Slide dell'intervento presentato al Convegno delle Stelline 2016 (http://www.convegnostelline.it/sessione.php?IdUnivoco=4), che presenta, con alcune riflessioni, i risultati dell'indagine - condotta dal Gruppo di studio AIB sull'Information Literacy - sulle attività di information literacy svolte negli ultimi anni dalle biblioteche pubbliche.
3. AGID, Programma nazionale per la cultura, la formazione e le
competenze digitali. Linee guida. Indicazioni strategiche e
operative, 2014
• In sintesi la competenza informativa prevede la
capacità di:
• RICONOSCERE UN BISOGNO informativo,
• RICERCARE, VALUTARE, UTILIZZARE le
informazioni in modo consapevole
• per CREARE NUOVA CONOSCENZA
4. • Gli studenti di ogni ordine e grado e i professionisti
dell’insegnamento possono contare su personale
bibliotecario qualificato che gli insegni a diventare
autonomi nella ricerca delle informazioni
• La maggioranza della popolazione ha bisogni
informativi e una tecnologia che cambia in
continuazione. Chi cerca informazioni rischia di
essere sopraffatto dalla vastità dell’infosfera: per
questo i bibliotecari pubblici devono fare di più.
• IFLA Public Library Service Guidelines, 2010.
Perché fare information literacy
nelle biblioteche pubbliche?
5. L’indagine sull’information literacy nelle
biblioteche pubbliche: perché?
• Comprendere lo stato
dell’arte
• Diffondere e promuovere le
esperienze più significative
• Capire che cosa viene
considerato information
literacy nelle biblioteche
pubbliche
6. L’indagine sull’information literacy nelle
biblioteche pubbliche: la struttura
• 18 domande:
• 6 = raccolta di dati
anagrafici
• 11 = descrizione dell’attività
7. La descrizione dell’attività
• Nome dell’attività di information literacy realizzata
• Target
• Partner dell’attività
• Descrizione estesa dell’attività
• I costi richiesti
• Obiettivi in sintesi
http://www.aib.it/wp-
content/uploads/2015/07/questionario_IL_nelle_biblio_PUBBLICHE.pdf
8. L’indagine sull’information literacy nelle
biblioteche pubbliche: le risposte
• 485 risposte
• 160 risposte valide
• 85 risposte descrivono
attività di information
literacy
12. AAT / la clusterizzazione dei testi
• Parole sì: lettura,
bambino, classe,
incontro, attività,
visita, storia, voce
• Parole no: uso,
motore ricerca,
internet,
informazione, OPAC,
fonte, risorsa
Cluster #1
ANIMAZIONI E
PROMOZIONE DELLA
LETTURA (39,5%)
• Parole sì: ricerca,
informazione, OPAC,
fonte, valutazione,
processo, strumento
• Parole no:
promozione, lettura,
bambino,
laboratorio,
alfabetizzazione
digitale, MLOL
•
Cluster #2
INFORMATION
LITERACY (35,6%)
• Parole sì: corso,
lezione,
alfabetizzazione,
digitale, base,
computer,
informatico, MLOL
• Parole no: lettura,
classe, ragazzo,
bambino, ricerca,
informazione, fonte,
libro, OPAC
Cluster #3
ALFABETIZZAZIONE
INFORMATICA
(24,9%)
13. L’analisi
qualitativa
DIDATTICA DELLE
FONTI
DIDATTICA DEL
PROCESSO DI RICERCA
ORIENTARSI NEL WEB LEGGERE E SCARICARE
EBOOK
ALFABETIZZAZIONE
INFORMATICA
CODING / ROBOTICA /
LINUX
ANIMAZIONI CON I
BAMBINI / LE SCUOLE
PROMOZIONE
LETTURA / INCONTRI
CON L’AUTORE
SERVIZIO DI
REFERENCE
INDIVIDUALE
EDUCAZIONE
ALL’IMMAGINE
GUIDA ALL’USO DELLA
BIBLIOTECA
14. Analisi qualitativa / tutte le attività descritte
5.0%
11.2%
12.5%
14.4%
15.0%
16.2%
21.9%
48.7%
