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La Porta Magica del Marchese di Palombara

  1. La Porta Magica di Piazza Vittorio Emanuele, a Roma, è uno dei pochi monumenti alchemici giunti fino a noi, famosa per i suoi simboli e le sue iscrizioni. Essa costituiva uno degli ingressi di Villa Palombara sull’Esquilino, dove il marchese Massimiliano riuniva le persone più colte di quei tempi, come Cristina di Svezia, il gesuita padre Athanasius Kircher, l’astronomo Domenico Cassini, ed altri.
  2. La “porta” può essere considerata un piccolo ma esauriente trattato di alchimia. Sugli stipiti vediamo simboli alchemici, alternati da massime ermetiche indicanti passaggi, consigli, istruzioni per chi si accinge alla “Grande Opera”, cioè alla “trasformazione del piombo in oro”. Vediamo ora in dettaglio ogni singola componente della porta.
  3. Il bassorilievo sull’architrave Il bassorilievo che sormonta l’architrave è identico al frontespizio del saggio rosacrociano”Aureum Seculum Redivivum” di Henricus Madathanus. Ciò farebbe pensare che anche il Marchese di Palombara facesse parte dei Rosacroce, confraternita esoterica e segreta il cui fine mirava ad una fratellanza universale. Sembra che lo stesso simbolo venne ritrovato come ex-libris tra le carte di Berenger Sauniere, curato di Rennes-le-Château, un paesino francese al centro di arcani misteri. Per lungo tempo l’ex-libris è stato visibile nel piccolo museo locale, finché non è stato misteriosamente trafugato da ignoti.
  4. Il bassorilievo sull’architrave Nella cornice esterna del bassorilievo circolare troviamo un’epigrafe in cui è espresso il concetto della Trinità: TRIA SUNT MIRABILIA: DEUS ET HOMO; MATER ET VIRGO; TRINUS ET UNUS «Tre sono le cose mirabili: Dio e Uomo; Madre e Vergine; Trino e Uno»
  5. Il bassorilievo sull’architrave Nel fondo del bassorilievo vediamo due triangoli incrociati che formano una stella a sei punte, il “Sigillo di Salomone”, simbolo dell’unione di acqua e fuoco, Spirito e Materia. “Ciò che è in alto è come ciò che è in basso”
  6. Il bassorilievo sull’architrave Sulla parte inferiore del sigillo vi è un cerchio più piccolo con la scritta: «Centrum in trigono centri», sormontato dalla croce dei quattro elementi e con al centro il simbolo solare. E’ tutta una simbologia complessa che indica il processo di reintegrazione dell’Uomo nel Cosmo, l’Unità nel Tutto.
  7. L’architrave In alto sull’architrave, in ebraico, è l’invocazione allo Spirito Santo: RUAH ELOHIM La sua presenza sta ad indicare che nulla si può operare senza il suo aiuto.
  8. L’architrave Segue l’avvertimento che non si entra nel giardino delle Esperidi, e cioè attraverso la porta, senza prima uccidere il drago che ne sta a guardia. HORTI MAGICI INGRESSUM HESPERIUS CUSTODIT DRACO ET SINE ALCIDE COLCHICAS DELICIAS NON GUSTASSET IASON «Il drago delle Esperidi custodisce l’ingresso del magico giardino e senza Alcide (Ercole) Giasone non avrebbe assaporato le delizie della Colchide» Il drago rappresenta le passioni, gli istinti; Ercole la volontà; con la vittoria sul drago s’inizia la pratica alchemica, il cui svolgimento è indicato sugli stipiti della porta, dove si distinguono le tre fasi del processo alchemico: il nero, il bianco ed il rosso.
  9. Gli stipiti 1 – Simbolo di Saturno QUANDO IN TUA DOMO NIGRI CORVI PARTURIENT ALBAS COLUMBAS TUNC VOCABERIS SAPIENS «Quando nella tua casa neri corvi partoriranno bianche colombe, allora sarai detto saggio» Saturno rappresenta la materia prima, il piombo, il nero. In questa iscrizione è indicata la trasformazione del piombo (i neri corvi) in argento (le bianche colombe), il passaggio dal nero al bianco.
