1. Caratteri generali esterni
L'aspetto esteriore dei rettili non è molto omogeneo, in
determinate specie il corpo è tondeggiante o appiattito, in altre
allungato o vermiforme; in alcune è munito di zampe, in altre ne
manca del tutto; il collo può essere brevissimo, oppure lungo. Le
specie dotate di zampe ne presentano generalmente quattro, ma
collocate cosi lateralmente che servono piuttosto a spingere il
corpo, che non a sostenerlo. La pelle, poverissima di
ghiandole, in genere presenta un rivestimento corneo, nel quale
si distinguono squame e placche di forme e dimensioni assai
varie, talora sostenute da scudi cutanei ossei. I rettili possono
gareggiare con qualsiasi altra classe di animali quanto a bellezza
dei colori. Talune specie cambiano di colore a volontà, mediante
l'espandersi e il contrarsi di certe cellule colorate situate nella
pelle.
2. Apparato scheletrico
Lo scheletro, in questi animali, è quasi del tutto ossificato, ma nella
disposizione delle sue singole parti presenta tante differenze che riesce
difficile darne una descrizione comune a tutte le specie. Il cranio, che per
molti aspetti ricorda quello degli uccelli, è più o meno appiattito; le
mascelle e le ossa facciali hanno un enorme sviluppo e in molti casi sono
dotate di eccezionale mobilità. La colonna vertebrale, ossificata, consta di
un numero molto vario di vertebre, a seconda della lunghezza del corpo:
nelle testuggini, per esempio, non se ne contano più di trenta, mentre nei
serpenti ve ne sono fino a cinquecento. Le costole, anch'esse variabili di
numero, sono sempre perfettamente sviluppate. Lo sterno è
assente, oppure rudimentale.
Dentizione
- I denti dei rettili non presentano diversificazione in tipi distinti
per forma e funzione, come nei mammiferi
(incisivi, canini, premolari e molari), ma sono tutti di forma più o
meno uguale, subconica, anche se con diversità di mole. I rettili
non masticano: i denti servono loro solo per afferrare le prede e
favorirne la deglutizione; inoltre, non vanno soggetti a una muta
regolare, ma accanto ai vecchi se ne formano sempre di nuovi.
Le testuggini non hanno denti, bensì affilate lamine cornee ai
margini delle mascelle; tutti gli altri rettili hanno denti, di solito
abbastanza numerosi, i quali non si trovano soltanto sulle
mascelle, ma talvolta anche sulle ossa del palato, sul pterigoide
e sul vomere.
3. Organi interni
La lingua è di forma assai varia; corta e grossa, o
protrattile e allungata in punte filiformi. Lo stomaco
risulta ampio, mentre l'intestino è relativamente corto. In
genere i reni sono molto voluminosi e variamente lobati;
gli ureteri che se ne staccano si aprono nella cloaca. I
condotti genitali sboccano pure nella cloaca. Esistono
organi copulatori.
Gli organi della respirazione constano sempre di
polmoni, cioè di sacchi pieni d'aria di solito
indivisi, oppure dotati di sacchi accessori in talune specie
di sauri; spesso si distinguono per la presenza di
appendici allungate, terminali. Nei serpenti il polmone
sinistro può essere del tutto rudimentale.
Il cuore si compone di quattro cavità, due orecchiette
perfettamente separate e due ventricoli divisi da un setto
completo solamente nei coccodrilli, e interrotto in tutti
gli altri rettili da lacune più o meno grandi, attraverso le
quali il sangue passa dal ventricolo sinistro a quello
destro. Vi è sempre la presenza di due archi aortici che si
riuniscono sotto la colonna vertebrale. Il sistema linfatico
è straordinariamente sviluppato. I corpuscoli del sangue
sono ovali o tondeggianti e provvisti di nucleo.
