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IL TEMA: I POSTI PIU BELLI DI ITALIA
Città: Venezia ; Torino
Lo scopo: Per trovare le principali
città d'Italia
Gli obiettivi:
Impara pèr:
 La cultura di Venezia è Torino
 La cucina di Venezia è Torino
 La moda di Venezia è Torino
 I monumenti di Venezia è Torino
 I costumi di Venezia è Torino
I strumenti:
 Il computer
 La USB
 Il disco
GEOGRAFIA FISICA
TERRITORIO
Il territorio del comune di Venezia è amministrativamente diviso in sei municipalità e si presenta nettamente diviso nelle due realtà della Venezia insulare (centro storico e
isole) e della terraferma-
Il centro storico di Venezia sorge in mezzo alla laguna omonima su un totale di centodiciotto isolette, consolidate nei secoli grazie a palificazioni in legno[16], che ne hanno
permesso l'urbanizzazione. Alcune di queste isole sono raccolte in gruppi organici tra di loro mentre altre risultano più disperse. Le 118 isolette sono separate da canali
navigabili e collegate tra loro da ponti ad uso esclusivamente pedonale.
L'estensione totale del centro storico, escluse le acque interne e le isole maggiori, è pari a 797,96 ettari, il che ne fa uno dei centri storici più grandi d'Italia e d'Europa.
Calcolando l'estensione dell'intera I Municipalità, includendo dunque le isole della Laguna quali Murano e Burano, la superficie totale della Venezia insulare ammonta, escluse
le acque interne, a 1688,91 ettari.
Veduta di Venezia all'imbrunire
La parte storica della città viene tradizionalmente suddivisa in sei sestieri: Dorsoduro, Santa Croce, San Polo, San Marco, Cannaregio e Castello. I sestieri della città antica si
articolano intorno alla doppia ansa del Canal Grande, la via d'acqua principale da cui si snoda una fitta rete di circa 158 canali minori.[17]
Nel secondo dopoguerra sono state edificate molte nuove zone nell'isola di Venezia. Di nuova costruzione sono il quartiere di Sacca Fisola, la nuova isola del Tronchetto (con
17 ettari di laguna interrati), l'aria Saffa a Cannaregio ecc..
Nella laguna attorno al centro storico si trovano numerose isole edificate (alcune oggi disabitate). Tra le isole maggiori (che fanno parte anch'esse del comune) si ricordano
Murano, Burano celebri rispettivamente per la lavorazione del vetro e dei merletti, Torcello, Sant'Erasmo, Pellestrina e la lunga e sottile isola del Lido con i suoi stabilimenti
balneari.
Nella terraferma si trovano i due grossi centri di Mestre e Marghera, oltre ad altre frazioni minori. Tali centri hanno avuto un grosso sviluppo dopo il secondo dopoguerra,
come sfogo per l'espansione edilizia di Venezia, che non disponeva di spazi edificabili nella laguna circostante, ed hanno pertanto l'aspetto di città moderne. Nella terraferma
risiedono circa i due terzi della popolazione del comune.
Per quanto riguarda il rischio sismico, Venezia è classificata nella zona 4, ovvero a sismicità molto bassa
CLIMA
 Il clima di Venezia è quello tipico della pianura padana, mitigato per la vicinanza al mare nelle
temperature minime invernali (1 °C in media) e nelle massime estive (28 °C in media). Si può
considerare un clima di transizione tra il continentale e il mediterraneo. La piovosità raggiunge i
suoi picchi in primavera e in autunno e sono frequenti i temporali estivi. In inverno non sono
infrequenti le nevicate (ma normalmente la neve tende a sciogliersi rapidamente), tuttavia la notte
gela spesso, cosa che coinvolge anche le acque lagunari delle zone più interne. L'elevata umidità
può provocare nebbie nei mesi freddi ed afa in quelli caldi.
 I venti principali sono la Bora (NE) dominante nei mesi invernali e primaverili, lo Scirocco (SE) in
estate e, meno frequente, Libeccio (SW, detto localmente Garbìn).
 Dal punto di vista legislativo, il comune di Venezia ricade nella "Fascia climatica E" con 2 345 gradi
giorno, dunque il limite massimo consentito per l'accensione dei riscaldamenti è di 14 ore
giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile.
STORIA
La laguna veneta si forma nell'800 a.C. circa da un precedente ambiente fluvio-palustre e si suppone che qui vi fossero insediamenti umani sin dall'epoca preistorica vista la
ricchezza di risorse che favorivano caccia e pesca[22]. In età pre-romana, vale a dire nel periodo paleoveneto, la civiltà era ben radicata nella zona con popolazioni dedite alla
pesca, alla produzione del sale, ai trasporti marittimi e alle altre attività mercantili connesse. Snodo di intensi traffici commerciali che collegavano l'Adriatico con il centro e nord
Europa, in questo periodo vengono a svilupparsi alcuni insediamenti, tra i quali spicca, ormai con una fisionomia protourbana, il centro di Altino[23]. La venuta dei Romani non
fa che rafforzare questa situazione. Il sistema dei porti viene potenziato (a questo periodo risale Chioggia), mentre l'entroterra viene bonificato e centuriato, cosa peraltro ancora
visibile nell'attuale disposizione di strade e fossi[24]. La laguna divenne forse luogo di villeggiatura per la nobiltà, come testimoniano alcuni ritrovamenti[24]. Secondo il
Chronicon Altinate (XI secolo), il primo insediamento a Venezia sulla Riva Alta (Rialto) risalirebbe al 25 marzo del 421 con la consacrazione della chiesa di San Giacometo sulle
rive dell'attuale Canal Grande: studi recenti hanno però dimostrato che San Giacomo di Rialto è assai più tarda, risalendo alla metà del XII secolo[25]. Gli abitanti della terraferma
cercarono rifugio nelle lagune a seguito delle varie ondate di invasioni barbariche che si succedettero dal V secolo, in particolare quella degli Unni (452) e dei Longobardi (568).
Tuttavia Venezia si presentava allora come un insieme di piccoli insediamenti ancora molto eterogeneo, mentre maggiore importanza assumono alcuni centri limitrofi come
Torcello, Ammiana, Metamauco. Parallelamente, si vengono a trasferire in laguna le maggiori istituzioni religiose, come il Patriarca di Aquileia a Grado e il vescovo di Altino a
Torcello. Carta politica della penisola italiana intorno al 1000: in verde i possedimenti veneziani Riuniti assieme con tutta l'Italia all'impero con la prammatica sanzione di
Giustiniano del 554, il Triveneto è nuovamente travolto dalla calata dei Longobardi del 568. I bizantini perdono gran parte della zona, mantenendo solamente la fascia costiera. È
da questo momento che il termine Venetia, un tempo riferito a tutto il Veneto, viene ad indicare solo la zona delle lagune. Eretta nel 697 la Venezia a ducato dipendente
dall'Esarcato di Ravenna, con capitale prima ad Eracliana, quindi Metamauco, a seguito della tentata invasione franca di Pipino (Carlomanno), nell'821 la più sicura Rialto diviene
capitale del Ducato di Venezia, assumendo nel tempo il nome stesso del territorio e dello Stato e diventando definitivamente Venezia. La vicinanza con l'Impero franco, il
rapporto privilegiato con l'oriente Bizantino e contemporaneamente la distanza da Costantinopoli ne fece uno dei principali porti di scambio tra l'Occidente e l'Oriente,
permettendo lo sviluppo di una classe mercantile dinamica ed intraprendente che nel corso di quattro secoli circa trasforma la città da remoto insediamento e avamposto
imperiale a potenza padrona dei mari, ormai totalmente indipendente. È annoverata fra le Repubbliche marinare; a ricordo di ciò il leone di San Marco, emblema della
Serenissima, appare nelle insegne marine della bandiera italiana insieme ai simboli di Genova, Pisa ed Amalfi. Lazzaro Bastiani, Ritratto di Francesco Foscari. Con il doge Foscari
la Repubblica vide la maggiore espansione territoriale della sua storia e il dogato più lungo. Il capo del governo era il Doge (dal latino dux), il quale vide, col passare del tempo,
il suo potere sempre più vincolato da nuovi organi istituzionali. Molti Dogi, soprattutto prima dell'anno mille, si videro costretti a prendere i voti perché i cittadini li reputavano
troppo bramosi di potere: alcuni vennero anche uccisi o abbacinati. All'apice della sua potenza, nel XIII secolo, Venezia dominava gran parte delle coste dell'Adriatico, regioni
quali la Dalmazia, l'Istria, molte delle isole dell'Egeo, Creta, Cipro, Corfù, ed era la più importante potenza militare e tra le principali forze mercantili nel Medio oriente. Nel XV
secolo il territorio della Repubblica si estendeva dall'Adda all'Istria, e da parte dell'attuale provincia di Belluno, al polesine veneto. Ma la decadenza cominciò a farsi sentire già
nel XV secolo: eventi storici come l'accrescersi della potenza Ottomana e lo spostamento dei commerci verso le Americhe, colpirono duramente la vocazione marittima della
città che finì per volgere i suoi interessi economici verso l'entroterra. 7 novembre 1866. Il trionfale ingresso di Vittorio Emanuele II Nel XVIII secolo Venezia fu tra le città più
raffinate d'Europa, con una forte influenza sull'arte, l'architettura e la letteratura del tempo, ma questo non era che un segno sensibile calo di residenti.
 del suo inesorabile tramonto. Dopo oltre 1000 anni d'indipendenza, il 12 maggio 1797 il doge Ludovico Manin e il Maggior Consiglio vennero
costretti da Napoleone ad abdicare, per proclamare il "Governo Provvisorio della Municipalità di Venezia". Durante il primo decennio dalla perdita
della sovranità della Repubblica di Venezia, vennero compiuti molti interventi sulla città come l'interramento del rio si Sant'Anna che divenne via
Garibaldi, le demolizioni per costituire i giardini di Castello, la distruzione dei granai di Terranova per costruire i giardini del palazzo Reale nelle
Procuratie Nuove.[29] Con il Trattato di Campoformio tra francesi ed austriaci, il 17 ottobre 1797 la "Municipalità di Venezia" cessò di esistere e
furono ceduti all'Austria il Veneto, l'Istria, la Dalmazia e le Bocche di Cattaro, che andarono a formare la "Provincia veneta" dell'Impero austro-
ungarico. Tornata ai francesi, fu di nuovo Austriaca sino all'Unità d'Italia. Nel 1848 la città partecipò attivamente ai moti rivoluzionari e sotto
l'iniziativa di Daniele Manin fu, sebbene per poco, indipendente con l'istituzione della Repubblica di San Marco. Dopo un anno di assedio da parte
degli austriaci, la Repubblica dovette arrendersi il 22 agosto 1849. Nel 1866 entrò a far parte del Regno d'Italia e l'annessione fu sancita dal
plebiscito del 21 ottobre 1866 che vide vincere il sì con il 99,9% dei voti favorevoli dell'elettorato attivo. Nel 1883 il comune di Malamocco,
comprendente tutto il Lido di Venezia, fu soppresso ed incorporato a Venezia. La proclamazione della Repubblica di San Marco Il 24 maggio 1915
l'Italia entrò nel primo conflitto mondiale a fianco delle potenze dell'Intesa. Con la ritirata di Caporetto, nel disperato tentativo di difendere
Venezia e la sua preziosa base navale, l'esercito italiano si attestò sul Piave e respinse due offensive austro-ungariche (una alla fine dell'anno, la
seconda nel giugno 1918. Venezia venne quindi a trovarsi a ridosso del fronte In questo contesto subi numerosi attacchi aerei da parte dell'Austria
Ungheria, che causarono svariati danni alla città.[30]. Nel 1917, la zona di Bottenigo (il cui nome venne cambiato in Marghera) fu integrata nel
comune di Venezia, ed in essa cominciarono la costruzioni delle nuove installazioni portuali di Porto Marghera. Negli anni venti la città vide
accrescere notevolmente il suo territorio, grazie all'accorpamento dei comuni di Burano, Murano, Pellestrina (1923), Chirignago, Zelarino, Mestre e
Favaro Veneto (1926). L'annessione della terraferma in particolare, fu legata alla nascita del polo industriale di Marghera, voluto dalle politiche
economiche di quegli anni. Venezia, per la propria conformazione urbana, si rivelava infatti incapace, pur con la propria ampia disponibilità di
manodopera, di avere una propria compiuta area industriale: l'espansione in terraferma divenne la soluzione necessaria per dare nuovo sviluppo
della città lagunare. Nel 1933 venne costruito il ponte stradale fra Venezia e la terraferma, affiancando ed integrando il ponte ferroviario che era
stato costruito nel 1846. Durante la seconda guerra mondiale i centri di Marghera e Mestre subirono pesanti bombardamenti aerei. Il dopoguerra
vede la grande espansione edilizia della terraferma veneziana, che attrasse immigrati da tutto l'entroterra veneto e dallo stesso centro storico. In
parallelo a questa espansione si è assistito all'esodo dal centro storico della maggioranza della sua popolazione. In conseguenza di questi
fenomeni, oggi la terraferma veneziana ha il doppio degli abitanti della Venezia insulare. La crescita demografica di Mestre divenne vertiginosa a
partire dagli anni sessanta, quando alle politiche abitative e del lavoro, che non favorivano i residenti lagunari, si sommarono i disastrosi effetti
dell'alluvione del 1966, che mostrò la vulnerabilità delle abitazioni ai piani bassi di Venezia. L'incredibile rapidità dello sviluppo fece sì che questo
avvenisse in modo alquanto disordinato e al di fuori di un piano regolatore (è il cosiddetto sacco di Mestre). La sera dell'11 settembre 1970, il
centro storico fu colpito da una tromba d'aria di intensità stimata F4 sulla scala Fujita, provocando gravi danni tra cui l'affondamento di un
motoscafo dell'ACNIL che causò la morte di 21 persone. A metà degli anni 70 ci fu un declino dei settori chimico, industriale e cantieristico con un
conseguente reimpiego, maggioritario, del capitale umano e economico nel settore del turismo.[31] La crisi dell'industria chimica tra la fine degli
anni ottanta e gli inizi degli anni novanta, assieme al generale ridimensionamento delle grandi città del nord Italia, hanno fatto sì che a Mestre e
nei sobborghi limitrofi si registrasse un
MONUMENTI E LUOGHI D'INTERESSE
I monumenti del comune di Venezia si trovano quasi totalmente nel centro storico e nelle isole della laguna, essendo la parte di
terraferma praticamente priva di luoghi d'interesse. Il luogo più celebre di Venezia è Piazza San Marco, l'unica nel centro storico
ad essere caratterizzata dal toponimo "piazza": le altre piazze sono chiamate infatti "campi" o "campielli". La Basilica di San Marco
è situata al centro della piazza, colorata d'oro e rivestita da mosaici che raccontano la storia di Venezia, assieme ai bassorilievi che
raffigurano i mesi dell'anno. Sopra la porta principale, i quattro cavalli bronzei provenienti dal palazzo imperiale di
Costantinopoli[32], che furono trasportati a Venezia in seguito alla quarta Crociata del 1204 su ordine del doge Dandolo
(comandante della crociata). La pianta a croce greca è sovrastata da cinque grandi cupole. La fabbrica attuale è la terza Basilica
dedicata a San Marco che sorge in questo luogo: le prime due andarono distrutte. Questa versione fu ispirata dalla chiesa dei
Santi Apostoli di Costantinopoli (distrutta dai musulmani pochi anni dopo la conquista del 1453), di cui è una sorta di replica in
scala ridotta. L'interno è rivestito di mosaici a fondo oro che raffigurano passi biblici e allegorici. Inizialmente, era la cappella dei
Dogi della Repubblica di Venezia. Il Campanile di San Marco Il Palazzo Ducale sorge a fianco della Basilica: a unirli, la Porta della
Carta, opera di Bartolomeo Bono, che oggi è l'uscita del museo di Palazzo Ducale. L'ingresso principale è sul lato che guarda alla
laguna. Sede del governo della Serenissima, è stato costruito nel XV secolo con marmi d'Istria. Qui sorgeva un castello, poi dato
alle fiamme per far uscire Pietro IV Candiano che vi aveva trovato rifugio durante una sommossa. Ora il Palazzo è un museo, con
opere dei migliori artisti veneziani: la Biblioteca Sansoviniana, che si trova al suo interno, ospita delle mostre temporanee. Da
vedere la Sala del Maggior Consiglio, che per secoli fu la più grande sede di governo del mondo, il Ponte dei Sospiri, le carceri e i
Piombi. Le torri dell'Arsenale Di fronte al Palazzo Ducale sorge il campanile di San Marco: costruito nel 1173 come faro per i
naviganti, fu restaurato da Bartolomeo Bon nel XV secolo. Crollò il 14 luglio 1902 e venne interamente ricostruito. La loggetta in
marmo rosso di Verona è un'opera di Jacopo Sansovino, e su di essa si trovano i bassorilievi che raffigurano allegorie con le
imprese della Repubblica del Leone. Altri importanti monumenti veneziani sono l'Arsenale, la basilica di Santa Maria della Salute,
la basilica di Santa Maria gloriosa dei Frari, le sinagoghe del Ghetto. Venezia è celebre anche per i suoi caffè storici. Importato
dall'Impero ottomano intorno al 1615, a partire dal 1683 si diffusero moltissime caffetterie in tutta la città. Il 29 dicembre 1720 fu
aperto il celebre Caffè Florian, ancor oggi attivo in Piazza San Marco, sotto le Procuratie Nuove, nel 1775 fu la volta invece
dell'altrettanto celebre Caffè Quadri. A Venezia ha inoltre sede il ricercato museo Peggy Guggenheim, dove si trovano grandi
opere di artisti tra i quali Ernst, Modigliani, Picasso, Mirò, Pollock e Kandinsky. Nella laguna importanti mete turistiche sono le
isole di Murano, Burano e Torcello. L'isola del Lido è invece una rinomata località balneare, nonché sede del celebre festival del
Cinema di Venezia.
