1. Periodico di lbere e approfondite informazioni Fondato ed edito da Carmine Gonnella [2005] II Edizione N 13, Giugno 2015
L’ INFORMAZIONE E’ MEZZO DI APPROFONDIMENTO NON DI INDOTTRINAMENTO
CHI SIAMO
Britalyca La Voce Alternativa, nasce nel 2005 da un idea di Carmine Gonnella residente italiano in Gran Bretagna. , questa e’ una seconda edizione
limitata a 200 copie cartacee a colori & bianco e nero di circa 16 pagine, con un formato Pdf telematico, spedito ad una vastissima mailist. Siamo online
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“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.senza distinzione di sesso, di
razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
Siamo operatori dell’ informazione [ Citizen journalism ] non politicanti , analizziamo e approfondiamo la politica scientemente con metodo
imparziale e il politichese pressapochista da salotto e da giornalismo prezzolato non ci interessa in alcun modo“
Per le pubblicazioni e le pubblicita’ contattare l’ Editore
E-mail : lavocealternativa@gmail.com
Collaboratori: DALL’ ITALIA : Giorgio Brignola, Arnaldo De Porti, Maria Rosaria Longobardi, Doriana Goracci, Nino Bellinvia , Goffredo Plmerini
DALL’ ESTERO: Alfonso Del Guercio (Redazione), Carmine Gonnella (editore e fondatore) , Antonio Murabito e alla distribuzione e diffusione Ilario
Mario Ponzi.
: Il primo periodico cartaceo pellegrino, preghiamo cortesemente i lettori di inoltrarlo a parenti e amici dopo averlo letto.
La Pubblicita’ e le pubblicazioni sono gratuite, ma accettiano donazioni : Via posta, pagabili a La Voce Alternativa, 32 Fletchers Close,
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Calabritto e dintorni
11
FREEFREE
Enzo Apicella
non e' mica da tutti
essere e dimostrarsi
se stessi...
sempre e comunque,resistendo
alle intemperie della vita senza
mai cedere a compromessi ...
snobbando mitie falsi
progressi... lasciandosi scivolare
tutto addosso...pur mantenendo
la responsabilita' con la stessa
fermezza con la quale un cane
trattiene il proprio osso...
oggi la schiettezza e la sponta-
neita' son tenute sempre piu' a
freno...la massa preferisce
schierarsi o ancor peggio sottom-
ettersi pur di evitare di deragliare
come un treno...son pochi quelli
che riescono ad essere tali e
quali...i bambini,i matti e i soli-
tari...augh!!!!
Antonio Murabito
Aforismi
IN POLITICA C'E' PIU' FANATISMO CHE
PRAGMATISMO
N POLITICA,FINCHE' C'E' RIMEDIO C'E'
SPERANZA
INTERROGARE E SENSIBILIZZARE
IL LEGISLATORE E’ COMPITO DI OGNI
CITTADINO SOVRANO
IN ITALIA NON VI E' NESSUNA DIFFERENZA
TRA POLITICO E POLITICANTE
LA SOLIDARIETA’ E’ UN DIRITTO
FONDAMENTALE INVIOLABILE E DOVERE
INDEROGABILE DELL’ UOMO
SPESSO LA TROPPA DEVOZIONE ALIMENTA
IL FANATISMO
" La politica e' impegno sociale e non un
monopolio"
Una democrazia puo’ funzionare
solo se il cittadino e il leg-
islatore mutualmente concorrono
al bene commune del Paese.
IL RAZZISTA E COLIUI
CHE CREDE NELLE
RAZZE, PUR SAPENDO
CHE IL MONDO E’
NATURALMENTE
SUDDIVISO IN SPECIE
lavocealternativa @Britalycanews www.britalycanewslondra.com
///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// BNL Giugno 2015 12
IL MARE
Il mare è distesa di acqua i
nfinita ,
a volte quieta , a volte agitata ,
come la vita .
L’onda la sua superficie
sconvolge , quando correndo
s’increspa e poi sullo scoglio
s’infrange.
Anche la vita è percorsa da
onde : son tante le corse , gli
affanni ,
i malanni che lungo il cammino
s’incontran con gli anni.
Eppure se guardi l’azzurra
distesa riesce ancora a darti
sorpresa!
Ti fa emozionare ti invita a
sognare ,
cosa c’è al mondo più bello del
mare?
E bella è l’estate , stagione di
vita.
Ti accoglie , ti invita ,
rilassa ,distende ,
che bella è l’estate col mare
lucente !
Maria Rosaria Longobardi
INTERROGARE E SENSIBILIZZARE IL
LEGISLATORE E’ COMPITO DI OGNI
CITTADINO SOVRANO
Il Signor Carmine Gonnella, da Bromley
( Regno Unito), chiede l’ introduzione di un
nuovo sistema elettorale, denominato
“uniproporzionale”.
(nello specifico)
Il sistela consiste nel suddividere il Paese in
50 circoscrizioni con in esse 10 collegi elet-
torali ( seggi) , e un unica lista conposta da
10 candidati. Assegnazione poi dei seggi in
base ai voti ottenuti dai candidati a prescin-
dere dalla lista. Nel rispetto del voto a suf-
fragio universale diretto, libero ed eguale.
Diversamente detto: “ Fine della parti-
tocrazia”. Il lettore vota il candidato e non il
partito
N.A.S.P.
NUOVO
ASSOCIAZIONISMO
SOCIOPOLITICO
PARTECIPATIVO
Carmine Gonnella
Pagina 3
NOTE EDITORIALI
Pagina 5
DEMOCRAZIA
PARTECIPATIVA
Giorgio Brignola
Pagina 4
Doriana Goracci
Mafia e Paura in
Italia. Roberto
Scarpinato la
racconta a
Marsiglia .......
Bene arrivata alla
Knesset!
Pagina 9
Storie
Fantastiche
Luigi Fiammata
COMUNICATI
Goffredo Palmerini pagina 8
Cronaca
MIGRAZIONI
Pagia 10
Il Premier del fare ....
ANNUNCIA DI MATTINA , CAMBIA LA
SERA E SMENTISCE PRIMA DI ANDARE A
LETTO...
Ultime dall’ Italia
Il popolo scolarizzato
scende in piazza e lui
“ignaro” va avanti con le
grandi riforme che
dovrebbero cambiare il
Paese, dopo scuola ..
Pagina 2
E’ solo un neologismo ....
L’AUTISTICISTA
CULTURA
SOCIETA’
Nino Bellinvia
I poeti volano alto e come
le aquile...
Pagine 6/7
2. 2 11Calabritto e dintorni /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// BNL Giugno 2015
Una proposta di sintesi in commissione per
martedì prossimo, un 'maxiemendamento'
dei relatori Francesca Puglisi (Pd) e Franco
Conte (Ap) in cui inserire le proprie pro-
poste e alcune contenute in emendamenti
di maggioranza, opposizione e minoranza
Pd.
Attraverso questa soluzione di sintesi, su
cui i lavori sono ancora in corso, si punta a
trovare una mediazione con tutti i gruppi e
riuscire ad approvare il ddl Scuola al
Senato entro la prima settimana di luglio.
Quindi prevedere un passaggio velocissimo
alla Camera (con fiducia), dare il via libera
al ddl Scuola entro metà luglio e così
"salvare" le 100mila assunzioni previste.
È questo, secondo quanto si apprende, il
cronoprogramma deciso oggi a palazzo
Chigi durante la riunione che si è tenuta tra
il premier Matteo Renzi, il ministro Stefania
Giannini e alcuni parlamentari del Pd, tra
cui il presidente della commissione Cultura
del Senato, Andrea Marcucci e la relatrice
Francesca Puglisi.
Nel 'maxiemendamento' dei relatori, che
verrà presentato in commissione Istruzione
al Senato martedì, si apprende, ci saranno
ad esempio misure per prevedere più colle-
gialità nella formulazione del piano dell'of-
ferta formativa, prevedendo che al dirigente
si affianchino il collegio docenti e il consig-
lio d'istituto; entrerà quindi la modifica della
norma sulla valutazione dei docenti, es-
cludendo alle superiori genitori e studenti e
limitandola agli insegnanti. Sono invece, si
apprende, in corso le valutazioni se inserire
nel maxiemendamento la norma che
prevede un limite di tre anni (rinnovabile
per altri tre) per gli incarichi dei presidi e
quella per prevedere, dal prossimo anno,
un piano assunzionale pluriennale da
estendere anche a chi viene ora escluso
dal piano per l'assunzione dei 100mila ov-
vero abilitati con Pas, Tfa o comunque con
servizio pregresso.
Su questo ultimo punto, si apprende, sono
ancora in corso le valutazioni, soprattutto
tecniche, tra relatori e governo, su costi e
fattibilità della misura.
Martedì comunque, con la presentazione
della proposta di sintesi da parte di Puglisi e
Conte, si capirà se l'obiettivo di fare in fretta
è raggiungibile. Se si riuscirà, cioè, a trovare
una mediazione tra le varie posizioni, soprat-
tutto all'interno del Pd: la minoranza continua
a chiedere un piano di assunzioni subito e di
rinviare la riforma. Ma nè la maggioranza del
Pd, nè il governo hanno mostrato aperture
sul punto, sostenendo che il piano dei
100mila senza il resto della riforma sarebbe
inutile.
"Sulla riforma della scuola stiamo assis-
tendo a uno spettacolo indegno da parte di
un governo schizofrenico, che prima annun-
cia una cosa e poi ne fa un'altra, e con una
maggioranza che chiede alle opposizioni
quel senso di responsabilità che lei stessa
dimostra di non avere. Chi è irresponsabile?
Le opposizioni pronte a lavorare giorno e
notte pur di garantire per settembre le oltre
100mila assunzioni o un governo che da
dieci mesi prende in giro i precari della
scuola, ricatta il Parlamento ed è pronto a
sferrare l'ennesimo colpo al Parlamento pur
di portarsi a casa questa vergognosa ri-
forma, mettendo la fiducia su un maximenda-
mento e scavalcando totalmente il lavoro
della commissione?".
