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Percorso formativo sulle metodologie didattiche,
valutazione e didattica delle competenze
B-1-FSE-2013-376
Obiettivo B: Migliorare le competenze del personale della scuola e dei docenti
Azione B1: Percorso formativo sulle metodologie didattiche in lingua madre
REPUBBLICA ITALIANA – REGIONE SICILIANA
ISTITUTO COMPRENSIVO “TOMMASO AVERSA”
SCUOLA DELL’INFANZIA, PRIMARIA E SECONDARIA DI I° GRADO
Cod. mecc. MEIC84600D – Cod. fiscale 93002940836
E-mail meic84600d@istruzione.it
P.E.C. meic84600d@pec.istruzione.it
Sito Web http://www.ictommasoaversa.it
Piazza Vittorio Veneto, 6 – Mistretta (Me) Tel – Fax 0921/381041-40
Esperto esterno: prof. Alessandro Greco
«La rilevazione PISA 2012 ha testato le competenze degli studenti
15‐enni nella comprensione della Lettura, nella Matematica e nelle
Scienze. Essa consente un ampio confronto internazionale con altri
paesi, dell’area OCSE e del resto del Mondo, e con le rilevazioni svolte
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(dal «Rapporto OCSE-PISA 2012»
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Alcuni dati da cui partire…
Performance in MATEMATICA – OCSE-PISA 2012
Performance in LETTURA – OCSE-PISA 2012
Perché
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CHE INSEGNANTE SEI?
Con i tuoi alunni
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La competenza che
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Entusiasta Entusiasta
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• È l’arte del far apprendere ad altri uomini
(cioè dell’educare insegnando):essa si
caratterizza proprio come metodo, cioè
come insieme di motivazioni e realizzazioni
attraverso lo studio di determinate materie.
• Non è operazione solitaria del docente in
fuga con i suoi allievi sulla strada della
conoscenza. È impegno critico di re-
invenzione solidale di una specifica materia o
disciplina con e per determinati alunni.
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Dal «bagaglio culturale» alle Competenze
nel viaggio della vita un bagaglio
particolarmente grande e provvisto di
molti contenuti culturali era ritenuto
un’attrezzatura indispensabile, che
avrebbe permesso a ciascun
soggetto di affrontare qualsiasi
situazione, attingendo al bagaglio
stesso secondo le necessità della
vita.
Affrontare un viaggio pieno di soste,
ripartenze, che richiede spostamenti
continui, portando con sé un bagaglio
pesante è oltremodo faticoso. La
condizione migliore per viaggiare è quella
di partire con un bagaglio leggero e
intelligente, che contenga l’essenziale,
cercando poi ciò che serve e non è
contenuto nel bagaglio a ogni fermata, a
ogni tappa, secondo necessità.(F. Batini, Insegnare per competenze, 2013)
Dalla «scuola delle conoscenze» alla «Scuola
delle Competenze»
Autorevolezza dell’insegnante:
Conoscenza quasi enciclopedica della propria disciplina
Modello diretto, lineare o trasmissivo
INSEGNANTE: detentore di
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STUDENTE: ricettore
attraverso l’apprendimento
DISCIPLINE
i contenuti o “il programma” al centro del
processo di apprendimento
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Selezionare nel corpus di ciascuna materia i saperi
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• sostanziale conservazione della situazione esistente, e dei programmi attuali e seguiti, con
poche aggiunte, in un’ottica che considera l’insegnamento scolastico generalmente positivo
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psicologici, sociali dell’alunno. In questa ipotesi, i programmi sono destinati a perdere ogni
loro valore “contenutistico” e a diventare una sorte di “palestra di allenamento” dell’allievo,
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da raggiungere, e in particolare alle competenze da acquisire, anche in chiave
professionalizzante, sono il cambiamento più radicale da realizzare.