ARCHITETTURE RELIGIOSE
 Sono innumerevoli le chiese degne di nota che si possono trovare nella
città lagunare, sia per i propri pregi architettonici che per i tesori artistici ivi
contenuti. Tra le più importanti si può annoverare la Basilica di Santa Maria
della Salute a pianta ottagonale, con la sua imponente cupola che spicca
all'incile del Canal Grande e la celebre Basilica di San Marco, cattedrale
della città e sede del Patriarca, situata nell'omonima piazza, di fianco al
Palazzo Ducale.
 Tra gli altri importanti edifici religiosi, abbiamo: la Basilica di Santa Maria
Gloriosa dei Frari, la Chiesa di Santa Maria dei Miracoli, la Chiesa di San
Zaccaria, la Chiesa del Redentore, quest'ultima realizzata presso l'isola della
Giudecca su progetto di Andrea Palladio, e la Basilica di San Pietro di
Castello che annovera due cappelle ad opera del Veronese.
PALAZZI
 Venezia è ricca di palazzi signorili, affacciati su campi, calli, rii e canali, antiche residenze delle più ricche famiglie veneziane dell'epoca d'oro della
città.
 A parte le scuole e gli edifici istituzionali come ad esempio Palazzo Ducale, quasi tutti i palazzi sono identificati con il nome della famiglia che li ha
fondati o che più vi ha lasciato il proprio segno. Tra i più famosi Palazzo Fortuny, in stile gotico donato alla città di Venezia dalla vedova dell'artista
spagnolo Mariano Fortuny, Palazzo Grassi, opera di Giorgio Massari, Palazzo Mocenigo dalla facciata di impronta rinascimentale, Palazzo
Grimani[34], di proprietà demaniale e sede della Corte d'Appello e Palazzo Loredan in stile gotico. Spesso nel nome vengono citate due o più
famiglie come ad esempio Palazzo Cavalli-Franchetti, o Palazzo Gritti-Badoer, oppure è specificato il ramo della famiglia (es. Palazzo Morosini del
Pestrin).
 Ca' Vendramin Calergi, sede del Casinò di Venezia
 Molte residenze private mantengono invece la tradizionale denominazione Ca', che indicava il nome della casata e dell'edificio: ad esempio Ca'
Foscari, sede dell'omonima Università cittadina, Ca' Corner, progettata nel XVI secolo da Jacopo Sansovino, Ca' Rezzonico, nel sestiere di
Dorsoduro e opera del Longhena, Ca' Pesaro, Ca' Vendramin Calergi[35] e Ca' Dario, tristemente nota per il tragico destino di alcuni dei suoi
proprietari.
 Più recente l'uso dell'italiano Casa (es. Casa Venier). Alcuni edifici di non grandi dimensioni vengono spesso indicati come Palazzetto (es.
Palazzetto Stern).
 A Venezia, vista la sua antica vocazione commerciale, sono inoltre presenti i fondachi, antichi edifici di origine medioevale adibiti a magazzino e a
ricovero per i mercanti stranieri. Lungo il Canal Grande sono visibili il fondaco dei Tedeschi[36], il fondaco dei Turchi ed il fondaco del Megio.
PONTI
 Per la sua conformazione, Venezia, dispone di 435 ponti tra pubblici e privati che collegano le 118 isolette su cui è edificata, attraversando 176
canali. La maggior parte di essi sono costruiti in pietra, altri materiali comuni sono il legno e il ferro.
 Il più lungo è il ponte della Libertà che attraversa la laguna veneta, collegando la città con la terraferma e permettendo così il traffico veicolare. Il
progetto è del 1931, ad opera dell'ingegnere Eugenio Miozzi, mentre la sua inaugurazione si è avuta nel 1933, con il nome di Ponte Littorio.
 Il ponte dei sospiri
 Il principale canale che taglia la città, il Canal Grande, è attraversato da quattro ponti: il ponte di Rialto è il più antico (edificato intorno al XVI
secolo); il ponte dell'Accademia; il ponte degli Scalzi, questi ultimi costruiti sotto la dominazione asburgica e ricostruiti nel XX secolo, e infine il
ponte della Costituzione, posto in opera nel 2008 su progetto dell'architetto Santiago Calatrava.
 Un altro simbolo della città è il ponte di Rialto: opera di Antonio Da Ponte, sorse nel 1591. Costituiva l'unico modo di attraversare il Canal Grande
a piedi: infatti, rimase l'unico ponte fino al 1854, quando fu costruito il ponte dell'Accademia (a cui si aggiunsero in seguito il ponte degli Scalzi e
il ponte della Costituzione). Sui lati del corpo centrale si trovano negozi di lusso mentre, alla fine del ponte, nel sestiere di San Polo, la pittoresca
pescheria e la chiesa di San Giacomo di Rialto.
 Uno dei ponti più celebri di Venezia è, inoltre, il ponte dei Sospiri. Realizzato in pietra d'Istria nel XVII secolo su progetto dell'architetto Antonio
Contin, collega il Palazzo Ducale con le Prigioni Nuove.
CULTURA
BIBLIOTECHE
La maggiore biblioteca della città, e una delle maggiori italiane, è la Biblioteca nazionale Marciana. Essa si trova in piazza San Marco, dispone di circa 1 000 000 di
volumi, specializzata in filologia classica e storia di Venezia, possiede una delle più pregiate raccolte di manoscritti greci, latini ed orientali del mondo. Il palazzo che
la ospita è opera dell'architetto Jacopo Sansovino. La Marciana fu istituita ufficialmente nel 1560, anche se già nel XIV secolo Francesco Petrarca ebbe l'idea di
realizzare una biblioteca pubblica in questa città. Nel Novecento, a causa degli esigui spazi e della crescita del patrimonio letterario, la biblioteca si spostò dalla
storica sede, oggi musealizzata, all'ex-Zecca della Repubblica di Venezia.
Presso l'ex-convento dei Frari, è presente l'Archivio di Stato di Venezia che, con i suoi 70 km di scaffali, ospita la documentazione prodotta in mille anni dalla
Repubblica di Venezia, dalla nascita al XX secolo. Il suo patrimonio è composto da una ricchissima collezione di pergamene, carte e disegni, conservati nelle
centinaia di stanze (le antiche celle dei frati) poste attorno ai chiostri, che testimoniano non solo la storia della Serenissima, ma anche di tutto il mondo che
intratteneva con essa relazioni diplomatiche e commerciali. Istituito nel 1815, dal 1866 vi affluiscono anche gli archivi prodotti dagli uffici dello Stato italiano situati
a Venezia.
L'ex-convento di Santa Maria Gloriosa dei Frari, sede dell'Archivio di Stato di Venezia
La biblioteca della Fondazione Querini Stampalia, in campo santa Maria Formosa con sede nel Palazzo Querini Stampalia, raccoglie materiale di carattere
prevalentemente scientifico e naturalistico, assolvendo il ruolo di biblioteca civica della città grazie alla disponibilità di circa 350.000 volumi. La biblioteca fu voluta
nel 1868 dal N.H. Giovanni Querini Stampalia, che moriva l'anno successivo senza eredi diretti. Subì un'importanti opere di restauro da parte dell'architetto Carlo
Scarpa tra 1959 e 1963 e più recentemente da parte di Mario Botta.
La Fondazione Giorgio Cini gestisce una biblioteca sull'Isola di San Giorgio Maggiore, negli ambienti dell'ex monastero benedettino, recentemente restaurata da
Michele De Lucchi, che si occupa di storia di Venezia, letteratura, musica, teatro e melodramma, ma è specializzata soprattutto in storia dell'arte, cui è dedicato un
nucleo di oltre 150.000 volumi e circa 800 testate di periodici, di cui 200 correnti.
Importanti fondi specialistici sono inoltre quelli delle biblioteche universitarie di Ca' Foscari (con oltre 830.000 volumi), dello IUAV, dell'Accademia di Belle Arti (circa
16.000 volumi) e del Conservatorio Benedetto Marcello (oltre 50.000 volumi).
La comunità ebraica veneziana gestisce la biblioteca-archivio "Renato Maestro", sita nel Ghetto. Istituita ufficialmente nel 1981, offre oggi circa 12.000 titoli e un
"Catalogo Libri ebraici Antichi" che conta 2.500 volumi (secoli XVI-XIX).
Alcuni musei civici gestiscono anche biblioteche specialistiche dedicate: il Museo Correr, Palazzo Mocenigo (con circa 6.000 volumi e 13.000 figurini di moda), Ca'
Pesaro (con oltre 11.000 volumi) e la Casa di Carlo Goldoni (con oltre 30.000 volumi).
Per quanto riguarda le biblioteche civiche, la "Rete Biblioteche Venezia" raggruppa ventuno biblioteche di pubblica lettura e specialistiche, delle quali sette si
trovano nel centro storico, quattro nelle isole e dieci in terraferma. Come biblioteca centrale, a partire dal 1980, è stata designata la Biblioteca Civica di Mestre VEZ,
istituita nel 1952, che conta circa 100.000 volumi e 280 testate di periodici in una superficie totale di 2 015 m².
SCUOLE
 Delle varie scuole secondarie di Venezia, vanno ricordati alcuni istituti
storici, come i licei classici "Foscarini", fondato nel 1807 con decreto di
Eugenio di Beauharnais, viceré d'Italia e "Marco Polo", istituito nel 1812.
Tra i licei situati a Mestre, si può citare il liceo classico Raimondo
Franchetti.
 A queste si può aggiungere la nota Scuola Navale "Morosini", che
continua l'antico Collegio dei giovani nobili, fondata il 2 ottobre del
1961 e con sede presso l'isola di Sant'Elena.
UNIVERSITÀ
Venezia è un'importante sede universitaria italiana. La più celebre è l'Università Ca' Foscari, che offre i corsi di laurea in economia e commercio, lingue e letterature
straniere, lettere e filosofia, e scienze naturali. Nata nel 1868 come prima Business School d'Italia e seconda in Europa, dopo quella di Anversa, ha la sede principale
presso Ca' Foscari, palazzo gotico affacciato sul Canal Grande.
Per gli studi di architettura, moda, design e urbanistica, è presente l'Università IUAV, istituita nel 1926, come seconda scuola di architettura in Italia, dopo quella di
Roma, per iniziativa di Giovanni Bordiga, allora presidente dell'Accademia di Belle Arti di Venezia.
L'Accademia di Belle Arti nasce il 24 settembre 1750 per volontà del Senato veneto come "Veneta academia di pittura, scultura e architettura", con Gianbattista
Piazzetta quale primo presidente. Fra gli artisti che vi insegnarono si ricordano: Tiepolo, Hayez, Ettore Tito, Alberto Viani, Carlo Scarpa ed Emilio Vedova. La sede
principale dell'ateneo è oggi ospitata nell'ex-Ospedale degli Incurabili, presso la fondamenta delle Zattere.
Sempre a Venezia, fin dal 1876 è presente il Conservatorio Benedetto Marcello, ospitato a Palazzo Pisani.
Il Monastero a San Servolo, attuale sede della Venice International University
Nel 1995 è stata fondata la Venice International University, consorzio internazionale di formazione e ricerca, a cui partecipano tra gli altri l'Università Ca' Foscari, lo
IUAV, l'Università Ludwig Maximilian di Monaco e l'Università Autonoma di Barcellona. La sede dell'istituzione si trova nell'isola di San Servolo, in un edificio che un
tempo ospitava un monastero.
Venezia è inoltre l'unica città italiana sede di una Facoltà di Diritto Canonico, la "San Pio X", eretta dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica nel 2008
all'interno dello Studium Generale Marcianum. Voluta dall'allora cardinale Patriarca Angelo Scola, la facoltà ha sede nel restaurato palazzo del Seminario
patriarcale, adiacente alla Basilica della Salute. Fa parte del polo pedagogico accademico dello Studium Generale Marcianum anche l'Istituto Superiore di Scienze
Religiose "San Lorenzo Giustiniani", eretto nel 2006, e parte della Facoltà Teologica del Triveneto.
