Alzheimer's prevention

Gabriele Carbone
Gabriele CarboneNeurologo - Responsabile Centro Demenze Unità Alzheimer presso Italian Hospital Group SpA
La Prevenzione
Primaria Secondaria e Terziaria
nelle demenze
Policlinico Umberto I
Scuola di Specializzazione in Geriatria
Auletta segreteria II piano
4 – Giugno 2018 ore 14.00
Gabriele Carbone
Neurologo
Centro Demenze –Unità Alzheimer
Italian Hospital Group - Guidonia - Roma
Cos’é la demenza?
1. McKeith & Fairbairn. In: Cantley (ed);2001; 2. WHO. Dementia. Factsheet No. 362, 2016
La parola "demenza" deriva dal latino "demens" che significa "senza
mente" 1
La demenza è una sindrome che può essere causata da una varietà di
malattie e da lesioni al cervello2
La demenza è caratterizzata da deterioramento della memoria,
capacità intellettive e alterazioni funzionali2
Nella fase avanzata della demenza, le persone non sono in grado di
vivere in modo indipendente ed è richiesta una maggiore assistenza
anche infermieristica2
Il DSM-V ha coniato il termine disturbo neurocognitivo maggiore
come alternativa alla demenza e non richiede una compromissione
della memoria per diagnosticare questa sindrome.
Prevalenza della demenza per età
1.Winblad et al. Lancet Neurol 2016;15:455–532;
2.Prince et al. Alzheimers Dement 2013;9(1):63–75;
3.Ferri et al. Lancet 2005;366(9503):2112–2117;
4.Russ et al. Int J Epidemiol 2012;41(4):1012–1032;
5.Wu et al. PLoS One 2013;8(6):e66252
I modelli di
prevalenza della
demenza, specifica
per età, sono simili in
tutte le regioni del
mondo, ma sembrano
variare in modo
sostanziale nella
fascia di età più
anziana (≥90 anni) 1-5
Fonte: Alzheimer’s
Disease International,
2015
L M M G V S D
737
Costi diretti assistenza >11 miliardi
di euro solo per AD*, di cui il 73% a
carico delle famiglie.
Costo medio per paziente è pari a
70.587 euro/aa, comprensivo dei
costi a carico del SSR, di quelli che
ricadono direttamente sulle
famiglie e dei costi indiretti (oneri
dei caregiver, mancati redditi da
lavoro dei pazienti, ecc.).
Nel 2020 si prevede una
incidenza di 113.000/aa*
1.241
1.609
2.272
0
0,5
1
1,5
2
2,5
2015 2030 2050
Milioni
L’incidenza sulla popolazione
totale è tra 1,4-1,7%
(EU=1,14-1,27%).
* Rapporto CENSIS – febbraio 2016
Oltre 1.241.000* più della pop. di Napoli,
Oltre 3.600.000 di persone/familiari coinvolti più
della pop. di Roma.
Persone affette da demenza di Alzheimer circa
670.000 (54%) quasi equivalente alla pop. di
Palermo.
Persone con <65 aa con AD circa 6.700.
Costo globale delle demenze in Italia circa 37,6
miliardi* di euro/anno.
Stima del numero di persone
colpite da demenza
12 nuovi casi ogni 60 sec.
Tipi e caratteristiche
delle demenze
Oltre 100 le cause di Demenza
A . Degenerative
Corticali
• Malattia di Alzheimer
• Afasia Progressiva
• Demenza Semantica
• Atrofia corticale posteriore
• Demenze Fronto Temporali
Sottocorticali
• Malattia di Huntington
• Malattia a corpi di Lewy
• Malattia di Parkinson
• Malattia di Wilson
• P.S.P. (Sindrome di S.R.O.)
• Degenerazione Spinocerebellare
• Degenerazione Corticobasale
B. Vascolari
• Multi-infartuale
• Malattia di Binswanger
• Vasculiti
• Ematoma Subdurale
• Infarto Strategico
• Ipoperfusione
• Postemorragica
C. Miste, vascolari e degenerative
D. Miscellanea (malattie respiratorie
ostruttive; sleep apnea;
radiazioni; dialisi;
privazione di sonno; ipossia)
E. Metaboliche
Malattie della Tiroide
Malattie delle Paratiroidi
Disfunzioni Epatiche
Malattia di Cushing
Ipopituitarismo
Carenza di Estrogeni
Uremia
Porfiria
Carenza di B12
Carenza di Folati
Carenza di Tiamina
Alterazioni di Elettroliti
Oltre 100 le cause di Demenza (segue)
F. Tossiche
Farmaci (anticolinergici,
antiistaminici, tranquillanti
minori e maggiori, antiipertensivi,
cimetidina, digossina)
Politerapie in range terapeutico
Alcool
Metalli pesanti, arsenico, piombo,
mercurio
G. Infettive
Sifilide; TBC
Meningite micotica
Malattia di Lyme
AIDS dementia complex
Encefalite erpetica
Meningiti batteriche, in particolare
se trattate male
H. Da causa psichiatrica (mania,
depressione - late onset,
schizofrenia, ecc.
G. Infiammatorie
Demielinizzanti
- Sclerosi Multipla
- Sarcoidosi
- Lupus
- Encefalite Limbica
Oltre 100 le cause di Demenza (segue)
I. Traumatiche
Trauma cranico
Insulto post anossico
Concussione
H. Neoplasie
- Tumori primari del cervello
a. glioma lobo frontale
b. glioma corpo calloso
- Metastasi cerebrali
- Carcinomatosi meningea
J. Idrocefalo
Ostruttivo
Non-ostruttivo
Normoteso
K. Malattie da prioni
Creutzfeldt-Jakob
Alzheimer's prevention
Alzheimer's prevention
Cos’ è la malattia di Alzheimer (MA)?
• MA è la causa più comune di demenza1
– Compromissione cognitiva1
– Compromissione funzionale1
– Sintomi psicocomportamentamentali1
LIEVE
MODERAT
A
SEVERA
8–10 anni2
La MA è una malattia degenerativa progressiva
multifattoriale geneticamente complessa
MMSE 27 MMSE 24 MMSE 13
AD=Alzheimer’s disease; MMSE=Mini Mental State Examination
1. Alzheimer’s Association. Alzheimers Dement 2016;12(4):459–509;
2. Bird. In: Pagon et al. (eds). GeneReviews® [Internet]. Available at: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK1161/
Esempi di sintomi nella Malattia di Alzheimer
1. Joubert et al. In: Gauthier (ed);2007;
2. Rainville et al. In: Gauthier (ed);2007
3. Alzheimer’s Association. Alzheimers Dement 2016;12(4):459–509;
4. Gélinas et al. In: Gauthier (ed);2007;
5. Teng & Cummings. In: Gauthier (ed);2007
Funzionali5
Compromissione nelle
ADL*, ad es.:
Abbigliamento
Gestire i soldi
Igiene personale
Neuropsichiatrici4
Disturbi dell’umore
Agitazione
Aggressività
Affaccendamento
ADL*=activity of daily living
Cognitivi1-3
Perdita di memoria
Disorientamento
temporo-spaziale
Disturbi del linguaggio
Agnosia
Aprassia
Alzheimer's prevention
E’ una malattia neurodegenerativa multifattoriale geneticamente complessa
con che coinvolge più sistemi neurotrasmettitoriali.
A causa dell'invecchiamento della popolazione, c'è un numero crescente di
persone che convivono con demenza e MA.
Sono stati proposti numerosi fattori di rischio e protezione (fattori genetici ai
fattori ambientali).
L'età è il fattore di rischio più importante per la MA; la prevalenza di MA è
stimata raddoppiare ogni 5 anni di età, dopo 65 anni.
Ha un grande impatto sulla società - in termini di capacità e qualità della vita
compromesse, costi sanitari, carico del caregiver, mancati guadagni e morti
premature.
La malattia di Alzheimer
Gli sforzi dei ricercatori devono continuare a concentrarsi sulla
prevenzione, diagnosi precoce, terapia farmacologiche e interventi
“riabilitativo assistenziali” per il miglioramento dei sintomi dei pazienti
in modo da garantire il massimo livello di funzionamento e mantenere la
loro indipendenza il più a lungo possibile nelle varie fasi di malattia.
Una diagnosi di MA può
essere confermata dalla
autopsia mediante evidenza
istopatologica della
degenerazione delle cellule
nervose in specifiche parti
del cervello e la presenza di
placche amiloidee
 grovigli neurofibrillari1.
La diagnosi di demenza (o disturbo neurocognitivo maggiore) è
una parte fondamentale del processo diagnostico per la MA.2,3
Esistono molte cause di demenza, e la diagnosi clinica della MA
richiede anche l'esclusione di altri potenziali tipi di demenza.2,3
La demenza da MA si caratterizza per il progressivo
peggioramento dei “sintomi” nella età media o tardiva della
vita.1
Storicamente, la demenza poteva essere definitivamente
attribuita alla MA dopo che il paziente era morto, usando
l'evidenza patologica ottenuta da un'autopsia.1,4
Tuttavia, con la scoperta di nuovi biomarcatori per la MA, le
diagnosi in vivo sono diventate una realtà in contesti di ricerca
(sebbene non ancora nella pratica clinica) .2,4,5
1. McKhann et al. Neurology 1984;34(7):939–944;
2. McKhann et al. Alzheimers Dement 2011;7(3):263–269;
3. APA. DSM-5. 2013;
4. Scheltens et al. Lancet 2016;388(10043):505–517;
5. Dubois et al. Lancet Neurol 2014;13(6):614–629;
6. NCCMH. NICE clinical guideline 42. 2006; 7. Scott & Barrett. Expert Rev Neurother 2007;7(4):407–422
La diagnosi di
Malattia di Alzheimer
I biomarcatori più studiati per la MA
rientrano in due classi: 2,5
biomarcatori di accumulo di
proteina beta-amiloide
biomarcatori di degenerazione o
lesione neuronale a valle come
 >tau elevata,
 < metabolismo cerebrale
 atrofia cerebrale.
Inoltre, la presenza di una
mutazione genetica autosomica
dominante per AD - nella proteina
precursore dell'amiloide (APP),
presenilina 1 (PSEN1) o presenilina 2
(PSEN2) - è un marker diagnostico
della malattia 5
1. McKhann et al. Neurology 1984;34(7):939–944;
2. McKhann et al. Alzheimers Dement 2011;7(3):263–269;
3. APA. DSM-5. 2013;
4. Scheltens et al. Lancet 2016;388(10043):505–517;
5. Dubois et al. Lancet Neurol 2014;13(6):614–629;
6. NCCMH. NICE clinical guideline 42. 2006;
7. Scott & Barrett. Expert Rev Neurother 2007;7(4):407–422
La diagnosi di demenza (o disturbo neurocognitivo maggiore) è
una parte fondamentale del processo diagnostico per la MA.2,3
Esistono molte cause di demenza, e la diagnosi clinica della MA
richiede anche l'esclusione di altri potenziali tipi di demenza.2,3
La demenza da MA si caratterizza per il progressivo
peggioramento dei “sintomi” nella età media o tardiva della
vita.1
Storicamente, la demenza poteva essere definitivamente
attribuita alla MA dopo che il paziente era morto, usando
l'evidenza patologica ottenuta da un'autopsia.1,4
Tuttavia, con la scoperta di nuovi biomarcatori per la MA, le
diagnosi in vivo sono diventate una realtà in contesti di ricerca
(sebbene non ancora nella pratica clinica) .2,4,5
La diagnosi di
Malattia di Alzheimer
• Le tecniche di imaging utili per la
diagnosi differenziale includono: 6
• RMN - TC per aiutare nella
diagnosi precoce e per rilevare i
cambiamenti vascolari
sottocorticali
• SPECT , PET-TC, PET per
amiloide (TAU) per aiutare a
differenziare la MA dalla demenza
vascolare e dalla demenza fronto-
temporale.
Nella pratica clinica, ai pazienti viene diagnosticata una
“MA probabile" (o "possibile MA" se l'evidenza è meno
conclusiva) .1,2,3
Le diagnosi di demenza e dei suoi sottotipi sono di
solito basate su: 4,5,6,7
I. storia medica dal paziente, e storia collaterale da un
informatore appropriato
II. esame dello stato cognitivo e mentale (utilizzando
una scala di valutazione standardizzata)
III. esame fisico e test di laboratorio (per escludere
condizioni comorbide che potrebbero
compromettere la funzione cognitiva)
IV. revisione dei farmaci (per identificare eventuali
farmaci che potrebbero compromettere la funzione
cognitiva)
V. tecniche di imaging (per identificare i sottotipi di
demenza)
VI. altre procedure.
1. McKhann et al. Neurology 1984;34(7):939–944;
2. McKhann et al. Alzheimers Dement 2011;7(3):263–269;
3. APA. DSM-5. 2013;
4. Scheltens et al. Lancet 2016;388(10043):505–517;
5. Dubois et al. Lancet Neurol 2014;13(6):614–629;
6. NCCMH. NICE clinical guideline 42. 2006;
7. Scott & Barrett. Expert Rev Neurother 2007;7(4):407–422
La diagnosi di
Malattia di Alzheimer
Nella pratica clinica, ai pazienti viene diagnosticata una
“MA probabile" (o "possibile MA" se l'evidenza è meno
conclusiva) .1,2,3
Le diagnosi di demenza e dei suoi sottotipi sono di solito
basate su: 4,5,6,7
I. storia medica dal paziente, e storia collaterale da un
informatore appropriato
II. esame dello stato cognitivo e mentale (utilizzando
una scala di valutazione standardizzata)
III. esame fisico e test di laboratorio (per escludere
condizioni comorbide che potrebbero
compromettere la funzione cognitiva)
IV. revisione dei farmaci (per identificare eventuali
farmaci che potrebbero compromettere la funzione
cognitiva)
V. tecniche di imaging (per identificare i sottotipi di
demenza)
VI. altre procedure.
1. McKhann et al. Neurology 1984;34(7):939–944;
2. McKhann et al. Alzheimers Dement 2011;7(3):263–269;
3. APA. DSM-5. 2013;
4. Scheltens et al. Lancet 2016;388(10043):505–517;
5. Dubois et al. Lancet Neurol 2014;13(6):614–629;
6. NCCMH. NICE clinical guideline 42. 2006;
7. Scott & Barrett. Expert Rev Neurother 2007;7(4):407–422
La diagnosi di
Malattia di Alzheimer
L'esame del liquido cerebrospinale
(CSF) può essere usato per
identificare la sottostante patologia
di Alzheimer5, e può anche essere
appropriato se si sospetta la malattia
di Creutzfeldt-Jakob (CJD) o altre
forme di demenza rapidamente
progressiva6.
