4. LA CULTURA
ha una duplice dimensione
Insieme delle cognizioni
intellettuali che, acquisite
attraverso lo studio, la lettura,
l’esperienza, l’influenza
dell’ambiente e rielaborate in modo
soggettivo e autonomo diventano
elemento costitutivo della
personalità, contribuendo ad
arricchire lo spirito, a sviluppare o
migliorare le facoltà individuali,
specialmente la capacità di
giudizio.
INDIVIDUALE COLLETTIVA
Complesso delle istituzioni sociali,
politiche ed economiche, delle
attività artistiche e scientifiche,
delle manifestazioni spirituali e
religiose che caratterizzano la vita
di una determinata società in un
dato momento storico.
www.treccani.it
4
Roberta Bano 2015
5. LA CULTURA
in ogni caso, non è un concetto statico
5
BISOGNA MUOVERSI CON
UN OCCHIO ALLA STORIA
E UNO ALLE NUOVE TENDENZERoberta Bano 2015
6. DALLA CULTURA
AL BENE CULTURALE
Forma definita e stabile
I BENI CULTURALI sono tutte le testimonianze aventi valore di civiltà
MATERIALI IMMATERIALI
6
Esistono solo nel momento
in cui avvengono
IMMOBILIMOBILI
Possono essere spostati
Senza comprometterne l’integrità
Non possono essere spostati
dal luogo in cui sorgono
architettura, urbanistica, aree archeologiche, beni paesaggisticiquadri, sculture, gioielli, strumenti, indumenti, oggetti vari
In Italia il CODICE DEI BENI CULTURALI
identifica il patrimonio culturale
e definisce vincoli di tutela e salvaguardia
Roberta Bano 2015
7. DAL BENE CULTURALE
AL PRODOTTO CULTURALE
«bene o servizio che si offre (vende) in un mercato per soddisfare
determinati bisogni dei consumatori.”
7
VALORE
ECONOMICO
TRASFERIBILITA’
PRODOTTO
Roberta Bano 2015
8. IL PRODOTTO CULTURALE
Elementi di valutazione e leve d’acquisto
REFERENZIALE
TECNICA
8Inoltre può essere SEMPLICE o COMPLESSO
CIRCOSTANZIALE
Stato d’animo del consumatore,
percezione del contesto di
presentazione/rappresentazione/
fruizione, stato d’animo del
performer (spettacoli dal vivo).
Codifica, confronto in base a punti
di riferimento in specifici ambiti
(disciplina, genere, storia, prodotti
concorrenti, prodotti sostitutivi) e
collocazione.
Caratteristiche materiali e
tecniche del prodotto, aspetti
tecnici dei processi di produzione
ed erogazione del servizio.
Roberta Bano 2015
9. DAL PRODOTTO CULTURALE
AL MARKETING CULTURALE
C’è DOMANDA
di CULTURA
perché ci sono:
9
• La necessità di
affermare e comunicare
la propria identità
• La richiesta di
autenticità
• La ricerca di stabilità e
delle proprie radici
• Il desiderio di
esperienze (nuove, forti,
condivise/condivisibili).
Roberta Bano 2015
10. DAL MARKETING CULTURALE
ALL’OFFERTA CULTURALE
10
IL MARKETING
«…è l’arte di raggiungere quei segmenti di mercato che possono potenzialmente essere interessati al
prodotto, adattando le variabili del marketing mix, per mettere il prodotto in contatto con un sufficiente
numero di consumatori e per raggiungere gli obiettivi coerentemente con la mission dell’impresa…»
( Colbert, 2000) To market = portare sul mercatoRoberta Bano 2015
11. DALL’OFFERTA CULTURALE
ALL’OFFERTA TURISTICA
11
In ogni caso il turismo “gioca in casa”
perché ha nella cultura
uno dei suoi elementi fondanti.
Per soddisfare i bisogni (di cultura)
del consumatore
il marketing:
Sviluppa e offre
prodotti/servizi culturali
Arricchisce i
prodotti/servizi di
contenuti culturali
Roberta Bano 2015
12. L’OFFERTA TURISTICA
un po’ di definizioni …
Il turista è colui che si reca in una
località diversa da quella in cui ha la sua
abituale residenza per qualsiasi ragione,
ma non per esercitarvi una professione
remunerata.
