




                                               ?
               ?




Erano due formiche arrivate chissà da dove che avevano seguito lo
strano bagliore colorato che Ar e Co emanavano di notte.



                                                                    11
Le quattro formicuzze si abbracciarono felici: si sentivano come
una famiglia che dopo essersi perduta per il mondo si fosse
ritrovata.




                   BA                                      AR




    LE                                                CO




                                                                   12
La formica dal cuore giallo parlava la lingua giallese e si
chiamava Ba, la formica Le, quella che aveva il petto arancione, si
esprimeva in lingua arancese. Era molto difficile capirsi, ma ormai
Ar e Co avevano visto che il loro metodo: “io imparo da te e tu
impari da me” funzionava benissimo e lo misero in pratica con le
due nuove arrivate.
Adesso erano in quattro a lavorare al formicaio, un numero
veramente piccolo di formiche per una costruzione così grande,
ma si sentivano felici e scoprirono ben presto che ognuna di loro
aveva delle peculiarità che servivano al gruppo: Ar era abile nello
scavare, Co sapeva trovare il cibo e trasportarlo al formicaio, Ba
sapeva organizzare gli interni della tana, Le sapeva distribuire le
razioni di cibo.




                                             dispensa




                                                                 13
Avevano provato ad alternarsi nei vari lavori, ma fu un gran
pasticcio: Co scavò con troppa furia e le cadde addosso una grossa
zolla, dovettero liberarla e curarla; Ar non trovò neanche un
chicco di grano, così tornò a zampe vuote e con le antenne flosce;
Ba, presa dalla fame si mangiò quel poco che avevano da parte e
Le scambiò il magazzino del cibo per il luogo dove andava riposta
la spazzatura .



        OHI!                     CHE
        OHI!                   VERGOGN
                                  A



                       OHI!
                       OHI!

                           OPS
                            !




                                                                14
Ba fu punita perché, per ingordigia, non aveva pensato al bene di
tutte e dovette rimanere “consegnata” nella sua stanza per tutto il
giorno, cosa che non le dispiacque molto, dato che per l’abbuffata
che aveva fatto aveva un gran mal di pancia ed il calduccio delle
coperte sul pancino dolorante le portava un po’ di sollievo. Le,
preoccupata per il colorito verdognolo di Ba, andava spesso a
chiedere come si sentiva e le metteva tra le antenne un panno
fresco. Nella stanza accanto c’era anche la povera Co che, per
essersi presa in testa una intera zolla di terra, era tutta incerottata
e fasciata e si lamentava nella sua lingua:
-Ke kdolorek ke hok! Ohik! Ohik!-.




                                       KE
                                    KDOLORE
                                       K!




                                                                      15
A quella vista Ar ebbe un’idea: avrebbero allestito una infermeria
con tutto il necessario per il primo soccorso ed avrebbero stabilito
delle regole da rispettare per il bene comune.
Una volta che Ba e Co si erano ristabilite, tutte e quattro le
formiche si riunirono e scrissero le prime leggi che avrebbero
regolato il formicaio.
Eccole riportate qui sotto.




     1.Nel formicaio ogni formica ha
      gli stessi diritti.
     2.Non c’è una formica che possa
      fare a meno del lavoro delle
      altre.
     3.Il cibo va distribuito e diviso
      in parti uguali.
     4.Ogni formica, se in difficoltà,
      ha diritto di essere curata ed
      accudita dalle altre che sono
      in salute.
     5.Il formicaio deve essere tenuto
      pulito.




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Dopo aver stabilito regole, essersi curate indigestioni e bernoccoli,
le formiche si rimisero al lavoro che procedeva, sì lentamente, ma
ogni giorno il formicaio era sempre più organizzato: il magazzino
delle scorte per l’inverno si stava riempiendo, l’infermeria era
stata approntata e conteneva erbe e medicinali naturali, le stanzette
erano graziose e Ba le stava arredando con cura.
Le formichine non avevano più paura del freddo della notte perché
Ba aveva confezionato loro, con foglie e paglia, dei piumoni caldi
anche se un po’ scricchiolanti.
Il buio non le terrorizzava più perché intorno alla loro tana c’era
una luce sfavillante a forma di arco ed era sempre più grande e
piena di colori: rossa, gialla, arancione, blu, viola.




