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LAVORAZIONE ARTIGIANALE, IL LEGNO DEGLI
STRADIVARI E IL CORAGGIO DI OSARE NELLE
LINEE DI STRUMENTI DALLA TRADIZIONE
ANTICHISSIMA: COSÌ I PIANOFORTI DI SACILE,
IN FRIULI, HANNO SFONDATO IL MONOPOLIO
DEL MERCATO D’ALTA GAMMA, ARRIVANDO
PERFINO IN CINA E NELLE GRANDI SCUOLE USA
DI FRANCESCO PERUGINI
ARMONIA
MAESTRIA
«Perché sempre più pianisti scelgono strumenti che costano oltre
200 mila dollari?». La domanda se l’è posta l’Economist qualche
mese fa per raccontare l’ascesa vertiginosa di Fazioli tra i virtuo-
si degli 88 tasti bianchi e neri. Ma come mai il settimanale britan-
nico sempre impegnato sui grandi temi dell’attualità, della politi-
ca e della finanza si concede una simile digressione in campo mu-
sicale? Perché l’affermazione dei pianoforti friulani rappresenta un
caso esemplare di strategia aziendale di successo in un mercato
fortemente segmentato.
Per capire le ragioni di questa ascesa, bisogna partire necessaria-
mente da Sacile, provincia di Pordenone. Qui è nata, ufficialmen-
te 25 anni fa, la storia di questi strumenti realizzati in maniera to-
talmente artigianale, una lavorazione che garantisce un suono uni-
co e inconfondibile. Il loro segreto è, però, ancora più antico del-
la maestria dei 50 operai dell’azienda: è nascosto nel legno di abe-
AGOSTO 2016108 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT
Fazioli
ISPI
RA
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MONOPOLIO INFRANTO
Mentre nella fascia bassa si era registrato negli anni l’inserimen-
to importante della giapponese Yamaha, il top di gamma era
stato per decenni monopolio dell’azienda tedesco-americana
Steinways: 63 mila dollari di prezzo base – meno di un terzo ri-
spetto ai Fazioli – e capacità produttiva di oltre 2 mila pezzi l’an-
no. Un concorrente, insomma, prestigioso ma in fondo “econo-
mico”, apprezzato e difficile da superare in un mondo molto tra-
dizionale. È stata solo la qualità assoluta degli strumenti friulani
a consentire di scalfire pezzo dopo pezzo il dominio degli storici
rivali: il momento decisivo – se non del sorpasso, ma della consa-
crazione – è stato l’ordine ricevuto dalla famosa Juilliard School
di New York. Forte di una collezione di 275 Steinways, cinque
anni fa la più famosa istituzione musicale Usa ha comprato il pri-
mo Fazioli e attende la consegna di altri due esemplari entro la
fine di quest’anno. «Gli Steinways hanno un suono dal colore più
scuro», ha detto il capo tecnico dei pianoforti della Juilliard, Ste-
phen Carver, «ma molti direbbero che quello degli italiani è più
ricco». Merito della rigida selezione dei materiali – per la tavola
armonica, il cuore dello strumento, può essere utilizzato solo le-
gname di elevata elasticità e tenacia, basso peso specifico e asso-
luta regolarità e linearità delle venature – e della lavorazione arti-
gianale, che dalla formatura del fasciame al prodotto finito richie-
de circa due anni. «L’azione è incredibilmente rispondente a ogni
variazione nel tocco, tutto quello che immagino nella mia testa
posso riprodurlo con le dita», spiega una vera fan del brand, An-
gela Hewitt, rinomata interprete di Bach, «altri pianoforti possono
essere molto belli, ma risultano meno interessanti, perché il suo-
no non può essere modificato con la stessa estensione». La vendi-
ta avviene solo su ordinazione – per la consegna ci vogliono non
meno di otto mesi – e dal 2009 a Milano è aperto uno showroom
nei pressi del Conservatorio, non lontano dal Teatro alla Scala.