12
Il bene turistico è l’insieme di tutti quei
beni (naturali, artistici, storici, culturali
ecc.) idonei a soddisfare il bisogno
turistico; esso è:
• composito;
• fruibile (difficilmente
commercializzabile);
• infungibile (è possibile goderne senza
limiti ove non intervengano situazioni
eccezionali);
• intrasferibile (deve essere utilizzato
nel luogo in cui esso si trova);
• difficilmente misurabile in termini
economici (non vi è stretta relazione tra
il valore e la resa commerciale).
Il bisogno turistico consiste nel
soddisfacimento di esigenze che
devono essere appagate in
luogo diverso da quello di abituale
residenza
Il consumo turistico consiste
nell’attività di fruizione del bene
turistico ed è caratterizzato dalle
funzioni:
• ricreativa
• simbolica
• compensativa
Le motivazioni turistiche sono le
esigenze specifiche che il turista mira a
soddisfare attraverso il viaggio.
Roberta Bano 2015
13. DALL’OFFERTA TURISTICA AL
TURISMO CULTURALE
13
Il turista oggi ricerca un APPROCCIO
OLISTICO al viaggio: vuole accrescere la
propria esperienza cognitiva da punti di
vista politematici: artistici, culturali,
enogastronomici, ludici ecc.
• Turismo di riscoperta dei valori
locali
• Turismo sociale ed eco-turisimo
• Slow Tourism
• Turismo ambientale
• I turismi enogastronomici
• I turismi culturali: letterari, dei
castelli, dell’archeologia industriale,
degli itinerari, delle mostre, dei
festival…..
TREND TURISTICI E NUOVI TURISMI
Il patrimonio culturale di un luogo diventa fruibile nello spazio e nel
tempo attraverso l’integrazione di arti, discipline, settori e risorse
(anche minori e non convenzionali).
Roberta Bano 2015
15. IL CONTRIBUTO
DELL’EVENTO CULTURALE
15
La relazione tra eventi culturali e flussi turistici è sempre di difficile esplicitazione (esiste il contributo?) e quantificazione
(qual è l’entità del contributo). Le due variabili s’influenzano reciprocamente: e se da un lato l’offerta culturale è uno dei
più importanti fattori motivanti per la scelta della meta da parte del viaggiatore, d’altra parte gli operatori culturali
tendono a concentrare le loro proposte nei periodi di alta stagionalità per poter contare su un bacino di utenza più ampio.
Inoltre spesso la semplice analisi dei dati turistici in generale non consente di poter ripartire il contributo dei diversi
eventi, dai più grandi ai più piccoli e che spesso si accavallano nello stesso periodo.
Il contributo di un evento nell’ambito turistico è misurabile
principalmente attraverso l’analisi incrociata del
• contributo all’immagine (prestigio, riconoscibilità, visibilità)
• contributo economico (arrivi, presenze e spesa sul territorio)
Roberta Bano 2015
17. SE VOGLIAMO ESSERE CREATIVI …
TUTTO CIÓ CHE DOBBIAMO FARE È SVILUPPARE
UN PROFONDO SENSO DELL’ATTENZIONE.
Un duro lavoro:
osservare, esaminare, valutare, combinare, confrontare…
Alden Dow
Roberta Bano 2015
17
18. L’EVENTO
18
OPERAZIONE NUOVA
ED ESEMPLARE
Dal latino e-ventum-evenire = venir fuori, accadere
FENOMENO DI NOTEVOLE
INTERESSE E RISONANZA
FATTO O AVVENIMENTO
DI GRANDE IMPORTANZA
- Devoto Oli -
Roberta Bano 2015
20. L’EVENTO CULTURALE
E L’OPERATORE CULTURALE
20www.atlantedelleprofessioni.it
Analizza il contesto e identifica un possibile evento culturale
Ipotizza possibili risposte alle esigenze e alle risorse culturali individuate
traducendole in specifiche iniziative
Definisce il piano operativo dell’evento culturale
Reperisce le risorse economiche, materiali e umane necessarie alla realizzazione dell’evento
Definisce l’organizzazione dell’evento culturale
Cura l’allestimento degli spazi, l’attivazione delle convenzioni e dei contratti
con tutti i soggetti interessati all’evento (finanziatori, artisti, tecnici, fornitori)
Promuove l’evento culturale
Si occupa della campagna promozionale utilizzando tutti i canali disponibili
per raggiungere il target prescelto
Cura la realizzazione dell’evento culturale
Segue l’adempimento di tutte le procedure burocratiche e tecniche
e verifica il corretto funzionamento dell’intero sistema
Collabora alla valutazione dell’evento culturale
Valuta la redditività economica, l’utilità sociale, la soddisfazione
dei clienti/committenti/fruitori, l’ottenimento di benefici sociali
Roberta Bano 2015
22. L’EVENTO
CHI
22
GLI ELEMENTI CHIAVE
C’è tanto da fare,
per tante persone!
