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“INNOVAZIONE, BENE COMUNE”
Report
Marzo
2015
2
“E’ impossibile immaginare l’impresa senza la creazione di valore a beneficio dell’intera
società oppure senza il desiderio degli individui di essere impegnati produttivamente nella società”
“Innovazione, Bene Comune” è il titolo del Convegno con cui
è stato presentato il libro di Michele Corsaro “Manuale di
Marketing Research – con specifiche sull’area
Salute/Farmaceutica”, svoltosi lo scorso 6 febbraio presso la
Sala Protomotca del Campidoglio di Roma.
Innovazione, Bene Comune: si tratta di due parole importanti, accomunate dal
pensiero che agire e pensare in nome del Bene Comune possa essere possibile e
soprattutto innovativo e auspicabile nel momento di crisi attuale, basandosi su una
cultura della fraternità che ponga al centro l’uomo, la persona e la dignità della sua
esistenza.
Michele Corsaro ha speso la sua vita personale e professionale nel continuo sforzo di
perseguire concretamente il Bene Comune, convinto come era che “dobbiamo
lasciarci alle spalle la concezione di Bene Comune come la somma dei beni individuali
acquisiti attraverso opportunità individuali e sviluppate in funzione del primato dell’io
(Ego). In questa società in rapida evoluzione il Bene Comune richiede una continua
tensione verso relazioni di scambio tra soggetti sociali, quando essi operano in base ai
princìpi di:
 primato della persona, personalizzazione del welfare
 sussidiarietà, ci aiutiamo a vicenda l’un l’altro a fare quello che deve essere
fatto
 partecipazione, condividere la responsabilità e l’impegno insieme agli altri
Il mondo della Salute e della Sanità è stato il terreno di azione professionale di
Michele Corsaro, ed è anche lo specifico tema del libro-manuale da lui scritto e la cui
presentazione ha dato l’occasione di riflettere su temi molto attuali .
Il Bene Comune come obiettivo, come sistema di valori cui ispirare i propri
comportamenti di tutti i giorni, ma anche come fonte di innovazione inclusiva
e non esclusiva, come impronta da dare all’agire individuale e collettivo,
come monito a creare valore per la società in cui viviamo.
Un pensiero che, guardato con le lenti delle attuali regole del mercato e di una certa
deriva economicista, esprime una notevole carica ‘rivoluzionaria’, in contro tendenza
3
rispetto ad un pensiero dominante in cui sembrano prevalere l’interesse individuale e
il perseguimento del profitto fine a se stesso.
A quest’idea si contrappone la convinzione che rimettere al centro il bene comune
possa creare ricchezza, benessere diffuso, vantaggi per tutti, a fronte dell’evidenza
che le diseguaglianze che stanno emergendo nel mondo globalizzato portano molti
svantaggi e un sistema che ormai fatica a reggersi in equilibrio armonico e in cui la
questione economica è sempre in primo piano.
La Sanità è certamente un banco di prova importantissimo e cruciale, oltre che uno
snodo ineludibile quando si parla di economia, sostenibilità, progresso.
In particolare il SSN italiano, disegnato dalla Legge 833 nel 1978, riconosciuta in
tutto il mondo come una delle migliori e più avanzate, si fonda su una serie di
valori e di caratteristiche straordinariamente sovrapponibili a quelli che
permeano anche l’idea di Bene Comune: universalità prima di tutto, ma anche
equità e solidarietà, che permettono di dare a ciascuno in base al bisogno,
quando ne ha bisogno.
Bene Comune, Innovazione e Sanità sono stati dunque il filo rosso che ha legato gli
interventi che si sono succeduti durante l’incontro e che nella situazione attuale
rappresentano un bacino di stimoli e di riflessioni che possono, da domani, diventare
un progetto concreto di vita e di lavoro per rendere migliore il nostro vivere civile.
---------------------
La Dottoressa Marletta, direttore del Ministero della Salute, ha evidenziato
come oggi più che ma sia strettissimo il legame tra innovazione, salute e
bene comune.
Parlare di innovazione oggi in ambito sanitario significa parlare di progresso scientifico
e di nuove terapie, di vantaggi enormi in termini di vite umane salvate, di risparmio a
medio e lungo termine grazie alla possibilità di prevenire e curare meglio le persone
D’altra parte, significa anche parlare di importanti investimenti, sia per finanziare la
ricerca scientifica che per mettere a disposizioni i nuovi trattamenti. Le innovazioni
che si stanno susseguendo in quest’ultimo periodo mettono a dura prova il SSN dal
punto di vista finanziario e di sostenibilità.
