ecosoddisfatti!
piccola guida al consumo responsabile
ed ecocompatibile
Daniele Vignatelli
ISBN 978-88-86627-33-7
Prima edizione - ottobre 2009 - 1.000 copie
Tiratura speciale per Ambiente Festival
Realizzazione grafica e disegni:
Patrizia Casadei
Stampa: Gamedit - Bergamo
Ecosoddisfatti guida al consumo responsabile ed ecocompatibile
1. Daniele Vignatelli
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2. credits
ecosoddisfatti!
piccola guida al consumo responsabile
ed ecocompatibile
Daniele Vignatelli
ISBN 978-88-86627-33-7
Prima edizione - ottobre 2009 - 1.000 copie
Tiratura speciale per Ambiente Festival
Realizzazione grafica e disegni:
Patrizia Casadei per Kaleidon - Rimini
Stampa: Gamedit - Bergamo
3. Ho bisogno di questo, ho bisogno di quello… Quanti sono i nostri bisogni?
Tantissimi, pare. E per soddisfare questi bisogni quanta energia e quante risorse naturali
stiamo consumando? Quanti rifiuti producendo? Troppi, davvero.
Però almeno siamo tutti felici. Ma è poi vero? Pare di no. Non basta mai
niente. E la qualità? Non ne parliamo. E allora? Come si esce da questa trappola?
Quale strada percorrere per trovare spazi di reale soddisfazione? E può questa strada
incrociare quella di un’economia davvero sostenibile? Ed è pensabile mettere tutto
questo insieme al crescente bisogno di una società più integrata, conviviale e solidale? Ma
davvero si può?
Questa piccola Guida si propone di raccontare in modo semplice cosa si intende
per consumo sostenibile. In modo che ciascuno, anche chi fino ad oggi è rimasto un po’
titubante o diffidente pensando a me non interessa, possa iniziare a conoscere,
a capire, ad orientarsi in un mercato relativamente giovane e sicuramente in crescita.
In tutti i sensi.
È il mercato dei prodotti biologici, di quelli realizzati con tecnologie all’avanguardia
che consentono di ridurre drasticamente consumi energetici e di materie prime, con
processi che tendono a ridurre a zero la produzione dei rifiuti. È anche il mercato delle
autoproduzioni, dei baratti, del posso usare al posto del devo possedere…
In questa Guida non troverete molti consigli per gli acquisti o indirizzi (per questi
rimandiamo al sito web http://www.bottegasostenibilita.it/), ma ciascuno potrà farsi
un’idea più precisa di quali tipi di prodotti e servizi oggi possono essere acquistati (o
prodotti, utilizzati, scambiati..) con maggiore benessere e soddisfazione personale e minori
danni all’ambiente e alla società nel suo insieme.
Per cittadini più capaci di comprendere, ragionare, scegliere ed essere finalmente
ecosoddisfatti!
4. casa e dintorni
“Molte cose che sono difficili
da progettare si dimostrano
facili da realizzare.”
(Samuel Johnson)
Cosa rende ‘ecologica’ un’abitazione? Perché dovrei vivere in una casa
‘ecologica’? Rispondere a queste domande è sempre più facile. Un casa si
può dire ‘ecologica’ nella misura in cui viene progettata, costruita, realiz-
zata, dotata di impianti, finita e arredata con prodotti, materiali, tecnolo-
gie che riducono l’impatto ambientale e la quantità di energia necessaria
per il condizionamento della temperatura interna (caldo d’invero e fresco
d’estate). Inoltre, una casa ecologica rende massimo il benessere di chi vi
abita grazie all’impiego di materiali naturali.
A partire dal posizionamento dell’edificio e dal suo orientamento rispetto
alla posizione del sole nell’arco delle giornate e proseguendo con l’iso-
lamento termo-acustico dei vani, già oggi è possibile ridurre la spesa
energetica per il condizionamento delle abitazioni del 30% e oltre. Con
evidenti benefici anche per l’ambiente, in termini di riduzione di emissioni
di CO2. Inoltre è possibile autoprodurre, da fonti rinnovabili (energia fo-
tovoltaica, solare termico, energia eolica, energia geotermica) l’energia
di cui le nostre case hanno bisogno, azzerando in questo modo il nostro
5. impatto sull’ambiente. E grazie agli incentivi statali (Conto Energia e recu-
pero fiscale del 55% su solare termico e interventi di miglioramento delle
performance energetiche) è ancora possibile realizzare questi interventi
praticamente a costo zero: nel giro di pochi anni i benefici ripagano l’inve-
stimento effettuato!