A Mestre si trovano la sede del corso di laurea in infermieristica dell'Università di Padova e il Laboratorio di Scienza delle costruzioni dello IUAV.
CINEMA
 Grazie alle sue caratteristiche ambientali e al suo passato storico, la città di Venezia è stata impiegata come sfondo per numerose
pellicole cinematografiche.
 Nel cinema italiano, Venezia è stata l'ambientazione per le vicende narrate in Venezia, la luna e tu (1958) di Dino Risi, Anonimo
veneziano di Enrico Maria Salerno (1970), Dimenticare Venezia di Franco Brusati (1979).
 La città è stata lo sfondo per raccontare, a metà tra storia e romanzo, le vite di personaggi come Giordano Bruno di Giuliano Montaldo
(1973) e del Casanova diretto da Lasse Hallström ed interpretato da Heath Ledger (2005).
 La città è stata teatro delle opere shakespeariane dell'Otello diretto da Orson Welles (1952) e del Mercante di Venezia di Michael
Radford e con protagonista Al Pacino (2004); Venezia è stata inoltre l'ovvia scelta per lo sfondo della trasposizione del romanzo di
Thomas Mann Morte a Venezia, diretto da Luchino Visconti (1971), ed è una delle ambientazione per La leggenda degli uomini
straordinari di Stephen Norrington (2003), adattamento dell'omonimo fumetto di Alan Moore.
 Hollywood ha scelto la città come teatro per sequenze in film di genere tra il thriller e l'azione, a partire da Nikita (1990) di Luc Besson e
passando per The Italian Job (2003) di F. Gary Gray con Mark Wahlberg e The Tourist (2010), diretto da Florian Henckel von
Donnersmarck ed interpretato da Angelina Jolie e Johnny Depp. Il campione d'incassi Indiana Jones e l'ultima crociata di Steven
Spielberg (1989) ha numerose scene ambientate nella città, così come il personaggio di James Bond è transitato a Venezia per i film
Agente 007 - Dalla Russia con amore di Terence Young (1963), Agente 007 - Moonraker - Operazione spazio di Lewis Gilbert (1979) e
Agente 007 - Casinò Royale di Martin Campbell (2006).
ARTE
 La storia artistica veneziana si è sviluppata nei secoli in modo singolare e anacronistico, rispetto al resto dell'Europa, seguendo un percorso di
originalità e di lenta elaborazione degli influssi esterni. Nata come città bizantina, Venezia è stata a lungo condizionata artisticamente dai suoi
rapporti con il modo arabo.
 Se il precursore della pittura veneta è stato certamente Paolo Veneziano (1300-1365), a cui va attribuito il ruolo di mediatore tra il gusto
bizantino e le nuove influenze di Giotto, il pittore Giovanni Bellini (1433-1516) fu l'anello di congiunzione tra il Rinascimento italiano e gli
sviluppi della pittura lagunare. Oltre a Bellini, tra i massimi esponenti della scena artistica veneziana del XV-XVI secolo si ricordano Giorgione
(1478 circa-1510), Tiziano Vecellio (1488 circa-1576) e il Tintoretto (1518-1594). Ancora Palma il Vecchio (1480-1528) esaltato dal Vasari, il
ritrattista Lorenzo Lotto (1480–1556) o il manierista Paolo Veronese (1528–1588) ed ancora Sebastiano del Piombo (1485-1547), amico e
collaboratore di Michelangelo.
 Nel XVIII secolo, Venezia è uno dei centri culturali e artistici più importanti al mondo. Ai pittori veneziani di questo periodo vengono
commissionati moltissimi lavori, che vanno dalla pittura sacra per le chiese alla decorazione dei numerosi e sontuosi palazzi che sorgono in
città. Tra di loro troviamo il Canaletto, al secolo Giovanni Antonio Canal (1697–1768), autore di vedute della città e Giovanni Battista Tiepolo
(1696-1770) che dipinge in Italia ed in Europa. Verso la fine del 1700 lo scultore Antonio Canova lavora esclusivamente a Venezia influenzando
l'arte dell'epoca tanto da essere ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo.
 Numerosissime sono le chiese della città che conservano le opere di questi grandi artisti del Rinascimento veneziano; tra le pinacoteche
cittadine principali: le Gallerie dell'Accademia, il museo Correr e Pinacoteca Egidio Martini ospitata a Ca' Rezzonico.
 Con la caduta della Serenissima e la successiva dominazione austriaca del XIX secolo, la vita artistica della città si spegne fino al Risorgimento.
Tra gli artisti contemporanei si cita il veneziano d'adozione Virgilio Guidi (1891-1984), autore di vedute della laguna.
MUSICA
Le prime testimonianze musicali a venezia si hanno intorno al VI secolo durante il periodo bizantino, ma il periodo di massima attività fu tra il XV e il XIX secolo quando si la scuola
veneziana si impose come una delle realtà musicali più importanti del mondo.
Centro della scuola veneziana era la basilica di San Marco con i suoi due organi che accompagnavano i cori a cappella in polifonia vocale. La figura del Maestro di Cappella nasce
nel 1436 con Johannes de Quadris e si stabilizza con Pietro de Fossis (1491-1525) succeduto dal fiammingo Adrian Willaert (1527-1562) che ebbe il merito di aver reso la città un
centro formativo e innovatore nel campo musicale, arrivando a definire lo "stile veneziano". Se in questo periodo la produzione di musica profana è dominante, la musica sacra ha
come validi esponenti Andrea (1533-1588) e Giovanni Gabrieli (1557-1612) che ne rappresenteranno le espressioni più alte. Il compositore Claudio Monteverdi (1567-1643) segnò il
passaggio dalla musica rinascimentale a quella barocca, abbandonando la forma a cappella per quella concertale, i madrigali.
Tra gli altri esponenti della scena musicale veneziana del XVI secolo possiamo ricordare l'organista Claudio Merulo (1533-1604), il compositore Giovanni Croce (1557-1609) e il
teorico musicale Gioseffo Zarlino (1517-1590). La scuola veneziana accolse anche musicisti di altri paesi, tra i quali Hans Leo Hassler e Heinrich Schütz, "il padre della musica
tedesca".
Nel 1637, a Venezia, venne inaugurato il primo teatro pubblico, il celebre San Cassiano dove, grazie al contributo di Francesco Mannelli, viene organizzato in occasione del
carnevale la prima stagione lirica pubblica. Negli anni successivi verranno aperti numerosi nuovi teatri, Venezia diventò così un importante centro propulsivo del melodramma in
concorrenza con Roma.
Nel secolo successivo, lo stile musicale della città lagunare iniziò ad essere influenzato da contaminazioni estere. Il dramma giocoso fu predominante sulla scena musicale e il suo
maggior esponente fu il compositore Baldassare Galuppi (1706-1785). In quegli anni Venezia fu la città natale anche del celebre violinista Antonio Vivaldi (1678-1741), grande
esponente della musica d'insieme, a cui si affiancarono i compositori Tomaso Albinoni (1671-1751) e Giuseppe Tartini (1692-1770).[78] Da ricordare anche Benedetto Marcello
(1686-1739) a cui è intitolato il Conservatorio di Musica della città
La Cappella Marciana è ancora in attività, diretta da Marco Gemmani viene considerata, insieme a quello della Cappella Sistina, uno dei due cori liturgici storicamente più
importanti d'Italia. Ininterrotamente fin dal 1490 a San Marco vi è sempre stato un Maestro e un organista.
Nel XX secolo, ricordiamo: Ermanno Wolf-Ferrari (Venezia, 12 gennaio 1876 – Venezia, 21 gennaio 1948), il compositore Luigi Nono (1924-1990) e il direttore d'orchestra Giuseppe
Sinopoli (1946-2001).
Il 14 luglio 1989, la città ospitò un contestatissimo concerto gratuito e trasmesso in mondovisione della rock band britannica Pink Floyd che si tenne su di un palco galleggiante di
fronte Piazza San Marco.[81] In quegli anni è attivo in città un gruppo reggae, iPitura Freska. La Biennale di Venezia organizza i Festival di musica contemporanea.
Nel 2014 La città di Venezia è stata sede dell' 8° Festival della coralità veneta svoltosi nella Scuola Grande di San Giovanni Evangelista.
CUCINA
 La cucina veneziana è ovviamente caratterizzata da pescato ma non solo: i prodotti
degli orti delle isole, il riso della terraferma, la cacciagione, la pesca nell'alto
adriatico, la polenta. Venezia mescola tradizioni locali a influenze lontanissime che
vengono dai millenari contatti commerciali.
 Le sarde in saor, sarde marinate in grado di conservarsi nelle lunghe navigazioni. I
risi e bisi, il fegato alla veneziana, il risotto nero con le seppie, i cicchetti bocconcini
raffinati e prelibati, antipasti o da gustarsi tutto il giorno con un bicchierino di
prosecco. Non solo: Venezia è famosa per l'anguilla (in veneziano bisàto) marinata;
per i biscotti ovali e dorati chiamati baicoli, e per i vari tipi di dolci come il "pan del
pescatore", con mandorle e pistacchi; la crema fritta veneziana; i bussolai dell'isola di
Burano (biscotti al burro e pasta frolla fatti ad "S" o ad anello); le chiacchiere dette
anche galani, o bugie, o crostoli; la fregolotta (una torta friabile alle mandorle); il
budino di latte chiamato rosada e i biscotti di semolino giallo chiamati zaléti
EVENTI
 La cucina veneziana è ovviamente caratterizzata da pescato ma non solo: i prodotti
degli orti delle isole, il riso della terraferma, la cacciagione, la pesca nell'alto
adriatico, la polenta. Venezia mescola tradizioni locali a influenze lontanissime che
vengono dai millenari contatti commerciali.
 Le sarde in saor, sarde marinate in grado di conservarsi nelle lunghe navigazioni. I
risi e bisi, il fegato alla veneziana, il risotto nero con le seppie, i cicchetti bocconcini
raffinati e prelibati, antipasti o da gustarsi tutto il giorno con un bicchierino di
prosecco. Non solo: Venezia è famosa per l'anguilla (in veneziano bisàto) marinata;
per i biscotti ovali e dorati chiamati baicoli, e per i vari tipi di dolci come il "pan del
pescatore", con mandorle e pistacchi; la crema fritta veneziana; i bussolai dell'isola di
Burano (biscotti al burro e pasta frolla fatti ad "S" o ad anello); le chiacchiere dette
anche galani, o bugie, o crostoli; la fregolotta (una torta friabile alle mandorle); il
budino di latte chiamato rosada e i biscotti di semolino giallo chiamati zaléti
ECONOMIA
Venezia è stata per quasi un millennio una città di commerci, diventata potente grazie ad essi e
modellatasi nelle sue istituzioni ad uso dei mercanti.
Dopo la decadenza ottocentesca, nel Novecento la città ha trovato nuove risorse nel turismo.
AGRICOLTURA
 L'agricoltura conta sulle aree rurali della terraferma, in particolare quelle
che si estendono a sud di Marghera e a est di Mestre. Degna di nota è
anche l'orticoltura ancora praticata in varie isole della laguna che, più
per la quantità, spiccano per la qualità e la specificità dei prodotti
(tipico il carciofo violetto di Sant'Erasmo). Nel 2007 si contavano 917
imprese agricole nel territorio comunale (compreso Cavallino-Treporti),
in netto calo rispetto al quinquennio precedente.
PESCA
 La pesca si basa su 366 imprese. La Vongola filippina (Tapes philippinarum), differente
dalla Vongola verace italiana (Tapes decussatus), detta in veneziano caparòssoło,
introdotta nel Mediterraneo negli anni settanta e recentemente diffusasi in laguna, ha
influito sulle forme di pesca tradizionale, la pesca del novellame e la pesca della mołéca; la
mołéca è il granchio in una fase dello sviluppo (ovvero, durante il cambiamento della
muta) in cui mancano parti dure ed è completamente molle, è una prelibatezza
gastronomica e la sua pesca, compiuta ormai da pochi, si svolge secondo una tecnica
immutata da secoli, trasmessa di padre in figlio e che richiede una decina di anni per la
formazione del pescatore. Negli ultimi anni si sono verificati episodi di criminalità legati
alla pesca illegale di vongole in terreni inquinati.
 Secondo il Censimento dell'Industria e dei Servizi del 2001, al settore primario
partecipavano 760 addetti, pari al lo 0,5% della forza lavoro occupata nel comune.
ARTIGIANATO
 Vista l'importanza del turismo, l'artigianato tipico è ben vivo in città. Tra
i prodotti più noti, si ricordano i vetri di Murano e i merletti di Burano. È
ancora attivo qualche squero, il cantiere dove si costruiscono e si
riparano le imbarcazioni veneziane, come le gondole, secondo i metodi
tradizionali.
INDUSTRIA
 L'industria del comune si basa sul polo di Porto Marghera, notevolmente ridimensionato rispetto a qualche decennio fa. L'inquinamento dell'aria è un problema
ben conosciuto e che coinvolge tutta l'area della pianura padana, anche se è praticamente inesistente il traffico veicolare nella città storica si registrano gli stessi
livelli di particolato Pm10 che si registrano sulla terraferma.
 Il polo petrolchimico di Marghera genera una emissione di inquinanti nell'aria e nell'acqua della laguna. Una recente indagine ha rilevato le quantità per una
serie di sostanze emesse in atmosfera distinte per settore di attività, leggiamo che in un anno (dati relativi al 1999) vengono emesse 23 000 t di ossidi di azoto,
27 000 t. di ossidi di zolfo, 1 500 t. di particelle sospese e ancora metalli come 9 t. di ferro, 3 t. di rame, 1, 5 t. di piombo e così via. Se in un primo tempo,
all'inizio del Novecento, il polo industriale era visto come fonte di progresso e di benessere economico, nel corso dei decenni nella popolazione si è sviluppato
un atteggiamento sempre più critico, fino a sfociare nel celebre, e tormentato, mega processo al petrolchimico che ha visto fronteggiarsi come parte civile i
lavoratori e familiari di lavoratori del petrolchimico, le autorità civili (tra queste la Regione Veneto, la Provincia ed il Comune di Venezia insieme alla Presidenza
del Consiglio e al Ministero dell'Ambiente) associazioni ambientaliste e sindacali contro ventotto imputati e responsabili civili le maggiori aziende chimiche
(Edison, Syndial (ex EniChem), Eni e Montefibre), il processo si è chiuso nel maggio del 2006 con la sentenza di Cassazione. Al settore energetico (acqua,
elettricità, gas) fanno capo 2 214 lavoratori. Gli addetti delle industrie estrattive e chimiche sono 7 176, quelli delle industrie metallurgiche 9 203; gli addetti
all'edilizia sono 7 144. Le altre industrie riguardano 4 983 lavoratori.
 Porto Marghera al tramonto
 Importante l'industria navale presente con la Fincantieri.
SERVIZI
 Il settore trainante della economia veneziana è quello dei servizi. Nel
commercio operano 35 629 unità, nei trasporti e comunicazioni 7 346;
credito e assicurazioni riguardano 22 262 lavoratori, mentre gli addetti
ad altri servizi e alla pubblica amministrazione sono 37 070.
