SlideShare una empresa de Scribd logo
1 de 12
Descargar para leer sin conexión
Quanto contano i fattori psicologici
nell’insorgenza e nelle manifestazioni dell’IBS
Laurie Keefer
Le nuove linee guida europee per la diagnosi
e il trattamento dei disturbi funzionali intestinali
con diarrea
Edoardo Savarino, Giovanni Barbara
Come prevenire e contrastare la sindrome
dell’intestino irritabile indotta da infezioni
da C. difficile (IBS-PI)
Stephen Collins
Leaky Gut: fattori interferenti e modulazione
terapeutica della permeabilità intestinale
Antonio Gasbarrini
ESTRATTO DEL CONGRESSO
IBS DAYS 2022
20-22 GIUGNO 2022
PALAZZO RE ENZO - BOLOGNA
Editore
Clorofilla srl – editoria scientifica
Publishing director
Massimo Barberi
Art Director
Stefania Maffoni
Redazione
Lisa Trisciuoglio
Direzione
Clorofilla srl - editoria scientifica
Via Podgora 12A, 20122 Milano
Tel 02 39523784
www.clorofillaweb.it
Iscrizione al ROC n. 25358
Stampa
Arti grafiche alpine
Via Luigi Belotti, 14
21052 Busto Arsizio (VA)
www.artigrafichealpine.it
Copyright © 2022
Questa pubblicazione è protetta da copyright. Tutti i diritti sono riservati. Sono vietate la riproduzione
e l’archiviazione in qualsiasi forma e qualsiasi mezzo elettronico, compresa la fotocopiatura, senza
autorizzazione scritta dell’Editore.
Immagini interne di Adobe Stock: Alpha Tauri 3D, a7880ss, rumruay.
Nota dell’Editore
La realizzazione di questa pubblicazione è stata effettuata con la massima accuratezza. Ciò nonostante,
l’Editore non è responsabile per errori, omissioni e/o inesattezze e per qualunque conseguenza derivata
dalle informazioni ivi contenute.
Per qualsiasi immagine riprodotta e per cui non si sia ottenuta autorizzazione alla riproduzione, l’Editore
è disponibile al riconoscimento dei diritti di copyright in capo agli aventi diritto.
Le informazioni riportate nella pubblicazione non sostituiscono le indicazioni contenute nel Riassunto
delle Caratteristiche di Prodotto dei prodotti menzionati.
Pubblicazione fuori commercio riservata agli operatori sanitari.
La sindrome dell’intestino irritabile (Irritable Bowel Syn-
drome, IBS) è una condizione dall’eziopatogenesi com-
plessa e ancora poco chiara, derivante dalla combinazione
di micro-disfunzioni organiche, a cui si aggiungono fattori
psicologici sfavorevoli, che contribuiscono a peggiorare il
disturbo funzionale intestinale attraverso svariati meccani-
smi bidirezionali, lungo l’asse intestino-cervello.
Per migliorare i sintomi dell’IBS è necessario agire su en-
trambi i fronti, organico e psichico, poiché soltanto in que-
sto modo è possibile disinnescare il circolo vizioso negativo
che si crea tra intestino e cervello e che, in assenza di inter-
venti appropriati, arriva a determinare un serio deteriora-
mento della qualità di vita dei pazienti.
Ne è convinta Laurie Keefer, psicologa della salute gastroin-
testinale e docente di Medicina e Psichiatria presso la Icahn
School of Medicine del Mount Sinai di New York (Stati
Uniti), che in occasione del Convegno IBS DAYS 2022 ha
discusso del ruolo dei fattori psicologici nell’insorgenza e
nell’evoluzione dell’IBS e di come si può lavorare sulla psi-
che per contribuire ad alleviare il disturbo funzionale inte-
stinale, supportando anche una maggiore efficacia degli
approcci dietetici e dei trattamenti medici in uso.
Rischio di IBS: il ruolo della psiche
«Fattori psicologici e psicosociali sfavorevoli sono da tempo
risultati associati al rischio di sviluppare IBS», ha sottolineato
la prof.ssa Keefer. «A essere chiamate in causa sono soprat-
tutto le avversità incontrate precocemente nella vita e le si-
tuazioni di abuso1,2
».
«È stato osservato», ha precisato l’esperta, «che i sintomi
gastrointestinali dell’IBS possono essere scatenati da abusi
sessuali, fisici, verbali o emotivi e che una storia di qualche
tipo di abuso è stata riportata da circa un terzo dei pazienti
con diagnosi di IBS (31%). Questa correlazione è risultata
più marcata tra le donne rispetto agli uomini, con percen-
tuali di storia di abuso rispettivamente pari al 19-41% e al
5,7-11%, in funzione della popolazione considerata3,4
(Fig.
1). È stato, inoltre, calcolato che le persone che hanno su-
bito un abuso sessuale presentano un rischio quasi triplo
(2,8 volte) di sviluppare un disturbo funzionale intestinale
rispetto a chi non ha vissuto questa esperienza5
».
«Depressione, ansia, stress cronico, emozioni negative, pre-
senza di comorbilità somatiche con ripercussioni psicoemo-
tive e sulla qualità della vita (fibromialgia, sindrome da
fatica cronica, dolore cronico ecc.)», ha sottolineato la
3
Quanto contano i fattori psicologici
nell’insorgenza e nelle manifestazioni dell’IBS
Sintesi dell’intervento della Prof.ssa L. Keefer, psicologa della salute gastrointestinale
e docente di Medicina e Psichiatria presso la Icahn School of Medicine, Mount Sinai, New York
Fig. 1 Modificato da: Longstreth GF, et al. Dig Dis Sci 1993;38:
1581-1589; Talley NJ, et al. Gastroenterology 1994;107:1040-1049
È ormai accertato che il gastroenterologo deve sempre tenere
conto della componente psicologica nel trattamento dell’IBS. Keefer:
«Depressione, ansia, stress cronico, emozioni negative, presenza di
comorbilità somatiche con ripercussioni psicoemotive e sulla qualità
della vita (fibromialgia, sindrome da fatica cronica, dolore cronico ecc.)
sono tutti aspetti da considerare nella valutazione del paziente
con IBS e di cui tenere conto nell’impostazione della terapia».
50
40
30
20
10
0
Frequency
of
abuse
in
patients
with
GI
symptoms
(%)
Study 1
Any abuse
Women Men
Study 2
Sexual abuse
41%
1
11%
19%
5,7%
prof.ssa Keefer, «sono tutti aspetti da considerare nella va-
lutazione del paziente con IBS e di cui tenere conto nell’im-
postazione della terapia, poiché possono avere un impatto
significativo sia sulla percezione dei sintomi gastrointestinali
sia sui comportamenti quotidiani che possono influenzare
le manifestazioni del disturbo (dieta, assunzione di farmaci
o sostanze, sonno, attività fisica ecc.). In aggiunta, i fattori
psicoemotivi possono incidere sulla propensione a ricercare
il consulto medico, sulla qualità della relazione medico-pa-
ziente, sulla disponibilità a intraprendere e aderire alle te-
rapie proposte contro l’IBS, nonché sulla risposta clinica
ottenibile (compreso un possibile effetto nocebo)6
».
Dati recenti del Rome Foundation Global Study indicano,
inoltre, che più è intenso il distress psicologico sperimentato
dai pazienti con disturbi funzionali intestinali, maggiore è il
numero di regioni dell’apparato gastrointestinale interessate
da disfunzioni e sintomi7
. «I fattori psicologici possono esa-
sperare la percezione delle sensazioni provenienti dall’appa-
rato digerente», ha sottolineato la prof.ssa Keefer, «che
vengono catastrofizzate dai pazienti ed erroneamente inter-
pretate come segnali d’allarme gravi e urgenti da trattare.
Ciò dipende da uno stato di ipersensibilità/ipervigilanza ed
eccessivo timore, che portano a un maladattamento cogni-
tivo del processamento degli stimoli enterici».
Gli approcci psicoterapici utili nell’IBS
«Gli approcci per i quali esistono maggiori evidenze di efficacia
nel trattamento dell’IBS sono la terapia cognitivo-comporta-
mentale (CBT, Cognitive Behavioural Therapy) e l’ipnoterapia»,
ha precisato l’esperta, «ma esistono dati favorevoli anche per
l’allenamento all’autogestione, la riduzione dello stress attra-
verso la mindfulness e la terapia interpersonale psicodinamica.
Nel caso dell’IBS, la CBT mira a rimodulare le sensazioni inte-
stinali percepite, lavorando sui pensieri che esse innescano e
sui comportamenti che ne derivano, orientandoli verso un at-
teggiamento meno negativo e meno reattivo».
Per essere attuata in modo produttivo, la CBT richiede una
relazione positiva tra medico e paziente e la personalizza-
zione delle tecniche, che vengono proposte per periodi di
tempo di 6-12 settimane. Gli studi hanno evidenziato che
questo approccio è in grado di alleviare i sintomi dell’IBS,
sia rispetto al placebo sia rispetto al trattamento abituale
in pazienti refrattari, e che i benefici sono significativi sia
quando la CBT viene offerta in modo convenzionale, sia
quando viene effettuata a domicilio con minimo supporto
del terapista, per telefono o via web8,9
(Fig. 2). Recenti me-
tanalisi hanno confermato che la CBT può migliorare le ma-
nifestazioni intestinali dell’IBS, lo stress psicologico e la qua-
lità di vita dei pazienti, con un effetto che si mantiene nel
tempo dopo aver terminato il ciclo di trattamento10
.
L’ipnoterapia focalizzata sull’intestino è una variante dell’ipnosi
nella quale i pazienti in stato di trans imparano a visualizzare
e rielaborare aspetti legati alla funzionalità e alle percezioni in-
testinali. «Gli studi condotti finora», ha segnalato la prof.ssa
Keefer, «indicano che questo approccio psicologico, sommi-
nistrato per 8-12 settimane, è efficace nell’alleviare i sintomi
dell’IBS anche in pazienti refrattari ai trattamenti convenzionali
(ai quali può essere associato), offrendo un sollievo paragona-
bile a quello della dieta FODMAP. Inoltre, il beneficio si man-
tiene per periodi prolungati, fino a 5 anni dopo la fine del
trattamento11
. Una metanalisi ha evidenziato che l’ipnoterapia
focalizzata sull’intestino è superiore al trattamento convenzio-
nale/placebo nel ridurre il dolore addominale tipico dell’IBS e
nel migliorare il transito intestinale, sia nei pazienti con diarrea
prevalente (IBS-D) sia in quelli con costipazione prevalente (IBS-
C), risultando un approccio sfruttabile in modo trasversale12
».
Reference
1. Felitti VJ, et al. Am J Preventative Med 1998;14:245-258
2. Park S, et al. Neurogastroenterol Motil 2016;28:1252-1260
3. Longstreth GF, et al. Dig Dis Sci 1993;38:1581-1589
4. Talley NJ, et al. Gastroenterology 1994;107:1040-1049
5. Drossman DA, et al. Ann Int Med 1995;123:782-794
6. Simpson CA, et al. BMJ Open 2021;11(3):e043221
7. Sperber AD, et al. Gastroenterology 2021;160(1):99-114.e3
8. Lackner JM, et al. Gastroenterology 2018;155(1):47-57
9. Everitt HA, et al. Gut 2019;68(9):1613-1623
10. Black CJ, et al. Gut 2020;69(8):1441-1451
11. Peters SL, et al. Aliment Pharmacol Ther 2016;44:447-459
12. Lee HH, et al. J Neurogastroenterol Motil 2014;20:152-162
4
ESTRATTO DEL CONGRESSO
IBS DAYS 2022
Fig. 2 Modificato da: Everitt HA et al. Gut 2019;68(9):1613-1623
300
250
200
150
100
50
0
IBS-SSS
mean
score
(95%
IC)
3 6 9 12
Mesi
TCBT
WCBT
TAU
95% CI
95% CI
95% CI
IBS-SSS: IBS Symptom Severity Score; TCBT: CBT per telefono;
WCBT: CBT via web; TAU: trattamento abituale
IMPATTO DELLA TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE
EROGATA DA REMOTO VS TRATTAMENTO ABITUALE
5
La sindrome dell’intestino irritabile con diarrea prevalente (IBS-
D) e la diarrea funzionale (FDr) sono disturbi dell’interazione
intestino-cervello (DGBI, Disorders of Gut-Brain Interaction) ca-
ratterizzati da episodi diarroici, che i Criteri di Roma IV distin-
guono principalmente sulla base del dolore addominale:
obbligatoriamente presente almeno una volta alla settimana
per tre mesi e correlato alla defecazione, nel primo caso; fa-
coltativo e non predominante, nel secondo1
. Non è però an-
cora chiaro quali devono essere il percorso diagnostico e
l’approccio di gestione più appropriati nei due casi2,3
.
Questa lacuna è stata recentemente sanata dalla pubblica-
zione di linee guida clinico-pratiche sviluppate su iniziativa
dell’United European Gastroenterology (UEG) e dell’Euro-
pean Society for Neurogastroenterology and Motility (ESNM).
Focus sui sintomi e work-up diagnostico
«Sul fronte della diagnosi», ha spiegato il prof. Savarino, «le
nuove linee guida raccomandano un approccio basato princi-
palmente sui sintomi e sull’esclusione dei segnali d’allarme, ma
senza trascurare un work-up diagnostico minimo, al fine di dif-
ferenziare possibili patologie organiche con manifestazioni si-
mili a quelle dell’IBS-D/FDr. In questo contesto, non vanno
trascurati i fattori psicosociali associati ai sintomi gastrointesti-
nali (specie nella IBS-D) e va sondata con linguaggio appro-
