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Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali



                Programma nazionale per il 2010
     Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale

                                         - ITALIA -


1.    CONTESTO NAZIONALE: LE SFIDE CUI REAGIRE

      1.1    La sfide costituite dalla povertà e la strategia nazionale per la lotta alla povertà.

             Il 2010, designato dal Parlamento Europeo quale Anno europeo della lotta alla
             povertà e all'esclusione sociale, costituisce un’occasione per tutti i paesi membri
             dell’Unione europea per aggiornare la riflessione sulla strategia di lotta alla povertà
             fissata a Lisbona nel 2000 e per riprogettare le azioni rivolte a questi stessi obiettivi
             nel prossimo decennio.

             La progettazione dell’Anno europeo per la lotta alla povertà intende coinvolgere tutti
             i livelli di governance, gli operatori delle politiche di settore e gli attori
             dell’economia e della società civile, nella consapevolezza che, per registrare
             progressi reali in questo ambito, occorre uno sforzo integrato e di lungo periodo.

             Il tema dell’Anno europeo cade in un momento estremamente critico da un punto di
             vista economico, legato ad aspetti congiunturali internazionali che hanno provocato
             evidenti processi di trasformazione sociale anche nella realtà del nostro Paese.
             Da un lato, alla luce di tali nuovi eventi, è necessaria una lettura aggiornata delle


                                                                                                    1
dinamiche di povertà ed esclusione che, affiancandosi ai tradizionali strumenti
               statistici, realizzi una fotografia in tempo reale del cambiamento in atto: anche per
               questa ragione aumentano di importanza la rapidità con cui le informazioni
               diventano disponibili, il loro dettaglio territoriale, nonché nuovi strumenti di
               indagine anche qualitativa che mirano a leggere attraverso focus specifici le
               trasformazioni in corso (in questo senso, ad esempio, si è mossa la Commissione
               d’indagine sull’esclusione sociale con iniziative di auditing sociale territoriale
               promosse nella primavera 2009).

               Dall’altro lato, attraverso il Rapporto Strategico Nazionale 2008-2010 l’Italia ha
               lanciato una complessa sfida progettuale e culturale che vede la necessità di avviare
               un nuovo cammino di ampia partecipazione istituzionale per raggiungere l’obiettivo
               di riformare un nuovo modello di welfare che diventi – come segnalato nel Libro
               Bianco sul futuro del modello sociale1 – “binomio di opportunità - responsabilità”,
               che permetta di prevenire e contrastare la povertà recuperando la prospettiva di una
               comunità che sappia “prendersi cura” delle persone in difficoltà e sviluppare processi
               di inclusione attiva per raggiungere, in linea con la strategia comunitaria,
               l’innalzamento della condizione di benessere di ogni cittadino e per assicurare
               l’accesso ai beni, ai servizi, alle opportunità di sviluppo sociale e professionale. Il
               Libro Bianco, in particolare, rivolge uno sguardo alla povertà assoluta, cioè a coloro
               che vivono al di sotto del minimo socialmente accetabile e sollecita
               “l’organizzazione di concrete soluzioni ai bisogni degli ultimi” come “primo
               obiettivo di una società coesa”. La povertà assoluta costituisce il campo entro cui
               sollecitare consapevolezza pubblica, responsabilità diffuse e coscienza della
               necessità di azioni urgenti e solidali, anche al fine di interrompere il circuito della
               trasmissione della povertà da una generazione all’altra.

               Le strategie formalizzate nel presente documento costituiscono la mappa
               dell’impegno del Governo italiano nella conduzione dell’Anno europeo.




11
  Il Libro Bianco sul future del modello sociale del 2009 è il documento di cornice che intende ispirare i
piani di azione delle politiche di welfare del governo italiano per i prossimi anni



                                                                                                        2
1.2   La struttura amministrativa posta in atto

         La struttura di coordinamento amministrativo dell’Anno europeo è il Ministero del
         lavoro, della salute e delle politiche sociali, in qualità di Organismo nazionale di
         attuazione. Il coordinamento con le altre amministrazioni nazionali e territoriali
         viene garantito attraverso incontri periodici a partire dal mese di settembre 2009 per
         la fase di organizzazione dell’Anno europeo e, nel 2010, per la sua implementazione.
         Tali incontri saranno finalizzati a realizzare il migliore partenariato tra le
         amministrazioni coinvolte e a far convergere sotto l’ombrello dell’Anno europeo
         tutte le iniziative istituzionali, anche quelle non finanziate direttamente dalle risorse
         rese disponibili per il Programma nazionale per il 2010, ma poste in essere sulla base
         degli strumenti ordinari di programmazione degli enti interessati.

2. IL PROGRAMMA NAZIONALE

   2.1   Attività dell'Anno europeo:

         Le azioni che l’Italia intende porre in essere nell’ambito dell’Anno europeo sono
         selezionate in coerenza con le indicazioni stabilite nel quadro strategico per il 2010
         stabilito dalla Commissione europea, con la strategia nazionale di inclusione sociale
         – formalizzata nel piano nazionale di inclusione sociale 2008-2010 – e con gli
         orientamenti del Libro Bianco sul futuro del modello sociale.

         Con riferimento al primo degli obiettivi stabiliti dalla Commissione nel quadro
         strategico – il riconoscimento dei diritti – l’impegno del Programma nazionale per
         il 2010 italiano è quello di realizzare una campagna coordinata di azioni rivolte alla
         sensibilizzazione dell’opinione pubblica, dei media, degli operatori e dei decisori
         politici sulle condizioni di vita delle persone che versano in povertà. In particolare,
         va evidenziato come il ciclo di vita di ciascun individuo e famiglia possa essere
         esposto a rischi di indebolimento che vanno affrontati con strategie volte a mobilitare
         la capacità delle persone all’interno dei propri sistemi di relazioni sociale e affettive.
         Va inoltre sottolineato come sia responsabilità comune – del pubblico e del privato,
         dei singoli e delle organizzazioni collettive – promuovere tale consapevolezza e
         l’attenzione alle strategie per una società più coesa e attiva. Questa vision
         corrisponde all’impostazione del Libro bianco sul futuro del modello sociale


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adottato nel maggio 2009 dal governo italiano nella logica di un sistema di
protezione sociale orientato a proteggere e dare sicurezze per prevenire quelli che
sono oggi i nuovi fattori di rischio e di debolezza; contrastare le nuove fonti di
disuguaglianza sociale e costruire reti di relazioni tra individui e comunità evitando
la solitudine; promuovere solidi percorsi di inclusione garantendo a tutti pari
opportunità di accesso. Organizzare prestazioni di beni e servizi e non solo
erogazioni monetarie, disegnando nuove politiche. Sotto quest’ultimo punto di vista
il Programma nazionale per il 2010 intende promuovere sinergie istituzionali e
partenariati con il mondo privato e dei corpi sociali intermedi che non si limitino
all’identificazione delle politiche di coesione sociale con gli interventi sociali in
senso stretto, ma definisca un campo più vasto di servizi di coesione, includendo
l’intero spettro di dimensioni (informazione, cultura, educazione, sport ecc.) nelle
quali si sviluppa il sistema di relazioni – e quindi anche di protezione – delle
persone.

Altro aspetto rilevante del Programma nazionale per il 2010 italiano sono le
iniziative volte a sottolineare le condizioni di povertà e i fattori che le hanno
determinate per le fasce di popolazione più deboli e meno capaci di rappresentazione
politica e formulazione di domanda di intervento: i minori, le persone disabili, gli
immigrati e le minoranze etniche, le persone che versano in condizione di estrema
marginalità, come i senza dimora. Per questi il Programma nazionale per il 2010
intende focalizzare specifiche azioni di sensibilizzazione pubblica e iniziative
istituzionali volte all’affermazione tanto dell'accessibilità ai diritti di queste fasce di
popolazione quanto alla visualizzazione di strategie e azioni concrete di contrasto del
fenomeno.