Proponente
Committente
Collaboratore
Organizzatore
PORTATORI D’INTERESSI
(STAKEHOLDERS)
Finanziatore
Fornitore
Partner
Partecipanti
Roberta Bano 2015
23. L’EVENTO
CHI
23
GLI ELEMENTI CHIAVE
L’ORGANIZZAZIONE
Project Manager
(responsabile generale del progetto)
responsabile del coordinamento
responsabile della supervisione
responsabile organizzativo
responsabile tecnico
responsabile artistico
(esperto culturale)
responsabile commerciale
responsabile della comunicazione
responsabile media
responsabile amministrativo
Roberta Bano 2015
24. L’EVENTO
COSA
24
GLI ELEMENTI CHIAVE
• Il nocciolo dell’idea: l’ambito del
progetto e il tipo di evento
• L’oggetto o contenuto: offerta
principale, arricchita, integrata
• l’originalità e i requisiti MUST
(senza i quali l’evento
o è un’altra cosa o non esiste)
L’evento è un’esperienza
sociale, culturale e/o di intrattenimento
extra-ordinaria
Roberta Bano 2015
25. L’EVENTO
COSA
25
GLI ELEMENTI CHIAVE
Convegnistica
Arti
Patrimonio storico-artistico
Architettura
Spettacolo
Cinema, video, multimedia
Televisione e radio
Letteratura
Ambiente
Marketing territoriale e turistico
Religione
Sport
Storia e politica
Marketing e comunicazione
Moda
Terzo settore
Formazione e didattica
Ecc…
GLI AMBITI DELL’EVENTO CULTURALE
(che ne determinano la tipologia)
Roberta Bano 2015
26. L’EVENTO
DOVE
26
GLI ELEMENTI CHIAVE
AREA GEOGRAFICA
&
TIPOLOGIA DI LOCATION
LA SEDE
sede unica (ristretta-allargata)
sede multipla, diffusa
GLI SPAZI
privati, pubblici, misti
Roberta Bano 2015
27. L’EVENTO
QUANDO
27
GLI ELEMENTI CHIAVE
• PERIODO
• DURATA
• PERIODICITA’
- Evento ricorrente (ricorrenza fissa o variabile)
- Evento episodico
• TEMPI INTERNI (orari e scaletta)
Roberta Bano 2015
29. L’EVENTO
PER CHI
29
GLI ELEMENTI CHIAVE
I DESTINATARI/BENEFICIARI
Parco visitatori e pubblico
(generalista, mirato, specifico su invito)
IL TARGET
(la segmentazione, il flusso, l’ampiezza, la portata)
Roberta Bano 2015
30. L’EVENTO
PERCHÉ
30
GLI ELEMENTI CHIAVE
FINALITÁ – SCOPI – OBIETTIVI
obiettivi generali – obiettivi specifici – obiettivi puntuali
• Principali e secondari
• Strategici e operativi
Un mosaico di
opportunità, desideri e interessi…
Roberta Bano 2015
31. L’EVENTO
COME
31
GLI ELEMENTI CHIAVE
LE FASI ORGANIZZATIVE
1. INFORMAZIONE E IDEAZIONE
Momento creativo -> lo spunto, l’ipotesi e la prima proposta
Momento analitico -> lo studio dello scenario e l’analisi di fattibilità
2. DECISIONE E PROGRAMMAZIONE
Momento strategico -> le linee progettuali e la pianificazione
Momento operativo -> lo sviluppo organizzativo
3. AZIONE E VALUTAZIONE
Momento attuativo -> L’esecuzione del piano e la realizzazione dell’evento
Momento della verifica -> la rendicontazione e l’analisi dei risultati
Roberta Bano 2015
33. is about 10%
GUY KAWASAKI
A
Implementation and
hard work and luck is 90%
Roberta Bano 2015
33
34. IL PROGETTO D’EVENTO
34
Il progetto da forma e concretezza all’idea (astratta) individuando
gli obiettivi e le linee guida per il loro raggiungimento in base
al contesto, ai vincoli e alle risorse disponibili.