priato l’eventuale presenza di incontinenza fecale».
Le indagini di laboratorio indicate dal panel sono: l’emo-
cromo completo, la determinazione sia della proteina C reat-
tiva (PCR), che della sierologia/anticorpi per la malattia celiaca
(il cui rischio è aumentato tra i pazienti con IBS-D/FDr) e, in-
fine, la determinazione della calprotectina fecale (principale
parametro differenziante l’IBS-D/FDr dalle malattie infiam-
matorie croniche intestinali, IBD). Inoltre, in tutti pazienti con
diarrea cronica, va considerato il possibile malassorbimento
degli acidi biliari (28% dei casi di IBS-D) e, quindi, eseguito il
test Se-HCAT oppure un saggio terapeutico. I test di funzio-
nalità tiroidea vanno effettuati solo se clinicamente indicati,
mentre va evitata la ricerca di patogeni nelle feci, in quanto
quasi sempre negativa.
«Sul fronte delle indagini strumentali», ha precisato il prof.
Savarino, «la colonscopia è indicata in tutti i pazienti con sin-
tomi allarmanti e/o età superiore a 50 anni, in linea con le
raccomandazioni per lo screening del tumore colon-retto,
mentre le biopsie random del colon di destra e sinistra sono
raccomandate per escludere la colite microscopica. Negli altri
casi con sintomi persistenti e nei non responder alla terapia,
c’è un consenso debole sull’uso della videocapsula endosco-
pica, mentre non sono ritenuti opportuni: il test di transito in-
testinale; le indagini di valutazione della SIBO (Small Intestine
Bacterial Overgrowth) in assenza di fattori predisponenti; il
breath-test per il malassorbimento dei carboidrati; i test sul
microbiota, a oggi ancora supportati da dati eterogenei».
Le nuove linee guida europee per la diagnosi
e il trattamento dei disturbi funzionali
intestinali con diarrea
Sintesi dell’intervento di Edoardo Savarino, professore associato di Gastroenterologia presso l’Università
degli Studi di Padova, e di Giovanni Barbara, ordinario di Medicina interna e Gastroenterologia
dell’Università di Bologna, gastroenterologo presso il dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche
(DIMEC) dell’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, già presidente della ESNM e presidente
della sezione Microbiota Intestinale e Salute della società scientifica europea
Il percorso diagnostico e la gestione più appropriata in caso di sindrome
dell'intestino irritabile con diarrea prevalente (IBS-D) e di diarrea funzionale
(Fdr): Edoardo Savarino e Giovanni Brabara ci spiegano quanto riportato
a riguardo nelle linee guida clinico-pratiche sviluppate su iniziativa
dell’United European Gastroenterology (UEG) e dell’European Society
for Neurogastroenterology and Motility (ESNM).
2
6
ESTRATTO DEL CONGRESSO
IBS DAYS 2022
Dalla dieta FODMAP ai farmaci utili
Relativamente al trattamento, un forte consenso è stato
raggiunto sull’impiego della dieta FODMAP (basata sul con-
sumo di alimenti a basso contenuto di oligo-, di- e mono-
saccaridi fermentabili e polioli) per brevi periodi, che ha
dimostrato di ridurre i sintomi globali e la frequenza delle
scariche in pazienti con IBS-D. Al contrario, non è ritenuto
opportuno proporre la dieta priva di glutine in assenza di
diagnosi di malattia celiaca o specifica intolleranza.
Raccomandato è anche l’impiego di loperamide e rifaxi-
mina, anche se in questo secondo caso il vantaggio rispetto
al placebo appare modesto. I sequestranti degli acidi biliari
sono indicati nei pazienti con diarrea dovuta a malassorbi-
mento specifico, mentre eluxadolina (oppioide ad azione
mista, con effetto antipropulsivo, attualmente disponibile
soltanto in Stati Uniti e Canada) è raccomandata in quanto
potrebbe apportare benefici significativi nel controllare la
diarrea da IBS (urgenza e frequenza delle scariche, consi-
stenza delle feci ecc.), pur senza attenuare significativa-
mente il dolore addominale. Pollice verso, invece, per
mesalazina, i cui effetti su dolore e gonfiore addominali e
frequenza delle scariche non appaiono superiori al placebo.
Una raccomandazione condizionale è stata formulata per
gli antispastici (olio di menta piperita, mebeverina, scopo-
lamina butil-bromuro, pinaverio bromuro, alverina citrato,
otilonio bromuro) che aiutano ad alleviare il dolore addo-
minale, risultando ben tollerati, e per gli antagonisti del re-
cettore 5-HT3 (5-idrossitriptamina-3), come alosetron,
ondansetron o ramosetron.
Il ruolo di probiotici e FMT
«Per i probiotici», ha sottolineato il prof. Savarino, «esistono
da tempo evidenze di un generale effetto positivo sui sin-
tomi dell’IBS e più recenti dati di letteratura che depongono
a favore della capacità di alcuni microrganismi, somministrati
singolarmente o nel contesto di preparati multiceppo, di al-
leviare i sintomi globali dell’IBS-D (compreso il dolore addo-
minale) e, in alcuni casi, di migliorare la frequenza delle
scariche e la qualità di vita dei pazienti. Su queste basi, il
panel si è trovato concorde nel raccomandare questa stra-
tegia di intervento nella gestione dei pazienti con IBS-D. La
raccomandazione, al momento, è “debole e condizionale”
a causa dell’eterogeneità dei microrganismi, delle formula-
zioni e dei dosaggi testati nei trial, dei differenti comparatori
ed endpoint individuati, del numero ridotto di pazienti con
IBS-D arruolati, spesso sulla base di diversi criteri di inclu-
sione e caratterizzati da comorbilità variabili (comprese ansia
e depressione)». Questa eterogeneità delle evidenze do-
vrebbe indurre a preferire i prodotti probiotici per i quali esi-
stono specifiche prove di efficacia in letteratura a supporto
dell’impiego mirato nell’IBS-D.
Viceversa, il panel ha espresso un forte consenso contrario
sul ricorso al trapianto di microbiota fecale (FMT) da dona-
tore sano a paziente con IBS-D e disbiosi: pur a fronte di al-
cune evidenze di beneficio, attualmente restano da chiarire
molte variabili della procedura (donatore ideale, tecnica da
preferire ecc.), cruciali per poter raccomandare il FMT in
questa particolare casistica.
Gli interventi psicologici di supporto
Considerando gli aspetti psicologici, il panel ha raggiunto
un forte consenso sull’utilità degli interventi psicoterapeu-
tici focalizzati sull’intestino (soprattutto, terapia cognitivo-
comportamentale e ipnoterapia) nel ridurre i sintomi chiave
dell’IBS-D (dolore, alterazioni del transito intestinale e qua-
lità della vita) ed eventualmente sull’impiego degli antide-
pressivi triciclici, risultati efficaci principalmente contro il
dolore viscerale e centrale e, in parte, contro la diarrea (ef-
fetto probabilmente legato all’azione anticolinergica). Vi-
ceversa, tutti gli esperti hanno votato contro l’uso degli
inibitori del re-uptake della serotonina (SSRI) per l’assenza
di significative evidenze di efficacia.
Reference
1. Lacy BE, et al. Gastroenterology 2016;150(6):1393–407.e5
2. Sperber AD, et al. Gastroenterology 2021;160(1):99-114)
3. Oka P, et al. Lancet Gastroenterol Hepatol 2020;5(10):908-917
Microbiota intestinale
Le infezioni ricorrenti da Clostridium difficile (RCDI) richiedono
spesso terapie antibiotiche prolungate per essere eliminate in
modo definitivo. Non è detto però che questo sia l’approccio
migliore. Resta soprattutto da capire, infatti, come affrontare
le complicanze intestinali che possono interessare i pazienti
dopo l’eradicazione farmacologica del patogeno, a partire
dalla sindrome dell’intestino irritabile post-infettiva (Irritable
Bowel Syndrome post-Infection, IBS-PI)1
.
Il prof. Stephen Collins ha esaminato queste problematiche,
proponendo possibili soluzioni basate su interventi diretti a
contrastare le disbiosi indotte da C. difficile e terapia antibio-
tica, per normalizzare l’equilibrio del microbiota intestinale.
Complicanze intestinali post-infezione
da C. difficile
«Gli studi degli ultimi anni», ha sottolineato il prof. Collins,
«indicano che fino al 25% dei pazienti guariti da infezioni
ricorrenti da C. difficile sviluppa una sintomatologia intesti-
nale cronica sovrapponibile a quella dell’IBS1-4
. In partico-
lare, in questa casistica si riscontrano spesso inerzia del
colon e stipsi severa persistente, a insorgenza graduale e
ingravescente, refrattaria alla terapia con lassativi stimolanti
e/o procinetici, molto difficile da risolvere. L’aspetto interes-
sante è che queste complicanze sembrano riguardare sol-
tanto i pazienti che, per l’eradicazione di C. difficile,
vengono trattati con più cicli di antibiotici, ma non quelli
sottoposti a trapianto di microbiota fecale (FMT). Questa
osservazione ha indotto a supporre che il microbiota e sue
alterazioni significative in termini di diversità e abbondanza
(disbiosi) possano giocare un ruolo rilevante nello sviluppo
di insufficienza colonica post-RCDI, in aggiunta all’evidenza
di una compromissione di natura tossica delle cellule gliali
del sistema nervoso enterico5
».
Per verificare questa ipotesi, il gruppo del prof. Collins ha
indagato gli effetti sulla funzionalità enterica del trasferi-
mento, in topi germ-free, di microbiota fecale ottenuto da
un paziente interessato da disfunzioni intestinali post-RCDI
e da un soggetto sano (Fig. 3).
Come prevenire e contrastare
la sindrome dell’intestino irritabile indotta
da infezioni da C. difficile (IBS-PI)
Sintesi dell’intervento di Stephen Collins, docente ordinario di Medicina e direttore del Farncombe
Family Digestive Health Research Institute, Università McMaster, Hamilton (Canada)
Le infezioni ricorrenti da Clostridium difficile (RCDI) vengono spesso trattate
con terapie antibiotiche prolungate, che possono peró indurre complicanze
intestinali. Di seguito vengono presentati i risultati di uno studio condotto
dal gruppo di ricerca del prof. Collins, che ha osservato alterazioni
significative del microbiota intestinale in termini di diversità e abbondanza
nei pazienti trattati con antibiotici e ha testato nei topi l’efficacia dell’FMT
e della somministrazione di psyllium nel contrastare questo stato di disbiosi
e ripristinare una corretta funzionalità intestinale.
3
Fig. 3
Germ free
Germ free
Fecal
Microbiota
Fecal
Microbiota
Post-CDI patient
with demonstrated
slow colonic transit
Healthy age sex
matched control
7
8
ESTRATTO DEL CONGRESSO
IBS DAYS 2022
«I risultati ottenuti», ha spiegato il prof. Collins, «confer-
mano che, dopo RCDI, i pazienti presentano alterazioni
della composizione e una ridotta diversità delle popola-
zioni microbiche intestinali rispetto ai controlli sani e che
la colonizzazione dei topi germ-free con il microbiota fe-
cale di questi pazienti induce negli animali un rallenta-
mento del transito intestinale, che non si osserva dopo
FMT da donatore sano. Non solo: i test di immunoisto-
chimica hanno indicato che questa compromissione fun-
zionale è associata alla degenerazione della rete delle
cellule interstiziali di Cajal (ICC) e all’attivazione dei ma-
crofagi presenti nella mucosa, che vanno a infiltrare gli
strati neuromuscolari della parete del colon. La prova che
i macrofagi sono direttamente implicati nel rallentamento
del transito intestinale viene dal fatto che la loro diminu-
zione indotta da clodronato ripristina l’integrità della rete
delle ICC e fa recuperare agli animali un transito intesti-
nale normale».
Gli esiti degli interventi sul microbiota
«I nostri dati», ha sottolineato il prof. Collins, «confermano
che sia il FMT da donatore sano sia la somministrazione di
psyllium al 15% sono in grado di ripristinare un transito in-
testinale normale e di far regredire l’attivazione dei macro-
fagi e la degenerazione della rete delle ICC. È stato, inoltre,
verificato che gli effetti della somministrazione della fibra
prebiotica dipendono dal miglioramento della composi-
zione del microbiota e da un aumento della produzione di
acidi grassi a catena corta (SCFA, Short Chain Fatty Acids)
da parte della microflora endogena, come riportato in let-
teratura per i pazienti affetti da stipsi6
. I benefici offerti dallo
psyllium sui vari fronti sono, però, limitati al periodo di as-
sunzione regolare e vengono meno quando si interrompe
l’intervento dietetico, mentre il miglioramento del transito
intestinale e degli altri parametri ottenuto con FMT si man-
