A Carolyn «Se sapessi descrivere la bellezza dei tuoi occhi E
cantare in nuovi metri tutte le tue grazie, Il futuro direbbe: questo
poeta mente, Mai un volto sulla Terra ebbe tratti così celesti».
William Shakespeare
Una cosa ho imparato nella mia lunga vita: che tutta la
nostra scienza è primitiva e infantile, eppure è la cosa più
preziosa che abbiamo. Albert Einstein.
«l'io risplende nello spazio attraverso la conoscenza» Upani Ad
L’Universo:
cosa c’è dietro?
dentro?
Cosmogonia = nascita del cosmo
Mito delle origini,
Mito della creazione,
Mitologia,
Leggende,
…….
La Mitologia Astrale è la proiezione celeste della psicologia. Jung
25 SECOLO aC
EGIZIANI
20 SECOLO aC
BABILONESI
5 SECOLO aC
GRECI
II SECOLO
TOLOMEO
1543
NICOLA COPERNICO
Osservazione dettagliata dei
pianeti. Impiego pratico
dell'astronomia e creazione
di un calendario solare.
Osservazione delle stelle.
Regolarità e moti peculiari
dei pianeti. Raccolta di dati
astronomici. Divisione del
percorso del Sole in dodici
parti, organizzazione dello
zodiaco.
Enfasi sulla modellazione
geometrica del cosmo.
Immaginazione degli
elementi di base che
compongono l'universo. In
parte hanno accantonato le
spiegazioni mistiche del
cielo. Inventano vari modelli
cosmologici.
Crea un catalogo di stelle.
La sua opera, L'Almagesto,
definì il corso
dell'astronomia per i secoli
successivi fino all'avvento
delle idee eliocentriche.
Descrive i moti planetari
con epicicli e deferenti,
senza giustificarne le cause,
ma solo con l'idea di
spiegare ciò che si vedeva in
cielo.
Pubblicazione del "De
Revolutionibus Orbium
Coelestium", un trattato
fondamentale in cui, con
varie argomentazioni,
suggerisce di togliere la
Terra dal centro
dell'universo e di collocare il
Sole in quel posto
privilegiato (modello
eliocentrico dell'universo).
1572
TYCHO BRAHE
1584
GIORDANO BRUNO
1605
GIOVANNI KEPLER
1609
GALILEO GALILEI
1687
ISAAC NEWTON
Scopre una supernova
nella costellazione di
Cassiopea. Dubita
sull'immutabilità dei
cieli, come c'era scritto
in Aristotele. La realtà
fisica delle sfere
cristallino del pensiero
trascinato i pianeti nella
sua orbita intorno la
Terra, perdono il
sostentamento.
Tycho è stato forse tra i
più importanti
osservatori del cielo
dell'epoca pre-telescopio
Pubblicazione di
"Sull'universo Infinito e Sui
Mondi». Delinea le idee
sulla non centralità della
Terra nel cosmo e diventa
uno dei maggiori divulgatori
della dottrina copernicana.
Egli suggerisce che la Terra
non è necessariamente
l'unico pianeta del suo
genere, né il Sole l'unica
stella in grado di sostenere
la vita nell'universo.
Ha suggerito la "pluralità di
mondi abitati".
Collabora con Tycho Brahe
e, sulla base delle
osservazioni di quest'ultimo,
calcola l'orbita ellittica del
pianeta Marte.
In questo modo ha rotto
con il vecchio assioma greco
dell'esclusività dei moti
circolari e uniformi. Anni
dopo, propone le sue
famose leggi sui moti dei
pianeti.
Usa il telescopio per
studiare il cielo. Osserva la
superficie irregolare della
luna. Studia Saturno,
distinguendo la sua strana
forma non sferica, che solo
cinquant'anni dopo sarebbe
stata giustificata (ci
riferiamo ai famosi anelli).