A chiederlo sono i parlamentari del
Movimento 5 stelle nelle commissioni Cultura
e Istruzione di Camera e Senato. "Da marzo
ad oggi - spiegano - il M5s ha ascoltato
centinaia di docenti precari e non, di genitori,
dirigenti e studenti; responsabilmente il nos-
tro lavoro è confluito in emendamenti di
merito e mai ostruzionistici; durante l'illustra-
zione di questi emendamenti non abbiamo
mai voluto rallentare i tempi di lavoro in com-
missione. Serietà e responsabilità non ci
hanno mai abbandonato, nella convinzione
che in ballo ci sono centinaia di migliaia di
precari e l'intero sistema scolastico italiano.
Ora questa stessa responsabilità la preten-
diamo da Renzi, dalla maggioranza e dal Pd,
minoranza interna compresa, affinchè
prevalga il bene della scuola pubblica e non
l'interesse per salvare se stessi e la propria
poltrona".
Immissioni ruolo...
Distribuzione per
provincia e classi di
concorso. I dati ufficiali
del censimento del MIUR
Pubblichiamo i file della simulazione del
Ministero dell'istruzione relativamente alle
assunzioni da effettuare a settembre 2015.
I file riguardano la distribuzione per provin-
cia e classe di concorso, i vincitori di con-
corso iscritti in GaE.
La simulazione elaborata dal Ministero
delle assunzioni dei docenti di GaE e vin-
citori concorso 2012 previste per
l'a.s.2015/16. I criteri adottati per l'estrazi-
one e le elaborazioni dei dati.
Criteri
Inclusi nelle Graduatorie ad Esaurimento
(GaE)
Presenza nelle GaE al 10 febbraio
Sono stati eclusi gli aspiranti presenti
negli elenchi dei vincitori del concorso
registrati a sistema dagli USR alla data del
10 marzo
Sono stati eslusi gli aspiranti im-
messi in ruolo (al 10 febbraio)
Sono stati esclusi i docenti presenti
nelle GaE con riserva
E’ stato escluso il personale educativo
GLi aspiranti GaE, presenti nelle
graduatorie di più gradi di istruzione/CLC
sono stati conteggiati su tutte le classi di
concorso / grado di istruzione
Gli aspiranti GaE presenti in due prov-
ince (doppio canale), sono stati conteg-
giati una sola volta sulla provincia in
cui risulta la clc/insegnamento con il
punteggio più alto; nel caso di parità di
punteggio, viene conteggiato sulla-
prima provincia in ordine alfabetico di
sigla provincia.
Tutto su .....................................
Nella foto un insegnante
Senerchia-Calabritto:
La natura oltre le
fabbriche, ma con pochi
sbocchi
DOPO SCUOLA ///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// BNL Giugno 2015
Sopravvivere alla crisi e costruirsi
delle possibilità che per adesso
appaiono abbastanza vaghe. E’
questa la difficile missione per
Senerchia e Calabritto, paesi della
valle del Sele che guardano da
sempre, e ora ancora di più, a
Salerno.
Senerchia e Calabritto, e in mezzo il
borgo di Quaglietta nel secondo
Comune ma con un’isola amminis-
trativa, un condominio, i cui inquilini
votano nel primo. Paesi di confine,
con due piccoli “capoluoghi” di riferi-
mento. Caposele da una parte, qui
ci sono le scuole e c’è la risorsa
acqua che ancora non si capisce
come possa dare sviluppo reale a
queste aree. Dall’altra Contursi,
provincia di Salerno. Contursi e i
suoi impianti termali, con un flusso
fortissimo di visitatori. Con l’Istituto
professionale tra moda e idraulica.
Senerchia e Calabritto hanno la
montagna e i boschi alle spalle, di
fronte i paesi del Salernitano.
“Forse solo con questi è possibile
fare rete per creare dei percorsi
turistici”, dicono davanti al bar i ra-
gazzi di Senerchia. Qualcuno, come
i nostri interlocutori Claudio e Ste-
fano, insiste sulle possibilità per
l’artigianato. Ma non ci convincono
del tutto. Le tradizioni sono radicate
ma non c’è un prodotto forte da
poter esibire o esportare. E allora
chiediamo perché non si possa
puntare seriamente su sport,
benessere, turismo. E loro rispon-
dono che sarebbe l’ideale, ma
serve un lavoro immane con le
realtà confinanti. La vicinanza con
Contursi può essere un’opportunità
e del resto già si era pensato a un
Pip intercomunale (parlando solo di
sinergie). E poi c’è l’oasi a Sener-
chia, un paradiso che quantomeno
fa registrare un pareggio di bilancio
tra entrate e uscite. E’ già qualcosa.
E’ positivo che moltissimi ragazzi,
da queste parti, continuino a sce-
gliere Salerno e Napoli per il per-
corso universitario. Almeno nei
fine settimana si torna e il legame
con il luogo d’origine non si
spezza. Sono due paesi piccoli ma
qui non mancano fermenti cul-
turali. L’anno scorso si è tenuta la
prima edizione del Quaglietta Film
Festival e c’è molta attenzione per
le arti visive in generale.
Per il resto la vita scorre tranquilla,
forse troppo tranquilla. I ragazzi
fanno quindi la spola tra paesi e
università, i 50enni sono quelli che
si sono dovuti reinventare un la-
voro con la crisi dell’industria. Al-
cuni ovviamente continuano a
essere disoccupati. Non c’è più il
flusso degli operai, prima i bar di
Quaglietta erano aperti già alle 5
del mattino. E un’altra “mazzata” è
arrivata dal blocco degli stipendi
per i forestali che da queste parti
servono molto e non sono pochi.
Calabritto e Senerchia. Non si
possono definire “paesi industriali”.
Non lo erano allora, anche se le
fabbriche davano un presente a
molti. Ovviamente non lo sono
ora .
Quindi? La partita sviluppo è dav-
vero ardua da vincere. Le risorse
sono tantissime ma tutte limitate.
E’ il grande problema. Gli uliveti
sorgono su microscopici appez-
zamenti, in pratica per un con-
sumo domestico o poco più. Il
tratto del Sele è poco profondo
perché qualcuno possa attrezzarsi
per gli sport acquatici come avvi-
ene sul Tanagro, poco lontano, e
sullo stesso Sele nella parte saler-
nitana. Non ci sono grosse pro-
duzioni per quanto riguarda l’agri-
coltura. Ma i luoghi conservano
peculiarità di tipo gastronomico e
una posizione geografica che
fanno pensare all’agroindustria
come possibile rilancio. Ma a chi
guardare? Ai paesi irpini, lontani e
nascosti dietro i monti? O a Valva,
Colliano, Oliveto Citra e Con-
tursi? Da irpiniapost.it
Calabritto e Quaglietta –
Arriva la DE.C.O. per
certificare la qualità dei
prodotti tipici
Venerdì 19 Giugno ore 18:00 nella sala consiliare del Comune
di Calabritto, si te’ tenuta un’assemblea pubblica di iniziativa
popolare avente come soggetto proponente l’associazi-
one CFC Fisav Avellino. All’ordine del giorno l’approvazione
della certificazione di qualità DE.C.O. (Denominazione
Comunale d’Origine) alle produzioni tipiche di Calabritto e
Quaglietta. La DE.C.O., è il marchio Comunale, che certifica
la provenienza di un determinato prodotto (del comparto
enogastronomico o artigianale) da un determinato territorio. La
DE.C.O. (Denominazione Comunale di Origine), oggi è un
percorso di sviluppo integrato e di marketing territoriale, che
ogni Comune può intraprendere per valorizzare quei prodotti,
agroalimentari o artigianali, locali e caratteristici realizzati
all’interno dei confini comunali.
La DE.C.O. si concretizza nel marchio che viene attribuito ad
un determinato prodotto previa approvazione, da parte della
Giunta comunale, di un’apposita delibera che sancisce e re-
gola l’attribuzione del marchio stesso, la gestione dell’uso del
marchio e la caratterizzazione del prodotto tramite appositi
Regolamenti, Disciplinari ed apposito Registro o Albo
comunale dei produttori i quali hanno le caratteristiche per
realizzare e commercializzare i prodotti a marchio DE.C.O.
Saluti del sindaco di Calabritto prof. Gelsomino Centanni, in-
troduce il vicesindaco prof.sa Luisa Severino, relaziona dott.
Gerardo Di Trolio, presidente CFC Fisav Avellino.
A seguire dibattito con interventi dalla platea. Moderatore, il
giornalista dott. Gelsomino Del Guercio. Ognuno dei parteci-
panti, durante l’assemblea, potrà sviluppare proposte che
saranno votate dall’assemblea.
Fonte Irpinianews
Calabritto oggi Foto Donato Sarcone
Riforma e assunzioni. PD verso ok rapido. Martedì
maxiemendamento, senza mediazione si va a fiducia. M5S:
minacciate di non votare
3. 10 3
Sabato 20 Giugno 2015, 11:39
TREVISO - Dichiarazioni choc sul caso
migranti:
...Volete portare gli
uomini di colore qui
per imbastardire la
nostra razza..
A me non va bene». La frase è
uscita ieri sera dalla bocca del presi-
dente della provincia di Treviso, ed
ex leghista, Leonardo Muraro (ora
leader della lista Tosi e candidato in
Regione, ma non eletto) nel corso di
una trasmissione a Rete Ve-
neta. Il tema del dibattitto coordi-
altro ancora, ma ben presto gli
insulti hanno lasciato spazio a spin-
toni e ceffoni. Visto come stavano
mettendosi le cose il ragazzo itali-
ano ha provato ad allontanarsi ma
durante la fuga è stato colpito al
volto da un pugno e poi alla testa
dal sellino di una bicicletta lancia-
togli contro e che gli ha provocato
una ferita alla testa. Al pronto soc-
corso dove è stato medicato gli
hanno applicato alcuni punti di
sutura. Ora sta indagando la po-
lizia, che si avvale delle immagini
delle telecamere di sorveglianza
della zona per risalire agli autori
dell’aggressione. Il rientro a casa
dello studente, che sta ultimando il
suo periodo di permanenza in Ing-
hilterra, è previsto tra qualche
giorno.
Leggo.........