Proprio per questo è necessario non perdere mai di vista la rotta che ci deve guidare:
l’universalità del diritto alla cura e alla salute, sancita dalla Costituzione Italiana.
Dunque il farmaco non può essere considerato alla stregue di un bene di largo
consumo e non può rispondere alle classiche regole del mercato.
4
“saper conservare questo tratto universalistico e consegnarlo a chi verrà dopo di noi è
l’orizzonte con cui ci dobbiamo misurare per governare la cosa pubblica … una sfida
che coinvolge tutti … un agire condiviso – superare la deriva economicistica che sta
mettendo a rischio la salute dei cittadini”
Il Bene Comune in questo contesto rappresenta un valore guida e un obiettivo da
perseguire, chiamando tutti a raccolta per consegnare alle future generazioni un
sistema altrettanto equo e sostenibile, con il Ministero della Sanità come garante di
una sanità equa e che considera la salute come un investimento e non un costo.
Bene comune significa responsabilità individuale, impegno concreto,
agire quotidiano come testimonianza di valore
Come sottolineato da Gianluigi De Palo, Consigliere del Comune di Roma, il
primo passo per il bene comune sta nel fare bene il proprio dovere, nel farlo fino in
fondo, con serietà e anche fatica, mettendosi in gioco in prima persona.
Agire senza fermarsi ai confini di quanto ci compete da un punto di vista freddamente
tecnico, ma andando oltre, pensando alle persone e alle vite su cui si riflettono le
nostre azioni, alle conseguenze che portano, ai problemi che possono risolvere.
Agire come un buon padre di famiglia, quale è stato Michele Corsaro, e come se la
società tutta fosse la nostra famiglia
Il bene comune richiama tutti i cittadini all’etica e al rispetto delle
regole di convivenza civile che ci siamo date, ad un circolo di
comportamenti virtuosi fatto di assenza di corruzione e di rispetto
reciproco, in cui non c’è chi guadagna e chi perde, ma in cui si vince
tutti, perché si agisce nell’interesse di tutti e nel rispetto di ciascuno.
Nella situazione attuale il rischio che si corre è quello di perdere il concetto di Bene
Comune in Sanità. Non solo a causa della crisi economica e quindi della scarsità di
investimenti, non solo a causa dell’impennata demografica e dell’allungamento della
vita, ma soprattutto a causa della situazione di corruzione e quindi di spreco e
inefficienza che pervadono il nostro SSN.
Se corruzione è l’utilizzo privato di un bene comune – come ha sostenuto
Francesco Macchia, Presidente ISPE (Istituto per la Promozione dell’Etica in
Sanità) – se è primato del denaro sulla persona, se è aiuto per delinquere e non per
5
fare il bene della società, allora è evidente che la corruzione è assenza del concetto di
bene comune, è esattamente il suo contrario.
Anche in questo caso dunque il bene comune emerge come straordinariamente attuale
e rivoluzionario nell’Italia di oggi, dove il problema della corruzione e dell’inefficienza
del servizio erodono le fondamenta dell’universalità, equità e sostenibilità del nostro
SSN.
E’ dunque necessario richiamare fortemente le regole e i princìpi su cui si basa la
nostra convivenza civile e comportarsi di conseguenza, contribuendo a consolidare e
garantire una cultura e una società in cui prevalga il senso del bene comune
sull’interesse personale, la persona sul primato del denaro.
Combattere la corruzione in sanità rappresenta un potente terreno di prove, perché
c’è in gioco la sostenibilità del nostro SSN, il rischio di raggiungere un punto di non
ritorno che porterà a discriminare tra chi può e chi non può permettersi un
trattamento sanitario adeguato, impoverendo di fatto tutto il Paese.
Per questo l’appello di Francesco Macchia è di agire in prima persona, non solo
attraverso comportamenti virtuosi ma anche attraverso il passaparola, la
sensibilizzazione e l’impegno a far riflettere su questi temi chi è vicino a noi, se
necessario a provocare in loro il senso di colpa per comportamenti contrari ai principi
dell’etica e del bene comune.
A livello globale, parlare Bene Comune, innovazione e salute pone in
primo piano temi sensibili che chiedono una profonda riflessione
collettiva: la conoscenza, l’innovazione, l’accesso alle cure e la salute
devono sempre rappresentare un bene comune, ma si tratta di un
traguardo ancora lontano.