NUOVI,MA ANTICHI
Solo all’apparenza il pianoforte vive immutato da secoli. La mec-
canica e i processi produttivi, invece, si sono in realtà profonda-
mente modernizzati: a partire
dalla costruzione dei tasti che
non sono più realizzati in avo-
rio, ma in una miscela cerami-
co-plastica. Nel solco di un’as-
soluta classicità, dunque, c’è
spazio per l’innovazione. Una
strada che Fazioli ha intrapre-
so con impegno e determi-
Pur inventati da un italiano,
non esisteva nessun brand tricolore
specializzato nella produzione
di questi strumenti
te rosso della Val di Fiemme, la cosiddetta “foresta musicale”.
Qui Antonio Stradivari si procurava la materia prima per costrui-
re i suoi celeberrimi strumenti a corde, violini in particolare. Pro-
prio per la vicinanza con questa riserva aurea di note dolcissi-
me, fu qui che il romano Paolo Fazioli decise di mettere in piedi
l’avventura della sua vita: un’impresa che portasse il suo nome,
ma che soprattutto sembrava incarnare un destino scritto nel suo
dna. Figlio di produttori di mobili, si era laureato in Ingegneria af-
fiancando agli studi tecnici la passione per la musica che lo ave-
va portato a diplomarsi in pianoforte al conservatorio: familiari-
tà con il legno, profonda conoscenza delle leggi fisiche e amore
per gli spartiti si sono fusi così nell’idea di avviare la prima azien-
da di pianoforti italiani. Nonostante lo strumento più famoso sia
stato inventato proprio da un nostro connazionale – il padovano
Bartolomeo Cristofori ospite della corte di Cosimo III de’ Medi-
ci dalla fine del 600 – non esisteva allora nessun brand specializ-
zato in questo settore.
PREFERITO DAI GRANDI
Grazie dunque alla competenza tecnico-scientifica, alla manua-
lità e alla cura artigianali, all’attenta selezione dei materiali e a
una continua ricerca tecnologica, è nata e si è affermata una tra-
dizione che è garanzia di un suono inimitabile, capace di affer-
marsi sul panorama internazionale e di conquistare le preferen-
ze di alcuni dei più grandi virtuosi del mondo: Vladimir Ashke-
nazy, Alfred Brendel, Hélène Grimaud, Friedrich Gulda, Angela
Hewitt e Nikita Magaloff hanno spinto l’affermazione di Fazioli
negli anni ’80 e ’90. Nel 2001 l’azienda ha fatto il grande salto,
spostando la produzione in un nuovo stabilimento da 5 mila me-
tri quadri, concepito per rispondere alle specifiche esigenze co-
struttive di un pianoforte e sostenere il ritmo di 130 esemplari al-
l’anno per i sei modelli della gamma (e ora si sta lavorando per
portarne la capacità a 170, quasi raddoppiando lo stabilimento).
Dotato dei più moderni sistemi di funzionalità, luminosità, cli-
matizzazione, il nuovo sito ha anche una forte impronta ecologi-
ca: grazie ai pannelli solari, si riesce a risparmiare una tonnellata
di anidride carbonica per ciascuno strumento realizzato. Le diffi-
coltà oggettive della nostra economia, ma anche uno scetticismo
profondo quanto ingiustificato per un pianoforte italiano, spingo-
no le vendite soprattutto verso l’export: Europa, America, Cana-
da, Cina, Giappone e Asia in generale, incluse Thailandia e In-
donesia. Il mercato di questi strumenti vive un momento di velo-
ce ripresa: nel 2014 le vendite globali sono passate da 293 a 304
milioni di dollari. E a Pechino, uno dei mercati più interessanti,
nel 2005 venivano acquistati 2 mila pianoforti all’anno, due anni
fa è stata sfondata quota 6 mila.
I pianoforti Fazioli non
temono di affrontare
il campo del design,
stravolgendo forme
antiche quanto la
storia stessa dello
strumento. Dopo
l’esperimento di
successo con il
modello “M. Liminal”,
progettato dallo
studio Nyt Line con
forme asimmetriche
ispirate al mare, nel
2016 ha debuttato
al Musikmesse di
Francoforte “Aria”
(foto sopra), ispirato
appunto a forme alate.