CRONACA ////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// BNL Giugno 2015
NUOVO ASSOCIAZIONISMO SOCIOPOLITICO PARTECIPATIVO
INTERROGARE E SENSIBILIZZARE IL
LEGISLATORE E’ COMPITO DI OGNI
CITTADINO SOVRANO
Come abbiamo gia’ ribadito alcuni giorni fa
che :” La foma repubblicana italiana si basa
essenzialmente sulla democrazia partecipa-
tiva e non quella rappresentativa” , in una
realdemocrazia spesso il messaggio del non
voto non e’ del tutto recepito dal legislatore. Il
legislatore italiano concentrandosi solo sul
voto rappresentativo ( passivo) trascurando
quello partecipativo ( attivo) “truffa” il citta-
dino, allontanandolo volutamente dal concor-
rere alla determinazione della vita sociopoli-
tica del Paese. Quando la meta’ degli elettori
per vari motivi non partecipa al voto, il mes-
saggio e’ chiaro:” La democrazia partecipa-
tiva e’ in declino”. Ultimamente questo mes-
saggio non e’ nemmeno contemplato dal
legislatore, perche’ con I vari nuovi sistemi
elettorali, sa che gli basta un 20% dei con-
sensi + un’ elettore per vincere, ignorando
che senza democrazia partecipativa e plural-
ismo sociopolitico non ci potra’ mai essere
stabilita’ ed equita’ legislativa.
“Temo che l’ Italia non potra’ mai diventare
realmente una socialdemocrazia, con o
senza il M5S, senza rivitalizzare l’ associazi-
onismo sociopolitico partecipativo, di tutti i
cittadini, in Italia e dall’ Estero”.
A qualcuno , questa puo’ sembrare una anal-
isi un po’ “sempliciotta”.ma il costituente con
l’ articolo terzo, detto’ e indirizzo’ il Legisla-
tore e il Popolo verso una socialde-
mocrazia :” È compito della Repubblica ri-
muovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e la
uguaglianza dei cittadini, impediscono il pi-
eno sviluppo della persona umana e l'effet-
tiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organiz-
zazione politica, economica e sociale del Paese.
Tutto cio’ doveva avvenire con la ricostruzione
del Paese e il boom economico dopo la II Guerra
Mondiale. Questo non e’ stato possible perche’
secondo noi e’ venuto meno, vuoi in politica,
vuoi tra il popolo la partecipazione diretta di tutti i
cittadini allo sviluppo della vita sociale, politica
ed economica del repubblica.
Un principio vigente in tutte le attuali socialde-
mocrazie nordiche, ma non del tutto
“incamerato” dal nostro Paese. Quando si parla
di Repubblica si parla innanzi tutto di Nazione,
Stato e Patria, ergo tutti, quello che puo’ essere
definite “Associazionismo sociopolitico parteci-
pativo”. Non dimentichiamo che senza parteci-
pazione non ci puo’ essere democrazia ( e lo
cantava anche il compianto Gaber)
Sino ad oggi, lasciandoci condizionare dalla poli-
tica , abbiamo dato per scontato che le colpe dei
disastri socio’economici siano da accreditare
esclusivamente alla politica e ai partiti, questo e’
un errore che in passato abbiano fatto tutti, so-
pratutto in politica, quando spesso accusavamo
e accusasiamo i governi precedenti di non aver
fatto niente o poco, senza poi arrivare a delle
misure pragmatiche per il bene commune del
Paese.
LA FORMA REPUBBLICANA ITALIANA
SI BASA ESSENZIALMENTE SULLA
DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA E NON
QUELLA RAPPRESENTATIVA
Il legislatore puo' eleborare nuovi sistemi elet-
torali con o senza premi di maggioranza, liste
bloccate, candidature multiple e doppi turni,
maggioritario o prporzionale, quello che non
potra' mai modificare o cambiare e' la forma re-
pubblicana.
Mi sono chiesto spesso quale fosse la forma
repubblicana che il costituente e la nostra Costi-
tuzione, dettano che non puo essere oggetto di
revisione costituzionale. E’ la democrazia parte-
cipativa ! Anche con il "cosidetto" monocameral-
ismo imperfetto ( italicum + sistema unicamer-
ale) sara' sempre il cittadino sovrano,( anche
con tutti I suoi nuovi limiti), imposti dal neo-
legislatore, che decidera' chi governera' il Paese.
Oggi in Italia ( e non parlo solo dei grillini) chi
dice che ci vuole piu’ democrazia diretta, si
dovrebbe parlando invece di democrazia parteci-
pativa: “ Tutti I cittadini…”
Badate bene che la nostra Costituzione e’ una
delle piu’ avanzate e moderne nel mondo, perche’
il cittadino non delega solo, ma partecipa diretta-
mente alla vita sociopolitica della Nazione. Dopo il
voto rappresentativo il cittadino, puo’ chiedere al
parlamento provvedimenti legislativi o esporre
commune necessita’, proporre iniziative legisla-
tive, abrograre quasi tutte le leggi che ritiene ine-
que e puo’ con I referendum costituzionali correg-
gere il legislatore. Nell’ ultimo ventennio, “quasi a
sua insaputa” il cittadino l’ ha corretto nel bene o
nel male e questo e’ un dato di fatto. Nel 2001 sul
Titolo V , piu’ poteri agli enti locali, il Parlamento
non fu in grado di raggiungere la maggioranza
qualificata, il cittadino appro’ Nel 2006, boccio’ la
devolution e il premierato forte, voluti dal governo
Berlusconi/Bossi/Fini. Ancora nel 2006 con un
ricorso, ha costretto la Corte Costituzionale a boc-
ciare il porcellum. Quindi caro cittadino di “ terra,
di mare e di cielo, non delegare partecipa !
Temiamo anche che in Italia la
democrazia partecipativa non
potra’ mai essere carpita in tutto
sia dal legislatore,sia dal
cittadino, se non , si riduce il
potere dei partiti. Ma la
domanda e’ un altra:
“ La politica intesa come
monopolio dei partiti, ha ancora
qualcosa da offrire a questa
nostra repubblica democratica
male “interpretata” ?
Carmine Gonnella
N.A.S.P. //////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// BNL Giugno 2015
LA POLITICA E' ASSOCIAZIONISMO SOCIOPOLITICO PARTECIPATIVO E NON MONOPOLIO DEI PARTITI
Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale, con un voto a suffragio
universale, diretto, libero. Eguale e personale.E e’ compito della Politica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale. [art. Cost. 48, 49, 56. 58, 94/95]
Una democrazia puo’ funzionare solo se il cittadino e il legislatore concorrono MUTUALMENTE *al
bene commune del Paese. * ( in perfetta simbiosi)
LA CATTIVERIA UMANA E’ INCONSCIA IN
OGNUNO DI NOI, EMERGE NEI
CAMBIAMENTI ESISTENZIALI, PRIMO
SEGNALE : L’ INTOLLERANZA
[Autocitazione]
ANCORA FIGLI DI NESSUN DIO
Sabato 20 Giugno 2015, 08:46
VALDAGNO – Prima sbeffeg-
giato, poi insultato ed infine pic-
chiato. La "colpa" di essere italiano.
Teatro dell’aggressione a sfondo
razzista la città in glese
di Liverpool dove la vittima, uno
studente di 17 anni che frequenta
un istituto superiore di Valdagno, si
trova per uno scambio culturale
europeo in ambito scolastico. Tutto
è avvenuto nei pressi di un parco
pubblico della città inglese. L’altra
sera il 17enne era in compagnia di
due studentesse italiane e si ap-
prestava a rientrare nella famiglia
che da circa un mese lo ospita
quando un gruppo di ragazzi locali,
forse attirati dalla parlata italiana,
ha iniziato a prenderlo di mira con
offese ed epiteti legati al Paese di
provenienza. «Italiano di m….» ed
MIGRAZIONI
nato da Luigi Bacialli era quello
dell’emergenza profughi in Veneto.
Lo scambio di vedute si è fatto
sempre più acceso fino alla frase di
Muraro che ha suscitato subito nu-
merose reazioni. Anche Enrico
M e n t a n a d i r e t t o r e d i
La7 parlando della lista Razza
Piave fondata da Muraro ha ironiz-
zato:
«Più che un
problema di
bambù, è un
problema di
bamba»
IL RAZZISTA E COLIUI CHE CREDE NELLE RAZZE, PUR
SAPENDO CHE IL MONDO NATURALMENTE E’ SUDDIVISO IN
"ITALIANO DI M…", STUDENTE
17ENNE VICENTINO
PRESO A PUGNI IN UN PARCO A
LIVERPOOL
E PER FINIRE ....(SI FA PER DIRE)
Il razzismo corre sul filo dei social network . E non solo tra gente
comune. Questa volta gli strali di odio arrivano da Gioacchino Lu-
netto, dirigente della Polfer di Catania con un passato consigliere
comunale (ad Aci Sant’Antonio).
Il profilo fb di Lunetto è diventato un pulpito di minacce e insulti
contro i profughi. Frasi orribili che si commentano da sole:
«Migranti? Buttateli a mare». Oppure: «Bruciarli vivi e rimpatriarli»
fino a «Mi manca Hitler».
Fanno eccezione solo i siriani: «Arrivano da una guerra»
Segue su ..............................................................
4. 4 9
Dall’ Italia e dall’ Estero Giorgio Brignola
ARIA DI CRISI?
La “Crisi” politica potrebbe essere
nell’aria. Le motivazioni, per ora
non molto articolate. L’Esecutivo
Renzi non ha convinto più di
tanto; anche perché nato da un
compromesso troppo anomalo.
Mentre si tenta di dibattere sull’I-
talia che sarà, la cobelligeranza
governativa resta critica. Si torna
a paventare la possibilità d’elezi-
oni anticipate alla “vecchia ma-
niera”. Non ci sono segnali in
positivo neppure da chi non ha
aderito a quest’Esecutivo. Senza
pretendere d’offrire ottimistiche
previsioni, preferiamo essere real-
isti e guardare oltre. A decidere
sarà il PD . Per l’NCD, le riserve
non mancano. Non tanto sui pro-
grammi, che sarebbero quelli che
premono, ma sul destino parla-
mentare di chi dovrebbe occupare
il posto del Leader d’opposizione.
