Eurostat - Statistiche sulle abitazioni

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Le Statistiche sulle Abitazioni da Eurostat

Housing statistics/it Statistics Explained
Source : Statistics Explained (http://ec.europa.eu/eurostat/statisticsexplained/) - 10/10/2018 1
Statistiche sulle abitazioni
Dati estratti a febbraio 2017. Dati più recenti: Ulteriori informazioni di Eurostat, tavole principali e banca
dati . Prossimo aggiornamento della scheda: dicembre 2018. La versione inglese di questa scheda è stata
aggiornata più di recente.
Nella presente scheda sono riportate statistiche recenti sulle abitazioni nell’ Unione europea (UE) , in tre paesi
EFTA e in Serbia, focalizzando l’attenzione sulla tipologia di abitazioni , sul titolo di godimento (proprietà o
affitto), sulla qualità delle abitazioni e sull’incidenza sul reddito del costo dell’abitazione.
La disponibilità di un’abitazione dignitosa, a un prezzo accettabile e in un ambiente sicuro è al contempo
una necessità fondamentale e un diritto. La soddisfazione di tale bisogno, che può attenuare la povertà e
l’esclusione sociale, costituisce tuttora un’importante sfida in diversi paesi europei.
Principali risultati statistici
Tipologia di abitazione
Nel 2015 più di 4 persone su 10 (42,0 %) nell’ UE-28 vivevano in appartamento, quasi un quarto (24,1 %) in
case semi-indipendenti e un terzo (33,3 %) in case indipendenti (cfr. grafico 1). Gli Stati membri dell’UE con la
quota più elevata di popolazione abitante in appartamento sono Spagna (65,9 %), Lettonia (65,0 %) ed Estonia
(62,6 %), mentre la quota più elevata di residenti in case semi-indipendenti si rileva nei Paesi Bassi, nel Regno
Unito (59,9 % per entrambi i paesi) e in Irlanda(51,6 %); questi sono gli unici Stati membri nei quali oltre la
metà della popolazione è risultata vivere in case semi-indipendenti. La maggiore propensione ad abitare in case
indipendenti si riscontra in Croazia (73,4 %), Slovenia (65,1 %), Ungheria (62,1 %) e Romania (60,1 %); anche
in Serbia (66,1 %) e in Norvegia (61,2 %) più di 6 abitanti su 10 risiedono in case indipendenti.
Grafico 1 - Distribuzione della popolazione per tipologia di abitazione, 2015(% della popo-
lazione)Fonte: Eurostat (ilc_lvho01)
Titolo di godimento
Nel 2015 più di un quarto (26,9 %) della popolazione dell’UE-28 risiedeva in un’abitazione di proprietà per la
quale stava pagando un mutuo, mentre più dei due quinti della popolazione (42,5 %) risiedevano in un’abitazione
di proprietà senza pagare un mutuo. Pertanto sette persone su dieci (69,4 %) disponevano nell’UE-28 di
un’abitazione di proprietà, mentre il 19,7 % viveva in abitazioni in affitto locate a canone di mercato e il 10,9
% in abitazioni in affitto locate a canone agevolato o gratuito.
Più della metà della popolazione in ciascuno degli Stati membri dell’UE (cfr. grafico 2) abitava nel 2015
in un alloggio di proprietà, con quote variabili dal 51,8 % in Germania fino al 96,5 % in Romania. Nessuno degli
Stati membri dell’UE ha dunque registrato una quota di residenti in abitazioni in affitto più elevata rispetto
alla percentuale della popolazione abitante in un alloggio di proprietà. Per contro, in Svizzera (dato del 2014)
la percentuale della popolazione residente in abitazioni in affitto (circa il 55,5 % ) superava quella della popo-
lazione abitante in un alloggio di proprietà. In Svezia (63,4 %) e nei Paesi Bassi (60,1 %) più della metà della
popolazione viveva in un’abitazione di proprietà per la quale stava pagando un mutuo, così come in Islanda
(62,8 %) e in Norvegia (61,9 %).
Nel 2015 la quota della popolazione che viveva in abitazioni in affitto locate a canone di mercato era infe-
riore al 10,0 % in 11 degli Stati membri dell’UE . Per contro, quasi due quinti della popolazione in Germania
(39,9 %) e in Danimarca (37,3 %), quasi tre decimi degli abitanti nei Paesi Bassi (31,7 %), in Austria (29,6 %) e
in Svezia (29,1 %) e poco più di un quinto della popolazione in Lussemburgo (21,7 %) risiedevano in abitazioni
in affitto locate a canone di mercato. In Svizzera tale percentuale era ancora più elevata e saliva addirittura al
49,2 % (dati del 2014). La quota della popolazione che viveva in abitazioni in affitto locate a canone agevolato
o che occupava un’abitazione a titolo gratuito era inferiore al 20,0 % in tutti gli Stati membri dell’UE e nei sei
paesi terzi per i quali sono disponibili dati.
