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Banca Nazionale del Lavoro
Gruppo BNP Paribas
Via Vittorio Veneto 119
00187 Roma
Autorizzazione del Tribunale
di Roma n. 159/2002
del 9/4/2002
Le opinioni espresse
non impegnano la
responsabilità
della banca.

Prestiti e rimborsi tra la Bce e le banche europee
con operazioni Ltro
(mld di euro)
350
300

300
255

250
200
150

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113

101

100

69 61

55

50

61
26

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23

40

58

26

0
Spagna

Italia

Francia Germania Irlanda Portogallo Belgio

Prestiti Ltro

Altri

Rimborsi Ltro

Fonte: Sole 24 Ore, Bce, banche centrali nazionali.

03
28 gennaio
2014
Direttore responsabile:
Giovanni Ajassa
tel. 0647028414
giovanni.ajassa@bnlmail.com

Tra le misure straordinarie adottate dalla Bce durante la crisi finanziaria, le due
operazioni addizionali di rifinanziamento a lungo termine (Ltro) di dicembre 2011 e
marzo 2012 sono quelle ad aver avuto maggiori effetti sulla liquidità. Il sistema
bancario europeo ha registrato una liquidità in eccesso che ha raggiunto il livello
massimo di 850 mld di euro a marzo 2012 provocando considerevoli effetti sulla
dinamica dei tassi del mercato monetario a breve termine. A partire da inizio 2013 la
liquidità in eccesso del sistema bancario è andata progressivamente calando. Molte
banche hanno esercitato la facoltà di rimborso anticipato prevista dalle operazioni Ltro
a tre anni. In Germania, Olanda e Austria le banche hanno rimborsato la gran parte
dei fondi, in Francia e Belgio i rimborsi sono stati superiori al 50%, in Spagna (38%),
Italia (22%) e Portogallo (14%) la quota rimborsata è stata molto inferiore.
Alcuni studi hanno stimato come dal punto di vista macroeconomico l’insieme delle
misure messe in campo dalla Bce durante la crisi abbia fornito, principalmente
attraverso il canale del credito, un notevole sostegno all'economia italiana, con un
effetto cumulato sulla crescita del Pil pari a 2,7 punti percentuali nel periodo 20122013, evitando una riduzione dei finanziamenti e una flessione del Pil ancora più
accentuate.
28 gennaio 2014

La Bce e gli interventi a sostegno della liquidità
S. Ambrosetti  06-47028055 – stefano.ambrosetti@bnlmail.com
L’avvio della prima crisi finanziaria e le tensioni sui debiti sovrani hanno
richiesto da parte della Bce l’adozione di misure straordinarie per garantire al
sistema bancario liquidità sufficiente per il finanziamento dell’economia.
Nell’ultimo biennio i maggiori effetti sulla liquidità complessiva del sistema sono
stati prodotti da due operazioni addizionali di rifinanziamento a lungo termine
(Ltro) entrambe con scadenza a tre anni. Dopo tali operazioni la liquidità del
sistema bancario europeo è divenuta particolarmente abbondante. Il sistema ha
registrato una liquidità in eccesso che ha raggiunto il livello massimo di 850
miliardi di euro a marzo 2012 provocando considerevoli effetti sulla dinamica dei
tassi del mercato monetario a breve termine.
A partire da inizio 2013 molte banche hanno esercitato la facoltà di rimborso
anticipato prevista dalle operazioni Ltro a tre anni e la liquidità in eccesso del
sistema bancario è andata progressivamente calando. Tra dicembre 2012 e
novembre 2013 la liquidità in eccesso è stata in media pari a 168 mld di euro, in
calo di oltre 450 mld di euro.
La distribuzione geografica delle banche che a fine 2013 hanno restituito
anticipatamente i prestiti Ltro denota una certa disomogeneità. In Germania,
Olanda e Austria le banche hanno rimborsato la gran parte dei fondi, in Francia e
Belgio i rimborsi sono stati superiori al 50%; in Spagna (38%), Italia (22%) e
Portogallo (14%) la quota rimborsata è stata molto inferiore.
Secondo alcuni studi l’immissione di liquidità da parte delle banche centrali
sarebbe inefficace durante i periodi di crisi, perchè verrebbe accumulata dalle
singole banche e non fluirebbe quindi né all’interno del sistema bancario né
verso l’economia reale. Una recente analisi evidenzia come questo fenomeno
non abbia trovato riscontro nel sistema italiano. Nel periodo 2007-2011 le banche
italiane che hanno fatto maggiore ricorso al rifinanziamento della banca centrale
sono quelle che più hanno prestato alle altre banche attraverso il mercato
interbancario e hanno fornito più credito a imprese e famiglie.
Alcuni studi hanno stimato che dal punto di vista macroeconomico l’insieme
delle misure messe in campo dalla Bce abbia fornito, principalmente attraverso il
canale del credito, un notevole sostegno all'economia italiana, con un effetto
cumulato sulla crescita del Pil pari a 2,7 punti percentuali nel periodo 2012-2013,
evitando una riduzione dei prestiti e una flessione del Pil ancora più accentuate.
La politica monetaria in condizioni neutrali di liquidità
I meccanismi di funzionamento della politica monetaria prima della crisi finanziaria del
2008 erano fondati sulla determinazione da parte dell’Eurosistema (costituito dalla
Banca centrale europea e dalle Banche centrali nazionali) di un’offerta complessiva di
liquidità determinata dal fabbisogno aggregato di liquidità del settore bancario. Il
fabbisogno di liquidità era determinato dalla necessità delle banche di assolvere
all’obbligo di riserva presso la Banca centrale e dai cosiddetti fattori autonomi, quali ad
esempio il fabbisogno di circolante da parte del pubblico e quello derivante dalle
movimentazioni dei conti delle Pubbliche amministrazioni. Grazie alle previsioni che le
banche centrali nazionali (Bcn) elaborano quotidianamente su tali fattori, la Bce può
commisurare l’entità del finanziamento all’effettivo fabbisogno del sistema.