Anche se in modo poco consono
a un Governo d’emergenza, i con-
trasti si sono fatti evidenti. Il con-
fronto elettorale, quando ci sarà,
potrebbe modificare gli equilibri
politici. Al punto in cui siamo, fatto
i debiti conti, non intravediamo
patti “sicuri”. Senza eccedere nel
pessimismo, possiamo confer-
mare che le questioni irrisolte
nella Penisola ci sono ancora.
Anzi, con l’autunno potrebbero
anche aumentare. Nessuno, al
momento, se la sente di “correre”
da solo. Il traguardo elettorale,
politicamente, è lontano e gli
sgambetti restano sempre possi-
bili; anzi, probabili. Con la scusa
della “discontinuità”, abbiamo
perso attendibilità all’interno ed
all’estero. Il PD ha evidenziato
nuove”correnti” e il NCD rimane
fedele, almeno ufficialmente, ad
Alfano. Gli impegni, che Renzi ha
fatto suoi, potrebbero saltare per
mancanza d’accordi. Se questa
Legislatura già “zoppica”, non ci
resta che prenderne atto. Del re-
sto, mancando ancora concreti
solleciti per i cambiamenti, che
riteniamo necessari, le scelte re-
stano poche. Oltre alle
“stonature”, non intravediamo
nulla di veramente confortante sul
fronte politico nazionale. Sopra
dei “pro” e dei “contro” restano,
irrisolti, vitali problemi nazionali
dei quali avevamo, da tempo,
accentrato la nostra attenzione.
Secondo noi, sarebbe necessario,
con l’umiltà d’altri tempi, ritornare
a riprendere contatti con la base
politica e dare maggiore valenza
anche agli elettori dall’estero. Non
avendo “seminato”prima, è inutile
pretendere di “raccogliere” dopo.
Non basta più il “coraggio” di un
compromesso dell’ultima ora.
Dopo il varo della Terza Repub-
blica, non pensavamo di riprecipi-
tare nel baratro delle promesse
disattese. Meglio, quindi, guardare
al futuro senza temere di ritrovarci
in situazioni già vissute. Anche la
strategia dei piccoli passi è fallita.
La “perfezione” non è di questo
mondo; tanto meno lo è dove i
poteri si scontrano. Con questa
riflessione, spicciola ma sentita,
l’aria di crisi ha preso il posto della
buona volontà per evitarla. Tra
“probabilità” e “possibilità”, il
passo potrebbe essere breve. A
Renzi non resterebbe, poi, che
prenderne atto col tracollo della
sua instabile alleanza
COM.IT.ES.
I Comitati degli Italiani all’Estero
(Com.It.Es.) si sono rivelati privi
d’iniziative. Qualche polemica,
pochi progetti e limitata rappre-
sentatività. Il loro rinnovo potrebbe
non modificare questa nostra sen-
sazione, Chi decide delle loro sorti
è materia complessa e non rit-
eniamo, di conseguenza, scari-
care delle responsabilità operative
su chi, in definitiva, non le ha.
Purtroppo, si tende sempre a con-
fondere questi Comitati come es-
pressione politica che viene da
lontano. Se ci sono voluti oltre
dieci anni per vararne il “rinnovo”,
un motivo ci sarà e neppure tanto
marginale. La rappresentatività
italiana nei Paesi ospiti è una
cosa seria. Almeno, noi l’abbiamo
ritenuta sempre tale. Essere “pro”
o “contro” non ha significato; per-
ché le decisioni, se ci saranno,
continueranno a spettare ad altri.
Col tempo, anche le finalità dei
Com.It.Es. sono invecchiate. I
Comitati si sono trasformati in
trampolini di lancio politico nei
quali, però, anche i più interessati
hanno perso l’originale interesse.
Quindi, data la scarsa parteci-
pazione al voto, i Com.It.Es., pur
se organismi di rappresentanza di
base, sono la manifestazione di
una minoranza degli aventi diritto
a eleggerli. La trovata
della”registrazione” per il voto
presso i nostri Consolati non ha
cambiare lo spirito elettivo. Del
resto, anche i Candidati sono,
spesso, gli stressi. Altresì, chi si
candida non di rado, lo fa per do-
vere politico.
Eppure, anche noi avevamo fatto
delle proposte innovative. Era la
primavera del 1993. Quindi, ben
22 anni fa. Già ci eravamo resi
conto che i Com.It.Es. erano strut-
ture “obsolete”. Superate dal ruolo
delle nostre Comunità oltre fron-
tiera. Per libera scelta, non an-
dremo a scrivere, ora, d’evoluzioni
“probabilistiche”. Riscontri, come
chi ci segue ben conosce, non ce
ne sono mai stati.
Forse snobbati, forse sottovalu-
tati, certamente, siamo stati ig-
norati. Però, anche dopo le recenti
elezioni, continueremo a essere
disponibili a un dialogo che, de-
mocraticamente, torniamo a sol-
lecitare.
ASSOCIAZIONISMO
POLITICO
Nel caos politico italiano, che si
riflette, purtroppo, anche a livello
UE, se dall’interno manca, palese-
mente, la volontà di cambiare,
resta la realtà della nostra nu-
merosa comunità d’oltre frontiera
che, pur non avendo attivamente
partecipato, al marasma politico
nazionale, ne ha sofferto, e ne
soffre, le tangibili conseguenze.
Dopo oltre mezzo secolo d’im-
pegno pubblicistico al servizio dei
Connazionali all’estero, ci slamo
resi conti che solo dando corpo a
una sorta d’associazionismo poli-
tico partecipativo si potrebbe ten-
tare di ritrovare la “via”italiana in
Europa e nel mondo. Premesso
che anche la Democrazia è una
cura che ha da essere assunta a
piccole dosi e concretamente as-
similata, riteniamo che la nostra
riflessione, in apertura, sia percor-
ribile e compatibile con i seguiti
che ci serberà questa Terza Re-
pubblica nata nell’incertezza poli-
tica dei tempi. Quello che è da
esaltare, per meglio farlo inten-
dere, è la “partecipazione” di tutti
gli italiani, ovunque residenti, al
varo di un polo di partenza univoco
che consenta di rimuovere gli osta-
coli d’ordine economico e sociale,
che limitano la presa di coscienza
per una Democrazia che ha da
essere difesa nel pieno rispetto
della personalità umana e con la
partecipazione di tutti all’organiz-
zazione politica, economica e so-
ciale della Penisola. Quindi, siamo
per un nuovo progetto che tenga
ben conto che dietro il Paese c’è
un Popolo con tutte le sue neces-
sità e il diritto a introdurre una
nuova democrazia partecipativa.
Nei modi e nei termini che
potranno essere dibattuti in questa
fase di “limbo” politico dove con-
tano solo i “numeri” per garantire
quella che s’identifica nella
maggioranza di Governo. Non
basta, a nostro avviso, delegare
altri per la tutela dei diritti nostri. Ci
vuole una più diretta partecipazi-
one.
Nei modi e nei termini che saremo
in grado d’evidenziare al momento
di concretare il varo di un Nuovo
Associazionismo Sociopolitico
Partecipativo (N.A.S.P.). Per ora
novello movimento d’opinione che
potrebbe, però, evolversi in un
Partito impostato su quei parametri
che abbiamo, in questo nostro
primo intervento, sommariamente
menzionato. Lasciamo ai Lettori lo
spazio per un franco confronto.
Questa volta, finalmente, per di-
mostrare d’”Essere”, più che
“Sembrare”.
Dalle 19 alle 21 di lunedì 11 giugno
2015, Roberto Scarpinato ha parlato di paura
e mafia alMucem di Marsiglia alla Conferenza
"La Peur : Raisons et déraisons..." con Fethi
Benslama (psicanalista) e Joseph Confavreux
(giornalista a Mediapart). C'ero anche io
Prima della conferenza, ho avuto modo di scambiare
alcune parole con Roberto Scarpinato, magistrato
siciliano antimafia ora Procuratore Generale presso
la Corte d'Appello di Palermo, nonchè scrittore di
altissimo valore, che ho fotografato mentre mi
diceva che conosceva per la prima volta Mar-
siglia.La sala del magnifico Mucem era stracolma di
gente venuta ad ascoltarlo ed è stato come assistere
ad un racconto fantastico dove appariva via via,
imprigionato nel silenzio e nel rispetto "per la ma-
fia", quel popolo di Palermo che ha visto ogni sua
strada bagnata di sangue, ogni suo angolo riempito
di controllo sociale al limite della umana percezione
e poi lo stesso popolo scendere in massa per le
strade e ribellarsi. Perché ascoltare questo magis-
trato qui in Francia, a Marsiglia?
Lo psicoanalista Fethi Benslama ha accompagnato
questo incontro che si inserisce in un ciclo di impor-
tanti conferenze, per esplorare le molteplici sfaccet-
tature della paura e per domarla, demistificarla e
comprendere la politica e la società, in Francia e
non solo, ma anche ricollegarsi alla realtà mediterra-
nea ed internazionale. Il racconto di Scarpinato è
stato una specie di trattato storico-psicoanalitico,
fondato sulla sua personale esperienza quando ar-
rivò a Palermo, un "universo mentale" che lui ha
attraversato. La conferenza Roberto Scarpinato l'ha
iniziata raccontando di un affresco conservato nella
Galleria regionale di Palazzo Abatellis a Palermo,
risalente al 1400. "Il trionfo della morte", grande
impressionante metafora - ma non troppo con
migliaia di morti solo in questi decenni - che ha
cavalcato i secoli e ha plasmato la psicologia collet-
tiva: il viaggio di Scarpinato ebbe inizio a Palermo
nel 1989. Ha passato in rassegna, volando come un'
aquila reale, sulle storie di Giuseppe Greco, Giulio
Andreotti, Dalla Chiesa, Buscetta... una rassegna
spaventosa del "cervello borghese" e del "braccio
armato popolare" che ha usato la violenza chirurgica
e non anarchica, che non sovverte ma affianca un
ordine parallelo, per cui i cittadini imparano a con-
vivere con la paura e non devono averla, perchè c'è
un ordine fondato su di Lei e prima o poi ti ci con-
fronti con la Paura, nessuno ne è escluso.