Le pareti possono essere intonacate e verniciate con prodotti ecologici a
tossicità nulla, spesso addizionabili a profumazioni naturali che conferi-
scono un ulteriore elemento di piacere alla nostra scelta: una casa natu-
ralmente profumata al limone o alla lavanda è di per sé un luogo migliore
in cui vivere.
Infine l’arredamento. Si possono scegliere mobili realizzati con legname
certificato oppure realizzati con pannelli prodotti con legno da recupero
oppure ancora ideati seguendo il criterio del minimo impatto ambientale.
Sono moltissime le aziende che hanno già adottato seriamente questa
filosofia produttiva e vanno premiate.
www.fsc-italia.it
www.pefc.it
www.gbcitalia.org
facile
logico
ed eco
6. energie intelligenti
“Meglio accendere una
candela che brancolare
nell’oscurità.” (Emily Dickinson)
Per qualche decennio abbiamo vissuto tutti seduti su grandi barili di pe-
trolio. Oggi sappiamo che questo modo di produrre energia (l’energia che
ci è indispensabile per condurre qualsiasi attività umana) non è sostenibi-
le: il petrolio non è eterno (e quindi il suo prezzo è destinato ad aumenta-
re..), le emissioni che si generano dalla sua combustione stanno alterando
il clima sulla faccia della Terra, con conseguenze imprevedibili...
È sicuramente tempo di cambiare rotta. Facciamo due conti? La bolletta
energetica dell’Italia nel 2008 è stata di circa 56 miliardi di euro. Soldi che
escono dal sistema Paese e vanno ad incrementare i profitti delle mul-
tinazionali produttrici. Immaginiamo di poter gestire quei soldi diversa-
mente.. I moderni sistemi di efficienza energetica negli edifici consentono
di risparmiare non meno del 20% con investimenti di fatto contenuti (sui
quali ad oggi c’è un credito d’imposta del 55%, ovvero lo Stato restituisce
dalle imposte versate o da versare l’importo corrispondente). Questo si-
gnificherebbe risparmiare circa 5 miliardi di euro in metano e, allo stesso
tempo, procurare lavoro per artigiani, imprese, professionisti che potreb-
7. bero intevenire, con quella cifra, su circa 1.000.000 di abitazioni di 100 mq
cadauna.
Energie Rinnovabili. La Germania (notoriamente Paese assolato..) sta
procedendo verso il il 20% di produzione di energie rinnovabili. Obiettivo
quindi teoricamente raggiungibile anche dall’Italia. Significherebbe per
noi un risparmio di oltre 6 miliardi di euro di petrolio, da ‘girare’ a quelle
società che producono impianti fotovoltaici, eolici, a biomasse. Con quella
cifra potremmo realizzare circa 400.000 impianti fotovoltaici (all’anno) da
3KW che renderebbero autonome altrettante famiglie: in 5 anni sarebbe-
ro 2.000.000 e così via. Ancora oggi (e si spera permanga..) è possibile
usufruire dei contributi statali del Conto Energia che permettono di am-
mortizzare l’investimento in tempi assolutamente ragionevoli.
www.gse.it
www.bottegasostenibilita.it
www.paea.it
armio
il risp utti
nare t
guadag
che fa
8. salvalacqua
“Sprecate pure le parole
e le occasioni,
ma non l’acqua.” (G.Ceronetti)
Purtroppo? Per fortuna? Decidetelo voi. Sta di fatto che l’acqua che entra
nelle case di tutti costa ancora troppo poco perché ognuno di noi si senta
veramente spinto a risparmiarla davvero. Il risparmio dell’acqua quindi è
lasciato alla coscienza di ciascuno.
Eppure le risorse idriche primarie si stanno esaurendo: secondo un recen-
te rapporto delle Nazioni Unite, nel giro di qualche decennio il problema
della scarsa disponibilità di risorse idriche sarà una vera e propria emer-
genza globale.
È quindi necessario fin da subito acquistare per pochi spiccioli riduttori di
flusso che riducono il consumo fino al 30%, trovare soluzioni alternative
al fatto di buttare nel WC il 30% dell’acqua (potabile e perfetta) che utiliz-
ziamo in casa. Per esempio recuperando l’acqua del bagnetto dei bimbi o
quella utilizzata per lavare le verdure.
