Lezione numero 2.1 del progetto "L'Ospedale Va a Scuola" a cura dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma in collaborazione con l'Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell'Adolescente.
3. La storia dell’umanità è contrassegnata da gravi e
lunghe epidemie, che scoppiavano
improvvisamente, spesso durante le guerre o dopo
periodi di assedio militare; o arrivavano da lontano,
per terra e per mare, portate dalle popolazioni e
dalle truppe che si spostavano anche per grandi
distanze.
4. • improvviso aumento nel numero dei casi di una malattia infettiva
contagiosa, in una zona geografica limitata
• numero di casi di malattia superiore a quelli attesi
epidemia
endemia
• Una malattia costantemente presente nella popolazione con piccole
variazioni nel numero dei casi nel tempo
6. pandemia
• un’epidemia che si verifica contemporaneamente in una
vasta area geografica del mondo, o in tutto il mondo
• Capita più raramente
• Nel XX secolo la spagnola e l’HIV
• Nel XXI secolo Covid 19
7. Quale pandemia
ha causato più
morti?
I virus non
considerano confini
e si diffondono
rapidamente
ovunque tra i
diversi continenti.
Pandemia dal
greco pandemos
‘che interessa
tutte le persone’
Quale
pandemia
ha causato
più morti?
Pandemia
dal greco
pandemos
‘che
interessa
tutte le
persone’
MORBILLO
VAIOLO
PESTE NERA
INFLUENZA
PESTE
PESTE
1855
8. Storiografi, filosofi, poeti, romanzieri hanno
raccontato di queste catastrofi sanitarie
• come una punizione degli dei per il male compiuto
dagli uomini,
• come accanimento della natura “matrigna” e
crudele sui propri figli,
• come prova della Provvidenza divina
• come metafora politica della dittatura.
11. Lo storiografo greco Tucidide (circa 460 a.C.) nel
suo libro La Guerra del Peloponneso racconta
l’epidemia di peste ad Atene nel 430 a.C. La
descrizione è puntuale e obiettiva nell’analisi degli
eventi, dei sintomi e degli effetti fisici, descrivendo il
comportamento degli ateniesi che alternano paura
e coraggio, abbandono e solidarietà, e le
ripercussioni sulla “pietas” verso i morti, il rispetto
degli dei, delle consuetudini religiose, delle leggi
12.
13. Tito Lucrezio Caro (circa 95-50 a.C.)
descrive la peste di Atene nel De rerum
natura prendendo a modello Tucidide,
utilizzando però una forma poetica
ricca di artifici retorici, con descrizioni
spesso macabre e inquietanti. Orrore e
degradazione morale, senso del
mistero, compassione dolente per la
sofferenza degli uomini ricordano
Giacomo Leopardi nella “Ginestra”.
15. Come Leopardi, Lucrezio ha una concezione
materialistica dell’esistenza e dunque le epidemie non
derivano dall’ira degli dei offesi dagli uomini, ma sono
dovute ai “germi letali”, concorrenti in natura con
quelli “vitali”, i quali, provenienti dal cielo e dalla terra,
nei loro spostamenti contaminano aria e acqua.
16. Giovanni Boccaccio è testimone della peste a Firenze
nel 1346. Nel Decameron, dove dieci giovani si
raccontano dieci novelle al giorno, l’epidemia viene
presentata senza
Dubbio come una
giusta punizione per
i mali compiuti dagli
uomini.
17.
18. Centomila persone erano morte nella Firenze di
Boccaccio a metà del ‘300, e altrettante moriranno
a Londra a metà del ’600, come racconta Daniel
Defoe nel suo A journal of the plague year.
La pandemia di peste nera nel 14° secolo ucciderà
circa 30 milioni di persone
19. Nel ‘600 la peste colpisce anche il Ducato di Milano,
Alessandro Manzoni lo racconta ne I Promessi Sposi. Le
scene dolenti della popolazione travolta dal morbo sono
indimenticabili e le descrizioni oggettive della città sono
molto crude ma lo scrittore
si sofferma anche sulla
umanità della gente, che
il dolore non riesce
a spegnere.
20. Alla fine della seconda guerra mondiale lo scrittore
francese Albert Camus pubblica il suo romanzo La
peste dove l’epidemia è utilizzata in una forma
simbolica, per illustrare l’atrocità della violenza del
totalitarismo.
21. Molte analogie nei romanzi di Manzoni e Camus,
scritti a 100 anni di distanza. In entrambi si pone la
domanda se la peste sia o meno un castigo.
Provenendo entrambi da una cultura illuminista, la
peste non può avere una causa soprannaturale, ma
è conseguenza dell’indifferenza, della disattenzione
e del cinismo.
22. Stiamo vivendo anche noi l’atmosfera della città di
Camus sotto il coprifuoco, a causa della pandemia da
coronavirus.
Le nostre città sono improvvisamente vuote e
silenziose, come sospese. Un’esperienza angosciosa e
triste, ma le strade e le piazze sono tornate belle e
libere dalle auto, e i cieli più azzurri.