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Roberta Bano
ORGANIZZARE
EVENTI CULTURALI
2015
Introduzione:
cultura, turismo, territorio, marketing , eventi
Roberta Bano 2015
MATRIMONIO PERFETTO!
Lo celebra
Sullo sfondo,
l’economia territoriale
si commuove
felice.
L’EVENTO
Cultura e Turismo
Roberta Bano 2015
3
LA CULTURA
ha una duplice dimensione
Insieme delle cognizioni
intellettuali che, acquisite
attraverso lo studio, la lettura,
l’esperienza, l’influenza
dell’ambiente e rielaborate in modo
soggettivo e autonomo diventano
elemento costitutivo della
personalità, contribuendo ad
arricchire lo spirito, a sviluppare o
migliorare le facoltà individuali,
specialmente la capacità di
giudizio.
INDIVIDUALE COLLETTIVA
Complesso delle istituzioni sociali,
politiche ed economiche, delle
attività artistiche e scientifiche,
delle manifestazioni spirituali e
religiose che caratterizzano la vita
di una determinata società in un
dato momento storico.
www.treccani.it
4
Roberta Bano 2015
LA CULTURA
in ogni caso, non è un concetto statico
5
BISOGNA MUOVERSI CON
UN OCCHIO ALLA STORIA
E UNO ALLE NUOVE TENDENZERoberta Bano 2015
DALLA CULTURA
AL BENE CULTURALE
Forma definita e stabile
I BENI CULTURALI sono tutte le testimonianze aventi valore di civiltà
MATERIALI IMMATERIALI
6
Esistono solo nel momento
in cui avvengono
IMMOBILIMOBILI
Possono essere spostati
Senza comprometterne l’integrità
Non possono essere spostati
dal luogo in cui sorgono
architettura, urbanistica, aree archeologiche, beni paesaggisticiquadri, sculture, gioielli, strumenti, indumenti, oggetti vari
In Italia il CODICE DEI BENI CULTURALI
identifica il patrimonio culturale
e definisce vincoli di tutela e salvaguardia
Roberta Bano 2015
DAL BENE CULTURALE
AL PRODOTTO CULTURALE
«bene o servizio che si offre (vende) in un mercato per soddisfare
determinati bisogni dei consumatori.”
7
VALORE
ECONOMICO
TRASFERIBILITA’
PRODOTTO
Roberta Bano 2015
IL PRODOTTO CULTURALE
Elementi di valutazione e leve d’acquisto
REFERENZIALE
TECNICA
8Inoltre può essere SEMPLICE o COMPLESSO
CIRCOSTANZIALE
Stato d’animo del consumatore,
percezione del contesto di
presentazione/rappresentazione/
fruizione, stato d’animo del
performer (spettacoli dal vivo).
Codifica, confronto in base a punti
di riferimento in specifici ambiti
(disciplina, genere, storia, prodotti
concorrenti, prodotti sostitutivi) e
collocazione.
Caratteristiche materiali e
tecniche del prodotto, aspetti
tecnici dei processi di produzione
ed erogazione del servizio.
Roberta Bano 2015
DAL PRODOTTO CULTURALE
AL MARKETING CULTURALE
C’è DOMANDA
di CULTURA
perché ci sono:
9
• La necessità di
affermare e comunicare
la propria identità
• La richiesta di
autenticità
• La ricerca di stabilità e
delle proprie radici
• Il desiderio di
esperienze (nuove, forti,
condivise/condivisibili).
Roberta Bano 2015
DAL MARKETING CULTURALE
ALL’OFFERTA CULTURALE
10
IL MARKETING
«…è l’arte di raggiungere quei segmenti di mercato che possono potenzialmente essere interessati al
prodotto, adattando le variabili del marketing mix, per mettere il prodotto in contatto con un sufficiente
numero di consumatori e per raggiungere gli obiettivi coerentemente con la mission dell’impresa…»
( Colbert, 2000) To market = portare sul mercatoRoberta Bano 2015
DALL’OFFERTA CULTURALE
ALL’OFFERTA TURISTICA
11
In ogni caso il turismo “gioca in casa”
perché ha nella cultura
uno dei suoi elementi fondanti.
Per soddisfare i bisogni (di cultura)
del consumatore
il marketing:
Sviluppa e offre
prodotti/servizi culturali
Arricchisce i
prodotti/servizi di
contenuti culturali
Roberta Bano 2015
L’OFFERTA TURISTICA
un po’ di definizioni …
Il turista è colui che si reca in una
località diversa da quella in cui ha la sua
abituale residenza per qualsiasi ragione,
ma non per esercitarvi una professione
remunerata.
12
Il bene turistico è l’insieme di tutti quei
beni (naturali, artistici, storici, culturali
ecc.) idonei a soddisfare il bisogno
turistico; esso è:
• composito;
• fruibile (difficilmente
commercializzabile);
• infungibile (è possibile goderne senza
limiti ove non intervengano situazioni
eccezionali);
• intrasferibile (deve essere utilizzato
nel luogo in cui esso si trova);
• difficilmente misurabile in termini
economici (non vi è stretta relazione tra
il valore e la resa commerciale).
Il bisogno turistico consiste nel
soddisfacimento di esigenze che
devono essere appagate in
luogo diverso da quello di abituale
residenza
Il consumo turistico consiste
nell’attività di fruizione del bene
turistico ed è caratterizzato dalle
funzioni:
• ricreativa
• simbolica
• compensativa
Le motivazioni turistiche sono le
esigenze specifiche che il turista mira a
soddisfare attraverso il viaggio.
Roberta Bano 2015
DALL’OFFERTA TURISTICA AL
TURISMO CULTURALE
13
Il turista oggi ricerca un APPROCCIO
OLISTICO al viaggio: vuole accrescere la
propria esperienza cognitiva da punti di
vista politematici: artistici, culturali,
enogastronomici, ludici ecc.
• Turismo di riscoperta dei valori
locali
• Turismo sociale ed eco-turisimo
• Slow Tourism
• Turismo ambientale
• I turismi enogastronomici
• I turismi culturali: letterari, dei
castelli, dell’archeologia industriale,
degli itinerari, delle mostre, dei
festival…..
TREND TURISTICI E NUOVI TURISMI
Il patrimonio culturale di un luogo diventa fruibile nello spazio e nel
tempo attraverso l’integrazione di arti, discipline, settori e risorse
(anche minori e non convenzionali).
