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Disturbi della personalità
Written by: Piero PetriniOn: 26 June 2013

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I disturbi della personalità sono delle patologie del funzionamento psichico che colpiscono in modo particolare l’area
delle relazioni interpersonali, del comportamento e della impulsività, caratterizzate di essere “al limite” tra le psicosi e le
nevrosi, e di avere come caratteristica comune la “patologia del limite”. Può anche essere definito come un modello
costante di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente dalle aspettative di cultura dell’individuo.
Schematicamente, possiamo notare anche che la linea di “confine” tra l’area nevrotica, psicosomatica e l’aria psicotica
è “l’area borderline” o degli “stati limite”, ed è abbastanza ampia. Secondo alcuni autorevoli Autori (A. Green, 1990; E.
Gilliéron, 1995; 2006) la letteratura americana ingloba il concetto di “borderline” per i casi più gravi e mischia gli stati
limite con i pre-psicotici: una parte degli psicoanalisti americani, infatti, segue questa via. Autori come H. F. Searls, i
seguaci della scuola kleiniana, come H. Segal, H. Rosenfeld, lo stesso Bion, e poi i winnicottiani, come M. Khan, M.
Milner, gli studiosi della Scuola francese di Psicosomatica come M. de M’Uzan, P. Marty, poi M. Bouvet, i seguaci di J.
Lacan, gli psicoanalisti della Società Francese di Psicoanalisi come J. Bergeret, A. Green, lo svizzero E. Gilliéron, e poi
altri come M. Mahler e, naturalmente, O. Kernberg e Gabbard hanno idee abbastanza diverse tra di loro, anche se, in
generale, sono d’accordo sul fatto che i pazienti “borderline” abbiano una struttura che li diversifica sia dai nevrotici, sia
dagli psicotici, che dagli psicosomatici.
I tratti di personalità sono modelli costanti di percepire, rapportarsi e pensare nei confronti dell’ambiente e di se stessi,
che si manifestano in un ampio spettro di contesti sociali. Quando un “tratto” diventa così preponderante da
sottomettere tutti gli altri, nasce il disturbo. I tratti, in questo caso, sono rigidi e non adattativi e causano sofferenza
soggettiva e significativa compromissione del funzionamento socio-relazionale e lavorativo.
I Disturbi della Personalità hanno una frequenza variabile dal 13 al 20 per cento di tutti i disturbi psichiatrici,
esordiscono come insieme di tratti nell’età adolescenziale o nella prima età adulta e si stabilizzano come quadro di stato,
persistente e riconoscibile nel tempo; si discostano in modo evidente dalle aspettative del contesto culturale e sociale
dell’individuo; sono pervasivi e relativamente rigidi nelle loro varie manifestazioni individuali e sociali; determinano
significative compromissioni sul versante relazionale, lavorativo e sociale o sofferenza e disagio soggettivi.
La Classificazione secondo il DSM 5 e l’ICD 10 – CM è la seguente:
Cluster A dei Disturbi della Personalità secondo il DSM 5 ed ICD 10 CM
Disturbo di Personalità Paranoide (301.0, F60.0)
Disturbo di Personalità Schizoide (301.20, F60.1)
Disturbo di Personalità Schizotipico (301.22, F21)
“Gli individui con questi disturbi appaiono spesso "strani" o eccentrici”, chiusi in se stessi, dubitativi e preoccupati.
Cluster B dei Disturbi della Personalità secondo il DSM 5 ed ICD 10 CM
Disturbo di Personalità Antisociale (301.7, F60.2)
Disturbo di Personalità Borderline (301.83, F60.3
Disturbo di Personalità Istrionico (301.59, F60.4)
Disturbo di Personalità Narcisistico (301.82, F60.6)
“Gli individui con questi disturbi appaiono spesso drammatici, emotivi o imprevedibili, con tendenza all’acting e a
meccanismi di manipolazione e perversione”.
Cluster C dei Disturbi della Personalità secondo il DSM 5 ed ICD 10 CM
Disturbo di Personalità Evitante (301.82, F60.6)
Disturbo di Personalità Dipendente ( 301.6, F 60.7)
Disturbo di Personalità Ossessivo-Compulsivo (301.4, F 60.5)
Disturbo di Personalità Dipendente, Ossessivo-Compulsivo (F60.6; F60.7; F60.5)
Disturbo di Personalità Non Altrimenti Specificato (F60.9).
“Gli individui con questi disturbi spesso appaiono ansiosi e paurosi”.