La parte più straordinaria del suo racconto di vita è
stata alla fine, quando chi lo ascoltava poteva im-
maginare solo un futuro senza speranza. E invece no,
dopo l'eccidio del giudice Borsellino e la sua scorta,
preceduto dalla strage di Capaci con Falcone e chi lo
proteggeva, è arrivata sulla platea l'immagine di
quella marea di popolo che ha gridato per le strade di
Palermo il suo disprezzo. Quel popolo di anime sole
e di associazioni, perchè - se "la paura è quel nes-
suno mescolato con niente - è risorto, con l'onestà
che ha convissuto con tante e tanti.
Quando all'inizio ho chiesto a Roberto Scarpinato
come la nostra mafia fosse ricollegabile a quella di
Marsiglia, ha pronunciato il nome di Bernardo
Provenzano, dalle carte processuali, e così io ho fatto
quello di Attilio Manca... mi ha risposto che l'inchi-
esta non è chiusa e ovviamente Marsiglia è ricollega-
bile al traffico di droga internazionale. (Wikipedia:
Attilio Manca è stato un medico e urologo italiano,
presunta vittima di mafia. Fu ritrovato cadavere nella
sua abitazione di Viterbo. L'autopsia certificò la
presenza nel sangue di eroina, alcol etilico e barbi-
turici. Il caso fu inizialmente ritenuto un'overdose,
poi archiviato come suicidio. I genitori si opposero
all'archiviazione sostenendo che il figlio fosse stato
ucciso per coprire un intervento subito da Bernardo
Provenzano a Marsiglia). Questo articolo è per con-
tinuare a tenere le porte aperte, spalancate sul
Mediterraneo, e abbracciare chi ha ancora la voglia
di resistere ed esistere con dignità. Grazie dunque
alla Francia, a coloro che continuano a non avere
p a u r a d i n o n f a r e s i l e n z i o .
Sta anche a noi fare diventare le nostre città non
capitali per un anno della cultura e per secoli di ma-
fia, sta a noi non avere paura di combattere la vio-
lenza con la cultura quotidiana di pace, sempre e
dovunque.
Doriana Goracci
OPINIONI ////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// BNL Giugno 2015 Doriana Goracci /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// BNL Giugno 2015
Mafia e Paura in Italia. Roberto Scarpinato
la racconta a Marsiglia
Bene arrivata alla Knesset! Aida Touma-Suliman: la prima donna
arabo-israeliana capo comitato al parlamento di Gerusalemme
tano in silenzio. Ma ben poche di loro
prendono l'iniziativa di cambiare la
situazione. Ma c'è una maggiore consa-
pevolezza da parte di Israele che le
donne arabe non sono più vittime pas-
sive" Nel 1993, WAV fondò i primi centri
di accoglienza per donne maltrattate nel
mondo arabo. Il gruppo ha anche fon-
dato una casa di accoglienza per le
donne che cercano di ricostruire le loro
vite dopo aver lasciato mariti violenti. Per
cercare le donne arabe che sono vittime
di abusi fisici ed emotivi, WAV gestisce
una linea telefonica; Touma dice che
riceve una media di 300 chiamate
all'anno da donne di tutto Israele - un
gran numero per una società che tradizi-
onalmente è restia ad ammettere che
anche questi problemi esistono Ha con-
seguito una laurea in psicologia e lettera-
tura araba nella Università di Haifa. Suo
marito Jiris Suleiman è morto di cancro
nel 2011.Ha due figlie con cui vive
adAcri nello stato d' Israele. Ha di-
chiarato: "Spero di condurre con suc-
cesso i processi che interesseranno tutta
la società, la politica e le leggi...Il divario
tra le parole e le azioni è enorme. Tutti
parlano di uguaglianza e di occupazione
per le donne, ma per trovare azioni, bi-
sogna usare una lente di ingrandimento.
Cercheremo di colmare il divario intoller-
abile
" .
Un abbraccio grande dall' Italia.
Doriana Goracci
E' stata una delle fondatrici della Commissione
internazionale delle donne per la pace israelo
-palestinese Basta,direttore responsabile di Al
-Ittihad, l'unico quotidiano in Israele in lingua
araba. Ha fondato a Nazareth nel 1992 il
gruppo arabo femminista, Donne contro la
violenza (WAV), un'organizzazione che
difende i diritti delle donne palestinesi e ne è
stata l'amministratrice delegata sin dalla sua
fondazione: "La maggior parte delle donne
femministe nella nostra società sono consa-
pevoli della repressione contro di loro e rifiu-
5. 8 5
MONOCAMERALISMO
IMPERFETTO O
BICAMERALISMO
BILANCIATO ?
I miei amici anglo e pure sassone
direbbero " That is the question
Matte'.... "
Vogliamo ricordare ancora una volta
il bicameralismo bilanciato ( e non
perfetto) perche' il monocameral-
ismo imperfetto renzisconiano deve
ancora materializzarsi. Un Capo
dello Stato garante e supervisore, un
governo esecutivo responsabile in-
sieme ai ministri per l' amministrazi-
one della Repubblica ed un Parla-
mento sovrano e autonomo con po-
teri legislativi. Questo e' la forma
Repubblicana che i padri costituenti,
ci hanno "consigliato " di non revi-
sionare: “La forma repubblicana non
può essere oggetto di revisione cos-
tituzionale. [art. Cost 139]
LE ELEZIONI LE VINCONO
COLORO CHE POI SAPRANNO
GOVERNARE
PRAGMATICAMENTE E NELL’
INTERESSE ESCLUSIVO DELLA
NAZIONE
La Repubblica Italiana ( la Nazione)
non solo riconosce a tutti i diritti in-
violabili dell'uomo, ma garantisce e
tutela le pari dignità sociale, E' so-
pratutto compito della politica ( e non
ci stancheremo mai di ripeterlo) ri-
muovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, per raggi-
ungere risultati pragmatici, sia per il
riconoscimento dei diritti, sia per la
tutela della dignita’ sociale ed
umane
Spesso politici e politicanti dimenti-
cano, nel caso dei primi, che rap-
prensentano la Nazione e non i par-
titi o capi politici e hanno il dovere di
adempiere alle loro funzioni, con
disciplina ed onore e che i governi
mantengono l’unità di indirizzo poli-
tico ed amministrativo, promovendo
e coordinando l'attività dei ministri e
amministratori, nell' interesse esclu-
sivo della Nazione sia a livello nazi-
onale, sia locale. Nel caso dei sec-
ondi, l' astensionismo e' il loro peg-
giore nemico.
CARO LEGISLATORE, CHI E’
CAUSA DEI PROPRI MALI,
PIANGA SE STESSO
L’ attuale crisi istituzionale ( ed
ancora non lo dice nessuno della
stampa) e’ dovuta principalmente
ad un errore fatto dal legislatore
( qualcuno potrebbe anche chia-
marlo politico o onorevole) nel
1970, con l’ introduzione nei rego-
lamenti di Camera ( e poi) Senato.
della questione di fiducia dei gov-
erni sul potere legislativo.
Badate bene che solo in Italia
esiste la questione di fiducia im-
posta dai governi, che tra l’ altro
oggi dette “questioni” sono diven-
tate a tutti gli effetti, tentati suicide
da parte dell’ esecutivo. In altre
democrazie moderne, a partire da
quella Americana. e’ ancora il Par-
lamento che discute, ammenda e
legifera in piena autonomia.
La questione di fiducia venne intro-
dotta ( se dice) per contrastare cio’
l’ eccessivo ostruzionismo da parte
delle opposizioni. Anche questa e’
un narrazione metropolitana. Nel
vecchio sistema legislativo dei pa-
dre costituenti, I governi ( oggi
anche I ministry ,e i loro subaltern)
venivano sfiduciati dal Parlamento
con le mozioni di sfiducie. Se una
loro iniziativa, o disegno di legge
non passava in una delle camera o
in ambedue, questi non cadevano
e le leggi potevano essere modifi-
cate e ripresentare al potere legis-
lativo.
In America (per dirne un’altra) se il
Congresso o Senato non passa un
Bill presentato dall’ amministrazi-
one Obana , questi’ ultimo statene
certi non ha l’ obbigo di dimettersi.
“Sembrerebbe” che nel nostro
Paese il fascismo, conosciuto
anche come “autoritarismo” non sia
mai morto
E noi ripetiamo, la questione di
fiducia era ed e’ incostituzionale,
ossia non contemplata dalla nostra
Costituzione ( vedi art. Cost. 94)
Quando Matteo Renzi ( credo sia l’
attuale Primo MInistro) dice:” dov-
ete sfiduciarmi altrimenti vado
avanti da solo”, non solo mette in
bilico la legislatura, ma “rivitalizza”
l’ autoritarismo. Caro legislatore,
chi e’ causa dei propri mali, pianga
se stesso
IN UN SISTEMA
BIPOLARE NESSUNA
COALIZIONE
PRECONFEZIONATA ANCHE
SE UNITA , SARA' MAI IN
GRADO DI GOVERNARE
NELL’ INTERESSE
ESCLUSIVO DELLA NAZIONE
Dal mattarellum in poi ci sono
state ben 6 legislature ( con l’
attuale) bipolariste, ossia basate
su coalizioni preconfezionate..