Riguardo al secondo obiettivo indicato nel quadro strategico della Commissione –
quello della responsabilità condivisa e della partecipazione – l’obiettivo delle
azioni dell’Anno europeo è quello di consolidare le dinamiche relazionali tra soggetti
pubblici e tra questi e i soggetti privati finalizzati a sviluppare crescenti forme di
partenariato. Un elemento realmente innovativo per l’esperienza italiana costituisce
l’impegno alla conduzione dell’Anno europeo non solo attraverso la più ampia
partecipazione delle organizzazioni attive nel campo dell’inclusione sociale, ma
secondo l’affermazione del principio “mai più senza di loro”, e quindi con il


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coinvolgimento diretto nella realizzazione delle iniziative delle persone che portano
la personale esperienza di condizioni di povertà e di opportunità di inclusione. Per
tale ragione sarà centrale, come si vedrà più avanti, la realizzazione di un’ ampia
iniziativa che richiami, tra gli altri, gli obiettivi e le caratteristiche del percorso e dei
meeting di People experiencing poverty promossi da tempo a livello comunitario da
grandi reti europee di ONG e dalla Commissione europea. Tale percorso ha infatti
dimostrato un elevato potenziale di attivazione delle persone in difficoltà ed ha
rappresentato, in Europa, un importante volano per diffondere cultura e pratiche di
partecipazione diffusa nell’azione dei soggetti sociali. È questo l’obiettivo che si
intende perseguire sperimentando, a partire dai livelli locali, questo esercizio di
attivazione dei territori con processi di coinvolgimento reale delle persone e delle
comunità.

In relazione all’obiettivo della promozione di una società più coesa, le azioni
promosse saranno volte a diffondere la consapevolezza dei vantaggi derivanti da una
società senza povertà. La povertà si determina come grado estremo di
disuguaglianza. Per tale ragione il Programma nazionale per il 2010 svilupperà anche
iniziative sul tema dell’accesso, da intendere come accesso ai servizi, alle
opportunità e alle forme di ricchezza che la collettività e le istituzioni pubbliche e
private producono. In tale quadro compito dell’Anno europeo è quello di
promuovere la concezione della coesione sociale come moltiplicatore dell’economia
e di legittimare l’investimento nelle politiche e nei servizi di inclusione. Inoltre,
poiché questo investimento allude a modalità di governo della coesione distribuite
verso il territorio e verso le dimensioni intermedie di responsabilità e di impegno,
l’Anno europeo deve costituire l’occasione per sottolineare il ruolo di tanti attori -
oltre lo Stato, i soggetti pubblici decentrati, le organizzazioni del terzo settore e del
volontariato, le reti parentali, i singoli contesti aziendali – che sono chiamati a
convergere al fine di promuovere tutte le azioni che consentano da subito l’accesso e
la condivisione delle forme di ricchezza che questi “luoghi” producono. Pur nella
consapevolezza che non basterà l’Anno Europeo per risolvere le diverse questioni
istituzionali, organizzative e finanziarie che stanno dietro a questi temi, ciò non di
meno si ritiene che esso possa dare un decisivo impulso al dibattito in materia ed alle
scelte conseguenti.


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Con riguardo all’assunzione di impegni per azioni concrete, l’Anno europeo
costituirà la piattaforma per l’aggiornamento della strategia italiana di contrasto alla
povertà che sarà formalizzata nell’ambito della tavola rotonda sulla lotta alla
povertà e l’inclusione sociale che il governo italiano realizzerà nella seconda metà
dell’anno come evento inaugurale dell’Anno europeo.

All’interno di questa cornice di riferimento, le azioni dell’Anno europeo si
svilupperanno come segue:

   Campagne di mobilitazione e partecipazione sui temi elencati nel punto 2.2 e, in
   particolare:

   o campagna di mobilitazione nelle scuole: promozione nelle scuole di una
       campagna-quadro contro la povertà, alla quale diversi soggetti possano
       contribuire, anche con iniziative e fondi propri, purché recanti contenuti e
       strumenti approvati dall'Organismo nazionale di attuazione attraverso rilascio
       del marchio dell'anno europeo.

   o Realizzazione di eventi nazionali e locali che promuovano un ampio processo
       di partecipazione delle persone in condizioni di povertà (alla stregua del già
       richiamato evento europeo People experiencing poverty).

   o Campagna rivolta a promuovere la partecipazione a programmi pubblici,
       come ad esempio quello del Fondo Carta Acquisti, degli operatori privati
       (associazioni di categoria, distribuzione commerciale, grandi imprese,
       utilities, eventi sportivi, catene di sale cinematografiche ecc.) attraverso il
       riconoscimento del ruolo di partner dell’anno europeo ai soggetti che
       contribuiscono finanziariamente o garantiscono accesso agevolato ai beni o
       servizi oggetto della loro attività. L’iniziativa ha lo scopo sia di permettere di
       raccogliere risorse private da destinare ai soggetti in condizioni di necessità
       sia di moltiplicare i canali di diffusione del logo dell’anno europeo.

   o Campagna sull’inclusione digitale: con l’obiettivo di riportare a livello
       nazionale gli indirizzi, le esperienze e le buone pratiche esistenti a livello
       comunitario in particolare nel settore della eAccessibility e della
       alfabetizzazione digitale, anche a supporto della roadmap menzionata nella




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Comunicazione eInclusion 2007 e come seguito della Conferenza di Vienna
   eInclusion del dicembre 2008.

Azioni per il miglioramento della conoscenza dei fenomeni, nell’ambito delle
quali saranno centrali:

o il consolidamento di modelli di simulazione per la previsione di scenari futuri
   e per la valutazione d’impatto delle alternative di intervento.

o Le attività di studio sull’impatto delle misure di contrasto della povertà,
   incluse quelle promosse dalla Commissione d’indagine sull’esclusione
   sociale;

o Lo sviluppo e la promozione nell’utilizzo di più sofisticati indicatori di
   povertà ed esclusione sociale, nonché di misurazioni del benessere (es.
   indicatori territoriali, del benessere dei minori, di mobilità intergenerazionale
   ecc.).

o Le ricerche per favorire la conoscenza delle condizioni di vita delle persone
   senza dimora (analisi quantitativa, banca dati dei servizi, analisi dei modelli
   organizzativi dei servizi ad essi rivolti, il ruolo della comunicazione per il
   superamento dello stigma).

o La promozione di reti di osservatori territoriali pubblici e privati o in
   partnership con l’obiettivo di favorire e incentivare lo scambio di prassi e
   metodologie e definire standard comuni nella produzione di informazione,
   dati e indicatori sulle situazioni di povertà.

o La promozione, con il supporto delle organizzazioni attive sul territorio e la
   partecipazione delle stesse persone in situazione di povertà, di azioni di
   sensibilizzazione specifica per i decisori politici, in forma di “visite”
   accompagnate ai servizi e ascolto diretto sui luoghi di narrazioni di percorsi
   di emarginazione.

Stabilizzazione di un metodo aperto di coordinamento interno per le politiche di
contrasto alla povertà, attraverso momenti partecipativi che includano oltre i
diversi livelli di governo, anche gli organismi operanti nel campo della lotta alla
povertà, in modo da:



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o elaborare strategie locali per la lotta alla povertà e all’esclusione sulla base
              dei piani sociali regionali e di zona con il coinvolgimento di tutti gli attori
              chiave nell’attuazione del Metodo Aperto di Coordinamento.

          o Definire un appuntamento annuale (tavola rotonda sull’inclusione sociale) di
              confronto sull’avanzamento delle strategie territoriali di inclusione sociale.

          o Promuovere tutte le forme di sussidiarietà orizzontale, del volontariato e
              dell’associazionismo;

          o Creare di un tavolo permanente per le politiche di contrasto alle marginalità
              estreme nelle grandi città, da realizzare con il supporto di ANCI ed il
              coinvolgimento particolare di tutte quelle Amministrazioni Comunali che
              negli anni passati hanno dimostrato di saper sviluppare prassi efficaci di
              inclusione sociale.