Housing statistics/it 2
Grafico 2 - Distribuzione della popolazione per titolo di godimento, 2015(% della popo-
lazione)Fonte: Eurostat (ilc_lvho02)
Qualità dell’abitazione
Uno degli aspetti fondamentali considerati in sede di valutazione della qualità delle condizioni abitative è la
disponibilità nell’abitazione di spazio sufficiente. Il tasso di sovraffollamento esprime la quota della popolazione
che vive in alloggi sovraffollati, definiti in base al numero di stanze a disposizione della famiglia , al numero e
all’età dei suoi componenti, nonché alla situazione familiare.
Nel 2015, il 16,7 % della popolazione dell’UE-28 viveva in abitazioni sovraffollate (cfr. grafico 3). I valori
massimi di sovraffollamento tra gli Stati membri dell’UE si registravano in Romania (49,7 %) e in Polonia (43,4
%), mentre tassi superiori al 50 % erano rilevati in Serbia (53,4 %) e nell’ex Repubblica jugoslava di Macedonia
(51,1 %); anche la Turchia (45,9 %, dati del 2013) presentava un tasso di sovraffollamento relativamente elevato.
Per contro, i valori minimi erano rilevati a Cipro (1,4 %), in Belgio (1,6 %), nei Paesi Bassi (3,3 %), in Irlanda
(3,4 %) e a Malta (3,5 %), mentre in altri sette Stati membri dell’UE, così come in Norvegia, Svizzera (dati del
2014) e Islanda, meno del 10,0 % della popolazione viveva in abitazioni sovraffollate.
Nell’UE-28 tra il 2014 e il 2015 non è stata registrata alcuna variazione delle quote della popolazione abi-
tante in alloggi sovraffollati’. I maggiori aumenti tra gli Stati membri dell’UE sono stati rilevati in Lettonia,
in cui tale quota è salita di 1,6 punti percentuali, mentre anche in Svezia, Grecia e Italia la proporzione è au-
mentata di oltre 0,5 punti percentuali. Per contro, il tasso di affollamento è diminuito in 17 degli Stati membri
dell’UE. Nello stesso periodo si sono verificate riduzioni superiori a un punto percentuale in Slovenia, Repub-
blica ceca, Bulgaria e Lituania.Nel 2015, tra la popolazione a rischio di povertà (in altri termini, i componenti
di famiglie con un reddito disponibile equivalente per persona inferiore al 60 % della mediana nazionale), il
tasso di sovraffollamento nell’UE-28 era del 29,5 %, ossia superiore di circa 12,8 punti percentuali al tasso per
l’intera popolazione. I tassi di sovraffollamento più elevati con riferimento alla popolazione a rischio di povertà
sono stati registrati in Ungheria (62,0 %), Romania (61,7 %), Polonia (59,7 %) e Slovacchia (57,6 %). Anche la
Housing statistics/it 3
Turchia (72,9 %, secondo il dato del 2013), l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia (68,1 %) e la Serbia (63,6 %)
hanno rilevato tassi di sovraffollamento elevati per la popolazione a rischio di povertà. All’altro estremo della
scala, i tassi di sovraffollamento più bassi per la popolazione a rischio di povertà sono stati registrati a Cipro
(3,5 %), in Irlanda (6,0 %), in Belgio (6,5 %) e a Malta (7,7 %); questi sono gli unici Stati membri dell’UE nei
quali meno di una persona a rischio di povertà su dieci viveva in abitazioni sovraffollate (cfr. grafico 3).
Grafico 3 - Tasso di sovraffollamento, 2015(% della popolazione specificata)Fonte: Eurostat
(ilc_lvho05a)
Oltre al sovraffollamento, altri aspetti del disagio abitativo — quali la mancanza di bagno o di gabinetto, la
presenza di infiltrazioni dal tetto o un alloggio eccessivamente buio — sono presi in considerazione per definire
un indicatore più completo della qualità dell’abitazione. Il tasso di disagio abitativo grave è definito come
la quota di persone che vive in abitazioni considerate sovraffollate, le quali presentano contemporaneamente
almeno uno dei problemi di riduzione del comfort abitativo sopra menzionati.