Progettando nuovi impianti è possibile prevedere il recupero delle acque
9. piovane per i circuiti dell’acqua sanitaria. Ci sono sistemi, economici, che
permettono di far uscire l’acqua calda solo quando è alla temperatura
desiderata, evitando così lo spreco dei rubinetti aperti in tiepida attesa ..
www.altroconsumo.it
acqua
www.ecoblog.it
rché l’ orma
www.forumrisparmioacqua.it
pe
la f nza
prende tra intellige
os
della n
10. buon senso, non rifiuti
“In natura, dove tutto si ricicla,
un frutto ha dentro di sé il seme
col quale si può riciclare e produrre
altri frutti uguali. Qual’è il seme
della plastica?” (Bruno Munari)
La gestione dei rifiuti è diventata una delle problematiche maggiormente
rappresentative della insostenibilità del nostro modello di sviluppo, secon-
do il quale sarebbe stato auspicabile produrre sempre di più, consumare
sempre di più, creare sempre più rifiuti, come se le risorse naturali e il
territorio fossero anch’essi crescenti, infiniti.
La battaglia dei rifiuti si vince innanzitutto riducendoli: eliminando i pro-
dotti usa-e-getta, gli imballaggi inutili, scarti e sprechi, prodotti dalla vita
breve, non riparabili. Acquistare prodotti di qualità significa risparmiare
denaro (chi più spende meno spende recita il famoso adagio popolare) e
ambiente.
Il riutilizzo creativo degli oggetti, poi, permette di allungare loro la vita,
trovando nuove vocazioni ed impieghi creativi per tutto ciò di cui la no-
stra volubilità si stanca facilmente: con un po’ di tempo e fantasia e con
abilità (che non pensavamo di ritrovarci) possiamo trasformare tantissimi
oggetti cambiandone la funzione. Una vecchia padella può diventare un
11. orologio da parete, un golfino desueto sarà oro per il gatto, la vecchia TV
un acquario meraviglioso.. Il tempo dedicato a questi piccole opere d’arte
è ben investito!
Siamo quindi tutti chiamati a fare la nostra parte (in casa, a scuola, in uf-
ficio, al lavoro) per operare un cambiamento culturale molto importante:
la cancellazione del concetto di ‘immondizia’. Tutto ciò che noi conside-
riamo ‘rifiuto’ altro non è che materia che può (e deve) essere recuperata,
riutilizzata ed essere nuovamente immessa nei cicli produttivi.
Da qui l’importanza fondamentale della Raccolta Differenziata di tutti i
rifiuti solidi urbani (in casa) e di quelli speciali (al lavoro), riducendo al
massimo la quota di indifferenziati - che va nei cassonetti grigi - e per la
quale presto saremo chiamati a pagare in proporzione all'effettivo confe-
rimento: più rifiuti produci più paghi.
www.riducimballi.it
www.menorifiuti.org
www.gruppohera.it
ra!
ultim’o e
ssion
l’espre etta’
abolita sa-e-g
‘u
12. volere o volare?
“La felicità dell’esistenza
si gioca tra l’essenzialità
dell’avere e la bellezza
dell’essere.” (Ettore Mildwin)
Ci fu un tempo in cui parve logico, naturale, questo modus vivendi: lavo-
rare per ottenere denaro, denaro per acquistare beni, beni per soddisfare
bisogni. Soddisfazione che, però, richiede non solo capacità economica
ma anche tempo, socialità e competenze. Ma se il lavoro si mangia tutto
il tempo, che ne è della socialità? E chi riesce a sviluppare o mantenere
davvero competenze al di fuori della dimensione lavorativa?
Volere o volare, un po’ per la crisi un po’ per divertimento, un po’ per ne-
cessità un po’ per scelta, sono sempre di più le persone che si dedicano
all’autoproduzione di beni e servizi. Non più in una logica di bricolage,
ma di sostegno effettivo alle necessità vitali del proprio nucleo familiare.
Oggi come oggi, anche grazie alle informazioni disponibili in rete e al dif-
fondersi dei Gruppi di Acquisto Solidale, è possibile per chiunque e senza
particolari investimenti in tempo o denaro, autoprodurre dal pane al ge-
lato, dallo yogurt a semplici vestiti, dai mobili per casa alla casa stessa!!