2
28 gennaio 2014

L’aggregato di riferimento era relativo al fabbisogno complessivo di liquidità del
mercato e non a quello relativo alle singole banche. L’importo fissato veniva poi
aggiudicato settimanalmente mediante le c.d. “operazioni di rifinanziamento principale”,
ossia mediante un’asta a tasso variabile con un tasso minimo di offerta determinato dal
Consiglio direttivo della Bce.
Attraverso questo meccanismo la Bce è stata in grado di manovrare i tassi del mercato
monetario a breve termine grazie a una redistribuzione dei fondi tra le banche con
liquidità in eccesso verso quelle con carenza di liquidità. La possibilità di accedere
facillmente al credito privato non incentivava le banche a mantenere riserve in eccesso
dal momento che il tasso di remunerazione risultava inferiore a quello di mercato.
Questo meccanismo consentiva, a livello di sistema, di mantenere la liquidità in
eccesso su livelli molto contenuti.
La Bce e la gestione della liquidità durante la crisi
L’avvio della prima crisi finanziaria del 2008 e le tensioni sui debiti sovrani hanno
richiesto da parte della Bce l’adozione di misure straordinarie. Nel 2008 all’indomani
del fallimento di Lehman Brothers, la Bce, oltre ad intervenire sul tasso di riferimento
con una serie di tagli (per complessivi 325 pb tra ottobre 2008 e maggio 2009), ha
messo in atto una politica di supporto al credito attraverso l’utilizzo di un mix di
strumenti non convenzionali.
Una delle misure adottata ad ottobre del 2008 riguardò l’erogazione di liquidità a tasso
fisso con piena aggiudicazione degli importi richiesti e durata variabile da una
settimana a un anno. Il meccanismo ha riguardato quindi anche le cosiddette
operazioni di rifinanziamento a più lungo termine (Ltro). Di fatto, con questo
provvedimento, la Bce ha reso disponibile alle banche una liquidità illimitata, vincolata
solo alla disponibilità di un collaterale per accedere al finanziamento. L’obiettivo era
quello di mantenere sufficiente liquidità nel sistema bancario per supportare il credito a
imprese e famiglie a fronte delle difficoltà registrate sul mercato interbancario. Inoltre,
considerando che le banche potevano avere accesso ai finanziamenti della Bce solo
se in possesso di un collaterale adeguato la Bce ha lanciato un programma di
ampliamento della lista di strumenti da poter fornire a garanzia.
A livello di sistema il nuovo meccanismo d’asta ha generato liquidità in eccesso poiché
la domanda di rifinanziamento da parte delle banche è stata superiore al fabbisogno
aggregato di fondi derivante dagli obblighi di riserva e dai fattori autonomi di liquidità.
Le banche, nel timore di non poter accedere al mercato monetario a costi sostenibili,
hanno pertanto aumentato la domanda di liquidità anche a scopo precauzionale.
Le operazioni Ltro con opzione di rimborso e gli effetti sulla liquidità e sui tassi
I maggiori effetti sulla liquidità complessiva del sistema sono stati prodotti da due Ltro
addizionali, entrambe con scadenza a tre anni che la Bce ha regolato il 22 dicembre
del 2011 e l’1 marzo del 2012. Per rendere più attrattive tali operazioni, è stata data
alle controparti l’opzione di rimborsare su base settimanale, in tutto o in parte, gli
importi ottenuti dall’Eurosistema a partire da un anno circa dalla data dell’operazione.
Le difficili condizioni di raccolta prevalenti sul mercato in quel momento, il tasso di
interesse vantaggioso rispetto ai tassi di mercato e l’opzione di rimborso anticipato
hanno generato una domanda significativa per entrambe le Ltro. La prima operazione
ha visto la partecipazione di 523 controparti, per un ammontare di circa 490 miliardi di
euro. La seconda operazione è stata ancora più ingente, con 800 controparti e un
volume di circa 530 miliardi di euro. Nel complesso, le aggiudicazioni nelle due

3
28 gennaio 2014

operazioni hanno dato luogo a un incremento netto dell’offerta di liquidità da parte
dell’Eurosistema di circa 480 miliardi di euro.
Dopo tali operazioni la liquidità del sistema bancario europeo è diventata
particolarmente abbondante. A inizio marzo 2012 la liquidità in eccesso (definita come
le giacenze dei depositi overnight presso l’Eurosistema, più le giacenze del conto di
riserva eccedenti l’obbligo di riserva) ha raggiunto il livello massimo di 850 miliardi di
euro.
Area dell’euro: requisito di riserva bancaria
obbligatoria e riserva effettiva
(miliardi di euro)
600
500
400
300
200
100

Riserva effettiva

set-13

gen-14

mag-13

set-12

gen-13

mag-12

set-11

gen-12

set-10

mag-11

Riserva obbligatoria

gen-11

mag-10

set-09

gen-10

mag-09

set-08

gen-09

gen-08

mag-08

0

Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Bce

La maggiore o minore liquidità produce effetti sui tassi di interesse del mercato
monetario. In presenza di liquidità in eccesso aumenta la probabilità che una singola
banca a fine giornata debba ricorrere ai depositi presso la banca centrale, inducendo
un calo dei tassi del mercato monetario a breve termine. Di fatto la liquidità in eccesso
ha spinto i tassi di interesse medi del mercato monetario a breve termine su un livello
di poco superiore al tasso sui depositi presso la banca centrale e quindi al di sotto del
tasso di interesse applicato sulle operazioni di rifinanziamento principale.
A partire da inizio 2013, tuttavia, la liquidità in eccesso del sistema bancario è andata
progressivamente calando. Molte banche hanno esercitato la facoltà di rimborso
anticipato prevista dalle operazioni Ltro a tre anni. Tra dicembre 2012 e novembre
2013 la liquidità in eccesso è stata in media pari a 168 mld di euro, registrando un calo
di oltre 450 mld di euro di cui circa 380 provenienti dai rimborsi delle Ltro a tre anni e
oltre 50 mld di euro dalla dinamica dei fattori autonomi di liquidità.
A gennaio 2014 la liquidità detenuta dalle banche presso l’Eurosistema in eccesso
rispetto all’obbligo di riserva si è ulteriormente ridotta, pur mantenendosi ancora
abbondante (155 miliardi). Alla fine di dicembre 2013 il totale dei rimborsi ammontava a
446 miliardi, pari a circa il 44 per cento dei finanziamenti forniti mediante queste due
operazioni.
La distribuzione geografica delle banche che hanno restituito anticipatamente i prestiti
Ltro denota una certa disomogeneità: le banche tedesche hanno rimborsato 61 dei 69
mld presi in prestito (88% del totale) e anche in Olanda e Austria le banche hanno
rimborsato la gran parte dei fondi; in altri paesi come Francia e Belgio i rimborsi
superano il 50%, mentre nei paesi cosiddetti periferici le quote rimborsate sono state
molto inferiori. A fine 2013 le banche italiane hanno rimborsato poco più del 20% (55

4
28 gennaio 2014

dei 255 mld di euro) dei fondi ottenuti nelle due Ltro, quelle spagnole circa il 38% dei
300 mld presi in prestito, quelle portoghesi meno del 15%. Nel complesso Italia,
Spagna, Portogallo e Irlanda detengono oltre l’80% dei fondi ancora da restituire.
Prestiti e rimborsi tra la Bce e le banche europee
con operazioni Ltro
(mld di euro)
350
300

300
255

250
200
150

172
113

101

100

69 61

55

50

61
26

72

50
23

40

58

26

0
Spagna

Italia

Francia Germania Irlanda Portogallo Belgio

Prestiti Ltro

Altri

Rimborsi Ltro

Fonte: Sole 24 Ore, Bce, banche centrali nazionali.

