1. +
The GOoD innovation.
Quando innovare significa fare qualcosa di BELLO, BUONO ED UTILE.
Cristina Allodi
2. 2
“E così avvenne. Dio vide quanto
aveva fatto ed ecco che era cosa
molto buona. E fu sera e fu mattina:
sesto giorno”
Per i credenti di tutte le religioni
monoteiste la parola “creazione” ha
un significato ben preciso, è l’inizio di
tutto… Ma se vogliamo anche per i
+ non credenti, atei o agnostici che
siano, che sia stato “Dio” o una catena
di reazioni fisiche nell’universo cambia
ben poco.
E’ indubbio che creare significa
fare qualcosa che prima non c’era.
Cristina Allodi
3. 3
…e vide che era cosa MOLTO BUONA…
In ebraico “cosa molto buona” si traduce
con la parola “tob” che singnifica
che Dio vide che ciò che aveva fatto era:
+ BELLO
BUONO
UTILE
Cristina Allodi
4. 4
Quindi ciò che fece Dio nell’atto della
creazione non fu solo “bello” non fu
solo un’opera d’arte (anche se esiste
una corrente teologico-filosofica che
sostiene questa tesi) ma fu anche
“buono” ed “utile” ciò serviva a
qualcosa. Dio, per chi ci crede, fu
+ quindi un “innovatore” non un
semplice artista. E da qui sarebbe
interessante approfondire il concetto di
innovatore nei secoli, i cosiddetti
“novatores” soggetti, esseri umani
che, come Leonardo, erano
artisti, scienziati, letterati, poeti, artigia
ni…un concetto oggi assai
penalizzato….
Cristina Allodi
5. 5
BELLO
Il concetto di bellezza legato all’armonia, alle
proporzioni non a canoni fissi, ciò che
“inspiegabilmente ci attrae”.
BUONO
Il concetto di buono è legato all’etica, a
qualcosa che sia buono per tutti, rispettoso per
+ l’uomo, rispettoso dell’ambiente…
UTILE
Che “migliori” la situazione degli esseri
umani, della società, del contesto a cui si
riferisce e che sia utile anche all’azienda che lo
produce o all’istituzione che lo promuove o
implementa.
Cristina Allodi
6. + Il verbo italiano "creare", al quale il 6
sostantivo "creatività" rimanda, deriva dal
"creare" latino, che condivide con
"crescere" la radice KAR. In
sanscrito, "KAR-TR" è "colui che fa" (dal
niente), il creatore.
L'idea di creatività come atteggiamento
mentale proprio (ma non esclusivo) degli
esseri umani nasce nel Novecento. I
primi studi sul fenomeno risalgono agli
Creare, creatività anni venti. Nella specie umana, mentre
in alcuni campi - la matematica, per
Dovrebbero degnarsi di spiegare, per
esempio, perché all’arte esempio - la creatività sembra
sola, spetterebbe il carattere di svilupparsi meglio in giovane età, in altri -
creazione nella perpetua creatività che letteratura, musica, arti figurative -
è di tutte le forme spirituali.
continua per tutto l'arco della vita.
B. Croce
Cristina Allodi
7. + L'atto del creare è stato a lungo 7
percepito come attributo esclusivo della
divinità:
Catullo, Dante, Leonardo, infatti, non
avrebbero mai definito se stessi dei
creativi. Propri dell'uomo erano
invenzione, genio e, dal 1700, progresso
e innovazione.
La parola creatività entra nel lessico
italiano solo negli anni cinquanta. Gli
L’atto del creare… antichi Greci identificavano la creatività
con la capacità poetica, e lo stesso fece
Ralph Waldo Emerson, il più celebre
filosofo della creatività, nel suo saggio "Il
poeta". disordine e ordine, paradosso e
metodo.
Cristina Allodi
8. Tra le moltissime definizioni di creatività
+ 8
che sono state coniate si segnala per
semplicità e precisione quella fornita dal
matematico Henri Poincaré: "Creatività è
unire elementi esistenti con connessioni
nuove, che siano utili". Le categorie di
"nuovo" e "utile" radicano l'attività
creativa nella società e nella storia.
Il "nuovo" è relativo al periodo storico in
cui viene concepito; l'"utile" è connesso
con la comprensione e il riconoscimento
…definizioni sociale. Nuovo e utile illustrano
adeguatamente l'essenza dell'atto
creativo: un superamento delle regole
esistenti (il nuovo) che istituisca una
ulteriore regola condivisa (perché
rivelatasi utile). Si individuano anche le
due dimensioni del processo creativo
che unisce disordine e ordine, paradosso
e metodo.
Cristina Allodi
9. + Infine, le categorie di nuovo e utile 9
ampliano la sfera delle attività creative a
tutto l'agire umano a cui sia riconosciuta
un'utilità economica - estetica o etica - e
che sviluppi uno dei tre possibili gradi di
novità: applicazione nuova di una
"regola" esistente, estensione di una
regola esistente a un campo
nuovo, istituzione di una regola del tutto
nuova.
…l’innovazione Poiché si fonda sulla profonda
conoscenza delle regole da superare, la
creatività non può svilupparsi in assenza
di competenze preliminari.
Caratteristiche della personalità
creativa sono curiosità, bisogno
d'ordine e di successo (ma non inteso
in termini economici), indipendenza di
giudizio, spirito critico, autodisciplina.
Cristina Allodi
10. +
10
Mentre la creatività è genericamente
creare qualcosa di nuovo dal nulla, la
parola innovazione è, nel linguaggio
In Sintesi… comune legata a qualcosa di nuovo che
sia anche utile al maggior numero di
persone.
Cristina Allodi
11. +
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Mentre la creatività è genericamente
creare qualcosa di nuovo dal nulla, la
parola innovazione è, nel linguaggio
In Sintesi… comune legata a qualcosa di nuovo che
sia anche utile al maggior numero di
persone.
Cristina Allodi
12. + Cosa succede oggi nel campo
dlel’innovazione…
Basta andare al supermercato, o anche in giro ed osservare
attentamente. Scopriremo che molte delle “cose nuove” o dei
prodotti potevano fare a meno di inventarli, ci sono in giro molte
cose inutili, ci sono in giro molte cose “non certamente buone”
cioè non etiche…potrei fare moltissimi esempi di prodotti
alimentari che hanno packaging dove la plastica utilizzata è il
doppio del prodotto contenuto, per esempio. Certamente saranno
prodotti di utilità l’azienda in termini di visibilità, un po’ meno per
la GDO, forse anche utili per le RDA (pensiamo all’insalata nei
sacchetti) in un primo momento per il risparmio di tempo ma alla
fine quando ogni settimana si riempie un sacco altro un metro e
mezzo di plastica qualche dubbio sorge…
Cristina Allodi
13. + 13
Alcuni esempi concreti…
Le buste del supermercato. Ovvio sono molto
“buone”, etiche, rispettano l’ambiente in quanto sono
biodegradabili, ma quando appena fuori dal negozio si rompono
facendoti cadere tutto in terra? Non sono certamente utili…e
neppure belle…
Le vaschette dei salumi: sono certamente delle piccole vetrine con
le fette ben messe, solo utilissime all’azienda perché fa pagare il
servizio, sono utili alla GDO il prodotto è ben visibile si fa
acquistare, sono utili per chi le compra, ma non sono “buone” non
rispettano certo l’ambiente.
Le monodosi: di qualsiasi prodotto sono certamente
utilissime, soprattutto quando si parla di snack, ma vanno a
moltiplicare i materiali di confezionamento.
Eccetera…gli esempi sono centinaia….
Cristina Allodi
14. + 14
Alcuni errori comunissimi….