Nel 2015, nell’UE-28 nel suo insieme, il 4,9 % della popolazione soffriva di un disagio abitativo grave (cfr.
grafico 4). Nello stesso anno, in quattro Stati membri più di una persona su dieci si trovava in una situazione di
disagio abitativo grave, con una quota dell’11,4 % registrata in Bulgaria, che saliva al 15,5 % in Ungheria e in
Lettonia, fino a un massimo di quasi una persona su cinque (19,8 %) in Romania. Per contro, l’1,0 % o meno della
popolazione nei Paesi Bassi, in Belgio, Finlandia e Cipro viveva nel 2015 in condizioni di disagio abitativo grave.
In generale, tra il 2014 e il 2015 la quota di persone dell’UE-28 che vivono in una situazione di disagio abitativo
grave è scesa lievemente di 0,1 punti percentuali. Il maggior aumento nell’arco di questo periodo per quanto
concerne la quota di persone che vivono in condizioni di disagio abitativo grave è stato registrato in Polonia e
in Grecia, con una variazione in entrambi i casi pari a 0,7 punti percentuali. I cali maggiori si sono verificati in
Ungheria e Bulgaria, negli Stati membri baltici e a Cipro, dove il tasso di disagio abitativo grave è diminuito di
almeno un punto percentuale.
Housing statistics/it 4
Grafico 4 - Disagio abitativo grave, 2014-2015(% della popolazione)Fonte: Eurostat
(ilc_mdho06a)
Incidenza sul reddito del costo dell’abitazione
Nel 2015, l’11,3 % della popolazione dell’UE-28 viveva in famiglie che spendevano il 40 % o più del red-
dito disponibile equivalente per l’abitazione (cfr. tavola 1). La quota più alta della popolazione le cui spese
per l’abitazione erano superiori al 40 % del loro reddito disponibile equivalente era costituita da inquilini in
abitazioni in affitto locate a canone di mercato (27,0 %) e la più bassa da persone residenti in un’abitazione di
proprietà per la quale non pagavano un mutuo (6,7 %).
La media UE-28 nasconde marcate differenze tra gli Stati membri dell’UE: a un estremo ci sono paesi in
cui solo una quota relativamente ridotta della popolazione vive in famiglie i cui costi per l’abitazione superano
il 40 % del reddito disponibile, segnatamente Malta (1,1 %), Cipro (3,9 %), Irlanda (4,6 %) e Finlandia (4,9 %).
All’altro estremo, poco più di due quinti della popolazione in Grecia (40,9 %) e poco meno di un sesto della
popolazione in Romania (15,9 %), Germania (15,6 %) e Danimarca (15,1 %) spende per l’abitazione più del 40
% del proprio reddito disponibile equivalente.
Housing statistics/it 5
Tavola 1 - Incidenza sul reddito del costo dell’abitazione secondo il titolo di godimento, 2015(%
della popolazione)Fonte: Eurostat (ilc_lvho07c) e (ilc_lvho07a)
Fonti e disponibilità dei dati
I dati utilizzati in questa scheda sono ricavati principalmente da microdati delle statistiche dell’UE sul reddito
e sulle condizioni di vita (EU-SILC) . La popolazione di riferimento è costituita da tutte le famiglie e dai loro
componenti residenti nel territorio dello Stato membro dell’UE al momento della rilevazione dei dati; le persone
residenti in convivenze e in istituti sono generalmente escluse dalla popolazione considerata. L’ aggregato UE-28
è una media dei singoli dati nazionali, ponderata in base alla popolazione.
Contesto
L’UE non ha competenze specifiche in campo abitativo; al contrario, i singoli governi nazionali perseguono
proprie politiche in tale materia. Tuttavia molti Stati membri si trovano ad affrontare problemi analoghi: ad
esempio come rinnovare il parco abitativo, come pianificare e lottare contro l’espansione urbana incontrollata,
come promuovere lo sviluppo sostenibile , come aiutare i giovani e i gruppi svantaggiati a entrare sul mercato
abitativo o come promuovere l’efficienza energetica tra i proprietari di abitazioni.