Roberta Bano 2015
L’EVENTO CULTURALE
NEL TURISMO
14
Roberta Bano 2015
IL CONTRIBUTO
DELL’EVENTO CULTURALE
15
La relazione tra eventi culturali e flussi turistici è sempre di difficile esplicitazione (esiste il contributo?) e quantificazione
(qual è l’entità del contributo). Le due variabili s’influenzano reciprocamente: e se da un lato l’offerta culturale è uno dei
più importanti fattori motivanti per la scelta della meta da parte del viaggiatore, d’altra parte gli operatori culturali
tendono a concentrare le loro proposte nei periodi di alta stagionalità per poter contare su un bacino di utenza più ampio.
Inoltre spesso la semplice analisi dei dati turistici in generale non consente di poter ripartire il contributo dei diversi
eventi, dai più grandi ai più piccoli e che spesso si accavallano nello stesso periodo.
Il contributo di un evento nell’ambito turistico è misurabile
principalmente attraverso l’analisi incrociata del
• contributo all’immagine (prestigio, riconoscibilità, visibilità)
• contributo economico (arrivi, presenze e spesa sul territorio)
Roberta Bano 2015
L’evento
e i suoi elementi fondamentali
Roberta Bano 2015
SE VOGLIAMO ESSERE CREATIVI …
TUTTO CIÓ CHE DOBBIAMO FARE È SVILUPPARE
UN PROFONDO SENSO DELL’ATTENZIONE.
Un duro lavoro:
osservare, esaminare, valutare, combinare, confrontare…
Alden Dow
Roberta Bano 2015
17
L’EVENTO
18
OPERAZIONE NUOVA
ED ESEMPLARE
Dal latino e-ventum-evenire = venir fuori, accadere
FENOMENO DI NOTEVOLE
INTERESSE E RISONANZA
FATTO O AVVENIMENTO
DI GRANDE IMPORTANZA
- Devoto Oli -
Roberta Bano 2015
L’EVENTO CULTURALE
19
CONDIVISIONE
È…
PARTECIPAZIONE
IMMATERIALITÁ
ESCLUSIVITÁ
EMOZIONI
ESPERIENZA MEMORABILE
…E molto altro
VALORE SIMBOLICO
Roberta Bano 2015
L’EVENTO CULTURALE
E L’OPERATORE CULTURALE
20www.atlantedelleprofessioni.it
Analizza il contesto e identifica un possibile evento culturale
Ipotizza possibili risposte alle esigenze e alle risorse culturali individuate
traducendole in specifiche iniziative
Definisce il piano operativo dell’evento culturale
Reperisce le risorse economiche, materiali e umane necessarie alla realizzazione dell’evento
Definisce l’organizzazione dell’evento culturale
Cura l’allestimento degli spazi, l’attivazione delle convenzioni e dei contratti
con tutti i soggetti interessati all’evento (finanziatori, artisti, tecnici, fornitori)
Promuove l’evento culturale
Si occupa della campagna promozionale utilizzando tutti i canali disponibili
per raggiungere il target prescelto
Cura la realizzazione dell’evento culturale
Segue l’adempimento di tutte le procedure burocratiche e tecniche
e verifica il corretto funzionamento dell’intero sistema
Collabora alla valutazione dell’evento culturale
Valuta la redditività economica, l’utilità sociale, la soddisfazione
dei clienti/committenti/fruitori, l’ottenimento di benefici sociali
Roberta Bano 2015
L’EVENTO
GLI ELEMENTI CHIAVE
21
L’evento
mette in relazione dinamica
IDEE - COSE - LUOGHI - PERSONE
Roberta Bano 2015
L’EVENTO
CHI
22
GLI ELEMENTI CHIAVE
C’è tanto da fare,
per tante persone!
Proponente
Committente
Collaboratore
Organizzatore
PORTATORI D’INTERESSI
(STAKEHOLDERS)
Finanziatore
Fornitore
Partner
Partecipanti
Roberta Bano 2015
L’EVENTO
CHI
23
GLI ELEMENTI CHIAVE
L’ORGANIZZAZIONE
Project Manager
(responsabile generale del progetto)
responsabile del coordinamento
responsabile della supervisione
responsabile organizzativo
responsabile tecnico
responsabile artistico
(esperto culturale)
responsabile commerciale
responsabile della comunicazione
responsabile media
responsabile amministrativo
Roberta Bano 2015
L’EVENTO
COSA
24
GLI ELEMENTI CHIAVE
• Il nocciolo dell’idea: l’ambito del
progetto e il tipo di evento
• L’oggetto o contenuto: offerta
principale, arricchita, integrata
• l’originalità e i requisiti MUST
(senza i quali l’evento
o è un’altra cosa o non esiste)
L’evento è un’esperienza
sociale, culturale e/o di intrattenimento
extra-ordinaria
Roberta Bano 2015
L’EVENTO
COSA
25
GLI ELEMENTI CHIAVE
Convegnistica
Arti
Patrimonio storico-artistico
Architettura
Spettacolo
Cinema, video, multimedia
Televisione e radio
Letteratura
Ambiente
Marketing territoriale e turistico
Religione
Sport
Storia e politica
Marketing e comunicazione
Moda
Terzo settore
Formazione e didattica
Ecc…
GLI AMBITI DELL’EVENTO CULTURALE
(che ne determinano la tipologia)
Roberta Bano 2015
L’EVENTO
DOVE
26
GLI ELEMENTI CHIAVE
AREA GEOGRAFICA
&
TIPOLOGIA DI LOCATION
LA SEDE
sede unica (ristretta-allargata)
sede multipla, diffusa
GLI SPAZI
privati, pubblici, misti
Roberta Bano 2015
L’EVENTO
QUANDO
27
GLI ELEMENTI CHIAVE
• PERIODO
• DURATA
• PERIODICITA’
- Evento ricorrente (ricorrenza fissa o variabile)
- Evento episodico
• TEMPI INTERNI (orari e scaletta)
Roberta Bano 2015
L’EVENTO
QUANDO
28
GLI ELEMENTI CHIAVE
L’evento itinerante
+ DOVE
Roberta Bano 2015
L’EVENTO
PER CHI
29
GLI ELEMENTI CHIAVE
I DESTINATARI/BENEFICIARI
Parco visitatori e pubblico
(generalista, mirato, specifico su invito)
IL TARGET
(la segmentazione, il flusso, l’ampiezza, la portata)
Roberta Bano 2015
L’EVENTO
PERCHÉ
30
GLI ELEMENTI CHIAVE
FINALITÁ – SCOPI – OBIETTIVI
obiettivi generali – obiettivi specifici – obiettivi puntuali
• Principali e secondari
• Strategici e operativi
Un mosaico di
opportunità, desideri e interessi…
Roberta Bano 2015
L’EVENTO
COME
31
GLI ELEMENTI CHIAVE
LE FASI ORGANIZZATIVE
1. INFORMAZIONE E IDEAZIONE
Momento creativo -> lo spunto, l’ipotesi e la prima proposta
Momento analitico -> lo studio dello scenario e l’analisi di fattibilità
2. DECISIONE E PROGRAMMAZIONE
Momento strategico -> le linee progettuali e la pianificazione
Momento operativo -> lo sviluppo organizzativo
3. AZIONE E VALUTAZIONE
Momento attuativo -> L’esecuzione del piano e la realizzazione dell’evento
Momento della verifica -> la rendicontazione e l’analisi dei risultati
Roberta Bano 2015
L’inizio:
dall’idea al progetto d’evento
Roberta Bano 2015
is about 10%
GUY KAWASAKI
A
Implementation and
hard work and luck is 90%
Roberta Bano 2015
33
IL PROGETTO D’EVENTO
34
Il progetto da forma e concretezza all’idea (astratta) individuando
gli obiettivi e le linee guida per il loro raggiungimento in base
al contesto, ai vincoli e alle risorse disponibili.