Innovare pensando senza pensare all’utilità (magari investendo molto in pubblicità
guerrilla o viral marketing) o pensando al bello o nuovo solo all’apparenza…perché
magari piace all’imprenditore o al direttore marketing. La superbia di chi pensa di
sapere innovare a volte è spiazzante. Ti ritrovi con gente così innamorata della sua
creazione che la butta sul mercato senza la minima verifica sul consumatore per
esempio o sulla concorrenza. Salvo poi ritrovarsi a dover spendere migliaia di euro
per la pubblicità che poi diventa ingannevole perché magnifica un prodotto senza
senso logico per il marcato. Io questa la chiamo Marketing Stupidity. Snack da
forno, campo della moda, editoria periodica. Ho perfino visto casi in cui il direttore
marketing (perfetto yes man … ignorante) falsificava le ricerche perché
l’imprenditore era così legato alla sua idea che aveva paura a dirgli la verità…ecco
le persone dannosissime al sistema azienda..
Altro errore è quello di avere idee geniali, buone ed utili ma così brutte
esteticamente che non le compra nessuno. Il detto l’occhio vuole la sua parte è vero
ed importante, questo è il compito delle agenzie di packaging o di pubblicità compito
fondamentale. Vedi prodotti così orrendi dal punto di vista estetico (sia di vero e
proprio design di prodotto che di packaging) che non ti viene vogli di comprarli.
Cosa costa fare una cosa bella o brutta? Non costa di più di sicuro…
Cristina Allodi
15. + 15
La ricerca…
Un altro errore comunissimo soprattutto nelle piccole e medie
aziende è l’ignorare completamente la fase della verifica pre e
post prototipazione dei nuovi prodotti. Il costo della ricerca
viene considerato inutile, non accettato, non viene capita
l’importanza invece della ricerca che a volte evita di investire su
prodotti totalmente inutili o non apprezzati dal consumatore.
Cristina Allodi
16. + Cercare di soddisfare tutte le caratteristiche 16
per una innovazione in qualsiasi campo non è
facile. Soprattutto se ci riferiamo al campo del
largo consumo…
Possiamo continuare a produrre cose poco
utili o bruttine ma non possiamo più
permetterci di produrre cose “non buone”
perché è la mancanza di etica a tutti i livelli
che ci ha portato a questa situazione
e, almeno, tenere conto della “bontà” di una
innovazione dovrebbe essere auspicabile.
In sintesi…. Se consideriamo l’innovazione come qualcosa
di nuovo o che crea discontinuità ecco che il
nostro concetto si amplia notevolmente e
potremmo riscoprire “cose del passato” e
considerarle innovative.
E’ un errore pensare all’innovazione solo
come tecnologica, di processo, o di
prodotto…può riguardare tutto lo scibile
umano: educazione, religione per esempio.
Cristina Allodi
17. + 17
Leonardo da Vinci…considera 7
principi
• la curiosità: ricerca della conoscenza non fine a se stessa
• la dimostrazione: l’impegno a verificare attraverso l'esperienza
• la sensazione: il continuo affinamento dei sensi
• la sfumatura: la disponibilità ad apprezzare l’ambiguità, il paradosso e
l'incertezza
• il dilemma arte e scena: la ricerca di un equilibrio tra logica e
immaginazione o, se volgiamo tra ragione e sentimento (dx e sx)
• la corporalità: la cultura della grazia e dell'estetica
• la connessione: la capacità di creare legami tra le cose il pensare il
maniera sistematica.
Cristina Allodi
18. + 18
Sant’Agostino…
Agostino e Ambrogio riconoscevano alla
passione la caratteristica di un
sentimento intenso e veemente che
domina l'essere umano inducendolo
ad agire prescindendo e anticipando
il freddo raziocinio.
Cristina Allodi
19. 19
+
“Quello che vogliamo non è indovinare il futuro
probabile, ma PREPARARE IL FUTURO
DESIDERABILE, andando, possibilmente, anc
he oltre, e cioè: CERCARE DI RENDERE
PROBABILE IL FUTURO DESIDERABILE”
Gaston Berger
Cristina Allodi