L'elettroencefalogramma (EEG)
deve essere preso in considerazione
in caso di sospetto delirio, demenza
frontotemporale, CJD o disturbo
convulsivo6.
1Gauthier & Ballard. Management of dementia. Informa Heathcare, 2nd edition 2009;
2McKhann et al. Alzheimers Dement 2011;7(11):263–269
Una diagnosi patologica definitiva di MA si verifica solo all'autopsia1
In pratica, la MA può essere diagnosticata clinicamente da:1,2
Storia medica raccolta dal paziente e, separatamente, da un
informatore che conosce il paziente
Segni e sintomi clinici
Test neuropsicologici
Esecuzione di test di laboratorio di conferma e imaging
Evidenza di bio-marcatori (sebbene non ancora nella pratica
clinica)1,2
La diagnosi è un processo di riconoscimento e valutazione del
declino dal precedente livello di funzionamento dell'individuo2
La diagnosi di
Malattia di Alzheimer
Criteri diagnostici di MA
1. McKhann et al. Alzheimers Dement 2011;7(3):263–269;
2. APA. DSM-5. 2013;
3. WHO. Pocket Guide to the ICD-10 Classification of Mental and Behavioural Disorders. 1994;
4. Dubois et al. Lancet Neurol 2014;13(6):614–629
Per uso nella pratica clinica e per ricerca Per uso solo nella ricerca
IWG-2
MA
NIA-AA
Demenza Probabile MA
APA DSM-5
Disturbo
Neurocognitivo
Probabile MA
WHO ICD-10
Demenza Demenza in MA
Criteri diagnostici di uso comune
APA=American Psychiatric Association;
IWG=International Working Group;
NIA-AA=National Institute on Aging – Alzheimer’s Association;
WHO=World Health Organization
Per standardizzare il processo diagnostico, diverse organizzazioni
mediche hanno creato criteri diagnostici per la MA.
Nella pratica clinica, è richiesta la diagnosi di demenza (o disturbo
neurocognitivo) prima della diagnosi di probabile MA.1-3
In un contesto di ricerca, la classificazione di MA probabile non è
più necessaria in quanto la patologia dell'Alzheimer può essere
identificata in vivo.4
La compromissione cognitiva viene rilevata e diagnosticata in base alla storia del
paziente/colloquio con un informatore e valutazione cognitiva oggettiva.
Compromissione cognitiva o comportamentale in almeno due delle sottostanti
funzioni (domini) cognitive:
1. Memoria: capacità di acquisire e ricordare nuove informazioni, es.:
• Ripetitività nelle domande o nella conversazione
• Perdita di oggetti personali
• Dimenticanze di appuntamenti
2. Ragionamento e gestione di compiti complessi (funzioni esecutive) es.:
• Ridotta consapevolezza dei rischi per l’incolumità
• Incapacità di amministrare denaro
• Ridotta capacità di prendere decisioni
• Incapacità a pianificare attività complesse e sequenziali;
3. Abilità visuo-spaziali
• Incapacità di riconoscere facce o individuare oggetti comuni ;
• Incapacità di usare utensili semplici o di vestirsi (aprassia)
4. Linguaggio es.:
• Anomie, esitazioni o errori nel parlare e scrivere,
5. Personalità, o nel comportamento e nella condotta es.:
• Ansia, depressione, apatia, perdita di interessi, disinibizioni,
comportamenti ossessivi compulsivi
Riepilogo dei criteri del NIA-AA per la demenza per tutte le cause 1
Sintomi cognitivi o comportamentali che:
interferiscono con la capacità di lavorare o alle attività abituali
rappresentano un declino dai precedenti livelli di funzionamento e
rendimento
non sono spiegati dal delirium o dai principali disturbi psichiatrici.
1. McKhann et al. Alzheimers Dement 2011;7(3):263–269;
Per uso nella pratica clinica e per ricerca
Per uso solo nella ricerca
IWG-2
MA
NIA-AA
Demenza Probabile MA
APA DSM-5
Disturbo
Neurocognitivo
Probabile MA
WHO ICD-10
Demenza Demenza in MA
Criteri
diagnostici
NIA-AA
• Riepilogo dei criteri NIA-AA per probabile MA1
• I criteri sono soddisfatti per la demenza.
• Insorgenza graduale per mesi o anni.
• Chiara storia clinica di compromissione cognitiva progressiva.
• Deficit cognitivi iniziali e più importanti si manifestano nei seguenti
domini:
 amnesico (apprendimento e richiamo) + altro dominio cogn.;
 non amnesica (multidominio)
Linguistica: inizialmente anomia, (+ difficoltà in altri domini)
Visuo-spaziale: disor. spaziale, agnosia per oggetti e volti, alessia
(+ difficoltà in altri domini)
Disecutiva: aprassia, giudizio e problem solving, ragionamento
astratto (+ difficoltà in altri domini)
• Non devono essere presenti disturbi cerebrovacolari concomitanti,
infarti cerebrali multipli o severe intensità di segnale della sostanza
bianca ad un esame RMN, caratteristiche tipiche della LBD, o della
FTD o altre patologie neurologiche o malattie mediche maggiori
concomitanti che potrebbero spiegare il disturbo o uso di farmaci
che potrebbero avere un effetto sostanziale sulla cognizione.
1. McKhann et al. Alzheimers Dement 2011;7(3):263–269;
Per uso nella pratica clinica e per ricerca
Per uso solo nella ricerca
IWG-2
MA
NIA-AA
Demenza Probabile MA
APA DSM-5
Disturbo
Neurocognitivo
Probabile MA
WHO ICD-10
Demenza Demenza in MA
Criteri
diagnostici
NIA-AA
Prove di declino cognitivo in uno o più domini cognitivi (attenzione
complessa, funzione esecutiva, apprendimento e memoria, linguaggio,
percezione percettiva-motorio o sociale), basata su:
preoccupazione del paziente, informatore o medico
una scala di valutazione standardizzata.
I deficit cognitivi non si verificano esclusivamente nel contesto del delirio.
I deficit cognitivi non sono meglio spiegati da un altro disturbo mentale
Per uso nella pratica clinica e per ricerca
Per uso solo nella ricerca
IWG-2
MA
NIA-AA
Demenza Probabile MA
APA DSM-5
Disturbo
Neurocognitivo
Probabile MA
WHO ICD-10
Demenza Demenza in MA
2. APA. DSM-5. 2013;
Sintesi del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, 5a
edizione (DSM-5) criteri per disturbo neurocognitivo maggiore / lieve
(major/mild=MCI)2
Disturbo neurocognitivo maggiore: i deficit
cognitivi interferiscono con l'indipendenza nelle
attività quotidiane.
Disturbo neurocognitivo lieve: (MCI) i deficit
cognitivi non interferiscono con l'indipendenza
nelle attività quotidiane.
Criteri
diagnostici
APA DSM-5
Riepilogo dei criteri DSM-5 per MA probabile 2
I criteri per il disturbo neurocognitivo maggiore devono essere
soddisfatti.
Insorgenza insidiosa (subdola) e graduale progressione della
compromissione in uno o più domini cognitivi.
O:
Evidenza di una mutazione genetica causale di MA derivante da
anamnesi familiare o test genetici e
1. declino della memoria e dell'apprendimento, e in almeno un altro
dominio cognitivo (basato su una storia dettagliata o test
neuropsicologici seriali);
2. declino costante e progressivo della cognizione, senza plateau
estesi;
3. nessuna evidenza di un'altra malattia o condizione neurologica,
mentale o sistemica che possa contribuire al declino cognitivo.
2. APA. DSM-5. 2013;
Criteri
diagnostici
APA DSM-5
Per uso nella pratica clinica e per ricerca
Per uso solo nella ricerca
IWG-2
MA
NIA-AA
Demenza Probabile MA
APA DSM-5
Disturbo
Neurocognitivo
Probabile MA
WHO ICD-10
Demenza in MADemenza
Evidenza di un declino della memoria (specialmente
nell'apprendimento di nuove informazioni), e in altre capacità
cognitive caratterizzate da deterioramento del giudizio e del
pensiero, come la pianificazione e l'organizzazione e l'elaborazione
generale delle informazioni.
Il declino dovrebbe essere oggettivamente verificato ottenendo
una storia attendibile da un informatore, integrata, se possibile, da
test neuropsicologici o valutazioni cognitive quantificate.
Declino presente per almeno 6 mesi per una diagnosi clinica
sicura.
Cognizione consapevole dell'ambiente (ad esempio, nessun
delirio).
Un declino nel controllo o nella motivazione emotiva, o un
cambiamento nel comportamento sociale si manifestano come
labilità emotiva, irritabilità, apatia o grossolanità del
comportamento sociale.
3. WHO. Pocket Guide to the ICD-10 Classification of Mental and Behavioural Disorders. 1994
Per uso nella pratica clinica e per ricerca
Per uso solo nella ricerca
IWG-2
MA
NIA-AA
Demenza Probabile MA
APA DSM-5
Disturbo
Neurocognitivo
Probabile MA
WHO ICD-10
Demenza Demenza in MA
Criteri
diagnostici
WHO ICD-10
Sintesi della classificazione internazionale delle
malattie, 10a revisione (ICD-10) criteri per la
demenza3
• Riepilogo dei criteri ICD-10 per la demenza in MA3
• I criteri per la demenza sono soddisfatti.
• Non ci sono prove dalla storia, dall'esame fisico o
dalle indagini speciali di qualsiasi altra possibile
causa di demenza, un disturbo sistemico o abuso di
alcool o droghe.
3. WHO. Pocket Guide to the ICD-10 Classification of Mental and Behavioural Disorders. 1994
Per uso nella pratica clinica e per ricerca
Per uso solo nella ricerca
IWG-2
MA
NIA-AA
Demenza Probabile MA
APA DSM-5
Disturbo
Neurocognitivo
Probabile MA
WHO ICD-10
Demenza Demenza in MA
Criteri
diagnostici
WHO ICD-10
A più B in qualsiasi momento (in ogni stadio).
A. Fenotipo clinico specifico: compromissione della memoria episodica
precoce e significativa che include le seguenti caratteristiche:
modifica graduale e progressiva della funzione di memoria riportata
dal paziente o dall'informante per più di 6 mesi
evidenza oggettiva di una sindrome amnetica di tipo ippocampale,
basata su prestazioni significativamente compromesse su un test di
memoria episodica con specificità stabilita per MA.
B. Prove in vivo della patologia di Alzheimer (una delle seguenti):
Diminuzione della beta-amiloide insieme ad un aumento della tau
nel liquido cerebrospinale (t-tau oppure p-tau)
Aumento della ritenzione del tracciante su PET amiloide
Mutazione autosomica dominante per MA (presente in APP, PSEN1
o PSEN2).
4. Dubois et al. Lancet Neurol 2014;13(6):614–629
Per uso nella pratica clinica e per ricerca
Per uso solo nella ricerca
IWG-2
MA
NIA-AA
Demenza Probabile MA
APA DSM-5
Disturbo
Neurocognitivo
Probabile MA
WHO ICD-10
Demenza Demenza in MA
Criteri
diagnostici
IWG-2
Riepilogo dei criteri rivisti del Gruppo
internazionale di lavoro (IWG-2) per MA4
I marcatori topografici ( Atrofia RMN, (FDG)-PET TC, con IWG-2 sono riservati per
misurare la progressione della malattia e sono stati rimossi dall'algoritmo di diagnosi.
Compromissione ai test cognitivi
MA: Stadi Asintomatici o Preclinici
(CDR=0)
Cognitivamente integri
MA: Stadi sintomatici
(CDR>0)
Stadio AD SCI
Compromissione Cognitiva
Soggettiva
Stadio MCI da
MA
Stadio DA
IWG -2
(2014)
Stadio Asintomatico a rischio di MA
• Evidenza di Biomarkers
(Positività per Aβ1-42 e Ttau o Ptau; o PET amiloide)
•Potrà o non evolvere in demenza da MA
Presintomatica di Demenza da MA
•Con mutazione monogenica (es.: APP, PS1, PS2) - FAD
•Evolverà in demenza da MA
? Stadio Prodromico
di demenza da MA
Disturbi memoria
episodica-ippocampale
Positività per entrambi i
biomarker LCR o
patofisiologici (PET
amiloide) o genetici
Demenza da MA
Tipica
Atipica
Mista
NIA-AA
2011
Stadio 0
Stadio 1
9-12 aa
Stadio2
1-3 aa
SNAP
(Sospetta
fisiopatologia
non Alzheimer)
Stadio 3
Declino cognitivo
subdolo (SCD)
1-2 aa
MCI da MA
5-8 aa
Demenza da
MA
2-2-3 aa (L-M-G)
Biomarker Aβ-/ND- Aβ+/ND-
Amiloidosi
asintomatica
PET
Amiloide +
< CSF Aβ1-42
Aβ+/ND+
FDG PET+/
ƒRMN +/
>CSFτau/pτau
/
< Corticale,
Atrofia
Hippocampal
e su RMI
Aβ-/ND+
(ND= FDG
PET/RMI
positivo)
Aβ+/ND+
Evidenza di un Subdolio
Declino Cognitivo
rispetto al baseline
Prestazioni ridotte a
test cognitivi
impegnativi
Non criteri per MCI
NIA-AA 2011 Stadio 0 Stadio 1 Stadio 2 SNAP Stadio 3
% Categorie
diagnostiche
(Knopman et al., 2013)
43% 16% 12% 23% 3%
Rischio % de-
menza a 5 aa
(Vos et al., 2013)
2% 11% 26% 5% 56%
Lieve Moderato Grave
Evidente declino cognitivo
Deficit funzionali
Comparsa dei sintomi
Markers diagnostici
(o patofisiologici)
CSF Aβ 42 - T-τau e P-τau
Presenza di Amiloide
Marker topografici
(o di progressione)
(FDG)PET ipometabolismo
RMN - atrofia LTM
Storicamente, una diagnosi certa di MA poteva essere ottenuta solo con
l'autopsia.