La condivisione, invece, si basa sul principio per cui non è necessario
13. possedere un oggetto per goderne l’utilità. Possiamo quindi già oggi
acquistare la possibilità di fruire di beni strumentali quali automobili,
elettrodomestici, case, biciclette e altri per i quali pagare un canone di
noleggio e la responsabilità del bene resta in campo al produttore, dal
buon funzionamento allo smaltimento a fine ciclo di vita.
www.economia-solidale.org
www.ecomia.org
www.decrescitafelice.it
autoproduzione.blogspot.com
tività
l a crea
onomia
dell’ec
14. c’e’ da spostare un a…bitudine
targata pi – gri - zia
“Gli uomini liberi possono
percorrere la strada che conduce
a relazioni sociali produttive solo
alla velocità della bicicletta.”
(Ivan Illich)
Per tantissimi secoli ci siamo spostati sulla faccia della Terra a piedi o a
dorso di un qualche quadrupede. Negli ultimi cento l’automobile ha rap-
presentato, in modo crescente, la risposta più immediata alla domanda
di mobilità. Oggi tutti possono osservare come la stessa automobile ten-
da a rappresentare più un problema che non la soluzione dello stesso: la
sua diffusione e l’incremento del parco complessivo circolante produce
inquinamento, occupa spazi e territorio, incrementa rischi per la salute e
l’incolumità dei cittadini.
È per questo oggi si parla di mobilità sostenibile, intendendo quell’insie-
me di mezzi e sistemi integrati che consentono di spostarsi nello spazio
con la minor produzione di emissioni inquinanti procapite, il minor consu-
mo di territorio, la miglior qualità della vita per ciascuno.
Si tratta, in pratica, di ridurre al massimo l’utilizzo dell’auto aumentando
nel contempo il ricorso a tutte le altre modalità: mezzi pubblici, bicicletta,
due passi. Ma non solo. Si stanno diffondendo nuove forme organizzative
15. per gestire la mobilità, quali il car-sharing (condivisione di auto pubbliche),
il bike-sharing (stessa cosa ma per le biciclette), il car-pooling (incentivi
per l’utilizzo delle automobili a pieno carico).
Infine, anche grazie all’aumento del costo dei carburanti tradizionali, si
stanno sempre più diffondendo automobili elettriche, ibride, alimentate a
gas metano o GPL.
o
bitacol
www.riminiambiente.it
l tuo a tri
www.tramservizi.it
www.carsharingitalia.it
esci da a gli al
tr
e incon
www.ecomobile.it
16. per una felice crescita
(qualitativa)
“Le responsabilità educano.”
(Wendell Phillips)
Il tempo libero sembra sempre poco, ma mai come in questa nostra epoca
le persona hanno avuto (mediamente) tanta disponibilità di tempo. Maga-
ri non ce ne accorgiamo, distratti come siamo dal diluvio dei media (TV e
Internet) che spesso ci rubano ore preziose, impegnati in acquisti talvolta
(vogliamo dire spesso?) eccessivi rispetto alle nostre effettive esigenze..
Il tempo libero, dedicato alle relazioni interpersonali, al benessere indivi-
duale, alla propria crescita intellettuale e spirituale, alla cura di sé e dei
propri cari, al volontariato, all’autoproduzione di beni primari, alla ripa-
razione degli oggetti o strumenti di casa, al sano ozio (È la dose che fa il
veleno, diceva Paracelo) è tempo veramente degno di essere vissuto. E’ un
tempo che porta significato, sapore e spessore alla nostra vita.
Anche in questo senso diventa importante nutrire la propria dimensione
culturale, la cui crescita non si ferma con l’obbligo scolastico, ma perdura
per tutto l’arco della vita (long life learning) determinando in buona parte
le condizioni per un’esistenza felice e produttiva. Libri, teatro, musica, ci-
17. nema, arti varie sono straordinari ingredienti per una crescita autososte-
nibile, che punta sulla qualità delle esperienze anziché sulla quantità degli
stimoli.
Uscire dai propri confini per incontrare altri Paesi altre culture altre perso-
ne è un’esperienza che può portare veramente una crescita straordinaria
a chi decide di affrontarla correttamente. I viaggi di turismo responsabile
sono una realtà diffusa e si possono trovare proposte molto interessanti
per ogni periodo dell’anno e per quasi tutte le destinazioni raggiungibili
con i canali ‘tradizionali’. Il turismo responsabile si distingue dalle altre
forme turistiche per la grande attenzione e il rispetto verso le comunità
locali, la riduzione degli impatti complessivi, la destinazione dei benefici
economici alle economie locali.
www.tempomat.it
www.regione.emilia-romagna.it/banchedeltempo
www.aitr.org
www.turismosostenibile.provincia.rimini.it
bbiamo
Ciò che do fare,
re a
impara acendo.
amo f
lo impari
18. il commercio equo
e solidale
“Niente di grande è stato
fatto al mondo senza il
contributo della passione.”