Un’analisi condotta dalla Bce sui bilanci di 393 banche ha evidenziato come la
maggioranza delle banche che avevano rimborsato (in tutto o in parte) i fondi ricevuti
ha indicato come principali motivi di rimborso la disponibilità di finanziamenti di mercato
a condizioni concorrenziali e la minore necessità di riserve di liquidità.
In media, dalla conduzione della seconda Ltro a tre anni nel febbraio 2012, le banche
che hanno effettuato rimborsi hanno beneficiato di un afflusso molto maggiore di
depositi rispetto a quelle che non ne hanno effettuati, e che invece hanno subito, in
media, un deflusso di depositi da parte del settore non finanziario.
La migliorata raccolta di depositi, di conseguenza, sembra essere stata un importante
fattore all’origine delle decisioni di rimborso. L’afflusso di depositi registrato dal marzo
2012 dalle banche che hanno effettuato rimborsi è stato di circa 150 miliardi di euro, un
ammontare considerevole rispetto al rimborso aggregato di 380 miliardi di euro.
Le banche che non hanno rimborsato fondi hanno dichiarato invece che la loro
decisione era motivata dall’accesso ai finanziamenti presso l’Eurosistema a condizioni
convenienti in termini di prezzo o dalla volontà di mantenere riserve di liquidità.
I rimborsi, quindi, riflettono in ampia misura il miglioramento delle condizioni del
mercato finanziario. La raccolta di depositi a condizioni più favorevoli rispetto a prima e
un più agevole accesso al mercato obbligazionario hanno rappresentato un’importante
determinante delle decisioni di rimborso anticipato da parte delle banche nell’area
dell’euro. Resta comunque aperto l’accesso delle banche a quantitativi illimitati di
liquidità per effetto del mantenimento della procedura d’asta a tasso fisso e piena
aggiudicazione degli importi richiesti. Il presidente della Bce Mario Draghi ha
sottolineato che questo meccanismo rimarrà in essere “fino a quando sarà necessario”
e quantomeno fino al luglio 2015, come stabilito dalla decisione presa dalla Bce il 7
novembre 2013.

5
28 gennaio 2014

La recente dinamica dei tassi monetari
La Bce regola l’offerta di liquidità bancaria mediante le operazioni di mercato aperto
con l’obiettivo di stabilizzare i tassi di mercato a breve termine. Prima della crisi
finanziaria, in condizioni bilanciate di liquidità, l’indice Eonia (euro overnight index
average) 1 risultava stabilmente in linea con il tasso di riferimento deciso dal Consiglio
direttivo della Bce. Gli effetti delle manovre non convenzionali e la liquidità sul mercato
hanno portato l’Eonia stabilmente al di sotto del tasso di riferimento.
A fine 2013 si è registrato nell’Area euro un aumento della volatilità e dei livelli dei tassi
di interesse del mercato monetario in un contesto caratterizzato da una maggiore
domanda di riserve di liquidità a scopo precauzionale dovuto all’avvicinarsi della fine
dell’anno. I valori registrati dall’Eonia e la volatilità delle quotazioni, a fine 2013 sono
aumentati per effetto della domanda precauzionale di riserve di liquidità per far fronte
alle scadenze di fine anno. I valori nel mese di dicembre sono stati compresi tra lo 0,14
e lo 0,22 per cento a fronte di una media relativa all’intero 2013 pari a 0,9. Il 31
dicembre 2013 l’Eonia ha segnato un brusco rialzo, raggiungendo lo 0,45 per cento,
per poi tornare su livelli compresi tra lo 0,10 e lo 0,15 per cento agli inizi di gennaio
2014.
Eurozona: tassi del mercato monetario
(val%)
6
5
4
3
2
1

Eonia

Euribor 3m

set-13

gen-14

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set-11

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gen-11

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set-09

gen-10

mag-09

set-08

gen-09

mag-08

set-07

gen-08

gen-07

mag-07

0

Tasso di riferimento

Fonte: Thomson Reuters

Parallelamente, lo scorso dicembre anche i tassi di interesse del mercato monetario sui
depositi privi di garanzia sono aumentati per poi ridiscendere dopo la fine dell’anno.
Con l’inizio del nuovo anno, tuttavia, le pressioni sui tassi del mercato monetario si
sono attenuate, con la riduzione della domanda di liquidità. A inizio gennaio 2014 i
tassi Euribor nelle scadenze comprese tra uno e dodici mesi quotavano tra 0,20 e
0,55%, mantenendosi alcuni punti base sopra il livello registrato un mese prima.
A metà gennaio 2014 l’Eonia e l’Euribor (il tasso sui prestiti interbancari a tre mesi
senza garanzia) erano pari a 0,15 e a 0,28 per cento rispettivamente, da 0,08 e 0,22
alla fine di settembre.

1

L’indice Eonia è pari alla media ponderata dei tassi di interesse sui depositi interbancari a un giorno
praticati dai principali operatori dell’area.

6
28 gennaio 2014

Liquidità e credito durante la crisi in Italia
Alcuni studi 2 sugli effetti degli interventi della Bce a favore della liquidità hanno
ipotizzato in periodi di crisi un effetto di accaparramento della liquidità da parte delle
banche. Secondo questa ipotesi, l’immissione di liquidità da parte delle banche centrali
sarebbe inefficace durante i periodi di crisi, perchè verrebbe accumulata dalle singole
banche e non fluirebbe quindi né all’interno del sistema bancario né verso l’economia
reale. Una recente analisi 3 evidenzia come questo fenomeno non abbia trovato
riscontro nel sistema italiano. Il lavoro indaga congiuntamente i due principali mercati
all’ingrosso della liquidità, le operazioni di rifinanziamento della banca centrale
(mercato primario) e il mercato interbancario (mercato secondario della liquidità) dove
la liquidità ottenuta nel mercato primario viene ridistribuita tra le banche. I dati
evidenziano come la liquidità immessa dalla banca centrale non sia rimasta
improduttiva, ma sia stata canalizzata all’economia attraverso il sistema bancario.
L’analisi empirica evidenzia come nel periodo 2007-2011 le banche italiane che hanno
fatto maggiore ricorso al rifinanziamento della banca centrale sono quelle che più
hanno prestato alle altre banche attraverso il mercato interbancario e hanno fornito più
credito a imprese e famiglie. I risultati sembrano dunque contraddire l'ipotesi di
accaparramento della liquidità dimostrando l’efficacia delle misure di politica monetaria
adottate durante la crisi.
L’effetto delle misure non convenzionali della Bce sull’economia italiana
Un recente studio delle Banca d’Italia 4 ha stimato l'impatto sull'economia italiana delle
principali misure di politica monetaria non convenzionali adottate dalla Bce nel biennio
2011-2012. L’analisi prende in esame gli effetti delle misure non convenzionali adottate
dalla Bce a seguito dell’acuirsi delle tensioni sui debiti sovrani, in particolare: a) la
riattivazione del Securities Market Programme (Smp), esteso ai titoli governativi italiani
e spagnoli; b) l’offerta di prestiti a tre anni alle banche attraverso le due operazioni di
rifinanziamento a lungo termine (Ltro) operate a dicembre 2011 e febbraio 2012; c)
l’annuncio a settembre 2013 delle Outright Monetary Transactions (Omt).
L’Smp è stato introdotto dalla Bce con l’intento di ridurre la volatilità dei rendimenti
assicurando liquidità e spessore ai segmenti del mercato dei titoli sovrani caratterizzati
da disfunzioni rispetto alle condizioni di normalità. Le Ltro, come evidenziato in
precedenza, miravano invece a migliorare le condizioni di liquidità delle banche in
modo da ridurre il rischio di una restrizione del credito all’economia. La finalità delle
Omt è invece quella di impedire che forti tensioni sui mercati del debito sovrano
possano portare a innalzamenti eccessivi dei tassi di interesse, che porterebbero ad un
inasprimento delle condizioni di finanziamento di banche e imprese e di conseguenza a
un’accentuazione della fase recessiva del ciclo economico di un paese.
Le Omt consistono nell’acquisto diretto da parte della Bce di titoli di stato a breve
termine (con scadenza compresa tra uno e tre anni) senza limiti ex ante all’ammontare
complessivo degli interventi ed emessi da paesi in difficoltà macroeconomica grave. Il
presupposto è che il paese abbia avviato un programma di aiuto finanziario o un
2

Cfr . Edlin A.S., Jaffee D.M.(2009): “Show me the money”, The Economist Voice, Berkeley Electronic
Press 6(4). Brunetti C., Di Filippo, M, Harris JH (2011): “Effects of Central Bank Intervention on the
Interbank Market During the Subprime Crisis”, Review of Financial Studies, 24-6.
3
Affinito M. (2013): “Central bank refinancing, interbank markets and the hypothesis of liquidity hoarding:
evidence from a euro-area banking system”, Banca d’Italia, Temi di discussione, n. 928.
4
Casiraghi M., Gaiotti E., Rodano L. Secchi A. (2013): “The impact of unconventional monetary policy on
the Italian economy during the sovereign debt crisis”. Banca d’Italia, Questioni di Economia e Finanza.