Altri Disturbi della personalità
Disturbo di personalità in seguito a problematiche mediche (301.1, F07.0)
Altri Specifici Disturbi della personalità (301.89, F60.89)
Disturbi della Personalità Non Specifici (301.9, F 60.9)
Nel DSM 5 è stato presentato, nella III sezione, anche un modello alternativo per la diagnosi dei disturbi della
personalità; tale modello alternativo considera i livelli di funzionamento della personalità (Identità, auto determinazione,
Empatia e intimità delle relazioni), i tratti patologici, la pervasività e la stabilità del disturbo ed il rapporto con altri
disordini mentali. Considera inoltre uno o più tratti dominanti patologici di personalità, come affettività ed emozioni
negative.
Nella clinica i disturbi più frequent sono il NAS (Non altrimenti specificato) per la difficoltà di fare diagnosi; Il disturbo
isterico, seppure non riportato nel DSM IV° TR, e nel DSM 5, è il più diagnosticato, poi Il Disturbo Bordeline di
Personalità ed il Narcisista (secondo le classificazione DSM IV TR).
I pazienti con questo tipo di disturbi vengono al nostro cospetto spinti spesso dalle persona vicine. Questa categoria di
disturbi è caratterizzata dal fatto che soffrono più gli altri che lo stesso paziente, seppure, ci può essere una sofferenza
che può portare all’uso di droghe, di alcool fino al suicidio.
Il disturbo Borderline è quello con il più alto tasso di suicidio in percentuale; I sintomi più frequenti, dei disturbi, sono
l’impulsività, la dipendenza, la mancanza del concetto del limite, la difficoltà, in generale nelle relazioni sociali.
Importante poi la gravità del disturbo. Ogni disturbo è a se stante ed ogni persona con il suo disturbo è diversa dagli altri.
(Quanto è borderline questo borderline?). Per tale motivo nel dsm 5, come abbiamo detto, è stata aggiunta una parte
che tratta proprio della gravità dei disturbi.
Il problema della unicità del disturbo o della patologia è importante per la cura; questo crea difficoltà per l’uso dei farmaci
( proprio per questo nessun farmaco ha la dicitura per uno qualsiasi dei disturbi della personalità) e ci vuole un intervento
psicoterapeutico da parte di persone esperte del trattamento dei disturbi di personalità. Importante la diagnosi. Se non
viene fatta una diagnosi corretta, il lavoro clinico è destinato al fallimento. Come abbiamo già detto è la vita di relazione
del paziente ad essere messa in difficoltà, per svariati motivi, diversi per ogni disturbo, ma tale modalità pervasiva invade
tutte le relazioni e tutti i contesti, creando al paziente. problemi, difficoltà, crisi..
La credenza che in età evolutiva i disturbi si presentano con manifestazioni diverse rispetto ai sintomi presenti in età
adulta è in parte vera, in parte sbagliata Nell’età evolutiva si parla di funzionamento della personalità; non è detto che
un funzionamento borderline od antisociale in adolescenza, se trattato, evolva in un Disturbo nell’età adulta. Vero è che
le persone che hanno avuto delle problematiche affettive nell’infanzia con le figure genitoriali o con figure di riferimento,
hanno più provabilità di sviluppare un disturbo della personalità; infatti si parla molto del fatto che all’ origine di tali
patologie ci siano dinamiche psicologiche disfunzionali vissute nell’infanzia con i caregivers. Una madre incapace di
comunicare le emozioni al bambino ed un padre che non riesce ad inserirsi nella relazione affettiva. Il passaggio della
comunicazione tra madre e bambino non è solo verbale o non verbale, ma anche e specialmente affettivo. Il cosiddetto
caragivers passa una sicurezza affettiva al bambino. Se questa comunicazione affettiva è carente o distorta, si possono
avere le patologie della personalità
Per quanto riguarda la cura, esistono molte tecniche psicoterapeutiche che sono state sperimentate e studiate per
questi disturbi. I farmaci contengono, ma non convincono, ne’ curano. Sono sintomatici. Anche i ricoveri, se non nella
crisi, non sono efficaci. Utili i Day Hospital in centri specifici, come il nostro al San Camillo, ASL RM D. La Psicoterapia è
comunque il trattamento unico per questi disturbi, associata ai farmaci. Quasi tutte le psicoterapie sono indicate per i
disturbi della personalità. Il fatto che la cura è psicoterapica non vuol dire che i farmaci non siano necessari, anzi, sono
utilissimi a ridurre l’ansia, la depressione ed a stabilizzare l’umore del paziente, impedendo acting, agiti e momenti di
depressione.
Ma ripeto, la cura è la psicoterapia.