(Georg Hegel)
Il commercio equo e solidale, o fair trade, è una partnership economica
con i produttori del Sud del mondo basata sul dialogo, la trasparenza e il
rispetto, che mira ad una maggiore equità attraverso il commercio inter-
nazionale. Il fair trade contribuisce ad uno sviluppo sostenibile complessi-
vo attraverso l’offerta di migliori condizioni economiche e assicurando i
diritti per produttori marginalizzati dal mercato e dei lavoratori, special-
mente nel Sud del mondo (dal sito di altromercato.it).
Oramai in ogni città italiana si trova una ‘bottega’ del commercio equo e
solidale, gestita da cooperative, associazioni, volontari, ove è possibile
trovare di tutto: da alcuni alimenti primari alle spezie, dall’abbigliamento
alla cartoleria, dall’oggettistica all’arredamento, dalla cosmesi alla frutta
fresca. Tutti prodotti realizzati con grande cura e il massimo rispetto sia
dei diritti umani che degli equilibri ambientali.
Diverse reti di Grande Distribuzione hanno negli ultimi anni inserito nei
19. loro scaffali prodotti a marchio fair trade (generalmente caffè, tè, zucche-
ro), contribuendo così alla sua ulteriore diffusione in ogni casa.
Il commercio equo risponde a importanti linee guida:
* garantire ai piccoli produttori nel Sud del mondo un accesso diretto
e sostenibile al mercato, al fine di favorire il passaggio dalla precarietà
ad una situazione di autosufficienza economica e di rispetto dei diritti
umani;
* rafforzare il ruolo dei produttori e dei lavoratori come primari stake-
holders (portatori di interesse) nelle organizzazioni in cui operano;
* agire ad ampio raggio, anche a livello politico e culturale, per raggiun-
gere una maggiore equità nelle regole e nelle pratiche del commercio
internazionale.
www.altromercato.it
www.commercioalternativo.it
www.pachamama-rimini.org
ssere
equ o per e ali
solid
20. solidi valori
“Nessuna strada ha mai
condotto nessuna carovana
fino a raggiungere il suo
miraggio, ma solo
i miraggi hanno messo
in moto le carovane. ”
(Henri Desroche)
Negli ultimi decenni anche in Italia non solo si è sviluppata una specifica
sensibilità verso i temi della finanza etica, ma finalmente si sono resi di-
sponibili, in modo diffuso, efficiente e competitivo, veri e propri soggetti
responsabili, servizi bancari, progetti e canali di finanziamento improntati
sui principi della Finanza Etica.
Oggi come oggi è quindi possibile, sia per un privato che per un’organiz-
zazione o un’azienda, avere un rapporto di conto corrente con una Banca
Etica e aprire un conto, investire risparmi, chiedere un mutuo, usare un
bancomat e godere di tutti i normali servizi bancari.
In questo modo saremo sicuri che i nostri soldi non saranno utilizzati per
finanziare operazioni non condivisibili (nel merito o nel metodo), ma an-
dranno ad alimentare un circolo virtuoso di economia responsabile.
21. La particolarità degli attori che si muovono sulla scena della Finanza Etica
sono legate al solido impianto di valori che sta alla base della loro operati-
vità. Valori che quindi diventano centrali, sovvertendo le logiche cui siamo
abituati per cui i soldi vengono prima di tutto.
• - Centralità della persona
• - Equità
• - Responsabilità
• - Trasparenza
• - Cooperazione
• - Solidarietà
• - Partecipazione
• - Sobrietà
• - Efficacia ed efficienza
www.bancaetica.com
www.eticredito.it
it.wikipedia.org/wiki/Mutua_autogestione
22. aziende sostenibili
“La difficoltà non sta
nel credere nelle nuove idee,
ma nel fuggire
dalle vecchie.”