    AR             CO            BA            LE




                          FIRULI’
                           FIRULA’




                                                                   17
Una sera, mentre le formichine cenavano e chiacchieravano
piacevolmente, sentirono un forte rumore ed un grido che le
agghiacciò.
Corsero fuori con i loro cuoricini che battevano all’impazzata e
videro che qualcuno era caduto dentro agli scavi del formicaio, si
affacciarono timorose per guardare dentro il buco e
videro..........una luce verde che veniva dal fondo.




                                                          COSA
                                                               ’
                                                          SARA
                                                            ?




Si calarono all’interno e trovarono un’altra sorella che aveva un
grande, lucente cuore verde.




                                                                     18
Era svenuta e, con delicatezza, la trasportarono nell’infermeria, la
 adagiarono sul lettino e le diedero da bere succo caldo di pigna
 “che il dolore se la svigna”, così come ben sanno tutte le formiche
 sagge. La formicuzza dal cuore verde aprì gli occhi e, quale fu la
 sua meraviglia, nel vedere delle compagne simili a lei.

                        KSORELLA                  GSORELLAG
                            K
SORELL
   A




     CEROTTI          GARZE

           DISINFETTANTI


    PILLOLE          VITAMINE


                                                                    19
La nuova arrivata si chiamava No, veniva dal prato Verdese e
parlava la caratteristica lingua di quella zona.
- Vvvvveramente vvvvho vvvvvpiacere vvvvvvdi vvvvvfare
   vvvvvla vvvvvvostra vvvvvconoscenza!- esclamò felice,
   mentre le altre tentavano di comprendere cosa stesse dicendo.
Al mattino Ar pensò che era il caso di inventare una segnaletica
che mostrasse ai piccoli animali come loro la presenza dei lavori
del formicaio.
Si scoprì subito che No era bravissima nell’arte del disegno e della
pittura: ecco il risultato del suo lavoro.




                                                                  20
No, la nuova arrivata, visitò interessata tutto il formicaio e decise
di abbellirlo con disegni che ricordavano l’estate, così durante la
fredda stagione al riparo del formicaio, avrebbero sentito meno
freddo guardando dipinti sulle pareti il sole, i fiori, le farfalle.
Cominciò la sua opera, ma quando giunse al magazzino, si fermò
interdetta, e si chiese per quale ragione le sue sorelle
continuassero gli scavi quando ormai tutto era stato fatto.




                                                    ATTENZIONE
                                                      SCAVI IN
                                                        CORSO




      ?




                                                                        21
Quando si riunirono per pranzare domandò: - Vvvvvvvorrei
vvvvsapere vvvvvperché vvvvvcontinuiamo vvvvvad
vvvvvingrandire vvvvvil vvvvvvformicaio?-.
Le sorelle si guardarono tutte stupite e compresero che No aveva
ragione, ma il giorno dopo continuarono a lavorare ed a preparare
una enorme nuova stanza. Non ne conoscevano il motivo ma una
forza misteriosa le spingeva a comportarsi così. Quando la stanza
fu pronta decisero che i lavori erano terminati e che era venuto il
momento di entrare nel formicaio e di rimanervi fino all’arrivo
della primavera.




      INGRESSO                               INGRESSO
      PRINCIPALE                              SECONDARIO


     FALSO
     INGRESSO



   IL                                                         HURRA
         O                       EVVIVA
FORMICAI                                            ALE       ’
         O                                          ’’
E’ FINIT




                                                                  22
La prima sera fu indimenticabile, infatti, il pensiero che il giorno
dopo non avrebbero avuto bisogno né di scavare, né di procurarsi
il cibo, né di organizzare gli ambienti, ma che avrebbero potuto
riposarsi, mangiare e divertirsi per molti mesi, le fece impazzire di
gioia e si ricordarono che non avevano mai giocato insieme.
Giocarono al “Telefono senza antenne”, a “Formica cieca”, a “Un,
due , tre formica” e a molti altri giochi tipici delle formiche e dei
formicai. Nel bel mezzo di “Formica comanda color” sentirono
bussare alla porta. Molto timorose, facendosi luce ognuna con il
cuore luminoso dell’altra, andarono ad aprire, ma si accorsero che
da sotto l’uscio trapelava un chiarore mai visto: un colore forte,
intenso, che solo il cielo prima che giunga la sera od il mare
profondo possono avere.