Le problematiche delle abitazioni sociali, dei senzatetto o dell’integrazione rivestono pertanto un ruolo im-
portante nell’agenda della politica sociale dell’UE. La Carta dei diritti fondamentali stabilisce all’articolo IV-34
che "al fine di lottare contro l’esclusione sociale e la povertà, l’Unione riconosce e rispetta il diritto all’assistenza
sociale e all’assistenza abitativa volte a garantire un’esistenza dignitosa a tutti coloro che non dispongano di
risorse sufficienti, secondo le modalità stabilite dal diritto dell’Unione e le legislazioni e prassi nazionali". In
tale contesto, nel 2000 il Consiglio europeo di Nizza ha raggiunto un accordo su una serie di obiettivi comuni
per la strategia dell’UE contro la povertà e l’esclusione sociale, compresi due obiettivi nel settore abitativo,
segnatamente "attuare politiche il cui obiettivo sia l’accesso di ciascuno a un alloggio decente e salubre, nonché
ai servizi essenziali necessari, considerato il contesto locale, a un’esistenza normale in tale alloggio (elettricità,
Housing statistics/it 6
acqua, riscaldamento. . . )" e "attuare politiche intese a evitare le rotture in presenza di condizioni esistenziali che
possano portare a situazioni di esclusione, segnatamente per quanto concerne i casi di indebitamento eccessivo,
l’esclusione scolastica o la perdita dell’alloggio". Tale mandato è stato esteso nel 2010 quando la Piattaforma
europea contro la povertà e l’esclusione sociale (COM(2010) 758 definitivo) ha definito una serie di iniziative
per contribuire a ridurre il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale di almeno 20 milioni
di persone (rispetto al 2008) entro il 2020 —si veda anche la scheda sulle statistiche sull’inclusione sociale .
Schede correlate
• Living conditions in Europe - housing quality (in inglese)
• Housing price statistics - house price index (in inglese)
• Statistiche sulla distribuzione del reddito
• People at risk of poverty or social exclusion (in inglese)
• Quality of life indicators - material living conditions (in inglese)
Ulteriori informazioni di Eurostat
Pubblicazioni
• Quality of life - Facts and views — Statistical books (in inglese)
• Living conditions in Europe — 2014 edition — Statistical books (in inglese)
• European social statistics — 2013 edition — Statistical books (in inglese)
• Housing conditions in Europe — Statistics in focus 4/2011 (in inglese)
Tavole principali
Income and living conditions (t_ilc) , cfr. (in inglese)
Living conditions (t_ilc_lv)
Housing conditions (t_ilc_lvho)
Overcrowding rate (t_ilc_lvho_or)
Housing cost burden (t_ilc_lvho_hc)
Material deprivation (t_ilc_md)
Housing deprivation (t_ilc_mdho)
Banca dati
Income and living conditions (ilc) , cfr. (in inglese):
Living conditions (ilc_lv)
Housing conditions (ilc_lvho)
Overcrowding rate (ilc_lvho_or)
Under-occupied dwellings (ilc_lvho_uo)
Housing cost burden (ilc_lvho_hc)
Material deprivation (ilc_md)
Housing deprivation (ilc_mdho)
Housing statistics/it 7
Sezione specifica
• Income and living conditions (in inglese)
Metodologia / Metadati
• Income and living conditions (ESMS metadata file — ilc_esms) (in inglese)
• The production of data on homelessness and housing deprivation in the European Union: survey and
proposals — 2005 (in inglese)
Fonte dei dati per le tavole e i grafici (MS Excel)
Housing statistics: tables and figures ) (in inglese)
Altre informazioni
• Regolamento (CE) n. 1177/2003 , del 16 giugno 2003, relativo alle statistiche comunitarie sul reddito e
sulle condizioni di vita (EU-SILC)
• Regolamento (CE) n. 1553/2005 , del 7 settembre 2005, che modifica il regolamento (CE) n. 1177/2003
relativo alle statistiche comunitarie sul reddito e sulle condizioni di vita (EU-SILC)
• Regolamento (CE) n. 1791/2006 , del 20 novembre 2006, che adegua taluni regolamenti e decisioni in
materia di [...] statistiche, [...], a motivo dell’adesione della Bulgaria e della Romania
• Regolamento (UE) n. 1157/2010 , del 9 dicembre 2010, recante disposizioni attuative del regolamento
(CE) n. 1177/2003 relativo alle statistiche comunitarie sul reddito e sulle condizioni di vita (EU-SILC)
per quanto riguarda l’elenco 2012 delle variabili target secondarie relative alle condizioni abitative
Link esterni
• Commissione europea — Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione — Employ-
ment and Social Development in Europe (2016) (in inglese)