7
28 gennaio 2014

programma precauzionale con il Meccanismo Europeo di Stabilità o con la Struttura
Europea per la Stabilità Finanziaria.
Con riferimento all’Italia le misure non convenzionali introdotte dalla Bce hanno avuto
come effetti: a) l’acquisto da parte della Bce di un ammontare pari a circa 100 mld di
euro di titoli pubblici nell’ambito del programma Smp; b) un ammontare totale di 255
mld di euro presi a prestito dalle banche italiane con le operazioni Ltro.
Nessun paese dell’eurozona ha invece fatto ricorso alle Omt. I mercati, tuttavia, hanno
reagito positivamente registrando il segnale di policy che la Bce ha voluto inviare
predisponendo questo strumento nel caso i cui uno dei paesi membri si dovesse
trovare a fronteggiare un andamento economico particolarmente avverso.
Le stime effettuate dallo studio della Banca d’Italia consentono di verificare il grado di
coerenza tra gli obiettivi delle azioni e gli effetti conseguiti. In particolare i dati hanno
evidenziato come l’Smp abbia avuto successo nel contrastare l’incremento dei
rendimenti dei titoli, portando a una riduzione di due punti base per ogni miliardo di
euro di acquisti effettuati dalla Bce.
Le Ltro hanno avuto un impatto positivo sull'offerta di credito e sui mercati monetari,
contribuendo a ridurre gli spread del mercato monetario e a rivitalizzare il canale di
finanziamento interbancario. Nonostante la flessione nella dinamica dei prestiti, le
evidenze empiriche segnalano che le operazioni Ltro hanno contribuito a rendere tale
flessione meno accentuata.
L’annuncio delle Omt effettuato dal Presidente della Bce Mario Draghi i 26 luglio 2013
è stato seguito da una immediata flessione dello spread dei titoli decennali rispetto al
Bund tedesco, flessione che si è consolidata nei mesi di agosto e settembre in
concomitanza con gli annunci del Consiglio direttivo della Bce in merito a questa
tipologia di interventi.
Nel complesso è stato stimato che dal punto di vista macroeconomico l’insieme delle
misure messe in campo dalla Bce ha fornito principalmente attraverso il canale del
credito, un forte sostegno all'economia italiana, con un effetto cumulato sulla crescita
del Pil pari a 2,7 punti percentuali nel periodo 2012-2013. Le misure, pur non avendo
evitato all'economia italiana di entrare in recessione, hanno tuttavia evitato una
riduzione dei prestiti e una flessione del Pil ancora più accentuate.

8
28 gennaio 2014

Un cruscotto della congiuntura: alcuni indicatori

Indice Itraxx Eu Financial

Indice Vix

400
60

350
300

50

250
40

200

30

150
100

20
Index Itraxx EU Financial Sector

50

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10

mar-11

0

Fonte: Thomson Reuters

Fonte: Thomson Reuters

I premi al rischio passano da 84 a 101 pb.

L’indice Vix nell’ultima settimana sale a
quota 18.

Cambio euro/dollaro e quotazioni Brent

Prezzo dell’oro

(Usd per barile)

(Usd l’oncia)
2.000

130

1,5

1.900

125

1,45

1.800

1,4

1.700

nov-13

gen-14

set-13

lug-13

mar-13

mag-13

dic-13

nov-12

lug-13

gen-13

feb-13

set-12

set-12

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apr-12

1.200

mar-12

nov-11

1,15

1.300

mag-12

giu-11

1,2

Cambio euro/dollaro sc.ds.

nov-11

90
gen-11

Brent scala sin.(in Usd)

gen-12

95

1.400

set-11

1,25

100

1.500

lug-11

1,3

105

1.600

mar-11

1,35

110

mag-11

115

gen-11

120

Fonte: Thomson Reuters

Fonte: Thomson Reuters

Il tasso di cambio €/$ a 1,37. Il petrolio di qualità
Brent quota $108 al barile.

Il prezzo dell’oro rimane sotto i 1.300 dollari
l’oncia.

9
28 gennaio 2014

Borsa italiana: indice Ftse Mib

Tassi dei benchmark decennali:
differenziale con la Germania
(punti base)

24.000

1.400

22.000

1.200
1.000

20.000

800

18.000

600
400

16.000
14.000
12.000
gen-11

0

giu-11

nov-11

apr-12

set-12

feb-13

lug-13

gen-11
feb-11
mar-11
apr-11
mag-11
giu-11
lug-11
ago-11
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ott-11
nov-11
dic-11
gen-12
feb-12
mar-12
apr-12
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nov-13
dic-13
gen-14

200

Italia

dic-13

Spagna

Irlanda

Portogallo

Fonte: Thomson Reuters

Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati
Thomson Reuters

Il Ftse Mib sale oltre quota 19.000.

I differenziali con il Bund sono pari a 362 pb
per il Portogallo, 139 pb per l’Irlanda, 213 pb
per la Spagna e 224 pb per l’Italia.

Indice Baltic Dry

Euribor 3 mesi
(val. %)

12.000

6

10.000

5

8.000

4

Fonte: Thomson Reuters

set-13

Fonte: Thomson Reuters

L’indice Baltic Dry nell’ultima settimana
continua a scendere sotto quota 2.000.

gen-14

set-12

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0

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0

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1

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2

2.000

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3

4.000

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6.000

L’euribor 3m resta costante a 0,30%.

Il presente documento è stato preparato nell’ambito della propria attività di ricerca economica da BNLGruppo Bnp Paribas. Le stime e le opinioni espresse sono riferibili al Servizio Studi di BNL-Gruppo BNP
Paribas e possono essere soggette a cambiamenti senza preavviso. Le informazioni e le opinioni riportate in
questo documento si basano su fonti ritenute affidabili ed in buona fede. Il presente documento è stato
divulgato unicamente per fini informativi. Esso non costituisce parte e non può in nessun modo essere
considerato come una sollecitazione alla vendita o alla sottoscrizione di strumenti finanziari ovvero come
un’offerta di acquisto o di scambio di strumenti finanziari.