ELEMENTI BASE
PER LA PRIMA BOZZA PROGETTUALE
1. IDEA
2. CONTESTO
3. OBIETTIVI
4. VINCOLI E RISORSE
5. LINEE GUIDA
“ Un progetto è un’impresa complessa, unica e di durata determinata, rivolta al raggiungimento di un
obiettivo chiaro e predefinito mediante un processo continuo di pianificazione e controllo di risorse
differenziate e con vincoli interdipendenti di costi - tempo - qualità. ”
(R.D. Archibald, Project management. La gestione di progetti e programmi complessi, Franco Angeli, Milano, 2004)
Roberta Bano 2015
35. 35
A partire da un’idea iniziale (spunto), si determinano gli obiettivi, i destinatari, il
piano di lavoro, i prodotti, i risultati attesi, i partner, i tempi e i luoghi, le risorse.
La fase di ideazione si conclude quando gli aspetti principali del progetto sono
delineati e condivisi dal team di progetto.
Viene quindi prodotto un documento - la SCHEDA PROGETTO – che ne riassume
gli elementi costitutivi, effettua una prima stima delle risorse necessarie per
realizzarlo e pone le linee guida per la pianificazione.
Roberta Bano 2015
36. L’ANALISI DEL
CONTESTO
36
Decidere cosa è
necessario sapere
BISOGNA
Raccogliere i dati di
riferimento
Determinare i
fattori rilevanti
Le informazioni sono tantissime …
e combinare le informazioni raccolte!
Roberta Bano 2015
37. L’ANALISI
DEL CONTESTO
37
ATTENZIONE
ALLE PROCEDURE
di raccolta
Attenzione anche
alle FONTI!
di condivisione
di conservazione
di aggiornamento
di integrazione
di classificazione
di analisi
delle informazioniRoberta Bano 2015
39. FOCUS: gli obiettivi
39
Bisogna per prima cosa individuare con chiarezza gli obiettivi (inquadrandoli
nel più ampio panorama di finalità e scopi generali); devono essere:
gli obiettivi devono essere
«misurabili», cioè esprimibili
numericamente o comunque
quantificabili.
Peter Drucker in “The practice of Management” del 1954 introduce il METODO S.M.A.R.T.
S
M
A
T
R
Devono anche essere comunicabili!!!
specific Gli obiettivi devono essere
specifici ovvero rappresentare un
qualcosa di definito e tangibile.
measurable
achievable
realistic
Time-related
gli obiettivi sono legati a una dimensione
temporale e prevedono una
determinazione cronologica con relazioni
tra le attività legate ad eventi inizio e fine.
Gli obiettivi devono essere
realistici
gli obiettivi devono essere
attuabili, ovvero coerenti e
compatibili con contesto e risorse.
Roberta Bano 2015
41. L’ANALISI
DEI VINCOLI E DELLE RISORSE
41
ANALISI S.W.O.T.
Ne vale la pena?
Strenghts Weaknesses
Opportunities Threats
FONTI
INTERNE
FONTI
ESTERNE
Roberta Bano 2015
42. L’ANALISI
DEI VINCOLI E DELLE RISORSE
42
STRATEGIA
DEDOTTA
STRATEGIA
COSTRUITA
Si adattano nel miglior modo
possibile le risorse e competenze
con le opportunità dell’ambiente
Si cerca di sfruttare al massimo
risorse e competenze cercando di
costruire nuove opportunità
Roberta Bano 2015
43. LE LINEE GUIDA E LA
SCHEDA PROGETTO
43
La scheda progetto
può assumere la forma di
«proposta d’evento»
Nome
Caratteristiche fondamentali
Tempi e luoghi
Gli obiettivi e i risultati attesi
I destinatari
I partner principali
Gli obiettivi
Le risorse
Il piano di lavoro
Roberta Bano 2015
44. NOTA IMPORTANTE
PRIMA DI INIZIARE
44
IL SUCCESSO
DI UN LAVORO DI SQUADRA
RISIEDE
Roberta Bano 2015
46. I piani possono contenere
un margine d’errore più
o meno grande,
ma ciò non significa
che un’organizzazione
non debba
elaborare dei PIANI.
Shomberger, Knod: Gestione della produzione
Roberta Bano 2015
46
47. PROJECT MANAGEMENT
47
Comporta il definire e mettere in
pratica un piano d’intervento
finalizzato al raggiungimento
dell’obiettivo e alla
verifica dei risultati attesi.
DEFINIZIONI
“Gestione sistemica di un’attività complessa ed
unica, con un inizio e una fine predeterminate,
che viene svolta con risorse organizzate,
mediante un processo continuo di pianificazione
e controllo, per raggiungere degli obiettivi
predefiniti, rispettando vincoli interdipendenti
di costo, tempo e qualità.”
Lucio Argano
“Un insieme di persone e di altre risorse
temporaneamente riunite per raggiungere uno
specifico obiettivo, di solito con un budget
determinato ed entro un periodo stabilito.”
(Graham, University of Chicago, 1990)
Roberta Bano 2015
48. LE LINEE GUIDA
PROGETTUALI
48
comprendono, presupposta
la definizione di cosa si vuole ottenere
(obiettivi qualitativi, economici e temporali):
• L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
divisione del progetto nelle sue parti o in sub-progetti
• LA TEMPIFICAZIONE E SCHEDULAZIONE DEL LAVORO
dettaglio di cosa deve essere fatto, in quale sequenza e con quali tempistiche
• L’ALLOCAZIONE E GESTIONE DELLE RISORSE
individuazione delle risorse, assegnazione delle attività e delle responsabilità
Roberta Bano 2015
49. 49
Per passare dalla dimensione
strategica a quella operativa e
attuativa è utile scomporre il
progetto generale in modo analitico
per ottenere dei sotto-progetti
relativi alle diverse aree
d’intervento necessarie: questo
facilita l’attribuzione di
responsabilità, l’assegnazione del
budget, l’individuazione e
programmazione dei tempi delle fasi
d’azione e lo svolgimento dei
processi di valutazione
(Work Breakdown Structure).
Roberta Bano 2015
50. 50
OBIETTIVO GENERALE
OBIETTIVI PUNTUALI/SPECIFICI
ATTIVITA’ DA SVOLGERE
COMPITI
AZIONI
STRUTTURA AD ALBERO
N.B.
Il compito è uno sforzo a breve termine che unito e coordinato con altri nell’ambito di una
specifica attività conduce alla realizzazione dell’obiettivo dato ed è costituito da una o più
azioni combinate.
Roberta Bano 2015
51. 51
Il dettaglio di quanto deve essere fatto, in quali
tempi e con quali collegamenti nell’ambito
dell’operatività generale può essere ben
rappresentato e tenuto sotto controllo attraverso
il diagramma di Gantt; ogni attività viene
collocata sulla scala temporale attraverso una
barra la cui lunghezza è proporzionale alla durata
dell’attività stessa.
IL PLANNING
ATTENZIONE:
nella rappresentazione sono evidenti le date chiave (milestones) progettuali,
ma non vengono indicati esplicitamente le relazioni
e i vincoli di sequenza tra le diverse attività.
Roberta Bano 2015
52. 52
STRATEGICA: Obiettivi generali - a medio/lungo termine
OPERATIVA: Obiettivi specifici - a breve termine
LA PROGETTAZIONE INIZIALE
DELL’EVENTO GENERA QUINDI LA
PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE
DEGLI INTERVENTI
ATTENZIONE
Il progetto comunque non è mai totalmente immutabile: piani e programmi si possono (devono)
evolvere nel tempo in base ai mutamenti del contesto o a nuovi risultati d’analisi dello stesso,
tendendo all’ottimizzazione => feedback e controllo costanti attraverso procedure ben definite.
I PIANI E I PROGRAMMI ELABORATI E IMPLEMENTATI COSTITUISCONO
LO SVILUPPO PROGETTUALE E CONDUCONO AL PROGETTO DEFINITIVO
Roberta Bano 2015
53. 53
ACTION PLAN
LA PIANIFICAZIONE
OPERATIVA
Vengono individuati i rischi,
le relative probabilità di
accadimento,
la portata d’impatto e le
possibili reazioni.
CONTINGENCY PLAN
Vengono dettagliate le
singole azioni, quando
devono essere
realizzate e da chi.