Nicoletta Dentico, co-director at Health Innovation in Practice, Health Innovation for
Peolple, ha ricordato come globalizzazione non significhi ancora bene comune, non
significhi cioè universalità dei diritti, delle possibilità e della conoscenza.
Ha inoltre posto l’accento su alcune criticità e rischi che impediscono di arrivare a
disegnare un mondo che metta in primo piano il bene comune come bene superiore e
non come somma di beni individuali
Ritorna forte il tema del rischio di considerare e trattare il farmaco alla
stregua di un bene di largo consumo.
La conseguenza è cercare di costringerlo nella legge della domanda e dell’offerta, di
creare nuove malattie per aprire nuovi mercati profittevoli, di rendere disponibili le
6
terapie e di promuovere la ricerca scientifica e l’innovazione solo in ambiti e per
mercati in cui ci siano disponibilità finanziarie e potere di acquisto.
L’altro rischio, strettamente legato al primo, è quello che i diritti privatistici
prendano il sopravvento su quelli universalistici.
In questo ambito, è paradigmatico il tema della conoscenza e dell’innovazione legati
alla proprietà intellettuale: qui il rischio è che la ricerca, la conoscenza, l’innovazione
non siano più condivisi, universali e accessibili a tutti, impedendo di fatto il progresso
e l’accessibilità ai Paesi e alle fasce sociali più povere
Se pensiamo poi che la possibilità di ‘copiare’ e di ‘riprodurre ‘ per creare know how
rappresentano una delle vie maestre per l’innovazione, il principio della proprietà
intellettuale, se applicato impropriamente e spregiudicatamente, di fatto rischia di
imbrigliare e di impoverire l’innovazione e di limitare il trasferimento di tecnologie e di
conoscenza solo a chi può permettersi di pagarle.
“L’innovazione può essere considerata non solo bene comune, ma
anche il risultato di un’iniziativa collettiva anziché individuale”
Leonardo Previ – Università Cattolica di Milano - ha sottolineato con il suo
intervento come il bene comune rappresenta anche una risorsa per fare innovazione e
rimetterla in circolo per il bene di tutti portando risultati positivi nonostante la scarsità
di risorse.
Pensare al Bene Comune dunque può aiutarci a cambiare punto di vista, a pensare in
modo nuovo e produttivo
Se nel mondo moderno l’innovazione “è frutto di corposi investimenti e segue un
percorso dall’alto verso il basso, dove i dipartimenti R&D sono visti come depositari
della capacità creativa”, l’approccio illustrato da Previ ribalta la questione e guarda
con occhiali diversi: “noi stessi e tutte le persone che ci circondano siamo dei
giacimenti di creatività che vanno sfruttati non interamente ma cooperativamente.”
In un momento di crisi come quello attuale, questo approccio guarda alla collettività,
anche aziendale, come ad una fonte di creatività diffusa, in grado di contribuire con
proposte concrete all’innovazione e al recupero di competitività necessari per
sopravvivere e per creare valore
Molte giovani aziende italiane hanno seguito questo nuovo modo di organizzare il
lavoro, non più dall’alto ma dal basso, riuscendo a coinvolgere le persone al fine di
generare valore. Un valore che è diventato un bene comune per tutti.
7
A livello aziendale, il Bene Comune si può declinare, in qualsiasi
comparto di attività, attraverso l’attenzione alle persone nella loro
globalità, e non in quanto consumatori o fruitori di qualche servizio.
Si può per esempio “Fare marketing rimanendo brave persone”, come sostiene
Giuseppe Morici – President Region Europe del Gruppo Barilla - ripartendo dai
fondamentali di questa disciplina, che richiamano a valori alti, quali etica, rispetto,
verità, costruzione, radicamento, come opposti alla tentazione di perseguire risultati
effimeri, contingenti e non portatori di valore.
“Chi fa marketing oggi, in una società, che non ha bisogno di nuovi prodotti e che non
ha più le risorse per produrli, non può non partire quotidianamente dal valore del
rispetto: rispetto per se stessi - non facciamo come manager cose che come persone
non ci sembrano sensate! - , per gli altri - se diamo alle persone verità ci
ricambieranno con fiducia - , per le comunità e per l’ambiente - il marketing non si
deve limitare ad autodisciplinarsi, si deve auto-indirizzare verso una dimensione di
sostenibilità e di responsabilità sociale.”
I buoni esempi non mancano - Pietro Barilla, Adriano Olivetti, Steve Jobs … - serve la
volontà di seguirli.