ELEMENTI BASE
PER LA PRIMA BOZZA PROGETTUALE
1. IDEA
2. CONTESTO
3. OBIETTIVI
4. VINCOLI E RISORSE
5. LINEE GUIDA
“ Un progetto è un’impresa complessa, unica e di durata determinata, rivolta al raggiungimento di un
obiettivo chiaro e predefinito mediante un processo continuo di pianificazione e controllo di risorse
differenziate e con vincoli interdipendenti di costi - tempo - qualità. ”
(R.D. Archibald, Project management. La gestione di progetti e programmi complessi, Franco Angeli, Milano, 2004)
Roberta Bano 2015
35
A partire da un’idea iniziale (spunto), si determinano gli obiettivi, i destinatari, il
piano di lavoro, i prodotti, i risultati attesi, i partner, i tempi e i luoghi, le risorse.
La fase di ideazione si conclude quando gli aspetti principali del progetto sono
delineati e condivisi dal team di progetto.
Viene quindi prodotto un documento - la SCHEDA PROGETTO – che ne riassume
gli elementi costitutivi, effettua una prima stima delle risorse necessarie per
realizzarlo e pone le linee guida per la pianificazione.
Roberta Bano 2015
L’ANALISI DEL
CONTESTO
36
Decidere cosa è
necessario sapere
BISOGNA
Raccogliere i dati di
riferimento
Determinare i
fattori rilevanti
Le informazioni sono tantissime …
e combinare le informazioni raccolte!
Roberta Bano 2015
L’ANALISI
DEL CONTESTO
37
ATTENZIONE
ALLE PROCEDURE
di raccolta
Attenzione anche
alle FONTI!
di condivisione
di conservazione
di aggiornamento
di integrazione
di classificazione
di analisi
delle informazioniRoberta Bano 2015
L’ANALISI
DEL CONTESTO
38
LE FONTI
NON UFFICIALI
(parallele)
UFFICIALI
(istituzionali)
INTERNE ESTERNE
DIRETTE INDIRETTE
Roberta Bano 2015
FOCUS: gli obiettivi
39
Bisogna per prima cosa individuare con chiarezza gli obiettivi (inquadrandoli
nel più ampio panorama di finalità e scopi generali); devono essere:
gli obiettivi devono essere
«misurabili», cioè esprimibili
numericamente o comunque
quantificabili.
Peter Drucker in “The practice of Management” del 1954 introduce il METODO S.M.A.R.T.
S
M
A
T
R
Devono anche essere comunicabili!!!
specific Gli obiettivi devono essere
specifici ovvero rappresentare un
qualcosa di definito e tangibile.
measurable
achievable
realistic
Time-related
gli obiettivi sono legati a una dimensione
temporale e prevedono una
determinazione cronologica con relazioni
tra le attività legate ad eventi inizio e fine.
Gli obiettivi devono essere
realistici
gli obiettivi devono essere
attuabili, ovvero coerenti e
compatibili con contesto e risorse.
Roberta Bano 2015
GLI OBIETTIVI
40
PARAMETRI FONDAMENTALI
Bisogna tenere conto di tutti gli interessi in gioco!
OBIETTIVI = RISULTATIN.B. gli obiettivi sono anche dei vincoli!
Roberta Bano 2015
L’ANALISI
DEI VINCOLI E DELLE RISORSE
41
ANALISI S.W.O.T.
Ne vale la pena?
Strenghts Weaknesses
Opportunities Threats
FONTI
INTERNE
FONTI
ESTERNE
Roberta Bano 2015
L’ANALISI
DEI VINCOLI E DELLE RISORSE
42
STRATEGIA
DEDOTTA
STRATEGIA
COSTRUITA
Si adattano nel miglior modo
possibile le risorse e competenze
con le opportunità dell’ambiente
Si cerca di sfruttare al massimo
risorse e competenze cercando di
costruire nuove opportunità
Roberta Bano 2015
LE LINEE GUIDA E LA
SCHEDA PROGETTO
43
La scheda progetto
può assumere la forma di
«proposta d’evento»
 Nome
 Caratteristiche fondamentali
 Tempi e luoghi
 Gli obiettivi e i risultati attesi
 I destinatari
 I partner principali
 Gli obiettivi
 Le risorse
 Il piano di lavoro
Roberta Bano 2015
NOTA IMPORTANTE
PRIMA DI INIZIARE
44
IL SUCCESSO
DI UN LAVORO DI SQUADRA
RISIEDE
Roberta Bano 2015
Per realizzare l’evento:
programmazione, pianificazione, comunicazione
Roberta Bano 2015
I piani possono contenere
un margine d’errore più
o meno grande,
ma ciò non significa
che un’organizzazione
non debba
elaborare dei PIANI.
Shomberger, Knod: Gestione della produzione
Roberta Bano 2015
46
PROJECT MANAGEMENT
47
Comporta il definire e mettere in
pratica un piano d’intervento
finalizzato al raggiungimento
dell’obiettivo e alla
verifica dei risultati attesi.
DEFINIZIONI
“Gestione sistemica di un’attività complessa ed
unica, con un inizio e una fine predeterminate,
che viene svolta con risorse organizzate,
mediante un processo continuo di pianificazione
e controllo, per raggiungere degli obiettivi
predefiniti, rispettando vincoli interdipendenti
di costo, tempo e qualità.”
Lucio Argano
“Un insieme di persone e di altre risorse
temporaneamente riunite per raggiungere uno
specifico obiettivo, di solito con un budget
determinato ed entro un periodo stabilito.”