Bibliografia
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Piero Petrini
Medico Chirurgo, Psichiatra, Neurologo, Psicoterapeuta Psicoanalitico; Perfezionato in tecniche psicoterapiche ad
indirizzo analitico. Responsabile "CENTRO DISTURBI della PERSONALITA' San Camillo DSM ASL RM D di Roma.
Presidente del Centro di Psichiatria e Psicoterapia di Roma e di Ancona; presidente della Società Italiana di Psicoterapia
(SIPSIC); membro del Direttivo SISST (Società Italiana per lo Studio dello Stress Traumatico); Fondatore della Società
Italiana di Psicodiagnostica Clinica (SIPDC).

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Disturbi della personalità dsm 5

  • 1. Disturbi della personalità Written by: Piero PetriniOn: 26 June 2013 font size Print Email Be the first to comment! I disturbi della personalità sono delle patologie del funzionamento psichico che colpiscono in modo particolare l’area delle relazioni interpersonali, del comportamento e della impulsività, caratterizzate di essere “al limite” tra le psicosi e le nevrosi, e di avere come caratteristica comune la “patologia del limite”. Può anche essere definito come un modello costante di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente dalle aspettative di cultura dell’individuo. Schematicamente, possiamo notare anche che la linea di “confine” tra l’area nevrotica, psicosomatica e l’aria psicotica è “l’area borderline” o degli “stati limite”, ed è abbastanza ampia. Secondo alcuni autorevoli Autori (A. Green, 1990; E. Gilliéron, 1995; 2006) la letteratura americana ingloba il concetto di “borderline” per i casi più gravi e mischia gli stati limite con i pre-psicotici: una parte degli psicoanalisti americani, infatti, segue questa via. Autori come H. F. Searls, i seguaci della scuola kleiniana, come H. Segal, H. Rosenfeld, lo stesso Bion, e poi i winnicottiani, come M. Khan, M. Milner, gli studiosi della Scuola francese di Psicosomatica come M. de M’Uzan, P. Marty, poi M. Bouvet, i seguaci di J. Lacan, gli psicoanalisti della Società Francese di Psicoanalisi come J. Bergeret, A. Green, lo svizzero E. Gilliéron, e poi altri come M. Mahler e, naturalmente, O. Kernberg e Gabbard hanno idee abbastanza diverse tra di loro, anche se, in generale, sono d’accordo sul fatto che i pazienti “borderline” abbiano una struttura che li diversifica sia dai nevrotici, sia dagli psicotici, che dagli psicosomatici.
  • 2. I tratti di personalità sono modelli costanti di percepire, rapportarsi e pensare nei confronti dell’ambiente e di se stessi, che si manifestano in un ampio spettro di contesti sociali. Quando un “tratto” diventa così preponderante da sottomettere tutti gli altri, nasce il disturbo. I tratti, in questo caso, sono rigidi e non adattativi e causano sofferenza soggettiva e significativa compromissione del funzionamento socio-relazionale e lavorativo. I Disturbi della Personalità hanno una frequenza variabile dal 13 al 20 per cento di tutti i disturbi psichiatrici, esordiscono come insieme di tratti nell’età adolescenziale o nella prima età adulta e si stabilizzano come quadro di stato, persistente e riconoscibile nel tempo; si discostano in modo evidente dalle aspettative del contesto culturale e sociale dell’individuo; sono pervasivi e relativamente rigidi nelle loro varie manifestazioni individuali e sociali; determinano significative compromissioni sul versante relazionale, lavorativo e sociale o sofferenza e disagio soggettivi. La Classificazione secondo il DSM 5 e l’ICD 10 – CM è la seguente: Cluster A dei Disturbi della Personalità secondo il DSM 5 ed ICD 10 CM Disturbo di Personalità Paranoide (301.0, F60.0) Disturbo di Personalità Schizoide (301.20, F60.1) Disturbo di Personalità Schizotipico (301.22, F21) “Gli individui con questi disturbi appaiono spesso "strani" o eccentrici”, chiusi in se stessi, dubitativi e preoccupati. Cluster B dei Disturbi della Personalità secondo il DSM 5 ed ICD 10 CM Disturbo di Personalità Antisociale (301.7, F60.2) Disturbo di Personalità Borderline (301.83, F60.3 Disturbo di Personalità Istrionico (301.59, F60.4) Disturbo di Personalità Narcisistico (301.82, F60.6) “Gli individui con questi disturbi appaiono spesso drammatici, emotivi o imprevedibili, con tendenza all’acting e a meccanismi di manipolazione e perversione”. Cluster C dei Disturbi della Personalità secondo il DSM 5 ed ICD 10 CM Disturbo di Personalità Evitante (301.82, F60.6) Disturbo di Personalità Dipendente ( 301.6, F 60.7) Disturbo di Personalità Ossessivo-Compulsivo (301.4, F 60.5) Disturbo di Personalità Dipendente, Ossessivo-Compulsivo (F60.6; F60.7; F60.5) Disturbo di Personalità Non Altrimenti Specificato (F60.9). “Gli individui con questi disturbi spesso appaiono ansiosi e paurosi”. Altri Disturbi della personalità Disturbo di personalità in seguito a problematiche mediche (301.1, F07.0) Altri Specifici Disturbi della personalità (301.89, F60.89) Disturbi della Personalità Non Specifici (301.9, F 60.9) Nel DSM 5 è stato presentato, nella III sezione, anche un modello alternativo per la diagnosi dei disturbi della personalità; tale modello alternativo considera i livelli di funzionamento della personalità (Identità, auto determinazione, Empatia e intimità delle relazioni), i tratti patologici, la pervasività e la stabilità del disturbo ed il rapporto con altri disordini mentali. Considera inoltre uno o più tratti dominanti patologici di personalità, come affettività ed emozioni negative.