2.2   La strategia di comunicazione (evento di apertura, sito web e campagna
      nazionale)

      In considerazione della natura multidimensionale della povertà e dell’esclusione
      sociale e nell’ottica di integrare la prevenzione e la lotta alla povertà e all’esclusione
      in altre politiche, la strategia di comunicazione nazionale dovrà produrre un valore
      aggiunto e complementare alle azioni di protezione e inclusione sociale.

      I destinatari della strategia comunicativa saranno: il grande pubblico, i decisori
      politici a tutti i livelli e gli esperti ed operatori del settore, i diversi gruppi sociali ed
      organizzazioni della società civile, le persone e i gruppi in stato di povertà ed
      esclusione.

      Il programma di comunicazione per l’Italia comprenderà le seguenti iniziative:

          Evento di apertura a cavallo tra gennaio e febbraio 2010 organizzato in
          partnership con il Comune di Milano; evento di chiusura nel mese di ottobre
          2010 con realizzazione della prima tavola rotonda italiana sulla lotta alla
          povertà e all’esclusione sociale.

          Sito web dedicato all’Anno europeo per assicurare un adeguato livello di
          informazione e chiarezza sugli obiettivi dell’evento, sul modo in cui esso è
          organizzato e gestito, nonché sugli obiettivi e strategie nazionali. Attraverso il



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sito web saranno inoltre realizzate iniziative di consultazione di persone, gruppi o
          organizzazioni sui temi e sulle iniziative che realizzano il Programma nazionale
          per il 2010. Il sito rappresenterà inoltre la piattaforma di collegamento tra le
          iniziative dell’Anno europeo e i programmi istituzionali nazionali e locali volti a
          garantire l’alfabetizzazione e l’accesso ai servizi telematici per le persone che
          versano in condizione di disagio.

          Campagna nazionale di comunicazione per la sensibilizzazione dell’opinione
          pubblica sulle condizioni di vita delle persone che versano in stato di povertà, al
          fine promuovere l’attenzione alla costruzione di una società più coesa ed attiva.

          Eventi culturali, come la mostra europea itinerante di sculture e altre opere
          d’arte moderna legate al tema dell’emarginazione promossa dal network Europeo
          FEANTSA; concorsi di grafici, designers e creativi coinvolti sui temi
          dell’inclusione (tipo iniziativa Spot School Award); collegamento con i festival
          italiani dell’audiovisivo per tematizzare parte dei programmi sul tema della
          partecipazione delle persone senza dimora (anche con produzioni specifiche di
          cortometraggi).

          Collaborazioni con le scuole di formazione di giornalismo sull’attenzione che
          dev’essere dedicato al tema povertà, con particolare riferimento alla necessità di
          rompere con le rappresentazioni del fenomeno che mantengono meccanismi di
          stigma.

          Iniziative nelle scuole, promosse direttamente attraverso il programma e in
          partenariato con ulteriori campagna promosse da enti privati che operano
          stabilmente nel mondo della scuola e dell’animazione dei giovani.

2.3   La dimensione di genere come approccio trasversale al Programma nazionale
      per il 2010.

      Un’efficace strategia per affrontare il tema della povertà e delle misure di inclusione
      sociale necessita di un sistema fortemente omnicomprensivo, in cui si realizzi
      pienamente il principio della pari dignità sociale e dell’eguaglianza di tutti, da
      intendersi come una uguaglianza sostanziale, attraverso l’adozione di azioni positive
      miranti a superare le disparità di fatto esistenti e a eliminare situazioni
      oggettivamente discriminatorie. Fra queste, la prospettiva di genere appare di


                                                                                              9
rilevanza trasversale a tutti i settori, come fattore di crescita e di sviluppo e come
            pilastro fondamentale per rendere più efficaci le strategie di contrasto alla grave
            emarginazione, area all’interno della quale le donne rappresentano una percentuale
            mediamente minoritaria ma spesso colpita nella maniera più severa. L’impegno è di
            combattere i gap esistenti nei diversi ambiti e ampliare concretamente le opportunità
            per le donne nei contesti economici e produttivi nella società e nelle istituzioni.
            Pertanto nel quadro delle politiche di coesione, la promozione delle pari opportunità
            di genere deve essere integrata nei diversi campi di intervento.

     2.4   Accessibilità delle azioni

           La garanzia nell’accesso alle iniziative dell’Anno europeo sono garantite attraverso
            due impegni precisi:

               la diffusione territoriale delle azioni, attraverso il coinvolgimento nella
               realizzazione degli eventi delle amministrazioni territoriali e delle organizzazioni
               private. In tal senso, per le iniziative candidate all’acquisizione del logo
               dell’Anno europeo, la caratteristica dell’accesso e della partecipazione delle
               persone in condizione di povertà e delle persone con disabilità costituirà fattore
               dirimente per l’ammissione all’utilizzo del logo;

               l’utilizzo di modelli partecipativi realizzati secondo le metodologie di
               mobilitazione e coinvolgimento di persone e gruppi locali basati sull’esperienza
               di People experiencing poverty.

3.   CONSULTAZIONE DELLA SOCIETÀ CIVILE E DELLE PARTI INTERESSATE

     3.1    Parti interessate consultate

           Le strategie di inclusione sociale devono confrontarsi con un impianto istituzionale
            federalista e multilivello e anche l’organizzazione dell’Anno europeo deve tenere
            conto di questo fattore che modella in Italia qualsiasi processo di politica pubblica.
            Inoltre, nell’esperienza italiana, accanto al tema del policentrismo istituzionale –
            tanto più rilevante quanto più le strategie di inclusione si sviluppano nei “territori” –
            ricopre un ruolo di primaria importanza quello della sussidiarietà orizzontale e della
            partecipazione ai processi della ricca rete di organizzazioni private che operano nel
            settore dell’inclusione sociale e dei servizi alla persona.




                                                                                                   10
L’obiettivo di programmare e realizzare l’Anno europeo valorizzando il ruolo di tutti
      questi soggetti dentro una governance complessa ma coordinata è un compito
      impegnativo e, tuttavia, proprio il 2010 può rappresentare un’occasione favorevole
      per fare passi in avanti in processi di integrazione di queste costellazioni di soggetti.
      Da questo punto di vista è di grande interesse il fatto che nel corso delle
      consultazioni per la predisposizione di questi Programma nazionale per il 2010 sia
      emerso nel tavolo di consultazione delle associazioni e delle organizzazioni del
      volontariato l’indicazione della necessità non solo di posizioni comuni tra esse ma
      che le attività dell’Anno europeo possano essere a loro volta realizzare attraverso
      maggiori partnership e progetti comuni.

      Le parti interessate coinvolte nella progettazione dell’evento e nella sua realizzazione
      (oltre al Ministero del lavoro, della salute e delle politiche social) sono state le
      seguenti:

          Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento per le politiche della
          famiglia, Dipartimento per le pari opportunità, Dipartimento per l’innovazione
          tecnologica), Ministero dello sviluppo economico (Dipartimento per lo sviluppo
          e la coesione economica); Ministero delle infrastrutture; Ministero dell’economia
          e delle finanze; Ministero dell’istruzione.

          Coordinamento politiche sociali della conferenza dei Presidenti delle Regioni
          italiane, UPI ed ANCI;

          Parti sociali e organizzazioni del terzo settore già consultate per il Rapporto
          nazionale sulle strategie per la protezione sociale e l’inclusione sociale oltre ad
          altre organizzazioni indicate dalla Commissione europea nelle comunicazioni
          relative all’Anno europeo.