(Graham, University of Chicago, 1990)
Roberta Bano 2015
LE LINEE GUIDA
PROGETTUALI
48
comprendono, presupposta
la definizione di cosa si vuole ottenere
(obiettivi qualitativi, economici e temporali):
• L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
divisione del progetto nelle sue parti o in sub-progetti
• LA TEMPIFICAZIONE E SCHEDULAZIONE DEL LAVORO
dettaglio di cosa deve essere fatto, in quale sequenza e con quali tempistiche
• L’ALLOCAZIONE E GESTIONE DELLE RISORSE
individuazione delle risorse, assegnazione delle attività e delle responsabilità
Roberta Bano 2015
49
Per passare dalla dimensione
strategica a quella operativa e
attuativa è utile scomporre il
progetto generale in modo analitico
per ottenere dei sotto-progetti
relativi alle diverse aree
d’intervento necessarie: questo
facilita l’attribuzione di
responsabilità, l’assegnazione del
budget, l’individuazione e
programmazione dei tempi delle fasi
d’azione e lo svolgimento dei
processi di valutazione
(Work Breakdown Structure).
Roberta Bano 2015
50
OBIETTIVO GENERALE
OBIETTIVI PUNTUALI/SPECIFICI
ATTIVITA’ DA SVOLGERE
COMPITI
AZIONI
STRUTTURA AD ALBERO
N.B.
Il compito è uno sforzo a breve termine che unito e coordinato con altri nell’ambito di una
specifica attività conduce alla realizzazione dell’obiettivo dato ed è costituito da una o più
azioni combinate.
Roberta Bano 2015
51
Il dettaglio di quanto deve essere fatto, in quali
tempi e con quali collegamenti nell’ambito
dell’operatività generale può essere ben
rappresentato e tenuto sotto controllo attraverso
il diagramma di Gantt; ogni attività viene
collocata sulla scala temporale attraverso una
barra la cui lunghezza è proporzionale alla durata
dell’attività stessa.
IL PLANNING
ATTENZIONE:
nella rappresentazione sono evidenti le date chiave (milestones) progettuali,
ma non vengono indicati esplicitamente le relazioni
e i vincoli di sequenza tra le diverse attività.
Roberta Bano 2015
52
STRATEGICA: Obiettivi generali - a medio/lungo termine
OPERATIVA: Obiettivi specifici - a breve termine
LA PROGETTAZIONE INIZIALE
DELL’EVENTO GENERA QUINDI LA
PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE
DEGLI INTERVENTI
ATTENZIONE
Il progetto comunque non è mai totalmente immutabile: piani e programmi si possono (devono)
evolvere nel tempo in base ai mutamenti del contesto o a nuovi risultati d’analisi dello stesso,
tendendo all’ottimizzazione => feedback e controllo costanti attraverso procedure ben definite.
I PIANI E I PROGRAMMI ELABORATI E IMPLEMENTATI COSTITUISCONO
LO SVILUPPO PROGETTUALE E CONDUCONO AL PROGETTO DEFINITIVO
Roberta Bano 2015
53
ACTION PLAN
LA PIANIFICAZIONE
OPERATIVA
Vengono individuati i rischi,
le relative probabilità di
accadimento,
la portata d’impatto e le
possibili reazioni.
CONTINGENCY PLAN
Vengono dettagliate le
singole azioni, quando
devono essere
realizzate e da chi.
Roberta Bano 2015
54
IL PIANO
ECONOMICO
(flussi in entrata e in uscita)
IL PIANO
FINANZIARIO
(costi, ricavi, margine)
COSTI (fissi/variabili) RICAVI (fissi/variabili)
- ideativi
- di produzione
artistica
- tecnico-allestitivi
- logistici
- organizzativi
- di comunicazione
- spese generali
- Commerciali diretti
(ingressi, sponsorizzazioni, partecipazioni)
- Commerciali indiretti
(merchandising, royalty)
- Finanziamenti (pubblici/privati)
Roberta Bano 2015
55
IL BUDGETING RICHIEDE:
• chiarezza
• oculatezza
• prudenza
• responsabilità
• conoscenza dell’operatività
• collegamento con la
dimensione finanziaria
ATTENZIONE:
alle risorse (limitate/scarse)
alle variabili (monitoraggio
e coordinamento)
Roberta Bano 2015
56
IL MARKETING MIX
(LE 4 P)
IL PIANO MARKETING
E LA COMUNICAZIONE
La politica di prodotto (Product)
La politica di prezzo (Price)
La politica distributiva (Placement)
La politica promozionale (Promotion)
Roberta Bano 2015
57
COMUNICARE L’EVENTO
Elementi chiave
o identità dell’evento ed elementi (immagine coordinata dal logo ai materiali)
o informazioni da veicolare e contenuti fondamentali
o organizzazione delle risorse interne ed esterne
o scelta e gestione di tecniche e strumenti di comunicazione
o coordinamento delle campagne off line e on line
CARATTERISTICHE FONDAMENTALI:
Riconoscibilità – Coerenza – Efficacia
IL PIANO DI
COMUNICAZIONE
Roberta Bano 2015
58
PER MACRO-CATEGORIE
I PRINCIPALI STRUMENTI
DI COMUNICAZIONE
Prodotti editoriali e stampati
Prodotti digitali, multimediali, interattivi, web
Cartellonistica e manifesti
Contatto diretto
Eventi e manifestazioni informative
Mass-media
ATTENZIONE AI PROCESSI DI:
- produzione e distribuzione dei materiali
- interazione con i destinatari e con tutti i soggetti coinvolti
- monitoraggio e verifica dei risultati Roberta Bano 2015
FOCUS
SOCIAL MEDIA
INTERACTION
&
ENGAGEMENT
SUL WEB BISOGNA ESSERE
sintetici – chiari – informali - interessanti
I social media devono essere
scelti con cognizione di causa,
gestiti con metodo
e rigorosamente integrati
con gli altri strumenti di visibilità off line!
Roberta Bano 2015
60
CON I MEDIA …
PAROLA D’ORDINE …
R E L A Z I O N A R S I
• Fare la lista dei media e dei giornalisti destinatari
• Chiamare i giornalisti per presentarsi e iniziare i contatti
• Fare il timing degli invii dei comunicati
• Scrivere e inviare i comunicati stampa
• Organizzare eventuali incontri personali con i giornalisti
• Organizzare la conferenza stampa (se opportuno)
N.B. – La valutazione quali/quantitativa dei risultati
…E NON SOLO … non dimentichiamo le
PUBBLICHE RELAZIONIRoberta Bano 2015
SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO
e contributi
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l’utilizzo è possibile solo nel rispetto dei limiti
di licenza indicati dai rispettivi autori.
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“Project Management Culturale.”
Lucio Argano
“ Gli eventi. Come progettarli e realizzarli.”
Collesei, Checchinato, Dalle Carbonare - 2014
“I beni culturali”
Prof. Francesco Morante
“Event Marketing: I grandi eventi e gli eventi
speciali come strumenti di marketing.”