Nuovi biomarcatori consentono diagnosi in vivo di MA in contesti di ricerca.
Nella pratica clinica, i pazienti sono diagnosticati come colpiti da demnza
da "probabile MA" basandosi su
valutazione cognitiva,
test di laboratorio e
altre procedure di imaging.
La diagnosi di MA richiede anche che altri potenziali tipi di demenza siano
esclusi.
Le organizzazioni mediche, tra cui l'APA, NIA-AA e l'OMS, hanno creato criteri
diagnostici per la MA da utilizzare nella pratica clinica o nella ricerca.
I criteri di ricerca IWG-2 per MA forniscono una diagnosi certa della MA
sulla base della compromissione della memoria episodica e dell'evidenza dei
biomarker.
Take home message - Punti chiave
Aggiornamento NIA-AA etichettato come
“contesto di ricerca"
2011
Il NIA-AA ha creato raccomandazioni diagnostiche separate per
il declino preclinico,
il decadimento cognitivo lieve e
le fasi della demenza della malattia di Alzheimer.
2018
Il NIA-AA ha aggiornato e unificalo le linee guida del 2011. L’aggiornamento è
etichettato come “contesto di ricerca" perché è destinato alla ricerca osservativa e
interventistica, non alla cura clinica di routine.
In un contesto di ricerca la MA viene definita dai processi patologici sottostanti alla
malattia che possono essere documentati mediante autopsia o in vivo da
biomarcatori.
La diagnosi di MA viene formulata in base ad un costrutto biologico che si basa
sulla presenza di biomarcatori di malattia nel vivente ancor prima della comparsa
del quadro clinico (sindrome demenziale) conseguente alla malattia.
I biomarcatori sono raggruppati in quelli di deposizione di amiloide, tau patologica
e neurodegenerazione [ Sistema AT(N)].
 A: Aβ aggregato o stato patologico associato
 CSF Aβ 42 o rapporto Aβ 42 / Aβ 40 - PET amiloide
 T: tau aggregato (grovigli neurofibrillari) o stato patologico associato
CSF fosforilato tau - PET Tau
 (N): neurodegenerazione o danno neuronale
RMN - FDG PET - CSF totale tau
Sistema AT (N)
E’ prematuro e inappropriato utilizzare il Sistema
AT(N) nella pratica medica generale
Non dovrebbe essere usato per limitare approcci
alternativi a ipotetici test che non utilizzano biomarcatori
Diagnosi Biologica
Un biomarcatore mancante può essere etichettato con un asterisco (*).
Ad esempio, A1 (N) 1 senza un biomarcatore T sarebbe A1T * (N) 1.
Sistema AT (N)
PROFILI
AT (N) Categoria dei biomarcatori
Continuum patologico
della malattia di
Alzheimer
Nomenclatura descrittiva: stadiazione cognitiva sindromica
combinata con biomarcatori
Stadio cognitivo
Cognitivamente non
compromessi
MCI Demenza
Profilodeiiomarcatori
A- T-(N)- Biomarcatori MA normali,
cognitivamente intatto
Biomarcatori MA normali con
MCI
Biomarcatori MA normali
con demenza
A+ T-(N)-
Cambiamento patologico
dell’Alzheimer preclinico
Cambiamento patologico
dell'Alzheimer con MCI
Cambiamento patologico
dell'Alzheimer con demenza
Continuum
A+ T+ (N)-
A+ T+(N)+
MA
preclinico
MA
con MCI (Prodromal MA)
MA
con demenza
A+ T- (N)+
MA e sospetto di
concomitante cambiamento
patologico non Alzheimer
non compromesso
cognitivamente
MA e sospetto di
concomitante cambiamento
patologico non Alzheimer
con MCI
MA e sospetto di
concomitante cambiamento
patologico non Alzheimer
con demenza
A- T+(N)-
A- T- (N)+
A-T+(N)+
Cambiamento patologico
non-Alzheimer
cognitivamente normale
Cambiamento patologico
non-Alzheimer
con MCI
Cambiamento patologico
non-Alzheimer
con demenza
Lo schema esprime tre "categorie" generali di biomarker basate su profili AT(N):
 negativi per malattia di Alzheimer (senza colore),
 positivi nel continuum della malattia di Alzheimer (grigio).
 con alterazione patologica non di malattia di Alzheimer (azzurro)
Stadio cognitivo Sindromico
Cognitivamente non
compromessi
MCI Demenza
Profilodeibiomarcatori
A- T-(N)- Biomarcatori MA normali,
cognitivamente intatto
Biomarcatori MA normali
con MCI
Biomarcatori MA normali
con demenza
A+ T-(N)-
Cambiamento patologico
dell’Alzheimer preclinico
Cambiamento patologico
dell'Alzheimer con MCI
Cambiamento patologico
dell'Alzheimer con
demenza
Continuumdell’Alzheimer
A+ T- (N)+
MA e sospetto di
concomitante cambiamento
patologico non Alzheimer
non compromesso
cognitivamente
MA e sospetto di
concomitante cambiamento
patologico non Alzheimer
con MCI
MA e sospetto di
concomitante
cambiamento patologico
non Alzheimer
con demenza
A+ T+ (N)-
A+ T+(N)+
MA
preclinico
MA con MCI
(Prodromal MA)
MA
con demenza
Un numero maggiore di biomrcatori AT (N) anormali (cioè uno stadio patologico più severo) indica un
rischio maggiore di declino cognitivo a breve termine e lo stadio cognitivo fornisce ulteriori informazioni
indipendenti sul rischio di declino cognitivo futuro.
Nomenclatura descrittiva: stadiazione cognitiva sindromica
combinata con biomarcatori
Sistema AT (N)
Non dovrebbe essere usato per limitare approcci alternativi a ipotetici test che non
utilizzano biomarcatori e dovrebbe essere esaminato in diverse popolazioni
E’ prematuro e inappropriato utilizzare il Sistema AT(N) nella pratica medica generale
Ci saranno situazioni in cui i biomarcatori non sono disponibili o la loro richiesta
sarebbe controproducente per gli obiettivi di ricerca specifici.
Il sistema di classificazione AT (N) raggruppa diversi biomarcatori (imaging e fluidi
biologici) ciascuno dei quali valuta il processo patologico,
è flessibile in quanto possono essere aggiunti nuovi biomarcatori ai tre gruppi AT (N)
esistenti quando diventano disponibili,
permette di considerare la MA come continuum, e la stadiazione cognitiva può essere
compiuta usando un continuum di misure uniformi.
Pertanto, la ricerca basata sui biomarcatori non dovrebbe essere
considerata un modello per tutte le ricerche sui disturbi cognitivi legati
all'età e sulla demenza; piuttosto, dovrebbe essere applicato quando è
adatto allo scopo degli obiettivi di ricerca specifici di uno studio.
Vengono quindi delineati anche due diversi schemi cognitivi categoriali per
mettere di stadiare la gravità del deterioramento cognitivo:
uno schema che usa tre tradizionali categorie sindromiche
uno schema clinico numerico di sei stadi.
Questa impostazione cerca di creare un linguaggio comune con il quale i
ricercatori possono generare e testare ipotesi sulle interazioni tra diversi
processi patologici (denotati da biomarcatori) e sintomi cognitivi.
Stadiazione sindromica del continuum cognitivo
e
Stadiazione clinico numerica
Aggiornamento NIA-AA etichettato come
“contesto di ricerca"
Demenza
Compromissione cognitiva
progressiva sostanziale che
colpisce diversi domini e / o
sintomi neurocomportamentali.
Può essere segnalato
dall'individuo o da un
osservatore (ad esempio, un
compagno di studio) o
osservato da cambiamenti sui
test cognitivi longitudinali.
Compromissione cognitiva e /
o sintomi
neurocomportamentali
determinano un evidente
impatto funzionale sulla vita
quotidiana. Non è più
completamente indipendente /
richiede assistenza con le
attività della vita quotidiana.
Questa è la caratteristica
principale che differenzia la
demenza da MCI.
Può essere suddiviso in lieve,
moderato e grave
Deficit cognitivo lieve (MCI no demenza)
Prestazioni cognitive al di sotto dell'intervallo atteso per
quell'individuo in base a tutte le informazioni disponibili. Questo
può essere basato sul giudizio clinico e / o sulle prestazioni del
test cognitivo (che possono o meno basarsi sul confronto con dati
normativi con o senza aggiustamenti per età, istruzione,
occupazione, sesso, ecc.).
Le prestazioni cognitive sono di solito nell'intervallo
alterato/anormale in base alle norme di popolazione, ma questo
non è richiesto a condizione che le prestazioni siano inferiori
all'intervallo previsto per quell'individuo.
Oltre alla prova del deterioramento cognitivo, devono essere
presenti anche evidenze di declino nelle prestazioni cognitive
rispetto al basale.
Questo può essere segnalato dall'individuo o da un osservatore (ad
esempio, un compagno di studio) o osservato da cambiamenti sui
test cognitivi longitudinali / valutazioni comportamentali o da
una combinazione di questi.
Può essere caratterizzato da presentazioni cognitive che non sono
principalmente amnestiche*.
Sebbene il disturbo cognitivo sia il criterio clinico di base, i
disturbi neuro comportamentali possono essere una caratteristica
importante della presentazione clinica**.
Svolge in modo autonomo le attività della vita quotidiana, ma la
difficoltà cognitiva può determinare un impatto funzionale
rilevabile ma lieve sulle attività più complesse della vita
quotidiana, riferite dal soggetto o corroborate da un compagno di
studio (persona affidabile – che conosce il soggetto).
Cognitivamente normale
Prestazioni cognitive nell'intervallo
atteso per quell'individuo in base a tutte
le informazioni disponibili.
Questo può essere basato sul giudizio
clinico e / o sulle prestazioni al test
cognitivo (che possono o meno essere
basate sul confronto con dati normativi,
con o senza aggiustamenti per età,
istruzione, occupazione, sesso, ecc.).
Le prestazioni cognitive possono
essere nell'intervallo alterato /
anormale in base alle norme di
popolazione, ma le prestazioni sono
comprese nell'intervallo previsto per
quell'individuo.
Un sottogruppo di individui
cognitivamente non
compromessi può segnalare
un declino cognitivo
soggettivo e / o dimostrare
un minimo declino nei test
cognitivi seriali.
Stadiaizone sindromica del continuum cognitivo:
applicabile a tutti i membri di una coorte di ricerca indipendente dai profili dei
biomarcatori
Staging clinico numerico:
Applicabile solo agli individui nel continuum della malattia di Alzheimer
* Per gli Stadi 1-6: le prestazioni del test cognitivo possono essere
confrontate con i dati normativi di scelta dei ricercatori, con o senza
aggiustamento (scelta degli investigatori) per età, sesso, istruzione, ecc.
Fase 1
Prestazioni nel range atteso su
test cognitivi oggettivi. Le
prestazioni possono essere
confrontate con i dati
normativi scelti dai
ricercatori, con o senza
aggiustamento (scelta dei
ricercatori) per età, sesso,
istruzione, ecc.* Non viene
segnalato il recente declino
cognitivo o la comparsa di
sintomi neurocomportamentali
preoccupanti. Nessuna
evidenza di declino cognitivo
recente o di nuovi sintomi
neuro comportamentali da
parte di un osservatore (ad es.
Partner dello studio) o da un
esame cognitivo longitudinale
se disponibile.
Fase 2
Prestazioni normali nell'intervallo atteso su test cognitivi oggettivi.
Declino cognitivo di transizione: diminuzione del precedente livello della
funzione cognitiva, che può coinvolgere tutti i domini cognitivi (cioè,
non esclusivamente la memoria).
Può essere documentato attraverso la segnalazione soggettiva del
declino cognitivo della persona. Rappresenta un cambiamento rispetto
allo stato di base individuale negli ultimi 1-3 anni e persistente per
almeno 6 mesi.
Può essere corroborato da informatore ma non richiesto.
Oppure può essere documentato da prove di un sottile declino sui test
cognitivi longitudinali ma non richiesto.
Oppure può essere documentato sia dalla informazione soggettiva di
declino che dalle prove oggettive sui test longitudinali.
Sebbene la cognizione sia la caratteristica principale, possono coesistere
lievi cambiamenti neurocomportamentali, ad esempio cambiamenti di
umore, ansia o motivazione. In alcuni individui, il disturbo primario
può essere neurocomportamentale piuttosto che cognitivo. I sintomi
neurocomportamentali dovrebbero avere un esordio recente chiaramente
definito, che persiste e non può essere spiegato dagli eventi della vita^
Nessun impatto funzionale sulle attività quotidiane.
^ Per gli stadi 2-6: sebbene la cognizione sia la caratteristica
principale, possono coesistere cambiamenti neuro comportamentali,
ad esempio cambiamenti di umore, ansia o motivazione.
Fase 3
Prestazione alterata / anormale nel
range dei test cognitivi oggettivi.