Galileo punta il suo
telescopio anche su Giove e
scopre quattro dei suoi
satelliti, dimostrando così
che un piccolo "universo"
poteva esistere all'interno di
uno più grande e che non
tutte le stelle erano
obbligate a girare intorno
"Newton pubblica il suo
capolavoro "Principia
Mathematica", considerato
uno dei libri più influenti
della storia della scienza, in
cui pone le basi della
meccanica e descrive la
forza di gravitazione
universale. Dimostra che il
moto degli oggetti sulla
Terra e quello delle stelle
nel cielo obbediscono alle
stesse leggi naturali e
dimostra la coerenza delle
leggi di Keplero con la sua
teoria della gravitazione.
FINE
DEL XIX SECOLO
1905
ALBERT EINSTEIN
1915
ALBERT EINSTEIN
1922
ALEKSANDR FRIEDMANN
1929
EDWIN HUBBLE
Gli astronomi
riscontrano anomalie
nell'orbita di Mercurio. Il
suo punto orbitale di
massimo avvicinamento
al Sole (il perielio)
mostra alcune
discrepanze tra le
previsioni della teoria
newtoniana e le
osservazioni
astronomiche.
Pubblica la teoria della
relatività speciale: spazio e
tempo cessano di essere
assoluti e si fondono in una
nuova entità,
lo spazio-tempo.
Pubblica la sua teoria della
relatività generale, in cui
la materia-energia piega lo
spaziotempo e questo
cambiamento nella
geometria dello
spaziotempo agisce come
gravitazione.
Con questa nuova teoria,
Einstein risolve il moto
anomalo del perielio di
Mercurio e la sua teoria dà
luogo a nuove e
insospettabili previsioni
che, nel corso degli anni,
gli esperimenti hanno
potuto ratificare..
Utilizza la relatività generale
di Einstein per descrivere
l'universo.
I suoi due lavori
fondamentali risalgono al
1922 e al 1924 e descrivono
la possibilità di un universo
dinamico, in contrasto con
l'idea di "staticità" che
prevaleva all'epoca.
Publica sus observaciones
de galaxias lejanas y la
relación lineal entre la
distancia y el corrimiento
espectral de la luz de las
galaxias. Sus observaciones
fueron, más tarde,
interpretadas como la
evidencia de que nuestro
universo se halla en un
estado de expansión.
1964
ARNO PENZIAS & ROBERT
WILSON
1965 / ROBERT DICKE,
JAMES PEEBLES, PETER
ROLL
& DAVID WILKINSON
1981
ALAN GUTH
1992
MISSIONE COBE DELLA
NASA
OSSERVAZIONI DI
SUPERNOVAE 1A
Scoprono la "radiazione
cosmica di fondo", che
sarà un elemento chiave
della cosmologia. Questa
radiazione mostra che il
passato dell'universo era
molto diverso da quello
attuale. Conferma l'idea
di un universo che si
evolve nel tempo. A sua
volta, lo studio di questa
radiazione permette oggi
di comprendere lo stato
preciso del cosmo
miliardi di anni fa. Nel
Essi interpretano
correttamente la radiazione
di fondo scoperta da
Penzias e Wilson come un
residuo dell'universo
embrionale.
Propone il suo modello di
universo inflazionario come
possibile soluzione ad
alcuni problemi che
affliggono i modelli del Big
Bang.
Annuncia i suoi risultati
confermando che la
radiazione di fondo
scoperta da Penzias e
Wilson presenta
piccolissime irregolarità
nella sua intensità.
Questi sono interpretati
come dovuti alle prime
concentrazioni di materia
che avrebbero dato origine
alle stelle e alle galassie che
vediamo oggi nel cielo.
Consente agli astronomi di
rilevare la luce emessa in
queste esplosioni da regioni
dell'universo molto distanti.