• Commissione europea — Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione— Senzatetto
• Commissione europea — Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione — Synthesis
report: peer review on sustainable ways of preventing homelessness (2014) (in inglese)
• Commissione europea — Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione— Employ-
ment and Social Development in Europe — Quarterly Review — Winter 2016 (in inglese)
• OCSE— Abitazione
• United Nations — Housing (in inglese)
• WHO — Housing and health (in inglese)
Questa scheda è visualizzabile online all’indirizzo: http: // ec. europa. eu/ eurostat/ statistics-explained/
index. php/ Housing_ statistics/ it
Housing statistics/it 8

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  • 1. Housing statistics/it Statistics Explained Source : Statistics Explained (http://ec.europa.eu/eurostat/statisticsexplained/) - 10/10/2018 1 Statistiche sulle abitazioni Dati estratti a febbraio 2017. Dati più recenti: Ulteriori informazioni di Eurostat, tavole principali e banca dati . Prossimo aggiornamento della scheda: dicembre 2018. La versione inglese di questa scheda è stata aggiornata più di recente. Nella presente scheda sono riportate statistiche recenti sulle abitazioni nell’ Unione europea (UE) , in tre paesi EFTA e in Serbia, focalizzando l’attenzione sulla tipologia di abitazioni , sul titolo di godimento (proprietà o affitto), sulla qualità delle abitazioni e sull’incidenza sul reddito del costo dell’abitazione. La disponibilità di un’abitazione dignitosa, a un prezzo accettabile e in un ambiente sicuro è al contempo una necessità fondamentale e un diritto. La soddisfazione di tale bisogno, che può attenuare la povertà e l’esclusione sociale, costituisce tuttora un’importante sfida in diversi paesi europei. Principali risultati statistici Tipologia di abitazione Nel 2015 più di 4 persone su 10 (42,0 %) nell’ UE-28 vivevano in appartamento, quasi un quarto (24,1 %) in case semi-indipendenti e un terzo (33,3 %) in case indipendenti (cfr. grafico 1). Gli Stati membri dell’UE con la quota più elevata di popolazione abitante in appartamento sono Spagna (65,9 %), Lettonia (65,0 %) ed Estonia (62,6 %), mentre la quota più elevata di residenti in case semi-indipendenti si rileva nei Paesi Bassi, nel Regno Unito (59,9 % per entrambi i paesi) e in Irlanda(51,6 %); questi sono gli unici Stati membri nei quali oltre la metà della popolazione è risultata vivere in case semi-indipendenti. La maggiore propensione ad abitare in case indipendenti si riscontra in Croazia (73,4 %), Slovenia (65,1 %), Ungheria (62,1 %) e Romania (60,1 %); anche in Serbia (66,1 %) e in Norvegia (61,2 %) più di 6 abitanti su 10 risiedono in case indipendenti.
  • 2. Grafico 1 - Distribuzione della popolazione per tipologia di abitazione, 2015(% della popo- lazione)Fonte: Eurostat (ilc_lvho01) Titolo di godimento Nel 2015 più di un quarto (26,9 %) della popolazione dell’UE-28 risiedeva in un’abitazione di proprietà per la quale stava pagando un mutuo, mentre più dei due quinti della popolazione (42,5 %) risiedevano in un’abitazione di proprietà senza pagare un mutuo. Pertanto sette persone su dieci (69,4 %) disponevano nell’UE-28 di un’abitazione di proprietà, mentre il 19,7 % viveva in abitazioni in affitto locate a canone di mercato e il 10,9 % in abitazioni in affitto locate a canone agevolato o gratuito. Più della metà della popolazione in ciascuno degli Stati membri dell’UE (cfr. grafico 2) abitava nel 2015 in un alloggio di proprietà, con quote variabili dal 51,8 % in Germania fino al 96,5 % in Romania. Nessuno degli Stati membri dell’UE ha dunque registrato una quota di residenti in abitazioni in affitto più elevata rispetto alla percentuale della popolazione abitante in un alloggio di proprietà. Per contro, in Svizzera (dato del 2014) la percentuale della popolazione residente in abitazioni in affitto (circa il 55,5 % ) superava quella della popo- lazione abitante in un alloggio di proprietà. In Svezia (63,4 %) e nei Paesi Bassi (60,1 %) più della metà della popolazione viveva in un’abitazione di proprietà per la quale stava pagando un mutuo, così come in Islanda (62,8 %) e in Norvegia (61,9 %). Nel 2015 la quota della popolazione che viveva in abitazioni in affitto locate a canone di mercato era infe- riore al 10,0 % in 11 degli Stati membri dell’UE . Per contro, quasi due quinti della