0.0% 10.0% 20.0% 30.0% 40.0% 50.0% 60.0%
EBOOK
PROMOZIONE DELLA LETTURA
DIDATTICA DEL PROCESSO DI RICERCA
ALFABETIZZAZIONE INFORMATICA
ORIENTARSI NEL WEB
ANIMAZIONI CON BAMBINI / SCUOLE
GUIDA ALL'USO DELLA BIBLIOTECA
DIDATTICA DELLE FONTI
CATEGORIE
15. Analisi qualitativa / le attività di information
literacy (53% di tutte le attività descritte)
8.2%
8.2%
15.3%
21.2%
22.3%
23.5%
85.9%
0.0% 10.0% 20.0% 30.0% 40.0% 50.0% 60.0% 70.0% 80.0% 90.0% 100.0%
EBOOK
PROMOZIONE DELLA LETTURA
ALFABETIZZAZIONE INFORMATICA
GUIDA ALL'USO DELLA BIBLIOTECA
ORIENTARSI NEL WEB
DIDATTICA DEL PROCESSO DI RICERCA
DIDATTICA DELLE FONTI
CATEGORIE
16. Nuove partnership per lavorare in rete
Scuole
Sistemi bibliotecari
Università
Associazioni
Soggetti privati
18. Alcuni esempi / scuola primaria
• CACCIA ALL’INFORMAZIONE
• Biblioteca Mario Rigoni Stern di
Bellusco (MB)
• Un gioco in cui i bambini delle
classi, divisi a coppie, devono
trovare la risposta a una serie di
domande utilizzando le risorse
presenti in biblioteca. Ogni
risposta giusta fa guadagnare
punti alla classe, che è in
competizione con le classi
parallele.
19. Alcuni esempi / scuola secondaria 1° grado
• PARADIGMA INDIZIARIO
• Biblioteca di Coccaglio (BS)
• Partendo dalla lettura integrale
del romanzo Dieci piccoli indiani
di Agatha Christie, si procede
insieme alla classe alla
compilazione di una serie di
schede contenenti “i fatti”, “gli
indizi”, e “le deduzioni”. In
questo modo i ragazzi iniziano a
comprendere come funziona il
processo di ricerca.
20. Alcuni esempi / scuola secondaria 1° grado
• LABORATORIO DI STORIA
LOCALE
• Biblioteca di Coccaglio (BS)
• Punto di partenza: l’unico libro
pubblicato di storia del Comune. Dopo
averne identificato le lacune, i ragazzi
vengono stimolati a riflettere su quali
altre fonti possono essere utilizzate.
La ricerca può essere fatta anche sul
campo, uscendo dalla biblioteca:
percorrendo le vie del paese,
interpellando esperti di storia locale,
gli anziani e il sindaco.
21. Alcuni esempi / scuola secondaria 2° grado
• NON SOLO TESINE
• Biblioteca Mario Rostoni
dell’Università Carlo Cattaneo –
LIUC + oltre 30 biblioteche
pubbliche
• Incontri laboratoriali con gli
studenti dell’ultimo anno delle
scuole superiori di tutta Italia,
incentrati sul processo di
indagine documentale.
23. Cosa occorre per accrescere la competenza
informativa dei cittadini?
• Nell’84% dei casi il costo
dell’iniziativa si limita alle ore
del personale coinvolto
• Nel 14% dei casi il corso è stato
tenuto da un docente esterno
• In meno del 6% dei casi sono
state sostenute spese per
l’acquisto di materiali o premi
• Spesa massima sostenuta: 1.200
Euro per acquisto di PC,
proiettori, tablet che rimarranno
alla biblioteca
24. Cosa occorre per accrescere la competenza
informativa dei cittadini?
• Il vero patrimonio in
campo sono i bibliotecari:
• la loro professionalità e le
loro competenze
• la capacità di guardare al
proprio lavoro da una
prospettiva diversa
25. Cosa occorre per accrescere la competenza
informativa dei cittadini?
Competenze
informative
Competenze in
termini di
progettualità
Capacità di
insegnamento
Capacità di
attivare nuove
partnership
Capacità (e voglia)
di guardarsi con
occhi diversi
26. Quale formazione per accrescere la competenza
informativa dei cittadini?