ARIA E ARIE
AGOSTO 2016109 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT
FazioliIsp.indd 109FazioliIsp.indd 109 21-07-2016 10:43:4421-07-2016 10:43:44
OPERA CERTOSINA
Ogni pianoforte
Fazioli è il frutto
di un’attenta
selezione: per la
tavola armonica,
il cuore dello
strumento, può
essere utilizzato
solo legname di
elevata elasticità
e tenacia, basso
peso specifico
e assoluta
regolarità e
linearità delle
venature. La
lavorazione
artigianale,
dalla formatura
del fasciame al
prodotto finito,
richiede circa
due anni
Nasce a Sacile la Fabbrica
di pianoforti Fazioli. In febbraio,
i prototipi sono esposti
per la prima volta alla Frankfurt
Musikmesse dove la comparsa
di un produttore italiano
suscita particolare clamore.
19
81
Inizia la collaborazione
con il Centro Ricerche
Zanussi Zeltron, con lo scopo
di studiare e migliorare
la qualità del suono.
Cominciano a essere
conseguiti i primi successi sul
versante artistico.
19
83
Il prototipo del primo F308,
il pianoforte più lungo ancora
oggi disponibile sul mercato,
viene tenuto
a battesimo al Teatro
Comunale di Monfalcone
dal pianista francese François
Joël Thioller.
19
87
La ricerca acustica
per ottenere il suono
migliore è continua,
così come quella
relativa ai materiali
e alle lavorazioni
nazione, dando spazio all’inventiva estetica e addirittura al de-
sign: come nel caso del modello “M. Liminal”, progettato dal-
lo studio Nyt Line con forme asimmetriche ispirate al mare. Una
collaborazione di successo che ha portato al bis con “Aria”, pia-
noforte dalle forme alate presentato nel 2016 al Musikmesse di
Francoforte.
Non c’è limite alle personalizzazioni cromatiche ed estetiche: il
“Marco Polo”, commissionato dalla Cina, è un pianoforte laccato
rosso che nasconde un quadro del Canaletto sul fondo del coper-
chio. Non appena viene aperto, ancor prima di iniziare a suona-
re, lo strumento celebra naturalmente i legami tra il Paese asiatico
e Venezia. Il modello chiamato “Silver” è figlio della collabora-
zione con Norman Foster: il celebre architetto ha ideato l’insolito
abbinamento tra uno strumento totalmente laccato in nero luci-
do e l’argento del telaio di ghisa e dei componenti metallici cro-
LA STORIA,
IVOLTI
E LE IDEE
CHE HANNO
RESO
ECCELLENTE
IL BRAND
AGOSTO 2016110 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT
Fazioli
ISPI
RA
RE
FazioliIsp.indd 110FazioliIsp.indd 110 21-07-2016 10:44:2421-07-2016 10:44:24
BP
La nuova fabbrica diventa
operativa: la produzione
si avvicina sempre più
all’obiettivo dei 100 esemplari
l’anno. La rivista The Economist
afferma che, per molti artisti,
il Fazioli rappresenta il miglior
pianoforte al mondo.
Si registrano vendite
importanti e la
produzione finalmente
supera le 100 unità:
è questo l’anno
del completamento
della Fazioli
Concert Hall.
mati. Sembra quasi uscito da una favola, infine, il “Foglia oro”: il
legno è coperto appunto da un prezioso strato a 24 carati, protet-
to a sua volta da poliestere trasparente che trasmette la luminosi-
tà dei toni cangianti del metallo.
Le innovazioni non si limitano alle forme o ai disegni, bensì ar-
rivano fino al cuore stesso dell’arte musicale. L’azienda ha bre-
vettato un quarto pedale – lo si trova nel modello a gran coda
“F308” – che dà la possibilità di ridurre ulteriormente il volume
del suono senza modificarne il timbro. E non finisce qui: mentre
la lavorazione del legno e l’uso di colle e vernici hanno già subi-
to profondi ammodernamenti negli ultimi decenni, la rivoluzio-
ne del prossimo futuro potrebbe essere quella dell’affermazio-
ne dell’uso della fibra di carbonio nella meccanica e nelle tavo-
le armoniche.
