Approccio "Acceptance Based" (Mindfulness) nel Mental Training
Gli adolescenti e la pratica sportiva
1. Gli adolescenti di fronte alle possibilità
e alle sfide della pratica sportiva.
Basi conoscitive per un intervento
educativo efficace
Dott. Ssa Alessandra Parroni
Psicologa, Psicoterapeuta,
Psicologa dello Sport
2. Psicologia dello Sport
• Problematiche dello sport giovanile
• Aspetti etici dello sport
• Studio delle abilità mentali richieste da
ciascuno sport
• Studio dell’attivazione (arousal) e del
focus attentivo richiesto da ciascuno sport
• Mental Training
5. Lo sport è un importante strumento
educativo
• Fa sperimentare emozioni intense e positive
• Favorisce i bisogni di socializzazione, appartenenza e
autorealizzazione
• Incrementa lo sviluppo e l’acquisizione di abilità cognitive (soluzione
di problemi, creatività, flessibilità psicologica) e competenze motorie
• Previene marginalità e dipendenze
• Facilita l’integrazione (società multietnica)
• Previene e/o compensa i disagi provocati dai nuovi stili di vita
(obesità, scoliosi, cattiva alimentazione e fast-food)
• Aumenta la fiducia in se stessi e la confidenza/accettazione del
proprio corpo
• Insegna il rispetto di un sistema di regole, l’assunzione di
responsabilità e il rispetto dell’avversario
• Rende “filosofi”: si vince e si perde (accettare la sconfitta)
6. Lo sport sviluppa
l’Intelligenza Agonistica:
• Motivazione
• Concentrazione
• Flessibilità
• Resilienza
• Strategia
ovvero
Intelligenza Agonistica
7. Approccio realistico:
I rischi dello sport giovanile
• Programmi di allenamento inadeguati (sovrallenamento)
• Assenza di consapevolezza delle differenze fra sport
agonistico e sport amatoriale
• Precocizzazione dell’agonismo con ciò che di negativo
ne consegue (disturbi del comportamento alimentare-
anoressia, creazione di false aspettative nei ragazzi,
frustrazione e insicurezza, eccessive pressioni verso il
risultato, doping, abbandono degli studi o scadimento dei
risultati scolastici, interiorizzazione di modelli sportivi
negativi, tendenza all’infortunio sportivo o drop-out
ingiustificato, nikefobie, stati ansiosi)
10. Lance Armstrong: mente forte, strategia
sbagliata
Mente forte: Determinazione, Volontà,
Gestione delle Emozioni, Resilienza
Strategia efficace: Obiettivi Chiari ed
Etica (Sistema Valoriale, Impegno senza
Scorciatoie)
11. Etica sportiva
• Etica dei princìpi (rispetto dell’avversario, delle
differenze etniche, culturali, di genere, delle
potenzialità; rispetto delle regole)
• Etica delle responsabilità
(agenzie educative:
famiglia, associazioni
sportive, allenatori,
atleti e personaggi del mondo
dello sport) – proposta di
modelli -
12. Le norme etiche sono una risposta
ai problemi dello sport:
• Violenza nelle competizioni (sport di contatto)
• Violenza intorno allo sport
(tifoserie)
• Discriminazioni
• Disonestà e valutazione
delle prestazioni
non sempre imparziale
• Interferenze politiche ed
economiche
• Doping
• Sovrallenamento
14. Alcuni esempi di codici generali
di etica sportiva
• Codice Europeo di Etica Sportiva (VII
Conferenza dei Ministri Europei) Rodi
1996
• Codice Etico Coni
• Linee guida del Panathlon
• Carta Etica per lo Sport Regione Piemonte
15. Carta Etica per lo Sport Regione
Piemonte – Alcuni punti:
• Garantire la tutela dei minori e il corretto ed equilibrato
sviluppo psicofisico, intellettuale, morale e sociale nelle
condizioni di libertà e dignità
• Mettere in guardia le famiglie contro i pericoli - da
decifrare – di specializzazione precoce, doping ed altre
forme di abuso (sovrallenamento, condotte alimentari
inadeguate e/o dannose)
• Educare alla gestione costruttiva dei conflitti e al valore
della sconfitta
• Indirizzare positivamente l’aggressività
16. Il decalogo:
• Mi diverto
• Rispetto i miei avversari
• Mi miglioro
• Rifiuto il doping
• Sono in salute (alimentazione, stile di vita)
• Sto insieme agli altri
• Siamo tutti uguali
• Sono giudice di me stesso
• Gli adulti danno il buon esempio
• Riconosco il lavoro degli altri
17. Come educare all’etica e al fair-
play?