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  • 1. Banca Nazionale del Lavoro Gruppo BNP Paribas Via Vittorio Veneto 119 00187 Roma Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 159/2002 del 9/4/2002 Le opinioni espresse non impegnano la responsabilità della banca. Prestiti e rimborsi tra la Bce e le banche europee con operazioni Ltro (mld di euro) 350 300 300 255 250 200 150 172 113 101 100 69 61 55 50 61 26 72 50 23 40 58 26 0 Spagna Italia Francia Germania Irlanda Portogallo Belgio Prestiti Ltro Altri Rimborsi Ltro Fonte: Sole 24 Ore, Bce, banche centrali nazionali. 03 28 gennaio 2014 Direttore responsabile: Giovanni Ajassa tel. 0647028414 giovanni.ajassa@bnlmail.com Tra le misure straordinarie adottate dalla Bce durante la crisi finanziaria, le due operazioni addizionali di rifinanziamento a lungo termine (Ltro) di dicembre 2011 e marzo 2012 sono quelle ad aver avuto maggiori effetti sulla liquidità. Il sistema bancario europeo ha registrato una liquidità in eccesso che ha raggiunto il livello massimo di 850 mld di euro a marzo 2012 provocando considerevoli effetti sulla dinamica dei tassi del mercato monetario a breve termine. A partire da inizio 2013 la liquidità in eccesso del sistema bancario è andata progressivamente calando. Molte banche hanno esercitato la facoltà di rimborso anticipato prevista dalle operazioni Ltro a tre anni. In Germania, Olanda e Austria le banche hanno rimborsato la gran parte dei fondi, in Francia e Belgio i rimborsi sono stati superiori al 50%, in Spagna (38%), Italia (22%) e Portogallo (14%) la quota rimborsata è stata molto inferiore. Alcuni studi hanno stimato come dal punto di vista macroeconomico l’insieme delle misure messe in campo dalla Bce durante la crisi abbia fornito, principalmente attraverso il canale del credito, un notevole sostegno all'economia italiana, con un effetto cumulato sulla crescita del Pil pari a 2,7 punti percentuali nel periodo 20122013, evitando una riduzione dei finanziamenti e una flessione del Pil ancora più accentuate.
  • 2. 28 gennaio 2014 La Bce e gli interventi a sostegno della liquidità S. Ambrosetti  06-47028055 – stefano.ambrosetti@bnlmail.com L’avvio della prima crisi finanziaria e le tensioni sui debiti sovrani hanno richiesto da parte della Bce l’adozione di misure straordinarie per garantire al sistema bancario liquidità sufficiente per il finanziamento dell’economia. Nell’ultimo biennio i maggiori effetti sulla liquidità complessiva del sistema sono stati prodotti da due operazioni addizionali di rifinanziamento a lungo termine (Ltro) entrambe con scadenza a tre anni. Dopo tali operazioni la liquidità del sistema bancario europeo è divenuta particolarmente abbondante. Il sistema ha registrato una liquidità in eccesso che ha raggiunto il livello massimo di 850 miliardi di euro a marzo 2012 provocando considerevoli effetti sulla dinamica dei tassi del mercato monetario a breve termine. A partire da inizio 2013 molte banche hanno esercitato la facoltà di rimborso anticipato prevista dalle operazioni Ltro a tre anni e la liquidità in eccesso del sistema bancario è andata progressivamente calando. Tra dicembre 2012 e novembre 2013 la liquidità in eccesso è stata in media pari a 168 mld di euro, in calo di oltre 450 mld di euro. La distribuzione geografica delle banche che a fine 2013 hanno restituito anticipatamente i prestiti Ltro denota una certa disomogeneità. In Germania, Olanda e Austria le banche hanno rimborsato la gran parte dei fondi, in Francia e Belgio i rimborsi sono stati superiori al 50%; in Spagna (38%), Italia (22%) e Portogallo (14%) la quota rimborsata è stata molto inferiore. Secondo alcuni studi l’immissione di liquidità da parte delle banche centrali sarebbe inefficace durante i periodi di crisi, perchè verrebbe accumulata dalle singole banche e non fluirebbe quindi né all’interno del sistema bancario né verso l’economia reale. Una recente analisi evidenzia come questo fenomeno non abbia trovato riscontro nel sistema italiano. Nel periodo 2007-2011 le banche italiane che hanno fatto maggiore ricorso al rifinanziamento della banca centrale sono quelle che più hanno prestato alle altre banche attraverso il mercato interbancario e hanno fornito più credito a imprese e famiglie. Alcuni studi hanno stimato che dal punto di vista macroeconomico l’insieme delle misure messe in campo dalla Bce abbia fornito, principalmente attraverso il canale del credito, un notevole sostegno all'economia italiana, con un effetto cumulato sulla crescita del Pil pari a 2,7 punti percentuali nel periodo 2012-2013, evitando una riduzione dei prestiti e una flessione del Pil ancora più accentuate. La politica monetaria in condizioni neutrali di liquidità I meccanismi di funzionamento della politica monetaria prima della crisi finanziaria del 2008 erano fondati sulla determinazione da parte dell’Eurosistema (costituito dalla Banca centrale europea e dalle Banche centrali nazionali) di un’offerta complessiva di liquidità determinata dal fabbisogno aggregato di liquidità del settore bancario. Il fabbisogno di liquidità era determinato dalla necessità delle banche di assolvere all’obbligo di riserva presso la Banca centrale e dai cosiddetti fattori autonomi, quali ad esempio il fabbisogno di circolante da parte del pubblico e quello derivante dalle movimentazioni dei conti delle Pubbliche amministrazioni. Grazie alle previsioni che le banche centrali nazionali (Bcn) elaborano quotidianamente su tali fattori, la Bce può commisurare l’entità del finanziamento all’effettivo fabbisogno del sistema. 2
  • 3. 28 gennaio 2014 L’aggregato di riferimento era relativo al fabbisogno complessivo di liquidità del mercato e non a quello relativo alle singole banche. L’importo fissato veniva poi aggiudicato settimanalmente mediante le c.d. “operazioni di rifinanziamento principale”, ossia mediante un’asta a tasso variabile con un tasso minimo di offerta determinato dal Consiglio direttivo della Bce. Attraverso questo meccanismo la Bce è stata in grado di manovrare i tassi del mercato monetario a breve termine grazie a una redistribuzione dei fondi tra le banche con liquidità in eccesso verso quelle con carenza di liquidità. La possibilità di accedere facillmente al credito privato non incentivava le banche a mantenere riserve in eccesso dal momento che il tasso di remunerazione risultava inferiore a quello di mercato. Questo meccanismo consentiva, a livello di sistema, di mantenere la liquidità in eccesso su livelli molto contenuti. La Bce e la gestione della liquidità durante la crisi L’avvio della prima crisi finanziaria del 2008 e le tensioni sui debiti sovrani hanno richiesto da parte della Bce l’adozione di misure straordinarie. Nel 2008 all’indomani del fallimento di Lehman Brothers, la Bce, oltre ad intervenire