CONQUISTARE IL MERCATO
Virtuale, ma assolutamente affascinante, è anche un’altra opera-
zione frutto del lavoro di ricerca acustica: attraverso l’utilizzo di
software realizzati appositamente, l’azienda è in grado di ripro-
durre le performance di pianisti recentemente scomparsi, come
Glenn Gould, come se questi le avessero realizzate sulla tastie-
ra di un Fazioli. L’obiettivo di questo lavoro è far comprendere la
potenziale qualità di un’esibizione con uno strumento realizza-
to a Sacile. Ed è anche un’operazione di marketing vincente per
spingere anche i grandi performer ancora scettici ad avvicinarsi
ai modelli friulani. Il fondatore Paolo, infatti, si è sempre prefis-
sato di convincere i maestri attraverso la qualità e non con pro-
fumati contratti. Perché, insieme ai nuovi ricchi dell’Asia che vo-
gliono mettersi in casa un costoso pezzo di made in Italy, è vita-
le per un brand di questo settore accreditarsi presso i pianisti più
celebri per continuare a crescere.
Missione compiuta, almeno per ora. Per raccontare che cosa sia
in fondo l’esperienza di suonare uno di questi modelli, la scel-
ta migliore è far parlare proprio chi con un pianoforte sa creare
meraviglie: «I vostri strumenti sanno, con il suono di una nota,
annunciare la celebrazione della libertà e creatività dello spiri-
to umano», ha scritto il celebre Herbie Hancock in un messaggio
al fondatore Paolo poco dopo aver ricevuto il suo Fazioli. «Con-
tinuate a fare quello che fate, gli artisti e gli ascoltati rimarranno
ancora soddisfatti».
La Fazioli Pianoforti
partecipa per la prima
volta al Namm show
di Anaheim, California,
occasione che gli
permette di entrare
nel mercato nord-
americano.
19
94
20
01
20
04
STIMOLARE L’ARTISTA
U
na famiglia di mobilieri,
un grande amore per
il pianoforte e studi
ingegneristici: il presidente
Paolo Fazioli ha realizzato il
sogno di trasformare la passione
in una professione, avvalendosi
di grandi collaboratori.
Qual è il segreto del successo dei
pianoforti Fazioli?
Cerchiamo di conoscere a fondo ogni
aspetto dello strumento, indagarne
ogni segreto. Ho sempre pensato che
ce l’avremmo fatta, anche nei momenti
di difficoltà.Aldo Ciccolini l’abbiamo
conosciuto nel 1984,Alfred Brendel l’anno
dopo. Man mano che si avvicendavano i
pianisti, si è concretizzata la sensazione di
una crescita costante che ancora continua,
non ci sentiamo “arrivati”.
Quanto coraggio c’è voluto per entrare in
un mercato praticamente monopolizzato
dalla Steinways?
Ho sempre vissuto e lavorato come se
loro non esistessero. Sono bravissimi nel
marketing, ma il monopolio non fa bene
alla musica. Con arroganza impongono in
modo deplorevole dei contratti ai giovani
in cui li obbligano a suonare solo i loro
strumenti. Il pianista non ne ottiene niente
e si ritrova bloccato. Noi non imponiamo
nessun vincolo, ci piace il confronto perché
noi lavoriamo per offrire sempre
il meglio. Per gli artisti la libertà
è la cosa più importante,
dovrebbero ribellarsi contro
chi vuole limitarla, ma a volte
si trovano in una condizione di
debolezza.
Oltre alla ricerca tecnica, con
numerosi brevetti depositati, date
molto spazio anche al design. Quanto
lavoro comporta?
È una sfida: se vediamo una cosa difficile,
proviamo a farla bene.A volte arrivano,
però, delle richieste strane e in fondo
un po’ brutte: in alcuni casi ho ceduto,
in altri no. Bisogna tenere a bada la
fantasia: c’è chi ci chiede pianoforti con
estetiche avveniristiche, in materiali e forme
strane, con il telaio in ghisa di un colore
particolare…
Perché, dunque, spendere 200 mila dollari
per un Fazioli?
Il nostro è stato a lungo un mercato chiuso,
noi rappresentiamo l’alternativa.Tutti gli
artisti sono curiosi, hanno voglia di provare
cose diverse. I jazzisti, per esempio, sono
tra i nostri più grandi ammiratori perché
considerano i nostri strumenti una fonte di
ispirazione, riescono a improvvisare meglio
perché il pianoforte risponde ai loro desideri.
Così i pianisti che cercano suoni particolari,
li trovano nei nostri prodotti.
Completata la
posa dell’impianto
fotovoltaico sul tetto
della fabbrica, ogni
strumento viene
costruito risparmiando
una tonnellata di
anidride carbonica.
