Relazione Comitato per la promozione del patrimonio immateriale
1. Carpino, 4 Agosto 2008 TAVOLA ROTONDA Il ruolo delle comunità e della società civile nella salvaguardia e nella valorizzazione sostenibile del patrimonio immateriale Una giornata di riflessione sul patrimonio culturale immateriale, per un impegno concreto e quotidiano delle Comunità e della società civile nella tutela dei diritti culturali e nella protezione, trasmissione e valorizzazione sostenibile dei beni immateriali Con il Patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO Promosso da: Associazione Culturale Carpino Folk Festival Comitato per la promozione del patrimonio immateriale
2. Roundtable organized by the Associazione Culturale Carpino Folk Festival and the "Comitato per la promozione del patrimonio immateriale" (ICHNet) Carpino (Foggia), Italy, August 4, 2008. "Safeguard and sustainable enhancement of the intangible heritage: role of the communities and the civil society" A one-day event to analyse and reflect on the intangible cultural heritage, for a concrete and permanent daily engagement of the community and the civil society in the safeguard of cultural rights and in the protection, transmission and sustainable enhancement of the intangible cultural heritage.
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5. Apertura dei Lavori Barbara Terenzi Fondazione Basso Coordinatore del Comitato per protezione e promozione dei diritti umani
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8. Giuseppe Torre Coordinatore Comitato per la promozione del patrimonio immateriale Cultural diversity is a driving force of development, not only in respect of economic growth, but also as a means of leading a more fulfilling intellectual, emotional, moral and spiritual life…. Cultural diversity is thus an asset that is indispensable for poverty reduction and the achievement of sustainable development . UNESCO
10. Noi riteniamo che in questo momento - più che mai – sia necessario adottare un modello di sviluppo sostenibile che tenga conto della cultura endogena delle Comunità che compongono il nostro Paese, del capitale umano e di quello sociale, delle risorse ambientali e materiali . Siamo convinti che alla BASE del deterioramento dell’ambiente , delle tensioni sociali ed etniche , dell’ inefficienza del sistema economico vi sia l’incapacità del sistema e delle Comunità di “fare cultura”, la perdita della memoria e dell’identità culturale . Non-cultura, oblio della memoria e smarrimento dell’identità determinano l’adesione acritica a stili di vita dettati da esigenze esogene alla Comunità e portano inevitabilmente all’ indebolimento della coesione sociale, del processo democratico e della competitività, oltre che al depauperamento delle risorse naturali, materiali ed immateriali . Sviluppo sostenibile e patrimonio immateriale La visione del Comitato
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12. Quanto al Patrimonio Culturale Immateriale, noi crediamo che esso abbia una definizione molto più ampia di quella data nella Convenzione Unesco. Secondo noi il Patrimonio Culturale Immateriale è… “ Il luogo ove per millenni si sono formati valori e saperi. Ed è il luogo dove tutt’oggi dovrebbero continuare a formarsi i valori ed i saperi ” Quando i valori ed i saperi si formano all’esterno della Comunità , questo non è affatto un buon segno, perché quando ciò accade vuol dire che essa ha perso CAPACITÀ CREATIVA e AUTONOMIA , perché ha delegato ad altri il compito di stabilire i valori sui quali essa stessa si fonda, perché ha perso la capacità di creare nuovi saperi, di innovare, di distinguersi, di avere una visione del futuro condivisa, ed anche di criticare l’esistente . Sviluppo sostenibile e patrimonio immateriale La visione del Comitato
13. Il patrimonio immateriale deve essere tutelato anche per garantire la DIVERSITÀ CULTURALE, altro fattore che è alla base della creatività, dell’innovazione, del progresso. Occorre sottolineare, però, che la diversità culturale è la base della creatività SE E SOLO SE vi è apertura, dialogo interculturale, confronto, tolleranza. Sviluppo sostenibile e patrimonio immateriale La visione del Comitato
14. “ Conservare il Patrimonio Immateriale non vuol dire conservare il passato, ma significa dare alle Comunità uno strumento in più per evolvere, per essere creative e competitive, secondo percorsi sostenibili” . L’idea di sostenibilità non si applica, quindi, solo alla gestione razionale delle RISORSE materiali ed energetiche NON RINNOVABILI, ma anche all’impegno dei singoli , delle Comunità e delle Istituzioni nel gestire in modo intelligente le risorse culturali ed i valori intrinseci alla cultura che, al pari di altre risorse, se non gestite bene, rischiano di estinguersi . Sviluppo sostenibile e patrimonio immateriale La visione del Comitato
15. Da non sottovalutare, infine, il fatto che questo patrimonio immateriale è custodito in massima parte nelle piccole realtà, proprio in quei piccoli comuni ad alto rischio spopolamento. In Italia, infatti, ci sono circa 5.750 comuni con meno di 5.000 abitanti, in cui vivono circa 10.000.000 di italiani. Non si tratta dunque di un’Italia residuale, ma di una larga parte del nostro Paese. Sviluppo sostenibile e patrimonio immateriale La visione del Comitato
18. “ Oggi si tende a finanziare eventi “culturali” noti solo per la loro notorietà ” Zygmunt Bauman Gli EVENTI-CELEBRITÀ hanno l’enorme vantaggio di portare visibilità soprattutto a chi li promuove , ma ciò - in un periodo in cui si riducono drammaticamente i finanziamenti alla cultura – rischia di portare al margine delle politiche culturali tanto le Istituzioni Culturali quanto le iniziative di promozione della espressione culturale dei cittadini . A ciò deve aggiungersi che i “grandi eventi” sono affidati – nella maggioranza dei casi - ad istituzioni con finalità di lucro , il che ne amplifica ancora di più il contenuto spettacolare e mediatico, più che culturale e di “servizio”. Cosa accade in Italia?