Tutte ( ivi incluso l’ attuale) tre di
centro destra ( 94, 01 e 08) e tre
di centro sinistra ( 96, 06 e 13),
anche con l’ uso o meglio l’ abuso
di decretazioni e questioni di fi-
ducie, la politica non e’ stata in
grado di governare nell’ interesse
esclusivo della Nazione e l’ ec-
cessivo debito pubblico ( per non
parlare di Mafia Capitale e cor-
ruzioni variegate sparse in tutto il
Paese) ne e’ la prova mate-
matica.. L’ abbiamo sempre ri-
badito ( e lo faremo ancora ed
ancora) che con un sistema bipo-
lare per vincere o come nel nos-
tro caso specifico ipotecarsi il
premio di maggioranza , la sera
dopo le elezioni si, sa chi vince,
ma non si ,sa, chi governera’ il
Paese . La ragione che purtroppo
sfugge ancora alla politica e’ una
sola: il libero mandato democ-
ratico che vige in ogni de-
mocrazia rappresentativa e plu-
ralista. Se la democrazia rappre-
sentativa sin ora non ha funzi-
onato, crediamo che al Paese
occorra una nuova democrazia
partecipativa, con un nuovo sis-
tema elettorale , che metta il citta-
dino in grado di forgiare, votare e
seguire il suo rappresentante,
durante il suo mandato
SISTEMA UNIPROPORZIONALE
Suddivisione del Paese in 50
circoscrizioni con in esse 10 col-
legi elettorali uninominali, con
assegnazioni dei seggi in pro-
porzione ai voti ottenuti da ogni
singolo candidato a prescindere
dalla lista. [universalum]
IN UNA REALDEMOCRAZIA IL
NON VOTO E’ UN VOTO
UTILE
Come abbiamo gia’ ribadito alcuni
giorni fa che :” La foma repubbli-
cana italiana si basa essenzial-
mente sulla democrazia partecipa-
tiva e non quella rappresentativa” ,
in una realdemocrazia spesso il
messaggio del non voto non e’ del
tutto recepito dal legislatore. Il
legislatore italiano concentrandosi
solo sul voto rappresentativo
( passivo) trascurando quello
partecipativo ( attivo) “truffa” il
cittadino, allontanandolo voluta-
mente dal concorrere alla deter-
minazione della vita sociopolitica
del Paese. Quando la meta’ degli
elettori per vari motivi non parte-
cipa al voto, il messaggio e’ chi-
aro:” La democrazia partecipativa
e’ in declino”. Ultimamente questo
messaggio non e’ nemmeno con-
templato dal legislatore, perche’
con I vari nuovi sistemi elettorali,
sa che gli basta un 20% dei con-
sensi + un’ elettore per vincere,
ignorando che senza democrazia
partecipativa e pluralismo socio-
politico non ci potra’ mai essere
stabilita’ ed equita’ legislativa.
IN POLITICA,
L’ INEFFICIENZA
BUROCRATICA E LA
CORRUZIONE SONO
SOLO EFFETTI
COLLATERALI
Per noi il problema non esiste,
basterebbe introdurre la presunzi-
one di colpevolezza per i funzion-
ari, i dipendenti dello Stato e degli
enti pubblici.la responsabilità civile
si estende allo Stato e agli enti
pubblici. In altre parole il cittadino
commune se sbaglia paga sia
penalmente sia civilmente. Ecco
perche’ l’ Italia e’ il primo paese
europeo per corruzioni. Noi cre-
diamo altresi’ che i presunti cor-
rotti andrebbero tenuti fuori dalla
Politica e la Cosa Pubblica, bas-
terebbe una legge che vada al di
la’ di un Parlamento pulito senza
condannati, ma di un sistema uni-
versale che vieti le candidature e
la nomine a coloro indagati o
moralmente indegni.
Carmine Gonnella
Storie fantastiche dal cratere aquilano
Di Luigi Fiammata
I biglietti da cinquanta, e da cento
euro, si ammucchiavano sul tavolo.
Erano un monte disordinato. Come
un nido che aspettasse il suo cuculo.
Silvana, mi guardava, seduta di fronte
a me. Gli occhi increduli. Forse
spaventati.
Alla mia sinistra, Leonardo, teneva le
carte da gioco chiuse, nelle mani.
Guardava uno scaffale colmo di
faldoni, e, come se stesse parlando
con qualcun altro; non con noi, con
voce leggera, sfottente quasi. Diceva:
Rilancio di duecento. –
Alla mia destra, Enzo, deglutiva. Con
difficoltà.
Dopo aver ascoltato Silvana lasciare
il gioco, disse:
Più cinquecento, ancora. –
Ma se non hai più nulla… - Quasi
strillava Silvana. Mettendogli una
mano sul braccio.
Enzo mise una mano in tasca. Ne tiro
fuori un foglio bianco, accuratamente
piegato. E lo consegnò a Leonardo.
Che lo aprì, alzandosi in piedi e met-
tendolo sotto la lampada che
pendeva sul tavolo, per leggerlo.
C’era un silenzio sudato, intorno.
Eravamo tutti convinti che Enzo
avesse messo sul piatto, qualcosa di
grosso. L’atto di proprietà della pro-
pria abitazione ad esempio. Silvana lo
guardava fisso, come se si aspet-
tasse uno sguardo ricambiato. Ma
Enzo aveva il braccio ancora alzato,
verso Leonardo, aspettando che gli
restituisse il foglio, una volta letto, e
sembrava che, per lui, non ci fosse
nessun altro, nella stanza.
Ma qui c’è scritto che sei pieno di
metastasi… - disse Leonardo.
Certo, ai polmoni. Così capisci che
non mi importa perdere cinquecento o
cinquecentomila euro. E giochi senza
far storie, se, in questo istante ho
finito i soldi qui con me. – Rispose
Enzo. Togliendosi qualche goccia di
rum dai baffi neri, con un movimento
delicato delle dita.
Leonardo ripiegò il foglio. Lo con-
segnò a Enzo. E sedette, di nuovo.
Va bene – disse Leonardo, con un
sorriso – giochiamo. –
Sarebbe toccato a me, decidere se
partecipare al gioco, o, ancora, rilan-
ciare. Tutto nasceva dalla mia prima
puntata, infatti. Ma, intorno a me, era
diventato tutto buio. L’atteggiamento
serpeggiante di Leonardo. Gli occhi
tremanti di Silvana. Le parole gelate
di Enzo. Tutto buio.
Sentivo la fronte bagnata del mio
sudore appiccicoso. E un conato di
vomito, salire dalla gola, fino al
palato. Silenzioso, viscido.
Chiusi gli occhi. Misi le mani sulle
ginocchia, e mi diedi slancio, per
alzarmi dalla sedia. Non
sentivo più nessun ru-
more. Tirai su dallo
schienale della sedia la
mia giacca, e la indossai,
mentre mi dirigevo verso
la porta di ingresso. Nelle
orecchie, il rumore cupo
della grandine sulla piana
di Campo Imperatore.
Non ero neanche sicuro
se qualcuno si fosse
preoccupato di fermarmi.
O se il gioco potesse
continuare comunque,
anche senza di me. Uscii dalla porta
dell’ufficio, chiuso al pubblico, dato
l’orario notturno, e iniziai a scendere
le scale, al buio. Le scale di finto
marmo di Tivoli del prefabbricato.
Una scatola di cemento poggiata nel
Nucleo Industriale di Pile. Senza
fondamenta.
Nei pressi della Curia Arcivescovile. E
della sua scatola di cemento prefab-
bricato, benedetta. Nel Nucleo Indus-
triale di Pile. Forse senza fonda-
menta, dall’altro lato della strada.
Avevo l’auto parcheggiata sullo ster-
rato. Vicino ad uno pneumatico nato
in mezzo alle erbacce. Alzai la testa.
La luce dell’ufficio era ancora accesa.
La mia presenza non era indispensa-
bile.
E poi guardai il cielo. Buio come uno
schermo spento. E, subito, pensai
che Enzo, quel cielo, non l’avrebbe
visto più.
Appoggiai la mano al cofano della
mia vecchia Peugeot. Mi bastò aprire
la bocca, e sentire il sapore acido e
rancido della mia paura uscire fuori,
con un ruggito piangente, prolungato.
Di bava che schizzava sulle ruote e
sulla carrozzeria nera. Non sentivo
più il respiro. Era tutto fermo nello
sterno. Un’apnea da viscere spre-
mute, e sapore di sangue. Persino dal
naso, mi usciva un muco fetido. Tre-
mavo. Le gambe, piegate, come da
un calcio improvviso dietro il ginoc-
chio. Le lacrime, e ancora il ruggito; la
paura che non trova uscita. La puzza.
E in bocca un sapore inconsolabile.
La tosse. Violenta. Sguaiata. Stavo
attento a non mettere niente di me,
con l’ultima razionalità che m’era
rimasta in testa, tra la mia bocca e la
terra. Mi sporgevo in avanti, tuffan-
domi senza cadere. Un salto in lungo
del bolo. Senza rincorsa. Stavo anche
per pisciarmi sotto. Non potevo con-
trollare insieme tutti i muscoli.
Mi asciugai le lacrime con le dita. E la
bocca con un fazzoletto di carta che
conservavo nel cruscotto dell’auto.
Entrai dentro, e poggiai la schiena,
prima, e poi la testa. E poi ancora,
con immensa fatica, come se percor-
ressi un ponte infinito, spostai in
avanti la testa e la poggiai sulle mani
attaccate al volante. La fronte era
calda. E pulsava, la vena, sul lato
degli occhi. Staccai la mano destra, e
misi in moto. Marcia indietro.
Alla mia sinistra il torrente Raio era
sprofondato dentro i sassi del fondale
e nell’erba che cresceva alta. Sui
margini, correva il metanodotto.
Come una vena gonfia, ed estranea.
A destra, subito, un bar.
Su un lampione, una bandiera ital-
iana. Senza vento. Scolorita come un
campionato mondiale di calcio scon-
fitto.
E scatole, e ancora scatole di cemento
compresso, circondate da muri. E can-
celli. E insegne al neon. Sgocciolanti. E
finestre allineate, come loculi ancora
vuoti. Scatole che inghiottivano la col-
lina, spianata. E l’erba. Ridotta a mon-
coni, passiti. Spinosi di polvere nera di
tubo di scappamento.
Avevo aperto il finestrino, dell’auto, per
lasciar entrare l’aria notturna. Che mi
batteva sulla tempia, riscaldata
dall’odore dell’asfalto. Tracciai la ro-
tonda, vicino al centro commerciale, e
salii sul ponticello che oltrepassa il
torrente, e svoltai subito a destra. Mi
correva a fianco il guardrail e, a sinis-
tra, le altre scatole. Qualcuna sbrec-
cata dal terremoto.
Al termine delle scatole, restava in
piedi, spezzata, il tetto crollato a metà,
una lunga crepa fino a terra, come un
vetro infranto, una vecchia casa di
pietra. Una casa contadina, cui qual-
cuno aveva costruito su un fianco,
un’escrescenza di cemento e mattoni
rinfusi, ora protesi nel nulla della
scossa del sei aprile. La vegetazione,
intorno cresce, ignorandola di disgusto.