20
11
©GettyImages,EliaFalaschi(2),FrancoZanussi(2),RobertoZavaStudio(1),
Pianoforti_LTD_Japan
AGOSTO 2016111 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT
FazioliIsp.indd 111FazioliIsp.indd 111 21-07-2016 10:44:5821-07-2016 10:44:58

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Fazioli

  • 1. LAVORAZIONE ARTIGIANALE, IL LEGNO DEGLI STRADIVARI E IL CORAGGIO DI OSARE NELLE LINEE DI STRUMENTI DALLA TRADIZIONE ANTICHISSIMA: COSÌ I PIANOFORTI DI SACILE, IN FRIULI, HANNO SFONDATO IL MONOPOLIO DEL MERCATO D’ALTA GAMMA, ARRIVANDO PERFINO IN CINA E NELLE GRANDI SCUOLE USA DI FRANCESCO PERUGINI ARMONIA MAESTRIA «Perché sempre più pianisti scelgono strumenti che costano oltre 200 mila dollari?». La domanda se l’è posta l’Economist qualche mese fa per raccontare l’ascesa vertiginosa di Fazioli tra i virtuo- si degli 88 tasti bianchi e neri. Ma come mai il settimanale britan- nico sempre impegnato sui grandi temi dell’attualità, della politi- ca e della finanza si concede una simile digressione in campo mu- sicale? Perché l’affermazione dei pianoforti friulani rappresenta un caso esemplare di strategia aziendale di successo in un mercato fortemente segmentato. Per capire le ragioni di questa ascesa, bisogna partire necessaria- mente da Sacile, provincia di Pordenone. Qui è nata, ufficialmen- te 25 anni fa, la storia di questi strumenti realizzati in maniera to- talmente artigianale, una lavorazione che garantisce un suono uni- co e inconfondibile. Il loro segreto è, però, ancora più antico del- la maestria dei 50 operai dell’azienda: è nascosto nel legno di abe- AGOSTO 2016108 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT Fazioli ISPI RA RE FazioliIsp.indd 108FazioliIsp.indd 108 21-07-2016 10:43:2021-07-2016 10:43:20
  • 2. MONOPOLIO INFRANTO Mentre nella fascia bassa si era registrato negli anni l’inserimen- to importante della giapponese Yamaha, il top di gamma era stato per decenni monopolio dell’azienda tedesco-americana Steinways: 63 mila dollari di prezzo base – meno di un terzo ri- spetto ai Fazioli – e capacità produttiva di oltre 2 mila pezzi l’an- no. Un concorrente, insomma, prestigioso ma in fondo “econo- mico”, apprezzato e difficile da superare in un mondo molto tra- dizionale. È stata solo la qualità assoluta degli strumenti friulani a consentire di scalfire pezzo dopo pezzo il dominio degli storici rivali: il momento decisivo – se non del sorpasso, ma della consa- crazione – è stato l’ordine ricevuto dalla famosa Juilliard School di New York. Forte di una collezione di 275 Steinways, cinque anni fa la più famosa istituzione musicale Usa ha comprato il pri- mo Fazioli e attende la consegna di altri due esemplari entro la fine di quest’anno. «Gli Steinways hanno un suono dal colore più scuro», ha detto il capo tecnico dei pianoforti della Juilliard, Ste- phen Carver, «ma molti direbbero che quello degli italiani è più ricco». Merito della rigida selezione dei materiali – per la tavola armonica, il cuore dello strumento, può essere utilizzato solo le- gname di elevata elasticità e tenacia, basso peso specifico e asso- luta regolarità e linearità delle venature – e della lavorazione arti- gianale, che dalla formatura del fasciame al prodotto finito richie- de circa due anni. «L’azione è incredibilmente rispondente a ogni variazione nel tocco, tutto quello che immagino nella mia testa posso riprodurlo con le dita», spiega una vera fan del brand, An- gela Hewitt, rinomata interprete di Bach, «altri pianoforti possono essere molto belli, ma risultano meno interessanti, perché il suo- no non può essere modificato con la stessa estensione». La vendi- ta avviene solo su ordinazione – per la consegna ci vogliono non meno di otto mesi – e dal 2009 a Milano è aperto uno showroom nei pressi del Conservatorio, non lontano dal Teatro alla Scala. NUOVI,MA ANTICHI Solo all’apparenza il pianoforte vive immutato da secoli. La