tiene per i 12 mesi successivi».
Resta da verificare se gli esiti favorevoli del FMT e della sup-
plementazione della dieta con psyllium osservati nei modelli
animali siano riproducibili nell’uomo. Inoltre, in considera-
zione del ruolo chiave giocato dal microbiota e dagli SCFA
nel ripristino del transito intestinale post-RCDI, sarebbe in-
teressante testare la possibile efficacia di ulteriori interventi
focalizzati sull’ottimizzazione della microflora endogena,
come la somministrazione per bocca di specifici probiotici
o miscele multistrain.
Reference
1. Wadhwa A, et al. Aliment Pharmacol Ther 2016;44(6):576-582
2. Dayananda P, Wilcox MH. Curr Opin Gastroenterol 2019;35(1):1-5
3. Tariq R, et al. Mayo Clin Proc Innov Qual Outcomes 2017;1(1):49-56
4. Saha S, et al. J Clin Gastroenterol 2022;56(2):e84-e93
5. Bassotti G, et al. Cell Mol Life Sci 2018;75(7):1145-1149
6. Jolanka J, et al. Int J Mol Sci 2019;20(2):433
9
La barriera gastrointestinale è stata a lungo considerata
una semplice barriera anatomica costituita da un mono-
strato di cellule epiteliali connesse lateralmente da giun-
zioni strette (tight junction), che ne mantengono la
polarità e limitano la diffusione dei soluti attraverso la via
paracellulare. A livello intestinale, però, entrano in gioco
due ulteriori elementi, che risultano determinanti nel de-
finirne le proprietà e la permeabilità selettiva: il muco e il
microbiota1,2,3
.
«Negli ultimi anni», ha sottolineato il prof. Gasbarrini,
«il riconoscimento delle profonde interazioni tra micro-
biota, muco ed epitelio ha portato a ridefinire la bar-
riera intestinale come una barriera “anatomo-
microbiologica” e gli studi genomici hanno iniziato a
evidenziare il ruolo di specifici ceppi batterici (come Ak-
kermansia muciniphila) nell’influenzarne le caratteristi-
che e il grado di permeabilità4,5
. I dati disponibili
indicano che esistono diversi profili microbici della bar-
riera intestinale, caratterizzati dalla presenza o dall’as-
senza di Actinobacteria, ed è noto che i bifidobatteri,
così come le caratteristiche del microbiota in generale,
influenzano la permeabilità intestinale. Inoltre, è stato
osservato che la presenza di Klebsiella pneumoniae,
produttrice di etanolo, determina l’insorgenza di una
condizione di iperpermeabilità o “leaky gut”. Di fatto,
oggi, non si può parlare di barriera intestinale senza
parlare di microbiota».
Muco intestinale: ruolo e caratteristiche
Il muco prodotto dalle cellule di goblet è un componente
chiave della barriera intestinale poiché media l’interazione
tra epitelio e microbiota. Il suo spessore e la sua composi-
zione cambiano in funzione del tratto intestinale conside-
rato e delle funzioni assolte dall’epitelio6,7
.
«Lungo tutto l’intestino», precisa il prof. Gasbarrini, «il film
di muco può essere suddiviso in due strati sovrapposti:
quello esterno, di circa 100 µm di spessore, non aderente
ed esposto verso il lume, che interagisce con il microbiota;
quello interno, di circa 50 µm di spessore, aderente alla mu-
cosa e virtualmente sterile, che ha la funzione di proteggere
l’epitelio intestinale dai microrganismi presenti nel lume e
da sollecitazioni eccessive. Il muco dei diversi tratti dell’in-
testino contiene differenti tipi di mucina (a partire da
MUC2, principale proteina costitutiva), immunoglobuline
(IgA, IgM, IgG) e molecole ad attività antimicrobica pro-
dotte dall’intestino stesso o dai batteri commensali (liso-
zima, lactoferrina, defensine, catelicidine ecc.)6,8
».
Nel corso degli anni sono stati individuati numerosi fattori
in grado di influenzare la produzione di muco e la sua inte-
razione con il microbiota. I principali comprendono compo-
sti associati ai patogeni intestinali (PAMPs, Pathogen
Associated Molecular Patterns), citochine e altri marker in-
fiammatori, ormoni e neurotrasmettitori presenti a livello
enterico, lipidi bioattivi8
.
Leaky Gut: fattori interferenti e modulazione
terapeutica della permeabilità intestinale
Sintesi dell’intervento di Antonio Gasbarrini, professore ordinario di Medicina Interna presso
l'Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche,
della Unita’ Operative Complesse di Medicina Interna e Gastroenterologia e del CEMAD (Centro Malattie
dell’Apparato Digerente) della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli IRCCS di Roma
Viste le profonde interazioni tra microbiota ed epitelio intestinale e il ruolo
delle disbiosi nell’insorgenza e nel mantenimento della leaky gut, di seguito
vengono riportati i risultati di uno studio che ha testato in pazienti affetti
da IBS con diarrea prevalente e alterazione della permeabilità intestinale
una preparazione probiotica multistrain già in commercio. I risultati ottenuti
inducono a ritenere che specifici probiotici e loro combinazioni possano
contribuire a un miglior controllo del disturbo attraverso un’azione indirizzata
a ripristinare una corretta permeabilità intestinale.
4
10
ESTRATTO DEL CONGRESSO
IBS DAYS 2022
«Anche alcuni batteri commensali (Lactobacillus sp., Bi-
fidobacterium longum, Lactobacillus reuteri, Akkerman-
sia muciniphila ecc.) e loro metaboliti (in particolare,
Short Chain Fatty Acid, SCFA, come acetato e butir-
rato)», ha aggiunto il prof. Gasbarrini, «possono modu-
lare positivamente la produzione e/o la secrezione di
muco per rendere l’habitat più ospitale per la propria so-
pravvivenza; viceversa, altri membri del microbiota (come
Ruminococcus gnavus) e alcuni patogeni intestinali (Vi-
brio cholerae, Giardia lamblia, Entamoeba histolytica
ecc.) promuovono la degradazione del muco e, quindi,
la possibilità per i microrganismi di avvicinarsi all’epitelio,
esponendo a un maggior rischio di sensibilizzazioni e in-
fezioni intestinali8,9
».
Efficacia dei probiotici nella leaky gut
In considerazione delle profonde interazioni tra micro-
biota ed epitelio intestinale e del ruolo delle disbiosi nel-
l’insorgenza e nel mantenimento della leaky gut, esiste
un forte razionale per l’impiego di prodotti probiotici per
migliorare la permeabilità intestinale10
. Tuttavia, i dati a
supporto di questa strategia sono stati finora forniti prin-
cipalmente da studi in modelli animali di leaky gut, men-
tre i trial clinici nell’uomo sono scarsi e relativi a piccoli
gruppi di pazienti.
Ad aggiungere nuovi interessanti risultati sull’effetto dei
probiotici in pazienti con iperpermeabilità intestinale è uno
studio pilota prospettico di intervento, di Fase IV, recente-
mente condotto dal gruppo del prof. Gasbarrini presso il
Policlinico Gemelli di Roma su pazienti affetti da IBS con
diarrea prevalente (Irritable Bowel Syndrome with Diarrhea,
IBS-D) e alterazione della permeabilità intestinale verificata
con tracciante radioattivo (Fig. 4).
«Nel trial», ha spiegato il prof. Gasbarrini, «è stata testata
una formulazione probiotica multistrain registrata e già in
commercio (Biocure - gruppo PiLeJe), che aveva dato già
prova di prevenire la destabilizzazione della barriera intesti-
nale in studi in vitro e in vivo. Il mix probiotico testato nello
studio, condotto in aperto, comprende tre ceppi di latto-
bacilli (Biocure - gruppo PiLeJe) e due ceppi di bifidobatteri
(Biocure - gruppo PiLeJe): Lactobacillus acidophilus LA201,
Lactobacillus plantarum LA301, Lactobacillus salivarius
LA302, Bifidobacterium lactis LA303, Bifidobacterium lac-
tis LA304. Il mix è stato somministrato al dosaggio quoti-
diano complessivo di 2x1010
CFU, in 2 capsule/die, per 30
giorni consecutivi11
».
«Al termine del periodo di studio (giorno 30)», ha sotto-
lineato il prof. Gasbarrini, «l’81,5% dei pazienti che ave-
vano assunto la formulazione multistrain ha ottenuto un
miglioramento della permeabilità intestinale (riduzione
della leaky gut, valutata come EDTA/DPTA ≥ 3%), mentre
nel 37% dei trattati è stata evidenziata una completa nor-
malizzazione della barriera intestinale». In aggiunta,
anche i parametri clinici esaminati (frequenza delle scari-
che diarroiche, dolore addominale, livello soddisfazione e
qualità della vita percepita) sono risultati migliorati in
modo significativo in tutti i pazienti che avevano assunto
il mix probiotico11
(Fig. 5).
Effect of a multistrain probiotic on leaky gut in patients with (IBS-D): a pilot study
A multistrain probiotic (PiLeJe) prevented epithelial barrier impairment
in various in vitro and in vivo models
Mixture of Bifidobacterium lactis LA 303 and lactis LA 304, Lactobacillus acidophilus LA 201,
L. plantarum LA 301, and L. salivarius LA 302 (2X1010
CFU)
IBS-D patients with increased intestinal permeability measured by radionuclide tracers were en-
rolled in a pilot, open-label, prospective, interventional, single-center, Phase IV study
Patients received 2 capsule/day (2X1010
) of a probiotic mix a day for 30 days and were evaluated
by repeated intestinal permeability test, Bristol Stool Scale and patient-perceived quality of life
and satisfaction
Fig. 4 Modificato da: Abdellah, Laterza et al. In press
11
Questi esiti, ottenuti in una casistica notoriamente diffi-
cile da gestire come quella dei pazienti affetti da IBS-D,
inducono a ritenere che specifici probiotici e loro combi-
nazioni possano contribuire a un miglior controllo del di-
sturbo attraverso un’azione indirizzata a ripristinare una
corretta permeabilità intestinale, che va ad aggiungersi
all’effetto favorevole più generale sull’equilibrio del mi-
crobiota intestinale e la prevenzione delle disbiosi.
Un’ipotesi sicuramente meritevole di ulteriori approfon-
dimenti.
Reference
1. Hollister EB, at al. Gastroenterology 2014; 146(6):1449-1458
2. Gasbarrini G, Montalto M. Ital J Gastroenterol Hepatol 1999;
31(6):481-488
3. Ma TY, et al. Proc Soc Exp Biol Med 1997;214(4):318-327
4. Claesson, et al. Nat Rev Gastroenterol Hepatol 2017;14(10):585-595
5. Karcher N, et al. Genome Biol 2021;22:209
6. McGuckin MA, et al. Nat Rev Microb 2011;9:265-278
7. McGuckin MA, et al. Inflamm Bowel Dis 2009
9. Shoereder BO. Gastro Rep 2019;7(1):3-12
10. Tamang RL, et al. Tissue Barriers 2022;2077069
11. Abdellah, Laterza L, et al. In press
A multistrain probiotic (PiLeJe) improve intestinal permeability
ON D30, AN IMPROVEMENT OF INTESTINAL PERMEABILITY WAS OBSERVED IN 81.5% OF PATIENTS
IN FAS, NORMALIZATION BEING OBSERVED IN 37% OF THE PARTICIPANTS
Results were expressed as percentages of the ingested dose and considered indicative
of altered intestinal permeability when EDTA/DPTA was ≥ 3% (Rossi et al. Ann Thorac Surg. 2004)
Normalized
permeability
Abnormal:
Decrease
No change
Increase
44%
56%
PP
95%CI: 0.21 ; 0.67
FAS
95%CI: 0.19 ; 0.55
37%
11%
45%
7%
MEAN INTESTINAL PERMEABILITY WAS SIGNIFICANTLY DECREASED
12
10
8
6
4
2
0
Screening Day 30
7.54
4.13
FAS
95%CI: 1.65 ; 5.18
-3.41 units +
– 4.45
PP
95%CI: 1.94 ; 6.58
12
10
8
6
4
2
0
Screening Day 30
8.4
4.14
-4.26 units +
– 4.67
In addition, no significant change in zonulin levels, only a tendency to decrease
Fig. 5 Modificato da: Abdellah, Laterza et al. In press
Ed.
04/2022
-
Codice
400224
-
MATERIALE
INFORMATIVO
DESTINATO
AI
PROFESSIONISTI
DELLA
SALUTE.
NON
OSTENSIBILE
AL
PUBBLICO. Dalla ricerca PiLeJe
Formulazione probiotica multiceppo
I probiotici favoriscono l’equilibrio
della flora intestinale
5 ceppi probiotici PiLeJe
dosati a 10 miliardi per capsula:
• Bifidobacterium lactis LA303
• Lactobacillus acidophilus LA201
• Lactobacillus plantarum LA301
• Lactobacillus salivarius LA302
• Bifidobacterium lactis LA304
La carta HQM (Haute qualité Microbiotique) garantisce una selezione rigorosa dei ceppi probiotici PiLeJe
e una produzione che soddisfa gli standard qualitativi più elevati.
SERVIZIO DI FORMAZIONE DEDICATO AL MEDICO: La Revue des microbiotes è una rivista digitale del Gruppo PiLeJe,
scaricabile in inglese e francese, gratuita e monografica, dedicata al mondo del microbiota
larevuedesmicrobiotes.com
Per saperne di più: https://www.pileje.it/competenze/microbiotica/ceppi-probiotici
30 CAPSULE
1-2 capsule/die
a seconda della severità dei sintomi
LACTIBIANE Tolerance D
Video Report del congresso
IBS-DAYS 2022, con i contributi
del prof.Antonio Gasbarrini
e del prof. Giovanni Barbara