Uscire dall’out-out delle mode
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sistema scolastico americano:
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formativo sarebbe la professionalizzazione
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questo sistema di uccidere la cultura,
perché la priva di “senso” e le conferisce
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Sono necessari tre passaggi:
Evitare due riduzioni classiche
della nostra scuola:
far coincidere le
conoscenze con una serie
di nozioni;
• appiattendo le materie
scolastiche a repertori di
informazioni che tra l’altro
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• riduzione, di tipo enciclopedico: il
“sapere” come frutto di una
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teorie. Si separa l’oggetto del
sapere dalle domande sulla
realtà che lo hanno generato: la
conoscenza risulta così essere
intesa come “una serie di
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concepire l’alunno che
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• Le discipline scolastiche
vengono così ridotte così a meri
“contenitori di contenuti”;
• Le materie diventano “discorsi”
sulle cose, e infatti consistono
in una molteplicità di libri a
prescindere dal metodo
specifico di quella materia,
oppure presentano teorie
tendenzialmente astratte da
“applicare” in pratica.
Riscoprire la Scuola quale luogo di
apprendimento
Ripartire dalla «dimensione educativa delle
discipline»
Quattro criteri che possono aiutare a identificare i contenuti
essenziali – che non sono da intendersi come contenuti “minimi”
– del sapere insegnato e trasmesso:
1. ciò che è irrinunciabile in una materia per se stessa
considerata (contenuti, metodo, linguaggio);
2. ciò che è irrinunciabile in una materia in quanto contribuisce
alla cultura di base dell’alunno;
3. ciò che è irrinunciabile in una materia in relazione alla
conoscenza di altre materie, lo sviluppo delle quali presuppone
l’acquisizione e la padronanza di tali “presupposti”;
4. ciò che è irrinunciabile in una materia in quanto risposta alle
domande dell’allievo.
Tali “elementi irrinunciabili” devono poi essere collegati alle
esigenze formative degli allievi, configurando così una proposta
adeguata e fruibile.
Cosa intendiamo
con il termine
Parola polisemica che occorre mettere a fuoco!
Etimologia di competenza:
• prestito dal lat. Compĕtĕre > ‘incontrarsi, corrispondere’ e ‘spettare’
(da cum-pĕtĕre = ‘mirare a’) «indirizzarsi e dirigersi verso,
cercare»
«La competenza è
l’attitudine legalmente
riconosciuta ad
un’autorità pubblica di
compiere questo e
quell’altro atto a
condizioni determinate.»
Reboul ricorda che il termine è di origine giuridica, dal Diritto romano:
Siamo bombardati da un abuso della parola «competenza»….
Competenza: il (o la) fine dell’insegnamento ?
Olivier Reboul
(Insegnamento,
apprendimento e
competenza, 1988):
Saper fare
• Attitudine ad agire
Sapere puro
• Attitudine a comprendere
Competenza
• Attitudine a giudicare
la competenza è la possibilità, nel rispetto delle regole di un
codice, di produrre liberamente un numero indefinito di prestazioni
imprevedibili, coerenti tra loro e adatte alla situazione.
la competenza è attitudine a giudicare che implica sempre contenuti
di sapere e di saper fare integrandoli a livelli diversi.
GLI ALUNNI ACQUISISCONO COMPETENZE
TRAMITE:
IL CURRICOLO
FORMALE
(scuola)
IL CURRICOLO
NON FORMALE
(informazioni ed
esperienze condotte
in altri contesti
educativi: casa,
gruppi, agenzie,
ecc.),
IL CURRICOLO
INFORMALE
(le esperienze
spontanee di vita)
Compito
della
scuola
saldare il curricolo formale agli altri; partire dalle conoscenze spontanee per arrivare alle
conoscenze “scientifiche”
organizzare, dare senso, alle conoscenze e alle esperienze acquisite, fornire metodi e
chiavi di lettura, permettere esperienze in contesti relazionali significativi
Discente INTUITIVO
• chi elabora nei primi anni di vita teorie funzionali del mondo
fisico e del mondo sociale (dalla nascita ai cinque/sei anni);
Discente TRADIZIONALE
• chi impara a leggere e a scrivere e ad impadronirsi dei concetti e
delle conoscenze disciplinari proposte a scuola;
Discente ESPERTO
• chi si impadronisce delle conoscenze e delle abilità di una
disciplina o di un ambito conoscitivo e le applica correttamente
in situazioni nuove dimostrando di comprendere “realmente”.
Howard Gardner (psicologo e docente statunitense di origine ebraica)
in «Educare al comprendere» (1993):
Competenza è
capacità del soggetto di trarre frutto
autentico dalla conoscenza (base ineludibile
sulla quale la competenza poggia),
incrementando la propria apertura
all’esperienza, il proprio rapporto cosciente
e attivo con la realtà, il proprio protagonismo
umano, sociale e culturale.
Olivier Reboul, Insegnamento, apprendimento e
competenza, 1988
Competenza è
Capacità di far fronte ad un compito o a un
insieme di compiti, riuscendo a mettere in
moto e a orchestrare le proprie risorse
interne, cognitive, affettive e volitive e a
utilizzare le risorse esterne disponibili in
modo coerente e fecondo.
(M. Pellerey, «Progettazione formativa: teoria e metodologia» – ricerca
ISFOL-CLISE - 1983)
Competenza è
capacità dello studente, alimentata e nutrita da conoscenze
radicate e ben assimilate, di:
• applicare queste conoscenze alla soluzione operativa di
problemi reali, aperti e a soluzione multipla;
• finalizzare le conoscenze medesime alla elaborazione di
progetti, che si collochino nella linea di confine tra senso
della realtà e senso della possibilità;
• trasferire queste stesse conoscenze dall’aula scolastica alla
realtà esterna, all’esperienza quotidiana, alla vita in tutti i
suoi molteplici aspetti e nelle sue svariate manifestazioni.»
Vittorio Campione - Silvano Tagliagambe, Saper fare la scuola: il triangolo che non c’è,
Einaudi, Torino 2008
Studente competente
Colui che, mettendo insieme ed
indirizzando (cum-petere) le sue
energie (capacità, conoscenze ed
abilità), procede elaborando sintesi
critiche e soluzioni nuove, di cui sa
dare le ragioni, documentando
conoscenze reali.
Le conoscenze (“sapere”) e le
abilità (“saper fare” in senso
meramente esecutivo) sono
considerate importanti, ma solo
nella misura in cui un soggetto le
sa usare per affrontare situazioni
sono costruite dalla persona nel rapporto con la realtà
si sviluppano in modo dinamico
Si manifestano
in un contesto
d’azione,
culturale e
sociale
Necessitano di
una pratica
riflessiva
Mobilitano e
coordinano
una serie di
risorse
Si apprezzano
in base alla
loro pertinenza
alle esigenze
personali e
sociali
L’iceberg della competenza
(M. Castoldi, Valutare le competenze, 2009, p. 52)
Componente
visibile, esplicita,
che si manifesta
con l’osservazione
delle prestazioni
del soggetto.
Componente
latente, implicita,
che richiede una
esplorazione di
dimensioni interiori
connesse ai
processi
motivazionali,
volitivi,
socioemotivi.
Tra 10-15 anni che cosa vorremmo che
assolutamente rimanesse ai nostri allievi del
nostro insegnamento?
Domanda n. 1
Quali “frecce” deve avere al suo arco un
ragazzo, una volta uscito dalla scuola, per
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Lezione 1 didattica per competenze

  • 1. Percorso formativo sulle metodologie didattiche, valutazione e didattica delle competenze B-1-FSE-2013-376 Obiettivo B: Migliorare le competenze del personale della scuola e dei docenti Azione B1: Percorso formativo sulle metodologie didattiche in lingua madre REPUBBLICA ITALIANA – REGIONE SICILIANA ISTITUTO COMPRENSIVO “TOMMASO AVERSA” SCUOLA DELL’INFANZIA, PRIMARIA E SECONDARIA DI I° GRADO Cod. mecc. MEIC84600D – Cod. fiscale 93002940836 E-mail meic84600d@istruzione.it P.E.C. meic84600d@pec.istruzione.it Sito Web http://www.ictommasoaversa.it Piazza Vittorio Veneto, 6 – Mistretta (Me) Tel – Fax 0921/381041-40 Esperto esterno: prof. Alessandro Greco
  • 2. «La rilevazione PISA 2012 ha testato le competenze degli studenti 15‐enni nella comprensione della Lettura, nella Matematica e nelle Scienze. Essa consente un ampio confronto internazionale con altri paesi, dell’area OCSE e del resto del Mondo, e con le rilevazioni svolte in quattro occasioni del passato (2000, 2003, 2006 e 2009). (…) L’Italia consegue una performance peggiore della media OCSE.» (dal «Rapporto OCSE-PISA 2012» a cura dell’Invalsi, dicembre 2013) Alcuni dati da cui partire…
  • 3. Performance in MATEMATICA – OCSE-PISA 2012
  • 4. Performance in LETTURA – OCSE-PISA 2012
  • 5.
  • 7. CHE INSEGNANTE SEI? Con i tuoi alunni sei: Con i tuoi colleghi sei: La competenza che maggiormente possiedi è: La competenza di cui senti la mancanza è: Autorevole Collaborativo Padronanza della disciplina Padronanza della disciplina Disponibile Indifferente Leadership Leadership Entusiasta Entusiasta Competenze tecnologiche Competenze tecnologiche Preparato Generoso Spirito di collaborazione Spirito di collaborazione Attento Intraprendente Competenze relazionali Competenze relazionali Severo Corretto Capacità organizzative Capacità organizzative
  • 8. Sfide per l’insegnante oggi: disagioI «nuovi barbari» Crisidivisibilità sociale Perdita di autorevolezza
  • 9. Didattica • È l’arte del far apprendere ad altri uomini (cioè dell’educare insegnando):essa si caratterizza proprio come metodo, cioè come insieme di motivazioni e realizzazioni attraverso lo studio di determinate materie. • Non è operazione solitaria del docente in fuga con i suoi allievi sulla strada della conoscenza. È impegno critico di re- invenzione solidale di una specifica materia o disciplina con e per determinati alunni.
  • 11. Dal «bagaglio culturale» alle Competenze nel viaggio della vita un bagaglio particolarmente grande e provvisto di molti contenuti culturali era ritenuto un’attrezzatura indispensabile, che avrebbe permesso a ciascun soggetto di affrontare qualsiasi situazione, attingendo al bagaglio stesso secondo le necessità della vita. Affrontare un viaggio pieno di soste, ripartenze, che richiede spostamenti continui, portando con sé un bagaglio pesante è oltremodo faticoso. La condizione migliore per viaggiare è quella di partire con un bagaglio leggero e intelligente, che contenga l’essenziale, cercando poi ciò che serve e non è contenuto nel bagaglio a ogni fermata, a ogni tappa, secondo necessità.(F. Batini, Insegnare per competenze, 2013)
  • 12. Dalla «scuola delle conoscenze» alla «Scuola delle Competenze» Autorevolezza dell’insegnante: Conoscenza quasi enciclopedica della propria disciplina Modello diretto, lineare o trasmissivo INSEGNANTE: detentore di conoscenze STUDENTE: ricettore attraverso l’apprendimento DISCIPLINE i contenuti o “il programma” al centro del processo di apprendimento Nozionismo e trasmissività Autorevolezza dell’insegnante: Capacità, attraverso la propria disciplina, di fornire strumenti e materiali utili alla vita quotidiana e futura dei ragazzi, a incidervi. Modello indiretto, circolare o significativo INSEGNANTE STUDENTE: CONOSCENZA SAPERI Selezionare nel corpus di ciascuna materia i saperi e le abilità essenziali, organizzandoli in forme di apprendimento significative (curricoli) Competenze
  • 13. 3 posizioni culturali e pedagogiche La scuola dei programmi • sostanziale conservazione della situazione esistente, e dei programmi attuali e seguiti, con poche aggiunte, in un’ottica che considera l’insegnamento scolastico generalmente positivo e, dunque, da perpetuare; La pedagogia francese (costruttivismo) • Radicale ridimensionamento dei programmi, ai fini di valorizzare gli aspetti morali, psicologici, sociali dell’alunno. In questa ipotesi, i programmi sono destinati a perdere ogni loro valore “contenutistico” e a diventare una sorte di “palestra di allenamento” dell’allievo, che dalla scuola deve imparare non un sapere costituito, ma un’attitudine e un metodo. Le competenze per la professione • La funzionalizzazione e destrutturazione dei programmi e delle materie in vista di obiettivi da raggiungere, e in particolare alle competenze da acquisire, anche in chiave professionalizzante, sono il cambiamento più radicale da realizzare.