Arrivai alla galleria della Mausonia, e
chiusi il finestrino.
Entrai nel ventre della balena; cercavo
l’uscita. Alla mia destra, il cemento
arcuato della parete sudava acqua, che
si appozzava sull’asfalto, in curva.
Come una ferita perenne, infettata. Un
pus nero.
Uscii, dalla galleria.
E, subito, alla mia destra, ancora, il
prato era stato divorato da una distesa
di pietrisco, nuda. Reticolata di recinti
verdi, e terrapieni, in basso, che la
sostenevano dal dislivello, di quella
che, un tempo, era una piccola gola tra
le colline. Verde, un tempo. E grigias-
tra, ora. Come una febbre.
Sotto la rotonda, a sinistra, la casa
abbandonata, di pietra, forse una an-
tica stalla, già sventrata dal tempo,
prima del sisma, le trabeazioni in legno,
essiccate come ossa al sole, era stata
piallata dalle ruspe, e recintata, per
essere ricostruita, magari in cemento
armato di ferro.
Riaprii il finestrino.
E m’accorsi, che, in realtà, stavo
guidando al buio, tenendomi lontano
dai fari di automobili che procedevano
in senso inverso al mio. Ma senza
guardare nulla. Nella penombra riscal-
data dai fari. Era la mia mente, che
ricostruiva il paesaggio intorno. Inser-
endoci dentro le offese vigliacche.
Come una malattia devastante. Come
una ferita irrimarginabile. Suppurata.
Alla mia sinistra, in cima alla collina,
due enormi ville in legno. Disegnate da
un bambino che immagini la propria
casa come un fumetto di paperi e topi.
Una tumefazione con le antenne satelli-
tari in cima.
Al termine della discesa, la casa fatta di
soli mattoni, poggiati l’uno sull’altro,
senza nulla che li tenesse insieme,
eppure già col tetto.
Una scritta di vernice, dopo il terre-
moto, sbiadita, su un bandone di met-
allo rugginoso, avvertiva che era peri-
colante. Ora.
E, a sinistra, subito, nella campagna
abbandonata, un’altra spianata di pietra
e letame. Avvolta in un perimetro di
metallo palizzato. C’erano camion,
parcheggiati dentro, e rimorchi. E im-
palcature ritorte.
Alla mia destra, allo stesso modo, c’era
una rivendita di automobili, lasciate a
seccare sotto il cielo, in attesa di un
acquirente.
E, ancora, passata la rotonda, verso
Monticchio.
I campi non più coltivati. Estirpati. Con
il pietrisco calcinato poggiato come il
coperchio di un sarcofago sopra l’erba,
e riempito, a destra e a sinistra, di ma-
teriale edile in vendita, sacchi di ce-
mento, cubetti di pietra e porfido. Mat-
tonelle.
L’aria era iniettata dell’ odore degli
alberi abbattuti.
Enzo, era lontano, ora.
Era rimasto lungo quel sentiero, sul
monte dietro Pizzoli, arrampicato verso
la sorgente. Quando lo sentivo cammi-
nare dietro di me, col fiato pesante,
dentro il caldo del pomeriggio di
maggio.
La memoria mi separava da lui, men-
tre, in salita, guardavo verso le nuvole
altissime, in cielo, bianche. Che galleg-
giavano.
Ed ero solo, ora.
Fermo con l’auto nello slargo rotondo di
Monticchio. Poco prima del corridoio di
tubi metallici, che separava la casa, da
una parte, dalla chiesa dall’altra, re-
stringendo ancor più la stradina che
portava verso Fossa.
Il rumore del motore era leggero. Come
un respiro prima del sonno. Le luci
gialle dei lampioni sembravano ron-
zare.
Inserii di nuovo la marcia, e mi diressi
verso la strettoia che portava al Parco
delle Arti, e ai cassonetti di immondizia,
tracimanti, dove fermai l’auto. E scesi.
Sul muro di una casa, lì, sull’angolo,
decine e decine di rose si arrampi-
cavano.
E iniziai a staccare alcuni fiori. Con le
mani nude. Spezzando a strattoni il
verde filamentoso dei rametti. Le dita
graffiate, di solchi sanguinanti. Le spine
si difendevano.
Ne rubai una dozzina, più o meno. Mi
sentivo le mani spezzate.
Sentivo i cani abbaiare. Forse vicino,
forse lontano.
Poggiai tutto sul sedile posteriore
dell’auto e ripartii, sudato. E sporco.
Milena, era una delle poche persone
tornate a vivere in centro. Abitava in
una casa, bassa. Ad un solo piano. Il
portoncino di legno marrone s’apriva su
un piccolo scalino di cotto brunito dal
sole e dai passi, un attimo prima dei
ciottoli di pietra della strada.
Le lasciai lì, le rose.
Fino al mattino.
Forse, un giorno, avrei trovato il corag-
gio di dirle che ero stato io.
Quella notte, quell’alba che ancora non
arrivava.
Per difendermi dalla morte nell’unico
modo che sapevo trovare.
REDAZIONE
NOTE EDITORIALI ///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// BNL Giugno 2015COMUNICATI /////////////////////////////////// Goffredo Palmerini ////////////////////////////////////////////// BNL Giugno 2015
6. CULTURA & SOCIETA’ ///////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// a cura di Nino Bellinvia BNL Giugno 20156 7
“Penelope”: un testo defi-
nito: “Non soltanto un libro, ma soprat-
tutto, una frustata sulla faccia di chi sta
depredando l’Italia”. Il suo autore è stato
anche intervistate da una radio del Can-
ada.
Pemnelope la conosciamo tutti. Figura
della
HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/wiki/
Mitologia_greca" mitologia greca ,
figlia di HYPERLINK "https://
i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i / I c a r i o _
(Sparta)" Icario e di HYPERLINK
"https://it.wikipedia.org/w/index.php?
t i -
tle=Policaste&action=edit&redlink=1"
Policaste (o di HYPERLINK "https://
i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i /
Peribea" Peribea ), moglie di
HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/
wiki/Ulisse" Ulisse , madre di
HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/
w i k i / T e l e m a c o " T e l e m a c o ,
HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/
wiki/Poliporte" Poliporte e
HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/
w i k i / A r c e s i l a o _
(Telegonia)" Arcesilao . Attese per
v e n t ' H Y P E R L I N K " h t t p s : / /
it.wikipedia.org/wiki/Anno" anni il
ritorno di Ulisse, partito per la
zante è il ritmo e il modo di rappresentazi-
one che cattura e ipnotizza tanto da
“costringere” a leggere il poema tutto di
un fiato. L’opera lascia stupiti per la
nitidezza degli scenari, per la fluidità dei
dialoghi e per la costante tensione dram-
matica, seppur apparentemente pacata,
dell’intera trama.
Il poema è una amara invettiva contro chi,
privo di scrupoli e decenza, ha fatto un
uso scellerato del bene comune, incur-
ante delle amare conseguenze per il
popolo. Il riferimento è alla terra natia
dell’Autore (le …sponde del dio Lon-
gano…) ma la denuncia implica ambiti più
vasti, fino ad assumere (è anche uno de-
gli scopi e dei meriti della poesia) valori
universali.
Messina è autore e artista dotato di pro-
fonda passione civile e di grande rispetto
per la dignità umana. In questa sua opera,
rivendica e ribadisce ancora una volta,
fortemente, il ruolo di critico e educatore
sociale dell’artista che non può ritirarsi
nella sua “torre d’avorio” e restare indiffer-
ente a quanto avviene attorno, specie di
fronte allo sfacelo e all’involuzione cul-
turale di un popolo. Ha ragione quindi a
denunciare la passività, il defilarsi col-
pevole degli uomini di cultura (Ulisse è il
letterato… è l’intelletto…). Spesso (al pari
di Cassandra o di Laocoonte, restando in
tema di riferimenti omerici) non è ascol-
tato, non per volere degli dei, ma per la
pochezza di certi amministratori della
cosa pubblica che preferiscono, per tor-
naconto, fingere di non sentire.
Novello Don Chisciotte, Messina è eroe
romantico e idealista che si batte contro i
mulini a vento (che potrebbero essere,
oggi, le ciclopiche pale eoliche installate
nell’entroterra siciliano). Bisogna dire che
di queste battaglie (mai inutili) ne ha com-
battute molte, in quasi cinquanta anni di
vita artistica, sempre con cristallino ardore
HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/
wiki/Guerra" guerra a HYPERLINK
"https://it.wikipedia.org/wiki/Troia_
(Asia_Minore)" Troia , crescendo da
sola il piccolo HYPERLINK "https://
i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i /
Telemaco" Telemaco e evitando di
scegliere uno tra i HYPERLINK "https://
it.wikipedia.org/wiki/Proci" proci ,
HYPERLINK "https://it.wikipedia.org/
wiki/Nobile" nobili pretendenti alla
sua mano, anche grazie al famoso
stratagemma della tela: di giorno tesseva
il sudario per HYPERLINK "https://
it.wikipedia.org/wiki/Laerte" Laerte ,
padre di Ulisse, mentre di HYPERLINK
" h t t p s : / / i t . w i k i p e d i a . o r g / w i k i /
Notte" notte lo disfaceva. Avendo
promesso ai proci che avrebbe scelto il
futuro marito al termine del lavoro, ri-
mandava all'infinito il momento della
scelta.
Ma una Penelope diversa, che è un
piacere conoscere, la troviamo proprio
n e l v o l u m e t t o , d a l t i t o l o
“Penelope” (Edizioni Smasher) del noto
scrittore, poeta, pittore, scultore
Giuseppe Messina.