(John Maynard Keynes)
Da diversi anni anche il mondo dell’industria si sta sempre più mettendo in
discussione per ridurre il proprio impatto ambientale complessivo e ride-
finire la propria presenza sul mercato. Appaiono sempre più chiaramente
vincenti quelle aziende che sanno coniugare lealmente obiettivi gestionali
e responsabilità diffusa d’impresa, sociale ed ambientale.
Pertanto già oggi è possibile preferire, dal punto di vista della sostenibilità,
quelle aziende che:
• - sono certificate ISO 14000, EMAS, Ecolabel o altre
• - si avvalgono in larga misura di energie rinnovabili, autoprodotte o in
convenzione con appositi gestori
• - attuano sistematici piani di contenimento dei consumi energetici
• - utilizzano materie prime seconde (provenienti quindi dalla filiera
23. del recupero dei rifiuti e non dagli ecosistemi)
• - fanno ricerca & sviluppo per individuare nuovi materiali o nuovi
processi produttivi eco-compatibili.
www.ermesambiente.it/vetrinasostenibilita
www.eco-aziende.it
www.symbola.net
mia
l’econo tà
ativi
de lla cre
24. per un artigianato
ecocompatibile
“Arricchiamoci delle nostre
reciproche differenze.”
(Paul Valéry)
Cosa può rendere eco-compatibile un’attività artigianale?
L’artigiano ha per definizione il controllo sull’intera filiera produttiva,
dalle materie che acquista alle lavorazioni cui le sottopone. Questo
implica una responsabilità diretta, elemento essenziale di ogni econo-
mia che voglia essere strumento coerente con lo sviluppo umano.
Le produzioni artigianali si realizzano necessariamente su piccola sca-
la, adattabili, flessibili, non devono invadere il mercato per battere la
concorrenza o abbatterne i prezzi. Si produce ciò che serve.
L’artigiano può esprimere una creatività allargata ad ogni campo del-
la sua esperienza: come capacità di trovare nuovi prodotti, attitudine a
risolvere problemi, opzione per individuare di volta in volta le soluzioni
operative più eco-compatibili.
Uno degli aspetti più interessanti di questa creatività è collegata al
25. frequente utilizzo di materiale da recupero eo al riutilizzo di prodotti
o semilavorati destinati, diversamente, ad uscire dai cicli produttivi: in
questo modo l’artigiano contribuisce anche alla riduzione dei rifiuti.
www.cnarimini.it
www.ecolandia.org
www.dinamoenergiacreativa.ning.com
ntasie
abili fa nico
eta u
per un pian
26. per il diritto
al buon inizio
“Le idee migliori sono
proprietà di tutti.”
(Seneca)
Di tutto si farebbe (e si fa) per i figli, quindi perché non iniziare proprio
da loro a trasformare in chiave sostenibile i nostri acquisti e la nostra esi-
stenza?
Ai nostri bambini possiamo proporre innanzitutto un’alimentazione bio-
logica, attenta ai prodotti locali e ai frutti di stagione. Certamente occor-
rono tempo, pazienza, fantasia e non lasciarsi prendere dalla tentazione
della pigrizia (merendine, fast food, alternative zuccherose..), ma se non
dedichiamo a loro il nostro tempo per cos’altro vale la pena impiegarlo?
Tessuti naturali danno un confort unico e ‘responsabilizzano’ i nostri cuc-
cioli ad avere cura dei propri vestiti e della loro gestione. Sicuramente
hanno un costo superiore ad abiti sintetici, ma pensiamo che quel costo
potrà essere ammortizzato da una maggiore salubrità, da una maggiore
durata del capo di abbigliamento che potrà, ove possibile, essere passato
a fratellini, sorelline, cugini, amici.
27. I giocattoli dovrebbero essere scelti anch’essi in materiale naturale: il le-
gno è perfetto, più caldo e capace di trasmettere le sensazioni di cui i no-
stri bambini hanno bisogno. Non serve che siano complessi e completi:
tutto ciò che manca all’oggetto lo ricrea il soggetto. E’ molto più stimolan-
te per la fantasia e la capacità operativa di un bambino!!
Infine, per i nostri bambini possiamo scegliere detergenti, prodotti per
l’igiene e la cura del corpo realizzati con sostanze vegetali, senza test su
animali o conservanti, sbiancanti o altre sostanze di sintesi. Ma ancor più
di questa serie di opzioni ecologiche, ciò che vale maggiormente è la qua-
lità della relazione che riusciamo ad instaurare con i nostri figli, fatta di
tempo, condivisione, semplicità e fantasia.
www.bimbambiente.it
www.bottegasostenibilta.it
www.acquistiverdi.it
iamo bene!
incominc
28. vestiti di verde!
“Faccio sempre ciò che non
so fare, per imparare come
va fatto.”
(Vincent Van Gogh)
Scegliere un abbigliamento più sostenibile significa:
Privilegiare produzioni italiane o europee, contribuendo così a man-
tenere posti di lavoro e a tutelare i diritti dei lavoratori che non sem-
pre, oltre i confini continentali, sono sufficientemente osservati. Inoltre
il MADE IN ITALY è, mediamente, una garanzia di qualità di fattura e di
stile.
Scegliere capi di abbigliamento eo accessori realizzati con materie
prime naturali (canapa, lana, cotone), che riducono i rischi di allergie
e intolleranze conferendo maggior confort e maggiore naturalità sulla
pelle.
Preferire articoli realizzati con materie prime biologiche, possibilmen-
te certificate. Questo azzererà il rischio di trovarsi a contatto della pelle
residui di sostanze dannose e favorirà il ricorso, da parte dell’industria
manifatturiera, a queste materie prime la cui produzione riduce signi-
29. ficativamente l’impatto sull’ambiente.
Mettere in gioco il proprio gusto e la propria fantasia, piuttosto che
lasciarsi guidare dai diktat delle mode stagionali che impongono fe-
roci rotazioni al guardaroba e precoci obsolescenze. Quindi riciclare,
ristilizzare, riaccoppiare, scambiare, riadattare, rinverdire: insomma,
divertirsi!
Scegliere articoli che possano durare, evitando di disperdersi in ac-
quisti effimeri, privilegiando la qualità e la durabilità dei capi.
Quando qualcosa si rompe si può aggiustare! Sarte e calzolai stanno
ripopolando, e ben vengano!, le nostre città.
Quando non ne possiamo proprio più di quella borsa o di questi jeans,
se siamo stati attenti e quindi si trovano ancora in buone condizioni,
possono essere portati ad uno dei tanti mercatini dell’usato presenti in
tutte le città. Qui si possono anche trovare occasioni, capi straordinari,
abiti in cerca di autore...
www.aamterranuova.it
www.bottegasostenibilta.it
www.acquistiverdi.it
ità
comod
urale
egan za nat
ed el
30. il sapore della salute
“I giovani hanno più bisogno
di esempi che di critiche.”
(Joseph Jouber)
L’alimentazione può essere tanto più sostenibile quanto più:
Si basa su prodotti biologici per la cui produzione ‘quindi’ non sono
state usate sostanze cosiddette biocide (dannose per l’uomo e per
l’ambiente) e conservanti artificiali. Esistono numerose tipologie di cer-
tificazioni europee che accompagnano gli acquirenti nella scelta. Oggi
come oggi si possono trovare in commercio prodotti freschi (ortaggi,
frutta), carne e formaggi, latti diversi, legumi e cereali, conserve e dolci:
praticamente tutto.
È attenta alla stagionalità dei prodotti, non ricerca cocomeri a Natale e
arance a luglio. Non richiede un massiccio ricorso alla catena del fred-
do, con immensi consumi energetici, o ad intense attività di trasporti
per far arrivare ogni prodotto ovunque e sempre. Inoltre ogni stagione
reca, attraverso i propri frutti, le sostanze nutritive specifiche di cui il
nostro organismo ha bisogno nel corso dell’anno.
31. Predilige l’acquisto di prodotti di provenienza locale (o a chilometro
zero come si dice oggi), che riducono il ricorso a pesanti trasporti, in-
centivano gli agricoltori locali a servire un mercato prossimo, con cui
allacciare rapporti di scambio continui e crescere insieme nella qualità.
Con vantaggi per tutti.
L’alimentazione sostenibile è lenta (slow), non tratta il cibo come car-
burante neutro ma è consapevole dall’importanza fondamentale della
relazione che possiamo instaurare con ciò che mangiamo. E, come ogni
relazione, anche questa si nutre fondamentalmente di tempo.