Prove di declino dal basale,
documentate dalla persona o da un
osservatore (es., partner dello studio) o
da cambiamenti sui test cognitivi
longitudinali o valutazioni neuro
comportamentali. Può essere
caratterizzato da presentazioni
cognitive che non sono principalmente
amnestiche^^. Svolge in modo
autonomo le attività della vita
quotidiana, ma la difficoltà cognitiva
può determinare un impatto
funzionale rilevabile ma lieve sulle
attività più complesse della vita
quotidiana, cioè può richiedere più
tempo o essere meno efficiente, ma
può essere completata, riferita o
corroborata da un compagno di studio.
Fase 4 Lieve demenza
Grave deterioramento cognitivo progressivo che interessa
diversi domini e / o disturbi neuro comportamentali.
Documentato dal rapporto dell'individuo o dal rapporto di un
osservatore (ad esempio, partner di studio) o da modifiche ai test
cognitivi longitudinali.
Impatto funzionale chiaramente evidente sulla vita
quotidiana, che interessa principalmente le attività strumentali.
Non è più completamente indipendente / richiede assistenza
occasionale con le attività della vita quotidiana.
Fase 5 Demenza moderata
Compromissione cognitiva progressiva o cambiamenti neuro
comportamentali. Ampio impatto funzionale sulla vita
quotidiana con compromissione delle attività di base. Non è più
indipendente e richiede un'assistenza frequente nelle attività
della vita quotidiana.
Fase 6 Grave demenza
Compromissione cognitiva progressiva o cambiamenti neuro
comportamentali. Il colloquio clinico potrebbe non essere
possibile. Dipendenza completa a causa di un grave impatto
funzionale sulla vita quotidiana con compromissione delle
attività di base, inclusa l’assistenza di base.
^^ Per le fasi 3-6: il deterioramento cognitivo può
essere caratterizzato da presentazioni che non sono
principalmente amnestiche.
Staging clinico numerico:
Applicabile solo agli individui nel continuum della malattia di Alzheimer
Marcatori e stima degli anni per la della comparsa dei sintomi
Adattata da N Engl J Med 367;9 NEJM.ORG August 30, 2012
Il lungo lento accumulo di alterazioni patologiche
prima dell’esordio clinico della demenza da MA
Il tempo tra la deposizione
di Aβ, le alterazioni
neurodegenerative ed i
deficit cognitivi può
variare in relazione:
alla riserva cognitiva,
a patologie cardio e
cerebrovascolari o
malattie concomitanti
 fattori ambientali che
potrebbero contribuire a
significative variazioni
interindividuali di questi
intervalli.
Villemagne et al., 2013
Dementia: The rising global tide of cognitive impairment Nat. Rev. Neurology volume12, pages131–132 (2016)
Modello ipotetico del continuum patologico-clinico della MA sporadica
1. Stadio preclinico: asintomatico, a rischio
Durata: decenni (fino a 25 aa)
• L'amiloide-β si accumula nel cervello
• La P-tau porta gradualmente alla perdita
neuronale
La patologia è cominciata, le persone possono
notare un cambiamento ma non mostrano
segni di declino cognitivo rilevabile ai test.
Stadio in cui il paziente sa, ma il medico no
• Biomarcatori e profilo genetico possono
indicare il rischio di progressione della
malattia e rivelare l'AD sottostante
Dementia: The rising global tide of cognitive impairment. Available from: https://www.researchgate.net/publication/291328836_DEMENTIA_The_rising_global_tide_of_cognitive_impairment
2. Stadio Prodromico: MCI
Durata: ~ 7 anni (>10 aa)
Sottotipi:
• MCI progressivo
• MCI causata da AD
• Sindrome amnesica di tipo ippocampale
I cambiamenti cognitivi preoccupano la
persona e / o la famiglia
• Le persone sviluppano deficit della
memoria e / o altri deficit, ma non
abbastanza gravi da interferire con la
ADL
• I biomarcatori possono determinare la
diagnosi eziologica
3. Stadio sindromico:
Demenza (lieve, moderata,grave)
Durata: ~ 7 anni; (>15 aa)
Perdita delle capacità cognitive
con compromissione della
memoria e almeno un altro
dominio cognitivo
La compromissione interferisce
con le attività della vita
quotidiana con progressiva
perdita delle autonomie e della
indipendenza
Disease Research: Diagnostic Screening for Alzheimer’s Disease: Economics, Policy, and Unanswered Questions Thu, 04/28/2016 - 10:01amby Jillian Godfrey Scaife et al.
• Per qualsiasi individuo il rischio lifetime di sviluppare una
demenza è di circa 10-12% (Breitner et al Neurol 1999).
• Parenti di primo grado di una persona con AD hanno un
rischio cumulativo di sviluppare AD corso della vita di circa il
15-30%, questo rischio è mediamente di circa 2,5 volte quella
del rischio della popolazione generale (27% vs 10,4%).
La prevalenza della malattia
aumenta con l’avanzare dell’età:
1% <65aa
11% 65-80aa
35% 80-90aa
>40% >90aa
Qual è il rischio di sviluppare la demenza di
Alzheimer?
1. Jiang et al. Curr Alzheimer Res 2013;10(8):852–867;
2. Bendlin et al. Mauritas 2010;65(2):131–137;
3. Sando et al. BMC Neurol 2008;8:9
L'eziologia della MA non è completamente compresa1
Fattori genetici direttamente collegati alla MA ad esordio precoce
(EOAD: casi familiari rappresentano l'1-5% dei casi) 1
Mutazioni nei geni APP, PSEN1 e PSEN2
Fattori di rischio genetici per le forme sporadiche di MA2
ApoE ɛ4 - aumento del rischio di MA (3-13 volte3)
ApoE ɛ2 - in alcuni studi moderata riduzione rischio di MA
Fattori ambientali1
 Esposizioni professionali
 Condizioni mediche preesistenti
 Fattori di stile di vita
Che cosa causa la malattia di Alzheimer?
ApoE=apolipoproteina E;
APP=proteina precursore dell’amiloide;
PSEN=gene della presenilina
Fattori di rischio
e
Fattori protettivi
Fattori di rischio Fattori protettivi
Età avanzata
Genere Femminile
Genetici
• Casi familiari (due o più
membri della famiglia con la
malattia)
• Allele ApoE ε4
• Altri geni di suscettibilità (ad
es.: CR1, PICALM, CLU,
TREM2, TOMM40)
Vascolari e metabolici
•Aterosclerosi
•Lesioni macro e micro
vascolari cerebrali
•Malattie cardiovascolari
•Diabete mellito e pre-diabete
•Ipertensione della mezza età
•Sovrappeso e obesità mezza
età
•Ipercolesterolemia della
mezza età
Stile di vita
• Sedentarietà
• Fumo
• Eccessivo consumo di alcol
Dieta e nutrizione
• Grassi saturi
• Iperomocisteinemia
• Carenza di vitamina B6,
B12, e folato
Altri
• Depressione
• Trauma cranico
• Esposizione professionale
(ad es.: campi
elettromagnetici a frequenza
molto bassa
• Agenti infettivi (ad es.:
herpes virus, di tipo I,
Chlamydophila pneumoniae,
spirochete)
Genetici
• Alcuni geni proposti
(ad es.: APP, allele
ApoE ε2)
Fattori psicosociali
• Istruzione superiore e
status
socioeconomico
• Elevata complessità
del lavoro
• Solida rete sociale e
impegno sociale
• Attività mentali
stimolanti
Stile di vita
• Attività fisica
• Consumo di piccole
o moderate quantità
di alcol
Dieta e nutrizione
• Dieta mediterranea
• Acidi grassi
polinsaturi e grassi
ittici
• Vitamina B6,
vitamina B12, e
folati
• Vitamine
antiossidanti
(A, C, E)
• Vitamina D
Farmaci
• Antiipertensivi
• Statine
• Terapie ormonali
sostitutive
• Antiinfiammatori
non-steroidei
Winblad et al. Lancet Neurol 2016;15:455–532
Fattori di rischio e fattori protettivi per la
malattia di Alzheimer (e altre demenze)
CLU=clusterin;
TREM2=triggering receptor expressed on myeloid cells 2;
TOMM40=translocase of outer mitochondrial membrane 40 homologue
ApoE=apolipoprotein E;
APP=amyloid precursor protein;
CR1=complement component receptor 1;
PICALM=phosphatidylinositol-binding clathrin assembly protein;
Infiammazione
Insulti vascolari
Accumulo nel tempo dei fattori di rischio
della malattia di Alzheimer
aResilience to neuropathological damage Jiang et al. Curr Alzheimer Res 2013;10(8):852–867; Bendlin et al.
Maturitas 2010;65(2):131–137; Winblad et al. Lancet Neurol 2016;15:455–532
Fattori
Protettivi
Fattori di
rischio
0 20 60 75
Adult life Middle age Late life
Transizione
Demenza
ApoE,
altri geni
Dieta malsana
Abuso di
Alcolici
Fumo
IpertensioneObesità
Ipercolesterolemia
Diabete
Danni neuronali
Depressione
Dieta Nutrizione
Formazione
Riserva cognitivqa
Attività mentale e sociale
Attività
fisica
Genetica
Farmaci
Alcool moderata
quantità
Caffé
Genetica
Riduzione del 10% di esposizione a fattori di rischio ridurrebbe del 3,3% i nuovi casi
Riduzione del 25% di esposizione a fattori di rischio ridurrebbe del 8,8% i nuovi casi
Molto realisticamente …. (OMS Report 2012)
*Barnes e Yaffe 2011
*
Aumento per aa 9.900.00: < 326.700-871.200 2050: 135.460.000: <4.470-180 – 11.920.480
Italia 2030: 1.609.00: 53.097 – 141.592
7
Fattori di rischio per demenza di Alzheimer
L'effetto previsto della riduzione dei 7 fattori di rischio sulla
prevalenza della malattia di Alzheimer
THE LANCET Neurology, July 2011
Deborah E Barners, Kristine Yaffe
25% di riduzione
10% di riduzione
Una riduzione del 10-25% in tutti e 7 i fattori di rischio può prevenire
potenzialmente 1,1-3,0 milioni di casi in tutto il mondo
Alzheimer's prevention
Si può prevenire
la demenza di
Alzheimer?
Quale prevenzione?
Un insieme di attività, azioni ed interventi attuati per
promuovere e conservare lo stato di salute ed evitare
l’insorgenza di malattie.
In relazione al diverso tipo e alle finalità perseguibili si
distinguono tre livelli di prevenzione:
 primaria,
 secondaria,
 terziaria.
Alzheimer:
Stato clinico, Alterazioni cerebrali e sintomi, Strategie di trattamento Tipo di prevenzione
Normale
Prodromi
co (MCI)
Demenza
Stadio 0 Stadio 1
Stadio 2 Stadio 2
STADIO Stadio 0 Stadio 1 Stadio 2 Stadio 3
Stadio Clinico
Normale Asintomatico “o”
Presintomatico
Prodromico (MCI) Demenza da MA
N° Persone ???? 20-60 milioni (USA) 10-15 milioni USA 5.300.000
Stato cerebrale
No malattia Iniziali Cambiamenti
cerebrali
Cambiamenti cerebrali
Sintomi clinici
No sintomi No sintomi Lievi sintomi
evidenziabili ai test
Deficit cognitivi
Fase Lieve, Moderata, Grave
FASE
Fase Preclinica
Disease Modifying Therapy
Fase Prodromica Trattamenti sintomatici
Prevenzione Primaria Secondaria Terziaria
Strategie
Identificare
persone a
rischio
e
Migliorare
stile di vita
Prevenire i disturbi
cognitivi: migliorare
stile di vita
Disease Modifying
Therapy
Ritardare comparsa
della patologia
< produzione Aβ42
Prevenire P-Tau
Rallentare progressione
disturbi cognitivi
Ridurre:
 accumulo Aβ42
neuro degenerazione
con anti-tau o agenti
neuro protettivi
Ritardare progressione
della demenza con stimoli
multidimensionali.
Prevenire e trattare BPSD
Prevenire ripristinando i
neurotrasmettitori e
morte neuroni con
neuroprotettivi
Progressione biologico - clinica della patologia degenerativa
Fonte: Lancet Commission on Dementia Prevention and are. Credit: Keck Medicine of USC
Conferenza Internazionale 2017 dell'Alzheimer's Association (AAIC) e pubblicata in The Lancet,
All'inizio della vita se si:
1. Frequenta la scuola almeno
fino a 15 aa di età; poi
apprendendo per tutta la vita
In età media, si può ridurre il
rischio fino al 20% se si:
2. Compensa la perdita dell'udito
3. Evita o tratta l'ipertensione
4. Evita l'obesità
In età avanzata, si può ridurre
il rischio di un altro 15% se si:
5. Smette di fumare
6. Tratta la depressione
7. Aumenta l'attività fisica
8. Controlla il diabete
9. Aumenta l’interazione sociale
Aumentare
Scolarizzazione
Attività fisica
Socializzazione
Diminuire
Deficit udito
Ipertensione
Obesità
Fumo
Depressione
Diabete
1 caso di demenza su 3 può essere prevenuto con
queste 9 azioni:
< 30%
La nutrizione nella prevenzione e trattamento della
malattia di Alzheimer e di altre forme di demenza
I nutrienti bioattivi, per
la loro capacità di
influenzare i processi
biochimici e biologici,
sono considerati fattori
su cui intervenire per
preservare uno stato
cerebrale sano.
fonti:
http://www.dailymail.co.uk/news/article-2081079/Junk-food-really-DOES-mess-brain-Research-shows-trans-fats-causes-brain-damage.html?ito=feeds- newsxml
http://www.foodnavigator.com/Science-Nutrition/Trans-fats-and-nutrient-intake-linked-to-Alzheimer-s-brain-shrinkage
http://www.huffingtonpost.com/2011/12/29/brain-food-nutrients-sharp-vitamins_n_1173876.html
http://www.cbsnews.com/8301-500368_162-57349422/diet-patterns-linked-with-brain-health/
Dieta e metodi di cottura nella prevenzione della
malattia di Alzheimer
*Nella prospettiva di una dieta
sana, dovrebbero essere considerati
anche i metodi di cottura. Infatti,
le procedure di cottura possono
modificare il contenuto dietetico
originario, contribuendo non solo
alla perdita di nutrienti sani, ma
anche alla formazione di tossine,
compresi i prodotti finali di
glicazione avanzata (AGE). Questi
composti nocivi sono adsorbiti a
livello intestinale e possono
contribuire al processo di
invecchiamento. L'accumulo di
AGE nell'invecchiamento ("AGE-
ing") è ulteriormente coinvolto
nella esacerbazione della neuro
degenerazione e molte altre
malattie croniche.