popolazione in Germania (39,9 %) e in Danimarca (37,3 %), quasi tre decimi degli abitanti nei Paesi Bassi (31,7 %), in Austria (29,6 %) e in Svezia (29,1 %) e poco più di un quinto della popolazione in Lussemburgo (21,7 %) risiedevano in abitazioni in affitto locate a canone di mercato. In Svizzera tale percentuale era ancora più elevata e saliva addirittura al 49,2 % (dati del 2014). La quota della popolazione che viveva in abitazioni in affitto locate a canone agevolato o che occupava un’abitazione a titolo gratuito era inferiore al 20,0 % in tutti gli Stati membri dell’UE e nei sei paesi terzi per i quali sono disponibili dati. Housing statistics/it 2
  • 3. Grafico 2 - Distribuzione della popolazione per titolo di godimento, 2015(% della popo- lazione)Fonte: Eurostat (ilc_lvho02) Qualità dell’abitazione Uno degli aspetti fondamentali considerati in sede di valutazione della qualità delle condizioni abitative è la disponibilità nell’abitazione di spazio sufficiente. Il tasso di sovraffollamento esprime la quota della popolazione che vive in alloggi sovraffollati, definiti in base al numero di stanze a disposizione della famiglia , al numero e all’età dei suoi componenti, nonché alla situazione familiare. Nel 2015, il 16,7 % della popolazione dell’UE-28 viveva in abitazioni sovraffollate (cfr. grafico 3). I valori massimi di sovraffollamento tra gli Stati membri dell’UE si registravano in Romania (49,7 %) e in Polonia (43,4 %), mentre tassi superiori al 50 % erano rilevati in Serbia (53,4 %) e nell’ex Repubblica jugoslava di Macedonia (51,1 %); anche la Turchia (45,9 %, dati del 2013) presentava un tasso di sovraffollamento relativamente elevato. Per contro, i valori minimi erano rilevati a Cipro (1,4 %), in Belgio (1,6 %), nei Paesi Bassi (3,3 %), in Irlanda (3,4 %) e a Malta (3,5 %), mentre in altri sette Stati membri dell’UE, così come in Norvegia, Svizzera (dati del 2014) e Islanda, meno del 10,0 % della popolazione viveva in abitazioni sovraffollate. Nell’UE-28 tra il 2014 e il 2015 non è stata registrata alcuna variazione delle quote della popolazione abi- tante in alloggi sovraffollati’. I maggiori aumenti tra gli Stati membri dell’UE sono stati rilevati in Lettonia, in cui tale quota è salita di 1,6 punti percentuali, mentre anche in Svezia, Grecia e Italia la proporzione è au- mentata di oltre 0,5 punti percentuali. Per contro, il tasso di affollamento è diminuito in 17 degli Stati membri dell’UE. Nello stesso periodo si sono verificate riduzioni superiori a un punto percentuale in Slovenia, Repub- blica ceca, Bulgaria e Lituania.Nel 2015, tra la popolazione a rischio di povertà (in altri termini, i componenti di famiglie con un reddito disponibile equivalente per persona inferiore al 60 % della mediana nazionale), il tasso di sovraffollamento nell’UE-28 era del 29,5 %, ossia superiore di circa 12,8 punti percentuali al tasso per l’intera popolazione. I tassi di sovraffollamento più elevati con riferimento alla popolazione a rischio di povertà sono stati registrati in Ungheria (62,0 %), Romania (61,7 %), Polonia (59,7 %) e Slovacchia (57,6 %). Anche la Housing statistics/it 3
  • 4. Turchia (72,9 %, secondo il dato del 2013), l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia (68,1 %) e la Serbia (63,6 %) hanno rilevato tassi di sovraffollamento elevati per la popolazione a rischio di povertà. All’altro estremo della scala, i tassi di sovraffollamento più bassi per la popolazione a rischio di povertà sono stati registrati a Cipro (3,5 %), in Irlanda (6,0 %), in Belgio (6,5 %) e a Malta (7,7 %); questi sono gli unici Stati membri dell’UE nei quali meno di una persona a rischio di povertà su dieci viveva in abitazioni sovraffollate (cfr. grafico 3). Grafico 3 - Tasso di sovraffollamento, 2015(% della popolazione specificata)Fonte: Eurostat (ilc_lvho05a) Oltre al sovraffollamento, altri aspetti del disagio abitativo — quali la mancanza di bagno o di gabinetto, la presenza di infiltrazioni dal tetto o un alloggio eccessivamente buio — sono presi in considerazione per definire un indicatore più completo della qualità dell’abitazione. Il tasso di disagio abitativo grave è definito come la quota di persone che vive in abitazioni considerate sovraffollate, le quali presentano contemporaneamente almeno uno dei problemi di riduzione del comfort abitativo sopra menzionati. Nel 2015, nell’UE-28 nel suo insieme, il 