Ovviamente etica e “spirito sportivo” sono
in relazione alle motivazioni e agli obiettivi,
a propria volta dipendenti dai contesti
educativi
18. Ames (1992):”clima
motivazionale percepito”:
• Orientamento alla competizione (ego
riferito)
• Orientamento alla competenza (impegno, compito)
Entrambe le componenti (non sono “tratti”,
ma schemi cognitivi modificabili) possono coesistere
in diverse misure in ciascun individuo ed
essere rappresentate nei diversi ambienti
prestativi
19. Un elevato orientamento sull’io e sulla
competizione non sono necessariamente
negativi, ma lo diventano quando
si associano a una percezione di scarsa
competenza e un basso orientamento
sul compito (Biddle 2001, Bortoli, Bertollo,
Robazza 2003)
20. Le motivazioni allo sport:
• Competitiva
• Affiliativa
• Prestativa
Orientamento e motivazione si articolano
in combinazioni diverse che assumono
una grande importanza in relazione alla
cooperazione, al rispetto e all’ interiorizzazione delle
regole, alla prevenzione dell’abbandono sportivo
21. Clima orientato sulla
competenza:
• Minore stress e ansia
• Minore disponibilità verso comportamenti
scorretti
• Maggior rispetto delle regole
• Minore abbandono sportivo
• Prevenzione degli infortuni
• Maggiore funzionalità al risultato
(Bortoli, Bertollo,Robazza 2003, 2005)
22. Il modello
TARGET
• TASK Compito
• AUTORITHY Autorevolezza
• RECOGNITION Riconoscimento
• GROUPING Organizzazione gruppi
• EVALUATION Valutazione
• TIME Tempo
23. Altri modelli motivazionali:
• Stile dell’allenatore: supportivo o direttivo
• Motivazioni a breve e lungo termine
(estrinseche-intrinseche)
• Approccio positivo all’errore
• Apprendimento cooperativo
24. L’allenatore supportivo
• Incrementa la motivazione
• Sa gestire positivamente le emozioni
• Fa capire la correlazione fra impegno e
risultato
• Produce un miglioramento della
performance sportiva
• Rende l’allenamento giocoso e divertente
25. Approccio positivo: migliorare fiducia e
autostima rinforzando positivamente sia
l’impegno che il risultato
Approcco negativo: punizione e critica.
Rinforzo positivo solo del risultato
27. Il genitore supportivo
• Accetta le sconfitte sportive dei figli
• Non si sostituisce all’allenatore
• Non ha aspettative irrealistiche rispetto ai
successi del proprio figlio/a
• E’ consapevole che lo sport è un hobby e
un divertimento
• Non commenta denigrando i compagni di
squadra o gli avversari (“opponenti”) del
figlio/a
29. Le buone pratiche
• In evidenza i valori positivi dello sport come disinteressato
strumento di crescita
• Clima motivazionale
fondato sulla competenza
• Valutazione oggettiva (non
confronto)
• Orientamento sul compito (non
sul risultato)
• Continuità gioco-sport (divertimento)
• Presenza dello psicologo – organizzazione
incontri con i genitori