sul tasso di riferimento con una serie di tagli (per complessivi 325 pb tra ottobre 2008 e maggio 2009), ha messo in atto una politica di supporto al credito attraverso l’utilizzo di un mix di strumenti non convenzionali. Una delle misure adottata ad ottobre del 2008 riguardò l’erogazione di liquidità a tasso fisso con piena aggiudicazione degli importi richiesti e durata variabile da una settimana a un anno. Il meccanismo ha riguardato quindi anche le cosiddette operazioni di rifinanziamento a più lungo termine (Ltro). Di fatto, con questo provvedimento, la Bce ha reso disponibile alle banche una liquidità illimitata, vincolata solo alla disponibilità di un collaterale per accedere al finanziamento. L’obiettivo era quello di mantenere sufficiente liquidità nel sistema bancario per supportare il credito a imprese e famiglie a fronte delle difficoltà registrate sul mercato interbancario. Inoltre, considerando che le banche potevano avere accesso ai finanziamenti della Bce solo se in possesso di un collaterale adeguato la Bce ha lanciato un programma di ampliamento della lista di strumenti da poter fornire a garanzia. A livello di sistema il nuovo meccanismo d’asta ha generato liquidità in eccesso poiché la domanda di rifinanziamento da parte delle banche è stata superiore al fabbisogno aggregato di fondi derivante dagli obblighi di riserva e dai fattori autonomi di liquidità. Le banche, nel timore di non poter accedere al mercato monetario a costi sostenibili, hanno pertanto aumentato la domanda di liquidità anche a scopo precauzionale. Le operazioni Ltro con opzione di rimborso e gli effetti sulla liquidità e sui tassi I maggiori effetti sulla liquidità complessiva del sistema sono stati prodotti da due Ltro addizionali, entrambe con scadenza a tre anni che la Bce ha regolato il 22 dicembre del 2011 e l’1 marzo del 2012. Per rendere più attrattive tali operazioni, è stata data alle controparti l’opzione di rimborsare su base settimanale, in tutto o in parte, gli importi ottenuti dall’Eurosistema a partire da un anno circa dalla data dell’operazione. Le difficili condizioni di raccolta prevalenti sul mercato in quel momento, il tasso di interesse vantaggioso rispetto ai tassi di mercato e l’opzione di rimborso anticipato hanno generato una domanda significativa per entrambe le Ltro. La prima operazione ha visto la partecipazione di 523 controparti, per un ammontare di circa 490 miliardi di euro. La seconda operazione è stata ancora più ingente, con 800 controparti e un volume di circa 530 miliardi di euro. Nel complesso, le aggiudicazioni nelle due 3
  • 4. 28 gennaio 2014 operazioni hanno dato luogo a un incremento netto dell’offerta di liquidità da parte dell’Eurosistema di circa 480 miliardi di euro. Dopo tali operazioni la liquidità del sistema bancario europeo è diventata particolarmente abbondante. A inizio marzo 2012 la liquidità in eccesso (definita come le giacenze dei depositi overnight presso l’Eurosistema, più le giacenze del conto di riserva eccedenti l’obbligo di riserva) ha raggiunto il livello massimo di 850 miliardi di euro. Area dell’euro: requisito di riserva bancaria obbligatoria e riserva effettiva (miliardi di euro) 600 500 400 300 200 100 Riserva effettiva set-13 gen-14 mag-13 set-12 gen-13 mag-12 set-11 gen-12 set-10 mag-11 Riserva obbligatoria gen-11 mag-10 set-09 gen-10 mag-09 set-08 gen-09 gen-08 mag-08 0 Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Bce La maggiore o minore liquidità produce effetti sui tassi di interesse del mercato monetario. In presenza di liquidità in eccesso aumenta la probabilità che una singola banca a fine giornata debba ricorrere ai depositi presso la banca centrale, inducendo un calo dei tassi del mercato monetario a breve termine. Di fatto la liquidità in eccesso ha spinto i tassi di interesse medi del mercato monetario a breve termine su un livello di poco superiore al tasso sui depositi presso la banca centrale e quindi al di sotto del tasso di interesse applicato sulle operazioni di rifinanziamento principale. A partire da inizio 2013, tuttavia, la liquidità in eccesso del sistema bancario è andata progressivamente calando. Molte banche hanno esercitato la facoltà di rimborso anticipato prevista dalle operazioni Ltro a tre anni. Tra dicembre 2012 e novembre 2013 la liquidità in eccesso è stata in media pari a 168 mld di euro, registrando un calo di oltre 450 mld di euro di cui circa 380 provenienti dai rimborsi delle Ltro a tre anni e oltre 50 mld di euro dalla dinamica dei fattori autonomi di liquidità. A gennaio 2014 la liquidità detenuta dalle banche presso l’Eurosistema in eccesso rispetto all’obbligo di riserva si è ulteriormente ridotta, pur mantenendosi ancora abbondante (155 miliardi). Alla fine di dicembre 2013 il totale dei rimborsi ammontava a 446 miliardi, pari a circa il 44 per cento dei finanziamenti forniti mediante queste due operazioni. La distribuzione geografica delle banche che hanno restituito anticipatamente i prestiti Ltro denota una certa disomogeneità: le banche tedesche hanno rimborsato 61 dei 69 mld presi in prestito (88% del totale) e anche in Olanda e Austria le banche hanno rimborsato la gran parte dei fondi; in altri paesi come Francia e Belgio i rimborsi superano il 50%, mentre nei paesi cosiddetti periferici le quote rimborsate sono state molto inferiori. A fine 2013 le banche italiane hanno rimborsato poco più del 20% (55 4
  • 5. 28 gennaio 2014 dei 255 mld di euro) dei fondi ottenuti nelle due Ltro, quelle spagnole circa il 38% dei 300 mld presi in prestito, quelle portoghesi meno del 15%. Nel complesso Italia, Spagna, Portogallo e Irlanda detengono oltre l’80% dei fondi ancora da restituire. Prestiti e rimborsi tra la Bce e le banche europee con operazioni Ltro (mld di euro) 350 300 300 255 250 200 150 172 113 101 100 69 61 55 50 61 26 72 50 23 40 58 26 0 Spagna Italia Francia Germania Irlanda Portogallo Belgio Prestiti Ltro Altri Rimborsi Ltro Fonte: Sole 24 Ore, Bce, banche centrali nazionali. Un’analisi condotta dalla Bce sui bilanci di 393 banche ha evidenziato come la maggioranza delle banche che avevano rimborsato (in tutto o in parte) i fondi ricevuti ha indicato come principali motivi di rimborso la disponibilità di finanziamenti di mercato a condizioni concorrenziali e la minore necessità di riserve di liquidità. In media, dalla conduzione della seconda Ltro a tre anni nel febbraio 2012, le banche che hanno effettuato rimborsi hanno beneficiato di un afflusso molto maggiore di depositi rispetto a quelle che non ne hanno effettuati, e che invece hanno subito, in media, un deflusso di depositi da parte del settore non finanziario. La migliorata raccolta di depositi, di conseguenza, sembra essere stata un importante fattore all’origine delle decisioni di rimborso. L’afflusso di