                                                                   23
Improvvisamente non ebbero più paura ed aprirono tutte insieme
la porta. Prima videro entrare la testa di un’enorme formica con
grandi occhi e lunghissime antenne; poi entrò l’intero corpo.
Quando la formica si sollevò videro che nel petto le brillava un
gigantesco cuore color indaco. La formicona parlò e tutte
immediatamente capirono le sue parole: - Sono la formica regina,
sono l’ultimo cuore che doveva arrivare!-




                                                                   24
Ar , Co, Ba, Le, No, seppero allora per chi era l’ultima grande
stanza che avevano costruito: per la loro regina. Lì essa avrebbe
deposto le uova e molte altre sorelle dai cuori colorati sarebbero
nate e avrebbero visto l’arrivo della primavera.


                                  uova                neonate
uova
                                            è
                                           uèèè




La regina continuò dicendo: - La luce che emanate mi ha guidata
fino a voi, ma perché il formicaio non ha un cartello con su scritto
il suo nome?-
Le formiche si guardarono e Ar parlò per tutte: - Non sapevamo
che nome dargli!-
La regina sorrise e disse:- Ma il vostro ! E’ un nome bellissimo
dove tutti i colori convivono insieme in armonia, nessuno
comanda sull’altro e tutti hanno bisogno l’uno dell’altro per
colorare il mondo. Stanno insieme, all’interno della luce poiché
senza di loro essa non ci sarebbe.-


                                                                     25
Allora le formichine capirono e, al mattino, fecero con gioia un
ultimo lavoro: scrissero un grande cartello con sopra il nome del
formicaio.




La piccola comunità con gli anni divenne sempre più grande,
molte leggi e regole si aggiunsero alle prime cinque pensate da Ar
e dalle sue sorelle. Molte formiche seppero rispettarle, solo alcune



                                                                    26
dovettero rimanere “consegnate” come successe all’ingorda Ba.
Tante erano esperte nel trovare il cibo per tutte, alcune seppero
ingrandire il formicaio, qualcuna era particolarmente dotata e
sapeva dipingere o cantare oppure inventare bellissime storie
piene di colori. Nel formicaio non si parlava una sola lingua, non
si mangiava lo stesso cibo, non si svolgeva lo stesso lavoro, ma
tutte le formiche si sentivano di appartenere alla stessa comunità:
quella dell’



La notte sul formicaio, che fosse bello o brutto tempo, sorgeva un
piccolo arco che si espandeva sempre più fino ad apparire con la
bellezza dei suoi sette colori. Si dice che il sette sia un numero
magico, chissà se è vero?