Más contenido relacionado

Similar a REPORT-IBS-DAYS-2022.pdf

Invecchiare salvaguardando la qualità di vita
Invecchiare salvaguardando la qualità di vitaInvecchiare salvaguardando la qualità di vita
Invecchiare salvaguardando la qualità di vitaFormEduca
 
Mindfulness e mindful eating – Congresso SITCC 2018
Mindfulness e mindful eating – Congresso SITCC 2018Mindfulness e mindful eating – Congresso SITCC 2018
Mindfulness e mindful eating – Congresso SITCC 2018State of Mind
 
Lombardo et-al-power-point
Lombardo et-al-power-pointLombardo et-al-power-point
Lombardo et-al-power-pointimartini
 
Un'esperienza di prevenzione nei centri di salute mentale
Un'esperienza di prevenzione nei centri di salute mentaleUn'esperienza di prevenzione nei centri di salute mentale
Un'esperienza di prevenzione nei centri di salute mentaleCamilliani.it
 
Simposio Salute Gastrointestinale- Spazio Nutrizione 2018
Simposio Salute Gastrointestinale- Spazio Nutrizione 2018Simposio Salute Gastrointestinale- Spazio Nutrizione 2018
Simposio Salute Gastrointestinale- Spazio Nutrizione 2018Maurizio Salamone
 
Dispepsia e malattia da reflusso gastroesofageo
Dispepsia e malattia da reflusso gastroesofageoDispepsia e malattia da reflusso gastroesofageo
Dispepsia e malattia da reflusso gastroesofageoMerqurioEditore_redazione
 
Dr Mancastroppa: presentazione Convegno ASAS 2013
Dr Mancastroppa: presentazione Convegno ASAS 2013Dr Mancastroppa: presentazione Convegno ASAS 2013
Dr Mancastroppa: presentazione Convegno ASAS 2013Domenico Tiso
 
Pnei: il network dei sistemi biologici nello stato di malattia
Pnei: il network dei sistemi biologici nello stato di malattiaPnei: il network dei sistemi biologici nello stato di malattia
Pnei: il network dei sistemi biologici nello stato di malattiaISTUD Business School
 
Nutrimente: i corretti stili di vita in ambito psichiatrico. Il 22 settembre ...
Nutrimente: i corretti stili di vita in ambito psichiatrico. Il 22 settembre ...Nutrimente: i corretti stili di vita in ambito psichiatrico. Il 22 settembre ...
Nutrimente: i corretti stili di vita in ambito psichiatrico. Il 22 settembre ...Giulia Murolo
 
La Terapia di supporto nella glicogenosi tipo 2
La Terapia di supporto nella glicogenosi tipo 2La Terapia di supporto nella glicogenosi tipo 2
La Terapia di supporto nella glicogenosi tipo 2CentroMalattieRareFVG
 
G.Barbara. Irritable bowel syndrome, An overview
G.Barbara. Irritable bowel syndrome, An overviewG.Barbara. Irritable bowel syndrome, An overview
G.Barbara. Irritable bowel syndrome, An overviewGianfranco Tammaro
 
20181110 - Dughera - Il cosiddetto “colon irritabile” (IBS)
20181110 - Dughera - Il cosiddetto “colon irritabile” (IBS)20181110 - Dughera - Il cosiddetto “colon irritabile” (IBS)
20181110 - Dughera - Il cosiddetto “colon irritabile” (IBS)Asmallergie
 
Intestino neurogeno e sm
Intestino neurogeno e smIntestino neurogeno e sm
Intestino neurogeno e smHristo Vatev
 
Convegno Il Codice Lilla - Dssa Laura Dalla Ragione
Convegno Il Codice Lilla - Dssa Laura Dalla RagioneConvegno Il Codice Lilla - Dssa Laura Dalla Ragione
Convegno Il Codice Lilla - Dssa Laura Dalla RagionePerleOnlus
 
Medicina metabolica funzionale
Medicina metabolica funzionaleMedicina metabolica funzionale
Medicina metabolica funzionaleMaurizio Salamone
 
Medicina Metabolica e Funzionale - Corso 3-4 Luglio 2015
Medicina Metabolica e Funzionale - Corso 3-4 Luglio 2015Medicina Metabolica e Funzionale - Corso 3-4 Luglio 2015
Medicina Metabolica e Funzionale - Corso 3-4 Luglio 2015Metagenics Academy
 

Similar a REPORT-IBS-DAYS-2022.pdf (20)

Invecchiare salvaguardando la qualità di vita
Invecchiare salvaguardando la qualità di vitaInvecchiare salvaguardando la qualità di vita
Invecchiare salvaguardando la qualità di vita
 
Mindfulness e mindful eating – Congresso SITCC 2018
Mindfulness e mindful eating – Congresso SITCC 2018Mindfulness e mindful eating – Congresso SITCC 2018
Mindfulness e mindful eating – Congresso SITCC 2018
 
Lombardo et-al-power-point
Lombardo et-al-power-pointLombardo et-al-power-point
Lombardo et-al-power-point
 
Un'esperienza di prevenzione nei centri di salute mentale
Un'esperienza di prevenzione nei centri di salute mentaleUn'esperienza di prevenzione nei centri di salute mentale
Un'esperienza di prevenzione nei centri di salute mentale
 
Simposio Salute Gastrointestinale- Spazio Nutrizione 2018
Simposio Salute Gastrointestinale- Spazio Nutrizione 2018Simposio Salute Gastrointestinale- Spazio Nutrizione 2018
Simposio Salute Gastrointestinale- Spazio Nutrizione 2018
 
Test per intolleranze alimentari “Alcat” un giudizio positivo
Test per intolleranze alimentari “Alcat” un giudizio positivoTest per intolleranze alimentari “Alcat” un giudizio positivo
Test per intolleranze alimentari “Alcat” un giudizio positivo
 
Bio neurofeedback nello sport
Bio neurofeedback nello sport Bio neurofeedback nello sport
Bio neurofeedback nello sport
 
Dispepsia e malattia da reflusso gastroesofageo
Dispepsia e malattia da reflusso gastroesofageoDispepsia e malattia da reflusso gastroesofageo
Dispepsia e malattia da reflusso gastroesofageo
 
Dr Mancastroppa: presentazione Convegno ASAS 2013
Dr Mancastroppa: presentazione Convegno ASAS 2013Dr Mancastroppa: presentazione Convegno ASAS 2013
Dr Mancastroppa: presentazione Convegno ASAS 2013
 
Pnei: il network dei sistemi biologici nello stato di malattia
Pnei: il network dei sistemi biologici nello stato di malattiaPnei: il network dei sistemi biologici nello stato di malattia
Pnei: il network dei sistemi biologici nello stato di malattia
 
Nutrimente: i corretti stili di vita in ambito psichiatrico. Il 22 settembre ...
Nutrimente: i corretti stili di vita in ambito psichiatrico. Il 22 settembre ...Nutrimente: i corretti stili di vita in ambito psichiatrico. Il 22 settembre ...
Nutrimente: i corretti stili di vita in ambito psichiatrico. Il 22 settembre ...
 
La Terapia di supporto nella glicogenosi tipo 2
La Terapia di supporto nella glicogenosi tipo 2La Terapia di supporto nella glicogenosi tipo 2
La Terapia di supporto nella glicogenosi tipo 2
 
La dieta del futuro è nel dna
La dieta del futuro è nel dnaLa dieta del futuro è nel dna
La dieta del futuro è nel dna
 
G.Barbara. Irritable bowel syndrome, An overview
G.Barbara. Irritable bowel syndrome, An overviewG.Barbara. Irritable bowel syndrome, An overview
G.Barbara. Irritable bowel syndrome, An overview
 
20181110 - Dughera - Il cosiddetto “colon irritabile” (IBS)
20181110 - Dughera - Il cosiddetto “colon irritabile” (IBS)20181110 - Dughera - Il cosiddetto “colon irritabile” (IBS)
20181110 - Dughera - Il cosiddetto “colon irritabile” (IBS)
 
Intestino neurogeno e sm
Intestino neurogeno e smIntestino neurogeno e sm
Intestino neurogeno e sm
 
Convegno Il Codice Lilla - Dssa Laura Dalla Ragione
Convegno Il Codice Lilla - Dssa Laura Dalla RagioneConvegno Il Codice Lilla - Dssa Laura Dalla Ragione
Convegno Il Codice Lilla - Dssa Laura Dalla Ragione
 
Medicina metabolica funzionale
Medicina metabolica funzionaleMedicina metabolica funzionale
Medicina metabolica funzionale
 
Medicina Metabolica e Funzionale - Corso 3-4 Luglio 2015
Medicina Metabolica e Funzionale - Corso 3-4 Luglio 2015Medicina Metabolica e Funzionale - Corso 3-4 Luglio 2015
Medicina Metabolica e Funzionale - Corso 3-4 Luglio 2015
 
Pagine da scienza e movimento 26
Pagine da scienza e movimento 26Pagine da scienza e movimento 26
Pagine da scienza e movimento 26
 