*Giulia Abate e coll., Oxidative Medicine and Cellular Longevity. Volume 2017, Article ID 7039816, 10 pages
https://doi.org/10.1155/2017/7039816 Nutrition and AGE-ing: Focusing on Alzheimer’s Disease
15 Esercizi cerebrali
per prevenire la
malattia di
Alzheimer e la
demenza
Condizioni mediche preesistenti
legate al morbo di Alzheimer
Reviewed in: Jiang et al. Curr Alzheimer Res 2013;10(8):852–86
Fattori di stile di vita
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di Alzheimer
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Alzheimer's prevention

  • 1. La Prevenzione Primaria Secondaria e Terziaria nelle demenze Policlinico Umberto I Scuola di Specializzazione in Geriatria Auletta segreteria II piano 4 – Giugno 2018 ore 14.00 Gabriele Carbone Neurologo Centro Demenze –Unità Alzheimer Italian Hospital Group - Guidonia - Roma
  • 2. Cos’é la demenza? 1. McKeith & Fairbairn. In: Cantley (ed);2001; 2. WHO. Dementia. Factsheet No. 362, 2016 La parola "demenza" deriva dal latino "demens" che significa "senza mente" 1 La demenza è una sindrome che può essere causata da una varietà di malattie e da lesioni al cervello2 La demenza è caratterizzata da deterioramento della memoria, capacità intellettive e alterazioni funzionali2 Nella fase avanzata della demenza, le persone non sono in grado di vivere in modo indipendente ed è richiesta una maggiore assistenza anche infermieristica2 Il DSM-V ha coniato il termine disturbo neurocognitivo maggiore come alternativa alla demenza e non richiede una compromissione della memoria per diagnosticare questa sindrome.
  • 3. Prevalenza della demenza per età 1.Winblad et al. Lancet Neurol 2016;15:455–532; 2.Prince et al. Alzheimers Dement 2013;9(1):63–75; 3.Ferri et al. Lancet 2005;366(9503):2112–2117; 4.Russ et al. Int J Epidemiol 2012;41(4):1012–1032; 5.Wu et al. PLoS One 2013;8(6):e66252 I modelli di prevalenza della demenza, specifica per età, sono simili in tutte le regioni del mondo, ma sembrano variare in modo sostanziale nella fascia di età più anziana (≥90 anni) 1-5
  • 5. L M M G V S D 737 Costi diretti assistenza >11 miliardi di euro solo per AD*, di cui il 73% a carico delle famiglie. Costo medio per paziente è pari a 70.587 euro/aa, comprensivo dei costi a carico del SSR, di quelli che ricadono direttamente sulle famiglie e dei costi indiretti (oneri dei caregiver, mancati redditi da lavoro dei pazienti, ecc.). Nel 2020 si prevede una incidenza di 113.000/aa* 1.241 1.609 2.272 0 0,5 1 1,5 2 2,5 2015 2030 2050 Milioni L’incidenza sulla popolazione totale è tra 1,4-1,7% (EU=1,14-1,27%). * Rapporto CENSIS – febbraio 2016 Oltre 1.241.000* più della pop. di Napoli, Oltre 3.600.000 di persone/familiari coinvolti più della pop. di Roma. Persone affette da demenza di Alzheimer circa 670.000 (54%) quasi equivalente alla pop. di Palermo. Persone con <65 aa con AD circa 6.700. Costo globale delle demenze in Italia circa 37,6 miliardi* di euro/anno. Stima del numero di persone colpite da demenza 12 nuovi casi ogni 60 sec.
  • 7. Oltre 100 le cause di Demenza A . Degenerative Corticali • Malattia di Alzheimer • Afasia Progressiva • Demenza Semantica • Atrofia corticale posteriore • Demenze Fronto Temporali Sottocorticali • Malattia di Huntington • Malattia a corpi di Lewy • Malattia di Parkinson • Malattia di Wilson • P.S.P. (Sindrome di S.R.O.) • Degenerazione Spinocerebellare • Degenerazione Corticobasale B. Vascolari • Multi-infartuale • Malattia di Binswanger • Vasculiti • Ematoma Subdurale • Infarto Strategico • Ipoperfusione • Postemorragica C. Miste, vascolari e degenerative D. Miscellanea (malattie respiratorie ostruttive; sleep apnea; radiazioni; dialisi; privazione di sonno; ipossia)
  • 8. E. Metaboliche Malattie della Tiroide Malattie delle Paratiroidi Disfunzioni Epatiche Malattia di Cushing Ipopituitarismo Carenza di Estrogeni Uremia Porfiria Carenza di B12 Carenza di Folati Carenza di Tiamina Alterazioni di Elettroliti Oltre 100 le cause di Demenza (segue) F. Tossiche Farmaci (anticolinergici, antiistaminici, tranquillanti minori e maggiori, antiipertensivi, cimetidina, digossina) Politerapie in range terapeutico Alcool Metalli pesanti, arsenico, piombo, mercurio G. Infettive Sifilide; TBC Meningite micotica Malattia di Lyme AIDS dementia complex Encefalite erpetica Meningiti batteriche, in particolare se trattate male H. Da causa psichiatrica (mania, depressione - late onset, schizofrenia, ecc.
  • 9. G. Infiammatorie Demielinizzanti - Sclerosi Multipla - Sarcoidosi - Lupus - Encefalite Limbica Oltre 100 le cause di Demenza (segue) I. Traumatiche Trauma cranico Insulto post anossico Concussione H. Neoplasie - Tumori primari del cervello a. glioma lobo frontale b. glioma corpo calloso - Metastasi cerebrali - Carcinomatosi meningea J. Idrocefalo Ostruttivo Non-ostruttivo Normoteso K. Malattie da prioni Creutzfeldt-Jakob
  • 12. Cos’ è la malattia di Alzheimer (MA)? • MA è la causa più comune di demenza1 – Compromissione cognitiva1 – Compromissione funzionale1 – Sintomi psicocomportamentamentali1 LIEVE MODERAT A SEVERA 8–10 anni2 La MA è una malattia degenerativa progressiva multifattoriale geneticamente complessa MMSE 27 MMSE 24 MMSE 13 AD=Alzheimer’s disease; MMSE=Mini Mental State Examination 1. Alzheimer’s Association. Alzheimers Dement 2016;12(4):459–509; 2. Bird. In: Pagon et al. (eds). GeneReviews® [Internet]. Available at: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK1161/
  • 13. Esempi di sintomi nella Malattia di Alzheimer 1. Joubert et al. In: Gauthier (ed);2007; 2. Rainville et al. In: Gauthier (ed);2007 3. Alzheimer’s Association. Alzheimers Dement 2016;12(4):459–509; 4. Gélinas et al. In: Gauthier (ed);2007; 5. Teng & Cummings. In: Gauthier (ed);2007 Funzionali5 Compromissione nelle ADL*, ad es.: Abbigliamento Gestire i soldi Igiene personale Neuropsichiatrici4 Disturbi dell’umore Agitazione Aggressività Affaccendamento ADL*=activity of daily living Cognitivi1-3 Perdita di memoria Disorientamento temporo-spaziale Disturbi del linguaggio Agnosia Aprassia
  • 15. E’ una malattia neurodegenerativa multifattoriale geneticamente complessa con che coinvolge più sistemi neurotrasmettitoriali. A causa dell'invecchiamento della popolazione, c'è un numero crescente di persone che convivono con demenza e MA. Sono stati proposti numerosi fattori di rischio e protezione (fattori genetici ai fattori ambientali). L'età è il fattore di rischio più importante per la MA; la prevalenza di MA è stimata raddoppiare ogni 5 anni di età, dopo 65 anni. Ha un grande impatto sulla società - in termini di capacità e qualità della vita compromesse, costi sanitari, carico del caregiver, mancati guadagni e morti premature. La malattia di Alzheimer Gli sforzi dei ricercatori devono continuare a concentrarsi sulla prevenzione, diagnosi precoce, terapia farmacologiche e interventi “riabilitativo assistenziali” per il miglioramento dei sintomi dei pazienti in modo da garantire il massimo livello di funzionamento e mantenere la loro indipendenza il più a lungo possibile nelle varie fasi di malattia.
  • 16. Una diagnosi di MA può essere confermata dalla autopsia mediante evidenza istopatologica della degenerazione delle cellule nervose in specifiche parti del cervello e la presenza di placche amiloidee  grovigli neurofibrillari1. La diagnosi di demenza (o disturbo neurocognitivo maggiore) è una parte fondamentale del processo diagnostico per la MA.2,3 Esistono molte cause di demenza, e la diagnosi clinica della MA richiede anche l'esclusione di altri potenziali tipi di demenza.2,3 La demenza da MA si caratterizza per il progressivo peggioramento dei “sintomi” nella età media o tardiva della vita.1 Storicamente, la demenza poteva essere definitivamente attribuita alla MA dopo che il paziente era morto, usando l'evidenza patologica ottenuta da un'autopsia.1,4 Tuttavia, con la scoperta di nuovi biomarcatori per la MA, le diagnosi in vivo sono diventate una realtà in contesti di ricerca (sebbene non ancora nella pratica clinica) .2,4,5 1. McKhann et al. Neurology 1984;34(7):939–944; 2. McKhann et al. Alzheimers Dement 2011;7(3):263–269; 3. APA. DSM-5. 2013; 4. Scheltens et al. Lancet 2016;388(10043):505–517; 5. Dubois et al. Lancet Neurol 2014;13(6):614–629; 6. NCCMH. NICE clinical guideline 42. 2006; 7. Scott & Barrett. Expert Rev Neurother 2007;7(4):407–422 La diagnosi di Malattia di Alzheimer
  • 17. I biomarcatori più studiati per la MA rientrano in due classi: 2,5 biomarcatori di accumulo di proteina beta-amiloide biomarcatori di degenerazione o lesione neuronale a valle come  >tau elevata,  < metabolismo cerebrale  atrofia cerebrale. Inoltre, la presenza di una mutazione genetica autosomica dominante per AD - nella proteina precursore dell'amiloide (APP), presenilina 1 (PSEN1) o presenilina 2 (PSEN2) - è un marker diagnostico della malattia 5 1. McKhann et al. Neurology 1984;34(7):939–944; 2. McKhann et al. Alzheimers Dement 2011;7(3):263–269; 3. APA. DSM-5. 2013; 4. Scheltens et al. Lancet 2016;388(10043):505–517; 5. Dubois et al. Lancet Neurol 2014;13(6):614–629; 6. NCCMH. NICE clinical guideline 42. 2006; 7. Scott & Barrett. Expert Rev Neurother 2007;7(4):407–422 La diagnosi di demenza (o disturbo neurocognitivo maggiore) è una parte fondamentale del processo diagnostico per la MA.2,3 Esistono molte cause di demenza, e la diagnosi clinica della MA richiede anche l'esclusione di altri potenziali tipi di demenza.2,3 La demenza da MA si caratterizza per il progressivo peggioramento dei “sintomi” nella età media o tardiva della vita.1 Storicamente, la demenza poteva essere definitivamente attribuita alla MA dopo che il paziente era morto, usando l'evidenza patologica ottenuta da un'autopsia.1,4 Tuttavia, con la scoperta di nuovi biomarcatori per la MA, le diagnosi in vivo sono diventate una realtà in contesti di ricerca (sebbene non ancora nella pratica clinica) .2,4,5 La diagnosi di Malattia di Alzheimer
  • 18. • Le tecniche di imaging utili per la diagnosi differenziale includono: 6 • RMN - TC per aiutare nella diagnosi precoce e per rilevare i cambiamenti vascolari sottocorticali • SPECT , PET-TC, PET per amiloide (TAU) per aiutare a differenziare la MA dalla demenza vascolare e dalla demenza fronto- temporale. Nella pratica clinica, ai pazienti viene diagnosticata una “MA probabile" (o "possibile MA" se l'evidenza è meno conclusiva) .1,2,3 Le diagnosi di demenza e dei suoi sottotipi sono di solito basate su: 4,5,6,7 I. storia medica dal paziente, e storia collaterale da un informatore appropriato II. esame dello stato cognitivo e mentale (utilizzando una scala di valutazione standardizzata) III. esame fisico e test di laboratorio (per escludere condizioni comorbide che potrebbero compromettere la funzione cognitiva) IV. revisione dei farmaci (per identificare eventuali farmaci che potrebbero compromettere la funzione cognitiva) V. tecniche di imaging (per identificare i sottotipi di demenza) VI. altre procedure. 1. McKhann et al. Neurology 1984;34(7):939–944; 2. McKhann et al. Alzheimers Dement 2011;7(3):263–269; 3. APA. DSM-5. 2013; 4. Scheltens et al. Lancet 2016;388(10043):505–517; 5. Dubois et al. Lancet Neurol 2014;13(6):614–629; 6. NCCMH. NICE clinical guideline 42. 2006; 7. Scott & Barrett. Expert Rev Neurother 2007;7(4):407–422 La diagnosi di Malattia di Alzheimer
  • 19. Nella pratica clinica, ai pazienti viene diagnosticata una “MA probabile" (o "possibile MA" se l'evidenza è meno conclusiva) .1,2,3 Le diagnosi di demenza e dei suoi sottotipi sono di solito basate su: 4,5,6,7 I. storia medica dal paziente, e storia collaterale da un informatore appropriato II. esame dello stato cognitivo e mentale (utilizzando una scala di valutazione standardizzata) III. esame fisico e test di laboratorio (per escludere condizioni comorbide che potrebbero compromettere la funzione cognitiva) IV. revisione dei farmaci (per identificare eventuali farmaci che potrebbero compromettere la funzione cognitiva) V. tecniche di imaging (per identificare i sottotipi di demenza) VI. altre procedure. 1. McKhann et al. Neurology 1984;34(7):939–944; 2. McKhann et al. Alzheimers Dement 2011;7(3):263–269; 3. APA. DSM-5. 2013; 4. Scheltens et al. Lancet 2016;388(10043):505–517; 5. Dubois et al. Lancet Neurol 2014;13(6):614–629; 6. NCCMH. NICE clinical guideline 42. 2006; 7. Scott & Barrett. Expert Rev Neurother 2007;7(4):407–422 La diagnosi di Malattia di Alzheimer L'esame del liquido cerebrospinale (CSF) può essere usato per identificare la sottostante patologia di Alzheimer5, e può anche essere appropriato se si sospetta la malattia di Creutzfeldt-Jakob (CJD) o altre forme di demenza rapidamente progressiva6. L'elettroencefalogramma (EEG) deve essere preso in considerazione in caso di sospetto delirio, demenza frontotemporale, CJD o disturbo convulsivo6.