Se pensiamo invece all’ambito in cui ha operato Michele Corsaro e al
tema cui è dedicato il suo libro, possiamo scoprire come il dato possa
favorire l’innovazione se lo rendiamo bene comune
Paolo Mariani – docente di Statistica Aziendale all’Università Bicocca di
Milano – mette in luce come, ancora una volta, anche se si parla di numeri, ci sia la
persona al centro. In un mondo in cui ormai si misura tutto, le persone sono al centro
del dato: oggetto e soggetto, fruitori e produttori, utilizzatori propri o impropri.
Ma il dato, se usato bene, mette “in comune conoscenze e informazioni, rende
evidenti i fatti e ne favorisce la comprensione, sviluppa la condivisione delle
responsabilità, rende partecipi e porta a lavorare insieme.”
Di fatto, dunque, il dato può rappresentare uno dei migliori veicoli per la sussidiarietà.
8
Il Bene Comune rappresentato la scoperta e la valorizzazione dell’altro
come parte integrante dell’io.
Romano Martone è un sacerdote che è stato caro amico di Michele Corsaro e ha
testimoniato il percorso di Michele per vivere compiutamente e concretamente con lo
spirito, il cuore, l’attenzione e i pensieri rivolta all’altro e non solo a sé stesso
Il Bene Comune, in un senso più religioso e spirituale, significa dono: “l’uomo è per
l’altro, allora tutto il suo guadagno, tutta la sua realizzazione sta nell’essere per l’altro,
non pensare a sé stesso, non a servirsi del tu, ma donarsi al tu”
Gli interventi hanno evidenziato come il Bene Comune sia un contenitore di valori
valore, un modello da seguire, un modo di essere e di pensare la società nella quale
viviamo, una linea guida che può ispirare i nostri comportamenti quotidiani,
modificando il punto di vista sul mondo e contribuendo ad affrontare i tempi che
stiamo vivendo, in modo diverso e innovativo, perché ispirato alla sussidiarietà, alla
partecipazione, alla condivisione, all’attenzione alle persone, dunque al perseguimento
del bene comune
Allo stesso tempo tutti i relatori nei loro interventi hanno sottolineato l’importanza di
agire in prima persona, di essere testimoni e portatori dei valori del bene comune
attraverso le nostre azioni quotidiane.
La tavola rotonda che è seguita, ha offerto il racconto di molte esperienze concrete, di
progetti realizzati in nome del bene comune.
La somma di queste testimonianze ha lasciato un insegnamento: una road
map, un modello da seguire se si vuole agire secondo i principi del bene
comune nel concreto quotidiano
 Consapevolezza, presa di coscienza  che vengono dalla riflessione personale e
dalla contaminazione con altre persone portatrici di valori
 Assunzione di responsabilità personale
 Scelta di compagni di viaggio che condividono il progetto e i valori, attraverso
un franco scambio di idee, stabilendo un patto che è profondo perche fondato
su valori forti e condivisi
 Fare da collanti per favorire la partecipazione e la coesione attorno al progetto
 Quindi fare rete, fare lobbying rimanendo brave persone, avendo anche il
coraggio di selezionare o di escludere, di dire di no quando il sistema di valori e
di comportamenti non è compatibile
9
 Agire in un settore in cui si hanno competenze, esperienza, specializzazione, e
in cui dunque si può lavorare con sicurezza, determinazione e speranza di
successo
 Individuare un progetto, un obietto piccolo, circoscritto, ma estremamente
preciso, delineato e concreto
 Individuare i beneficiari del progetto tra coloro che in qualche modo sono ai
margini, esclusi, dimenticati. Illuminare chi di solito è dimenticato è un passo
fondamentale per perseguire un bene che sia veramente comune, che vada
oltre il bene individuale, che tenga conto del primato della persona, della
sussidiarietà e della partecipazione.
I progetti di cui è stata data testimonianza si sono concretizzati in diverse aree:
ognuno a suo modo ha fatto del bene ai promotori, ai destinatari e al sistema
 L’azione concreta, come per esempio la fondazione di Banca Etica, le malattie
rare, la creazione di una clinica mobile in Honduras e di un presidio ospedaliero
in Congo, ma anche la creazione in una ASL di Roma di una rete di
informazione H24 per le donne extracomunitarie che trovano mediatori culturali
a loro disposizione, promuovendo una politica dell’inclusione e dell’accoglienza
 la lobby positiva, come la campagna a favore dello smantellamento delle
mine antiuomo, la creazione dell’Istituto per la Promozione dell’Etica in Sanità,
la promozione della Giornata della Famiglia
 La diffusione di conoscenza e di istruzione, come quella che produce
l’Università Pubblica, il Rotary, ma anche quella sottesa alle community che
riescono a condividere valori e sostegno reciproco
PER IL FUTURO …
Passi successivi verranno fatti per non disperdere il patrimonio di conoscenze,
condivisione, relazione costruito durante questa giornata

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Report-Evento-Innovazione-Bene-Comune

  • 2. 2 “E’ impossibile immaginare l’impresa senza la creazione di valore a beneficio dell’intera società oppure senza il desiderio degli individui di essere impegnati produttivamente nella società” “Innovazione, Bene Comune” è il titolo del Convegno con cui è stato presentato il libro di Michele Corsaro “Manuale di Marketing Research – con specifiche sull’area Salute/Farmaceutica”, svoltosi lo scorso 6 febbraio presso la Sala Protomotca del Campidoglio di Roma. Innovazione, Bene Comune: si tratta di due parole importanti, accomunate dal pensiero che agire e pensare in nome del Bene Comune possa essere possibile e soprattutto innovativo e auspicabile nel momento di crisi attuale, basandosi su una cultura della fraternità che ponga al centro l’uomo, la persona e la dignità della sua esistenza. Michele Corsaro ha speso la sua vita personale e professionale nel continuo sforzo di perseguire concretamente il Bene Comune, convinto come era che “dobbiamo lasciarci alle spalle la concezione di Bene Comune come la somma dei beni individuali acquisiti attraverso opportunità individuali e sviluppate in funzione del primato dell’io (Ego). In questa società in rapida evoluzione il Bene Comune richiede una continua tensione verso relazioni di scambio tra soggetti sociali, quando essi operano in base ai princìpi di:  primato della persona, personalizzazione del welfare  sussidiarietà, ci aiutiamo a vicenda l’un l’altro a fare quello che deve essere fatto  partecipazione, condividere la responsabilità e l’impegno insieme agli altri Il mondo della Salute e della Sanità è stato il terreno di azione professionale di Michele Corsaro, ed è anche lo specifico tema del libro-manuale da lui scritto e la cui presentazione ha dato l’occasione di riflettere su temi molto attuali . Il Bene Comune come obiettivo, come sistema di valori cui ispirare i propri comportamenti di tutti i giorni, ma anche come fonte di innovazione inclusiva e non esclusiva, come impronta da dare all’agire individuale e collettivo, come monito a creare valore per la società in cui viviamo. Un pensiero che, guardato con le lenti delle attuali regole del mercato e di una certa deriva economicista, esprime una notevole carica ‘rivoluzionaria’, in contro tendenza
  • 3. 3 rispetto ad un pensiero dominante in cui sembrano prevalere l’interesse individuale e il perseguimento del profitto fine a se stesso. A quest’idea si contrappone la convinzione che rimettere al centro il bene comune possa creare ricchezza, benessere diffuso, vantaggi per tutti, a fronte dell’evidenza che le diseguaglianze che stanno emergendo nel mondo globalizzato portano molti svantaggi e un sistema che ormai fatica a reggersi in equilibrio armonico e in cui la questione economica è sempre in primo piano. La Sanità è certamente un banco di prova importantissimo e cruciale, oltre che uno snodo ineludibile quando si parla di economia, sostenibilità, progresso. In particolare il SSN italiano, disegnato dalla Legge 833 nel 1978, riconosciuta in tutto il mondo come una delle migliori e più avanzate, si fonda su una serie di valori e di caratteristiche straordinariamente sovrapponibili a quelli che permeano anche l’idea di Bene Comune: universalità prima di tutto, ma anche equità e solidarietà, che permettono di dare a ciascuno in base al bisogno, quando ne ha bisogno. Bene Comune, Innovazione e Sanità sono stati dunque il filo rosso che ha legato gli interventi che si sono succeduti durante l’incontro e che nella situazione attuale rappresentano un bacino di stimoli e di riflessioni che possono, da domani, diventare un progetto concreto di vita e di lavoro per rendere migliore il nostro vivere civile. --------------------- La Dottoressa Marletta, direttore del Ministero della Salute, ha evidenziato come oggi più che ma sia strettissimo il legame tra innovazione, salute e bene comune. Parlare di innovazione oggi in ambito sanitario significa parlare di progresso scientifico e di nuove terapie, di vantaggi enormi in termini di vite umane salvate, di risparmio a medio e lungo termine grazie alla possibilità di prevenire e curare meglio le persone D’altra parte, significa anche parlare di importanti investimenti, sia per finanziare la ricerca scientifica che per mettere a disposizioni i nuovi trattamenti. Le innovazioni che si stanno susseguendo in quest’ultimo periodo mettono a dura prova il SSN dal punto di vista finanziario e di sostenibilità. Proprio per questo è necessario non perdere mai di vista la rotta che ci deve guidare: l’universalità del diritto alla cura e alla salute, sancita dalla Costituzione Italiana. Dunque il farmaco non può essere considerato alla stregue di un bene di largo consumo e non può rispondere alle classiche regole del mercato.