REPORT-IBS-DAYS-2022.pdf

  • 1. Quanto contano i fattori psicologici nell’insorgenza e nelle manifestazioni dell’IBS Laurie Keefer Le nuove linee guida europee per la diagnosi e il trattamento dei disturbi funzionali intestinali con diarrea Edoardo Savarino, Giovanni Barbara Come prevenire e contrastare la sindrome dell’intestino irritabile indotta da infezioni da C. difficile (IBS-PI) Stephen Collins Leaky Gut: fattori interferenti e modulazione terapeutica della permeabilità intestinale Antonio Gasbarrini ESTRATTO DEL CONGRESSO IBS DAYS 2022 20-22 GIUGNO 2022 PALAZZO RE ENZO - BOLOGNA
  • 2. Editore Clorofilla srl – editoria scientifica Publishing director Massimo Barberi Art Director Stefania Maffoni Redazione Lisa Trisciuoglio Direzione Clorofilla srl - editoria scientifica Via Podgora 12A, 20122 Milano Tel 02 39523784 www.clorofillaweb.it Iscrizione al ROC n. 25358 Stampa Arti grafiche alpine Via Luigi Belotti, 14 21052 Busto Arsizio (VA) www.artigrafichealpine.it Copyright © 2022 Questa pubblicazione è protetta da copyright. Tutti i diritti sono riservati. Sono vietate la riproduzione e l’archiviazione in qualsiasi forma e qualsiasi mezzo elettronico, compresa la fotocopiatura, senza autorizzazione scritta dell’Editore. Immagini interne di Adobe Stock: Alpha Tauri 3D, a7880ss, rumruay. Nota dell’Editore La realizzazione di questa pubblicazione è stata effettuata con la massima accuratezza. Ciò nonostante, l’Editore non è responsabile per errori, omissioni e/o inesattezze e per qualunque conseguenza derivata dalle informazioni ivi contenute. Per qualsiasi immagine riprodotta e per cui non si sia ottenuta autorizzazione alla riproduzione, l’Editore è disponibile al riconoscimento dei diritti di copyright in capo agli aventi diritto. Le informazioni riportate nella pubblicazione non sostituiscono le indicazioni contenute nel Riassunto delle Caratteristiche di Prodotto dei prodotti menzionati. Pubblicazione fuori commercio riservata agli operatori sanitari.
  • 3. La sindrome dell’intestino irritabile (Irritable Bowel Syn- drome, IBS) è una condizione dall’eziopatogenesi com- plessa e ancora poco chiara, derivante dalla combinazione di micro-disfunzioni organiche, a cui si aggiungono fattori psicologici sfavorevoli, che contribuiscono a peggiorare il disturbo funzionale intestinale attraverso svariati meccani- smi bidirezionali, lungo l’asse intestino-cervello. Per migliorare i sintomi dell’IBS è necessario agire su en- trambi i fronti, organico e psichico, poiché soltanto in que- sto modo è possibile disinnescare il circolo vizioso negativo che si crea tra intestino e cervello e che, in assenza di inter- venti appropriati, arriva a determinare un serio deteriora- mento della qualità di vita dei pazienti. Ne è convinta Laurie Keefer, psicologa della salute gastroin- testinale e docente di Medicina e Psichiatria presso la Icahn School of Medicine del Mount Sinai di New York (Stati Uniti), che in occasione del Convegno IBS DAYS 2022 ha discusso del ruolo dei fattori psicologici nell’insorgenza e nell’evoluzione dell’IBS e di come si può lavorare sulla psi- che per contribuire ad alleviare il disturbo funzionale inte- stinale, supportando anche una maggiore efficacia degli approcci dietetici e dei trattamenti medici in uso. Rischio di IBS: il ruolo della psiche «Fattori psicologici e psicosociali sfavorevoli sono da tempo risultati associati al rischio di sviluppare IBS», ha sottolineato la prof.ssa Keefer. «A essere chiamate in causa sono soprat- tutto le avversità incontrate precocemente nella vita e le si- tuazioni di abuso1,2 ». «È stato osservato», ha precisato l’esperta, «che i sintomi gastrointestinali dell’IBS possono essere scatenati da abusi sessuali, fisici, verbali o emotivi e che una storia di qualche tipo di abuso è stata riportata da circa un terzo dei pazienti con diagnosi di IBS (31%). Questa correlazione è risultata più marcata tra le donne rispetto agli uomini, con percen- tuali di storia di abuso rispettivamente pari al 19-41% e al 5,7-11%, in funzione della popolazione considerata3,4 (Fig. 1). È stato, inoltre, calcolato che le persone che hanno su- bito un abuso sessuale presentano un rischio quasi triplo (2,8 volte) di sviluppare un disturbo funzionale intestinale rispetto a chi non ha vissuto questa esperienza5 ». «Depressione, ansia, stress cronico, emozioni negative, pre- senza di comorbilità somatiche con ripercussioni psicoemo- tive e sulla qualità della vita (fibromialgia, sindrome da fatica cronica, dolore cronico ecc.)», ha sottolineato la 3 Quanto contano i fattori psicologici nell’insorgenza e nelle manifestazioni dell’IBS Sintesi dell’intervento della Prof.ssa L. Keefer, psicologa della salute gastrointestinale e docente di Medicina e Psichiatria presso la Icahn School of Medicine, Mount Sinai, New York Fig. 1 Modificato da: Longstreth GF, et al. Dig Dis Sci 1993;38: 1581-1589; Talley NJ, et al. Gastroenterology 1994;107:1040-1049 È ormai accertato che il gastroenterologo deve sempre tenere conto della componente psicologica nel trattamento dell’IBS. Keefer: «Depressione, ansia, stress cronico, emozioni negative, presenza di comorbilità somatiche con ripercussioni psicoemotive e sulla qualità della vita (fibromialgia, sindrome da fatica cronica, dolore cronico ecc.) sono tutti aspetti da considerare nella valutazione del paziente con IBS e di cui tenere conto nell’impostazione della terapia». 50 40 30 20 10 0 Frequency of abuse in patients with GI symptoms (%) Study 1 Any abuse Women Men Study 2 Sexual abuse 41% 1 11% 19% 5,7%
  • 4. prof.ssa Keefer, «sono tutti aspetti da considerare nella va- lutazione del paziente con IBS e di cui tenere conto nell’im- postazione della terapia, poiché possono avere un impatto significativo sia sulla percezione dei sintomi gastrointestinali sia sui comportamenti quotidiani che possono influenzare le manifestazioni del disturbo (dieta, assunzione di farmaci o sostanze, sonno, attività fisica ecc.). In aggiunta, i fattori psicoemotivi possono incidere sulla propensione a ricercare il consulto medico, sulla qualità della relazione medico-pa- ziente, sulla disponibilità a intraprendere e aderire alle te- rapie proposte contro l’IBS, nonché sulla risposta clinica ottenibile (compreso un possibile effetto nocebo)6 ». Dati recenti del Rome Foundation Global Study indicano, inoltre, che più è intenso il distress psicologico sperimentato dai pazienti con disturbi funzionali intestinali, maggiore è il numero di regioni dell’apparato gastrointestinale interessate da disfunzioni e sintomi7 . «I fattori psicologici possono esa- sperare la percezione delle sensazioni provenienti dall’appa- rato digerente», ha sottolineato la prof.ssa Keefer, «che vengono catastrofizzate dai pazienti ed erroneamente inter- pretate come segnali d’allarme gravi e urgenti da trattare. Ciò dipende da uno stato di ipersensibilità/ipervigilanza ed eccessivo timore, che portano a un maladattamento cogni- tivo del processamento degli stimoli enterici». Gli approcci psicoterapici utili nell’IBS «Gli approcci per i quali esistono maggiori evidenze di efficacia nel trattamento dell’IBS sono la terapia cognitivo-comporta- mentale (CBT, Cognitive Behavioural Therapy) e l’ipnoterapia», ha precisato l’esperta, «ma esistono dati favorevoli anche per l’allenamento all’autogestione, la riduzione dello stress attra- verso la mindfulness e la terapia interpersonale psicodinamica. Nel caso dell’IBS, la CBT mira a rimodulare le sensazioni inte- stinali percepite, lavorando sui pensieri che esse innescano e sui comportamenti che ne derivano, orientandoli verso un at- teggiamento meno negativo e meno reattivo». Per essere attuata in modo produttivo, la CBT richiede una relazione positiva tra medico e paziente e la personalizza- zione delle tecniche, che vengono proposte per periodi di tempo di 6-12 settimane. Gli studi hanno evidenziato che questo approccio è in grado di alleviare i sintomi dell’IBS, sia rispetto al placebo sia rispetto al trattamento abituale in pazienti refrattari, e che i benefici sono significativi sia quando la CBT viene offerta in modo convenzionale, sia quando viene effettuata a domicilio con minimo supporto del terapista, per telefono o via web8,9 (Fig. 2). Recenti me- tanalisi hanno confermato che la CBT può migliorare le ma- nifestazioni intestinali dell’IBS, lo stress psicologico e la qua- lità di vita dei pazienti, con un effetto che si mantiene nel tempo dopo aver terminato il ciclo di trattamento10 . L’ipnoterapia focalizzata sull’intestino è una variante dell’ipnosi nella quale i pazienti in stato di trans imparano a visualizzare e rielaborare aspetti legati alla funzionalità e alle percezioni in- testinali. «Gli studi condotti finora», ha segnalato la prof.ssa Keefer, «indicano che questo approccio psicologico, sommi- nistrato per 8-12 settimane, è efficace nell’alleviare i sintomi dell’IBS anche in pazienti refrattari ai trattamenti convenzionali (ai quali può essere associato), offrendo un sollievo paragona- bile a quello della dieta FODMAP. Inoltre, il beneficio si man- tiene per periodi prolungati, fino a 5 anni dopo la fine del trattamento11 . Una metanalisi ha evidenziato che l’ipnoterapia focalizzata sull’intestino è superiore al trattamento convenzio- nale/placebo nel ridurre il dolore addominale tipico dell’IBS e nel migliorare il transito intestinale, sia nei pazienti con diarrea prevalente (IBS-D) sia in quelli con costipazione prevalente (IBS- C), risultando un approccio sfruttabile in modo trasversale12 ». Reference 1. Felitti VJ, et al. Am J Preventative Med 1998;14:245-258 2. Park S, et al. Neurogastroenterol Motil 2016;28:1252-1260 3. Longstreth GF, et al. Dig Dis Sci 1993;38:1581-1589 4. Talley NJ, et al. Gastroenterology 1994;107:1040-1049 5. Drossman DA, et al. Ann Int Med 1995;123:782-794 6. Simpson CA, et al. BMJ Open 2021;11(3):e043221 7. Sperber AD, et al. Gastroenterology 2021;160(1):99-114.e3 8. Lackner JM, et al. Gastroenterology 2018;155(1):47-57 9. Everitt HA, et al. Gut 2019;68(9):1613-1623 10. Black CJ, et al. Gut 2020;69(8):1441-1451 11. Peters SL, et al. Aliment Pharmacol Ther 2016;44:447-459 12. Lee HH, et al. J Neurogastroenterol Motil 2014;20:152-162 4 ESTRATTO DEL CONGRESSO IBS DAYS 2022 Fig. 2 Modificato da: Everitt HA et al. Gut 2019;68(9):1613-1623 300 250 200 150 100 50 0 IBS-SSS mean score (95% IC) 3 6 9 12 Mesi TCBT WCBT TAU 95% CI 95% CI 95% CI IBS-SSS: IBS Symptom Severity Score; TCBT: CBT per telefono; WCBT: CBT via web; TAU: trattamento abituale IMPATTO DELLA TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE EROGATA DA REMOTO VS TRATTAMENTO ABITUALE