3.2   Il processo di consultazione, i suoi risultati e il follow-up

      A partire dal mese di settembre 2009 le informazioni sugli obiettivi dell'Anno
      europeo, sulle modalità organizzative e sulle forme di partecipazione alla sua
      programmazione ed alle sue attività saranno pubblicate sul sito web del Ministero del
      lavoro, della salute e delle politiche sociali e sulla rivista web dello stesso Ministro,
      oltre che rese disponibili come materiali da pubblicare per ciascuna agenzia
      informativa che volesse diffondere attraverso i propri canali. A partire dal mese di


                                                                                             11
ottobre sarà attivato un sistema di consultazione telematica sui temi dell’Anno
            europeo, con particolare attenzione anche ai temi del e-inclusion e del superamento
            del digital divide per i gruppi svantaggiati.

            Il monitoraggio delle attività nel corso del 2010 e la loro valutazione
            successivamente alla conclusione dell’Anno europeo saranno a loro volta oggetto di
            consultazione degli stessi partner pubblici e privati elencati al punto 3.1.

4.   DISPOSIZIONI DI ATTUAZIONE

     4.1    Invito a presentare proposte, criteri di assegnazione, procedura di selezione ecc.

            Le attività dell’Anno europeo si dividono in due tipologie:

                   attività finanziate direttamente dal budget collegato al Programma nazionale
                   per il 2010;

                   attività che posano su un finanziamento pubblico o privato di altra natura che
                   possono tuttavia concorrere ad utilizzare il marchio dell’Anno europeo in
                   base ad una valutazione del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche
                   sociali (in qualità di Organismo nazionale di attuazione).

            Tra le prime rientrano tutte le campagne e le azioni richiamate nel punto 2.1. Queste
            saranno realizzate in partnership con le parti interessate, supportate da una o più
            agenzie selezionate in base alle regolari procedure per la selezione di fornitura di
            servizi alle pubbliche amministrazioni. L’affidamento si sostanzia nella realizzazione
            delle campagne attraverso la cura di tutte le attività tecniche necessarie e
            l’affiancamento degli altri soggetti istituzionali e privati che contribuiranno alla
            realizzazione delle stesse (Regioni, Comuni, associazioni ecc.).

            Le campagne terranno in ogni caso conto delle ulteriori attività collaterali finanziate
            autonomamente da amministrazioni pubbliche o da soggetti privati che potranno
            essere svolte tra gennaio e dicembre 2010 in coerenza con gli obiettivi del
            Programma nazionale e, pertanto, potranno beneficiare dell’utilizzo del logo
            dell’Anno europeo. L’autorizzazione all’utilizzo del logo dell’Anno europeo sarà
            rilasciata formalmente dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali a
            seguito dell’esame dei progetti e delle attività presentate ad una commissione
            interna.



                                                                                                   12
Oltre alle attività specificamente finanziate dal budget dell'anno europeo,
l'Organismo Nazionale di Attuazione, nel caso vi siano soggetti locali o nazionali
che abbiano proposte significative di iniziative da realizzare nel contesto dell'anno
europeo ma che non sia possibile coprire con il budget disponibile, si impegna a
realizzare, con strumenti informativi idonei, un meccanismo teso a favorire l'incontro
territoriale fra questo tipo di domanda e potenziali soggetti pubblici e privati che
potrebbero essere disponibili a sostenerle. Anche iniziative locali e/o nazionali così
progettate e finanziate, in quanto validate dall'Organismo Nazionale di Attuazione e
compatibili con le presenti linee guida, potranno entrare a far parte delle inziative
comuni per il 2010 ed essere svolte sotto l'egida dell'anno europeo.

Le proposte di progetti e attività collaterali al Programma nazionale per il 2010
potranno essere presentate agevolmente attraverso una sezione del sito internet del
Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali che sarà attivato a partire
dal mese di ottobre 2009 e che sarà presente anche sul sito web dedicato dell’Anno
europeo.

4.2       Scadenzario indicativo

Settembre 2009

      •   Pubblicazione degli obiettivi, dei materiali e delle modalità di partecipazione
          dell’Anno europeo sul sito del Ministero del lavoro, della salute e delle
          politiche sociali.

      •   Avvio procedura formale di cofinanziamento a carico delle risorse in bilancio
          presso il Ministero dell’economia e delle finanze.

Ottobre 2009

      •   Avvio    consultazione   telematica   sui   contenuti   e   sulle   azioni   per
          l’implementazione del Programma nazionale per il 2010.

      •   Consultazione del tavolo delle amministrazioni nazionali, regionali e locali,
          ONG, sulle procedure e le modalità organizzative dell’Anno europeo.

      •   Predisposizione schemi per i bandi delle azioni per l’implementazione del
          Programma nazionale per il 2010.




                                                                                         13
•   Campagna di comunicazione per richiedere di avanzare candidature per
       acquisire il logo dell’Anno europeo.

Novembre 2009

   •   Pubblicazione bandi e avvisi per procedure di selezione dei progetti per
       l’implementazione del Programma nazionale per il 2010 e individuazione dei
       progetti selezionati, compatibilmente con l’adozione della decisione di
       finanziamento.

   •   Consultazione del tavolo delle amministrazioni nazionali, regionali e locali,
       ONG, sui progetti selezionati per la messa in rete delle iniziative finanziate
       dal Programma nazionale per il 2010 con quelle autonomamente finanziate
       che hanno acquisito il logo Anno europeo.

Dicembre 2009

   •   Presentazione alla Commissione europea delle candidature selezionate per la
       richiesta di finanziamento.

Gennaio/febbraio 2010

   •   Realizzazione evento di apertura dell’Anno europeo a Milano.

   •   Firma accordi di delega con Commissione europea.

Marzo/aprile 2010

   •   Inizio attività anno europeo.

   •   Realizzazione primo focus week.

Maggio/giugno 2010

   •   Consultazione del tavolo delle amministrazioni nazionali, regionali e locali,
       ONG, per il monitoraggio delle iniziative del Programma nazionale per il
       2010 e aggiornamento delle iniziative che acquisiscono il logo dell’Anno
       europeo.

Settembre/ottobre 2010

   •   Realizzazione secondo focus week.

   •   Realizzazione iniziativa conclusiva dell’esercizio italiano di coinvolgimento
       di gruppi di persone in povertà (People experiencing poverty).


                                                                                   14
•   Tavola Rotonda sulla lotta alla povertà e l’inclusione sociale (sede da
                  definire)

           Dicembre 2010

              •   Consultazione del tavolo delle amministrazioni nazionali, regionali e locali,
                  ONG, per la valutazione delle iniziative realizzate del Programma nazionale
                  per il 2010.

5.   BILANCIO INDICATIVO

           Le risorse destinate al finanziamento del Programma nazionale per il 2010 sono pari
           a circa 1 milione 500 mila euro, tenuto conto anche della quota di finanziamento a
           carico della Commissione europea. Il cofinanziamento nazionale sarà a carico del
           fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie di cui all’articolo 5
           della legge 16 aprile 1987 n. 183.

           Alle risorse finanziarie sono da aggiungere le risorse strumentali e umane in carico al
           Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali: Direzione generale per le
           politiche per l'orientamento e la formazione e la Direzione Generale per l'inclusione
           e i diritti sociali e la responsabilità sociale delle imprese.

           L’articolazione orientativa delle risorse è la seguente:

              •   Campagna di comunicazione: 450.000 €

              •   Sito web: 50.000 €

              •   Animazione e partecipazione di gruppi di persone povere: 100.000 €

              •   Concorsi, eventi culturali e formazione (es. scuole giornalismo): 100.000 €

              •   Evento iniziale, focus week ed evento finale: 400.000 €

              •   Progetti: 400.000 €

              •   TOTALE: 1.500.000 €



6.   MECCANISMI DI MONITORAGGIO E DI VALUTAZIONE

           Al termine del 2009 il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali
           definirà una griglia di valutazione delle attività dell’Anno europeo, sottoponendola




                                                                                                15
alle organizzazioni pubbliche e private coinvolte nella predisposizione del
Programma nazionale per il 2010 e alla Commissione europea.

Il monitoraggio di tali attività, in base a tale griglia di valutazione, sarà realizzato con
un elevato grado di trasparenza e partecipazione. Il calendario delle azioni e delle
attività sarà costantemente aggiornato sul sito web e trimestralmente saranno
pubblicate sullo stesso schede di sintesi e documentazioni sugli eventi realizzati,
sulle persone ed i gruppi coinvolti e sulle risorse impegnate nelle iniziative.

A cavallo tra i mesi di maggio e giugno si svolgerà una valutazione intermedia sulle
attività, aperta alle organizzazioni pubbliche e private coinvolte nella predisposizione
del Programma nazionale per il 2010 e alla Commissione europea, e finalizzata allo
scopo di apportare eventuali modifiche ai programmi delle attività e l’aggiornamento
delle iniziative che acquisiscono il logo dell’Anno europeo. Lo stesso grado di
trasparenza e partecipazione caratterizzerà la valutazione finale dell’Anno europeo
nei primi mesi del 2011.




                                                                                          16

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Programma nazionale 2010 anno europeo della lotta alla povertà ed esclusione sociale

  • 1. Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Programma nazionale per il 2010 Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale - ITALIA - 1. CONTESTO NAZIONALE: LE SFIDE CUI REAGIRE 1.1 La sfide costituite dalla povertà e la strategia nazionale per la lotta alla povertà. Il 2010, designato dal Parlamento Europeo quale Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale, costituisce un’occasione per tutti i paesi membri dell’Unione europea per aggiornare la riflessione sulla strategia di lotta alla povertà fissata a Lisbona nel 2000 e per riprogettare le azioni rivolte a questi stessi obiettivi nel prossimo decennio. La progettazione dell’Anno europeo per la lotta alla povertà intende coinvolgere tutti i livelli di governance, gli operatori delle politiche di settore e gli attori dell’economia e della società civile, nella consapevolezza che, per registrare progressi reali in questo ambito, occorre uno sforzo integrato e di lungo periodo. Il tema dell’Anno europeo cade in un momento estremamente critico da un punto di vista economico, legato ad aspetti congiunturali internazionali che hanno provocato evidenti processi di trasformazione sociale anche nella realtà del nostro Paese. Da un lato, alla luce di tali nuovi eventi, è necessaria una lettura aggiornata delle 1
  • 2. dinamiche di povertà ed esclusione che, affiancandosi ai tradizionali strumenti statistici, realizzi una fotografia in tempo reale del cambiamento in atto: anche per questa ragione aumentano di importanza la rapidità con cui le informazioni diventano disponibili, il loro dettaglio territoriale, nonché nuovi strumenti di indagine anche qualitativa che mirano a leggere attraverso focus specifici le trasformazioni in corso (in questo senso, ad esempio, si è mossa la Commissione d’indagine sull’esclusione sociale con iniziative di auditing sociale territoriale promosse nella primavera 2009). Dall’altro lato, attraverso il Rapporto Strategico Nazionale 2008-2010 l’Italia ha lanciato una complessa sfida progettuale e culturale che vede la necessità di avviare un nuovo cammino di ampia partecipazione istituzionale per raggiungere l’obiettivo di riformare un nuovo modello di welfare che diventi – come segnalato nel Libro Bianco sul futuro del modello sociale1 – “binomio di opportunità - responsabilità”, che permetta di prevenire e contrastare la povertà recuperando la prospettiva di una comunità che sappia “prendersi cura” delle persone in difficoltà e sviluppare processi di inclusione attiva per raggiungere, in linea con la strategia comunitaria, l’innalzamento della condizione di benessere di ogni cittadino e per assicurare l’accesso ai beni, ai servizi, alle opportunità di sviluppo sociale e professionale. Il Libro Bianco, in particolare, rivolge uno sguardo alla povertà assoluta, cioè a coloro che vivono al di sotto del minimo socialmente accetabile e sollecita “l’organizzazione di concrete soluzioni ai bisogni degli ultimi” come “primo obiettivo di una società coesa”. La povertà assoluta costituisce il campo entro cui sollecitare consapevolezza pubblica, responsabilità diffuse e coscienza della necessità di azioni urgenti e solidali, anche al fine di interrompere il circuito della trasmissione della povertà da una generazione all’altra. Le strategie formalizzate nel presente documento costituiscono la mappa dell’impegno del Governo italiano nella conduzione dell’Anno europeo. 11 Il Libro Bianco sul future del modello sociale del 2009 è il documento di cornice che intende ispirare i piani di azione delle politiche di welfare del governo italiano per i prossimi anni 2
  • 3. 1.2 La struttura amministrativa posta in atto La struttura di coordinamento amministrativo dell’Anno europeo è il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, in qualità di Organismo nazionale di attuazione. Il coordinamento con le altre amministrazioni nazionali e territoriali viene garantito attraverso incontri periodici a partire dal mese di settembre 2009 per la fase di organizzazione dell’Anno europeo e, nel 2010, per la sua implementazione. Tali incontri saranno finalizzati a realizzare il migliore partenariato tra le amministrazioni coinvolte e a far convergere sotto l’ombrello dell’Anno europeo tutte le iniziative istituzionali, anche quelle non finanziate direttamente dalle risorse rese disponibili per il Programma nazionale per il 2010, ma poste in essere sulla base degli strumenti ordinari di programmazione degli enti interessati. 2. IL PROGRAMMA NAZIONALE 2.1 Attività dell'Anno europeo: Le azioni che l’Italia intende porre in essere nell’ambito dell’Anno europeo sono selezionate in coerenza con le indicazioni stabilite nel quadro strategico per il 2010 stabilito dalla Commissione europea, con la strategia nazionale di inclusione sociale – formalizzata nel piano nazionale di inclusione sociale 2008-2010 – e con gli orientamenti del Libro Bianco sul futuro del modello sociale. Con riferimento al primo degli obiettivi stabiliti dalla Commissione nel quadro strategico – il riconoscimento dei diritti – l’impegno del Programma nazionale per il 2010 italiano è quello di realizzare una campagna coordinata di azioni rivolte alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica, dei media, degli operatori e dei decisori politici sulle condizioni di vita delle persone che versano in povertà. In particolare, va evidenziato come il ciclo di vita di ciascun individuo e famiglia possa essere esposto a rischi di indebolimento che vanno affrontati con strategie volte a mobilitare la capacità delle persone all’interno dei propri sistemi di relazioni sociale e affettive. Va inoltre sottolineato come sia responsabilità comune – del pubblico e del privato, dei singoli e delle organizzazioni collettive – promuovere tale consapevolezza e l’attenzione alle strategie per una società più coesa e attiva. Questa vision corrisponde all’impostazione del Libro bianco sul futuro del modello sociale 3