Per raggiungere i telescopi
terrestri, la luce osservata
ha viaggiato per miliardi di
anni e deve quindi aver
percorso lunghe distanze
attraverso un Universo in
espansione. Dallo studio
della luce di queste
supernove, la cui intensità
dipende dal tipo preciso di
espansione dell'universo, si
“Astronomicum Caesareum” (Apiano)
Fig. 1: “Sobre las dimensiones y las distancias del Sol y de la Luna”
(Aristarco)
Fig. 2: “El libro de Astrología” (Abraham Ben Ezra)
Fig. 3: “Sphera Mundi” (Sacrobosco)
Fig. 4: “Astronomía Nova” (Johannes Kepler)
Fig. 5: Primer mapa de la luna (Tomas Harriot)
Fig. 6: “Tablas Alfonsinas” (Alfonso X, El Sabio)
Fig. 7: “De Stella Nova” (Johannes Kepler)
Gli antichi Greci non avevano difficoltà ad accettare che la volta celeste
fosse retta sulle proprie spalle dal mitico Atlante, il Titano raffigurato nella
splendida scultura presentata qui a destra: si tratta della più antica
rappresentazione completa dei cieli, e risale probabilmente al II sec. A. C.
Certo, si potrebbe osservare che Atlante era un gigante e potrebbe aver
avuto una statura…astronomica.
Esiodo narra che Atlante fu costretto a tenere sulle spalle l'intera volta
celeste per volere di Zeus che decise di punirlo perché durante la
Titanomachia si era alleato con Crono quando guidò i titani contro gli dèi
dell'Olimpo.
Nell'Odissea (libro I) viene descritto poeticamente come uno dei pilastri
del cielo e sempre nell'Odissea, viene indicato come padre di Calipso.
Atlante riuscì a convincere Eracle a sostituirlo temporaneamente nella sua
punizione offrendosi di poter raccogliere i pomi d'oro dall'albero del
giardino delle Esperidi al suo posto.
Ottenuto lo scambio però Eracle riuscì a convincerlo di tenere
momentaneamente la volta per potersi mettere qualcosa sotto le
ginocchia e quando Atlante sollevò la volta del cielo dalle spalle di Eracle,
questi raccolse le tre mele lasciate a terra e se ne andò.
Be’. Ercole sarà stato pure un pezzo di Marcantonio, ma era pur sempre un
uomo e non un gigante.
Dunque, per gli antichi Greci, il cielo non si trovava molto più in là della
cima delle montagne.
In un suo libro Stephen Hawking ricorda in un aneddoto tale metafora:
«Un famoso scienziato tenne una volta una conferenza pubblica su un argomento di astronomia. Egli parlò di come la Terra orbiti
attorno al Sole e di come il Sole, a sua volta, compia un’ampia rivoluzione attorno al centro di un immenso aggregato di stelle noto
come la nostra galassia. Al termine della conferenza, una piccola vecchia signora in fondo alla sala si alzò in piedi e disse: “Quel che
lei ha raccontato sono tutte frottole.
Il mondo, in realtà, è un disco piatto che poggia sul dorso di una gigantesca tartaruga.” Lo scienziato si lasciò sfuggire un sorriso di
superiorità prima di rispondere: “E su cosa poggia la tartaruga?”
“Lei è molto intelligente, giovanotto” disse la vecchia signora. “Ma ogni tartaruga poggia su un’altra tartaruga!”»
(Stephen Hawking, Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo (1988).
Andromeda e la Via Lattea
La prima menzione della galassia di Andromeda, risale all’astronomo Al-Sufy (903-986 d.C.), che la definisce
come “la piccola nube” sulla bocca del “grosso pesce”, nella costellazione di Andromeda. Curiosamente,
circa dieci secoli più tardi, la didascalia di una foto sviluppata da una lastra presa al telescopio, recitava: “La
grande nebulosa in Andromeda”.