Ferrari S.
“ Il Project Management: pianificaaione e
avviamento del progetto.”
Prof. Ing. Cesare Saccani
Roberta Bano 2015
ORGANIZZARE EVENTI CULTURALI Roberta Bano
… and your fresh start!
EDUFORMA S.R.L. – CORSO 2015
Tecnico della comunicazione web nell’industria culturale e turistica
MODULO
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ORGANIZZARE EVENTI_2015_Roberta Bano

  • 2. Introduzione: cultura, turismo, territorio, marketing , eventi Roberta Bano 2015
  • 3. MATRIMONIO PERFETTO! Lo celebra Sullo sfondo, l’economia territoriale si commuove felice. L’EVENTO Cultura e Turismo Roberta Bano 2015 3
  • 4. LA CULTURA ha una duplice dimensione Insieme delle cognizioni intellettuali che, acquisite attraverso lo studio, la lettura, l’esperienza, l’influenza dell’ambiente e rielaborate in modo soggettivo e autonomo diventano elemento costitutivo della personalità, contribuendo ad arricchire lo spirito, a sviluppare o migliorare le facoltà individuali, specialmente la capacità di giudizio. INDIVIDUALE COLLETTIVA Complesso delle istituzioni sociali, politiche ed economiche, delle attività artistiche e scientifiche, delle manifestazioni spirituali e religiose che caratterizzano la vita di una determinata società in un dato momento storico. www.treccani.it 4 Roberta Bano 2015
  • 5. LA CULTURA in ogni caso, non è un concetto statico 5 BISOGNA MUOVERSI CON UN OCCHIO ALLA STORIA E UNO ALLE NUOVE TENDENZERoberta Bano 2015
  • 6. DALLA CULTURA AL BENE CULTURALE Forma definita e stabile I BENI CULTURALI sono tutte le testimonianze aventi valore di civiltà MATERIALI IMMATERIALI 6 Esistono solo nel momento in cui avvengono IMMOBILIMOBILI Possono essere spostati Senza comprometterne l’integrità Non possono essere spostati dal luogo in cui sorgono architettura, urbanistica, aree archeologiche, beni paesaggisticiquadri, sculture, gioielli, strumenti, indumenti, oggetti vari In Italia il CODICE DEI BENI CULTURALI identifica il patrimonio culturale e definisce vincoli di tutela e salvaguardia Roberta Bano 2015
  • 7. DAL BENE CULTURALE AL PRODOTTO CULTURALE «bene o servizio che si offre (vende) in un mercato per soddisfare determinati bisogni dei consumatori.” 7 VALORE ECONOMICO TRASFERIBILITA’ PRODOTTO Roberta Bano 2015
  • 8. IL PRODOTTO CULTURALE Elementi di valutazione e leve d’acquisto REFERENZIALE TECNICA 8Inoltre può essere SEMPLICE o COMPLESSO CIRCOSTANZIALE Stato d’animo del consumatore, percezione del contesto di presentazione/rappresentazione/ fruizione, stato d’animo del performer (spettacoli dal vivo). Codifica, confronto in base a punti di riferimento in specifici ambiti (disciplina, genere, storia, prodotti concorrenti, prodotti sostitutivi) e collocazione. Caratteristiche materiali e tecniche del prodotto, aspetti tecnici dei processi di produzione ed erogazione del servizio. Roberta Bano 2015
  • 9. DAL PRODOTTO CULTURALE AL MARKETING CULTURALE C’è DOMANDA di CULTURA perché ci sono: 9 • La necessità di affermare e comunicare la propria identità • La richiesta di autenticità • La ricerca di stabilità e delle proprie radici • Il desiderio di esperienze (nuove, forti, condivise/condivisibili). Roberta Bano 2015
  • 10. DAL MARKETING CULTURALE ALL’OFFERTA CULTURALE 10 IL MARKETING «…è l’arte di raggiungere quei segmenti di mercato che possono potenzialmente essere interessati al prodotto, adattando le variabili del marketing mix, per mettere il prodotto in contatto con un sufficiente numero di consumatori e per raggiungere gli obiettivi coerentemente con la mission dell’impresa…» ( Colbert, 2000) To market = portare sul mercatoRoberta Bano 2015
  • 11. DALL’OFFERTA CULTURALE ALL’OFFERTA TURISTICA 11 In ogni caso il turismo “gioca in casa” perché ha nella cultura uno dei suoi elementi fondanti. Per soddisfare i bisogni (di cultura) del consumatore il marketing: Sviluppa e offre prodotti/servizi culturali Arricchisce i prodotti/servizi di contenuti culturali Roberta Bano 2015
  • 12. L’OFFERTA TURISTICA un po’ di definizioni … Il turista è colui che si reca in una località diversa da quella in cui ha la sua abituale residenza per qualsiasi ragione, ma non per esercitarvi una professione remunerata. 12 Il bene turistico è l’insieme di tutti quei beni (naturali, artistici, storici, culturali ecc.) idonei a soddisfare il bisogno turistico; esso è: • composito; • fruibile (difficilmente commercializzabile); • infungibile (è possibile goderne senza limiti ove non intervengano situazioni eccezionali); • intrasferibile (deve essere utilizzato nel luogo in cui esso si trova); • difficilmente misurabile in termini economici (non vi è stretta relazione tra il valore e la resa commerciale). Il bisogno turistico consiste nel soddisfacimento di esigenze che devono essere appagate in luogo diverso da quello di abituale residenza Il consumo turistico consiste nell’attività di fruizione del bene turistico ed è caratterizzato dalle funzioni: • ricreativa • simbolica • compensativa Le motivazioni turistiche sono le esigenze specifiche che il turista mira a soddisfare attraverso il viaggio. Roberta Bano 2015
  • 13. DALL’OFFERTA TURISTICA AL TURISMO CULTURALE 13 Il turista oggi ricerca un APPROCCIO OLISTICO al viaggio: vuole accrescere la propria esperienza cognitiva da punti di vista politematici: artistici, culturali, enogastronomici, ludici ecc. • Turismo di riscoperta dei valori locali • Turismo sociale ed eco-turisimo • Slow Tourism • Turismo ambientale • I turismi enogastronomici • I turismi culturali: letterari, dei castelli, dell’archeologia industriale, degli itinerari, delle mostre, dei festival….. TREND TURISTICI E NUOVI TURISMI Il patrimonio culturale di un luogo diventa fruibile nello spazio e nel tempo attraverso l’integrazione di arti, discipline, settori e risorse (anche minori e non convenzionali). Roberta Bano 2015