Aiutare i bibliotecari
e le biblioteche a
capire “come fare a”:
insegnare l’uso delle
fonti a un bambino di 9
anni
convincere un tredicenne
dell’importanza della
competenza informativa
aiutare chi si ritrova
senza lavoro
aiutare gli
imprenditori locali
27. Perché fare information literacy nelle
biblioteche pubbliche?
Muoversi
consapevolmente e
criticamente nell’info-
sfera è una compe-
tenza essenziale.
Il digital divide
culturale è una delle
nuove frontiere della
discriminazione
sociale.
La maggioranza della
popolazione non sa
orientarsi nel
complesso mondo
dell’informazione
28. Perché fare information literacy nelle
biblioteche pubbliche?
(E questo è – oggi più che mai – un ruolo fondamentale per la comunità.)
Oggi la biblioteca è sempre meno
il luogo in cui cercare informazioni
MA
I bibliotecari continuano ad essere
dei professionisti
dell’informazione.
Esistono molte definizioni di information literacy, che per quanto diverse ruotano tutte intorno ai concetti di ricercare, valutare e usare le informazioni. Qui utilizziamo per comodità una definizione made in Italy, contenuta all’interno di un documento dell’Agenzia per l’Italia Digitale, che in diversi punti fa esplicito riferimento alle biblioteche.
L’immagine sullo sfondo è un tentativo di rendere graficamente il web. Per molti anni, in un’epoca di relativa scarsità informativa come era quella pre-Internet, l’information literacy è rimasta prerogativa delle biblioteche accademiche e scolastiche e i suoi destinatari naturali erano studenti, ricercatori, professori e professionisti dell’informazione.
Oggi l’infosfera è diventata qualcosa di infinitamente più complesso, e sono nati nuovi bisogni informativi in nuove categorie di persone.
Nelle biblioteche accademiche le attività di information literacy sono più o meno visibili nel portale del sistema bibliotecario di Ateneo.
Molte biblioteche pubbliche non hanno nemmeno un vero sito web.
L’indagine è stata inserita da AgID nella piattaforma dei progetti che contribuiscono a sviluppare la competenza digitale e informativa dei cittadini.
Le domande sono state studiate in modo da lasciare ampi margini di libertà a chi l’avrebbe compilato: cosa rispondere e cosa no, e – entro certi limiti – cosa considerare information literacy.
160 (33%) utili ai fini dell’indagine.
Le biblioteche pubbliche in Italia sono più di 6000: l’indagine non vuole e non può avere pretese di validità statistica.
NON è una fotografia dell’esistente, bensì solo l’analisi delle risposte ricevute.
290 risposte non valide (77%): quelle incomplete, quelle compilate da biblioteche non di pubblica lettura (accademiche, speciali, di fondazioni ecc.) + 71% biblioteche pubbliche che hanno deciso di non continuare la compilazione.
Alcune biblioteche importanti – che avrebbero sicuramente avuto qualcosa da raccontare – non hanno risposto all’indagine: un’assenza che è difficile ignorare.
Quali sono i motivi che hanno scoraggiato la partecipazione di quelle biblioteche? sfiducia verso lo strumento indagine? motivi contingenti? mancanza di tempo?
lungaggini burocratiche? Una domanda per ora senza risposta. Procediamo allora con l’analisi delle risposte ricevute.
1,3% lavoratori, 0,6% studenti universitari, 0,6% persone in cerca di occupazione!!!!
L’analisi automatica del testo si differenzia da quella qualitativa in quanto applica ai dati testuali un approccio metrico:
individua le parole utilizzate
le “conta”
Misura e rappresenta oggettivamente il contenuto del testo laddove l’analisi qualitativa punta invece a interpretarlo.
La nuvola di parole – primo livello di analisi – mostra le “parole tema”, e consente la percezione immediata delle tematiche sulle quali converge il testo.
Un secondo livello di analisi ha evidenziato i principali mondi lessicali, ovvero i modi diversi in cui le persone parlano di IL.