mec- canica e i processi produttivi, invece, si sono in realtà profonda- mente modernizzati: a partire dalla costruzione dei tasti che non sono più realizzati in avo- rio, ma in una miscela cerami- co-plastica. Nel solco di un’as- soluta classicità, dunque, c’è spazio per l’innovazione. Una strada che Fazioli ha intrapre- so con impegno e determi- Pur inventati da un italiano, non esisteva nessun brand tricolore specializzato nella produzione di questi strumenti te rosso della Val di Fiemme, la cosiddetta “foresta musicale”. Qui Antonio Stradivari si procurava la materia prima per costrui- re i suoi celeberrimi strumenti a corde, violini in particolare. Pro- prio per la vicinanza con questa riserva aurea di note dolcissi- me, fu qui che il romano Paolo Fazioli decise di mettere in piedi l’avventura della sua vita: un’impresa che portasse il suo nome, ma che soprattutto sembrava incarnare un destino scritto nel suo dna. Figlio di produttori di mobili, si era laureato in Ingegneria af- fiancando agli studi tecnici la passione per la musica che lo ave- va portato a diplomarsi in pianoforte al conservatorio: familiari- tà con il legno, profonda conoscenza delle leggi fisiche e amore per gli spartiti si sono fusi così nell’idea di avviare la prima azien- da di pianoforti italiani. Nonostante lo strumento più famoso sia stato inventato proprio da un nostro connazionale – il padovano Bartolomeo Cristofori ospite della corte di Cosimo III de’ Medi- ci dalla fine del 600 – non esisteva allora nessun brand specializ- zato in questo settore. PREFERITO DAI GRANDI Grazie dunque alla competenza tecnico-scientifica, alla manua- lità e alla cura artigianali, all’attenta selezione dei materiali e a una continua ricerca tecnologica, è nata e si è affermata una tra- dizione che è garanzia di un suono inimitabile, capace di affer- marsi sul panorama internazionale e di conquistare le preferen- ze di alcuni dei più grandi virtuosi del mondo: Vladimir Ashke- nazy, Alfred Brendel, Hélène Grimaud, Friedrich Gulda, Angela Hewitt e Nikita Magaloff hanno spinto l’affermazione di Fazioli negli anni ’80 e ’90. Nel 2001 l’azienda ha fatto il grande salto, spostando la produzione in un nuovo stabilimento da 5 mila me- tri quadri, concepito per rispondere alle specifiche esigenze co- struttive di un pianoforte e sostenere il ritmo di 130 esemplari al- l’anno per i sei modelli della gamma (e ora si sta lavorando per portarne la capacità a 170, quasi raddoppiando lo stabilimento). Dotato dei più moderni sistemi di funzionalità, luminosità, cli- matizzazione, il nuovo sito ha anche una forte impronta ecologi- ca: grazie ai pannelli solari, si riesce a risparmiare una tonnellata di anidride carbonica per ciascuno strumento realizzato. Le diffi- coltà oggettive della nostra economia, ma anche uno scetticismo profondo quanto ingiustificato per un pianoforte italiano, spingo- no le vendite soprattutto verso l’export: Europa, America, Cana- da, Cina, Giappone e Asia in generale, incluse Thailandia e In- donesia. Il mercato di questi strumenti vive un momento di velo- ce ripresa: nel 2014 le vendite globali sono passate da 293 a 304 milioni di dollari. E a Pechino, uno dei mercati più interessanti, nel 2005 venivano acquistati 2 mila pianoforti all’anno, due anni fa è stata sfondata quota 6 mila. I pianoforti Fazioli non temono di affrontare il campo del design, stravolgendo forme antiche quanto la storia stessa dello strumento. Dopo l’esperimento di successo con il modello “M. Liminal”, progettato dallo studio Nyt Line con forme asimmetriche ispirate al mare, nel 2016 ha debuttato al Musikmesse di Francoforte “Aria” (foto sopra), ispirato appunto a forme alate. ARIA E ARIE AGOSTO 2016109 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT FazioliIsp.indd 109FazioliIsp.indd 109 21-07-2016 10:43:4421-07-2016 10:43:44