  • 20. 1Gauthier & Ballard. Management of dementia. Informa Heathcare, 2nd edition 2009; 2McKhann et al. Alzheimers Dement 2011;7(11):263–269 Una diagnosi patologica definitiva di MA si verifica solo all'autopsia1 In pratica, la MA può essere diagnosticata clinicamente da:1,2 Storia medica raccolta dal paziente e, separatamente, da un informatore che conosce il paziente Segni e sintomi clinici Test neuropsicologici Esecuzione di test di laboratorio di conferma e imaging Evidenza di bio-marcatori (sebbene non ancora nella pratica clinica)1,2 La diagnosi è un processo di riconoscimento e valutazione del declino dal precedente livello di funzionamento dell'individuo2 La diagnosi di Malattia di Alzheimer
  • 21. Criteri diagnostici di MA 1. McKhann et al. Alzheimers Dement 2011;7(3):263–269; 2. APA. DSM-5. 2013; 3. WHO. Pocket Guide to the ICD-10 Classification of Mental and Behavioural Disorders. 1994; 4. Dubois et al. Lancet Neurol 2014;13(6):614–629 Per uso nella pratica clinica e per ricerca Per uso solo nella ricerca IWG-2 MA NIA-AA Demenza Probabile MA APA DSM-5 Disturbo Neurocognitivo Probabile MA WHO ICD-10 Demenza Demenza in MA Criteri diagnostici di uso comune APA=American Psychiatric Association; IWG=International Working Group; NIA-AA=National Institute on Aging – Alzheimer’s Association; WHO=World Health Organization Per standardizzare il processo diagnostico, diverse organizzazioni mediche hanno creato criteri diagnostici per la MA. Nella pratica clinica, è richiesta la diagnosi di demenza (o disturbo neurocognitivo) prima della diagnosi di probabile MA.1-3 In un contesto di ricerca, la classificazione di MA probabile non è più necessaria in quanto la patologia dell'Alzheimer può essere identificata in vivo.4
  • 22. La compromissione cognitiva viene rilevata e diagnosticata in base alla storia del paziente/colloquio con un informatore e valutazione cognitiva oggettiva. Compromissione cognitiva o comportamentale in almeno due delle sottostanti funzioni (domini) cognitive: 1. Memoria: capacità di acquisire e ricordare nuove informazioni, es.: • Ripetitività nelle domande o nella conversazione • Perdita di oggetti personali • Dimenticanze di appuntamenti 2. Ragionamento e gestione di compiti complessi (funzioni esecutive) es.: • Ridotta consapevolezza dei rischi per l’incolumità • Incapacità di amministrare denaro • Ridotta capacità di prendere decisioni • Incapacità a pianificare attività complesse e sequenziali; 3. Abilità visuo-spaziali • Incapacità di riconoscere facce o individuare oggetti comuni ; • Incapacità di usare utensili semplici o di vestirsi (aprassia) 4. Linguaggio es.: • Anomie, esitazioni o errori nel parlare e scrivere, 5. Personalità, o nel comportamento e nella condotta es.: • Ansia, depressione, apatia, perdita di interessi, disinibizioni, comportamenti ossessivi compulsivi Riepilogo dei criteri del NIA-AA per la demenza per tutte le cause 1 Sintomi cognitivi o comportamentali che: interferiscono con la capacità di lavorare o alle attività abituali rappresentano un declino dai precedenti livelli di funzionamento e rendimento non sono spiegati dal delirium o dai principali disturbi psichiatrici. 1. McKhann et al. Alzheimers Dement 2011;7(3):263–269; Per uso nella pratica clinica e per ricerca Per uso solo nella ricerca IWG-2 MA NIA-AA Demenza Probabile MA APA DSM-5 Disturbo Neurocognitivo Probabile MA WHO ICD-10 Demenza Demenza in MA Criteri diagnostici NIA-AA
  • 23. • Riepilogo dei criteri NIA-AA per probabile MA1 • I criteri sono soddisfatti per la demenza. • Insorgenza graduale per mesi o anni. • Chiara storia clinica di compromissione cognitiva progressiva. • Deficit cognitivi iniziali e più importanti si manifestano nei seguenti domini:  amnesico (apprendimento e richiamo) + altro dominio cogn.;  non amnesica (multidominio) Linguistica: inizialmente anomia, (+ difficoltà in altri domini) Visuo-spaziale: disor. spaziale, agnosia per oggetti e volti, alessia (+ difficoltà in altri domini) Disecutiva: aprassia, giudizio e problem solving, ragionamento astratto (+ difficoltà in altri domini) • Non devono essere presenti disturbi cerebrovacolari concomitanti, infarti cerebrali multipli o severe intensità di segnale della sostanza bianca ad un esame RMN, caratteristiche tipiche della LBD, o della FTD o altre patologie neurologiche o malattie mediche maggiori concomitanti che potrebbero spiegare il disturbo o uso di farmaci che potrebbero avere un effetto sostanziale sulla cognizione. 1. McKhann et al. Alzheimers Dement 2011;7(3):263–269; Per uso nella pratica clinica e per ricerca Per uso solo nella ricerca IWG-2 MA NIA-AA Demenza Probabile MA APA DSM-5 Disturbo Neurocognitivo Probabile MA WHO ICD-10 Demenza Demenza in MA Criteri diagnostici NIA-AA
  • 24. Prove di declino cognitivo in uno o più domini cognitivi (attenzione complessa, funzione esecutiva, apprendimento e memoria, linguaggio, percezione percettiva-motorio o sociale), basata su: preoccupazione del paziente, informatore o medico una scala di valutazione standardizzata. I deficit cognitivi non si verificano esclusivamente nel contesto del delirio. I deficit cognitivi non sono meglio spiegati da un altro disturbo mentale Per uso nella pratica clinica e per ricerca Per uso solo nella ricerca IWG-2 MA NIA-AA Demenza Probabile MA APA DSM-5 Disturbo Neurocognitivo Probabile MA WHO ICD-10 Demenza Demenza in MA 2. APA. DSM-5. 2013; Sintesi del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, 5a edizione (DSM-5) criteri per disturbo neurocognitivo maggiore / lieve (major/mild=MCI)2 Disturbo neurocognitivo maggiore: i deficit cognitivi interferiscono con l'indipendenza nelle attività quotidiane. Disturbo neurocognitivo lieve: (MCI) i deficit cognitivi non interferiscono con l'indipendenza nelle attività quotidiane. Criteri diagnostici APA DSM-5
  • 25. Riepilogo dei criteri DSM-5 per MA probabile 2 I criteri per il disturbo neurocognitivo maggiore devono essere soddisfatti. Insorgenza insidiosa (subdola) e graduale progressione della compromissione in uno o più domini cognitivi. O: Evidenza di una mutazione genetica causale di MA derivante da anamnesi familiare o test genetici e 1. declino della memoria e dell'apprendimento, e in almeno un altro dominio cognitivo (basato su una storia dettagliata o test neuropsicologici seriali); 2. declino costante e progressivo della cognizione, senza plateau estesi; 3. nessuna evidenza di un'altra malattia o condizione neurologica, mentale o sistemica che possa contribuire al declino cognitivo. 2. APA. DSM-5. 2013; Criteri diagnostici APA DSM-5 Per uso nella pratica clinica e per ricerca Per uso solo nella ricerca IWG-2 MA NIA-AA Demenza Probabile MA APA DSM-5 Disturbo Neurocognitivo Probabile MA WHO ICD-10 Demenza in MADemenza
  • 26. Evidenza di un declino della memoria (specialmente nell'apprendimento di nuove informazioni), e in altre capacità cognitive caratterizzate da deterioramento del giudizio e del pensiero, come la pianificazione e l'organizzazione e l'elaborazione generale delle informazioni. Il declino dovrebbe essere oggettivamente verificato ottenendo una storia attendibile da un informatore, integrata, se possibile, da test neuropsicologici o valutazioni cognitive quantificate. Declino presente per almeno 6 mesi per una diagnosi clinica sicura. Cognizione consapevole dell'ambiente (ad esempio, nessun delirio). Un declino nel controllo o nella motivazione emotiva, o un cambiamento nel comportamento sociale si manifestano come labilità emotiva, irritabilità, apatia o grossolanità del comportamento sociale. 3. WHO. Pocket Guide to the ICD-10 Classification of Mental and Behavioural Disorders. 1994 Per uso nella pratica clinica e per ricerca Per uso solo nella ricerca IWG-2 MA NIA-AA Demenza Probabile MA APA DSM-5 Disturbo Neurocognitivo Probabile MA WHO ICD-10 Demenza Demenza in MA Criteri diagnostici WHO ICD-10 Sintesi della classificazione internazionale delle malattie, 10a revisione (ICD-10) criteri per la demenza3
  • 27. • Riepilogo dei criteri ICD-10 per la demenza in MA3 • I criteri per la demenza sono soddisfatti. • Non ci sono prove dalla storia, dall'esame fisico o dalle indagini speciali di qualsiasi altra possibile causa di demenza, un disturbo sistemico o abuso di alcool o droghe. 3. WHO. Pocket Guide to the ICD-10 Classification of Mental and Behavioural Disorders. 1994 Per uso nella pratica clinica e per ricerca Per uso solo nella ricerca IWG-2 MA NIA-AA Demenza Probabile MA APA DSM-5 Disturbo Neurocognitivo Probabile MA WHO ICD-10 Demenza Demenza in MA Criteri diagnostici WHO ICD-10
  • 28. A più B in qualsiasi momento (in ogni stadio). A. Fenotipo clinico specifico: compromissione della memoria episodica precoce e significativa che include le seguenti caratteristiche: modifica graduale e progressiva della funzione di memoria riportata dal paziente o dall'informante per più di 6 mesi evidenza oggettiva di una sindrome amnetica di tipo ippocampale, basata su prestazioni significativamente compromesse su un test di memoria episodica con specificità stabilita per MA. B. Prove in vivo della patologia di Alzheimer (una delle seguenti): Diminuzione della beta-amiloide insieme ad un aumento della tau nel liquido cerebrospinale (t-tau oppure p-tau) Aumento della ritenzione del tracciante su PET amiloide Mutazione autosomica dominante per MA (presente in APP, PSEN1 o PSEN2). 4. Dubois et al. Lancet Neurol 2014;13(6):614–629 Per uso nella pratica clinica e per ricerca Per uso solo nella ricerca IWG-2 MA NIA-AA Demenza Probabile MA APA DSM-5 Disturbo Neurocognitivo Probabile MA WHO ICD-10 Demenza Demenza in MA Criteri diagnostici IWG-2 Riepilogo dei criteri rivisti del Gruppo internazionale di lavoro (IWG-2) per MA4 I marcatori topografici ( Atrofia RMN, (FDG)-PET TC, con IWG-2 sono riservati per misurare la progressione della malattia e sono stati rimossi dall'algoritmo di diagnosi.