4. Sistema nervoso e organi di senso
L'occhio, generalmente piccolo, risulta provvisto
di palpebra superiore e inferiore, che nei serpenti
e in alcune lucertole si saldano, divengono
trasparenti e formano una capsula la quale ripara
anteriormente il globo oculare. Nella maggior
parte dei sauri, nelle testuggini e nei coccodrilli
esiste poi la membrana nittitante, la
quale, dall'angolo interno dell'occhio, può essere
spinta più o meno in avanti sull'occhio stesso. Nei
rincocefali e in parte dei sauri, sulla volta
dell'encefalo si solleva l'occhio parietale, connesso
con un organo corrispondente alla ghiandola
pineale dei vertebrati più evoluti.
L'udito dei rettili è inferiore a quello degli uccelli e
dei mammiferi. All'orecchio manca il
padiglione, ma esiste quasi sempre la membrana
timpanica, la cassa del timpano e una lagena
incurvata.
Sulla pelle si trovano organi sensitivi distribuiti
sulle squame; organi gustativi si trovano invece
sulla lingua.
Nei serpenti e nei sauri esiste un organo
chemiorecettore, detto organo di Jacobson, che ha
funzioni olfattive e gustatìve.
5. Riproduzione
-Quasi tutti i rettili si riproducono a mezzo
di uova, le quali hanno un grosso tuorlo
oleoso e uno strato più o meno
considerevole di albume, entrambi
racchiusi in un guscio
coriaceo, generalmente
elastico, impregnato di una piccola quantità
di sostanza calcarea.
Lo sviluppo delle uova incomincia per lo
più nell'ovidotto materno, nel quale a volte
l'embrione si evolve completamente: in tal
caso il piccolo perfora il guscio dell'uovo
mentre ancora si trova nell'ovidotto e viene
partorito libero con l'uovo stesso: questo
fenomeno è denominato "ovoviviparità".
Nelle specie ovipare, l'embrione, per poter
perforare il guscio dell'uovo, è provvisto di
un dente particolare, affilato e impari, che
spunta dall'osso intermascellare, sulla
punta del muso, e che in seguito scompare:
esso è chiamato "dente embrionale" o
"dente dell'uovo".
6. Circa 3200 specie viventi formano la classe degli anfibi che
comprendono tutte a noi note. Circa 400 milioni di anni fa i
vertebrati di devono esclusivamente in acqua poi man mano si
sono adattati a vivere sulla terra e in aria e gli anfibi sono stati
primi animali a modificare la propria struttura interna. Infatti
ancora oggi gli anfibi nascono nell'acqua per
poi, crescendo, vivere sia in acqua che in terra.
Si hanno le prime notizie degli anfibi circa 370 milioni di anni fa
grazie ai fossili rinvenuti nei fondali palustri. Già a quell'epoca si
differenziano dai pesci in quanto non solo ruotavano erano in
grado di salire sulla terra ferma mediante quattro arti
rudimentali. Se da questo momento la loro evoluzione è
incessante cosa che ha favorito la nascita di nuove specie sempre
più specializzate. Nell'era mesozoica erano presenti il numero
elevatissimo e le loro dimensioni potevano toccare i 4 m.
Gli anfibi sono una via di mezzo tra un pesce e un rettili; la cosa
che li differenzia maggiormente dai pesci e proprio la struttura
ossea, si ha avuto un irrobustimento della colonna vertebrale e un
allargamento ed appiattimento delle ossa craniali. Un'altra
diversità importante è la presenza dell'udito. Vi è un
irrobustimento delle ossa che sostengono gli arti soprattutto di
quelli posteriori che serviranno, nell'ordine degli anuri al salto e
alla cattura delle prede.
7. Un altro sviluppo importante è quello dei
polmoni che sono presenti negli adulti mentre
nelle forme larvali sono ancora branchie atte a
respirare in acqua. Gli anfibi respiro oltre che con
i polmoni anche con la pelle, la loro pelle è
permeabile è molto sottile, in grado di assorbire
l'umidità o di farlo evaporare. Infatti un anfibio
se sposto per troppo tempo al calore tende a
perdere liquidi corporei; la pelle possiede
tantissime ghiandole che hanno lo scopo di
umidificare la pelle è di limitare la penetrazione
dell'acqua. In alcune specie la pelle secerne un
liquido tossico utile a scopo difensivo.
