2. Leonardo, Michelangelo, RaffaelloLeonardo, Michelangelo, Raffaello
1482 – Leonardo
a Milano alla
corte di Ludovico
il Moro
1475 –
Michelangelo
Buonarroti nasce
a Firenze
1483 – Raffaello Sanzio
nasce a Urbino
1504 – Raffaello a
Firenze
1499 – Leonardo lascia Milano
per Mantova, Venezia, Firenze,
la Romagna
1469 – Leonardo a Firenze,
nella bottega del pittore
Verrocchio
1520 – Raffaello
muore
1564 –
Michelangelo
muore a Milano
1508 – Raffaello a
Roma
1452 – Leonardo
nasce a Vinci
(Firenze)
1517 – Leonardo in
Francia “pittore e
ingegnere del Re"
1519 – Leonardo
muore in Francia
1496 –
Michelangelo
a Roma
1495/98 - Leonardo
dipinge l’Ultima
Cena a Milano
3. Autoritratto, dopo il 1515
matita rossa su carta; 33,3 x 21,3
Torino, Biblioteca reale
4. La Gioconda, 1503 e 1513-1516
olio su tavola; 77 x 53
Parigi, Louvre
La monumentale figura
femminile, forse identificabile in
Monna Lisa del Giocondo, è
presentata sullo sfondo di un
paesaggio, che in origine era
inquadrato da una finestra.
Tra il paesaggio e la figura esiste
un rapporto basato su un
fondamentale concetto
leonardesco, quello della
continuità e sintonia tra le parti
dell’universo e in particolare tra
uomo e natura.
5. Gli occhi scuri di Monna Lisa fissano
l'osservatore.
Non presenta né le sopracciglia né le ciglia.
L'assenza di sopracciglia potrebbe anche
riflettere la moda fiorentina dell'epoca di
depilarle, ma è probabile che siano state
inavvertitamente eliminate durante un restauro.
6. Il sorriso di Monna Lisa è stato oggetto di
innumerevoli studi.
È la sua leggera asimmetria a renderlo così
enigmatico.
Per ottenere l’effetto quasi impercettibile del
passaggio dalle labbra alla pelle, Leonardo usò
degli strati estremamente fini di colore e
sviluppò il cosiddetto "sfumato" per fondere
luce e ombra.
7. La bravura di Leonardo nello "sfumato" emerge soprattutto nei
particolari atmosferici che si vedono sullo sfondo, dove delicati veli
di foschia smorzano i profili di colline e montagne.
Per ottenere questo effetto Leonardo ha gradualmente aumentato
lo "sfumato", rendendo i colori sempre più fluidi con l'aggiunta di
olio, man mano che lo sfondo si allontana. Per mescolare i colori,
spesso l'artista usava le punte delle dita.
8. C'è un forte contrasto tra l'elegante donna di città e il
paesaggio montuoso alle sue spalle. Leonardo si rifiutò
sempre di dipingere i tranquilli e rassicuranti sfondi
paesaggistici dei suoi contemporanei e preferì presentare la
natura nei suoi aspetti più misteriosi e drammatici.
9. Rilassate ed eleganti, le mani, morbidamente adagiate l'una
sull'altra, contribuiscono a dare alla figura un senso di quiete.
Anche la posizione delle braccia e delle mani, riconducibile a un
triangolo, concorre all'equilibrio della composizione.
13. L’uomo vitruviano
Questo disegno illustra la teoria
delle proporzioni umane di
Vitruvio, architetto romano del I
secolo a.C.
La teoria vuole dimostrare che le
proporzioni umane sono
perfettamente inscrivibili in due
figure geometriche perfette, il
cerchio e il quadrato.
La grande innovazione di
Leonardo sta nel fatto di aver
sovrapposto in un unico disegno
la stessa figura umana, in modo
da dare l’idea di due diverse
immagini sovrapposte.
1490 circa
tecnica mista su carta; 34,4 x 24,5
Venezia, Gallerie dell’Accademia
14. Utili, spettacolari o micidiali.
Comunque sempre attuali:
sono le macchine di Leonardo
15. Barche affidabili, ma
soprattutto veloci
Circa 80 km l'ora: questa è la
velocità dell'imbarcazione a
pale inventata da Leonardo.
Secondo il suo progetto, le
pale motrici avrebbero
dovuto avere una lunghezza
di almeno 90 cm.
Per moltiplicare la velocità,
l'inventore toscano aveva
ipotizzato un meccanismo di
ingranaggi attraverso ruote
dentate poste al centro della
barca.
17. Le intuizioni di Leonardo
sono state poi riprese dalle
moderne imbarcazioni, in
particolare dai battelli che
percorrono i fiumi: queste
"case galleggianti" navigano
tramite meccanismi a ruote e
a pale molto simili a quelli
leonardeschi.
18. Il carro falciante
Lanciato contro le schiere nemiche, il carro falciante
seminava panico e distruzione. Il mezzo militare
progettato da Leonardo, doveva essere trainato da
cavalli. Toccava alle ruote, attraverso un sistema di
ingranaggi, mettere in rotazione le taglienti falci che
squartavano i nemici.
20. In volo, sì, ma col paracadute
"Ognuno si potrà gettare da qualsiasi
altezza senza alcun rischio".
Così scrisse Leonardo a proposito dei
suoi studi per il volo meccanico
realizzati tra il 1483 e il 1486 a Milano.