  10. Gli stipiti 2 – Simbolo di Giove DIAMETER SPHAERAE THAU CIRCOLI CRUX ORBIS NON ORBIS PROSUNT «Il diametro della sfera, il tau del circolo, la croce del globo non giovano ai ciechi» Giove, lo stagno, corrisponde al Nous, alla mente illuminata, l’obiettivo cui tende l’adepto. L’iscrizione è un ammonimento che la scienza ermetica non può essere compresa, né essere utile, ai profani.
  11. Gli stipiti 3 – Simbolo di Marte QUI SCIT COMBURERE AQUA ET LAVARE IGNE FACIT DE TERRA CAELUM ET DE CAELO TERRA PRETIOSAM «Chi sa bruciare con l’acqua e lavare col fuoco, fa della terra cielo e del cielo terra preziosa» Marte, il ferro, corrisponde alla volontà necessaria per portare a termine l’Opera. Nell’iscrizione è racchiuso il concetto fondamentale dell’Alchimia, il “Solve et coagula”.
  12. Gli stipiti 4 – Simbolo di Venere SI FECERIS VOLARE TERRAM SUPER CAPUT TUUM EIUS PENNIS AQUAS TORRENTIUM CONVERTES IN PETRAM «Se avrai fatto volare la terra sopra la tua testa con le sue penne convertirai in pietra le acque dei torrenti» Venere, il rame, corrisponde all’amore. Anche in questa iscrizione si ritrova il principio del “solve et coagula”. Le penne sono i vapori che s’innalzano dal fondo dell’Uovo Filosofico, dove sono Zolfo, Mercurio e Sale. Si tratta di mutare una sostanza inizialmente solida (terra) in sostanza liquida (acqua), tramutarla in aria (volatile) e poi fissarla in pietra argentea ed aurea.
  13. Gli stipiti 5 – Simbolo di Mercurio AZOT ET IGNIS DEALBANDO LATONAM VENIET SINE VESTE DIANA «L’Azot e il fuoco sbiancando Latona, vedrà senza veste Diana» Mercurio, l’argento vivo, indica la fase del Bianco. L’Azot è il “mercurio dei saggi”, l’intelletto agente; il “fuoco” è quello interiore, quello della volontà. Quando la Materia (Latona) sarà stata del tutto purificata, Diana appare nuda, si realizza l’argento, cioè la chiarezza e la purezza mentale, l’Iside svelata.
  14. Gli stipiti 6 – Simbolo Solare FILIUS NOSTER MORTUUS VIVIT REX AB IGNE REDIT ET CONIUGIO GAUDET OCCULTO «Il nostro figlio morto vive, torna Re dal fuoco e gode dell’occulto accoppiamento» È la realizzazione del Rebis, la nascita del figlio regale, la fase al “rosso”, simboleggiata dalla fenicie che rinasce dalle proprie ceneri. Spirito e materia sono diventati tutt’uno: è il frutto delle “nozze alchemiche”.
  15. La soglia SI SEDES NON IS «Se ti siedi, non entri» Sulla soglia è iscritto una specie di doppio senso: Questa frase, però, può leggersi anche al contrario: SI NON SEDES IS «Se non ti siedi, entri» È l’invito a non indugiare, ad operare.
  16. La soglia EPIGRAFE EST OPUS OCCULTUM VERI SOPHI APERIRE TERRAM UT GERMINEM SALUTEM PRO POPULO «È opera occulta del vero sapiente aprire la terra, affinché germini la salvezza per il popolo» L’iscrizione finale, che troviamo accanto al simbolo della monade, conclude il viaggio ermetico ricordando all’aspirante adepto il vero fine del suo operato, cioè il bene degli altri, e non il proprio.
  17. F I N E Testi e immagini dei simboli ricavati dall’articolo “La magia di una porta” di Anna Maria Partini, pubblicato sulla rivista “Hera”, n° 12 del Dicembre 2000. Immagine di apertura: Giulio Coluzzi Presentazione realizzata da Giulio Coluzzi (2004)
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