  • 15. IL CONTRIBUTO DELL’EVENTO CULTURALE 15 La relazione tra eventi culturali e flussi turistici è sempre di difficile esplicitazione (esiste il contributo?) e quantificazione (qual è l’entità del contributo). Le due variabili s’influenzano reciprocamente: e se da un lato l’offerta culturale è uno dei più importanti fattori motivanti per la scelta della meta da parte del viaggiatore, d’altra parte gli operatori culturali tendono a concentrare le loro proposte nei periodi di alta stagionalità per poter contare su un bacino di utenza più ampio. Inoltre spesso la semplice analisi dei dati turistici in generale non consente di poter ripartire il contributo dei diversi eventi, dai più grandi ai più piccoli e che spesso si accavallano nello stesso periodo. Il contributo di un evento nell’ambito turistico è misurabile principalmente attraverso l’analisi incrociata del • contributo all’immagine (prestigio, riconoscibilità, visibilità) • contributo economico (arrivi, presenze e spesa sul territorio) Roberta Bano 2015
  • 16. L’evento e i suoi elementi fondamentali Roberta Bano 2015
  • 17. SE VOGLIAMO ESSERE CREATIVI … TUTTO CIÓ CHE DOBBIAMO FARE È SVILUPPARE UN PROFONDO SENSO DELL’ATTENZIONE. Un duro lavoro: osservare, esaminare, valutare, combinare, confrontare… Alden Dow Roberta Bano 2015 17
  • 18. L’EVENTO 18 OPERAZIONE NUOVA ED ESEMPLARE Dal latino e-ventum-evenire = venir fuori, accadere FENOMENO DI NOTEVOLE INTERESSE E RISONANZA FATTO O AVVENIMENTO DI GRANDE IMPORTANZA - Devoto Oli - Roberta Bano 2015
  • 20. L’EVENTO CULTURALE E L’OPERATORE CULTURALE 20www.atlantedelleprofessioni.it Analizza il contesto e identifica un possibile evento culturale Ipotizza possibili risposte alle esigenze e alle risorse culturali individuate traducendole in specifiche iniziative Definisce il piano operativo dell’evento culturale Reperisce le risorse economiche, materiali e umane necessarie alla realizzazione dell’evento Definisce l’organizzazione dell’evento culturale Cura l’allestimento degli spazi, l’attivazione delle convenzioni e dei contratti con tutti i soggetti interessati all’evento (finanziatori, artisti, tecnici, fornitori) Promuove l’evento culturale Si occupa della campagna promozionale utilizzando tutti i canali disponibili per raggiungere il target prescelto Cura la realizzazione dell’evento culturale Segue l’adempimento di tutte le procedure burocratiche e tecniche e verifica il corretto funzionamento dell’intero sistema Collabora alla valutazione dell’evento culturale Valuta la redditività economica, l’utilità sociale, la soddisfazione dei clienti/committenti/fruitori, l’ottenimento di benefici sociali Roberta Bano 2015
  • 21. L’EVENTO GLI ELEMENTI CHIAVE 21 L’evento mette in relazione dinamica IDEE - COSE - LUOGHI - PERSONE Roberta Bano 2015
  • 22. L’EVENTO CHI 22 GLI ELEMENTI CHIAVE C’è tanto da fare, per tante persone! Proponente Committente Collaboratore Organizzatore PORTATORI D’INTERESSI (STAKEHOLDERS) Finanziatore Fornitore Partner Partecipanti Roberta Bano 2015
  • 23. L’EVENTO CHI 23 GLI ELEMENTI CHIAVE L’ORGANIZZAZIONE Project Manager (responsabile generale del progetto) responsabile del coordinamento responsabile della supervisione responsabile organizzativo responsabile tecnico responsabile artistico (esperto culturale) responsabile commerciale responsabile della comunicazione responsabile media responsabile amministrativo Roberta Bano 2015
  • 24. L’EVENTO COSA 24 GLI ELEMENTI CHIAVE • Il nocciolo dell’idea: l’ambito del progetto e il tipo di evento • L’oggetto o contenuto: offerta principale, arricchita, integrata • l’originalità e i requisiti MUST (senza i quali l’evento o è un’altra cosa o non esiste) L’evento è un’esperienza sociale, culturale e/o di intrattenimento extra-ordinaria Roberta Bano 2015
  • 25. L’EVENTO COSA 25 GLI ELEMENTI CHIAVE Convegnistica Arti Patrimonio storico-artistico Architettura Spettacolo Cinema, video, multimedia Televisione e radio Letteratura Ambiente Marketing territoriale e turistico Religione Sport Storia e politica Marketing e comunicazione Moda Terzo settore Formazione e didattica Ecc… GLI AMBITI DELL’EVENTO CULTURALE (che ne determinano la tipologia) Roberta Bano 2015
  • 26. L’EVENTO DOVE 26 GLI ELEMENTI CHIAVE AREA GEOGRAFICA & TIPOLOGIA DI LOCATION LA SEDE sede unica (ristretta-allargata) sede multipla, diffusa GLI SPAZI privati, pubblici, misti Roberta Bano 2015
  • 27. L’EVENTO QUANDO 27 GLI ELEMENTI CHIAVE • PERIODO • DURATA • PERIODICITA’ - Evento ricorrente (ricorrenza fissa o variabile) - Evento episodico • TEMPI INTERNI (orari e scaletta) Roberta Bano 2015
  • 28. L’EVENTO QUANDO 28 GLI ELEMENTI CHIAVE L’evento itinerante + DOVE Roberta Bano 2015
  • 29. L’EVENTO PER CHI 29 GLI ELEMENTI CHIAVE I DESTINATARI/BENEFICIARI Parco visitatori e pubblico (generalista, mirato, specifico su invito) IL TARGET (la segmentazione, il flusso, l’ampiezza, la portata) Roberta Bano 2015
  • 30. L’EVENTO PERCHÉ 30 GLI ELEMENTI CHIAVE FINALITÁ – SCOPI – OBIETTIVI obiettivi generali – obiettivi specifici – obiettivi puntuali • Principali e secondari • Strategici e operativi Un mosaico di opportunità, desideri e interessi… Roberta Bano 2015
  • 31. L’EVENTO COME 31 GLI ELEMENTI CHIAVE LE FASI ORGANIZZATIVE 1. INFORMAZIONE E IDEAZIONE Momento creativo -> lo spunto, l’ipotesi e la prima proposta Momento analitico -> lo studio dello scenario e l’analisi di fattibilità 2. DECISIONE E PROGRAMMAZIONE Momento strategico -> le linee progettuali e la pianificazione Momento operativo -> lo sviluppo organizzativo 3. AZIONE E VALUTAZIONE Momento attuativo -> L’esecuzione del piano e la realizzazione dell’evento Momento della verifica -> la rendicontazione e l’analisi dei risultati Roberta Bano 2015
  • 32. L’inizio: dall’idea al progetto d’evento Roberta Bano 2015