19. Sul terreno del patrimonio culturale immateriale la situazione italiana è, a nostro avviso, piuttosto problematica, almeno rispetto al coinvolgimento della società civile rispetto alla sua salvaguardia. Dopo la ratifica della Convenzione la decisione governativa più evidente è stata quella di proporre al Comitato intergovernativo dell’Unesco la “ dieta mediterranea ” come “bene immateriale” da salvaguardare. Non vogliamo e non possiamo esprimere giudizi su questa decisione, ma rileviamo che in questo processo la società civile non ha fatto sentire la sua voce . A livello locale, poi, abbiamo assistito al fiorire di decine e decine di iniziative di “valorizzazione” del patrimonio immateriale, che nella maggioranza dei casi hanno l’obiettivo dichiarato di incrementare il turismo di massa , a conferma della grandissima confusione che regna ancora in questo settore. Cosa accade in Italia?
20. Ma c’è di più. Abbiamo documentato iniziative potenzialmente molto pericolose per la sopravvivenza del patrimonio immateriale: trasformazione in sagre di eventi rituali e festivi, uso di immagini e suggestioni legate al patrimonio immateriale nel marketing e nella comunicazione turistica , tour operator che hanno “arricchito” la loro offerta con visite NON GUIDATE ai riti o alle feste più rappresentative del nostro patrimonio culturale immateriale, ecc….. In più, stanno giungendo al nostro Comitato - soprattutto da parte delle pubbliche amministrazioni locali e delle pro-loco – decine di richieste di aiuto per l’inserimento nella lista dei beni da tutelare di “oggetti” di tutti i tipi. Dalle manifestazioni folkloristiche alle rievocazioni storiche, dai prodotti tipici, a manifestazioni della arti popolari dello spettacolo estinte da decenni.. Ci chiediamo: Se queste richieste arrivano al nostro Comitato, che non ha alcun potere in questo settore, cosa accade negli uffici degli Enti competenti? Cosa accade in Italia?
21. Ad oggi, inoltre, non ci risultano in atto significative azioni politiche mirate a rispettare l’Articolo 15 della Convenzione. Art. 15 - Partecipazione delle Comunità, dei gruppi e degli individui Nell’ambito delle sue attività di salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, ciascuno Stato contraente farà ogni sforzo per garantire la più ampia partecipazione di comunità, gruppi e, ove appropriato, individui che creano, mantengono e trasmettono tale patrimonio culturale, al fine di coinvolgerli attivamente nella sua gestione. Né sono in previsione progetti di salvaguardia di tali beni sul solco di linee guida indicate dall’Unesco tutte ispirate al principio del community-based management . Cosa accade in Italia?
28. Conclusioni Salvaguardare il patrimonio immateriale e garantirne la trasmissione è una azione che se effettuata garantendo l’inclusione sociale, il patrimonio naturale e materiale, e gestendo con sapienza le leve di governance ed economiche , può essere la base di uno SVILUPPO REALMENTE SOSTENIBILE
29. Economia Inclusione sociale Patrimonio naturale e materiale Cultura memoria, trasmissione, conoscenza, diversità, creatività, ritualità, … Governance Sviluppo Sostenibile
34. Gruppi di Lavoro – Team work Come coinvolgere le comunità nel processo di salvaguardia e gestione attiva del patrimonio immateriale? Come valorizzare in modo sostenibile il patrimonio immateriale? Quali beni tutelare e come?