Roberta Bano 2015
54. 54
IL PIANO
ECONOMICO
(flussi in entrata e in uscita)
IL PIANO
FINANZIARIO
(costi, ricavi, margine)
COSTI (fissi/variabili) RICAVI (fissi/variabili)
- ideativi
- di produzione
artistica
- tecnico-allestitivi
- logistici
- organizzativi
- di comunicazione
- spese generali
- Commerciali diretti
(ingressi, sponsorizzazioni, partecipazioni)
- Commerciali indiretti
(merchandising, royalty)
- Finanziamenti (pubblici/privati)
Roberta Bano 2015
55. 55
IL BUDGETING RICHIEDE:
• chiarezza
• oculatezza
• prudenza
• responsabilità
• conoscenza dell’operatività
• collegamento con la
dimensione finanziaria
ATTENZIONE:
alle risorse (limitate/scarse)
alle variabili (monitoraggio
e coordinamento)
Roberta Bano 2015
56. 56
IL MARKETING MIX
(LE 4 P)
IL PIANO MARKETING
E LA COMUNICAZIONE
La politica di prodotto (Product)
La politica di prezzo (Price)
La politica distributiva (Placement)
La politica promozionale (Promotion)
Roberta Bano 2015
57. 57
COMUNICARE L’EVENTO
Elementi chiave
o identità dell’evento ed elementi (immagine coordinata dal logo ai materiali)
o informazioni da veicolare e contenuti fondamentali
o organizzazione delle risorse interne ed esterne
o scelta e gestione di tecniche e strumenti di comunicazione
o coordinamento delle campagne off line e on line
CARATTERISTICHE FONDAMENTALI:
Riconoscibilità – Coerenza – Efficacia
IL PIANO DI
COMUNICAZIONE
Roberta Bano 2015
58. 58
PER MACRO-CATEGORIE
I PRINCIPALI STRUMENTI
DI COMUNICAZIONE
Prodotti editoriali e stampati
Prodotti digitali, multimediali, interattivi, web
Cartellonistica e manifesti
Contatto diretto
Eventi e manifestazioni informative
Mass-media
ATTENZIONE AI PROCESSI DI:
- produzione e distribuzione dei materiali
- interazione con i destinatari e con tutti i soggetti coinvolti
- monitoraggio e verifica dei risultati Roberta Bano 2015
59. FOCUS
SOCIAL MEDIA
INTERACTION
&
ENGAGEMENT
SUL WEB BISOGNA ESSERE
sintetici – chiari – informali - interessanti
I social media devono essere
scelti con cognizione di causa,
gestiti con metodo
e rigorosamente integrati
con gli altri strumenti di visibilità off line!
Roberta Bano 2015
60. 60
CON I MEDIA …
PAROLA D’ORDINE …
R E L A Z I O N A R S I
• Fare la lista dei media e dei giornalisti destinatari
• Chiamare i giornalisti per presentarsi e iniziare i contatti
• Fare il timing degli invii dei comunicati
• Scrivere e inviare i comunicati stampa
• Organizzare eventuali incontri personali con i giornalisti
• Organizzare la conferenza stampa (se opportuno)
N.B. – La valutazione quali/quantitativa dei risultati
…E NON SOLO … non dimentichiamo le
PUBBLICHE RELAZIONIRoberta Bano 2015
61. SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO
e contributi
Le foto sono coperte da licenza Creative Commons;
l’utilizzo è possibile solo nel rispetto dei limiti
di licenza indicati dai rispettivi autori.
• www.formazioneturismo.com
• www.tafterjournal.it
• www.artribune.com
• www.francescomorante.it
• www.marketingculturale.org
• www.performancestrategies.it
• www.traveltrend.it
• www.eventmanagerblog.com
• www.unwto.org
• www.beniculturali.it
• www.eventreport.it
• www.lucioargano.it
• www.fizz.it
“Project Management Culturale.”
Lucio Argano
“ Gli eventi. Come progettarli e realizzarli.”
Collesei, Checchinato, Dalle Carbonare - 2014
“I beni culturali”
Prof. Francesco Morante
“Event Marketing: I grandi eventi e gli eventi
speciali come strumenti di marketing.”
Ferrari S.
“ Il Project Management: pianificaaione e
avviamento del progetto.”
Prof. Ing. Cesare Saccani
Roberta Bano 2015
62. ORGANIZZARE EVENTI CULTURALI Roberta Bano
… and your fresh start!
EDUFORMA S.R.L. – CORSO 2015
Tecnico della comunicazione web nell’industria culturale e turistica
MODULO
This is