  • 33. is about 10% GUY KAWASAKI A Implementation and hard work and luck is 90% Roberta Bano 2015 33
  • 34. IL PROGETTO D’EVENTO 34 Il progetto da forma e concretezza all’idea (astratta) individuando gli obiettivi e le linee guida per il loro raggiungimento in base al contesto, ai vincoli e alle risorse disponibili. ELEMENTI BASE PER LA PRIMA BOZZA PROGETTUALE 1. IDEA 2. CONTESTO 3. OBIETTIVI 4. VINCOLI E RISORSE 5. LINEE GUIDA “ Un progetto è un’impresa complessa, unica e di durata determinata, rivolta al raggiungimento di un obiettivo chiaro e predefinito mediante un processo continuo di pianificazione e controllo di risorse differenziate e con vincoli interdipendenti di costi - tempo - qualità. ” (R.D. Archibald, Project management. La gestione di progetti e programmi complessi, Franco Angeli, Milano, 2004) Roberta Bano 2015
  • 35. 35 A partire da un’idea iniziale (spunto), si determinano gli obiettivi, i destinatari, il piano di lavoro, i prodotti, i risultati attesi, i partner, i tempi e i luoghi, le risorse. La fase di ideazione si conclude quando gli aspetti principali del progetto sono delineati e condivisi dal team di progetto. Viene quindi prodotto un documento - la SCHEDA PROGETTO – che ne riassume gli elementi costitutivi, effettua una prima stima delle risorse necessarie per realizzarlo e pone le linee guida per la pianificazione. Roberta Bano 2015
  • 36. L’ANALISI DEL CONTESTO 36 Decidere cosa è necessario sapere BISOGNA Raccogliere i dati di riferimento Determinare i fattori rilevanti Le informazioni sono tantissime … e combinare le informazioni raccolte! Roberta Bano 2015
  • 37. L’ANALISI DEL CONTESTO 37 ATTENZIONE ALLE PROCEDURE di raccolta Attenzione anche alle FONTI! di condivisione di conservazione di aggiornamento di integrazione di classificazione di analisi delle informazioniRoberta Bano 2015
  • 38. L’ANALISI DEL CONTESTO 38 LE FONTI NON UFFICIALI (parallele) UFFICIALI (istituzionali) INTERNE ESTERNE DIRETTE INDIRETTE Roberta Bano 2015
  • 39. FOCUS: gli obiettivi 39 Bisogna per prima cosa individuare con chiarezza gli obiettivi (inquadrandoli nel più ampio panorama di finalità e scopi generali); devono essere: gli obiettivi devono essere «misurabili», cioè esprimibili numericamente o comunque quantificabili. Peter Drucker in “The practice of Management” del 1954 introduce il METODO S.M.A.R.T. S M A T R Devono anche essere comunicabili!!! specific Gli obiettivi devono essere specifici ovvero rappresentare un qualcosa di definito e tangibile. measurable achievable realistic Time-related gli obiettivi sono legati a una dimensione temporale e prevedono una determinazione cronologica con relazioni tra le attività legate ad eventi inizio e fine. Gli obiettivi devono essere realistici gli obiettivi devono essere attuabili, ovvero coerenti e compatibili con contesto e risorse. Roberta Bano 2015
  • 40. GLI OBIETTIVI 40 PARAMETRI FONDAMENTALI Bisogna tenere conto di tutti gli interessi in gioco! OBIETTIVI = RISULTATIN.B. gli obiettivi sono anche dei vincoli! Roberta Bano 2015
  • 41. L’ANALISI DEI VINCOLI E DELLE RISORSE 41 ANALISI S.W.O.T. Ne vale la pena? Strenghts Weaknesses Opportunities Threats FONTI INTERNE FONTI ESTERNE Roberta Bano 2015
  • 42. L’ANALISI DEI VINCOLI E DELLE RISORSE 42 STRATEGIA DEDOTTA STRATEGIA COSTRUITA Si adattano nel miglior modo possibile le risorse e competenze con le opportunità dell’ambiente Si cerca di sfruttare al massimo risorse e competenze cercando di costruire nuove opportunità Roberta Bano 2015
  • 43. LE LINEE GUIDA E LA SCHEDA PROGETTO 43 La scheda progetto può assumere la forma di «proposta d’evento»  Nome  Caratteristiche fondamentali  Tempi e luoghi  Gli obiettivi e i risultati attesi  I destinatari  I partner principali  Gli obiettivi  Le risorse  Il piano di lavoro Roberta Bano 2015
  • 44. NOTA IMPORTANTE PRIMA DI INIZIARE 44 IL SUCCESSO DI UN LAVORO DI SQUADRA RISIEDE Roberta Bano 2015
  • 45. Per realizzare l’evento: programmazione, pianificazione, comunicazione Roberta Bano 2015
  • 46. I piani possono contenere un margine d’errore più o meno grande, ma ciò non significa che un’organizzazione non debba elaborare dei PIANI. Shomberger, Knod: Gestione della produzione Roberta Bano 2015 46
  • 47. PROJECT MANAGEMENT 47 Comporta il definire e mettere in pratica un piano d’intervento finalizzato al raggiungimento dell’obiettivo e alla verifica dei risultati attesi. DEFINIZIONI “Gestione sistemica di un’attività complessa ed unica, con un inizio e una fine predeterminate, che viene svolta con risorse organizzate, mediante un processo continuo di pianificazione e controllo, per raggiungere degli obiettivi predefiniti, rispettando vincoli interdipendenti di costo, tempo e qualità.” Lucio Argano “Un insieme di persone e di altre risorse temporaneamente riunite per raggiungere uno specifico obiettivo, di solito con un budget determinato ed entro un periodo stabilito.” (Graham, University of Chicago, 1990) Roberta Bano 2015
  • 48. LE LINEE GUIDA PROGETTUALI 48 comprendono, presupposta la definizione di cosa si vuole ottenere (obiettivi qualitativi, economici e temporali): • L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO divisione del progetto nelle sue parti o in sub-progetti • LA TEMPIFICAZIONE E SCHEDULAZIONE DEL LAVORO dettaglio di cosa deve essere fatto, in quale sequenza e con quali tempistiche • L’ALLOCAZIONE E GESTIONE DELLE RISORSE individuazione delle risorse, assegnazione delle attività e delle responsabilità Roberta Bano 2015
  • 49. 49 Per passare dalla dimensione strategica a quella operativa e attuativa è utile scomporre il progetto generale in modo analitico per ottenere dei sotto-progetti relativi alle diverse aree d’intervento necessarie: questo facilita l’attribuzione di responsabilità, l’assegnazione del budget, l’individuazione e programmazione dei tempi delle fasi d’azione e lo svolgimento dei processi di valutazione (Work Breakdown Structure). Roberta Bano 2015