  • 4. adottato nel maggio 2009 dal governo italiano nella logica di un sistema di protezione sociale orientato a proteggere e dare sicurezze per prevenire quelli che sono oggi i nuovi fattori di rischio e di debolezza; contrastare le nuove fonti di disuguaglianza sociale e costruire reti di relazioni tra individui e comunità evitando la solitudine; promuovere solidi percorsi di inclusione garantendo a tutti pari opportunità di accesso. Organizzare prestazioni di beni e servizi e non solo erogazioni monetarie, disegnando nuove politiche. Sotto quest’ultimo punto di vista il Programma nazionale per il 2010 intende promuovere sinergie istituzionali e partenariati con il mondo privato e dei corpi sociali intermedi che non si limitino all’identificazione delle politiche di coesione sociale con gli interventi sociali in senso stretto, ma definisca un campo più vasto di servizi di coesione, includendo l’intero spettro di dimensioni (informazione, cultura, educazione, sport ecc.) nelle quali si sviluppa il sistema di relazioni – e quindi anche di protezione – delle persone. Altro aspetto rilevante del Programma nazionale per il 2010 italiano sono le iniziative volte a sottolineare le condizioni di povertà e i fattori che le hanno determinate per le fasce di popolazione più deboli e meno capaci di rappresentazione politica e formulazione di domanda di intervento: i minori, le persone disabili, gli immigrati e le minoranze etniche, le persone che versano in condizione di estrema marginalità, come i senza dimora. Per questi il Programma nazionale per il 2010 intende focalizzare specifiche azioni di sensibilizzazione pubblica e iniziative istituzionali volte all’affermazione tanto dell'accessibilità ai diritti di queste fasce di popolazione quanto alla visualizzazione di strategie e azioni concrete di contrasto del fenomeno. Riguardo al secondo obiettivo indicato nel quadro strategico della Commissione – quello della responsabilità condivisa e della partecipazione – l’obiettivo delle azioni dell’Anno europeo è quello di consolidare le dinamiche relazionali tra soggetti pubblici e tra questi e i soggetti privati finalizzati a sviluppare crescenti forme di partenariato. Un elemento realmente innovativo per l’esperienza italiana costituisce l’impegno alla conduzione dell’Anno europeo non solo attraverso la più ampia partecipazione delle organizzazioni attive nel campo dell’inclusione sociale, ma secondo l’affermazione del principio “mai più senza di loro”, e quindi con il 4
  • 5. coinvolgimento diretto nella realizzazione delle iniziative delle persone che portano la personale esperienza di condizioni di povertà e di opportunità di inclusione. Per tale ragione sarà centrale, come si vedrà più avanti, la realizzazione di un’ ampia iniziativa che richiami, tra gli altri, gli obiettivi e le caratteristiche del percorso e dei meeting di People experiencing poverty promossi da tempo a livello comunitario da grandi reti europee di ONG e dalla Commissione europea. Tale percorso ha infatti dimostrato un elevato potenziale di attivazione delle persone in difficoltà ed ha rappresentato, in Europa, un importante volano per diffondere cultura e pratiche di partecipazione diffusa nell’azione dei soggetti sociali. È questo l’obiettivo che si intende perseguire sperimentando, a partire dai livelli locali, questo esercizio di attivazione dei territori con processi di coinvolgimento reale delle persone e delle comunità. In relazione all’obiettivo della promozione di una società più coesa, le azioni promosse saranno volte a diffondere la consapevolezza dei vantaggi derivanti da una società senza povertà. La povertà si determina come grado estremo di disuguaglianza. Per tale ragione il Programma nazionale per il 2010 svilupperà anche iniziative sul tema dell’accesso, da intendere come accesso ai servizi, alle opportunità e alle forme di ricchezza che la collettività e le istituzioni pubbliche e private producono. In tale quadro compito dell’Anno europeo è quello di promuovere la concezione della coesione sociale come moltiplicatore dell’economia e di legittimare l’investimento nelle politiche e nei servizi di inclusione. Inoltre, poiché questo investimento allude a modalità di governo della coesione distribuite verso il territorio e verso le dimensioni intermedie di responsabilità e di impegno, l’Anno europeo deve costituire l’occasione per sottolineare il ruolo di tanti attori - oltre lo Stato, i soggetti pubblici decentrati, le organizzazioni del terzo settore e del volontariato, le reti parentali, i singoli contesti aziendali – che sono chiamati a convergere al fine di promuovere tutte le azioni che consentano da subito l’accesso e la condivisione delle forme di ricchezza che questi “luoghi” producono. Pur nella consapevolezza che non basterà l’Anno Europeo per risolvere le diverse questioni istituzionali, organizzative e finanziarie che stanno dietro a questi temi, ciò non di meno si ritiene che esso possa dare un decisivo impulso al dibattito in materia ed alle scelte conseguenti. 5
  • 6. Con riguardo all’assunzione di impegni per azioni concrete, l’Anno europeo costituirà la piattaforma per l’aggiornamento della strategia italiana di contrasto alla povertà che sarà formalizzata nell’ambito della tavola rotonda sulla lotta alla povertà e l’inclusione sociale che il governo italiano realizzerà nella seconda metà dell’anno come evento inaugurale dell’Anno europeo. All’interno di questa cornice di riferimento, le azioni dell’Anno europeo si svilupperanno come segue: Campagne di mobilitazione e partecipazione sui temi elencati nel punto 2.2 e, in particolare: o campagna di mobilitazione nelle scuole: promozione nelle scuole di una campagna-quadro contro la povertà, alla quale diversi soggetti possano contribuire, anche con iniziative e fondi propri, purché recanti contenuti e strumenti approvati dall'Organismo nazionale di attuazione attraverso rilascio del marchio dell'anno europeo. o Realizzazione di eventi nazionali e locali che promuovano un ampio processo di partecipazione delle persone in condizioni di povertà (alla stregua del già richiamato evento europeo People experiencing poverty). o Campagna rivolta a promuovere la partecipazione a programmi pubblici, come ad esempio quello del Fondo Carta Acquisti, degli operatori privati (associazioni di categoria, distribuzione commerciale, grandi imprese, utilities, eventi sportivi, catene di sale cinematografiche ecc.) attraverso il riconoscimento del ruolo di partner dell’anno europeo ai soggetti che contribuiscono finanziariamente o garantiscono accesso agevolato ai beni o servizi oggetto della loro attività. L’iniziativa ha lo scopo sia di permettere di raccogliere risorse private da destinare ai soggetti in condizioni di necessità sia di moltiplicare i canali di diffusione del logo dell’anno europeo. o Campagna sull’inclusione digitale: con l’obiettivo di riportare a livello nazionale gli indirizzi, le esperienze e le buone pratiche esistenti a livello comunitario in particolare nel settore della eAccessibility e della alfabetizzazione digitale, anche a supporto della roadmap menzionata nella 6
  • 7. Comunicazione eInclusion 2007 e come seguito della Conferenza di Vienna eInclusion del dicembre 2008. Azioni per il miglioramento della conoscenza dei fenomeni, nell’ambito delle quali saranno centrali: o il consolidamento di modelli di simulazione per la previsione di scenari futuri e per la valutazione d’impatto delle alternative di intervento. o Le attività di studio sull’impatto delle misure di contrasto della povertà, incluse quelle promosse dalla Commissione d’indagine sull’esclusione sociale; o Lo sviluppo e la promozione nell’utilizzo di più sofisticati indicatori di povertà ed esclusione sociale, nonché di misurazioni del benessere (es. indicatori territoriali, del benessere dei minori, di mobilità intergenerazionale ecc.). o Le ricerche per favorire la conoscenza delle condizioni di vita delle persone senza dimora (analisi quantitativa, banca dati dei servizi, analisi dei modelli organizzativi dei servizi ad essi rivolti, il ruolo della comunicazione per il superamento dello stigma). o La promozione di reti di osservatori territoriali pubblici e privati o in partnership con l’obiettivo di favorire e incentivare lo scambio di prassi e metodologie e definire standard comuni nella produzione di informazione, dati e indicatori sulle situazioni di povertà. o La promozione, con il supporto delle organizzazioni attive sul territorio e la partecipazione delle stesse persone in situazione di povertà, di azioni di sensibilizzazione specifica per i decisori politici, in forma di “visite” accompagnate ai servizi e ascolto diretto sui luoghi di narrazioni di percorsi di emarginazione. Stabilizzazione di un metodo aperto di coordinamento interno per le politiche di contrasto alla povertà, attraverso momenti partecipativi che includano oltre i diversi livelli di governo, anche gli organismi operanti nel campo della lotta alla povertà, in modo da: 7