                                                                      27

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  • 1. C’era una volta una formichina che nacque con una strana macchia sul petto: un cuore tutto rosso. La notte il cuore si illuminava emanando una calda luce rosata. Le formiche del suo formicaio, siccome non accettavano la sua diversità, la allontanavano con mille scuse. D’inverno la mandavano a cercare le fragole, d’estate volevano che tornasse con pezzetti di fungo, in primavera con un chicco di grandine. La poverina si allontanava sempre più dal formicaio per trovare quello che le sue sorelle le chiedevano, ma tornava stanca e delusa mentre le altre ridevano e la prendevano in giro. 1
  • 2. Un giorno d’autunno, durante una delle sue spedizioni, si alzò un vento fortissimo che la sollevò in aria trasportandola molto lontano. Durante il volo riuscì ad afferrare un grande foglia che, come lei, viaggiava nell’aria. Il vento cessò e la foglia scese lentamente con la formica attaccata al suo picciolo. Il piccolo insetto, ormai in salvo sotto la foglia, ne alzò un lembo e sbirciò per capire dove si trovava. Niente le era familiare, né un albero, né un cespuglio, né un odore: quello non era il suo prato. 2
  • 3. Ad un tratto udì un leggero rumore che si avvicinava nella sua direzione e, impaurita, si nascose sotto la foglia. Sentì che questa veniva sollevata e che qualcuno vi si infilava sotto. Dal terrore non riusciva a muovere neppure una zampina, nemmeno a respirare. Poi percepì un bofonchiare sommesso e capì che l’essere misterioso si era addormentato. ZZZZZ ZZ Z Z CHE Z ....... PAURA Piano piano tentò di scivolare fuori dalla foglia ma questa, siccome era secca, scricchiolò svegliando l’essere misterioso. Sia la formichina che lo strano essere cacciarono un urlo e fuggirono fuori dalla foglia. All’esterno era ormai calata la notte e tutto era immerso nell’oscurità, ma qualcosa palpitava, anzi due cose: due piccole luci soffuse. Una era di un bel colore caldo, l’altra mandava bagliori blu ed entrambe le luci erano a forma di cuore. 3
  • 4. La formichina sapeva bene che la luce rossa proveniva dalla macchia che aveva sul petto, ma l’altra luce? C’era forse qualcuno che, come lei, aveva un cuore luminoso? Si avvicinò attratta dalla luce blu e si trovò di fronte una...........formica, uguale a lei e che, proprio come lei, era spaventata e meravigliata. OOH ! ? 4
  • 5. La grande emozione che provavano impediva loro di parlare ma, senza accorgersene, camminando l’una accanto all’altra tornarono indietro. La luna le guidava verso la foglia e, quando la raggiunsero, si rifugiarono sotto, si sdraiarono vicine e si addormentarono serene. Quella notte una luce mai vista illuminò il prato, proveniva da una piccola foglia secca; una luce di tre colori: rossa, blu e violetta. zzzzzzzz ZZZZZZ Al mattino le due formiche si svegliarono con una fame nuova: la curiosità! 5
  • 6. La formica dal cuore rosso disse: - Ciao, come ti chiami? Il mio nome è Ar. Vengo da molto lontano, è stato il vento a portarmi qui, ma tanto nessuno mi cercherà e a nessuna sorella del mio formicaio mancherò.....- Mentre parlava la sua espressione si fece sempre più triste ed una lacrima le scivolò sul petto fino a raggiungere il cuore luminoso. La formica dal cuore blu non aveva capito neppure una parola, ma vide quella piccola lacrima e percepì la solitudine della formica dal cuore rosso. Allungò una zampina, toccò il cuoricino di quella che ormai era la sua compagna e parlò: - Knokn kho kapikto knienkte, ksolok, ktik kpregok, knokn kessekrek ktrikstek!- KNOKN KESSEKREK KTRIKSTEK T ! R IF ! SN IF A D SN U Z I O N E NON ESSERE TRISTE! 6
  • 7. La formicuzza dal cuore rosso comprese allora che, venendo da formicai diversi, parlavano una lingua formichese differente e non era facile capirsi. Tuttavia trovarono presto il sistema di comunicare: ogni volta che Ar trovava un fiore, una pianta, un insetto, lo chiamava con il nome che conosceva, Co (quello era il nome della formica dal cuore blu) lo ripeteva e insegnava ad Ar a pronunciarlo nella sua lingua. MARGHERIT A KMARGHEKRIKT A 7