Secondo il mito (etimologicamente, mythos: parola, discorso, racconto), Cassiopea, madre di Andromeda, si
era dichiarata più bella delle Nereidi (divinità marine), e per tutta risposta Poseidone (il dio del mare) inviò
un mostro marino in Etiopia a devastarne il territorio e divorarne gli abitanti.
Il padre, Cefeo, si vide costretto ad assecondare il vaticinio di un oracolo, in base al quale l’unico modo di
placare il mostro era quello di offrirgli in sacrificio Andromeda.
Così Andromeda fu salvata, si celebrarono le nozze, e gli sposi vissero ad Argo.
Per conferire l’ immortalità al figlio Ercole, di madre mortale, Zeus tentò di fargli succhiare il latte di Era, sua legittima moglie, durante il sonno di
lei.
Il piccolo tuttavia si dimostrò straordinariamente vorace, e la dea si svegliò di soprassalto sottraendosi alla sua morsa e negandogli in tal modo
la vita eterna, mentre il latte fiottava ancora dal suo seno. Una parte venne spruzzata in cielo, dove si raccolse nella Via Lattea, e una parte si
riversò a terra, dove spuntarono distese di gigli.
Così Andromeda, incatenata ad una roccia in riva al mare, venne lasciata al suo destino. Ma l’eroe Perseo, invaghitosi della fanciulla, si presentò
al padre offrendosi di liberarla in cambio della sua mano, e il padre acconsentì. Cavalcando Pegaso, l’ippogrifo, Perseo raggiunse in volo
Andromeda prima che il mostro marino fosse riuscito a toccarla, e dopo un lungo scontro dalle fasi alterne, riuscì a pietrificarlo mostrandogli la
testa di Medusa, la Gorgone da lui uccisa con l’aiuto divino nel corso di una precedente avventura.
Andromeda Perso Pegaso Medusa
Il primo a rendersi conto della vera natura della Via Lattea fu G. Galilei, come da lui riportato nel “Sidereus nuncius”, dove compare il
resoconto delle osservazioni da lui effettuate con il cannocchiale.
Al riguardo, si legge: “Quello che in terzo luogo osservammo `e l’essenza o materia del cerchio latteo, il quale attraverso il cannocchiale si può
vedere in modo cos`ı palese che tutte le discussioni che tanti secoli hanno travagliato i filosofi, si dissipano con la certezza della sensata
esperienza, e noi siamo liberi da sterili dispute.
La Galassia infatti non `e che un ammasso di innumerevoli stelle disseminate a mucchi; in qualunque parte si volga il cannocchiale sempre si
offre alla vista un grandissimo numero di stelle, molte delle quali si vedono abbastanza grandi e ben distinte, mentre la moltitudine delle più
piccole `e del tutto inesplorabile.”
Andromeda e la Via Lattea
La via Lattea era in greco Galaxias che significa latte o di latte Secondo il mito greco Zeus innamoratosi di Alcmena assunse le sembianze del
marito Anfitrione che era in guerra ed ebbe con lei un rapporto da cui nacque Eracle (in realtà nacquero 2 gemelli uno figlio di Zeus e l' altro
figlio di Anfitrione) Zeus portò Eracle dalla moglie Era che stava dormendo affinchè il bambino bevendo il latte materno divenisse immortale,
ma Era si svegliò ed accorgendosi che stava allattando un bambino non suo lo respinse. Il latte di Era schizzò in cielo formando la via Lattea.
Via Lactea è il nome che I romani diedero alla galaxias.
via Lattea
Una suggestiva visione della Via Lattea dalla Nuova Zelanda premio Astronomy Photographer 2013 (la luce a destra è artificiale)
"Tecnicamente, ciò che accade è che la Terra, il Sole e tutti i pianeti orbitano intorno al centro di massa del sistema solare",
"Il centro di massa del nostro sistema solare è molto vicino al Sole stesso, ma non esattamente al centro del Sole".
La Terra orbita intorno al Sole?
In realtà, la Terra non orbita intorno al Sole.