4,9 % della popolazione soffriva di un disagio abitativo grave (cfr. grafico 4). Nello stesso anno, in quattro Stati membri più di una persona su dieci si trovava in una situazione di disagio abitativo grave, con una quota dell’11,4 % registrata in Bulgaria, che saliva al 15,5 % in Ungheria e in Lettonia, fino a un massimo di quasi una persona su cinque (19,8 %) in Romania. Per contro, l’1,0 % o meno della popolazione nei Paesi Bassi, in Belgio, Finlandia e Cipro viveva nel 2015 in condizioni di disagio abitativo grave. In generale, tra il 2014 e il 2015 la quota di persone dell’UE-28 che vivono in una situazione di disagio abitativo grave è scesa lievemente di 0,1 punti percentuali. Il maggior aumento nell’arco di questo periodo per quanto concerne la quota di persone che vivono in condizioni di disagio abitativo grave è stato registrato in Polonia e in Grecia, con una variazione in entrambi i casi pari a 0,7 punti percentuali. I cali maggiori si sono verificati in Ungheria e Bulgaria, negli Stati membri baltici e a Cipro, dove il tasso di disagio abitativo grave è diminuito di almeno un punto percentuale. Housing statistics/it 4
  • 5. Grafico 4 - Disagio abitativo grave, 2014-2015(% della popolazione)Fonte: Eurostat (ilc_mdho06a) Incidenza sul reddito del costo dell’abitazione Nel 2015, l’11,3 % della popolazione dell’UE-28 viveva in famiglie che spendevano il 40 % o più del red- dito disponibile equivalente per l’abitazione (cfr. tavola 1). La quota più alta della popolazione le cui spese per l’abitazione erano superiori al 40 % del loro reddito disponibile equivalente era costituita da inquilini in abitazioni in affitto locate a canone di mercato (27,0 %) e la più bassa da persone residenti in un’abitazione di proprietà per la quale non pagavano un mutuo (6,7 %). La media UE-28 nasconde marcate differenze tra gli Stati membri dell’UE: a un estremo ci sono paesi in cui solo una quota relativamente ridotta della popolazione vive in famiglie i cui costi per l’abitazione superano il 40 % del reddito disponibile, segnatamente Malta (1,1 %), Cipro (3,9 %), Irlanda (4,6 %) e Finlandia (4,9 %). All’altro estremo, poco più di due quinti della popolazione in Grecia (40,9 %) e poco meno di un sesto della popolazione in Romania (15,9 %), Germania (15,6 %) e Danimarca (15,1 %) spende per l’abitazione più del 40 % del proprio reddito disponibile equivalente. Housing statistics/it 5
  • 6. Tavola 1 - Incidenza sul reddito del costo dell’abitazione secondo il titolo di godimento, 2015(% della popolazione)Fonte: Eurostat (ilc_lvho07c) e (ilc_lvho07a) Fonti e disponibilità dei dati I dati utilizzati in questa scheda sono ricavati principalmente da microdati delle statistiche dell’UE sul reddito e sulle condizioni di vita (EU-SILC) . La popolazione di riferimento è costituita da tutte le famiglie e dai loro componenti residenti nel territorio dello Stato membro dell’UE al momento della rilevazione dei dati; le persone residenti in convivenze e in istituti sono generalmente escluse dalla popolazione considerata. L’ aggregato UE-28 è una media dei singoli dati nazionali, ponderata in base alla popolazione. Contesto L’UE non ha competenze specifiche in campo abitativo; al contrario, i singoli governi nazionali perseguono proprie politiche in tale materia. Tuttavia molti Stati membri si trovano ad affrontare problemi analoghi: ad esempio come rinnovare il parco abitativo, come pianificare e lottare contro l’espansione urbana incontrollata, come promuovere lo sviluppo sostenibile , come aiutare i giovani e i gruppi svantaggiati a entrare sul mercato abitativo o come promuovere l’efficienza energetica tra i proprietari di abitazioni. Le problematiche delle abitazioni sociali, dei senzatetto o dell’integrazione rivestono pertanto un ruolo im- portante nell’agenda della politica sociale dell’UE. La Carta dei diritti fondamentali stabilisce all’articolo IV-34 che "al fine di lottare contro l’esclusione sociale e la povertà, l’Unione riconosce e rispetta il diritto all’assistenza sociale e all’assistenza abitativa volte a garantire un’esistenza dignitosa a tutti coloro che non dispongano di risorse sufficienti, secondo le modalità stabilite dal diritto dell’Unione e le legislazioni e prassi nazionali". In tale contesto, nel 2000 il Consiglio europeo di Nizza ha raggiunto un accordo su una serie di obiettivi comuni per la strategia dell’UE contro la povertà e l’esclusione sociale, compresi due obiettivi nel settore abitativo, segnatamente "attuare politiche il cui obiettivo sia l’accesso di ciascuno a un alloggio decente e salubre, nonché ai servizi essenziali necessari, considerato il contesto locale, a un’esistenza normale in tale alloggio (elettricità, Housing statistics/it 6