  • 8. Le due compagne si sentivano unite dallo stesso destino e nulla per loro diventò difficile perché lo affrontavano insieme. Ar aveva capito che Co doveva aver avuto un destino simile al suo: odiata ed invidiata dalle sue sorelle per quel cuore blu intenso, presto era stata costretta ad abbandonare il formicaio dove era nata. Per questo la loro amicizia divenne ogni giorno sempre più forte. Era facile per loro procurarsi il cibo: il prato era ricco di fiori, piante e semi; ma le formichine capirono presto dai segni della natura che la cattiva stagione stava arrivando. Al mattino, quando uscivano da sotto la loro foglia-rifugio, l’aria fredda aveva preso il posto del venticello tiepido che le accarezzava; i rami degli alberi erano quasi nudi ed ogni giorno il prato era sempre meno colorato. 8
  • 9. Decisero, allora, di trovare un buon posto per costruire un formicaio. Giunsero ai piedi di un enorme pino dalle radici forti e nodose; lì vicino scorreva un fiumiciattolo e sulle sue rive l’erba era ancora verde e tenera. 9
  • 10. Le due amiche si guardarono negli occhi e non ci fu bisogno che si dicessero niente: tutte e due sentirono che quello era il luogo ideale. Le pigne cadute a terra erano ancora ricche di pinoli da poter trasportare e mangiare durante la stagione rigida; le radici del pino erano una barriera naturale che avrebbe protetto l’ingresso del formicaio ed il piccolo fiume avrebbe fornito loro l’acqua. Si misero al lavoro e, ben presto scoprirono quanto fosse difficile e faticoso per due sole formiche costruire la loro casa: dovevano scavare il terreno duro e trasportare le zolle che via via riuscivano a staccare. Venne la notte che le trovò stremate e sfiduciate: erano riuscite solo a scavare l’ingresso dopo una intera giornata di lavoro. OHIK! OHIK! OHI ! 10
  • 11. Non ce l’avrebbero mai fatta a terminare prima dell’inverno. Il vento gelido le avrebbe catturate ed uccise. Con questi tristi pensieri si addormentarono e sognarono di essere inseguite da una tormenta di neve: sentivano già il fiato gelato che soffiava loro sul collo ed, urlando di paura, spalancarono gli occhi nel buio. Davanti a loro c’erano due luci pulsanti, una gialla ed una arancione, tutte e due .........a forma di cuore. ? ? Erano due formiche arrivate chissà da dove che avevano seguito lo strano bagliore colorato che Ar e Co emanavano di notte. 11
  • 12. Le quattro formicuzze si abbracciarono felici: si sentivano come una famiglia che dopo essersi perduta per il mondo si fosse ritrovata. BA AR LE CO 12
  • 13. La formica dal cuore giallo parlava la lingua giallese e si chiamava Ba, la formica Le, quella che aveva il petto arancione, si esprimeva in lingua arancese. Era molto difficile capirsi, ma ormai Ar e Co avevano visto che il loro metodo: “io imparo da te e tu impari da me” funzionava benissimo e lo misero in pratica con le due nuove arrivate. Adesso erano in quattro a lavorare al formicaio, un numero veramente piccolo di formiche per una costruzione così grande, ma si sentivano felici e scoprirono ben presto che ognuna di loro aveva delle peculiarità che servivano al gruppo: Ar era abile nello scavare, Co sapeva trovare il cibo e trasportarlo al formicaio, Ba sapeva organizzare gli interni della tana, Le sapeva distribuire le razioni di cibo. dispensa 13
  • 14. Avevano provato ad alternarsi nei vari lavori, ma fu un gran pasticcio: Co scavò con troppa furia e le cadde addosso una grossa zolla, dovettero liberarla e curarla; Ar non trovò neanche un chicco di grano, così tornò a zampe vuote e con le antenne flosce; Ba, presa dalla fame si mangiò quel poco che avevano da parte e Le scambiò il magazzino del cibo per il luogo dove andava riposta la spazzatura . OHI! CHE OHI! VERGOGN A OHI! OHI! OPS ! 14