TURISMO
 È la città con il più alto flusso turistico in Italia: 29 326 000 presenze in
provincia nell'anno 2002, rispetto a Roma (19 486 000) e a Firenze (9
540 000). Nella sola città si contavano 8 245 154 presenze e 3 496 160
arrivi, con una netta prevalenza di turisti stranieri sugli italiani e un
netto incremento del turismo dai paesi asiatici (dati 2006. Il flusso è
abbastanza costante, anche se i periodi più intensi sono durante il
Carnevale e fra maggio e ottobre.
 Compreso il comune di Cavallino-Treporti, il turismo conta su 3 496
imprese.
MONUMENTI E LUOGHI D'INTERESSE
 Torino antica e romana
 Avamposto taurino del Bric San Vito: resti di piccolo villaggio celto-ligure databile fra il IV e il III
secolo a.C. con emergenze archeologiche di un successivo insediamento tardo-antico e
altomedievale;[29]
 Parco archeologico della Porta Palatina e delle mura romane;[30][31]
 Porta Decumana inglobata in Palazzo Madama e relativi scavi archeologici;[32]
 Resti del Teatro romano;[33]
 Complesso archeologico del Duomo: fondamenta delle tre basiliche paleocristiane gemelle sulle
quali sorge la Cattedrale rinascimentale, a loro volta poggianti su preesistenti abitazioni di epoca
romana di cui rimangono evidenti testimonianze;[34][35][36]
 Resti della torre angolare della cinta muraria nei pressi del Santuario della Consolata;[37]
 Tratto delle mura romane nelle sale sotterranee del Palazzo dell'Accademia delle Scienze;[38]
 Vari resti di abitazioni di epoca imperiale, fra cui le tracce delle domus di via Bellezia, via Santa
Chiara, via Bonelli, piazza Castello, la necropoli nel sottosuolo di piazza San Carlo e gli edifici
pubblici di piazza Emanuele Filiberto e corso XI Febbraio
 Torino medievale e rinascimentale
 A causa delle imponenti opere di pianificazione urbana effettuate a partire dal XVII secolo, rispetto
alla maggior parte delle altre città italiane, Torino ha conservato pochissimi monumenti medioevali
o rinascimentali. Fra i primi annoveriamo:
 la chiesa di San Domenico, situata nell'omonima via e che rappresenta l'unico monumento
completo autenticamente medioevale dell'intera città
 Casa dei Romagnano, resti medievali in Via dei Mercanti 9
 Casa del Senato, Piazza IV Marzo n. 17
 Casa del Pingone, in Via IV Marzo; casa con Torre medievale (mascherata), già residenza di
Filiberto Pingone, storico che nel 1577 scrisse la prima storia di Torino intitolata Augusta
Taurinorum
 Casa Broglia
 Fra i secondi i più importanti sono:
 il Duomo (del XV secolo)
 il Palazzo Scaglia di Verrua (del XV secolo)
I PARCHI
 Torino dispone di 51 parchi nell'area urbana e quelli più grandi e
frequentati sono: il Parco del Valentino, il Parco della Pellerina, il Parco
Colletta, il Parco Rignon e il più recente Parco Colonnetti. Attorno alla
città, ad anello, vi sono il Parco della Mandria ed il Parco della Reggia di
Stupinigi, antiche riserve di caccia dei Savoia, e quelli situati sulla collina
torinese. Nei vari quartieri della città sono presenti molti piccoli parchi,
in cui sono presenti 240 aree gioco per bimbi. Il sindaco Amedeo
Peyron realizzò, agli inizi degli anni sessanta, il primo giardino in Italia
dotato di giochi per bambini. Secondo un rapporto di Legambiente del
2007, Torino è la prima città italiana per strutture e politiche dedicate
all'infanzia.
BIBLIOTECA
 La città ospita alcune importanti biblioteche: la Biblioteca nazionale di Torino e la Biblioteca Reale di proprietà dello
Stato, la Biblioteca civica centrale e molte collezioni specializzate come la Biblioteca internazionale di cinema e
fotografia Mario Gromo, la Biblioteca Nazionale del Club Alpino Italiano, la Biblioteca della Fondazione Luigi Einaudi, le
biblioteche d'arte della Galleria civica d'arte moderna e contemporanea e dell'Accademia Albertina. Altre importanti
biblioteche antiche sono la Biblioteca dell'Accademia delle Scienze, la Biblioteca della Scuola di Applicazione
dell'Esercito (con sede nello juvarriano Palazzo dell'Arsenale) e la Biblioteca dell'Archivio di Stato.
 La rete delle biblioteche civiche comprende, oltre alla Civica centrale, altre 23 istituzioni analoghe (17 biblioteche civiche
diffuse sul territorio, 2 biblioteche situate presso le carceri e 4 punti di lettura), il cui patrimonio complessivo ammonta
ad oltre 1.200.000 volumi.[67]
 A queste si aggiungono le biblioteche centrali e dipartimentali delle università: l'Università degli Studi ne dispone di 50,
tra cui spicca la Biblioteca Interdipartimentale di Scienze Religiose Erik Peterson. Il Politecnico dispone di 17 biblioteche.
La consultazione dei volumi è libera per tutti, ma il prestito è riservato ai soli iscritti alle varie facoltà.
 Inoltre, i comuni di cintura dell'area urbana e metropolitana cittadina possiedono un sistema bibliotecario integrato
denominato SBAM (Sistema Bibliotecario Area Metropolitana) composto di 65 biblioteche per un totale di circa
1.700.000 documenti
MUSEI
 Torino possiede un sistema museale di livello internazionale, forte di oltre 50 musei presenti sul territorio cittadino e metropolitano.[73] Vi sono quattro musei nazionali (Museo del cinema, Museo
dell'automobile, Museo della montagna, Museo del Risorgimento) e numerosi altri musei di rilevanza nazionale ed internazionale come il Museo egizio, l'Armeria Reale, il Museo d'Arte Orientale, il Museo
dell'Astronomia e Planetario, il J-Museum e il Museo dello sport. Alcuni musei sono stati ampliati e rinnovati negli ultimi anni (ad esempio il Museo del Cinema, il Museo Egizio ed il Museo dell'Automobile)
o sono in corso di rinnovamento: tra questi, il Museo di anatomia umana Luigi Rolando, il Museo di antropologia ed etnografia, ed il Museo di antropologia criminale Cesare Lombroso, che verranno unificati
in un unico Museo dell'Uomo, all'interno del "Palazzo degli Istituti Anatomici" di corso Massimo d'Azeglio.
 Molto importanti sono le collezioni artistiche della città: vi si trovano infatti opere di Leonardo da Vinci, Antonello da Messina, Beato Angelico, Andrea Mantegna, ma anche di Van Eyck, Rembrandt, Van
Dyck. Per l'arte figurativa è da citare la Galleria Sabauda (una delle più importanti pinacoteche d'Italia), che ospita dipinti per il periodo che va dal XII al XVIII secolo. Per l'arte moderna e contemporanea vi
sono la Galleria civica d'arte moderna e contemporanea (il secondo museo di arte moderna in Italia, con 5.000 dipinti e 400 sculture), il Museo civico d'arte antica di Palazzo Madama, la Fondazione
Sandretto Rebaudengo contenente esposizioni degli artisti contemporanei provenienti da tutto il mondo e la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli e la Fondazione Merz. Considerando che la vicina Rivoli
ospita nell'omonimo castello il Museo d'Arte Contemporanea, Torino può essere considerata come il più importante polo museale italiano per l'arte contemporanea.
 Le collezioni di arte antica, la cui raccolta fu iniziata dal duca Emanuele Filiberto di Savoia nella seconda metà del Cinquecento, sono conservate nel Museo di antichità, che raccoglie anche le principali
testimonianze archeologiche piemontesi dal Paleolitico al Tardo Medioevo. Dal Museo di Antichità furono separate, negli anni quaranta del Novecento, le collezioni egizie che costituirono il Museo egizio, il
più importante d'Europa (nonché il più antico al mondo), in quanto custode della seconda collezione di arte egizia del mondo per vastità e importanza dopo quella del Museo del Cairo.[47]
 Inoltre, l'apertura del MAO - Museo d'Arte Orientale nel dicembre 2008 ha permesso di ospitare ricche collezioni provenienti dal Vicino Oriente, dall'India, dalla Cina e dal Giappone, oltre che dall'Asia
centrale.
 La Fondazione Accorsi è una ricca collezione privata, ora aperta al pubblico, di opere collezionistiche. Mostre temporanee di rilievo si tengono a Palazzo Bricherasio e a Palazzo Madama.
 Importanti sono poi dal punto di vista storico il Museo nazionale del Risorgimento italiano, presso Palazzo Carignano, e il Museo Nazionale della Montagna, presso il Monte dei Cappuccini, sulla riva destra
del Po. Testimonianze della storia di Torino sono a disposizione presso l'Istituto Storico della Resistenza che gestisce inoltre il Museo diffuso della Resistenza, della deportazione, della guerra, dei diritti e
della libertà.
 Per quanto riguarda le scienze, è sicuramente da ricordare il Museo Regionale di Scienze Naturali, tra i maggiori in Italia dello specifico settore, e il Museo della Sindone, che illustra al visitatore le scoperte
scientifiche sul telo sindonico.
 Da ricordare, il Museo dell'astronomia e Planetario di Torino, che sorge accanto dell'Osservatorio astronomico di Torino di Pino Torinese, cittadina collinare nei pressi immediati del capoluogo piemontese.
 Tra le curiosità, infine, è la prparazione di un museo del cioccolato che sarà allestito nel quartiere storico di Porta Palazzo.[senza fonte]
 In città ha sede lo Share Festival, un festival dedicato all'arte e alla cultura digitale.
CINEMA
 Torino è la città italiana in cui fu per prima stabilita l'industria cinematografica, in ragione della storica vicinanza geografica e culturale con la Francia dei fratelli Lumière. Proprio nel capoluogo piemontese, nel
marzo 1896, gli inventori del cinematografo esibirono la prima proiezione di un film in Italia ed in via Po, a novembre, la prima davanti ad un pubblico pagante.[75]
 I primi studi cinematografici italiani aprirono a Torino nel 1907. Giovanni Pastrone vi girò uno dei primi colossal della storia del cinema: Cabiria del 1914.
 Le produzioni delle principali case, come l'Ambrosio Film, l'Itala Film, l'Aquila e gli studi Fert,[76] proseguirono fino al 1937, anno di inaugurazione di Cinecittà a Roma.
 La vocazione cinematografica di Torino non cessò. Nel 1956 venne aperto il Museo nazionale del cinema, dapprima ospitato a Palazzo Chiablese e poi, dal 2000, nell'imponente sede della Mole Antonelliana. Negli
anni ottanta un gruppo di professori universitari e critici cinematografici torinesi diede luogo, con il sostegno degli enti locali, alla rassegna cinematografica Festival Cinema Giovani che dal 1997 assunse la
denominazione di Torino Film Festival, conquistandosi un punto di riferimento a livello internazionale specialmente per il cinema sperimentale, secondo in Italia soltanto allo storico Festival di Venezia.
 A Torino si svolgono il Torino Gay & Lesbian Film Festival, il Festival Internazionale Cinema delle Donne, il Sottodiciotto Filmfestival legato ai temi dell'adolescenza, CinemAmbiente, la VIEW Conference (in
precedenza Virtuality, manifestazione interamente dedicata alla realtà virtuale) ed il Piemonte Movie-gLocal Film Festival, dedicato alla cinematografia regionale.
 ggi Torino è tra le principali sedi di realizzazioni cinematografiche e televisive in Italia, grazie al ruolo della Torino Film Commission che vi riporta la produzione di molti lungometraggi, sceneggiati e spot.
 Nel 2002 vennero riaperti gli studi Fert con la nuova denominazione di Virtual Reality & Multi Media Park[77] e la Lumiq Studios[78] iniziò la sua attività : entrambi hanno cessato al loro attività nel 2013.
 Sono nati a Torino il primo cinema d'essai italiano (il Romano nella Galleria Subalpina, nel 1971), la principale associazione cinematografica nazionale (l'Aiace Torino) e la prima multisala del Paese (l'Eliseo, nel
1983).
 A San Giusto Canavese è presente un importante centro di produzione cine-televisiva i Telecittà Studios, mentre a Torino c'è il Cineporto una struttura riservata alle società di produzioni cinematografiche che
vengono in città a girare film.
 Citazioni cinematografiche
 La città viene citata nel film American Gigolò. Il protagonista, Julian Kay, interpretato da Richard Gere, dopo un breve dialogo in francese con una bella sconosciuta (Lauren Hutton) dice di essere nato a Torino e di
aver studiato a Nantes.
 Nel film Io sono leggenda, quando il protagonista sta guardando le registrazioni di vecchi telegiornali, viene mostrata Piazza San Carlo. Quella utilizzata nel film è infatti la reale registrazione di un collegamento
avvenuto durante i XX Giochi olimpici invernali del 2006.
 Nella parte iniziale del film La Pantera Rosa 2 viene mostrato un panorama di Torino e l'interno del duomo in cui viene rubata la Sindone. In realtà il panorama non è quello reale e neanche la chiesa. Nel film fanno
vedere che la sindone è tenuta in una teca di vetro, anche se nella realtà non è così.
MUSICA
 A Torino vi è una ricca offerta musicale. Viene eseguita dal vivo ogni tipo di musica e, oltre ai principali teatri e sale da concerto per la musica classica,
dopo le recenti olimpiadi sono aumentati i Palazzetti dove avvengono concerti ed esibizioni di musica leggera. Tra questi, i più frequentati sono:
 il PalaRuffini, conosciuto anche come Palazzetto dello Sport
 il PalaTorino, già Mazda Palace
 il Palasport Olimpico, oggi PalaAlpitour, detto anche PalaIsozaki dal nome del suo ideatore, l'architetto Arata Isozaki
 Inoltre vi si svolgono cinque eventi periodici annui:
 Settembre Musica: rassegna musicale che si tiene ogni anno a settembre in vari luoghi, unendo concerti di musica classica, jazz, etnica e pop. Fondata
nel 1978, dal 2007 si svolge in gemellaggio con Milano.
 Club to Club: festival internazionale di musica e arti elettroniche che dal 2006 coinvolge, con la sezione "Club Europa", un'importante città europea, con
scambio di pubblico, artisti, iniziative.
 Torino Jazz Festival: festival internazionale di musica Jazz che si tiene dal 2012 ogni anno a fine aprile, con la partecipazione di ospiti prestigiosi come Al
Di Meola, Paolo Fresu, Caetano Veloso, Manu Dibango, Daniele Sepe, Enzo Avitabile[80].
 Traffic - Torino Free Festival: festival musicale gratuito che si tiene annualmente a Torino dal 2004 nel mese di luglio.
 Movement Torino Music Festival: festival di musica elettronica, arti visive e circensi nato nel 2006, che ospita le performance dei migliori musicisti e DJs
internazionali, per rappresentare gli sviluppi della cultura musicale contemporanea.