  • 4. 4 “saper conservare questo tratto universalistico e consegnarlo a chi verrà dopo di noi è l’orizzonte con cui ci dobbiamo misurare per governare la cosa pubblica … una sfida che coinvolge tutti … un agire condiviso – superare la deriva economicistica che sta mettendo a rischio la salute dei cittadini” Il Bene Comune in questo contesto rappresenta un valore guida e un obiettivo da perseguire, chiamando tutti a raccolta per consegnare alle future generazioni un sistema altrettanto equo e sostenibile, con il Ministero della Sanità come garante di una sanità equa e che considera la salute come un investimento e non un costo. Bene comune significa responsabilità individuale, impegno concreto, agire quotidiano come testimonianza di valore Come sottolineato da Gianluigi De Palo, Consigliere del Comune di Roma, il primo passo per il bene comune sta nel fare bene il proprio dovere, nel farlo fino in fondo, con serietà e anche fatica, mettendosi in gioco in prima persona. Agire senza fermarsi ai confini di quanto ci compete da un punto di vista freddamente tecnico, ma andando oltre, pensando alle persone e alle vite su cui si riflettono le nostre azioni, alle conseguenze che portano, ai problemi che possono risolvere. Agire come un buon padre di famiglia, quale è stato Michele Corsaro, e come se la società tutta fosse la nostra famiglia Il bene comune richiama tutti i cittadini all’etica e al rispetto delle regole di convivenza civile che ci siamo date, ad un circolo di comportamenti virtuosi fatto di assenza di corruzione e di rispetto reciproco, in cui non c’è chi guadagna e chi perde, ma in cui si vince tutti, perché si agisce nell’interesse di tutti e nel rispetto di ciascuno. Nella situazione attuale il rischio che si corre è quello di perdere il concetto di Bene Comune in Sanità. Non solo a causa della crisi economica e quindi della scarsità di investimenti, non solo a causa dell’impennata demografica e dell’allungamento della vita, ma soprattutto a causa della situazione di corruzione e quindi di spreco e inefficienza che pervadono il nostro SSN. Se corruzione è l’utilizzo privato di un bene comune – come ha sostenuto Francesco Macchia, Presidente ISPE (Istituto per la Promozione dell’Etica in Sanità) – se è primato del denaro sulla persona, se è aiuto per delinquere e non per
  • 5. 5 fare il bene della società, allora è evidente che la corruzione è assenza del concetto di bene comune, è esattamente il suo contrario. Anche in questo caso dunque il bene comune emerge come straordinariamente attuale e rivoluzionario nell’Italia di oggi, dove il problema della corruzione e dell’inefficienza del servizio erodono le fondamenta dell’universalità, equità e sostenibilità del nostro SSN. E’ dunque necessario richiamare fortemente le regole e i princìpi su cui si basa la nostra convivenza civile e comportarsi di conseguenza, contribuendo a consolidare e garantire una cultura e una società in cui prevalga il senso del bene comune sull’interesse personale, la persona sul primato del denaro. Combattere la corruzione in sanità rappresenta un potente terreno di prove, perché c’è in gioco la sostenibilità del nostro SSN, il rischio di raggiungere un punto di non ritorno che porterà a discriminare tra chi può e chi non può permettersi un trattamento sanitario adeguato, impoverendo di fatto tutto il Paese. Per questo l’appello di Francesco Macchia è di agire in prima persona, non solo attraverso comportamenti virtuosi ma anche attraverso il passaparola, la sensibilizzazione e l’impegno a far riflettere su questi temi chi è vicino a noi, se necessario a provocare in loro il senso di colpa per comportamenti contrari ai principi dell’etica e del bene comune. A livello globale, parlare Bene Comune, innovazione e salute pone in primo piano temi sensibili che chiedono una profonda riflessione collettiva: la conoscenza, l’innovazione, l’accesso alle cure e la salute devono sempre rappresentare un bene comune, ma si tratta di un traguardo ancora lontano. Nicoletta Dentico, co-director at Health Innovation in Practice, Health Innovation for Peolple, ha ricordato come globalizzazione non significhi ancora bene comune, non significhi cioè universalità dei diritti, delle possibilità e della conoscenza. Ha inoltre posto l’accento su alcune criticità e rischi che impediscono di arrivare a disegnare un mondo che metta in primo piano il bene comune come bene superiore e non come somma di beni individuali Ritorna forte il tema del rischio di considerare e trattare il farmaco alla stregua di un bene di largo consumo. La conseguenza è cercare di costringerlo nella legge della domanda e dell’offerta, di creare nuove malattie per aprire nuovi mercati profittevoli, di rendere disponibili le