  • 15. Ba fu punita perché, per ingordigia, non aveva pensato al bene di tutte e dovette rimanere “consegnata” nella sua stanza per tutto il giorno, cosa che non le dispiacque molto, dato che per l’abbuffata che aveva fatto aveva un gran mal di pancia ed il calduccio delle coperte sul pancino dolorante le portava un po’ di sollievo. Le, preoccupata per il colorito verdognolo di Ba, andava spesso a chiedere come si sentiva e le metteva tra le antenne un panno fresco. Nella stanza accanto c’era anche la povera Co che, per essersi presa in testa una intera zolla di terra, era tutta incerottata e fasciata e si lamentava nella sua lingua: -Ke kdolorek ke hok! Ohik! Ohik!-. KE KDOLORE K! 15
  • 16. A quella vista Ar ebbe un’idea: avrebbero allestito una infermeria con tutto il necessario per il primo soccorso ed avrebbero stabilito delle regole da rispettare per il bene comune. Una volta che Ba e Co si erano ristabilite, tutte e quattro le formiche si riunirono e scrissero le prime leggi che avrebbero regolato il formicaio. Eccole riportate qui sotto. 1.Nel formicaio ogni formica ha gli stessi diritti. 2.Non c’è una formica che possa fare a meno del lavoro delle altre. 3.Il cibo va distribuito e diviso in parti uguali. 4.Ogni formica, se in difficoltà, ha diritto di essere curata ed accudita dalle altre che sono in salute. 5.Il formicaio deve essere tenuto pulito. 16
  • 17. Dopo aver stabilito regole, essersi curate indigestioni e bernoccoli, le formiche si rimisero al lavoro che procedeva, sì lentamente, ma ogni giorno il formicaio era sempre più organizzato: il magazzino delle scorte per l’inverno si stava riempiendo, l’infermeria era stata approntata e conteneva erbe e medicinali naturali, le stanzette erano graziose e Ba le stava arredando con cura. Le formichine non avevano più paura del freddo della notte perché Ba aveva confezionato loro, con foglie e paglia, dei piumoni caldi anche se un po’ scricchiolanti. Il buio non le terrorizzava più perché intorno alla loro tana c’era una luce sfavillante a forma di arco ed era sempre più grande e piena di colori: rossa, gialla, arancione, blu, viola. AR CO BA LE FIRULI’ FIRULA’ 17
  • 18. Una sera, mentre le formichine cenavano e chiacchieravano piacevolmente, sentirono un forte rumore ed un grido che le agghiacciò. Corsero fuori con i loro cuoricini che battevano all’impazzata e videro che qualcuno era caduto dentro agli scavi del formicaio, si affacciarono timorose per guardare dentro il buco e videro..........una luce verde che veniva dal fondo. COSA ’ SARA ? Si calarono all’interno e trovarono un’altra sorella che aveva un grande, lucente cuore verde. 18
  • 19. Era svenuta e, con delicatezza, la trasportarono nell’infermeria, la adagiarono sul lettino e le diedero da bere succo caldo di pigna “che il dolore se la svigna”, così come ben sanno tutte le formiche sagge. La formicuzza dal cuore verde aprì gli occhi e, quale fu la sua meraviglia, nel vedere delle compagne simili a lei. KSORELLA GSORELLAG K SORELL A CEROTTI GARZE DISINFETTANTI PILLOLE VITAMINE 19
  • 20. La nuova arrivata si chiamava No, veniva dal prato Verdese e parlava la caratteristica lingua di quella zona. - Vvvvveramente vvvvho vvvvvpiacere vvvvvvdi vvvvvfare vvvvvla vvvvvvostra vvvvvconoscenza!- esclamò felice, mentre le altre tentavano di comprendere cosa stesse dicendo. Al mattino Ar pensò che era il caso di inventare una segnaletica che mostrasse ai piccoli animali come loro la presenza dei lavori del formicaio. Si scoprì subito che No era bravissima nell’arte del disegno e della pittura: ecco il risultato del suo lavoro. 20
  • 21. No, la nuova arrivata, visitò interessata tutto il formicaio e decise di abbellirlo con disegni che ricordavano l’estate, così durante la fredda stagione al riparo del formicaio, avrebbero sentito meno freddo guardando dipinti sulle pareti il sole, i fiori, le farfalle. Cominciò la sua opera, ma quando giunse al magazzino, si fermò interdetta, e si chiese per quale ragione le sue sorelle continuassero gli scavi quando ormai tutto era stato fatto. ATTENZIONE SCAVI IN CORSO ? 21