  • 29. Compromissione ai test cognitivi MA: Stadi Asintomatici o Preclinici (CDR=0) Cognitivamente integri MA: Stadi sintomatici (CDR>0) Stadio AD SCI Compromissione Cognitiva Soggettiva Stadio MCI da MA Stadio DA IWG -2 (2014) Stadio Asintomatico a rischio di MA • Evidenza di Biomarkers (Positività per Aβ1-42 e Ttau o Ptau; o PET amiloide) •Potrà o non evolvere in demenza da MA Presintomatica di Demenza da MA •Con mutazione monogenica (es.: APP, PS1, PS2) - FAD •Evolverà in demenza da MA ? Stadio Prodromico di demenza da MA Disturbi memoria episodica-ippocampale Positività per entrambi i biomarker LCR o patofisiologici (PET amiloide) o genetici Demenza da MA Tipica Atipica Mista NIA-AA 2011 Stadio 0 Stadio 1 9-12 aa Stadio2 1-3 aa SNAP (Sospetta fisiopatologia non Alzheimer) Stadio 3 Declino cognitivo subdolo (SCD) 1-2 aa MCI da MA 5-8 aa Demenza da MA 2-2-3 aa (L-M-G) Biomarker Aβ-/ND- Aβ+/ND- Amiloidosi asintomatica PET Amiloide + < CSF Aβ1-42 Aβ+/ND+ FDG PET+/ ƒRMN +/ >CSFτau/pτau / < Corticale, Atrofia Hippocampal e su RMI Aβ-/ND+ (ND= FDG PET/RMI positivo) Aβ+/ND+ Evidenza di un Subdolio Declino Cognitivo rispetto al baseline Prestazioni ridotte a test cognitivi impegnativi Non criteri per MCI NIA-AA 2011 Stadio 0 Stadio 1 Stadio 2 SNAP Stadio 3 % Categorie diagnostiche (Knopman et al., 2013) 43% 16% 12% 23% 3% Rischio % de- menza a 5 aa (Vos et al., 2013) 2% 11% 26% 5% 56% Lieve Moderato Grave Evidente declino cognitivo Deficit funzionali Comparsa dei sintomi
  • 30. Markers diagnostici (o patofisiologici) CSF Aβ 42 - T-τau e P-τau Presenza di Amiloide Marker topografici (o di progressione) (FDG)PET ipometabolismo RMN - atrofia LTM
  • 31. Storicamente, una diagnosi certa di MA poteva essere ottenuta solo con l'autopsia. Nuovi biomarcatori consentono diagnosi in vivo di MA in contesti di ricerca. Nella pratica clinica, i pazienti sono diagnosticati come colpiti da demnza da "probabile MA" basandosi su valutazione cognitiva, test di laboratorio e altre procedure di imaging. La diagnosi di MA richiede anche che altri potenziali tipi di demenza siano esclusi. Le organizzazioni mediche, tra cui l'APA, NIA-AA e l'OMS, hanno creato criteri diagnostici per la MA da utilizzare nella pratica clinica o nella ricerca. I criteri di ricerca IWG-2 per MA forniscono una diagnosi certa della MA sulla base della compromissione della memoria episodica e dell'evidenza dei biomarker. Take home message - Punti chiave
  • 32. Aggiornamento NIA-AA etichettato come “contesto di ricerca"
  • 33. 2011 Il NIA-AA ha creato raccomandazioni diagnostiche separate per il declino preclinico, il decadimento cognitivo lieve e le fasi della demenza della malattia di Alzheimer. 2018 Il NIA-AA ha aggiornato e unificalo le linee guida del 2011. L’aggiornamento è etichettato come “contesto di ricerca" perché è destinato alla ricerca osservativa e interventistica, non alla cura clinica di routine. In un contesto di ricerca la MA viene definita dai processi patologici sottostanti alla malattia che possono essere documentati mediante autopsia o in vivo da biomarcatori. La diagnosi di MA viene formulata in base ad un costrutto biologico che si basa sulla presenza di biomarcatori di malattia nel vivente ancor prima della comparsa del quadro clinico (sindrome demenziale) conseguente alla malattia. I biomarcatori sono raggruppati in quelli di deposizione di amiloide, tau patologica e neurodegenerazione [ Sistema AT(N)].
  • 34.  A: Aβ aggregato o stato patologico associato  CSF Aβ 42 o rapporto Aβ 42 / Aβ 40 - PET amiloide  T: tau aggregato (grovigli neurofibrillari) o stato patologico associato CSF fosforilato tau - PET Tau  (N): neurodegenerazione o danno neuronale RMN - FDG PET - CSF totale tau Sistema AT (N) E’ prematuro e inappropriato utilizzare il Sistema AT(N) nella pratica medica generale Non dovrebbe essere usato per limitare approcci alternativi a ipotetici test che non utilizzano biomarcatori
  • 35. Diagnosi Biologica Un biomarcatore mancante può essere etichettato con un asterisco (*). Ad esempio, A1 (N) 1 senza un biomarcatore T sarebbe A1T * (N) 1. Sistema AT (N) PROFILI AT (N) Categoria dei biomarcatori Continuum patologico della malattia di Alzheimer
  • 36. Nomenclatura descrittiva: stadiazione cognitiva sindromica combinata con biomarcatori Stadio cognitivo Cognitivamente non compromessi MCI Demenza Profilodeiiomarcatori A- T-(N)- Biomarcatori MA normali, cognitivamente intatto Biomarcatori MA normali con MCI Biomarcatori MA normali con demenza A+ T-(N)- Cambiamento patologico dell’Alzheimer preclinico Cambiamento patologico dell'Alzheimer con MCI Cambiamento patologico dell'Alzheimer con demenza Continuum A+ T+ (N)- A+ T+(N)+ MA preclinico MA con MCI (Prodromal MA) MA con demenza A+ T- (N)+ MA e sospetto di concomitante cambiamento patologico non Alzheimer non compromesso cognitivamente MA e sospetto di concomitante cambiamento patologico non Alzheimer con MCI MA e sospetto di concomitante cambiamento patologico non Alzheimer con demenza A- T+(N)- A- T- (N)+ A-T+(N)+ Cambiamento patologico non-Alzheimer cognitivamente normale Cambiamento patologico non-Alzheimer con MCI Cambiamento patologico non-Alzheimer con demenza Lo schema esprime tre "categorie" generali di biomarker basate su profili AT(N):  negativi per malattia di Alzheimer (senza colore),  positivi nel continuum della malattia di Alzheimer (grigio).  con alterazione patologica non di malattia di Alzheimer (azzurro)
  • 37. Stadio cognitivo Sindromico Cognitivamente non compromessi MCI Demenza Profilodeibiomarcatori A- T-(N)- Biomarcatori MA normali, cognitivamente intatto Biomarcatori MA normali con MCI Biomarcatori MA normali con demenza A+ T-(N)- Cambiamento patologico dell’Alzheimer preclinico Cambiamento patologico dell'Alzheimer con MCI Cambiamento patologico dell'Alzheimer con demenza Continuumdell’Alzheimer A+ T- (N)+ MA e sospetto di concomitante cambiamento patologico non Alzheimer non compromesso cognitivamente MA e sospetto di concomitante cambiamento patologico non Alzheimer con MCI MA e sospetto di concomitante cambiamento patologico non Alzheimer con demenza A+ T+ (N)- A+ T+(N)+ MA preclinico MA con MCI (Prodromal MA) MA con demenza Un numero maggiore di biomrcatori AT (N) anormali (cioè uno stadio patologico più severo) indica un rischio maggiore di declino cognitivo a breve termine e lo stadio cognitivo fornisce ulteriori informazioni indipendenti sul rischio di declino cognitivo futuro. Nomenclatura descrittiva: stadiazione cognitiva sindromica combinata con biomarcatori
  • 38. Sistema AT (N) Non dovrebbe essere usato per limitare approcci alternativi a ipotetici test che non utilizzano biomarcatori e dovrebbe essere esaminato in diverse popolazioni E’ prematuro e inappropriato utilizzare il Sistema AT(N) nella pratica medica generale Ci saranno situazioni in cui i biomarcatori non sono disponibili o la loro richiesta sarebbe controproducente per gli obiettivi di ricerca specifici. Il sistema di classificazione AT (N) raggruppa diversi biomarcatori (imaging e fluidi biologici) ciascuno dei quali valuta il processo patologico, è flessibile in quanto possono essere aggiunti nuovi biomarcatori ai tre gruppi AT (N) esistenti quando diventano disponibili, permette di considerare la MA come continuum, e la stadiazione cognitiva può essere compiuta usando un continuum di misure uniformi. Pertanto, la ricerca basata sui biomarcatori non dovrebbe essere considerata un modello per tutte le ricerche sui disturbi cognitivi legati all'età e sulla demenza; piuttosto, dovrebbe essere applicato quando è adatto allo scopo degli obiettivi di ricerca specifici di uno studio.
  • 39. Vengono quindi delineati anche due diversi schemi cognitivi categoriali per mettere di stadiare la gravità del deterioramento cognitivo: uno schema che usa tre tradizionali categorie sindromiche uno schema clinico numerico di sei stadi. Questa impostazione cerca di creare un linguaggio comune con il quale i ricercatori possono generare e testare ipotesi sulle interazioni tra diversi processi patologici (denotati da biomarcatori) e sintomi cognitivi. Stadiazione sindromica del continuum cognitivo e Stadiazione clinico numerica Aggiornamento NIA-AA etichettato come “contesto di ricerca"
  • 40. Demenza Compromissione cognitiva progressiva sostanziale che colpisce diversi domini e / o sintomi neurocomportamentali. Può essere segnalato dall'individuo o da un osservatore (ad esempio, un compagno di studio) o osservato da cambiamenti sui test cognitivi longitudinali. Compromissione cognitiva e / o sintomi neurocomportamentali determinano un evidente impatto funzionale sulla vita quotidiana. Non è più completamente indipendente / richiede assistenza con le attività della vita quotidiana. Questa è la caratteristica principale che differenzia la demenza da MCI. Può essere suddiviso in lieve, moderato e grave Deficit cognitivo lieve (MCI no demenza) Prestazioni cognitive al di sotto dell'intervallo atteso per quell'individuo in base a tutte le informazioni disponibili. Questo può essere basato sul giudizio clinico e / o sulle prestazioni del test cognitivo (che possono o meno basarsi sul confronto con dati normativi con o senza aggiustamenti per età, istruzione, occupazione, sesso, ecc.). Le prestazioni cognitive sono di solito nell'intervallo alterato/anormale in base alle norme di popolazione, ma questo non è richiesto a condizione che le prestazioni siano inferiori all'intervallo previsto per quell'individuo. Oltre alla prova del deterioramento cognitivo, devono essere presenti anche evidenze di declino nelle prestazioni cognitive rispetto al basale. Questo può essere segnalato dall'individuo o da un osservatore (ad esempio, un compagno di studio) o osservato da cambiamenti sui test cognitivi longitudinali / valutazioni comportamentali o da una combinazione di questi. Può essere caratterizzato da presentazioni cognitive che non sono principalmente amnestiche*. Sebbene il disturbo cognitivo sia il criterio clinico di base, i disturbi neuro comportamentali possono essere una caratteristica importante della presentazione clinica**. Svolge in modo autonomo le attività della vita quotidiana, ma la difficoltà cognitiva può determinare un impatto funzionale rilevabile ma lieve sulle attività più complesse della vita quotidiana, riferite dal soggetto o corroborate da un compagno di studio (persona affidabile – che conosce il soggetto). Cognitivamente normale Prestazioni cognitive nell'intervallo atteso per quell'individuo in base a tutte le informazioni disponibili. Questo può essere basato sul giudizio clinico e / o sulle prestazioni al test cognitivo (che possono o meno essere basate sul confronto con dati normativi, con o senza aggiustamenti per età, istruzione, occupazione, sesso, ecc.). Le prestazioni cognitive possono essere nell'intervallo alterato / anormale in base alle norme di popolazione, ma le prestazioni sono comprese nell'intervallo previsto per quell'individuo. Un sottogruppo di individui cognitivamente non compromessi può segnalare un declino cognitivo soggettivo e / o dimostrare un minimo declino nei test cognitivi seriali. Stadiaizone sindromica del continuum cognitivo: applicabile a tutti i membri di una coorte di ricerca indipendente dai profili dei biomarcatori
  • 41. Staging clinico numerico: Applicabile solo agli individui nel continuum della malattia di Alzheimer * Per gli Stadi 1-6: le prestazioni del test cognitivo possono essere confrontate con i dati normativi di scelta dei ricercatori, con o senza aggiustamento (scelta degli investigatori) per età, sesso, istruzione, ecc. Fase 1 Prestazioni nel range atteso su test cognitivi oggettivi. Le prestazioni possono essere confrontate con i dati normativi scelti dai ricercatori, con o senza aggiustamento (scelta dei ricercatori) per età, sesso, istruzione, ecc.* Non viene segnalato il recente declino cognitivo o la comparsa di sintomi neurocomportamentali preoccupanti. Nessuna evidenza di declino cognitivo recente o di nuovi sintomi neuro comportamentali da parte di un osservatore (ad es. Partner dello studio) o da un esame cognitivo longitudinale se disponibile. Fase 2 Prestazioni normali nell'intervallo atteso su test cognitivi oggettivi. Declino cognitivo di transizione: diminuzione del precedente livello della funzione cognitiva, che può coinvolgere tutti i domini cognitivi (cioè, non esclusivamente la memoria). Può essere documentato attraverso la segnalazione soggettiva del declino cognitivo della persona. Rappresenta un cambiamento rispetto allo stato di base individuale negli ultimi 1-3 anni e persistente per almeno 6 mesi. Può essere corroborato da informatore ma non richiesto. Oppure può essere documentato da prove di un sottile declino sui test cognitivi longitudinali ma non richiesto. Oppure può essere documentato sia dalla informazione soggettiva di declino che dalle prove oggettive sui test longitudinali. Sebbene la cognizione sia la caratteristica principale, possono coesistere lievi cambiamenti neurocomportamentali, ad esempio cambiamenti di umore, ansia o motivazione. In alcuni individui, il disturbo primario può essere neurocomportamentale piuttosto che cognitivo. I sintomi neurocomportamentali dovrebbero avere un esordio recente chiaramente definito, che persiste e non può essere spiegato dagli eventi della vita^ Nessun impatto funzionale sulle attività quotidiane. ^ Per gli stadi 2-6: sebbene la cognizione sia la caratteristica principale, possono coesistere cambiamenti neuro comportamentali, ad esempio cambiamenti di umore, ansia o motivazione.