  • 6. 6 terapie e di promuovere la ricerca scientifica e l’innovazione solo in ambiti e per mercati in cui ci siano disponibilità finanziarie e potere di acquisto. L’altro rischio, strettamente legato al primo, è quello che i diritti privatistici prendano il sopravvento su quelli universalistici. In questo ambito, è paradigmatico il tema della conoscenza e dell’innovazione legati alla proprietà intellettuale: qui il rischio è che la ricerca, la conoscenza, l’innovazione non siano più condivisi, universali e accessibili a tutti, impedendo di fatto il progresso e l’accessibilità ai Paesi e alle fasce sociali più povere Se pensiamo poi che la possibilità di ‘copiare’ e di ‘riprodurre ‘ per creare know how rappresentano una delle vie maestre per l’innovazione, il principio della proprietà intellettuale, se applicato impropriamente e spregiudicatamente, di fatto rischia di imbrigliare e di impoverire l’innovazione e di limitare il trasferimento di tecnologie e di conoscenza solo a chi può permettersi di pagarle. “L’innovazione può essere considerata non solo bene comune, ma anche il risultato di un’iniziativa collettiva anziché individuale” Leonardo Previ – Università Cattolica di Milano - ha sottolineato con il suo intervento come il bene comune rappresenta anche una risorsa per fare innovazione e rimetterla in circolo per il bene di tutti portando risultati positivi nonostante la scarsità di risorse. Pensare al Bene Comune dunque può aiutarci a cambiare punto di vista, a pensare in modo nuovo e produttivo Se nel mondo moderno l’innovazione “è frutto di corposi investimenti e segue un percorso dall’alto verso il basso, dove i dipartimenti R&D sono visti come depositari della capacità creativa”, l’approccio illustrato da Previ ribalta la questione e guarda con occhiali diversi: “noi stessi e tutte le persone che ci circondano siamo dei giacimenti di creatività che vanno sfruttati non interamente ma cooperativamente.” In un momento di crisi come quello attuale, questo approccio guarda alla collettività, anche aziendale, come ad una fonte di creatività diffusa, in grado di contribuire con proposte concrete all’innovazione e al recupero di competitività necessari per sopravvivere e per creare valore Molte giovani aziende italiane hanno seguito questo nuovo modo di organizzare il lavoro, non più dall’alto ma dal basso, riuscendo a coinvolgere le persone al fine di generare valore. Un valore che è diventato un bene comune per tutti.
  • 7. 7 A livello aziendale, il Bene Comune si può declinare, in qualsiasi comparto di attività, attraverso l’attenzione alle persone nella loro globalità, e non in quanto consumatori o fruitori di qualche servizio. Si può per esempio “Fare marketing rimanendo brave persone”, come sostiene Giuseppe Morici – President Region Europe del Gruppo Barilla - ripartendo dai fondamentali di questa disciplina, che richiamano a valori alti, quali etica, rispetto, verità, costruzione, radicamento, come opposti alla tentazione di perseguire risultati effimeri, contingenti e non portatori di valore. “Chi fa marketing oggi, in una società, che non ha bisogno di nuovi prodotti e che non ha più le risorse per produrli, non può non partire quotidianamente dal valore del rispetto: rispetto per se stessi - non facciamo come manager cose che come persone non ci sembrano sensate! - , per gli altri - se diamo alle persone verità ci ricambieranno con fiducia - , per le comunità e per l’ambiente - il marketing non si deve limitare ad autodisciplinarsi, si deve auto-indirizzare verso una dimensione di sostenibilità e di responsabilità sociale.” I buoni esempi non mancano - Pietro Barilla, Adriano Olivetti, Steve Jobs … - serve la volontà di seguirli. Se pensiamo invece all’ambito in cui ha operato Michele Corsaro e al tema cui è dedicato il suo libro, possiamo scoprire come il dato possa favorire l’innovazione se lo rendiamo bene comune Paolo Mariani – docente di Statistica Aziendale all’Università Bicocca di Milano – mette in luce come, ancora una volta, anche se si parla di numeri, ci sia la persona al centro. In un mondo in cui ormai si misura tutto, le persone sono al centro del dato: oggetto e soggetto, fruitori e produttori, utilizzatori propri o impropri. Ma il dato, se usato bene, mette “in comune conoscenze e informazioni, rende evidenti i fatti e ne favorisce la comprensione, sviluppa la condivisione delle responsabilità, rende partecipi e porta a lavorare insieme.” Di fatto, dunque, il dato può rappresentare uno dei migliori veicoli per la sussidiarietà.