  • 50. 50 OBIETTIVO GENERALE OBIETTIVI PUNTUALI/SPECIFICI ATTIVITA’ DA SVOLGERE COMPITI AZIONI STRUTTURA AD ALBERO N.B. Il compito è uno sforzo a breve termine che unito e coordinato con altri nell’ambito di una specifica attività conduce alla realizzazione dell’obiettivo dato ed è costituito da una o più azioni combinate. Roberta Bano 2015
  • 51. 51 Il dettaglio di quanto deve essere fatto, in quali tempi e con quali collegamenti nell’ambito dell’operatività generale può essere ben rappresentato e tenuto sotto controllo attraverso il diagramma di Gantt; ogni attività viene collocata sulla scala temporale attraverso una barra la cui lunghezza è proporzionale alla durata dell’attività stessa. IL PLANNING ATTENZIONE: nella rappresentazione sono evidenti le date chiave (milestones) progettuali, ma non vengono indicati esplicitamente le relazioni e i vincoli di sequenza tra le diverse attività. Roberta Bano 2015
  • 52. 52 STRATEGICA: Obiettivi generali - a medio/lungo termine OPERATIVA: Obiettivi specifici - a breve termine LA PROGETTAZIONE INIZIALE DELL’EVENTO GENERA QUINDI LA PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI ATTENZIONE Il progetto comunque non è mai totalmente immutabile: piani e programmi si possono (devono) evolvere nel tempo in base ai mutamenti del contesto o a nuovi risultati d’analisi dello stesso, tendendo all’ottimizzazione => feedback e controllo costanti attraverso procedure ben definite. I PIANI E I PROGRAMMI ELABORATI E IMPLEMENTATI COSTITUISCONO LO SVILUPPO PROGETTUALE E CONDUCONO AL PROGETTO DEFINITIVO Roberta Bano 2015
  • 53. 53 ACTION PLAN LA PIANIFICAZIONE OPERATIVA Vengono individuati i rischi, le relative probabilità di accadimento, la portata d’impatto e le possibili reazioni. CONTINGENCY PLAN Vengono dettagliate le singole azioni, quando devono essere realizzate e da chi. Roberta Bano 2015
  • 54. 54 IL PIANO ECONOMICO (flussi in entrata e in uscita) IL PIANO FINANZIARIO (costi, ricavi, margine) COSTI (fissi/variabili) RICAVI (fissi/variabili) - ideativi - di produzione artistica - tecnico-allestitivi - logistici - organizzativi - di comunicazione - spese generali - Commerciali diretti (ingressi, sponsorizzazioni, partecipazioni) - Commerciali indiretti (merchandising, royalty) - Finanziamenti (pubblici/privati) Roberta Bano 2015
  • 55. 55 IL BUDGETING RICHIEDE: • chiarezza • oculatezza • prudenza • responsabilità • conoscenza dell’operatività • collegamento con la dimensione finanziaria ATTENZIONE: alle risorse (limitate/scarse) alle variabili (monitoraggio e coordinamento) Roberta Bano 2015
  • 56. 56 IL MARKETING MIX (LE 4 P) IL PIANO MARKETING E LA COMUNICAZIONE La politica di prodotto (Product) La politica di prezzo (Price) La politica distributiva (Placement) La politica promozionale (Promotion) Roberta Bano 2015
  • 57. 57 COMUNICARE L’EVENTO Elementi chiave o identità dell’evento ed elementi (immagine coordinata dal logo ai materiali) o informazioni da veicolare e contenuti fondamentali o organizzazione delle risorse interne ed esterne o scelta e gestione di tecniche e strumenti di comunicazione o coordinamento delle campagne off line e on line CARATTERISTICHE FONDAMENTALI: Riconoscibilità – Coerenza – Efficacia IL PIANO DI COMUNICAZIONE Roberta Bano 2015
  • 58. 58 PER MACRO-CATEGORIE I PRINCIPALI STRUMENTI DI COMUNICAZIONE Prodotti editoriali e stampati Prodotti digitali, multimediali, interattivi, web Cartellonistica e manifesti Contatto diretto Eventi e manifestazioni informative Mass-media ATTENZIONE AI PROCESSI DI: - produzione e distribuzione dei materiali - interazione con i destinatari e con tutti i soggetti coinvolti - monitoraggio e verifica dei risultati Roberta Bano 2015
  • 59. FOCUS SOCIAL MEDIA INTERACTION & ENGAGEMENT SUL WEB BISOGNA ESSERE sintetici – chiari – informali - interessanti I social media devono essere scelti con cognizione di causa, gestiti con metodo e rigorosamente integrati con gli altri strumenti di visibilità off line! Roberta Bano 2015
  • 60. 60 CON I MEDIA … PAROLA D’ORDINE … R E L A Z I O N A R S I • Fare la lista dei media e dei giornalisti destinatari • Chiamare i giornalisti per presentarsi e iniziare i contatti • Fare il timing degli invii dei comunicati • Scrivere e inviare i comunicati stampa • Organizzare eventuali incontri personali con i giornalisti • Organizzare la conferenza stampa (se opportuno) N.B. – La valutazione quali/quantitativa dei risultati …E NON SOLO … non dimentichiamo le PUBBLICHE RELAZIONIRoberta Bano 2015
  • 61. SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO e contributi Le foto sono coperte da licenza Creative Commons; l’utilizzo è possibile solo nel rispetto dei limiti di licenza indicati dai rispettivi autori. • www.formazioneturismo.com • www.tafterjournal.it • www.artribune.com • www.francescomorante.it • www.marketingculturale.org • www.performancestrategies.it • www.traveltrend.it • www.eventmanagerblog.com • www.unwto.org • www.beniculturali.it • www.eventreport.it • www.lucioargano.it • www.fizz.it “Project Management Culturale.” Lucio Argano “ Gli eventi. Come progettarli e realizzarli.” Collesei, Checchinato, Dalle Carbonare - 2014 “I beni culturali” Prof. Francesco Morante “Event Marketing: I grandi eventi e gli eventi speciali come strumenti di marketing.” Ferrari S. “ Il Project Management: pianificaaione e avviamento del progetto.” Prof. Ing. Cesare Saccani Roberta Bano 2015
  • 62. ORGANIZZARE EVENTI CULTURALI Roberta Bano … and your fresh start! EDUFORMA S.R.L. – CORSO 2015 Tecnico della comunicazione web nell’industria culturale e turistica MODULO This is