  • 3. OPERA CERTOSINA Ogni pianoforte Fazioli è il frutto di un’attenta selezione: per la tavola armonica, il cuore dello strumento, può essere utilizzato solo legname di elevata elasticità e tenacia, basso peso specifico e assoluta regolarità e linearità delle venature. La lavorazione artigianale, dalla formatura del fasciame al prodotto finito, richiede circa due anni Nasce a Sacile la Fabbrica di pianoforti Fazioli. In febbraio, i prototipi sono esposti per la prima volta alla Frankfurt Musikmesse dove la comparsa di un produttore italiano suscita particolare clamore. 19 81 Inizia la collaborazione con il Centro Ricerche Zanussi Zeltron, con lo scopo di studiare e migliorare la qualità del suono. Cominciano a essere conseguiti i primi successi sul versante artistico. 19 83 Il prototipo del primo F308, il pianoforte più lungo ancora oggi disponibile sul mercato, viene tenuto a battesimo al Teatro Comunale di Monfalcone dal pianista francese François Joël Thioller. 19 87 La ricerca acustica per ottenere il suono migliore è continua, così come quella relativa ai materiali e alle lavorazioni nazione, dando spazio all’inventiva estetica e addirittura al de- sign: come nel caso del modello “M. Liminal”, progettato dal- lo studio Nyt Line con forme asimmetriche ispirate al mare. Una collaborazione di successo che ha portato al bis con “Aria”, pia- noforte dalle forme alate presentato nel 2016 al Musikmesse di Francoforte. Non c’è limite alle personalizzazioni cromatiche ed estetiche: il “Marco Polo”, commissionato dalla Cina, è un pianoforte laccato rosso che nasconde un quadro del Canaletto sul fondo del coper- chio. Non appena viene aperto, ancor prima di iniziare a suona- re, lo strumento celebra naturalmente i legami tra il Paese asiatico e Venezia. Il modello chiamato “Silver” è figlio della collabora- zione con Norman Foster: il celebre architetto ha ideato l’insolito abbinamento tra uno strumento totalmente laccato in nero luci- do e l’argento del telaio di ghisa e dei componenti metallici cro- LA STORIA, IVOLTI E LE IDEE CHE HANNO RESO ECCELLENTE IL BRAND AGOSTO 2016110 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT Fazioli ISPI RA RE FazioliIsp.indd 110FazioliIsp.indd 110 21-07-2016 10:44:2421-07-2016 10:44:24
  • 4. BP La nuova fabbrica diventa operativa: la produzione si avvicina sempre più all’obiettivo dei 100 esemplari l’anno. La rivista The Economist afferma che, per molti artisti, il Fazioli rappresenta il miglior pianoforte al mondo. Si registrano vendite importanti e la produzione finalmente supera le 100 unità: è questo l’anno del completamento della Fazioli Concert Hall. mati. Sembra quasi uscito da una favola, infine, il “Foglia oro”: il legno è coperto appunto da un prezioso strato a 24 carati, protet- to a sua volta da poliestere trasparente che trasmette la luminosi- tà dei toni cangianti del metallo. Le innovazioni non si limitano alle forme o ai disegni, bensì ar- rivano fino al cuore stesso dell’arte musicale. L’azienda ha bre- vettato un quarto pedale – lo si trova nel modello a gran coda “F308” – che dà la possibilità di ridurre ulteriormente il volume del suono senza modificarne il timbro. E non finisce qui: mentre la lavorazione del legno e l’uso di colle e vernici hanno già subi- to profondi ammodernamenti negli ultimi decenni, la rivoluzio- ne del prossimo futuro potrebbe essere quella dell’affermazio- ne dell’uso della fibra di carbonio nella meccanica e nelle tavo- le armoniche. CONQUISTARE IL MERCATO Virtuale, ma assolutamente affascinante, è anche un’altra opera- zione frutto del lavoro di ricerca acustica: attraverso l’utilizzo di software realizzati appositamente, l’azienda è in grado di ripro- durre le performance di pianisti recentemente scomparsi, come Glenn Gould, come se questi le avessero realizzate sulla tastie- ra di un Fazioli. L’obiettivo di questo lavoro è far comprendere la potenziale qualità di un’esibizione con uno strumento realizza- to a Sacile. Ed è