CUCINA
 La cucina tipica torinese è una cucina ricca ed elaborata. Nonostante
questo, è profondamente radicata nel territorio. Essa infatti nasce da un
connubio fra la sua origine contadina e le esigenze raffinate della corte
sabauda, entrambe aperte, oltretutto, alle influenze della cucina
francese.
Venezia

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Venezia

  • 1. IL TEMA: I POSTI PIU BELLI DI ITALIA Città: Venezia ; Torino Lo scopo: Per trovare le principali città d'Italia Gli obiettivi: Impara pèr:  La cultura di Venezia è Torino  La cucina di Venezia è Torino  La moda di Venezia è Torino  I monumenti di Venezia è Torino  I costumi di Venezia è Torino I strumenti:  Il computer  La USB  Il disco
  • 3. TERRITORIO Il territorio del comune di Venezia è amministrativamente diviso in sei municipalità e si presenta nettamente diviso nelle due realtà della Venezia insulare (centro storico e isole) e della terraferma- Il centro storico di Venezia sorge in mezzo alla laguna omonima su un totale di centodiciotto isolette, consolidate nei secoli grazie a palificazioni in legno[16], che ne hanno permesso l'urbanizzazione. Alcune di queste isole sono raccolte in gruppi organici tra di loro mentre altre risultano più disperse. Le 118 isolette sono separate da canali navigabili e collegate tra loro da ponti ad uso esclusivamente pedonale. L'estensione totale del centro storico, escluse le acque interne e le isole maggiori, è pari a 797,96 ettari, il che ne fa uno dei centri storici più grandi d'Italia e d'Europa. Calcolando l'estensione dell'intera I Municipalità, includendo dunque le isole della Laguna quali Murano e Burano, la superficie totale della Venezia insulare ammonta, escluse le acque interne, a 1688,91 ettari. Veduta di Venezia all'imbrunire La parte storica della città viene tradizionalmente suddivisa in sei sestieri: Dorsoduro, Santa Croce, San Polo, San Marco, Cannaregio e Castello. I sestieri della città antica si articolano intorno alla doppia ansa del Canal Grande, la via d'acqua principale da cui si snoda una fitta rete di circa 158 canali minori.[17] Nel secondo dopoguerra sono state edificate molte nuove zone nell'isola di Venezia. Di nuova costruzione sono il quartiere di Sacca Fisola, la nuova isola del Tronchetto (con 17 ettari di laguna interrati), l'aria Saffa a Cannaregio ecc.. Nella laguna attorno al centro storico si trovano numerose isole edificate (alcune oggi disabitate). Tra le isole maggiori (che fanno parte anch'esse del comune) si ricordano Murano, Burano celebri rispettivamente per la lavorazione del vetro e dei merletti, Torcello, Sant'Erasmo, Pellestrina e la lunga e sottile isola del Lido con i suoi stabilimenti balneari. Nella terraferma si trovano i due grossi centri di Mestre e Marghera, oltre ad altre frazioni minori. Tali centri hanno avuto un grosso sviluppo dopo il secondo dopoguerra, come sfogo per l'espansione edilizia di Venezia, che non disponeva di spazi edificabili nella laguna circostante, ed hanno pertanto l'aspetto di città moderne. Nella terraferma risiedono circa i due terzi della popolazione del comune. Per quanto riguarda il rischio sismico, Venezia è classificata nella zona 4, ovvero a sismicità molto bassa
  • 4. CLIMA  Il clima di Venezia è quello tipico della pianura padana, mitigato per la vicinanza al mare nelle temperature minime invernali (1 °C in media) e nelle massime estive (28 °C in media). Si può considerare un clima di transizione tra il continentale e il mediterraneo. La piovosità raggiunge i suoi picchi in primavera e in autunno e sono frequenti i temporali estivi. In inverno non sono infrequenti le nevicate (ma normalmente la neve tende a sciogliersi rapidamente), tuttavia la notte gela spesso, cosa che coinvolge anche le acque lagunari delle zone più interne. L'elevata umidità può provocare nebbie nei mesi freddi ed afa in quelli caldi.  I venti principali sono la Bora (NE) dominante nei mesi invernali e primaverili, lo Scirocco (SE) in estate e, meno frequente, Libeccio (SW, detto localmente Garbìn).  Dal punto di vista legislativo, il comune di Venezia ricade nella "Fascia climatica E" con 2 345 gradi giorno, dunque il limite massimo consentito per l'accensione dei riscaldamenti è di 14 ore giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile.
  • 6. La laguna veneta si forma nell'800 a.C. circa da un precedente ambiente fluvio-palustre e si suppone che qui vi fossero insediamenti umani sin dall'epoca preistorica vista la ricchezza di risorse che favorivano caccia e pesca[22]. In età pre-romana, vale a dire nel periodo paleoveneto, la civiltà era ben radicata nella zona con popolazioni dedite alla pesca, alla produzione del sale, ai trasporti marittimi e alle altre attività mercantili connesse. Snodo di intensi traffici commerciali che collegavano l'Adriatico con il centro e nord Europa, in questo periodo vengono a svilupparsi alcuni insediamenti, tra i quali spicca, ormai con una fisionomia protourbana, il centro di Altino[23]. La venuta dei Romani non fa che rafforzare questa situazione. Il sistema dei porti viene potenziato (a questo periodo risale Chioggia), mentre l'entroterra viene bonificato e centuriato, cosa peraltro ancora visibile nell'attuale disposizione di strade e fossi[24]. La laguna divenne forse luogo di villeggiatura per la nobiltà, come testimoniano alcuni ritrovamenti[24]. Secondo il Chronicon Altinate (XI secolo), il primo insediamento a Venezia sulla Riva Alta (Rialto) risalirebbe al 25 marzo del 421 con la consacrazione della chiesa di San Giacometo sulle rive dell'attuale Canal Grande: studi recenti hanno però dimostrato che San Giacomo di Rialto è assai più tarda, risalendo alla metà del XII secolo[25]. Gli abitanti della terraferma cercarono rifugio nelle lagune a seguito delle varie ondate di invasioni barbariche che si succedettero dal V secolo, in particolare quella degli Unni (452) e dei Longobardi (568). Tuttavia Venezia si presentava allora come un insieme di piccoli insediamenti ancora molto eterogeneo, mentre maggiore importanza assumono alcuni centri limitrofi come Torcello, Ammiana, Metamauco. Parallelamente, si vengono a trasferire in laguna le maggiori istituzioni religiose, come il Patriarca di Aquileia a Grado e il vescovo di Altino a Torcello. Carta politica della penisola italiana intorno al 1000: in verde i possedimenti veneziani Riuniti assieme con tutta l'Italia all'impero con la prammatica sanzione di Giustiniano del 554, il Triveneto è nuovamente travolto dalla calata dei Longobardi del 568. I bizantini perdono gran parte della zona, mantenendo solamente la fascia costiera. È da questo momento che il termine Venetia, un tempo riferito a tutto il Veneto, viene ad indicare solo la zona delle lagune. Eretta nel 697 la Venezia a ducato dipendente dall'Esarcato di Ravenna, con capitale prima ad Eracliana, quindi Metamauco, a seguito della tentata invasione franca di Pipino (Carlomanno), nell'821 la più sicura Rialto diviene capitale del Ducato di Venezia, assumendo nel tempo il nome stesso del territorio e dello Stato e diventando definitivamente Venezia. La vicinanza con l'Impero franco, il rapporto privilegiato con l'oriente Bizantino e contemporaneamente la distanza da Costantinopoli ne fece uno dei principali porti di scambio tra l'Occidente e l'Oriente, permettendo lo sviluppo di una classe mercantile dinamica ed intraprendente che nel corso di quattro secoli circa trasforma la città da remoto insediamento e avamposto imperiale a potenza padrona dei mari, ormai totalmente indipendente. È annoverata fra le Repubbliche marinare; a ricordo di ciò il leone di San Marco, emblema della Serenissima, appare nelle insegne marine della bandiera italiana insieme ai simboli di Genova, Pisa ed Amalfi. Lazzaro Bastiani, Ritratto di Francesco Foscari. Con il doge Foscari la Repubblica vide la maggiore espansione territoriale della sua storia e il dogato più lungo. Il capo del governo era il Doge (dal latino dux), il quale vide, col passare del tempo, il suo potere sempre più vincolato da nuovi organi istituzionali. Molti Dogi, soprattutto prima dell'anno mille, si videro costretti a prendere i voti perché i cittadini li reputavano troppo bramosi di potere: alcuni vennero anche uccisi o abbacinati. All'apice della sua potenza, nel XIII secolo, Venezia dominava gran parte delle coste dell'Adriatico, regioni quali la Dalmazia, l'Istria, molte delle isole dell'Egeo, Creta, Cipro, Corfù, ed era la più importante potenza militare e tra le principali forze mercantili nel Medio oriente. Nel XV secolo il territorio della Repubblica si estendeva dall'Adda all'Istria, e da parte dell'attuale provincia di Belluno, al polesine veneto. Ma la decadenza cominciò a farsi sentire già nel XV secolo: eventi storici come l'accrescersi della potenza Ottomana e lo spostamento dei commerci verso le Americhe, colpirono duramente la vocazione marittima della città che finì per volgere i suoi interessi economici verso l'entroterra. 7 novembre 1866. Il trionfale ingresso di Vittorio Emanuele II Nel XVIII secolo Venezia fu tra le città più raffinate d'Europa, con una forte influenza sull'arte, l'architettura e la letteratura del tempo, ma questo non era che un segno sensibile calo di residenti.
  • 7.  del suo inesorabile tramonto. Dopo oltre 1000 anni d'indipendenza, il 12 maggio 1797 il doge Ludovico Manin e il Maggior Consiglio vennero costretti da Napoleone ad abdicare, per proclamare il "Governo Provvisorio della Municipalità di Venezia". Durante il primo decennio dalla perdita della sovranità della Repubblica di Venezia, vennero compiuti molti interventi sulla città come l'interramento del rio si Sant'Anna che divenne via Garibaldi, le demolizioni per costituire i giardini di Castello, la distruzione dei granai di Terranova per costruire i giardini del palazzo Reale nelle Procuratie Nuove.[29] Con il Trattato di Campoformio tra francesi ed austriaci, il 17 ottobre 1797 la "Municipalità di Venezia" cessò di esistere e furono ceduti all'Austria il Veneto, l'Istria, la Dalmazia e le Bocche di Cattaro, che andarono a formare la "Provincia veneta" dell'Impero austro- ungarico. Tornata ai francesi, fu di nuovo Austriaca sino all'Unità d'Italia. Nel 1848 la città partecipò attivamente ai moti rivoluzionari e sotto l'iniziativa di Daniele Manin fu, sebbene per poco, indipendente con l'istituzione della Repubblica di San Marco. Dopo un anno di assedio da parte degli austriaci, la Repubblica dovette arrendersi il 22 agosto 1849. Nel 1866 entrò a far parte del Regno d'Italia e l'annessione fu sancita dal plebiscito del 21 ottobre 1866 che vide vincere il sì con il 99,9% dei voti favorevoli dell'elettorato attivo. Nel 1883 il comune di Malamocco, comprendente tutto il Lido di Venezia, fu soppresso ed incorporato a Venezia. La proclamazione della Repubblica di San Marco Il 24 maggio 1915 l'Italia entrò nel primo conflitto mondiale a fianco delle potenze dell'Intesa. Con la ritirata di Caporetto, nel disperato tentativo di difendere Venezia e la sua preziosa base navale, l'esercito italiano si attestò sul Piave e respinse due offensive austro-ungariche (una alla fine dell'anno, la seconda nel giugno 1918. Venezia venne quindi a trovarsi a ridosso del fronte In questo contesto subi numerosi attacchi aerei da parte dell'Austria Ungheria, che causarono svariati danni alla città.[30]. Nel 1917, la zona di Bottenigo (il cui nome venne cambiato in Marghera) fu integrata nel comune di Venezia, ed in essa cominciarono la costruzioni delle nuove installazioni portuali di Porto Marghera. Negli anni venti la città vide accrescere notevolmente il suo territorio, grazie all'accorpamento dei comuni di Burano, Murano, Pellestrina (1923), Chirignago, Zelarino, Mestre e Favaro Veneto (1926). L'annessione della terraferma in particolare, fu legata alla nascita del polo industriale di Marghera, voluto dalle politiche economiche di quegli anni. Venezia, per la propria conformazione urbana, si rivelava infatti incapace, pur con la propria ampia disponibilità di manodopera, di avere una propria compiuta area industriale: l'espansione in terraferma divenne la soluzione necessaria per dare nuovo sviluppo della città lagunare. Nel 1933 venne costruito il ponte stradale fra Venezia e la terraferma, affiancando ed integrando il ponte ferroviario che era stato costruito nel 1846. Durante la seconda guerra mondiale i centri di Marghera e Mestre subirono pesanti bombardamenti aerei. Il dopoguerra vede la grande espansione edilizia della terraferma veneziana, che attrasse immigrati da tutto l'entroterra veneto e dallo stesso centro storico. In parallelo a questa espansione si è assistito all'esodo dal centro storico della maggioranza della sua popolazione. In conseguenza di questi fenomeni, oggi la terraferma veneziana ha il doppio degli abitanti della Venezia insulare. La crescita demografica di Mestre divenne vertiginosa a partire dagli anni sessanta, quando alle politiche abitative e del lavoro, che non favorivano i residenti lagunari, si sommarono i disastrosi effetti dell'alluvione del 1966, che mostrò la vulnerabilità delle abitazioni ai piani bassi di Venezia. L'incredibile rapidità dello sviluppo fece sì che questo avvenisse in modo alquanto disordinato e al di fuori di un piano regolatore (è il cosiddetto sacco di Mestre). La sera dell'11 settembre 1970, il centro storico fu colpito da una tromba d'aria di intensità stimata F4 sulla scala Fujita, provocando gravi danni tra cui l'affondamento di un motoscafo dell'ACNIL che causò la morte di 21 persone. A metà degli anni 70 ci fu un declino dei settori chimico, industriale e cantieristico con un conseguente reimpiego, maggioritario, del capitale umano e economico nel settore del turismo.[31] La crisi dell'industria chimica tra la fine degli anni ottanta e gli inizi degli anni novanta, assieme al generale ridimensionamento delle grandi città del nord Italia, hanno fatto sì che a Mestre e nei sobborghi limitrofi si registrasse un
  • 8. MONUMENTI E LUOGHI D'INTERESSE
  • 9. I monumenti del comune di Venezia si trovano quasi totalmente nel centro storico e nelle isole della laguna, essendo la parte di terraferma praticamente priva di luoghi d'interesse. Il luogo più celebre di Venezia è Piazza San Marco, l'unica nel centro storico ad essere caratterizzata dal toponimo "piazza": le altre piazze sono chiamate infatti "campi" o "campielli". La Basilica di San Marco è situata al centro della piazza, colorata d'oro e rivestita da mosaici che raccontano la storia di Venezia, assieme ai bassorilievi che raffigurano i mesi dell'anno. Sopra la porta principale, i quattro cavalli bronzei provenienti dal palazzo imperiale di Costantinopoli[32], che furono trasportati a Venezia in seguito alla quarta Crociata del 1204 su ordine del doge Dandolo (comandante della crociata). La pianta a croce greca è sovrastata da cinque grandi cupole. La fabbrica attuale è la terza Basilica dedicata a San Marco che sorge in questo luogo: le prime due andarono distrutte. Questa versione fu ispirata dalla chiesa dei Santi Apostoli di Costantinopoli (distrutta dai musulmani pochi anni dopo la conquista del 1453), di cui è una sorta di replica in scala ridotta. L'interno è rivestito di mosaici a fondo oro che raffigurano passi biblici e allegorici. Inizialmente, era la cappella dei Dogi della Repubblica di Venezia. Il Campanile di San Marco Il Palazzo Ducale sorge a fianco della Basilica: a unirli, la Porta della Carta, opera di Bartolomeo Bono, che oggi è l'uscita del museo di Palazzo Ducale. L'ingresso principale è sul lato che guarda alla laguna. Sede del governo della Serenissima, è stato costruito nel XV secolo con marmi d'Istria. Qui sorgeva un castello, poi dato alle fiamme per far uscire Pietro IV Candiano che vi aveva trovato rifugio durante una sommossa. Ora il Palazzo è un museo, con opere dei migliori artisti veneziani: la Biblioteca Sansoviniana, che si trova al suo interno, ospita delle mostre temporanee. Da vedere la Sala del Maggior Consiglio, che per secoli fu la più grande sede di governo del mondo, il Ponte dei Sospiri, le carceri e i Piombi. Le torri dell'Arsenale Di fronte al Palazzo Ducale sorge il campanile di San Marco: costruito nel 1173 come faro per i naviganti, fu restaurato da Bartolomeo Bon nel XV secolo. Crollò il 14 luglio 1902 e venne interamente ricostruito. La loggetta in marmo rosso di Verona è un'opera di Jacopo Sansovino, e su di essa si trovano i bassorilievi che raffigurano allegorie con le imprese della Repubblica del Leone. Altri importanti monumenti veneziani sono l'Arsenale, la basilica di Santa Maria della Salute, la basilica di Santa Maria gloriosa dei Frari, le sinagoghe del Ghetto. Venezia è celebre anche per i suoi caffè storici. Importato dall'Impero ottomano intorno al 1615, a partire dal 1683 si diffusero moltissime caffetterie in tutta la città. Il 29 dicembre 1720 fu aperto il celebre Caffè Florian, ancor oggi attivo in Piazza San Marco, sotto le Procuratie Nuove, nel 1775 fu la volta invece dell'altrettanto celebre Caffè Quadri. A Venezia ha inoltre sede il ricercato museo Peggy Guggenheim, dove si trovano grandi opere di artisti tra i quali Ernst, Modigliani, Picasso, Mirò, Pollock e Kandinsky. Nella laguna importanti mete turistiche sono le isole di Murano, Burano e Torcello. L'isola del Lido è invece una rinomata località balneare, nonché sede del celebre festival del Cinema di Venezia.