  • 8. o elaborare strategie locali per la lotta alla povertà e all’esclusione sulla base dei piani sociali regionali e di zona con il coinvolgimento di tutti gli attori chiave nell’attuazione del Metodo Aperto di Coordinamento. o Definire un appuntamento annuale (tavola rotonda sull’inclusione sociale) di confronto sull’avanzamento delle strategie territoriali di inclusione sociale. o Promuovere tutte le forme di sussidiarietà orizzontale, del volontariato e dell’associazionismo; o Creare di un tavolo permanente per le politiche di contrasto alle marginalità estreme nelle grandi città, da realizzare con il supporto di ANCI ed il coinvolgimento particolare di tutte quelle Amministrazioni Comunali che negli anni passati hanno dimostrato di saper sviluppare prassi efficaci di inclusione sociale. 2.2 La strategia di comunicazione (evento di apertura, sito web e campagna nazionale) In considerazione della natura multidimensionale della povertà e dell’esclusione sociale e nell’ottica di integrare la prevenzione e la lotta alla povertà e all’esclusione in altre politiche, la strategia di comunicazione nazionale dovrà produrre un valore aggiunto e complementare alle azioni di protezione e inclusione sociale. I destinatari della strategia comunicativa saranno: il grande pubblico, i decisori politici a tutti i livelli e gli esperti ed operatori del settore, i diversi gruppi sociali ed organizzazioni della società civile, le persone e i gruppi in stato di povertà ed esclusione. Il programma di comunicazione per l’Italia comprenderà le seguenti iniziative: Evento di apertura a cavallo tra gennaio e febbraio 2010 organizzato in partnership con il Comune di Milano; evento di chiusura nel mese di ottobre 2010 con realizzazione della prima tavola rotonda italiana sulla lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Sito web dedicato all’Anno europeo per assicurare un adeguato livello di informazione e chiarezza sugli obiettivi dell’evento, sul modo in cui esso è organizzato e gestito, nonché sugli obiettivi e strategie nazionali. Attraverso il 8
  • 9. sito web saranno inoltre realizzate iniziative di consultazione di persone, gruppi o organizzazioni sui temi e sulle iniziative che realizzano il Programma nazionale per il 2010. Il sito rappresenterà inoltre la piattaforma di collegamento tra le iniziative dell’Anno europeo e i programmi istituzionali nazionali e locali volti a garantire l’alfabetizzazione e l’accesso ai servizi telematici per le persone che versano in condizione di disagio. Campagna nazionale di comunicazione per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle condizioni di vita delle persone che versano in stato di povertà, al fine promuovere l’attenzione alla costruzione di una società più coesa ed attiva. Eventi culturali, come la mostra europea itinerante di sculture e altre opere d’arte moderna legate al tema dell’emarginazione promossa dal network Europeo FEANTSA; concorsi di grafici, designers e creativi coinvolti sui temi dell’inclusione (tipo iniziativa Spot School Award); collegamento con i festival italiani dell’audiovisivo per tematizzare parte dei programmi sul tema della partecipazione delle persone senza dimora (anche con produzioni specifiche di cortometraggi). Collaborazioni con le scuole di formazione di giornalismo sull’attenzione che dev’essere dedicato al tema povertà, con particolare riferimento alla necessità di rompere con le rappresentazioni del fenomeno che mantengono meccanismi di stigma. Iniziative nelle scuole, promosse direttamente attraverso il programma e in partenariato con ulteriori campagna promosse da enti privati che operano stabilmente nel mondo della scuola e dell’animazione dei giovani. 2.3 La dimensione di genere come approccio trasversale al Programma nazionale per il 2010. Un’efficace strategia per affrontare il tema della povertà e delle misure di inclusione sociale necessita di un sistema fortemente omnicomprensivo, in cui si realizzi pienamente il principio della pari dignità sociale e dell’eguaglianza di tutti, da intendersi come una uguaglianza sostanziale, attraverso l’adozione di azioni positive miranti a superare le disparità di fatto esistenti e a eliminare situazioni oggettivamente discriminatorie. Fra queste, la prospettiva di genere appare di 9
  • 10. rilevanza trasversale a tutti i settori, come fattore di crescita e di sviluppo e come pilastro fondamentale per rendere più efficaci le strategie di contrasto alla grave emarginazione, area all’interno della quale le donne rappresentano una percentuale mediamente minoritaria ma spesso colpita nella maniera più severa. L’impegno è di combattere i gap esistenti nei diversi ambiti e ampliare concretamente le opportunità per le donne nei contesti economici e produttivi nella società e nelle istituzioni. Pertanto nel quadro delle politiche di coesione, la promozione delle pari opportunità di genere deve essere integrata nei diversi campi di intervento. 2.4 Accessibilità delle azioni La garanzia nell’accesso alle iniziative dell’Anno europeo sono garantite attraverso due impegni precisi: la diffusione territoriale delle azioni, attraverso il coinvolgimento nella realizzazione degli eventi delle amministrazioni territoriali e delle organizzazioni private. In tal senso, per le iniziative candidate all’acquisizione del logo dell’Anno europeo, la caratteristica dell’accesso e della partecipazione delle persone in condizione di povertà e delle persone con disabilità costituirà fattore dirimente per l’ammissione all’utilizzo del logo; l’utilizzo di modelli partecipativi realizzati secondo le metodologie di mobilitazione e coinvolgimento di persone e gruppi locali basati sull’esperienza di People experiencing poverty. 3. CONSULTAZIONE DELLA SOCIETÀ CIVILE E DELLE PARTI INTERESSATE 3.1 Parti interessate consultate Le strategie di inclusione sociale devono confrontarsi con un impianto istituzionale federalista e multilivello e anche l’organizzazione dell’Anno europeo deve tenere conto di questo fattore che modella in Italia qualsiasi processo di politica pubblica. Inoltre, nell’esperienza italiana, accanto al tema del policentrismo istituzionale – tanto più rilevante quanto più le strategie di inclusione si sviluppano nei “territori” – ricopre un ruolo di primaria importanza quello della sussidiarietà orizzontale e della partecipazione ai processi della ricca rete di organizzazioni private che operano nel settore dell’inclusione sociale e dei servizi alla persona. 10
  • 11. L’obiettivo di programmare e realizzare l’Anno europeo valorizzando il ruolo di tutti questi soggetti dentro una governance complessa ma coordinata è un compito impegnativo e, tuttavia, proprio il 2010 può rappresentare un’occasione favorevole per fare passi in avanti in processi di integrazione di queste costellazioni di soggetti. Da questo punto di vista è di grande interesse il fatto che nel corso delle consultazioni per la predisposizione di questi Programma nazionale per il 2010 sia emerso nel tavolo di consultazione delle associazioni e delle organizzazioni del volontariato l’indicazione della necessità non solo di posizioni comuni tra esse ma che le attività dell’Anno europeo possano essere a loro volta realizzare attraverso maggiori partnership e progetti comuni. Le parti interessate coinvolte nella progettazione dell’evento e nella sua realizzazione (oltre al Ministero del lavoro, della salute e delle politiche social) sono state le seguenti: Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento per le politiche della famiglia, Dipartimento per le pari opportunità, Dipartimento per l’innovazione tecnologica), Ministero dello sviluppo economico (Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica); Ministero delle infrastrutture; Ministero dell’economia e delle finanze; Ministero dell’istruzione. Coordinamento politiche sociali della conferenza dei Presidenti delle Regioni italiane, UPI ed ANCI; Parti sociali e organizzazioni del terzo settore già consultate per il Rapporto nazionale sulle strategie per la protezione sociale e l’inclusione sociale oltre ad altre organizzazioni indicate dalla Commissione europea nelle comunicazioni relative all’Anno europeo. 3.2 Il processo di consultazione, i suoi risultati e il follow-up A partire dal mese di settembre 2009 le informazioni sugli obiettivi dell'Anno europeo, sulle modalità organizzative e sulle forme di partecipazione alla sua programmazione ed alle sue attività saranno pubblicate sul sito web del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali e sulla rivista web dello stesso Ministro, oltre che rese disponibili come materiali da pubblicare per ciascuna agenzia informativa che volesse diffondere attraverso i propri canali. A partire dal mese di 11