Queste ghiandole possono essere visibili, come
nel caso del rospo, o invisibili come nel caso delle
rane. Gli anfibi possiedono la lingua, anche
abbastanza lunga, che utilizzano per catturare il
cibo; il loro stomaco è molto dilatabile; non
possedendo denti quando catturano una preda la
stringono in bocca e la ingoiano in terra. Allo
stadio larvale da circolazione sanguigna e uguale
a quella dei pesci mentre nell'età adulta diventa
simile a quella dei rettili. Il cuore è formato da un
ventricolo è un atrio, e soltanto nell'età adulta si
allo sdoppiamento dell'atrio.
8. Negli anfibi i polmoni non si riempiono o si
svuotano volontariamente in quanto questi
animali non possiedono muscoli atti a
questa funzione infatti il ricambio dell'aria
viene assicurato dal palato che funziona
come un mantice. Hanno un ottimo udito e
vista sufficiente ad avvertire la presenza
della preda. Un senso molto importante
l'olfatto. Il gusto non è molto sviluppato in
quanto mangiano le prede ingoiando
intere.
Si trovano in tutti i continenti, anche se
poche specie vivono nel circolo polare
Artico. La maggior parte delle specie vive
negli ambienti equatoriali e umidi; è ovvio
che l'habitat ideale e quello molto umido
anche se molte specie accettano di vivere in
ambienti più aridi limitando. In inverno si
nascondono in gallerie scavate nel terreno
dove restano, in apparente letargo, per
alcuni mesi. Nei mesi eccessivamente
caldi, per evitare il calore, rimangono
nascosti sottoterra.
9. Alimentazione e nemici
Solitamente gli anfibi si nutrono di insetti
terrestri, acquatici, volanti, ragni, lombrichi e
ragni. Alcune specie, più grosse, riescono a
catturare anche topi e piccoli serpenti soltanto i
girini, ovvero il loro stadio larvale, si cibano di
vegetali. Naturalmente hanno dei nemici: rettili e
uccelli.
Le loro uova sono predate da pesci, anatre e
tritoni; ma come fanno a sopravvivere? hanno
sviluppato varie tecniche:le femmine depongono
moltissime uova e i piccoli nascono già in uno
stadio di sviluppo avanzato, in alcune specie il
maschio resta a guardia delle uova, e poi molte
specie possiedono veleno sulla pelle e dei colori
molto vistosi e fungono da avvertimento della loro
velenosità.
Le specie non velenose, hanno una colorazione
mimetica utile per nascondersi nella vegetazione.
Se si è in pericolo spiccano grandi salti e si tuffano
in acqua andandosi a nascondere sul fondale; altre
specie, come rospo, si gonfiano e si alzano sulle
zampe assumendo un atteggiamento aggressivo.
10. Vita sociale
Gli anfibi non sono molto sociali, quando si riuniscono
in gruppo in un determinato posto lo fanno solamente
perché lo considerano il luogo con le condizioni ideali
per poter vivere. Se invece vivono abitualmente vicini
ogni maschio si crea un proprio territorio che difende
dagli altri maschi.
I girini si muovono sempre in gruppo e soprattutto non è
stagioni secche, quando l'acqua scarseggia, formano dei
gruppi numerosi e si ammassano nelle poche pozze
d'acqua ancora esistenti.
Soltanto una specie, le rane verdi, possono essere
considerate come sociali; se si avvicina un pericolo, basti
che una rana salti nell'acqua che subito tutte le altre la
seguono.
Alcune specie di anfibi vengono utilizzati dall'uomo nel
settore alimentare, le popolazioni indigene della foresta
amazzonica utilizzano il veleno di alcune specie per
bagnare le loro frecce utilizzate sia per la guerra che per
la caccia.
Uomo e anfibi, non hanno mai legato più di
tanto, soprattutto a causa dell'avversione di
quest'ultimo. Gli anfibi sono animali che possono essere
allevati anche in casa, l'importante è che ci sia sempre
umidità e cibo sufficiente.