anche un’operazione di marketing vincente per spingere anche i grandi performer ancora scettici ad avvicinarsi ai modelli friulani. Il fondatore Paolo, infatti, si è sempre prefis- sato di convincere i maestri attraverso la qualità e non con pro- fumati contratti. Perché, insieme ai nuovi ricchi dell’Asia che vo- gliono mettersi in casa un costoso pezzo di made in Italy, è vita- le per un brand di questo settore accreditarsi presso i pianisti più celebri per continuare a crescere. Missione compiuta, almeno per ora. Per raccontare che cosa sia in fondo l’esperienza di suonare uno di questi modelli, la scel- ta migliore è far parlare proprio chi con un pianoforte sa creare meraviglie: «I vostri strumenti sanno, con il suono di una nota, annunciare la celebrazione della libertà e creatività dello spiri- to umano», ha scritto il celebre Herbie Hancock in un messaggio al fondatore Paolo poco dopo aver ricevuto il suo Fazioli. «Con- tinuate a fare quello che fate, gli artisti e gli ascoltati rimarranno ancora soddisfatti». La Fazioli Pianoforti partecipa per la prima volta al Namm show di Anaheim, California, occasione che gli permette di entrare nel mercato nord- americano. 19 94 20 01 20 04 STIMOLARE L’ARTISTA U na famiglia di mobilieri, un grande amore per il pianoforte e studi ingegneristici: il presidente Paolo Fazioli ha realizzato il sogno di trasformare la passione in una professione, avvalendosi di grandi collaboratori. Qual è il segreto del successo dei pianoforti Fazioli? Cerchiamo di conoscere a fondo ogni aspetto dello strumento, indagarne ogni segreto. Ho sempre pensato che ce l’avremmo fatta, anche nei momenti di difficoltà.Aldo Ciccolini l’abbiamo conosciuto nel 1984,Alfred Brendel l’anno dopo. Man mano che si avvicendavano i pianisti, si è concretizzata la sensazione di una crescita costante che ancora continua, non ci sentiamo “arrivati”. Quanto coraggio c’è voluto per entrare in un mercato praticamente monopolizzato dalla Steinways? Ho sempre vissuto e lavorato come se loro non esistessero. Sono bravissimi nel marketing, ma il monopolio non fa bene alla musica. Con arroganza impongono in modo deplorevole dei contratti ai giovani in cui li obbligano a suonare solo i loro strumenti. Il pianista non ne ottiene niente e si ritrova bloccato. Noi non imponiamo nessun vincolo, ci piace il confronto perché noi lavoriamo per offrire sempre il meglio. Per gli artisti la libertà è la cosa più importante, dovrebbero ribellarsi contro chi vuole limitarla, ma a volte si trovano in una condizione di debolezza. Oltre alla ricerca tecnica, con numerosi brevetti depositati, date molto spazio anche al design. Quanto lavoro comporta? È una sfida: se vediamo una cosa difficile, proviamo a farla bene.A volte arrivano, però, delle richieste strane e in fondo un po’ brutte: in alcuni casi ho ceduto, in altri no. Bisogna tenere a bada la fantasia: c’è chi ci chiede pianoforti con estetiche avveniristiche, in materiali e forme strane, con il telaio in ghisa di un colore particolare… Perché, dunque, spendere 200 mila dollari per un Fazioli? Il nostro è stato a lungo un mercato chiuso, noi rappresentiamo l’alternativa.Tutti gli artisti sono curiosi, hanno voglia di provare cose diverse. I jazzisti, per esempio, sono tra i nostri più grandi ammiratori perché considerano i nostri strumenti una fonte di ispirazione, riescono a improvvisare meglio perché il pianoforte risponde ai loro desideri. Così i pianisti che cercano suoni particolari, li trovano nei nostri prodotti. Completata la posa dell’impianto fotovoltaico sul tetto della fabbrica, ogni strumento viene costruito risparmiando una tonnellata di anidride carbonica. 20 11 ©GettyImages,EliaFalaschi(2),FrancoZanussi(2),RobertoZavaStudio(1), Pianoforti_LTD_Japan AGOSTO 2016111 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT FazioliIsp.indd 111FazioliIsp.indd 111 21-07-2016 10:44:5821-07-2016 10:44:58