  • 22. Quando si riunirono per pranzare domandò: - Vvvvvvvorrei vvvvsapere vvvvvperché vvvvvcontinuiamo vvvvvad vvvvvingrandire vvvvvil vvvvvvformicaio?-. Le sorelle si guardarono tutte stupite e compresero che No aveva ragione, ma il giorno dopo continuarono a lavorare ed a preparare una enorme nuova stanza. Non ne conoscevano il motivo ma una forza misteriosa le spingeva a comportarsi così. Quando la stanza fu pronta decisero che i lavori erano terminati e che era venuto il momento di entrare nel formicaio e di rimanervi fino all’arrivo della primavera. INGRESSO INGRESSO PRINCIPALE SECONDARIO FALSO INGRESSO IL HURRA O EVVIVA FORMICAI ALE ’ O ’’ E’ FINIT 22
  • 23. La prima sera fu indimenticabile, infatti, il pensiero che il giorno dopo non avrebbero avuto bisogno né di scavare, né di procurarsi il cibo, né di organizzare gli ambienti, ma che avrebbero potuto riposarsi, mangiare e divertirsi per molti mesi, le fece impazzire di gioia e si ricordarono che non avevano mai giocato insieme. Giocarono al “Telefono senza antenne”, a “Formica cieca”, a “Un, due , tre formica” e a molti altri giochi tipici delle formiche e dei formicai. Nel bel mezzo di “Formica comanda color” sentirono bussare alla porta. Molto timorose, facendosi luce ognuna con il cuore luminoso dell’altra, andarono ad aprire, ma si accorsero che da sotto l’uscio trapelava un chiarore mai visto: un colore forte, intenso, che solo il cielo prima che giunga la sera od il mare profondo possono avere. 23
  • 24. Improvvisamente non ebbero più paura ed aprirono tutte insieme la porta. Prima videro entrare la testa di un’enorme formica con grandi occhi e lunghissime antenne; poi entrò l’intero corpo. Quando la formica si sollevò videro che nel petto le brillava un gigantesco cuore color indaco. La formicona parlò e tutte immediatamente capirono le sue parole: - Sono la formica regina, sono l’ultimo cuore che doveva arrivare!- 24
  • 25. Ar , Co, Ba, Le, No, seppero allora per chi era l’ultima grande stanza che avevano costruito: per la loro regina. Lì essa avrebbe deposto le uova e molte altre sorelle dai cuori colorati sarebbero nate e avrebbero visto l’arrivo della primavera. uova neonate uova è uèèè La regina continuò dicendo: - La luce che emanate mi ha guidata fino a voi, ma perché il formicaio non ha un cartello con su scritto il suo nome?- Le formiche si guardarono e Ar parlò per tutte: - Non sapevamo che nome dargli!- La regina sorrise e disse:- Ma il vostro ! E’ un nome bellissimo dove tutti i colori convivono insieme in armonia, nessuno comanda sull’altro e tutti hanno bisogno l’uno dell’altro per colorare il mondo. Stanno insieme, all’interno della luce poiché senza di loro essa non ci sarebbe.- 25
  • 26. Allora le formichine capirono e, al mattino, fecero con gioia un ultimo lavoro: scrissero un grande cartello con sopra il nome del formicaio. La piccola comunità con gli anni divenne sempre più grande, molte leggi e regole si aggiunsero alle prime cinque pensate da Ar e dalle sue sorelle. Molte formiche seppero rispettarle, solo alcune 26
  • 27. dovettero rimanere “consegnate” come successe all’ingorda Ba. Tante erano esperte nel trovare il cibo per tutte, alcune seppero ingrandire il formicaio, qualcuna era particolarmente dotata e sapeva dipingere o cantare oppure inventare bellissime storie piene di colori. Nel formicaio non si parlava una sola lingua, non si mangiava lo stesso cibo, non si svolgeva lo stesso lavoro, ma tutte le formiche si sentivano di appartenere alla stessa comunità: quella dell’ La notte sul formicaio, che fosse bello o brutto tempo, sorgeva un piccolo arco che si espandeva sempre più fino ad apparire con la bellezza dei suoi sette colori. Si dice che il sette sia un numero magico, chissà se è vero? 27