  • 8. 8 Il Bene Comune rappresentato la scoperta e la valorizzazione dell’altro come parte integrante dell’io. Romano Martone è un sacerdote che è stato caro amico di Michele Corsaro e ha testimoniato il percorso di Michele per vivere compiutamente e concretamente con lo spirito, il cuore, l’attenzione e i pensieri rivolta all’altro e non solo a sé stesso Il Bene Comune, in un senso più religioso e spirituale, significa dono: “l’uomo è per l’altro, allora tutto il suo guadagno, tutta la sua realizzazione sta nell’essere per l’altro, non pensare a sé stesso, non a servirsi del tu, ma donarsi al tu” Gli interventi hanno evidenziato come il Bene Comune sia un contenitore di valori valore, un modello da seguire, un modo di essere e di pensare la società nella quale viviamo, una linea guida che può ispirare i nostri comportamenti quotidiani, modificando il punto di vista sul mondo e contribuendo ad affrontare i tempi che stiamo vivendo, in modo diverso e innovativo, perché ispirato alla sussidiarietà, alla partecipazione, alla condivisione, all’attenzione alle persone, dunque al perseguimento del bene comune Allo stesso tempo tutti i relatori nei loro interventi hanno sottolineato l’importanza di agire in prima persona, di essere testimoni e portatori dei valori del bene comune attraverso le nostre azioni quotidiane. La tavola rotonda che è seguita, ha offerto il racconto di molte esperienze concrete, di progetti realizzati in nome del bene comune. La somma di queste testimonianze ha lasciato un insegnamento: una road map, un modello da seguire se si vuole agire secondo i principi del bene comune nel concreto quotidiano  Consapevolezza, presa di coscienza  che vengono dalla riflessione personale e dalla contaminazione con altre persone portatrici di valori  Assunzione di responsabilità personale  Scelta di compagni di viaggio che condividono il progetto e i valori, attraverso un franco scambio di idee, stabilendo un patto che è profondo perche fondato su valori forti e condivisi  Fare da collanti per favorire la partecipazione e la coesione attorno al progetto  Quindi fare rete, fare lobbying rimanendo brave persone, avendo anche il coraggio di selezionare o di escludere, di dire di no quando il sistema di valori e di comportamenti non è compatibile
  • 9. 9  Agire in un settore in cui si hanno competenze, esperienza, specializzazione, e in cui dunque si può lavorare con sicurezza, determinazione e speranza di successo  Individuare un progetto, un obietto piccolo, circoscritto, ma estremamente preciso, delineato e concreto  Individuare i beneficiari del progetto tra coloro che in qualche modo sono ai margini, esclusi, dimenticati. Illuminare chi di solito è dimenticato è un passo fondamentale per perseguire un bene che sia veramente comune, che vada oltre il bene individuale, che tenga conto del primato della persona, della sussidiarietà e della partecipazione. I progetti di cui è stata data testimonianza si sono concretizzati in diverse aree: ognuno a suo modo ha fatto del bene ai promotori, ai destinatari e al sistema  L’azione concreta, come per esempio la fondazione di Banca Etica, le malattie rare, la creazione di una clinica mobile in Honduras e di un presidio ospedaliero in Congo, ma anche la creazione in una ASL di Roma di una rete di informazione H24 per le donne extracomunitarie che trovano mediatori culturali a loro disposizione, promuovendo una politica dell’inclusione e dell’accoglienza  la lobby positiva, come la campagna a favore dello smantellamento delle mine antiuomo, la creazione dell’Istituto per la Promozione dell’Etica in Sanità, la promozione della Giornata della Famiglia  La diffusione di conoscenza e di istruzione, come quella che produce l’Università Pubblica, il Rotary, ma anche quella sottesa alle community che riescono a condividere valori e sostegno reciproco PER IL FUTURO … Passi successivi verranno fatti per non disperdere il patrimonio di conoscenze, condivisione, relazione costruito durante questa giornata