  • 7. acqua, riscaldamento. . . )" e "attuare politiche intese a evitare le rotture in presenza di condizioni esistenziali che possano portare a situazioni di esclusione, segnatamente per quanto concerne i casi di indebitamento eccessivo, l’esclusione scolastica o la perdita dell’alloggio". Tale mandato è stato esteso nel 2010 quando la Piattaforma europea contro la povertà e l’esclusione sociale (COM(2010) 758 definitivo) ha definito una serie di iniziative per contribuire a ridurre il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale di almeno 20 milioni di persone (rispetto al 2008) entro il 2020 —si veda anche la scheda sulle statistiche sull’inclusione sociale . Schede correlate • Living conditions in Europe - housing quality (in inglese) • Housing price statistics - house price index (in inglese) • Statistiche sulla distribuzione del reddito • People at risk of poverty or social exclusion (in inglese) • Quality of life indicators - material living conditions (in inglese) Ulteriori informazioni di Eurostat Pubblicazioni • Quality of life - Facts and views — Statistical books (in inglese) • Living conditions in Europe — 2014 edition — Statistical books (in inglese) • European social statistics — 2013 edition — Statistical books (in inglese) • Housing conditions in Europe — Statistics in focus 4/2011 (in inglese) Tavole principali Income and living conditions (t_ilc) , cfr. (in inglese) Living conditions (t_ilc_lv) Housing conditions (t_ilc_lvho) Overcrowding rate (t_ilc_lvho_or) Housing cost burden (t_ilc_lvho_hc) Material deprivation (t_ilc_md) Housing deprivation (t_ilc_mdho) Banca dati Income and living conditions (ilc) , cfr. (in inglese): Living conditions (ilc_lv) Housing conditions (ilc_lvho) Overcrowding rate (ilc_lvho_or) Under-occupied dwellings (ilc_lvho_uo) Housing cost burden (ilc_lvho_hc) Material deprivation (ilc_md) Housing deprivation (ilc_mdho) Housing statistics/it 7
  • 8. Sezione specifica • Income and living conditions (in inglese) Metodologia / Metadati • Income and living conditions (ESMS metadata file — ilc_esms) (in inglese) • The production of data on homelessness and housing deprivation in the European Union: survey and proposals — 2005 (in inglese) Fonte dei dati per le tavole e i grafici (MS Excel) Housing statistics: tables and figures ) (in inglese) Altre informazioni • Regolamento (CE) n. 1177/2003 , del 16 giugno 2003, relativo alle statistiche comunitarie sul reddito e sulle condizioni di vita (EU-SILC) • Regolamento (CE) n. 1553/2005 , del 7 settembre 2005, che modifica il regolamento (CE) n. 1177/2003 relativo alle statistiche comunitarie sul reddito e sulle condizioni di vita (EU-SILC) • Regolamento (CE) n. 1791/2006 , del 20 novembre 2006, che adegua taluni regolamenti e decisioni in materia di [...] statistiche, [...], a motivo dell’adesione della Bulgaria e della Romania • Regolamento (UE) n. 1157/2010 , del 9 dicembre 2010, recante disposizioni attuative del regolamento (CE) n. 1177/2003 relativo alle statistiche comunitarie sul reddito e sulle condizioni di vita (EU-SILC) per quanto riguarda l’elenco 2012 delle variabili target secondarie relative alle condizioni abitative Link esterni • Commissione europea — Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione — Employ- ment and Social Development in Europe (2016) (in inglese) • Commissione europea — Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione— Senzatetto • Commissione europea — Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione — Synthesis report: peer review on sustainable ways of preventing homelessness (2014) (in inglese) • Commissione europea — Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione— Employ- ment and Social Development in Europe — Quarterly Review — Winter 2016 (in inglese) • OCSE— Abitazione • United Nations — Housing (in inglese) • WHO — Housing and health (in inglese) Questa scheda è visualizzabile online all’indirizzo: http: // ec. europa. eu/ eurostat/ statistics-explained/ index. php/ Housing_ statistics/ it Housing statistics/it 8