depositi registrato dal marzo 2012 dalle banche che hanno effettuato rimborsi è stato di circa 150 miliardi di euro, un ammontare considerevole rispetto al rimborso aggregato di 380 miliardi di euro. Le banche che non hanno rimborsato fondi hanno dichiarato invece che la loro decisione era motivata dall’accesso ai finanziamenti presso l’Eurosistema a condizioni convenienti in termini di prezzo o dalla volontà di mantenere riserve di liquidità. I rimborsi, quindi, riflettono in ampia misura il miglioramento delle condizioni del mercato finanziario. La raccolta di depositi a condizioni più favorevoli rispetto a prima e un più agevole accesso al mercato obbligazionario hanno rappresentato un’importante determinante delle decisioni di rimborso anticipato da parte delle banche nell’area dell’euro. Resta comunque aperto l’accesso delle banche a quantitativi illimitati di liquidità per effetto del mantenimento della procedura d’asta a tasso fisso e piena aggiudicazione degli importi richiesti. Il presidente della Bce Mario Draghi ha sottolineato che questo meccanismo rimarrà in essere “fino a quando sarà necessario” e quantomeno fino al luglio 2015, come stabilito dalla decisione presa dalla Bce il 7 novembre 2013. 5
  • 6. 28 gennaio 2014 La recente dinamica dei tassi monetari La Bce regola l’offerta di liquidità bancaria mediante le operazioni di mercato aperto con l’obiettivo di stabilizzare i tassi di mercato a breve termine. Prima della crisi finanziaria, in condizioni bilanciate di liquidità, l’indice Eonia (euro overnight index average) 1 risultava stabilmente in linea con il tasso di riferimento deciso dal Consiglio direttivo della Bce. Gli effetti delle manovre non convenzionali e la liquidità sul mercato hanno portato l’Eonia stabilmente al di sotto del tasso di riferimento. A fine 2013 si è registrato nell’Area euro un aumento della volatilità e dei livelli dei tassi di interesse del mercato monetario in un contesto caratterizzato da una maggiore domanda di riserve di liquidità a scopo precauzionale dovuto all’avvicinarsi della fine dell’anno. I valori registrati dall’Eonia e la volatilità delle quotazioni, a fine 2013 sono aumentati per effetto della domanda precauzionale di riserve di liquidità per far fronte alle scadenze di fine anno. I valori nel mese di dicembre sono stati compresi tra lo 0,14 e lo 0,22 per cento a fronte di una media relativa all’intero 2013 pari a 0,9. Il 31 dicembre 2013 l’Eonia ha segnato un brusco rialzo, raggiungendo lo 0,45 per cento, per poi tornare su livelli compresi tra lo 0,10 e lo 0,15 per cento agli inizi di gennaio 2014. Eurozona: tassi del mercato monetario (val%) 6 5 4 3 2 1 Eonia Euribor 3m set-13 gen-14 mag-13 set-12 gen-13 mag-12 set-11 gen-12 mag-11 set-10 gen-11 mag-10 set-09 gen-10 mag-09 set-08 gen-09 mag-08 set-07 gen-08 gen-07 mag-07 0 Tasso di riferimento Fonte: Thomson Reuters Parallelamente, lo scorso dicembre anche i tassi di interesse del mercato monetario sui depositi privi di garanzia sono aumentati per poi ridiscendere dopo la fine dell’anno. Con l’inizio del nuovo anno, tuttavia, le pressioni sui tassi del mercato monetario si sono attenuate, con la riduzione della domanda di liquidità. A inizio gennaio 2014 i tassi Euribor nelle scadenze comprese tra uno e dodici mesi quotavano tra 0,20 e 0,55%, mantenendosi alcuni punti base sopra il livello registrato un mese prima. A metà gennaio 2014 l’Eonia e l’Euribor (il tasso sui prestiti interbancari a tre mesi senza garanzia) erano pari a 0,15 e a 0,28 per cento rispettivamente, da 0,08 e 0,22 alla fine di settembre. 1 L’indice Eonia è pari alla media ponderata dei tassi di interesse sui depositi interbancari a un giorno praticati dai principali operatori dell’area. 6
  • 7. 28 gennaio 2014 Liquidità e credito durante la crisi in Italia Alcuni studi 2 sugli effetti degli interventi della Bce a favore della liquidità hanno ipotizzato in periodi di crisi un effetto di accaparramento della liquidità da parte delle banche. Secondo questa ipotesi, l’immissione di liquidità da parte delle banche centrali sarebbe inefficace durante i periodi di crisi, perchè verrebbe accumulata dalle singole banche e non fluirebbe quindi né all’interno del sistema bancario né verso l’economia reale. Una recente analisi 3 evidenzia come questo fenomeno non abbia trovato riscontro nel sistema italiano. Il lavoro indaga congiuntamente i due principali mercati all’ingrosso della liquidità, le operazioni di rifinanziamento della banca centrale (mercato primario) e il mercato interbancario (mercato secondario della liquidità) dove la liquidità ottenuta nel mercato primario viene ridistribuita tra le banche. I dati evidenziano come la liquidità immessa dalla banca centrale non sia rimasta improduttiva, ma sia stata canalizzata all’economia attraverso il sistema bancario. L’analisi empirica evidenzia come nel periodo 2007-2011 le banche italiane che hanno fatto maggiore ricorso al rifinanziamento della banca centrale sono quelle che più hanno prestato alle altre banche attraverso il mercato interbancario e hanno fornito più credito a imprese e famiglie. I risultati sembrano dunque contraddire l'ipotesi di accaparramento della liquidità dimostrando l’efficacia delle misure di politica monetaria adottate durante la crisi. L’effetto delle misure non convenzionali della Bce sull’economia italiana Un recente studio delle Banca d’Italia 4 ha stimato l'impatto sull'economia italiana delle principali misure di politica monetaria non convenzionali adottate dalla Bce nel biennio 2011-2012. L’analisi prende in esame gli effetti delle misure non convenzionali adottate dalla Bce a seguito dell’acuirsi delle tensioni sui debiti sovrani, in particolare: a) la riattivazione del Securities Market Programme (Smp), esteso ai titoli governativi italiani e spagnoli; b) l’offerta di prestiti a tre anni alle banche attraverso le due operazioni di rifinanziamento a lungo termine (Ltro) operate a dicembre 2011 e febbraio 2012; c) l’annuncio a settembre 2013 delle Outright Monetary Transactions (Omt). L’Smp è stato introdotto dalla Bce con l’intento di ridurre la volatilità dei rendimenti assicurando liquidità e spessore ai segmenti del mercato dei titoli sovrani caratterizzati da disfunzioni rispetto alle condizioni di normalità. Le Ltro, come evidenziato in precedenza, miravano invece a migliorare le condizioni di liquidità delle banche in modo da ridurre il rischio di una restrizione del credito all’economia. La finalità delle Omt è invece quella di impedire che forti tensioni sui mercati del debito sovrano possano portare a innalzamenti eccessivi dei tassi di interesse, che porterebbero ad un inasprimento delle condizioni di finanziamento di banche e imprese e di conseguenza a un’accentuazione della fase recessiva del ciclo economico di un paese. Le Omt consistono nell’acquisto diretto da parte della Bce di titoli di stato a breve termine (con scadenza compresa tra uno e tre anni) senza limiti ex ante all’ammontare complessivo degli interventi ed emessi da paesi in difficoltà macroeconomica grave. Il presupposto è che il paese abbia avviato un programma di aiuto finanziario o un 2 Cfr . Edlin A.S., Jaffee D.M.