Il criterio con cui il software individua e suddivide i cluster (analizzando le parole contenute in ogni singola risposta, e considerando ogni risposta come un’unità a sé) è che le risposte appartenenti a ciascun gruppo devono essere da una parte il più vicine possibile tra loro, e dall’altra il più lontane possibile dalle risposte appartenenti agli altri gruppi. La suddivisione – ottenuta attraverso un’analisi automatica e quantitativa del testo – rispecchia con impressionante fedeltà quella ottenuta attraverso l’analisi qualitativa delle risposte.
L’analisi delle risposte alle domande aperte che chiedevano nome, descrizione e obiettivi dell’attività di information literacy realizzata ha portato EX POST all’individuazione di una serie di categorie. A ciascuna attività sono state assegnate da una a quattro categorie. Es. corsi di alfabetizzazione digitale che comprendono OPAC e EBOOK, avranno 3 categorie ecc.
OPAC: didattica delle fonti;
piattaforme di ebook lending: didattica delle fonti, ebook.
La maggior parte delle categorie non corrisponde ad attività di information literacy.
1) Per l’analisi ci siamo basati sulle DESCRIZIONI inserite nel questionario.
2) La somma delle percentuali non dà 100.
Attività di alfabetizzazione informatica e Coderdojo / YouLab Pistoia: alla fine si è deciso di tenere fuori tutto quello che non abbia come fine dichiarato ricercare, valutare e/o utilizzare le informazioni: la competenza digitale pura non è stata considerata – in questa indagine – information literacy.
Le percentuali cambiano significativamente. La maggioranza delle biblioteche che svolge attività di information literacy si focalizza sulle fonti (compreso il web). La percentuale di biblioteche che vanno oltre (es il processo di ricerca) è significativa, ma molto più bassa.
La possibilità/necessità di stringere partnership con soggetti del territorio (che aggregano le persone con fini formativi ma non solo) è una delle caratteristiche di molti progetti di information literacy, che puntano a raggiungere proprio chi, dal mondo dell’informazione (e quindi anche dalla biblioteca) è tendenzialmente escluso.
Lavorare insieme a soggetti esterni può aiutare non poco ad accrescere l’impatto delle iniziative della biblioteca, dato che sappiamo che in Italia la biblioteca da sola raggiunge al massimo, nei casi più fortunati, il 30% della popolazione.
Fare rete con altre realtà e istituzioni del territorio costituisce quindi un’opportunità preziosa e da far fruttare.
Non è un dato sorprendente, ma su cui comunque vale la pena riflettere e soprattutto provare ad agire.
La competenza informativa – lo dice l’Unesco, lo dice IFLA, lo dice AgID – non è una cosa che riguarda solo studenti, ricercatori e professionisti dell’informazione. È una competenza vitale per muoversi nel mondo, per trovare un lavoro, per non pagare il doppio il prezzo di un biglietto aereo, per riqualificarsi quando le competenze professionali che abbiamo non bastano più, per mantenere una piccola impresa famigliare concorrenziale in un mercato sempre più aggressivo.
Per ragioni di tempo sono pochissime qui, ma speriamo di trovare presto la giusta sede per raccontarle tutte, in modo che possano funzionare da spunto.
Accanto ai laboratori è stata sviluppata un’app.
FORMAZIONE: da che esistono le biblioteche, i bibliotecari sono sempre stati professionisti dell’informazione.
A queste vanno aggiunte poi competenze che in alcuni casi sono ancora da imparare.
Nel 90% dei casi descritti dall’indagine i bibliotecari hanno utilizzato le competenze che ogni bibliotecario ha (o dovrebbe avere): muoversi in maniera competente nel catalogo online, capire come utilizzare un testo di consultazione, individuare velocemente un bisogno informativo e provare a soddisfarlo ecc.
Survival skills (Unesco)
Digital divide: non si limita alla capacità di accendere un computer o mandare un’email
La maggioranza delle gente non ha nessuno che gli spieghi/insegni come fare.
Biblioteca: sempre meno l’unico / il principale luogo in cui cercare e trovare informazioni
Bibliotecari: professionisti altamente qualificati nel reperimento, valutazione e fornitura di informazioni attendibili e di qualità.