  • 42. Fase 3 Prestazione alterata / anormale nel range dei test cognitivi oggettivi. Prove di declino dal basale, documentate dalla persona o da un osservatore (es., partner dello studio) o da cambiamenti sui test cognitivi longitudinali o valutazioni neuro comportamentali. Può essere caratterizzato da presentazioni cognitive che non sono principalmente amnestiche^^. Svolge in modo autonomo le attività della vita quotidiana, ma la difficoltà cognitiva può determinare un impatto funzionale rilevabile ma lieve sulle attività più complesse della vita quotidiana, cioè può richiedere più tempo o essere meno efficiente, ma può essere completata, riferita o corroborata da un compagno di studio. Fase 4 Lieve demenza Grave deterioramento cognitivo progressivo che interessa diversi domini e / o disturbi neuro comportamentali. Documentato dal rapporto dell'individuo o dal rapporto di un osservatore (ad esempio, partner di studio) o da modifiche ai test cognitivi longitudinali. Impatto funzionale chiaramente evidente sulla vita quotidiana, che interessa principalmente le attività strumentali. Non è più completamente indipendente / richiede assistenza occasionale con le attività della vita quotidiana. Fase 5 Demenza moderata Compromissione cognitiva progressiva o cambiamenti neuro comportamentali. Ampio impatto funzionale sulla vita quotidiana con compromissione delle attività di base. Non è più indipendente e richiede un'assistenza frequente nelle attività della vita quotidiana. Fase 6 Grave demenza Compromissione cognitiva progressiva o cambiamenti neuro comportamentali. Il colloquio clinico potrebbe non essere possibile. Dipendenza completa a causa di un grave impatto funzionale sulla vita quotidiana con compromissione delle attività di base, inclusa l’assistenza di base. ^^ Per le fasi 3-6: il deterioramento cognitivo può essere caratterizzato da presentazioni che non sono principalmente amnestiche. Staging clinico numerico: Applicabile solo agli individui nel continuum della malattia di Alzheimer
  • 43. Marcatori e stima degli anni per la della comparsa dei sintomi Adattata da N Engl J Med 367;9 NEJM.ORG August 30, 2012
  • 44. Il lungo lento accumulo di alterazioni patologiche prima dell’esordio clinico della demenza da MA Il tempo tra la deposizione di Aβ, le alterazioni neurodegenerative ed i deficit cognitivi può variare in relazione: alla riserva cognitiva, a patologie cardio e cerebrovascolari o malattie concomitanti  fattori ambientali che potrebbero contribuire a significative variazioni interindividuali di questi intervalli. Villemagne et al., 2013
  • 45. Dementia: The rising global tide of cognitive impairment Nat. Rev. Neurology volume12, pages131–132 (2016) Modello ipotetico del continuum patologico-clinico della MA sporadica 1. Stadio preclinico: asintomatico, a rischio Durata: decenni (fino a 25 aa) • L'amiloide-β si accumula nel cervello • La P-tau porta gradualmente alla perdita neuronale La patologia è cominciata, le persone possono notare un cambiamento ma non mostrano segni di declino cognitivo rilevabile ai test. Stadio in cui il paziente sa, ma il medico no • Biomarcatori e profilo genetico possono indicare il rischio di progressione della malattia e rivelare l'AD sottostante Dementia: The rising global tide of cognitive impairment. Available from: https://www.researchgate.net/publication/291328836_DEMENTIA_The_rising_global_tide_of_cognitive_impairment 2. Stadio Prodromico: MCI Durata: ~ 7 anni (>10 aa) Sottotipi: • MCI progressivo • MCI causata da AD • Sindrome amnesica di tipo ippocampale I cambiamenti cognitivi preoccupano la persona e / o la famiglia • Le persone sviluppano deficit della memoria e / o altri deficit, ma non abbastanza gravi da interferire con la ADL • I biomarcatori possono determinare la diagnosi eziologica 3. Stadio sindromico: Demenza (lieve, moderata,grave) Durata: ~ 7 anni; (>15 aa) Perdita delle capacità cognitive con compromissione della memoria e almeno un altro dominio cognitivo La compromissione interferisce con le attività della vita quotidiana con progressiva perdita delle autonomie e della indipendenza Disease Research: Diagnostic Screening for Alzheimer’s Disease: Economics, Policy, and Unanswered Questions Thu, 04/28/2016 - 10:01amby Jillian Godfrey Scaife et al.
  • 46. • Per qualsiasi individuo il rischio lifetime di sviluppare una demenza è di circa 10-12% (Breitner et al Neurol 1999). • Parenti di primo grado di una persona con AD hanno un rischio cumulativo di sviluppare AD corso della vita di circa il 15-30%, questo rischio è mediamente di circa 2,5 volte quella del rischio della popolazione generale (27% vs 10,4%). La prevalenza della malattia aumenta con l’avanzare dell’età: 1% <65aa 11% 65-80aa 35% 80-90aa >40% >90aa Qual è il rischio di sviluppare la demenza di Alzheimer?
  • 47. 1. Jiang et al. Curr Alzheimer Res 2013;10(8):852–867; 2. Bendlin et al. Mauritas 2010;65(2):131–137; 3. Sando et al. BMC Neurol 2008;8:9 L'eziologia della MA non è completamente compresa1 Fattori genetici direttamente collegati alla MA ad esordio precoce (EOAD: casi familiari rappresentano l'1-5% dei casi) 1 Mutazioni nei geni APP, PSEN1 e PSEN2 Fattori di rischio genetici per le forme sporadiche di MA2 ApoE ɛ4 - aumento del rischio di MA (3-13 volte3) ApoE ɛ2 - in alcuni studi moderata riduzione rischio di MA Fattori ambientali1  Esposizioni professionali  Condizioni mediche preesistenti  Fattori di stile di vita Che cosa causa la malattia di Alzheimer? ApoE=apolipoproteina E; APP=proteina precursore dell’amiloide; PSEN=gene della presenilina Fattori di rischio e Fattori protettivi
  • 48. Fattori di rischio Fattori protettivi Età avanzata Genere Femminile Genetici • Casi familiari (due o più membri della famiglia con la malattia) • Allele ApoE ε4 • Altri geni di suscettibilità (ad es.: CR1, PICALM, CLU, TREM2, TOMM40) Vascolari e metabolici •Aterosclerosi •Lesioni macro e micro vascolari cerebrali •Malattie cardiovascolari •Diabete mellito e pre-diabete •Ipertensione della mezza età •Sovrappeso e obesità mezza età •Ipercolesterolemia della mezza età Stile di vita • Sedentarietà • Fumo • Eccessivo consumo di alcol Dieta e nutrizione • Grassi saturi • Iperomocisteinemia • Carenza di vitamina B6, B12, e folato Altri • Depressione • Trauma cranico • Esposizione professionale (ad es.: campi elettromagnetici a frequenza molto bassa • Agenti infettivi (ad es.: herpes virus, di tipo I, Chlamydophila pneumoniae, spirochete) Genetici • Alcuni geni proposti (ad es.: APP, allele ApoE ε2) Fattori psicosociali • Istruzione superiore e status socioeconomico • Elevata complessità del lavoro • Solida rete sociale e impegno sociale • Attività mentali stimolanti Stile di vita • Attività fisica • Consumo di piccole o moderate quantità di alcol Dieta e nutrizione • Dieta mediterranea • Acidi grassi polinsaturi e grassi ittici • Vitamina B6, vitamina B12, e folati • Vitamine antiossidanti (A, C, E) • Vitamina D Farmaci • Antiipertensivi • Statine • Terapie ormonali sostitutive • Antiinfiammatori non-steroidei Winblad et al. Lancet Neurol 2016;15:455–532 Fattori di rischio e fattori protettivi per la malattia di Alzheimer (e altre demenze) CLU=clusterin; TREM2=triggering receptor expressed on myeloid cells 2; TOMM40=translocase of outer mitochondrial membrane 40 homologue ApoE=apolipoprotein E; APP=amyloid precursor protein; CR1=complement component receptor 1; PICALM=phosphatidylinositol-binding clathrin assembly protein;
  • 49. Infiammazione Insulti vascolari Accumulo nel tempo dei fattori di rischio della malattia di Alzheimer aResilience to neuropathological damage Jiang et al. Curr Alzheimer Res 2013;10(8):852–867; Bendlin et al. Maturitas 2010;65(2):131–137; Winblad et al. Lancet Neurol 2016;15:455–532 Fattori Protettivi Fattori di rischio 0 20 60 75 Adult life Middle age Late life Transizione Demenza ApoE, altri geni Dieta malsana Abuso di Alcolici Fumo IpertensioneObesità Ipercolesterolemia Diabete Danni neuronali Depressione Dieta Nutrizione Formazione Riserva cognitivqa Attività mentale e sociale Attività fisica Genetica Farmaci Alcool moderata quantità Caffé Genetica
  • 50. Riduzione del 10% di esposizione a fattori di rischio ridurrebbe del 3,3% i nuovi casi Riduzione del 25% di esposizione a fattori di rischio ridurrebbe del 8,8% i nuovi casi Molto realisticamente …. (OMS Report 2012) *Barnes e Yaffe 2011 * Aumento per aa 9.900.00: < 326.700-871.200 2050: 135.460.000: <4.470-180 – 11.920.480 Italia 2030: 1.609.00: 53.097 – 141.592 7 Fattori di rischio per demenza di Alzheimer
  • 51. L'effetto previsto della riduzione dei 7 fattori di rischio sulla prevalenza della malattia di Alzheimer THE LANCET Neurology, July 2011 Deborah E Barners, Kristine Yaffe 25% di riduzione 10% di riduzione Una riduzione del 10-25% in tutti e 7 i fattori di rischio può prevenire potenzialmente 1,1-3,0 milioni di casi in tutto il mondo
  • 53. Si può prevenire la demenza di Alzheimer?
  • 54. Quale prevenzione? Un insieme di attività, azioni ed interventi attuati per promuovere e conservare lo stato di salute ed evitare l’insorgenza di malattie. In relazione al diverso tipo e alle finalità perseguibili si distinguono tre livelli di prevenzione:  primaria,  secondaria,  terziaria.
  • 55. Alzheimer: Stato clinico, Alterazioni cerebrali e sintomi, Strategie di trattamento Tipo di prevenzione Normale Prodromi co (MCI) Demenza Stadio 0 Stadio 1 Stadio 2 Stadio 2 STADIO Stadio 0 Stadio 1 Stadio 2 Stadio 3 Stadio Clinico Normale Asintomatico “o” Presintomatico Prodromico (MCI) Demenza da MA N° Persone ???? 20-60 milioni (USA) 10-15 milioni USA 5.300.000 Stato cerebrale No malattia Iniziali Cambiamenti cerebrali Cambiamenti cerebrali Sintomi clinici No sintomi No sintomi Lievi sintomi evidenziabili ai test Deficit cognitivi Fase Lieve, Moderata, Grave FASE Fase Preclinica Disease Modifying Therapy Fase Prodromica Trattamenti sintomatici Prevenzione Primaria Secondaria Terziaria Strategie Identificare persone a rischio e Migliorare stile di vita Prevenire i disturbi cognitivi: migliorare stile di vita Disease Modifying Therapy Ritardare comparsa della patologia < produzione Aβ42 Prevenire P-Tau Rallentare progressione disturbi cognitivi Ridurre:  accumulo Aβ42 neuro degenerazione con anti-tau o agenti neuro protettivi Ritardare progressione della demenza con stimoli multidimensionali. Prevenire e trattare BPSD Prevenire ripristinando i neurotrasmettitori e morte neuroni con neuroprotettivi Progressione biologico - clinica della patologia degenerativa
  • 56. Fonte: Lancet Commission on Dementia Prevention and are. Credit: Keck Medicine of USC Conferenza Internazionale 2017 dell'Alzheimer's Association (AAIC) e pubblicata in The Lancet, All'inizio della vita se si: 1. Frequenta la scuola almeno fino a 15 aa di età; poi apprendendo per tutta la vita In età media, si può ridurre il rischio fino al 20% se si: 2. Compensa la perdita dell'udito 3. Evita o tratta l'ipertensione 4. Evita l'obesità In età avanzata, si può ridurre il rischio di un altro 15% se si: 5. Smette di fumare 6. Tratta la depressione 7. Aumenta l'attività fisica 8. Controlla il diabete 9. Aumenta l’interazione sociale Aumentare Scolarizzazione Attività fisica Socializzazione Diminuire Deficit udito Ipertensione Obesità Fumo Depressione Diabete 1 caso di demenza su 3 può essere prevenuto con queste 9 azioni: < 30%
  • 57. La nutrizione nella prevenzione e trattamento della malattia di Alzheimer e di altre forme di demenza I nutrienti bioattivi, per la loro capacità di influenzare i processi biochimici e biologici, sono considerati fattori su cui intervenire per preservare uno stato cerebrale sano. fonti: http://www.dailymail.co.uk/news/article-2081079/Junk-food-really-DOES-mess-brain-Research-shows-trans-fats-causes-brain-damage.html?ito=feeds- newsxml http://www.foodnavigator.com/Science-Nutrition/Trans-fats-and-nutrient-intake-linked-to-Alzheimer-s-brain-shrinkage http://www.huffingtonpost.com/2011/12/29/brain-food-nutrients-sharp-vitamins_n_1173876.html http://www.cbsnews.com/8301-500368_162-57349422/diet-patterns-linked-with-brain-health/
  • 58. Dieta e metodi di cottura nella prevenzione della malattia di Alzheimer *Nella prospettiva di una dieta sana, dovrebbero essere considerati anche i metodi di cottura. Infatti, le procedure di cottura possono modificare il contenuto dietetico originario, contribuendo non solo alla perdita di nutrienti sani, ma anche alla formazione di tossine, compresi i prodotti finali di glicazione avanzata (AGE). Questi composti nocivi sono adsorbiti a livello intestinale e possono contribuire al processo di invecchiamento. L'accumulo di AGE nell'invecchiamento ("AGE- ing") è ulteriormente coinvolto nella esacerbazione della neuro degenerazione e molte altre malattie croniche. *Giulia Abate e coll., Oxidative Medicine and Cellular Longevity. Volume 2017, Article ID 7039816, 10 pages https://doi.org/10.1155/2017/7039816 Nutrition and AGE-ing: Focusing on Alzheimer’s Disease
  • 59. 15 Esercizi cerebrali per prevenire la malattia di Alzheimer e la demenza
  • 60. Condizioni mediche preesistenti legate al morbo di Alzheimer Reviewed in: Jiang et al. Curr Alzheimer Res 2013;10(8):852–86 Fattori di stile di vita modificabili legati alla malattia di Alzheimer Prevenzione