(2009): “Show me the money”, The Economist Voice, Berkeley Electronic Press 6(4). Brunetti C., Di Filippo, M, Harris JH (2011): “Effects of Central Bank Intervention on the Interbank Market During the Subprime Crisis”, Review of Financial Studies, 24-6. 3 Affinito M. (2013): “Central bank refinancing, interbank markets and the hypothesis of liquidity hoarding: evidence from a euro-area banking system”, Banca d’Italia, Temi di discussione, n. 928. 4 Casiraghi M., Gaiotti E., Rodano L. Secchi A. (2013): “The impact of unconventional monetary policy on the Italian economy during the sovereign debt crisis”. Banca d’Italia, Questioni di Economia e Finanza. 7
  • 8. 28 gennaio 2014 programma precauzionale con il Meccanismo Europeo di Stabilità o con la Struttura Europea per la Stabilità Finanziaria. Con riferimento all’Italia le misure non convenzionali introdotte dalla Bce hanno avuto come effetti: a) l’acquisto da parte della Bce di un ammontare pari a circa 100 mld di euro di titoli pubblici nell’ambito del programma Smp; b) un ammontare totale di 255 mld di euro presi a prestito dalle banche italiane con le operazioni Ltro. Nessun paese dell’eurozona ha invece fatto ricorso alle Omt. I mercati, tuttavia, hanno reagito positivamente registrando il segnale di policy che la Bce ha voluto inviare predisponendo questo strumento nel caso i cui uno dei paesi membri si dovesse trovare a fronteggiare un andamento economico particolarmente avverso. Le stime effettuate dallo studio della Banca d’Italia consentono di verificare il grado di coerenza tra gli obiettivi delle azioni e gli effetti conseguiti. In particolare i dati hanno evidenziato come l’Smp abbia avuto successo nel contrastare l’incremento dei rendimenti dei titoli, portando a una riduzione di due punti base per ogni miliardo di euro di acquisti effettuati dalla Bce. Le Ltro hanno avuto un impatto positivo sull'offerta di credito e sui mercati monetari, contribuendo a ridurre gli spread del mercato monetario e a rivitalizzare il canale di finanziamento interbancario. Nonostante la flessione nella dinamica dei prestiti, le evidenze empiriche segnalano che le operazioni Ltro hanno contribuito a rendere tale flessione meno accentuata. L’annuncio delle Omt effettuato dal Presidente della Bce Mario Draghi i 26 luglio 2013 è stato seguito da una immediata flessione dello spread dei titoli decennali rispetto al Bund tedesco, flessione che si è consolidata nei mesi di agosto e settembre in concomitanza con gli annunci del Consiglio direttivo della Bce in merito a questa tipologia di interventi. Nel complesso è stato stimato che dal punto di vista macroeconomico l’insieme delle misure messe in campo dalla Bce ha fornito principalmente attraverso il canale del credito, un forte sostegno all'economia italiana, con un effetto cumulato sulla crescita del Pil pari a 2,7 punti percentuali nel periodo 2012-2013. Le misure, pur non avendo evitato all'economia italiana di entrare in recessione, hanno tuttavia evitato una riduzione dei prestiti e una flessione del Pil ancora più accentuate. 8
  • 9. 28 gennaio 2014 Un cruscotto della congiuntura: alcuni indicatori Indice Itraxx Eu Financial Indice Vix 400 60 350 300 50 250 40 200 30 150 100 20 Index Itraxx EU Financial Sector 50 gen-14 set-13 nov-13 lug-13 mag-13 gen-13 mar-13 set-12 nov-12 lug-12 mag-12 gen-12 mar-12 set-11 nov-11 lug-11 mag-11 gen-11 0 mar-11 gen-14 set-13 nov-13 lug-13 mag-13 gen-13 mar-13 set-12 nov-12 lug-12 mag-12 gen-12 mar-12 set-11 nov-11 lug-11 mag-11 gen-11 10 mar-11 0 Fonte: Thomson Reuters Fonte: Thomson Reuters I premi al rischio passano da 84 a 101 pb. L’indice Vix nell’ultima settimana sale a quota 18. Cambio euro/dollaro e quotazioni Brent Prezzo dell’oro (Usd per barile) (Usd l’oncia) 2.000 130 1,5 1.900 125 1,45 1.800 1,4 1.700 nov-13 gen-14 set-13 lug-13 mar-13 mag-13 dic-13 nov-12 lug-13 gen-13 feb-13 set-12 set-12 lug-12 apr-12 1.200 mar-12 nov-11 1,15 1.300 mag-12 giu-11 1,2 Cambio euro/dollaro sc.ds. nov-11 90 gen-11 Brent scala sin.(in Usd) gen-12 95 1.400 set-11 1,25 100 1.500 lug-11 1,3 105 1.600 mar-11 1,35 110 mag-11 115 gen-11 120 Fonte: Thomson Reuters Fonte: Thomson Reuters Il tasso di cambio €/$ a 1,37. Il petrolio di qualità Brent quota $108 al barile. Il prezzo dell’oro rimane sotto i 1.300 dollari l’oncia. 9
  • 10. 28 gennaio 2014 Borsa italiana: indice Ftse Mib Tassi dei benchmark decennali: differenziale con la Germania (punti base) 24.000 1.400 22.000 1.200 1.000 20.000 800 18.000 600 400 16.000 14.000 12.000 gen-11 0 giu-11 nov-11 apr-12 set-12 feb-13 lug-13 gen-11 feb-11 mar-11 apr-11 mag-11 giu-11 lug-11 ago-11 set-11 ott-11 nov-11 dic-11 gen-12 feb-12 mar-12 apr-12 mag-12 giu-12 lug-12 ago-12 set-12 ott-12 nov-12 dic-12 gen-13 feb-13 mar-13 apr-13 mag-13 giu-13 lug-13 ago-13 set-13 ott-13 nov-13 dic-13 gen-14 200 Italia dic-13 Spagna Irlanda Portogallo Fonte: Thomson Reuters Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Thomson Reuters Il Ftse Mib sale oltre quota 19.000. I differenziali con il Bund sono pari a 362 pb per il Portogallo, 139 pb per l’Irlanda, 213 pb per la Spagna e 224 pb per l’Italia. Indice Baltic Dry Euribor 3 mesi (val. %) 12.000 6 10.000 5 8.000 4 Fonte: Thomson Reuters set-13 Fonte: Thomson Reuters L’indice Baltic Dry nell’ultima settimana continua a scendere sotto quota 2.000. gen-14 set-12 gen-13 mag-13 set-11 gen-12 mag-12 set-10 gen-11 mag-11 set-09 gen-10 mag-10 set-08 gen-09 mag-09 0 set-07 0 gen-08 mag-08 1 set-06 2 2.000 gen-07 mag-07 3 4.000 gen-08 apr-08 lug-08 ott-08 gen-09 apr-09 lug-09 ott-09 gen-10 apr-10 lug-10 ott-10 gen-11 apr-11 lug-11 ott-11 gen-12 apr-12 lug-12 ott-12 gen-13 apr-13 lug-13 ott-13 gen-14 6.000 L’euribor 3m resta costante a 0,30%. Il presente documento è stato preparato nell’ambito della propria attività di ricerca economica da BNLGruppo Bnp Paribas. Le stime e le opinioni espresse sono riferibili al Servizio Studi di BNL-Gruppo BNP Paribas e possono essere soggette a cambiamenti senza preavviso. Le informazioni e le opinioni riportate in questo documento si basano su fonti ritenute affidabili ed in buona fede. Il presente documento è stato divulgato unicamente per fini informativi. Esso non costituisce parte e non può in nessun modo essere considerato come una sollecitazione alla vendita o alla sottoscrizione di strumenti finanziari ovvero come un’offerta di acquisto o di scambio di strumenti finanziari. 10