  • 5. 5 La sindrome dell’intestino irritabile con diarrea prevalente (IBS- D) e la diarrea funzionale (FDr) sono disturbi dell’interazione intestino-cervello (DGBI, Disorders of Gut-Brain Interaction) ca- ratterizzati da episodi diarroici, che i Criteri di Roma IV distin- guono principalmente sulla base del dolore addominale: obbligatoriamente presente almeno una volta alla settimana per tre mesi e correlato alla defecazione, nel primo caso; fa- coltativo e non predominante, nel secondo1 . Non è però an- cora chiaro quali devono essere il percorso diagnostico e l’approccio di gestione più appropriati nei due casi2,3 . Questa lacuna è stata recentemente sanata dalla pubblica- zione di linee guida clinico-pratiche sviluppate su iniziativa dell’United European Gastroenterology (UEG) e dell’Euro- pean Society for Neurogastroenterology and Motility (ESNM). Focus sui sintomi e work-up diagnostico «Sul fronte della diagnosi», ha spiegato il prof. Savarino, «le nuove linee guida raccomandano un approccio basato princi- palmente sui sintomi e sull’esclusione dei segnali d’allarme, ma senza trascurare un work-up diagnostico minimo, al fine di dif- ferenziare possibili patologie organiche con manifestazioni si- mili a quelle dell’IBS-D/FDr. In questo contesto, non vanno trascurati i fattori psicosociali associati ai sintomi gastrointesti- nali (specie nella IBS-D) e va sondata con linguaggio appro- priato l’eventuale presenza di incontinenza fecale». Le indagini di laboratorio indicate dal panel sono: l’emo- cromo completo, la determinazione sia della proteina C reat- tiva (PCR), che della sierologia/anticorpi per la malattia celiaca (il cui rischio è aumentato tra i pazienti con IBS-D/FDr) e, in- fine, la determinazione della calprotectina fecale (principale parametro differenziante l’IBS-D/FDr dalle malattie infiam- matorie croniche intestinali, IBD). Inoltre, in tutti pazienti con diarrea cronica, va considerato il possibile malassorbimento degli acidi biliari (28% dei casi di IBS-D) e, quindi, eseguito il test Se-HCAT oppure un saggio terapeutico. I test di funzio- nalità tiroidea vanno effettuati solo se clinicamente indicati, mentre va evitata la ricerca di patogeni nelle feci, in quanto quasi sempre negativa. «Sul fronte delle indagini strumentali», ha precisato il prof. Savarino, «la colonscopia è indicata in tutti i pazienti con sin- tomi allarmanti e/o età superiore a 50 anni, in linea con le raccomandazioni per lo screening del tumore colon-retto, mentre le biopsie random del colon di destra e sinistra sono raccomandate per escludere la colite microscopica. Negli altri casi con sintomi persistenti e nei non responder alla terapia, c’è un consenso debole sull’uso della videocapsula endosco- pica, mentre non sono ritenuti opportuni: il test di transito in- testinale; le indagini di valutazione della SIBO (Small Intestine Bacterial Overgrowth) in assenza di fattori predisponenti; il breath-test per il malassorbimento dei carboidrati; i test sul microbiota, a oggi ancora supportati da dati eterogenei». Le nuove linee guida europee per la diagnosi e il trattamento dei disturbi funzionali intestinali con diarrea Sintesi dell’intervento di Edoardo Savarino, professore associato di Gastroenterologia presso l’Università degli Studi di Padova, e di Giovanni Barbara, ordinario di Medicina interna e Gastroenterologia dell’Università di Bologna, gastroenterologo presso il dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche (DIMEC) dell’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, già presidente della ESNM e presidente della sezione Microbiota Intestinale e Salute della società scientifica europea Il percorso diagnostico e la gestione più appropriata in caso di sindrome dell'intestino irritabile con diarrea prevalente (IBS-D) e di diarrea funzionale (Fdr): Edoardo Savarino e Giovanni Brabara ci spiegano quanto riportato a riguardo nelle linee guida clinico-pratiche sviluppate su iniziativa dell’United European Gastroenterology (UEG) e dell’European Society for Neurogastroenterology and Motility (ESNM). 2
  • 6. 6 ESTRATTO DEL CONGRESSO IBS DAYS 2022 Dalla dieta FODMAP ai farmaci utili Relativamente al trattamento, un forte consenso è stato raggiunto sull’impiego della dieta FODMAP (basata sul con- sumo di alimenti a basso contenuto di oligo-, di- e mono- saccaridi fermentabili e polioli) per brevi periodi, che ha dimostrato di ridurre i sintomi globali e la frequenza delle scariche in pazienti con IBS-D. Al contrario, non è ritenuto opportuno proporre la dieta priva di glutine in assenza di diagnosi di malattia celiaca o specifica intolleranza. Raccomandato è anche l’impiego di loperamide e rifaxi- mina, anche se in questo secondo caso il vantaggio rispetto al placebo appare modesto. I sequestranti degli acidi biliari sono indicati nei pazienti con diarrea dovuta a malassorbi- mento specifico, mentre eluxadolina (oppioide ad azione mista, con effetto antipropulsivo, attualmente disponibile soltanto in Stati Uniti e Canada) è raccomandata in quanto potrebbe apportare benefici significativi nel controllare la diarrea da IBS (urgenza e frequenza delle scariche, consi- stenza delle feci ecc.), pur senza attenuare significativa- mente il dolore addominale. Pollice verso, invece, per mesalazina, i cui effetti su dolore e gonfiore addominali e frequenza delle scariche non appaiono superiori al placebo. Una raccomandazione condizionale è stata formulata per gli antispastici (olio di menta piperita, mebeverina, scopo- lamina butil-bromuro, pinaverio bromuro, alverina citrato, otilonio bromuro) che aiutano ad alleviare il dolore addo- minale, risultando ben tollerati, e per gli antagonisti del re- cettore 5-HT3 (5-idrossitriptamina-3), come alosetron, ondansetron o ramosetron. Il ruolo di probiotici e FMT «Per i probiotici», ha sottolineato il prof. Savarino, «esistono da tempo evidenze di un generale effetto positivo sui sin- tomi dell’IBS e più recenti dati di letteratura che depongono a favore della capacità di alcuni microrganismi, somministrati singolarmente o nel contesto di preparati multiceppo, di al- leviare i sintomi globali dell’IBS-D (compreso il dolore addo- minale) e, in alcuni casi, di migliorare la frequenza delle scariche e la qualità di vita dei pazienti. Su queste basi, il panel si è trovato concorde nel raccomandare questa stra- tegia di intervento nella gestione dei pazienti con IBS-D. La raccomandazione, al momento, è “debole e condizionale” a causa dell’eterogeneità dei microrganismi, delle formula- zioni e dei dosaggi testati nei trial, dei differenti comparatori ed endpoint individuati, del numero ridotto di pazienti con IBS-D arruolati, spesso sulla base di diversi criteri di inclu- sione e caratterizzati da comorbilità variabili (comprese ansia e depressione)». Questa eterogeneità delle evidenze do- vrebbe indurre a preferire i prodotti probiotici per i quali esi- stono specifiche prove di efficacia in letteratura a supporto dell’impiego mirato nell’IBS-D. Viceversa, il panel ha espresso un forte consenso contrario sul ricorso al trapianto di microbiota fecale (FMT) da dona- tore sano a paziente con IBS-D e disbiosi: pur a fronte di al- cune evidenze di beneficio, attualmente restano da chiarire molte variabili della procedura (donatore ideale, tecnica da preferire ecc.), cruciali per poter raccomandare il FMT in questa particolare casistica. Gli interventi psicologici di supporto Considerando gli aspetti psicologici, il panel ha raggiunto un forte consenso sull’utilità degli interventi psicoterapeu- tici focalizzati sull’intestino (soprattutto, terapia cognitivo- comportamentale e ipnoterapia) nel ridurre i sintomi chiave dell’IBS-D (dolore, alterazioni del transito intestinale e qua- lità della vita) ed eventualmente sull’impiego degli antide- pressivi triciclici, risultati efficaci principalmente contro il dolore viscerale e centrale e, in parte, contro la diarrea (ef- fetto probabilmente legato all’azione anticolinergica). Vi- ceversa, tutti gli esperti hanno votato contro l’uso degli inibitori del re-uptake della serotonina (SSRI) per l’assenza di significative evidenze di efficacia. Reference 1. Lacy BE, et al. Gastroenterology 2016;150(6):1393–407.e5 2. Sperber AD, et al. Gastroenterology 2021;160(1):99-114) 3. Oka P, et al. Lancet Gastroenterol Hepatol 2020;5(10):908-917 Microbiota intestinale
  • 7. Le infezioni ricorrenti da Clostridium difficile (RCDI) richiedono spesso terapie antibiotiche prolungate per essere eliminate in modo definitivo. Non è detto però che questo sia l’approccio migliore. Resta soprattutto da capire, infatti, come affrontare le complicanze intestinali che possono interessare i pazienti dopo l’eradicazione farmacologica del patogeno, a partire dalla sindrome dell’intestino irritabile post-infettiva (Irritable Bowel Syndrome post-Infection, IBS-PI)1 . Il prof. Stephen Collins ha esaminato queste problematiche, proponendo possibili soluzioni basate su interventi diretti a contrastare le disbiosi indotte da C. difficile e terapia antibio- tica, per normalizzare l’equilibrio del microbiota intestinale. Complicanze intestinali post-infezione da C. difficile «Gli studi degli ultimi anni», ha sottolineato il prof. Collins, «indicano che fino al 25% dei pazienti guariti da infezioni ricorrenti da C. difficile sviluppa una sintomatologia intesti- nale cronica sovrapponibile a quella dell’IBS1-4 . In partico- lare, in questa casistica si riscontrano spesso inerzia del colon e stipsi severa persistente, a insorgenza graduale e ingravescente, refrattaria alla terapia con lassativi stimolanti e/o procinetici, molto difficile da risolvere. L’aspetto interes- sante è che queste complicanze sembrano riguardare sol- tanto i pazienti che, per l’eradicazione di C. difficile, vengono trattati con più cicli di antibiotici, ma non quelli sottoposti a trapianto di microbiota fecale (FMT). Questa osservazione ha indotto a supporre che il microbiota e sue alterazioni significative in termini di diversità e abbondanza (disbiosi) possano giocare un ruolo rilevante nello sviluppo di insufficienza colonica post-RCDI, in aggiunta all’evidenza di una compromissione di natura tossica delle cellule gliali del sistema nervoso enterico5 ». Per verificare questa ipotesi, il gruppo del prof. Collins ha indagato gli effetti sulla funzionalità enterica del trasferi- mento, in topi germ-free, di microbiota fecale ottenuto da un paziente interessato da disfunzioni intestinali post-RCDI e da un soggetto sano (Fig. 3). Come prevenire e contrastare la sindrome dell’intestino irritabile indotta da infezioni da C. difficile (IBS-PI) Sintesi dell’intervento di Stephen Collins, docente ordinario di Medicina e direttore del Farncombe Family Digestive Health Research Institute, Università McMaster, Hamilton (Canada) Le infezioni ricorrenti da Clostridium difficile (RCDI) vengono spesso trattate con terapie antibiotiche prolungate, che possono peró indurre complicanze intestinali. Di seguito vengono presentati i risultati di uno studio condotto dal gruppo di ricerca del prof. Collins, che ha osservato alterazioni significative del microbiota intestinale in termini di diversità e abbondanza nei pazienti trattati con antibiotici e ha testato nei topi l’efficacia dell’FMT e della somministrazione di psyllium nel contrastare questo stato di disbiosi e ripristinare una corretta funzionalità intestinale. 3 Fig. 3 Germ free Germ free Fecal Microbiota Fecal Microbiota Post-CDI patient with demonstrated slow colonic transit Healthy age sex matched control 7
  • 8. 8 ESTRATTO DEL CONGRESSO IBS DAYS 2022 «I risultati ottenuti», ha spiegato il prof. Collins, «confer- mano che, dopo RCDI, i pazienti presentano alterazioni della composizione e una ridotta diversità delle popola- zioni microbiche intestinali rispetto ai controlli sani e che la colonizzazione dei topi germ-free con il microbiota fe- cale di questi pazienti induce negli animali un rallenta- mento del transito intestinale, che non si osserva dopo FMT da donatore sano. Non solo: i test di immunoisto- chimica hanno indicato che questa compromissione fun- zionale è associata alla degenerazione della rete delle cellule interstiziali di Cajal (ICC) e all’attivazione dei ma- crofagi presenti nella mucosa, che vanno a infiltrare gli strati neuromuscolari della parete del colon. La prova che i macrofagi sono direttamente implicati nel rallentamento del transito intestinale viene dal fatto che la loro diminu- zione indotta da clodronato ripristina l’integrità della rete delle ICC e fa recuperare agli animali un transito intesti- nale normale». Gli esiti degli interventi sul microbiota «I nostri dati», ha sottolineato il prof. Collins, «confermano che sia il FMT da donatore sano sia la somministrazione di psyllium al 15% sono in grado di ripristinare un transito in- testinale normale e di far regredire l’attivazione dei macro- fagi e la degenerazione della rete delle ICC. È stato, inoltre, verificato che gli effetti della somministrazione della fibra prebiotica dipendono dal miglioramento della composi- zione del microbiota e da un aumento della produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA, Short Chain Fatty Acids) da parte della microflora endogena, come riportato in let- teratura per i pazienti affetti da stipsi6 . I benefici offerti dallo psyllium sui vari fronti sono, però, limitati al periodo di as- sunzione regolare e vengono meno quando si interrompe l’intervento dietetico, mentre il miglioramento del transito intestinale e degli altri parametri ottenuto con FMT si man- tiene per i 12 mesi successivi». Resta da verificare se gli esiti favorevoli del FMT e della sup- plementazione della dieta con psyllium osservati nei modelli animali siano riproducibili nell’uomo. Inoltre, in considera- zione del ruolo chiave giocato dal microbiota e dagli SCFA nel ripristino del transito intestinale post-RCDI, sarebbe in- teressante testare la possibile efficacia di ulteriori interventi focalizzati sull’ottimizzazione della microflora endogena, come la somministrazione per bocca di specifici probiotici o miscele multistrain. Reference 1. Wadhwa A, et al. Aliment Pharmacol Ther 2016;44(6):576-582 2. Dayananda P, Wilcox MH. Curr Opin Gastroenterol 2019;35(1):1-5 3. Tariq R, et al. Mayo Clin Proc Innov Qual Outcomes 2017;1(1):49-56 4. Saha S, et al. J Clin Gastroenterol 2022;56(2):e84-e93 5. Bassotti G, et al. Cell Mol Life Sci 2018;75(7):1145-1149 6. Jolanka J, et al. Int J Mol Sci 2019;20(2):433