  • 12. ottobre sarà attivato un sistema di consultazione telematica sui temi dell’Anno europeo, con particolare attenzione anche ai temi del e-inclusion e del superamento del digital divide per i gruppi svantaggiati. Il monitoraggio delle attività nel corso del 2010 e la loro valutazione successivamente alla conclusione dell’Anno europeo saranno a loro volta oggetto di consultazione degli stessi partner pubblici e privati elencati al punto 3.1. 4. DISPOSIZIONI DI ATTUAZIONE 4.1 Invito a presentare proposte, criteri di assegnazione, procedura di selezione ecc. Le attività dell’Anno europeo si dividono in due tipologie: attività finanziate direttamente dal budget collegato al Programma nazionale per il 2010; attività che posano su un finanziamento pubblico o privato di altra natura che possono tuttavia concorrere ad utilizzare il marchio dell’Anno europeo in base ad una valutazione del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali (in qualità di Organismo nazionale di attuazione). Tra le prime rientrano tutte le campagne e le azioni richiamate nel punto 2.1. Queste saranno realizzate in partnership con le parti interessate, supportate da una o più agenzie selezionate in base alle regolari procedure per la selezione di fornitura di servizi alle pubbliche amministrazioni. L’affidamento si sostanzia nella realizzazione delle campagne attraverso la cura di tutte le attività tecniche necessarie e l’affiancamento degli altri soggetti istituzionali e privati che contribuiranno alla realizzazione delle stesse (Regioni, Comuni, associazioni ecc.). Le campagne terranno in ogni caso conto delle ulteriori attività collaterali finanziate autonomamente da amministrazioni pubbliche o da soggetti privati che potranno essere svolte tra gennaio e dicembre 2010 in coerenza con gli obiettivi del Programma nazionale e, pertanto, potranno beneficiare dell’utilizzo del logo dell’Anno europeo. L’autorizzazione all’utilizzo del logo dell’Anno europeo sarà rilasciata formalmente dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali a seguito dell’esame dei progetti e delle attività presentate ad una commissione interna. 12
  • 13. Oltre alle attività specificamente finanziate dal budget dell'anno europeo, l'Organismo Nazionale di Attuazione, nel caso vi siano soggetti locali o nazionali che abbiano proposte significative di iniziative da realizzare nel contesto dell'anno europeo ma che non sia possibile coprire con il budget disponibile, si impegna a realizzare, con strumenti informativi idonei, un meccanismo teso a favorire l'incontro territoriale fra questo tipo di domanda e potenziali soggetti pubblici e privati che potrebbero essere disponibili a sostenerle. Anche iniziative locali e/o nazionali così progettate e finanziate, in quanto validate dall'Organismo Nazionale di Attuazione e compatibili con le presenti linee guida, potranno entrare a far parte delle inziative comuni per il 2010 ed essere svolte sotto l'egida dell'anno europeo. Le proposte di progetti e attività collaterali al Programma nazionale per il 2010 potranno essere presentate agevolmente attraverso una sezione del sito internet del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali che sarà attivato a partire dal mese di ottobre 2009 e che sarà presente anche sul sito web dedicato dell’Anno europeo. 4.2 Scadenzario indicativo Settembre 2009 • Pubblicazione degli obiettivi, dei materiali e delle modalità di partecipazione dell’Anno europeo sul sito del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali. • Avvio procedura formale di cofinanziamento a carico delle risorse in bilancio presso il Ministero dell’economia e delle finanze. Ottobre 2009 • Avvio consultazione telematica sui contenuti e sulle azioni per l’implementazione del Programma nazionale per il 2010. • Consultazione del tavolo delle amministrazioni nazionali, regionali e locali, ONG, sulle procedure e le modalità organizzative dell’Anno europeo. • Predisposizione schemi per i bandi delle azioni per l’implementazione del Programma nazionale per il 2010. 13
  • 14. Campagna di comunicazione per richiedere di avanzare candidature per acquisire il logo dell’Anno europeo. Novembre 2009 • Pubblicazione bandi e avvisi per procedure di selezione dei progetti per l’implementazione del Programma nazionale per il 2010 e individuazione dei progetti selezionati, compatibilmente con l’adozione della decisione di finanziamento. • Consultazione del tavolo delle amministrazioni nazionali, regionali e locali, ONG, sui progetti selezionati per la messa in rete delle iniziative finanziate dal Programma nazionale per il 2010 con quelle autonomamente finanziate che hanno acquisito il logo Anno europeo. Dicembre 2009 • Presentazione alla Commissione europea delle candidature selezionate per la richiesta di finanziamento. Gennaio/febbraio 2010 • Realizzazione evento di apertura dell’Anno europeo a Milano. • Firma accordi di delega con Commissione europea. Marzo/aprile 2010 • Inizio attività anno europeo. • Realizzazione primo focus week. Maggio/giugno 2010 • Consultazione del tavolo delle amministrazioni nazionali, regionali e locali, ONG, per il monitoraggio delle iniziative del Programma nazionale per il 2010 e aggiornamento delle iniziative che acquisiscono il logo dell’Anno europeo. Settembre/ottobre 2010 • Realizzazione secondo focus week. • Realizzazione iniziativa conclusiva dell’esercizio italiano di coinvolgimento di gruppi di persone in povertà (People experiencing poverty). 14
  • 15. Tavola Rotonda sulla lotta alla povertà e l’inclusione sociale (sede da definire) Dicembre 2010 • Consultazione del tavolo delle amministrazioni nazionali, regionali e locali, ONG, per la valutazione delle iniziative realizzate del Programma nazionale per il 2010. 5. BILANCIO INDICATIVO Le risorse destinate al finanziamento del Programma nazionale per il 2010 sono pari a circa 1 milione 500 mila euro, tenuto conto anche della quota di finanziamento a carico della Commissione europea. Il cofinanziamento nazionale sarà a carico del fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie di cui all’articolo 5 della legge 16 aprile 1987 n. 183. Alle risorse finanziarie sono da aggiungere le risorse strumentali e umane in carico al Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali: Direzione generale per le politiche per l'orientamento e la formazione e la Direzione Generale per l'inclusione e i diritti sociali e la responsabilità sociale delle imprese. L’articolazione orientativa delle risorse è la seguente: • Campagna di comunicazione: 450.000 € • Sito web: 50.000 € • Animazione e partecipazione di gruppi di persone povere: 100.000 € • Concorsi, eventi culturali e formazione (es. scuole giornalismo): 100.000 € • Evento iniziale, focus week ed evento finale: 400.000 € • Progetti: 400.000 € • TOTALE: 1.500.000 € 6. MECCANISMI DI MONITORAGGIO E DI VALUTAZIONE Al termine del 2009 il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali definirà una griglia di valutazione delle attività dell’Anno europeo, sottoponendola 15
  • 16. alle organizzazioni pubbliche e private coinvolte nella predisposizione del Programma nazionale per il 2010 e alla Commissione europea. Il monitoraggio di tali attività, in base a tale griglia di valutazione, sarà realizzato con un elevato grado di trasparenza e partecipazione. Il calendario delle azioni e delle attività sarà costantemente aggiornato sul sito web e trimestralmente saranno pubblicate sullo stesso schede di sintesi e documentazioni sugli eventi realizzati, sulle persone ed i gruppi coinvolti e sulle risorse impegnate nelle iniziative. A cavallo tra i mesi di maggio e giugno si svolgerà una valutazione intermedia sulle attività, aperta alle organizzazioni pubbliche e private coinvolte nella predisposizione del Programma nazionale per il 2010 e alla Commissione europea, e finalizzata allo scopo di apportare eventuali modifiche ai programmi delle attività e l’aggiornamento delle iniziative che acquisiscono il logo dell’Anno europeo. Lo stesso grado di trasparenza e partecipazione caratterizzerà la valutazione finale dell’Anno europeo nei primi mesi del 2011. 16