  • 14. Uscire dall’out-out delle mode pedagogiche… Alasdair McIntyre critica ferocemente il sistema scolastico americano: • Il fil rouge che legherebbe l’intero sistema formativo sarebbe la professionalizzazione e specializzazione; McIntyre accusa questo sistema di uccidere la cultura, perché la priva di “senso” e le conferisce valore unicamente strumentale e funzionale. Sono necessari tre passaggi:
  • 15. Evitare due riduzioni classiche della nostra scuola: far coincidere le conoscenze con una serie di nozioni; • appiattendo le materie scolastiche a repertori di informazioni che tra l’altro potremmo trovare comodamente su internet. • riduzione, di tipo enciclopedico: il “sapere” come frutto di una accumulazione di scoperte e teorie. Si separa l’oggetto del sapere dalle domande sulla realtà che lo hanno generato: la conoscenza risulta così essere intesa come “una serie di contenuti”. concepire l’alunno che apprende separato dai suoi interessi personali e reali; • Le discipline scolastiche vengono così ridotte così a meri “contenitori di contenuti”; • Le materie diventano “discorsi” sulle cose, e infatti consistono in una molteplicità di libri a prescindere dal metodo specifico di quella materia, oppure presentano teorie tendenzialmente astratte da “applicare” in pratica.
  • 16. Riscoprire la Scuola quale luogo di apprendimento
  • 17. Ripartire dalla «dimensione educativa delle discipline» Quattro criteri che possono aiutare a identificare i contenuti essenziali – che non sono da intendersi come contenuti “minimi” – del sapere insegnato e trasmesso: 1. ciò che è irrinunciabile in una materia per se stessa considerata (contenuti, metodo, linguaggio); 2. ciò che è irrinunciabile in una materia in quanto contribuisce alla cultura di base dell’alunno; 3. ciò che è irrinunciabile in una materia in relazione alla conoscenza di altre materie, lo sviluppo delle quali presuppone l’acquisizione e la padronanza di tali “presupposti”; 4. ciò che è irrinunciabile in una materia in quanto risposta alle domande dell’allievo. Tali “elementi irrinunciabili” devono poi essere collegati alle esigenze formative degli allievi, configurando così una proposta adeguata e fruibile.
  • 19. Parola polisemica che occorre mettere a fuoco! Etimologia di competenza: • prestito dal lat. Compĕtĕre > ‘incontrarsi, corrispondere’ e ‘spettare’ (da cum-pĕtĕre = ‘mirare a’) «indirizzarsi e dirigersi verso, cercare» «La competenza è l’attitudine legalmente riconosciuta ad un’autorità pubblica di compiere questo e quell’altro atto a condizioni determinate.» Reboul ricorda che il termine è di origine giuridica, dal Diritto romano: Siamo bombardati da un abuso della parola «competenza»….
  • 20. Competenza: il (o la) fine dell’insegnamento ? Olivier Reboul (Insegnamento, apprendimento e competenza, 1988): Saper fare • Attitudine ad agire Sapere puro • Attitudine a comprendere Competenza • Attitudine a giudicare la competenza è la possibilità, nel rispetto delle regole di un codice, di produrre liberamente un numero indefinito di prestazioni imprevedibili, coerenti tra loro e adatte alla situazione. la competenza è attitudine a giudicare che implica sempre contenuti di sapere e di saper fare integrandoli a livelli diversi.