  • 10. ARCHITETTURE RELIGIOSE  Sono innumerevoli le chiese degne di nota che si possono trovare nella città lagunare, sia per i propri pregi architettonici che per i tesori artistici ivi contenuti. Tra le più importanti si può annoverare la Basilica di Santa Maria della Salute a pianta ottagonale, con la sua imponente cupola che spicca all'incile del Canal Grande e la celebre Basilica di San Marco, cattedrale della città e sede del Patriarca, situata nell'omonima piazza, di fianco al Palazzo Ducale.  Tra gli altri importanti edifici religiosi, abbiamo: la Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, la Chiesa di Santa Maria dei Miracoli, la Chiesa di San Zaccaria, la Chiesa del Redentore, quest'ultima realizzata presso l'isola della Giudecca su progetto di Andrea Palladio, e la Basilica di San Pietro di Castello che annovera due cappelle ad opera del Veronese.
  • 11. PALAZZI  Venezia è ricca di palazzi signorili, affacciati su campi, calli, rii e canali, antiche residenze delle più ricche famiglie veneziane dell'epoca d'oro della città.  A parte le scuole e gli edifici istituzionali come ad esempio Palazzo Ducale, quasi tutti i palazzi sono identificati con il nome della famiglia che li ha fondati o che più vi ha lasciato il proprio segno. Tra i più famosi Palazzo Fortuny, in stile gotico donato alla città di Venezia dalla vedova dell'artista spagnolo Mariano Fortuny, Palazzo Grassi, opera di Giorgio Massari, Palazzo Mocenigo dalla facciata di impronta rinascimentale, Palazzo Grimani[34], di proprietà demaniale e sede della Corte d'Appello e Palazzo Loredan in stile gotico. Spesso nel nome vengono citate due o più famiglie come ad esempio Palazzo Cavalli-Franchetti, o Palazzo Gritti-Badoer, oppure è specificato il ramo della famiglia (es. Palazzo Morosini del Pestrin).  Ca' Vendramin Calergi, sede del Casinò di Venezia  Molte residenze private mantengono invece la tradizionale denominazione Ca', che indicava il nome della casata e dell'edificio: ad esempio Ca' Foscari, sede dell'omonima Università cittadina, Ca' Corner, progettata nel XVI secolo da Jacopo Sansovino, Ca' Rezzonico, nel sestiere di Dorsoduro e opera del Longhena, Ca' Pesaro, Ca' Vendramin Calergi[35] e Ca' Dario, tristemente nota per il tragico destino di alcuni dei suoi proprietari.  Più recente l'uso dell'italiano Casa (es. Casa Venier). Alcuni edifici di non grandi dimensioni vengono spesso indicati come Palazzetto (es. Palazzetto Stern).  A Venezia, vista la sua antica vocazione commerciale, sono inoltre presenti i fondachi, antichi edifici di origine medioevale adibiti a magazzino e a ricovero per i mercanti stranieri. Lungo il Canal Grande sono visibili il fondaco dei Tedeschi[36], il fondaco dei Turchi ed il fondaco del Megio.
  • 12. PONTI  Per la sua conformazione, Venezia, dispone di 435 ponti tra pubblici e privati che collegano le 118 isolette su cui è edificata, attraversando 176 canali. La maggior parte di essi sono costruiti in pietra, altri materiali comuni sono il legno e il ferro.  Il più lungo è il ponte della Libertà che attraversa la laguna veneta, collegando la città con la terraferma e permettendo così il traffico veicolare. Il progetto è del 1931, ad opera dell'ingegnere Eugenio Miozzi, mentre la sua inaugurazione si è avuta nel 1933, con il nome di Ponte Littorio.  Il ponte dei sospiri  Il principale canale che taglia la città, il Canal Grande, è attraversato da quattro ponti: il ponte di Rialto è il più antico (edificato intorno al XVI secolo); il ponte dell'Accademia; il ponte degli Scalzi, questi ultimi costruiti sotto la dominazione asburgica e ricostruiti nel XX secolo, e infine il ponte della Costituzione, posto in opera nel 2008 su progetto dell'architetto Santiago Calatrava.  Un altro simbolo della città è il ponte di Rialto: opera di Antonio Da Ponte, sorse nel 1591. Costituiva l'unico modo di attraversare il Canal Grande a piedi: infatti, rimase l'unico ponte fino al 1854, quando fu costruito il ponte dell'Accademia (a cui si aggiunsero in seguito il ponte degli Scalzi e il ponte della Costituzione). Sui lati del corpo centrale si trovano negozi di lusso mentre, alla fine del ponte, nel sestiere di San Polo, la pittoresca pescheria e la chiesa di San Giacomo di Rialto.  Uno dei ponti più celebri di Venezia è, inoltre, il ponte dei Sospiri. Realizzato in pietra d'Istria nel XVII secolo su progetto dell'architetto Antonio Contin, collega il Palazzo Ducale con le Prigioni Nuove.
  • 14. BIBLIOTECHE La maggiore biblioteca della città, e una delle maggiori italiane, è la Biblioteca nazionale Marciana. Essa si trova in piazza San Marco, dispone di circa 1 000 000 di volumi, specializzata in filologia classica e storia di Venezia, possiede una delle più pregiate raccolte di manoscritti greci, latini ed orientali del mondo. Il palazzo che la ospita è opera dell'architetto Jacopo Sansovino. La Marciana fu istituita ufficialmente nel 1560, anche se già nel XIV secolo Francesco Petrarca ebbe l'idea di realizzare una biblioteca pubblica in questa città. Nel Novecento, a causa degli esigui spazi e della crescita del patrimonio letterario, la biblioteca si spostò dalla storica sede, oggi musealizzata, all'ex-Zecca della Repubblica di Venezia. Presso l'ex-convento dei Frari, è presente l'Archivio di Stato di Venezia che, con i suoi 70 km di scaffali, ospita la documentazione prodotta in mille anni dalla Repubblica di Venezia, dalla nascita al XX secolo. Il suo patrimonio è composto da una ricchissima collezione di pergamene, carte e disegni, conservati nelle centinaia di stanze (le antiche celle dei frati) poste attorno ai chiostri, che testimoniano non solo la storia della Serenissima, ma anche di tutto il mondo che intratteneva con essa relazioni diplomatiche e commerciali. Istituito nel 1815, dal 1866 vi affluiscono anche gli archivi prodotti dagli uffici dello Stato italiano situati a Venezia. L'ex-convento di Santa Maria Gloriosa dei Frari, sede dell'Archivio di Stato di Venezia La biblioteca della Fondazione Querini Stampalia, in campo santa Maria Formosa con sede nel Palazzo Querini Stampalia, raccoglie materiale di carattere prevalentemente scientifico e naturalistico, assolvendo il ruolo di biblioteca civica della città grazie alla disponibilità di circa 350.000 volumi. La biblioteca fu voluta nel 1868 dal N.H. Giovanni Querini Stampalia, che moriva l'anno successivo senza eredi diretti. Subì un'importanti opere di restauro da parte dell'architetto Carlo Scarpa tra 1959 e 1963 e più recentemente da parte di Mario Botta. La Fondazione Giorgio Cini gestisce una biblioteca sull'Isola di San Giorgio Maggiore, negli ambienti dell'ex monastero benedettino, recentemente restaurata da Michele De Lucchi, che si occupa di storia di Venezia, letteratura, musica, teatro e melodramma, ma è specializzata soprattutto in storia dell'arte, cui è dedicato un nucleo di oltre 150.000 volumi e circa 800 testate di periodici, di cui 200 correnti. Importanti fondi specialistici sono inoltre quelli delle biblioteche universitarie di Ca' Foscari (con oltre 830.000 volumi), dello IUAV, dell'Accademia di Belle Arti (circa 16.000 volumi) e del Conservatorio Benedetto Marcello (oltre 50.000 volumi). La comunità ebraica veneziana gestisce la biblioteca-archivio "Renato Maestro", sita nel Ghetto. Istituita ufficialmente nel 1981, offre oggi circa 12.000 titoli e un "Catalogo Libri ebraici Antichi" che conta 2.500 volumi (secoli XVI-XIX). Alcuni musei civici gestiscono anche biblioteche specialistiche dedicate: il Museo Correr, Palazzo Mocenigo (con circa 6.000 volumi e 13.000 figurini di moda), Ca' Pesaro (con oltre 11.000 volumi) e la Casa di Carlo Goldoni (con oltre 30.000 volumi). Per quanto riguarda le biblioteche civiche, la "Rete Biblioteche Venezia" raggruppa ventuno biblioteche di pubblica lettura e specialistiche, delle quali sette si trovano nel centro storico, quattro nelle isole e dieci in terraferma. Come biblioteca centrale, a partire dal 1980, è stata designata la Biblioteca Civica di Mestre VEZ, istituita nel 1952, che conta circa 100.000 volumi e 280 testate di periodici in una superficie totale di 2 015 m².
  • 15. SCUOLE  Delle varie scuole secondarie di Venezia, vanno ricordati alcuni istituti storici, come i licei classici "Foscarini", fondato nel 1807 con decreto di Eugenio di Beauharnais, viceré d'Italia e "Marco Polo", istituito nel 1812. Tra i licei situati a Mestre, si può citare il liceo classico Raimondo Franchetti.  A queste si può aggiungere la nota Scuola Navale "Morosini", che continua l'antico Collegio dei giovani nobili, fondata il 2 ottobre del 1961 e con sede presso l'isola di Sant'Elena.
  • 16. UNIVERSITÀ Venezia è un'importante sede universitaria italiana. La più celebre è l'Università Ca' Foscari, che offre i corsi di laurea in economia e commercio, lingue e letterature straniere, lettere e filosofia, e scienze naturali. Nata nel 1868 come prima Business School d'Italia e seconda in Europa, dopo quella di Anversa, ha la sede principale presso Ca' Foscari, palazzo gotico affacciato sul Canal Grande. Per gli studi di architettura, moda, design e urbanistica, è presente l'Università IUAV, istituita nel 1926, come seconda scuola di architettura in Italia, dopo quella di Roma, per iniziativa di Giovanni Bordiga, allora presidente dell'Accademia di Belle Arti di Venezia. L'Accademia di Belle Arti nasce il 24 settembre 1750 per volontà del Senato veneto come "Veneta academia di pittura, scultura e architettura", con Gianbattista Piazzetta quale primo presidente. Fra gli artisti che vi insegnarono si ricordano: Tiepolo, Hayez, Ettore Tito, Alberto Viani, Carlo Scarpa ed Emilio Vedova. La sede principale dell'ateneo è oggi ospitata nell'ex-Ospedale degli Incurabili, presso la fondamenta delle Zattere. Sempre a Venezia, fin dal 1876 è presente il Conservatorio Benedetto Marcello, ospitato a Palazzo Pisani. Il Monastero a San Servolo, attuale sede della Venice International University Nel 1995 è stata fondata la Venice International University, consorzio internazionale di formazione e ricerca, a cui partecipano tra gli altri l'Università Ca' Foscari, lo IUAV, l'Università Ludwig Maximilian di Monaco e l'Università Autonoma di Barcellona. La sede dell'istituzione si trova nell'isola di San Servolo, in un edificio che un tempo ospitava un monastero. Venezia è inoltre l'unica città italiana sede di una Facoltà di Diritto Canonico, la "San Pio X", eretta dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica nel 2008 all'interno dello Studium Generale Marcianum. Voluta dall'allora cardinale Patriarca Angelo Scola, la facoltà ha sede nel restaurato palazzo del Seminario patriarcale, adiacente alla Basilica della Salute. Fa parte del polo pedagogico accademico dello Studium Generale Marcianum anche l'Istituto Superiore di Scienze Religiose "San Lorenzo Giustiniani", eretto nel 2006, e parte della Facoltà Teologica del Triveneto. A Mestre si trovano la sede del corso di laurea in infermieristica dell'Università di Padova e il Laboratorio di Scienza delle costruzioni dello IUAV.