  • 3. Nella clinica i disturbi più frequent sono il NAS (Non altrimenti specificato) per la difficoltà di fare diagnosi; Il disturbo isterico, seppure non riportato nel DSM IV° TR, e nel DSM 5, è il più diagnosticato, poi Il Disturbo Bordeline di Personalità ed il Narcisista (secondo le classificazione DSM IV TR). I pazienti con questo tipo di disturbi vengono al nostro cospetto spinti spesso dalle persona vicine. Questa categoria di disturbi è caratterizzata dal fatto che soffrono più gli altri che lo stesso paziente, seppure, ci può essere una sofferenza che può portare all’uso di droghe, di alcool fino al suicidio. Il disturbo Borderline è quello con il più alto tasso di suicidio in percentuale; I sintomi più frequenti, dei disturbi, sono l’impulsività, la dipendenza, la mancanza del concetto del limite, la difficoltà, in generale nelle relazioni sociali. Importante poi la gravità del disturbo. Ogni disturbo è a se stante ed ogni persona con il suo disturbo è diversa dagli altri. (Quanto è borderline questo borderline?). Per tale motivo nel dsm 5, come abbiamo detto, è stata aggiunta una parte che tratta proprio della gravità dei disturbi. Il problema della unicità del disturbo o della patologia è importante per la cura; questo crea difficoltà per l’uso dei farmaci ( proprio per questo nessun farmaco ha la dicitura per uno qualsiasi dei disturbi della personalità) e ci vuole un intervento psicoterapeutico da parte di persone esperte del trattamento dei disturbi di personalità. Importante la diagnosi. Se non viene fatta una diagnosi corretta, il lavoro clinico è destinato al fallimento. Come abbiamo già detto è la vita di relazione del paziente ad essere messa in difficoltà, per svariati motivi, diversi per ogni disturbo, ma tale modalità pervasiva invade tutte le relazioni e tutti i contesti, creando al paziente. problemi, difficoltà, crisi.. La credenza che in età evolutiva i disturbi si presentano con manifestazioni diverse rispetto ai sintomi presenti in età adulta è in parte vera, in parte sbagliata Nell’età evolutiva si parla di funzionamento della personalità; non è detto che un funzionamento borderline od antisociale in adolescenza, se trattato, evolva in un Disturbo nell’età adulta. Vero è che le persone che hanno avuto delle problematiche affettive nell’infanzia con le figure genitoriali o con figure di riferimento, hanno più provabilità di sviluppare un disturbo della personalità; infatti si parla molto del fatto che all’ origine di tali patologie ci siano dinamiche psicologiche disfunzionali vissute nell’infanzia con i caregivers. Una madre incapace di comunicare le emozioni al bambino ed un padre che non riesce ad inserirsi nella relazione affettiva. Il passaggio della comunicazione tra madre e bambino non è solo verbale o non verbale, ma anche e specialmente affettivo. Il cosiddetto caragivers passa una sicurezza affettiva al bambino. Se questa comunicazione affettiva è carente o distorta, si possono avere le patologie della personalità Per quanto riguarda la cura, esistono molte tecniche psicoterapeutiche che sono state sperimentate e studiate per questi disturbi. I farmaci contengono, ma non convincono, ne’ curano. Sono sintomatici. Anche i ricoveri, se non nella crisi, non sono efficaci. Utili i Day Hospital in centri specifici, come il nostro al San Camillo, ASL RM D. La Psicoterapia è comunque il trattamento unico per questi disturbi, associata ai farmaci. Quasi tutte le psicoterapie sono indicate per i disturbi della personalità. Il fatto che la cura è psicoterapica non vuol dire che i farmaci non siano necessari, anzi, sono utilissimi a ridurre l’ansia, la depressione ed a stabilizzare l’umore del paziente, impedendo acting, agiti e momenti di depressione. Ma ripeto, la cura è la psicoterapia. Bibliografia 1. 2. 3. 4. Abraham K., Opere, Vol. I, Boringhieri, Torino, 1975. Agresta F., Dialoghi e sogni in psicoterapia (Pref. G. Lai), Riza, Milano, 1988. Agresta F., Modelli psicoterapeutici in psicosomatica. Il processo di mentalizzazione in una coppia psicosomatica, N. Prospettive in Psicologia, Anno IX, novembre 2001, n. 2, fasc. n. 26. Agresta F., (2002), Il mondo borderline, quello della perversione e della struttura pre – psicotica, in Psicologia Generale e clinica, N. Prospettive in Psicologia, Pescara.