Il tempo è un ingrediente essenziale, poi, anche per le autoproduzio-
ni (yogurt, marmellate, formaggi, dolci, paste, bevande, conserve etc.)
che, realizzate a livello familiare o di piccolo gruppo costituiscono una
crescente forma di economia domestica, costruzione di valore sociale,
occasione di scambio e valorizzazione dei prodotti locali più semplici.
www.economia-solidale.org
www.slowfood.it
www.ilconsapevole.it
32. tra ben-essere
e bell-essere
“La vita si misura dalla
rapidità del cambiamento,
dalla successione delle
influenze che modificano
l’essere.” (George Eliot)
L’offerta di prodotti naturali per la salute, il benessere e la cosmesi di
grandi e piccini è già oggi vasta e facilmente reperibile. Gli italiani sono
(siamo) un popolo mediamente molto disposto a spendere per questi pro-
dotti e questa disponibilità ha contribuito a creare un mercato fiorente. Va
detto che all’interno di questa grande offerta si trova di tutto ed è sempre
bene approfondire la conoscenza dei produttori, delle materie prime uti-
lizzate, dei processi produttivi impiegati: il consumatore responsabile non
si accontenta di una bella etichetta!
Dai saponi agli shampoo, dai detergenti ai profumi, dalle lozioni ai balsa-
mi, dalle creme agli oli, dai prodotti erboristici a quelli fitofarmacologici: la
Natura può essere sfruttata sostenibilmente (ovvero all’interno della sua
naturale capacità autorigenerativa) con l’intento di realizzare prodotti utili
alla nostra salute e igiene, totalmente ecologici, privi di sostanze di sintesi
e quindi maggiormente capaci di aiutarci a costruire quell’equilibrio bio-
fisico che sta alla base della salute di ciascuno.
34. diversamente
“Se avessimo tutti le stesse
opinioni non ci sarebbero
le corse dei cavalli.”
(George Bernard Shaw)
Meglio soli? non sempre..
I Gruppi di Acquisto Solidali sono una realtà affermata su quasi tutto il
territorio nazionale e anche a Rimini hanno una loro espressione molto
concreta e funzionale nell’Associazione RIGAS www.riminigas.org. Condi-
videndo i principi etici di un GAS è possibile farne parte per approfondire
le tematiche, imparare ad autoprodurre molti alimenti o beni di prima
necessità, partecipare alla vita sociale e alle esperienze proposte e infine
acquistare i migliori prodotti a condizioni di maggior vantaggio rispetto
all’acquisto individuale.
I principi dei GAS sono tesi a promuovere le produzioni locali, biologiche
ed ecologiche, a difendere i diritti dei lavoratori, a promuovere le produ-
zioni su piccola scala e alla diffusione della cultura del consumo critico.
35. Non solo soldi!
Vi sono anche in Italia diverse manifestazioni locali, punti di scambio e siti
web che favoriscono l’incontro tra privati cittadini allo scopo di realizzare
baratti. Ciascuno può così scambiare con altre persone oggetti diventati
inutili nel suo contesto familiare, ma che possono trovare una nuova ragio-
ne d’essere altrove. Oltre a consentire risparmi economici e riduzione di
potenziali rifiuti, la forma del baratto incentiva le relazioni interpersonali e
si basa su rapporti di fiducia, necessariamente di supporto (diversamente
dalle transazioni monetarie ove la moneta esaurisce ogni richiesta di va-
lore) ad ogni scambio…
www.zerorelativo.it
www.barattopoli.it
www.scambiamoci.it
www.suesu.it
È tempo di Bilanci!
In controtendenza con la società di oggi, consumando meno e meglio si
guadagna in qualità della vita reimpossessandosi del proprio tempo, gu-
stando il piacere dell’autoproduzione, riscoprendo tradizioni e scoprendo
nuove culture. Questo sono i “Bilanci di Giustizia”: monitorare il proprio
consumo per cambiare l’economia dalle piccole cose, dai gesti quotidia-
ni. È una campagna pluriennale promossa dall’Associazione ‘Beati i co-
struttori di pace’: www.bilancidigiustizia.it
36. Questa piccola Guida si propone di raccontare in modo semplice
cosa si intende per consumo responsabile ed ecocompatibile.
In modo che ciascuno possa iniziare a conoscere, a capire,
ad orientarsi in un mercato relativamente giovane e sicuramente in crescita ,
in tutti i sensi.
Per cittadini più capaci di comprendere, ragionare, scegliere
ed essere finalmente ecosoddisfatti !
Euro 2,50
ISBN 978-88-86627-33-7
TIRATURA SPECIALE FUORI COMMERCIO
PROGETTO
COFINANZIATO
DAL PROGRAMMA
INFEA 2008