  • 17. CINEMA  Grazie alle sue caratteristiche ambientali e al suo passato storico, la città di Venezia è stata impiegata come sfondo per numerose pellicole cinematografiche.  Nel cinema italiano, Venezia è stata l'ambientazione per le vicende narrate in Venezia, la luna e tu (1958) di Dino Risi, Anonimo veneziano di Enrico Maria Salerno (1970), Dimenticare Venezia di Franco Brusati (1979).  La città è stata lo sfondo per raccontare, a metà tra storia e romanzo, le vite di personaggi come Giordano Bruno di Giuliano Montaldo (1973) e del Casanova diretto da Lasse Hallström ed interpretato da Heath Ledger (2005).  La città è stata teatro delle opere shakespeariane dell'Otello diretto da Orson Welles (1952) e del Mercante di Venezia di Michael Radford e con protagonista Al Pacino (2004); Venezia è stata inoltre l'ovvia scelta per lo sfondo della trasposizione del romanzo di Thomas Mann Morte a Venezia, diretto da Luchino Visconti (1971), ed è una delle ambientazione per La leggenda degli uomini straordinari di Stephen Norrington (2003), adattamento dell'omonimo fumetto di Alan Moore.  Hollywood ha scelto la città come teatro per sequenze in film di genere tra il thriller e l'azione, a partire da Nikita (1990) di Luc Besson e passando per The Italian Job (2003) di F. Gary Gray con Mark Wahlberg e The Tourist (2010), diretto da Florian Henckel von Donnersmarck ed interpretato da Angelina Jolie e Johnny Depp. Il campione d'incassi Indiana Jones e l'ultima crociata di Steven Spielberg (1989) ha numerose scene ambientate nella città, così come il personaggio di James Bond è transitato a Venezia per i film Agente 007 - Dalla Russia con amore di Terence Young (1963), Agente 007 - Moonraker - Operazione spazio di Lewis Gilbert (1979) e Agente 007 - Casinò Royale di Martin Campbell (2006).
  • 18. ARTE  La storia artistica veneziana si è sviluppata nei secoli in modo singolare e anacronistico, rispetto al resto dell'Europa, seguendo un percorso di originalità e di lenta elaborazione degli influssi esterni. Nata come città bizantina, Venezia è stata a lungo condizionata artisticamente dai suoi rapporti con il modo arabo.  Se il precursore della pittura veneta è stato certamente Paolo Veneziano (1300-1365), a cui va attribuito il ruolo di mediatore tra il gusto bizantino e le nuove influenze di Giotto, il pittore Giovanni Bellini (1433-1516) fu l'anello di congiunzione tra il Rinascimento italiano e gli sviluppi della pittura lagunare. Oltre a Bellini, tra i massimi esponenti della scena artistica veneziana del XV-XVI secolo si ricordano Giorgione (1478 circa-1510), Tiziano Vecellio (1488 circa-1576) e il Tintoretto (1518-1594). Ancora Palma il Vecchio (1480-1528) esaltato dal Vasari, il ritrattista Lorenzo Lotto (1480–1556) o il manierista Paolo Veronese (1528–1588) ed ancora Sebastiano del Piombo (1485-1547), amico e collaboratore di Michelangelo.  Nel XVIII secolo, Venezia è uno dei centri culturali e artistici più importanti al mondo. Ai pittori veneziani di questo periodo vengono commissionati moltissimi lavori, che vanno dalla pittura sacra per le chiese alla decorazione dei numerosi e sontuosi palazzi che sorgono in città. Tra di loro troviamo il Canaletto, al secolo Giovanni Antonio Canal (1697–1768), autore di vedute della città e Giovanni Battista Tiepolo (1696-1770) che dipinge in Italia ed in Europa. Verso la fine del 1700 lo scultore Antonio Canova lavora esclusivamente a Venezia influenzando l'arte dell'epoca tanto da essere ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo.  Numerosissime sono le chiese della città che conservano le opere di questi grandi artisti del Rinascimento veneziano; tra le pinacoteche cittadine principali: le Gallerie dell'Accademia, il museo Correr e Pinacoteca Egidio Martini ospitata a Ca' Rezzonico.  Con la caduta della Serenissima e la successiva dominazione austriaca del XIX secolo, la vita artistica della città si spegne fino al Risorgimento. Tra gli artisti contemporanei si cita il veneziano d'adozione Virgilio Guidi (1891-1984), autore di vedute della laguna.
  • 19. MUSICA Le prime testimonianze musicali a venezia si hanno intorno al VI secolo durante il periodo bizantino, ma il periodo di massima attività fu tra il XV e il XIX secolo quando si la scuola veneziana si impose come una delle realtà musicali più importanti del mondo. Centro della scuola veneziana era la basilica di San Marco con i suoi due organi che accompagnavano i cori a cappella in polifonia vocale. La figura del Maestro di Cappella nasce nel 1436 con Johannes de Quadris e si stabilizza con Pietro de Fossis (1491-1525) succeduto dal fiammingo Adrian Willaert (1527-1562) che ebbe il merito di aver reso la città un centro formativo e innovatore nel campo musicale, arrivando a definire lo "stile veneziano". Se in questo periodo la produzione di musica profana è dominante, la musica sacra ha come validi esponenti Andrea (1533-1588) e Giovanni Gabrieli (1557-1612) che ne rappresenteranno le espressioni più alte. Il compositore Claudio Monteverdi (1567-1643) segnò il passaggio dalla musica rinascimentale a quella barocca, abbandonando la forma a cappella per quella concertale, i madrigali. Tra gli altri esponenti della scena musicale veneziana del XVI secolo possiamo ricordare l'organista Claudio Merulo (1533-1604), il compositore Giovanni Croce (1557-1609) e il teorico musicale Gioseffo Zarlino (1517-1590). La scuola veneziana accolse anche musicisti di altri paesi, tra i quali Hans Leo Hassler e Heinrich Schütz, "il padre della musica tedesca". Nel 1637, a Venezia, venne inaugurato il primo teatro pubblico, il celebre San Cassiano dove, grazie al contributo di Francesco Mannelli, viene organizzato in occasione del carnevale la prima stagione lirica pubblica. Negli anni successivi verranno aperti numerosi nuovi teatri, Venezia diventò così un importante centro propulsivo del melodramma in concorrenza con Roma. Nel secolo successivo, lo stile musicale della città lagunare iniziò ad essere influenzato da contaminazioni estere. Il dramma giocoso fu predominante sulla scena musicale e il suo maggior esponente fu il compositore Baldassare Galuppi (1706-1785). In quegli anni Venezia fu la città natale anche del celebre violinista Antonio Vivaldi (1678-1741), grande esponente della musica d'insieme, a cui si affiancarono i compositori Tomaso Albinoni (1671-1751) e Giuseppe Tartini (1692-1770).[78] Da ricordare anche Benedetto Marcello (1686-1739) a cui è intitolato il Conservatorio di Musica della città La Cappella Marciana è ancora in attività, diretta da Marco Gemmani viene considerata, insieme a quello della Cappella Sistina, uno dei due cori liturgici storicamente più importanti d'Italia. Ininterrotamente fin dal 1490 a San Marco vi è sempre stato un Maestro e un organista. Nel XX secolo, ricordiamo: Ermanno Wolf-Ferrari (Venezia, 12 gennaio 1876 – Venezia, 21 gennaio 1948), il compositore Luigi Nono (1924-1990) e il direttore d'orchestra Giuseppe Sinopoli (1946-2001). Il 14 luglio 1989, la città ospitò un contestatissimo concerto gratuito e trasmesso in mondovisione della rock band britannica Pink Floyd che si tenne su di un palco galleggiante di fronte Piazza San Marco.[81] In quegli anni è attivo in città un gruppo reggae, iPitura Freska. La Biennale di Venezia organizza i Festival di musica contemporanea. Nel 2014 La città di Venezia è stata sede dell' 8° Festival della coralità veneta svoltosi nella Scuola Grande di San Giovanni Evangelista.
  • 20. CUCINA  La cucina veneziana è ovviamente caratterizzata da pescato ma non solo: i prodotti degli orti delle isole, il riso della terraferma, la cacciagione, la pesca nell'alto adriatico, la polenta. Venezia mescola tradizioni locali a influenze lontanissime che vengono dai millenari contatti commerciali.  Le sarde in saor, sarde marinate in grado di conservarsi nelle lunghe navigazioni. I risi e bisi, il fegato alla veneziana, il risotto nero con le seppie, i cicchetti bocconcini raffinati e prelibati, antipasti o da gustarsi tutto il giorno con un bicchierino di prosecco. Non solo: Venezia è famosa per l'anguilla (in veneziano bisàto) marinata; per i biscotti ovali e dorati chiamati baicoli, e per i vari tipi di dolci come il "pan del pescatore", con mandorle e pistacchi; la crema fritta veneziana; i bussolai dell'isola di Burano (biscotti al burro e pasta frolla fatti ad "S" o ad anello); le chiacchiere dette anche galani, o bugie, o crostoli; la fregolotta (una torta friabile alle mandorle); il budino di latte chiamato rosada e i biscotti di semolino giallo chiamati zaléti
  • 21. EVENTI  La cucina veneziana è ovviamente caratterizzata da pescato ma non solo: i prodotti degli orti delle isole, il riso della terraferma, la cacciagione, la pesca nell'alto adriatico, la polenta. Venezia mescola tradizioni locali a influenze lontanissime che vengono dai millenari contatti commerciali.  Le sarde in saor, sarde marinate in grado di conservarsi nelle lunghe navigazioni. I risi e bisi, il fegato alla veneziana, il risotto nero con le seppie, i cicchetti bocconcini raffinati e prelibati, antipasti o da gustarsi tutto il giorno con un bicchierino di prosecco. Non solo: Venezia è famosa per l'anguilla (in veneziano bisàto) marinata; per i biscotti ovali e dorati chiamati baicoli, e per i vari tipi di dolci come il "pan del pescatore", con mandorle e pistacchi; la crema fritta veneziana; i bussolai dell'isola di Burano (biscotti al burro e pasta frolla fatti ad "S" o ad anello); le chiacchiere dette anche galani, o bugie, o crostoli; la fregolotta (una torta friabile alle mandorle); il budino di latte chiamato rosada e i biscotti di semolino giallo chiamati zaléti
  • 22. ECONOMIA Venezia è stata per quasi un millennio una città di commerci, diventata potente grazie ad essi e modellatasi nelle sue istituzioni ad uso dei mercanti. Dopo la decadenza ottocentesca, nel Novecento la città ha trovato nuove risorse nel turismo.
  • 23. AGRICOLTURA  L'agricoltura conta sulle aree rurali della terraferma, in particolare quelle che si estendono a sud di Marghera e a est di Mestre. Degna di nota è anche l'orticoltura ancora praticata in varie isole della laguna che, più per la quantità, spiccano per la qualità e la specificità dei prodotti (tipico il carciofo violetto di Sant'Erasmo). Nel 2007 si contavano 917 imprese agricole nel territorio comunale (compreso Cavallino-Treporti), in netto calo rispetto al quinquennio precedente.
  • 24. PESCA  La pesca si basa su 366 imprese. La Vongola filippina (Tapes philippinarum), differente dalla Vongola verace italiana (Tapes decussatus), detta in veneziano caparòssoło, introdotta nel Mediterraneo negli anni settanta e recentemente diffusasi in laguna, ha influito sulle forme di pesca tradizionale, la pesca del novellame e la pesca della mołéca; la mołéca è il granchio in una fase dello sviluppo (ovvero, durante il cambiamento della muta) in cui mancano parti dure ed è completamente molle, è una prelibatezza gastronomica e la sua pesca, compiuta ormai da pochi, si svolge secondo una tecnica immutata da secoli, trasmessa di padre in figlio e che richiede una decina di anni per la formazione del pescatore. Negli ultimi anni si sono verificati episodi di criminalità legati alla pesca illegale di vongole in terreni inquinati.  Secondo il Censimento dell'Industria e dei Servizi del 2001, al settore primario partecipavano 760 addetti, pari al lo 0,5% della forza lavoro occupata nel comune.
  • 25. ARTIGIANATO  Vista l'importanza del turismo, l'artigianato tipico è ben vivo in città. Tra i prodotti più noti, si ricordano i vetri di Murano e i merletti di Burano. È ancora attivo qualche squero, il cantiere dove si costruiscono e si riparano le imbarcazioni veneziane, come le gondole, secondo i metodi tradizionali.
  • 26. INDUSTRIA  L'industria del comune si basa sul polo di Porto Marghera, notevolmente ridimensionato rispetto a qualche decennio fa. L'inquinamento dell'aria è un problema ben conosciuto e che coinvolge tutta l'area della pianura padana, anche se è praticamente inesistente il traffico veicolare nella città storica si registrano gli stessi livelli di particolato Pm10 che si registrano sulla terraferma.  Il polo petrolchimico di Marghera genera una emissione di inquinanti nell'aria e nell'acqua della laguna. Una recente indagine ha rilevato le quantità per una serie di sostanze emesse in atmosfera distinte per settore di attività, leggiamo che in un anno (dati relativi al 1999) vengono emesse 23 000 t di ossidi di azoto, 27 000 t. di ossidi di zolfo, 1 500 t. di particelle sospese e ancora metalli come 9 t. di ferro, 3 t. di rame, 1, 5 t. di piombo e così via. Se in un primo tempo, all'inizio del Novecento, il polo industriale era visto come fonte di progresso e di benessere economico, nel corso dei decenni nella popolazione si è sviluppato un atteggiamento sempre più critico, fino a sfociare nel celebre, e tormentato, mega processo al petrolchimico che ha visto fronteggiarsi come parte civile i lavoratori e familiari di lavoratori del petrolchimico, le autorità civili (tra queste la Regione Veneto, la Provincia ed il Comune di Venezia insieme alla Presidenza del Consiglio e al Ministero dell'Ambiente) associazioni ambientaliste e sindacali contro ventotto imputati e responsabili civili le maggiori aziende chimiche (Edison, Syndial (ex EniChem), Eni e Montefibre), il processo si è chiuso nel maggio del 2006 con la sentenza di Cassazione. Al settore energetico (acqua, elettricità, gas) fanno capo 2 214 lavoratori. Gli addetti delle industrie estrattive e chimiche sono 7 176, quelli delle industrie metallurgiche 9 203; gli addetti all'edilizia sono 7 144. Le altre industrie riguardano 4 983 lavoratori.  Porto Marghera al tramonto  Importante l'industria navale presente con la Fincantieri.
  • 27. SERVIZI  Il settore trainante della economia veneziana è quello dei servizi. Nel commercio operano 35 629 unità, nei trasporti e comunicazioni 7 346; credito e assicurazioni riguardano 22 262 lavoratori, mentre gli addetti ad altri servizi e alla pubblica amministrazione sono 37 070.