  • 21. GLI ALUNNI ACQUISISCONO COMPETENZE TRAMITE: IL CURRICOLO FORMALE (scuola) IL CURRICOLO NON FORMALE (informazioni ed esperienze condotte in altri contesti educativi: casa, gruppi, agenzie, ecc.), IL CURRICOLO INFORMALE (le esperienze spontanee di vita) Compito della scuola saldare il curricolo formale agli altri; partire dalle conoscenze spontanee per arrivare alle conoscenze “scientifiche” organizzare, dare senso, alle conoscenze e alle esperienze acquisite, fornire metodi e chiavi di lettura, permettere esperienze in contesti relazionali significativi
  • 22. Discente INTUITIVO • chi elabora nei primi anni di vita teorie funzionali del mondo fisico e del mondo sociale (dalla nascita ai cinque/sei anni); Discente TRADIZIONALE • chi impara a leggere e a scrivere e ad impadronirsi dei concetti e delle conoscenze disciplinari proposte a scuola; Discente ESPERTO • chi si impadronisce delle conoscenze e delle abilità di una disciplina o di un ambito conoscitivo e le applica correttamente in situazioni nuove dimostrando di comprendere “realmente”. Howard Gardner (psicologo e docente statunitense di origine ebraica) in «Educare al comprendere» (1993):
  • 23. Competenza è capacità del soggetto di trarre frutto autentico dalla conoscenza (base ineludibile sulla quale la competenza poggia), incrementando la propria apertura all’esperienza, il proprio rapporto cosciente e attivo con la realtà, il proprio protagonismo umano, sociale e culturale. Olivier Reboul, Insegnamento, apprendimento e competenza, 1988
  • 24. Competenza è Capacità di far fronte ad un compito o a un insieme di compiti, riuscendo a mettere in moto e a orchestrare le proprie risorse interne, cognitive, affettive e volitive e a utilizzare le risorse esterne disponibili in modo coerente e fecondo. (M. Pellerey, «Progettazione formativa: teoria e metodologia» – ricerca ISFOL-CLISE - 1983)
  • 25. Competenza è capacità dello studente, alimentata e nutrita da conoscenze radicate e ben assimilate, di: • applicare queste conoscenze alla soluzione operativa di problemi reali, aperti e a soluzione multipla; • finalizzare le conoscenze medesime alla elaborazione di progetti, che si collochino nella linea di confine tra senso della realtà e senso della possibilità; • trasferire queste stesse conoscenze dall’aula scolastica alla realtà esterna, all’esperienza quotidiana, alla vita in tutti i suoi molteplici aspetti e nelle sue svariate manifestazioni.» Vittorio Campione - Silvano Tagliagambe, Saper fare la scuola: il triangolo che non c’è, Einaudi, Torino 2008
  • 26. Studente competente Colui che, mettendo insieme ed indirizzando (cum-petere) le sue energie (capacità, conoscenze ed abilità), procede elaborando sintesi critiche e soluzioni nuove, di cui sa dare le ragioni, documentando conoscenze reali. Le conoscenze (“sapere”) e le abilità (“saper fare” in senso meramente esecutivo) sono considerate importanti, ma solo nella misura in cui un soggetto le sa usare per affrontare situazioni
  • 27. sono costruite dalla persona nel rapporto con la realtà si sviluppano in modo dinamico Si manifestano in un contesto d’azione, culturale e sociale Necessitano di una pratica riflessiva Mobilitano e coordinano una serie di risorse Si apprezzano in base alla loro pertinenza alle esigenze personali e sociali
  • 28. L’iceberg della competenza (M. Castoldi, Valutare le competenze, 2009, p. 52) Componente visibile, esplicita, che si manifesta con l’osservazione delle prestazioni del soggetto. Componente latente, implicita, che richiede una esplorazione di dimensioni interiori connesse ai processi motivazionali, volitivi, socioemotivi.
  • 29. Tra 10-15 anni che cosa vorremmo che assolutamente rimanesse ai nostri allievi del nostro insegnamento? Domanda n. 1
  • 30. Quali “frecce” deve avere al suo arco un ragazzo, una volta uscito dalla scuola, per potersi realizzare nella vita? Domanda n. 2
  • 31. Per sviluppare Una competenza Occorre un… (Costa & Kallick, Le disposizioni della mente. Come educarle insegnando, 2007, p. 12
  • 32. Poggiare le fondamenta su un terreno fertile…