  • 9. 9 La barriera gastrointestinale è stata a lungo considerata una semplice barriera anatomica costituita da un mono- strato di cellule epiteliali connesse lateralmente da giun- zioni strette (tight junction), che ne mantengono la polarità e limitano la diffusione dei soluti attraverso la via paracellulare. A livello intestinale, però, entrano in gioco due ulteriori elementi, che risultano determinanti nel de- finirne le proprietà e la permeabilità selettiva: il muco e il microbiota1,2,3 . «Negli ultimi anni», ha sottolineato il prof. Gasbarrini, «il riconoscimento delle profonde interazioni tra micro- biota, muco ed epitelio ha portato a ridefinire la bar- riera intestinale come una barriera “anatomo- microbiologica” e gli studi genomici hanno iniziato a evidenziare il ruolo di specifici ceppi batterici (come Ak- kermansia muciniphila) nell’influenzarne le caratteristi- che e il grado di permeabilità4,5 . I dati disponibili indicano che esistono diversi profili microbici della bar- riera intestinale, caratterizzati dalla presenza o dall’as- senza di Actinobacteria, ed è noto che i bifidobatteri, così come le caratteristiche del microbiota in generale, influenzano la permeabilità intestinale. Inoltre, è stato osservato che la presenza di Klebsiella pneumoniae, produttrice di etanolo, determina l’insorgenza di una condizione di iperpermeabilità o “leaky gut”. Di fatto, oggi, non si può parlare di barriera intestinale senza parlare di microbiota». Muco intestinale: ruolo e caratteristiche Il muco prodotto dalle cellule di goblet è un componente chiave della barriera intestinale poiché media l’interazione tra epitelio e microbiota. Il suo spessore e la sua composi- zione cambiano in funzione del tratto intestinale conside- rato e delle funzioni assolte dall’epitelio6,7 . «Lungo tutto l’intestino», precisa il prof. Gasbarrini, «il film di muco può essere suddiviso in due strati sovrapposti: quello esterno, di circa 100 µm di spessore, non aderente ed esposto verso il lume, che interagisce con il microbiota; quello interno, di circa 50 µm di spessore, aderente alla mu- cosa e virtualmente sterile, che ha la funzione di proteggere l’epitelio intestinale dai microrganismi presenti nel lume e da sollecitazioni eccessive. Il muco dei diversi tratti dell’in- testino contiene differenti tipi di mucina (a partire da MUC2, principale proteina costitutiva), immunoglobuline (IgA, IgM, IgG) e molecole ad attività antimicrobica pro- dotte dall’intestino stesso o dai batteri commensali (liso- zima, lactoferrina, defensine, catelicidine ecc.)6,8 ». Nel corso degli anni sono stati individuati numerosi fattori in grado di influenzare la produzione di muco e la sua inte- razione con il microbiota. I principali comprendono compo- sti associati ai patogeni intestinali (PAMPs, Pathogen Associated Molecular Patterns), citochine e altri marker in- fiammatori, ormoni e neurotrasmettitori presenti a livello enterico, lipidi bioattivi8 . Leaky Gut: fattori interferenti e modulazione terapeutica della permeabilità intestinale Sintesi dell’intervento di Antonio Gasbarrini, professore ordinario di Medicina Interna presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, della Unita’ Operative Complesse di Medicina Interna e Gastroenterologia e del CEMAD (Centro Malattie dell’Apparato Digerente) della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli IRCCS di Roma Viste le profonde interazioni tra microbiota ed epitelio intestinale e il ruolo delle disbiosi nell’insorgenza e nel mantenimento della leaky gut, di seguito vengono riportati i risultati di uno studio che ha testato in pazienti affetti da IBS con diarrea prevalente e alterazione della permeabilità intestinale una preparazione probiotica multistrain già in commercio. I risultati ottenuti inducono a ritenere che specifici probiotici e loro combinazioni possano contribuire a un miglior controllo del disturbo attraverso un’azione indirizzata a ripristinare una corretta permeabilità intestinale. 4
  • 10. 10 ESTRATTO DEL CONGRESSO IBS DAYS 2022 «Anche alcuni batteri commensali (Lactobacillus sp., Bi- fidobacterium longum, Lactobacillus reuteri, Akkerman- sia muciniphila ecc.) e loro metaboliti (in particolare, Short Chain Fatty Acid, SCFA, come acetato e butir- rato)», ha aggiunto il prof. Gasbarrini, «possono modu- lare positivamente la produzione e/o la secrezione di muco per rendere l’habitat più ospitale per la propria so- pravvivenza; viceversa, altri membri del microbiota (come Ruminococcus gnavus) e alcuni patogeni intestinali (Vi- brio cholerae, Giardia lamblia, Entamoeba histolytica ecc.) promuovono la degradazione del muco e, quindi, la possibilità per i microrganismi di avvicinarsi all’epitelio, esponendo a un maggior rischio di sensibilizzazioni e in- fezioni intestinali8,9 ». Efficacia dei probiotici nella leaky gut In considerazione delle profonde interazioni tra micro- biota ed epitelio intestinale e del ruolo delle disbiosi nel- l’insorgenza e nel mantenimento della leaky gut, esiste un forte razionale per l’impiego di prodotti probiotici per migliorare la permeabilità intestinale10 . Tuttavia, i dati a supporto di questa strategia sono stati finora forniti prin- cipalmente da studi in modelli animali di leaky gut, men- tre i trial clinici nell’uomo sono scarsi e relativi a piccoli gruppi di pazienti. Ad aggiungere nuovi interessanti risultati sull’effetto dei probiotici in pazienti con iperpermeabilità intestinale è uno studio pilota prospettico di intervento, di Fase IV, recente- mente condotto dal gruppo del prof. Gasbarrini presso il Policlinico Gemelli di Roma su pazienti affetti da IBS con diarrea prevalente (Irritable Bowel Syndrome with Diarrhea, IBS-D) e alterazione della permeabilità intestinale verificata con tracciante radioattivo (Fig. 4). «Nel trial», ha spiegato il prof. Gasbarrini, «è stata testata una formulazione probiotica multistrain registrata e già in commercio (Biocure - gruppo PiLeJe), che aveva dato già prova di prevenire la destabilizzazione della barriera intesti- nale in studi in vitro e in vivo. Il mix probiotico testato nello studio, condotto in aperto, comprende tre ceppi di latto- bacilli (Biocure - gruppo PiLeJe) e due ceppi di bifidobatteri (Biocure - gruppo PiLeJe): Lactobacillus acidophilus LA201, Lactobacillus plantarum LA301, Lactobacillus salivarius LA302, Bifidobacterium lactis LA303, Bifidobacterium lac- tis LA304. Il mix è stato somministrato al dosaggio quoti- diano complessivo di 2x1010 CFU, in 2 capsule/die, per 30 giorni consecutivi11 ». «Al termine del periodo di studio (giorno 30)», ha sotto- lineato il prof. Gasbarrini, «l’81,5% dei pazienti che ave- vano assunto la formulazione multistrain ha ottenuto un miglioramento della permeabilità intestinale (riduzione della leaky gut, valutata come EDTA/DPTA ≥ 3%), mentre nel 37% dei trattati è stata evidenziata una completa nor- malizzazione della barriera intestinale». In aggiunta, anche i parametri clinici esaminati (frequenza delle scari- che diarroiche, dolore addominale, livello soddisfazione e qualità della vita percepita) sono risultati migliorati in modo significativo in tutti i pazienti che avevano assunto il mix probiotico11 (Fig. 5). Effect of a multistrain probiotic on leaky gut in patients with (IBS-D): a pilot study A multistrain probiotic (PiLeJe) prevented epithelial barrier impairment in various in vitro and in vivo models Mixture of Bifidobacterium lactis LA 303 and lactis LA 304, Lactobacillus acidophilus LA 201, L. plantarum LA 301, and L. salivarius LA 302 (2X1010 CFU) IBS-D patients with increased intestinal permeability measured by radionuclide tracers were en- rolled in a pilot, open-label, prospective, interventional, single-center, Phase IV study Patients received 2 capsule/day (2X1010 ) of a probiotic mix a day for 30 days and were evaluated by repeated intestinal permeability test, Bristol Stool Scale and patient-perceived quality of life and satisfaction Fig. 4 Modificato da: Abdellah, Laterza et al. In press
  • 11. 11 Questi esiti, ottenuti in una casistica notoriamente diffi- cile da gestire come quella dei pazienti affetti da IBS-D, inducono a ritenere che specifici probiotici e loro combi- nazioni possano contribuire a un miglior controllo del di- sturbo attraverso un’azione indirizzata a ripristinare una corretta permeabilità intestinale, che va ad aggiungersi all’effetto favorevole più generale sull’equilibrio del mi- crobiota intestinale e la prevenzione delle disbiosi. Un’ipotesi sicuramente meritevole di ulteriori approfon- dimenti. Reference 1. Hollister EB, at al. Gastroenterology 2014; 146(6):1449-1458 2. Gasbarrini G, Montalto M. Ital J Gastroenterol Hepatol 1999; 31(6):481-488 3. Ma TY, et al. Proc Soc Exp Biol Med 1997;214(4):318-327 4. Claesson, et al. Nat Rev Gastroenterol Hepatol 2017;14(10):585-595 5. Karcher N, et al. Genome Biol 2021;22:209 6. McGuckin MA, et al. Nat Rev Microb 2011;9:265-278 7. McGuckin MA, et al. Inflamm Bowel Dis 2009 9. Shoereder BO. Gastro Rep 2019;7(1):3-12 10. Tamang RL, et al. Tissue Barriers 2022;2077069 11. Abdellah, Laterza L, et al. In press A multistrain probiotic (PiLeJe) improve intestinal permeability ON D30, AN IMPROVEMENT OF INTESTINAL PERMEABILITY WAS OBSERVED IN 81.5% OF PATIENTS IN FAS, NORMALIZATION BEING OBSERVED IN 37% OF THE PARTICIPANTS Results were expressed as percentages of the ingested dose and considered indicative of altered intestinal permeability when EDTA/DPTA was ≥ 3% (Rossi et al. Ann Thorac Surg. 2004) Normalized permeability Abnormal: Decrease No change Increase 44% 56% PP 95%CI: 0.21 ; 0.67 FAS 95%CI: 0.19 ; 0.55 37% 11% 45% 7% MEAN INTESTINAL PERMEABILITY WAS SIGNIFICANTLY DECREASED 12 10 8 6 4 2 0 Screening Day 30 7.54 4.13 FAS 95%CI: 1.65 ; 5.18 -3.41 units + – 4.45 PP 95%CI: 1.94 ; 6.58 12 10 8 6 4 2 0 Screening Day 30 8.4 4.14 -4.26 units + – 4.67 In addition, no significant change in zonulin levels, only a tendency to decrease Fig. 5 Modificato da: Abdellah, Laterza et al. In press
  • 12. Ed. 04/2022 - Codice 400224 - MATERIALE INFORMATIVO DESTINATO AI PROFESSIONISTI DELLA SALUTE. NON OSTENSIBILE AL PUBBLICO. Dalla ricerca PiLeJe Formulazione probiotica multiceppo I probiotici favoriscono l’equilibrio della flora intestinale 5 ceppi probiotici PiLeJe dosati a 10 miliardi per capsula: • Bifidobacterium lactis LA303 • Lactobacillus acidophilus LA201 • Lactobacillus plantarum LA301 • Lactobacillus salivarius LA302 • Bifidobacterium lactis LA304 La carta HQM (Haute qualité Microbiotique) garantisce una selezione rigorosa dei ceppi probiotici PiLeJe e una produzione che soddisfa gli standard qualitativi più elevati. SERVIZIO DI FORMAZIONE DEDICATO AL MEDICO: La Revue des microbiotes è una rivista digitale del Gruppo PiLeJe, scaricabile in inglese e francese, gratuita e monografica, dedicata al mondo del microbiota larevuedesmicrobiotes.com Per saperne di più: https://www.pileje.it/competenze/microbiotica/ceppi-probiotici 30 CAPSULE 1-2 capsule/die a seconda della severità dei sintomi LACTIBIANE Tolerance D Video Report del congresso IBS-DAYS 2022, con i contributi del prof.Antonio Gasbarrini e del prof. Giovanni Barbara