  • 28. TURISMO  È la città con il più alto flusso turistico in Italia: 29 326 000 presenze in provincia nell'anno 2002, rispetto a Roma (19 486 000) e a Firenze (9 540 000). Nella sola città si contavano 8 245 154 presenze e 3 496 160 arrivi, con una netta prevalenza di turisti stranieri sugli italiani e un netto incremento del turismo dai paesi asiatici (dati 2006. Il flusso è abbastanza costante, anche se i periodi più intensi sono durante il Carnevale e fra maggio e ottobre.  Compreso il comune di Cavallino-Treporti, il turismo conta su 3 496 imprese.
  • 29.
  • 30. MONUMENTI E LUOGHI D'INTERESSE  Torino antica e romana  Avamposto taurino del Bric San Vito: resti di piccolo villaggio celto-ligure databile fra il IV e il III secolo a.C. con emergenze archeologiche di un successivo insediamento tardo-antico e altomedievale;[29]  Parco archeologico della Porta Palatina e delle mura romane;[30][31]  Porta Decumana inglobata in Palazzo Madama e relativi scavi archeologici;[32]  Resti del Teatro romano;[33]  Complesso archeologico del Duomo: fondamenta delle tre basiliche paleocristiane gemelle sulle quali sorge la Cattedrale rinascimentale, a loro volta poggianti su preesistenti abitazioni di epoca romana di cui rimangono evidenti testimonianze;[34][35][36]  Resti della torre angolare della cinta muraria nei pressi del Santuario della Consolata;[37]  Tratto delle mura romane nelle sale sotterranee del Palazzo dell'Accademia delle Scienze;[38]  Vari resti di abitazioni di epoca imperiale, fra cui le tracce delle domus di via Bellezia, via Santa Chiara, via Bonelli, piazza Castello, la necropoli nel sottosuolo di piazza San Carlo e gli edifici pubblici di piazza Emanuele Filiberto e corso XI Febbraio  Torino medievale e rinascimentale  A causa delle imponenti opere di pianificazione urbana effettuate a partire dal XVII secolo, rispetto alla maggior parte delle altre città italiane, Torino ha conservato pochissimi monumenti medioevali o rinascimentali. Fra i primi annoveriamo:  la chiesa di San Domenico, situata nell'omonima via e che rappresenta l'unico monumento completo autenticamente medioevale dell'intera città  Casa dei Romagnano, resti medievali in Via dei Mercanti 9  Casa del Senato, Piazza IV Marzo n. 17  Casa del Pingone, in Via IV Marzo; casa con Torre medievale (mascherata), già residenza di Filiberto Pingone, storico che nel 1577 scrisse la prima storia di Torino intitolata Augusta Taurinorum  Casa Broglia  Fra i secondi i più importanti sono:  il Duomo (del XV secolo)  il Palazzo Scaglia di Verrua (del XV secolo)
  • 31. I PARCHI  Torino dispone di 51 parchi nell'area urbana e quelli più grandi e frequentati sono: il Parco del Valentino, il Parco della Pellerina, il Parco Colletta, il Parco Rignon e il più recente Parco Colonnetti. Attorno alla città, ad anello, vi sono il Parco della Mandria ed il Parco della Reggia di Stupinigi, antiche riserve di caccia dei Savoia, e quelli situati sulla collina torinese. Nei vari quartieri della città sono presenti molti piccoli parchi, in cui sono presenti 240 aree gioco per bimbi. Il sindaco Amedeo Peyron realizzò, agli inizi degli anni sessanta, il primo giardino in Italia dotato di giochi per bambini. Secondo un rapporto di Legambiente del 2007, Torino è la prima città italiana per strutture e politiche dedicate all'infanzia.
  • 32. BIBLIOTECA  La città ospita alcune importanti biblioteche: la Biblioteca nazionale di Torino e la Biblioteca Reale di proprietà dello Stato, la Biblioteca civica centrale e molte collezioni specializzate come la Biblioteca internazionale di cinema e fotografia Mario Gromo, la Biblioteca Nazionale del Club Alpino Italiano, la Biblioteca della Fondazione Luigi Einaudi, le biblioteche d'arte della Galleria civica d'arte moderna e contemporanea e dell'Accademia Albertina. Altre importanti biblioteche antiche sono la Biblioteca dell'Accademia delle Scienze, la Biblioteca della Scuola di Applicazione dell'Esercito (con sede nello juvarriano Palazzo dell'Arsenale) e la Biblioteca dell'Archivio di Stato.  La rete delle biblioteche civiche comprende, oltre alla Civica centrale, altre 23 istituzioni analoghe (17 biblioteche civiche diffuse sul territorio, 2 biblioteche situate presso le carceri e 4 punti di lettura), il cui patrimonio complessivo ammonta ad oltre 1.200.000 volumi.[67]  A queste si aggiungono le biblioteche centrali e dipartimentali delle università: l'Università degli Studi ne dispone di 50, tra cui spicca la Biblioteca Interdipartimentale di Scienze Religiose Erik Peterson. Il Politecnico dispone di 17 biblioteche. La consultazione dei volumi è libera per tutti, ma il prestito è riservato ai soli iscritti alle varie facoltà.  Inoltre, i comuni di cintura dell'area urbana e metropolitana cittadina possiedono un sistema bibliotecario integrato denominato SBAM (Sistema Bibliotecario Area Metropolitana) composto di 65 biblioteche per un totale di circa 1.700.000 documenti
  • 33. MUSEI  Torino possiede un sistema museale di livello internazionale, forte di oltre 50 musei presenti sul territorio cittadino e metropolitano.[73] Vi sono quattro musei nazionali (Museo del cinema, Museo dell'automobile, Museo della montagna, Museo del Risorgimento) e numerosi altri musei di rilevanza nazionale ed internazionale come il Museo egizio, l'Armeria Reale, il Museo d'Arte Orientale, il Museo dell'Astronomia e Planetario, il J-Museum e il Museo dello sport. Alcuni musei sono stati ampliati e rinnovati negli ultimi anni (ad esempio il Museo del Cinema, il Museo Egizio ed il Museo dell'Automobile) o sono in corso di rinnovamento: tra questi, il Museo di anatomia umana Luigi Rolando, il Museo di antropologia ed etnografia, ed il Museo di antropologia criminale Cesare Lombroso, che verranno unificati in un unico Museo dell'Uomo, all'interno del "Palazzo degli Istituti Anatomici" di corso Massimo d'Azeglio.  Molto importanti sono le collezioni artistiche della città: vi si trovano infatti opere di Leonardo da Vinci, Antonello da Messina, Beato Angelico, Andrea Mantegna, ma anche di Van Eyck, Rembrandt, Van Dyck. Per l'arte figurativa è da citare la Galleria Sabauda (una delle più importanti pinacoteche d'Italia), che ospita dipinti per il periodo che va dal XII al XVIII secolo. Per l'arte moderna e contemporanea vi sono la Galleria civica d'arte moderna e contemporanea (il secondo museo di arte moderna in Italia, con 5.000 dipinti e 400 sculture), il Museo civico d'arte antica di Palazzo Madama, la Fondazione Sandretto Rebaudengo contenente esposizioni degli artisti contemporanei provenienti da tutto il mondo e la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli e la Fondazione Merz. Considerando che la vicina Rivoli ospita nell'omonimo castello il Museo d'Arte Contemporanea, Torino può essere considerata come il più importante polo museale italiano per l'arte contemporanea.  Le collezioni di arte antica, la cui raccolta fu iniziata dal duca Emanuele Filiberto di Savoia nella seconda metà del Cinquecento, sono conservate nel Museo di antichità, che raccoglie anche le principali testimonianze archeologiche piemontesi dal Paleolitico al Tardo Medioevo. Dal Museo di Antichità furono separate, negli anni quaranta del Novecento, le collezioni egizie che costituirono il Museo egizio, il più importante d'Europa (nonché il più antico al mondo), in quanto custode della seconda collezione di arte egizia del mondo per vastità e importanza dopo quella del Museo del Cairo.[47]  Inoltre, l'apertura del MAO - Museo d'Arte Orientale nel dicembre 2008 ha permesso di ospitare ricche collezioni provenienti dal Vicino Oriente, dall'India, dalla Cina e dal Giappone, oltre che dall'Asia centrale.  La Fondazione Accorsi è una ricca collezione privata, ora aperta al pubblico, di opere collezionistiche. Mostre temporanee di rilievo si tengono a Palazzo Bricherasio e a Palazzo Madama.  Importanti sono poi dal punto di vista storico il Museo nazionale del Risorgimento italiano, presso Palazzo Carignano, e il Museo Nazionale della Montagna, presso il Monte dei Cappuccini, sulla riva destra del Po. Testimonianze della storia di Torino sono a disposizione presso l'Istituto Storico della Resistenza che gestisce inoltre il Museo diffuso della Resistenza, della deportazione, della guerra, dei diritti e della libertà.  Per quanto riguarda le scienze, è sicuramente da ricordare il Museo Regionale di Scienze Naturali, tra i maggiori in Italia dello specifico settore, e il Museo della Sindone, che illustra al visitatore le scoperte scientifiche sul telo sindonico.  Da ricordare, il Museo dell'astronomia e Planetario di Torino, che sorge accanto dell'Osservatorio astronomico di Torino di Pino Torinese, cittadina collinare nei pressi immediati del capoluogo piemontese.  Tra le curiosità, infine, è la prparazione di un museo del cioccolato che sarà allestito nel quartiere storico di Porta Palazzo.[senza fonte]  In città ha sede lo Share Festival, un festival dedicato all'arte e alla cultura digitale.
  • 34. CINEMA  Torino è la città italiana in cui fu per prima stabilita l'industria cinematografica, in ragione della storica vicinanza geografica e culturale con la Francia dei fratelli Lumière. Proprio nel capoluogo piemontese, nel marzo 1896, gli inventori del cinematografo esibirono la prima proiezione di un film in Italia ed in via Po, a novembre, la prima davanti ad un pubblico pagante.[75]  I primi studi cinematografici italiani aprirono a Torino nel 1907. Giovanni Pastrone vi girò uno dei primi colossal della storia del cinema: Cabiria del 1914.  Le produzioni delle principali case, come l'Ambrosio Film, l'Itala Film, l'Aquila e gli studi Fert,[76] proseguirono fino al 1937, anno di inaugurazione di Cinecittà a Roma.  La vocazione cinematografica di Torino non cessò. Nel 1956 venne aperto il Museo nazionale del cinema, dapprima ospitato a Palazzo Chiablese e poi, dal 2000, nell'imponente sede della Mole Antonelliana. Negli anni ottanta un gruppo di professori universitari e critici cinematografici torinesi diede luogo, con il sostegno degli enti locali, alla rassegna cinematografica Festival Cinema Giovani che dal 1997 assunse la denominazione di Torino Film Festival, conquistandosi un punto di riferimento a livello internazionale specialmente per il cinema sperimentale, secondo in Italia soltanto allo storico Festival di Venezia.  A Torino si svolgono il Torino Gay & Lesbian Film Festival, il Festival Internazionale Cinema delle Donne, il Sottodiciotto Filmfestival legato ai temi dell'adolescenza, CinemAmbiente, la VIEW Conference (in precedenza Virtuality, manifestazione interamente dedicata alla realtà virtuale) ed il Piemonte Movie-gLocal Film Festival, dedicato alla cinematografia regionale.  ggi Torino è tra le principali sedi di realizzazioni cinematografiche e televisive in Italia, grazie al ruolo della Torino Film Commission che vi riporta la produzione di molti lungometraggi, sceneggiati e spot.  Nel 2002 vennero riaperti gli studi Fert con la nuova denominazione di Virtual Reality & Multi Media Park[77] e la Lumiq Studios[78] iniziò la sua attività : entrambi hanno cessato al loro attività nel 2013.  Sono nati a Torino il primo cinema d'essai italiano (il Romano nella Galleria Subalpina, nel 1971), la principale associazione cinematografica nazionale (l'Aiace Torino) e la prima multisala del Paese (l'Eliseo, nel 1983).  A San Giusto Canavese è presente un importante centro di produzione cine-televisiva i Telecittà Studios, mentre a Torino c'è il Cineporto una struttura riservata alle società di produzioni cinematografiche che vengono in città a girare film.  Citazioni cinematografiche  La città viene citata nel film American Gigolò. Il protagonista, Julian Kay, interpretato da Richard Gere, dopo un breve dialogo in francese con una bella sconosciuta (Lauren Hutton) dice di essere nato a Torino e di aver studiato a Nantes.  Nel film Io sono leggenda, quando il protagonista sta guardando le registrazioni di vecchi telegiornali, viene mostrata Piazza San Carlo. Quella utilizzata nel film è infatti la reale registrazione di un collegamento avvenuto durante i XX Giochi olimpici invernali del 2006.  Nella parte iniziale del film La Pantera Rosa 2 viene mostrato un panorama di Torino e l'interno del duomo in cui viene rubata la Sindone. In realtà il panorama non è quello reale e neanche la chiesa. Nel film fanno vedere che la sindone è tenuta in una teca di vetro, anche se nella realtà non è così.
  • 35. MUSICA  A Torino vi è una ricca offerta musicale. Viene eseguita dal vivo ogni tipo di musica e, oltre ai principali teatri e sale da concerto per la musica classica, dopo le recenti olimpiadi sono aumentati i Palazzetti dove avvengono concerti ed esibizioni di musica leggera. Tra questi, i più frequentati sono:  il PalaRuffini, conosciuto anche come Palazzetto dello Sport  il PalaTorino, già Mazda Palace  il Palasport Olimpico, oggi PalaAlpitour, detto anche PalaIsozaki dal nome del suo ideatore, l'architetto Arata Isozaki  Inoltre vi si svolgono cinque eventi periodici annui:  Settembre Musica: rassegna musicale che si tiene ogni anno a settembre in vari luoghi, unendo concerti di musica classica, jazz, etnica e pop. Fondata nel 1978, dal 2007 si svolge in gemellaggio con Milano.  Club to Club: festival internazionale di musica e arti elettroniche che dal 2006 coinvolge, con la sezione "Club Europa", un'importante città europea, con scambio di pubblico, artisti, iniziative.  Torino Jazz Festival: festival internazionale di musica Jazz che si tiene dal 2012 ogni anno a fine aprile, con la partecipazione di ospiti prestigiosi come Al Di Meola, Paolo Fresu, Caetano Veloso, Manu Dibango, Daniele Sepe, Enzo Avitabile[80].  Traffic - Torino Free Festival: festival musicale gratuito che si tiene annualmente a Torino dal 2004 nel mese di luglio.  Movement Torino Music Festival: festival di musica elettronica, arti visive e circensi nato nel 2006, che ospita le performance dei migliori musicisti e DJs internazionali, per rappresentare gli sviluppi della cultura musicale contemporanea.
  • 36. CUCINA  La cucina tipica torinese è una cucina ricca ed elaborata. Nonostante questo, è profondamente radicata nel territorio. Essa infatti nasce da un connubio fra la sua origine contadina e le esigenze raffinate della corte sabauda, entrambe aperte, oltretutto, alle influenze della cucina francese.