Volumetto che è stato di recente presen-
tato nella magnifica cornice barocca
dell’auditorium San Vito di Barcellona
Pozzo di Gotto con una relazione, dav-
vero genuina e fuori da ogni canone,
l’architetto Sergio Gallitto (noto anche
autore dello straordinario romanzo
“Tempi virtuali”), al quale è stato tribu-
tato un lungo applauso. Il Gallitto ha
posto l'accento sulla validità del poe-
metto “Penelope”, composto dai versi
endecasillabi e settenari, dalla straordi-
naria musicalità, contenenti un'efficacis-
sima trama che spinge il lettore a non
potersi fermarsi. Non si è privato, anche,
dal tracciare un excursus sulla figura del
maestro Giuseppe Messina e sulla sua
opera scultorea e soprattutto pittorica,
rammentando che i suoi colori vivaci,
brillanti, forti, mediterranei non sono
usati per dipingere cose scontate, ma li
piega alla sua volontà per realizzare
soggetti che hanno un tutt’altro e alto
valore intrinseco e artistico, divulgatori di
un messaggio umanistico, civile e cul-
turale nell’insieme che spesso non è
valorizzato da chi è responsabile della
cosa pubblica.
Ma ecco il testo della sua relazione.
I Poeti volano alto. Per questo, forse, chi
guarda troppo da vicino le cose mon-
dane non riesce a percepirli. I Poeti vo-
lano alto e, come le aquile, hanno occhi
acuti: così, riescono a vedere quello che
sfugge ai più. I Poeti volano alto e sog-
nano. E se è vero che, come scrisse
Shakespeare, siamo fatti anche noi della
materia di cui sono fatti i sogni, cioè des-
tinati a svanire, è pure vero che, a volte,
i sogni diventano bisogni che danno
senso e sostanza alla vita.
E di un sogno, in vero, tratta il poema. In
breve, ecco la vicenda come ha scritto
nella sua prefazione Sergio Gallitto.
È notte, il Poeta (l’Autore stesso) stenta
a prender sonno. Soffre per le condizi-
one del Paese, offeso e umiliato, mentre
la Cultura è ignorata. Sopraggiunto il
sonno, il Poeta sogna di trovarsi a Itaca,
presso Penelope, in attesa di Ulisse e
insidiata dai Proci. Qui assume le sembi-
anze del cantore Femio ed assiste al
tragico epilogo dell’Odissea, con il ri-
torno di Ulisse e la strage dei Proci. Un
temporale sveglia il Poeta che ha chiara
la visione, evocata dal sogno, dell’Italia
che, come Penelope, è contesa da in-
fami opportunisti, novelli Proci. L’unico
rimedio sta nel …combattere il male e
l’indifferenza. Con questi versi, appunto,
si chiude il poema.
Un file rouge unisce questo poema in
versi, ad alcune precedenti opere
dell’Autore (cito, tra le altre, Odissea
ultimo atto, La leggenda di Omero, Il
testamento di Odisseo): la passione e
l’amore per la letteratura e la mitologia
classica, particolarmente per le opere
omeriche, sempre al centro del partico-
lare universo artistico. La vicenda di
Penelope, in questo caso, è stata adop-
erata come perfetta metafora per narrare
vicende di casa nostra. Il parallelo tra
Penelope e l’Italia e tra Ulisse e il mondo
degli artisti, dei letterari e degli intellettu-
ali, è convincente e calzante; e incal-
e fierezza, spesso accompagnati da un
dolore interiore sordo, che in modo assor-
dante, però, ha comunicato a chi è stato
disposto a prestargli attenzione.
Io non so se un Ulisse salverà Penelope
(come auspica l’Autore) o Penelope andrà
“alla guerra”. Mi associo, però, alla sper-
anza dell’Autore che la coscienza dei
popoli sia scossa e risvegliata dal Papa, il
religioso “in soccorso” al laico agnostico.
Sempre che, “l’uomo vestito di bianco”
non sia quello soccombente richiamato
nel “visionario” terzo segreto di Fatima.
Infine, auguro che, mentre ai confini
dell’effimero coacervo di nazioni che si
chiama Europa, e di altre aree
geografiche, premono nuovi “barbari” che.
promettono lutti e devastazioni mai visti, la
“sinfonia dell’armonia”, di cui alle note
dell’Autore, riempia l’intero etere delle sue
alte note.
Da ricordare che la presentazione del
volumetto si è avvalsa anche di un con-
certo musicale del “Quintetto
classico” (Giuseppe Fabio Lisanti e Gabri-
ella Anastasi ai violini, Rosanna Pianotti
alla viola, Maurizio Salemi al violoncello e
Alessandro Monteleone alla chitarra) e
dell’intervento dell’editrice Giulia Carmen
Fasolo, quale moderatrice, che ha spie-
gato i motivi della scelta di pubblicare
“Penelope”, un testo che rappresenta la
metafora dell’epoca che l’Italia sta
vivendo. Lasciamo i lettori a trarre i loro
giudizi leggendo il volumetto.
Giuseppe Messina è da tutti conosciuto.
Comunque lasciamo alla sua biografa
ufficiale, prof.ssa Maria Torre, di farci una
sintetica biografia.
Giuseppe Messina, nasce in quella mille-
naria Gala, frazione del comune di Barcel-
lona Pozzo di Gotto in provincia di
Messina, già sede dell’importante monas-
tero dei padri Basiliani fino al 1779. Nella
enze, ed è stato correlatore sul tema
“Archeologia tra passato e presente” as-
sieme ai professori Tullio Maneri esperto
di archeologia e Renato Pitrone titolare
della cattedra di Archeologia all’Univer-
sità “La Sapienza” di Roma; tra l’altro è
stato chiamato da diversi Istituti Di
Scuola Media Superiore quale docente
per i progetti di Storia della Sicilia, delle
Tradizioni Popolari e del Folklore, di Pit-
tura e Scultura nonché di Teatro
(Dizione, Recitazione, Mimo e Porta-
mento) mettendo in scena alcune sue
opere. Nel 2006, in occasione del suo
quarantesimo anniversario di attività ar-
tistica, gli è stata conferita la Targa d’Ar-
gento della Presidenza della Repubblica
dal presidente Giorgio Napolitano.
2011 gli è stato conferito il Trofeo della
presidenza della Regione Sicilia per i 45
anni di attività artistica e culturale.
A tutti i nostri lettori consigliamo di vision-
are il blog dell’artista
( HYPERLINK
" h t t p : /
giuseppemessin.blogspot.it/" http://
giuseppemessin.blogspot.it ) nel quale
sono riportate le foto di oltre cento sue
opere (sculture, dipinti, grafiche), le
copertine di tutti i suoi libri e tanta e tante
altre notizie.
Per contatti con l’artista inviare una e-
mail:
HYPERLINK
"mailto:messina.giusep@tiscalinet.it"
messina.giusep@tiscalinet.it
Nelle foto: Giuseppe Messina; la coper-
tina del volumetto “Penelope”; un mo-
mento della presentazione (da sx:
l’editrice Giulia Carmen Fasolo; il relatore
Sergio Gallitto; lo scrittore Giuseppe
Messina e la biografa Maria Torre); il
“Quintetto classico”.
seconda metà degli anni sessanta del
secolo scorso lascia la Sicilia per trasfer-
irsi a Roma dove entra in contatto con il
grande mondo della cultura e, quindi, può
aprirsi a più vaste conoscenze.
Egli è scultore e pittore, infatti, ha realiz-
zato pregevoli opere che possono essere
ammirate in esposizioni pubbliche e pri-
vate in Italia – dove ha esposto assieme
ad artisti come S. Fiume, E. Calabria, R.
Guttuso, R. Brindisi ed altri grandi – ma
anche all’estero (Russia, Argentina, Sud
Africa, Australia, Canada, U. S. A., Inghil-
terra, Malta e diverse altre città europee);
ma ha al suo attivo anche la realizzazione
di opere pubbliche. Ciononostante, ha un
particolare interesse per la letteratura e la
mitologia classica. Ed è grazie a questa
sua passione, che riesce a realizzare una
trilogia, ovvero tre poemi endecasillabi
dedicati a Omero, e cioè: “Odissea ultimo
atto” (Pubblicato a cura del Movimento per
la Divulgazione Culturale di Barcellona
Pozzo di Gotto) che continua l’Odissea
omerica, “La leggenda di Omero” (Edizioni
Bastogi) con cui reinventa e rende reale il
più classico dei poeti e “Stirpi di Atlan-
tide” (Inedito) che narra le ultime ore del
mitico continente, prima di inabissarsi, e la
fuga verso altre terre di una parte di quel
popolo. per questa trilogia gli è conferito il
Premio Speciale della Giuria (Medaglia
d’Oro del Senato della Repubblica) a Pa-
lazzo Barberini in Roma, al concorso let-
terario dedicato ad Antonio De Curtis, in
arte Totò.
Giuseppe Messina è anche autore di di-
verse opere teatrali, infatti oltre a “Nel
Mitico regno di Eolo” (Libera riduzione del
primo poema) ha scritto “Lamento Per
Placido Mandanici”, “Testamento teatrale”,
“Non sono Cyrano di Bergerac”, “Nel
segno di Socrate” e altre. Più che altro egli
si definisce scultore, infatti ha realizzato
diverse opere in legno, in pietra arenaria,
in granito, in ossidiana e in bronzo: è in
pietra arenaria di Lecce “Ciclope nel
vento” donato alla sua città nel 2002; in
bronzo sono le dodici sculture realizzate
per illustrare il suo primo poema, e nello
stesso materiale sono i monumenti, sia
quello dedicato a Nello Cassata, storico
della città di Barcellona Pozzo di Gotto,
che quello in onore dell’eroe della prima
guerra mondiale Luigi Rizzo sul porto di
Milazzo, così come altre opere funerarie.
L’artista ha lanciato l’idea che ha portato
all’istituzione del “Premio Città di Barcel-
lona Pozzo di Gotto” per cui ha creato e
donato lo stesso trofeo bronzeo
“Longano”, simbolo della città, con il quale
sono stati insigniti: lo storico Santi Cor-
renti, lo scienziato Antonino Zichichi, Do-
natella Bianchi, conduttrice di “Linea Blu”
e l’attrice Francesca Chillemi “Miss Italia”
2003.
Il Messina, a cui sono riconosciuti autorità
e prestigio, è stato invitato da Circoli Di-
dattici a tenere seminari di aggiornamento
per insegnanti sui temi “Educazione all’im-
magine e Beni Culturali”; ha tenuto confer-
I poeti volano alto e come le aquile hanno occhi acuti
Giuseppe Messina discute con “Penelope contro chi senza scrupoli fa uso del bene comune