  • 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. Agresta D., Agresta F., Filippini R., Lo sviluppo del narcisismo e le personalità narcisistiche: fra la Psicologia delle relazioni oggettuali (Kernberg) e la Psicologia de Sé (Kohut), in Agresta F., Psicologia Generale e clinica, cit. American Psychiatric Association, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders DSM-5 ,. Washington, 2013 Ammaniti M. e N., Nel nome del figlio. L’adolescenza raccontata da un padre e da un figlio, Mondadori, Milano, 1995. Anzieu D. (1966), Étude psychanalithique des groupes réels, in Les Temps Modernes, 242, 56-73. Arieti S., Manuale di psichiatria, Boringhieri, Torino, Vol. 1, 1977. Baldassarre M., Petrini P., (2006), Diagnosi e Psicoterapia Psicoanalitica, SEU, Roma. Bergeret J., La personalità normale e patologica, Raffaello Cortina, Milano, 1984. Bergeret J., Clinica, teoria e tecnica, Raffaello Cortina, Milano, 1990. Gilliéron E., Manuale di Psicoterapia Analitica Breve, Edizioni Universitarie Romane, Roma, 1993. Gilliéron E., (1997), Trattato di Psicoterapie Brevi, Borla, Roma, 1998. Green A. La folie privée, Éditions Gallimard, Paris 1990. Fairbairn W. R. D., Psychoanalytic Studies of the Personality, Routledge & Kegan Paul, London, 1981. Kaës R., (2002), La polyphonie du rêve, Dunod, Paris. Kernberg O. (1984), Mondo interno e mondo esterno, Boringhieri, Torino, 1985. Kernberg O., (1984), Disturbi gravi della personalità, Boringhieri, Torino, 1987. Kohut H., (1971), Narcisismo e analisi del Sé, Boringhieri, Torino, 1976. Petrini P. (a cura di ), Il complesso Borderline, Alpes, Roma, 2006. Petrini P., Casadei A., Chiricozzi F., Trasgressione, Violazione, Perversione. Franco Angeli , Roma, 2011 Petrini P., Visconti N., Casadei A., Mandese A., I disturbi della personalità, Franco Angeli , Roma, 2012 Petrini P, De Carlo G.J. , psiche e cambiamento. Franco Angeli , Roma, 2013 Petrini P, Renzi A., Casadei A., Mandese a., Dizionario di Psicoanalisi. Franco Angeli (in stampa) Searles H. F., (1985), Il paziente borderline, Bollati Boringhieri, 1988. Stafford D. C., What Freud Really Said, Penguin, London, 1992. Winnicott D. W., Frammento di un’analisi, Il Pensiero Scientifico, Roma, 1985. Piero Petrini Medico Chirurgo, Psichiatra, Neurologo, Psicoterapeuta Psicoanalitico; Perfezionato in tecniche psicoterapiche ad indirizzo analitico. Responsabile "CENTRO DISTURBI della PERSONALITA' San Camillo DSM ASL RM D di Roma. Presidente del Centro di Psichiatria e Psicoterapia di Roma e di Ancona; presidente della Società Italiana di Psicoterapia (SIPSIC); membro del Direttivo SISST (Società Italiana per lo Studio dello Stress Traumatico); Fondatore della Società Italiana di Psicodiagnostica Clinica (SIPDC). Leave a comment