La struttura inventata da Leonardo
prevedeva una piattaforma piramidale in
lino, la cui base, lunga circa 8 m. per
lato, era tenuta aperta da 4 corde legate
ai rispettivi angoli: un'invenzione che
avrebbe reso possibile, come
assicurava il suo ideatore, lanciarsi da
qualsiasi altezza senza riportare alcuna
ferita.
21. A Leonardo farebbe sicuramente
piacere apprendere che il suo
paracadute oggi è stato
sperimentato con successo
dall'architetto londinese Adrian
Nicholas.
Unici elementi nuovi rispetto al
modello, sono stati l'uso del cotone
(invece del lino) e la modifica del
sistema di fuoriuscita dell'aria.
Per forma, struttura e qualità dei
materiali, il paracadute attuale è
certamente più sicuro di quello
ipotizzato da Leonardo.
A lui, tuttavia, anche in questo
caso va attribuita l'idea originaria.
22. Alla conquista del cielo con le
macchine volanti
Leonardo progettò varie macchine
che, attraverso complicati
meccanismi, dovevano sollevarsi
sfruttando la sola forza muscolare
umana.
Il primo di questi esperimenti fu la
macchina ad ali battenti: un
congegno in cui il movimento delle
ali doveva avvenire attraverso un
sistema di corde e di carrucole
collegate a due staffe laterali.
L'idea era che le ali della struttura
potessero alzarsi e abbassarsi grazie
alla forza che l'uomo trasmetteva
loro, agendo con i muscoli delle
gambe sulle staffe.
25. La sua attività durò oltre settant'anni, tra
Firenze, dove nacque nel 1475 e dove
lavorò per la potente famiglia dei Medici,
e Roma, al servizio di vari papi.
Benché si considerasse innanzi tutto uno
scultore, è famoso soprattutto per gli
affreschi della volta della Cappella
Sistina.
Negli ultimi vent'anni si dedicò
all'architettura, in particolare a San Pietro
di cui progettò la cupola. Morì nel 1564.
Sia nei dipinti sia nelle sculture seppe
rappresentare il corpo umano con
impareggiabile maestria e con una
profonda spiritualità, riflesso della sua
fede religiosa.
Riverito dai contemporanei che lo
chiamavano il "divino Michelangelo", con
la sua opera influenzò l'intera arte
europea.
26. 1504
Michelangelo scolpisce il David
Il David ritrae il re ebreo David nel
momento in cui sta per affrontare il
gigante Golia. La statua, di marmo
bianco e alta 5,17 metri, fu
commissionata come simbolo della
repubblica fiorentina. È la prima statua
nuda del periodo rinascimentale.
All'opera Michelangelo lavorò per 2
lunghi anni creando, da un gigantesco
blocco di marmo grezzo, un giovane
uomo al massimo della forza fisica.
L'eroe è nudo, perché non ha nulla da
nascondere, mostra la sua virtù.
Oggi si trova a Firenze
all’Accademia di Belle Arti.
28. La Cappella Sistina
Nel 1508 papa Giulio II gli
commissionò gli affreschi per
la Cappella Sistina in Vaticano
ai quali lavorò per 4 anni.
Le figure di Michelangelo
colpiscono per la loro
imponenza ed espressività,
sono perfette nelle
proporzioni e nelle parti
anatomiche, forti e dinamiche
nella costante tensione del
movimento, che rende ognuna
diverse dalle altre.
43. Fu realizzata da Michelangelo al termine della sua
vita; ha una circonferenza esterna di m.48, è alta
m.50,35 e pesa 56.208.837 Kg.
La cupola di San Pietro
48. Raffaello Sanzio nasce a Urbino nel 1483.
Avviato alla pittura dal padre, entrò alla
bottega del Perugino. si formò accanto al
Perugino prima di trasferirsi a Firenze
intorno al 1504 ove ebbe modo non solo di
conoscere il lavoro di Leonardo, ma anche
di venire a contatto con un vivace mondo
artistico.
Le sue opere migliori videro luce a Roma
dove il pittore arrivò nel 1508 e ricevette
l'incarico di decorare le Stanze Vaticane
(1508-1511). Il più famoso tra questi
affreschi, La scuola di Atene, è un esempio
dello stile solenne e monumentale del
Rinascimento. Numerosissimi sono i
capolavori di Raffaello: in tutti espresse una
facilità di pittura e una leggerezza di colori e
di tratto insuperabili, che costituiscono la
caratteristica principale della sua pittura.
Morì nel 1520.
51. Lo sposalizio della Vergine
1504
Olio su tavola; m1,70x1,7
Milano, pinacoteca di Brera
52. Madonna del
cardellino
Accanto alla Madonna,
seduta in un vasto
paesaggio, con un libro in
mano, sono San Giovanni
Battista e Gesù.
I due bambini giocano con un
cardellino, simbolo della
Passione di Cristo.
La tavola fu eseguita da
Raffaello durante il soggiorno
fiorentino.
Questa Madonna risente
dell’influsso di Leonardo
nell’uso del morbido
sfumato.
1505
olio su tavola; 107 x 77
Firenze, Uffizi
59. Madonna della seggiola
Raffigura la Madonna con il
Bambino Gesù e san Giovanni
Battista.
La composizione segue la
circolarità della tavola,
attraverso l’inclinarsi della testa
della Vergine, l’andamento
curvilineo del braccio e il
sovrapporsi dei piedini del
Bambino.
Affascina soprattutto per la
semplicità e per il senso di
intimità e quotidianità da cui è
caratterizzata: la Vergine è
raffigurata in vesti semplici, con
un asciugatoio che le avvolge il
capo e uno scialle verde che
sulle spalle.
1514
olio su tavola; diam. 71
Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina