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PD “7 Dì”San Donato Milanese Rassegna stampa
30 giugno 2013
Pubblichiamo gli articoli usciti sulla stampa locale negli ultimi 3 giorni.
Realizzato dal nostro gruppo di comunicazione, questo servizio bisettimanale
di rassegna stampa vuole offrire ai visitatori del nostro sito la possibilità di
aggiornarsi su quanto accade sul territorio sandonatese a livello politico,
sociale, economico e sindacale.
Buona lettura.
Il PD di San Donato Milanese
27/30 giugno 2013
Ancora il caso Club House in primo piano.
Come sappiamo l’opposizione ha cercato di strumentalizzare la questione,
chiedendo al Consiglio comunale di accelerare la sottoscrizione di un
contratto di affidamento e di chiudere gli occhi su tutte le irregolarità e gli
errori che sembrano essere avvenuti. La strumentalizzazione politica attuata
dalle minoranze - PDL e M5S in testa - ha toccato il suo punto più basso il 25
giugno in una serata pubblica alla quale sono state invitate le società sportive
che utilizzano i campi di Via Maritano. Ad esse è stato detto che il tema della
serata sarebbe stato un dibattito sul loro futuro mentre, in realtà, si è parlato
per quasi tutto il tempo di Club House
A questo iniziativa ha partecipato anche l’ex sindaco Dompè che, secondo
quanto titola il Cittadino (giovedì art. 2), sempre in merito Club House, ha
sostenuto: «Regolare la nostra assegnazione»!
Con il fine di fare finalmente chiarezza la Coalizione di Centrosinistra ha
emesso, pertanto, un comunicato stampa che pubblichiamo di seguito.
Segnaliamo, infine, solo l’articolo uscito sabato su Il Cittadino col titolo:
“Manifesti anti-Checchi a firma 5 stelle, ma scoppia il giallo sulla “paternità”
Il pezzo segnala che, come sta succedendo a livello nazionale, sono in
aumento i contrasti all’interno del movimento alle prese con puntigli interni e
spaccature che saltano fuori sul web. Forse è opportuno che si chiariscano le
idee e soprattutto riescano a maturare politicamente!
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San Donato Milanese, 28 giugno 2013
Comunicato Stampa
LA CLUB HOUSE: UNA VICENDA POCO CHIARA
Dopo mesi di strumentalizzazioni e colpi bassi, la questione della Club House del laghetto
di via Europa è giunta ad un punto di svolta. In considerazione della nutrita serie
d’irregolarità che sembrano aver caratterizzato la procedura di aggiudicazione, il Sindaco
ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica affinché venga fatta la necessaria
chiarezza su quanto accaduto.
Inoltre, dopo settimane di accurate verifiche amministrative e legali e dopo un’indagine
interna al Comune, in data 26 maggio scorso è stata avviato l'iter per l'eventuale
annullamento dell'aggiudicazione della gestione della struttura alla Dream Lair.
La vicenda della Club House parte “da lontano” e vale la pena ripercorrere in breve alcuni
passaggi di tutta la storia:- Nel 2008, nell'ambito del Piano di Lottizzazione del Laghetto di
Via Europa, venne realizzata la Club House, poi ceduta al Comune di San Donato; il tutto
avvenne a costo zero per le casse comunali, grazie agli accordi presi tra il privato e
la precedente Amministrazione di Centrosinistra.
- Perso tempo per ben 3 anni, nell'ottobre 2011 l'Amministrazione Dompè indisse
finalmente la gara per l'affidamento in gestione della struttura.
- Nel marzo 2012, a seguito della gara andata deserta, l'Amministrazione Dompè
indisse una procedura amministrativa diversa dalla gara pubblica, la c.d. procedura
negoziata per giungere all'affidamento diretto.
Vale la pena di ricordare che la procedura negoziata si svolse nel segreto delle stanze del
Comune: venne indetta con un atto datato 5 marzo 2012 e si concluse con un
provvedimento di aggiudicazione provvisoria datato 24 aprile 2012. Tutti gli atti della
procedura vennero però resi pubblici mediante affissione sull'albo pretorio
solamente in data 14 maggio 2012, cioè 20 giorni dopo la conclusione dell'intero
iter (ed a cavallo tra il primo ed il secondo turno delle elezioni che decretarono la vittoria
di Andrea Checchi)!
In sostanza, nessuno, salvo i diretti interessati, era a conoscenza dell'esistenza di questa
procedura.
Contrariamente a quanto prevede la legge, inoltre, le condizioni iniziali di
partecipazione e di valutazione dei “candidati” erano state modificate rispetto alla
procedura con gara d'appalto. Non solo! Alla procedura negoziata furono invitati a
partecipare 5 soggetti: la Dream Lair (il cui fondatore è casualmente il fratello dell'allora
Consigliere Comunale PDL Sabina Dall'Aglio) ed altre 4 persone che, successivamente,
non presero parte alla procedura. Il motivo? Semplice! Le persone fisiche non possono,
per legge, partecipare a bandi di gara e stipulare contratti con la Pubblica
Amministrazione. In sostanza, l'unico soggetto che ha partecipato alla gara (la Dream
Lair) era anche l'unico, tra quelli invitati, che avrebbe potuto parteciparvi. Non è difficile
vincere quando si è gli unici a poter partecipare.
- L'Amministrazione Checchi ha ritenuto opportuno avviare approfondimento al fine di
valutare se l'aggiudicazione provvisoria fosse stata portata a termine nel rispetto della
legge.
Oggi tutte le forze di opposizione stanno strumentalizzando la questione della Club
House, chiedendo al Consiglio comunale di accelerare la sottoscrizione di un contratto di
affidamento e chiudendo gli occhi su tutte le irregolarità e gli errori che sembrano essere
avvenuti. La strumentalizzazione politica attuata dalle minoranze - PDL e M5S in testa -
ha toccato il suo punto più basso nel corso della serata pubblica del 25 giugno scorso,
alla quale sono state invitate tutte le società sportive che utilizzano i campi sportivi di Via
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Maritano facendo loro credere che il tema della serata sarebbe stato un dibattito sul loro
futuro mentre, in realtà, hanno per quasi tutto il tempo parlato di Club House e delle
questioni personali del Sig. Dall'Aglio. Lo scontro politico, anche con toni aspri, può
portare alla sintesi di idee contrapposte ed aprire la strada alle migliori soluzioni possibili
per il bene della città Purtroppo in questo caso, e in altre situazioni nell'ultimo anno, chi si
è seduto sui banchi dell'opposizione in consiglio comunale non è stato in grado di portare
idee o proporre possibili soluzioni ai problemi, ma solo di imbrattare la città con manifesti
indecenti, creare allarmismi e nascondere i problemi da loro stessi creati nel passato.
Noi, al contrario, continuiamo a lavorare per il bene di San Donato Milanese, con la
convinzione che la trasparenza e la legalità siano la base del buon agire politico, oltre
che condizioni irrinunciabili per amministrare in modo efficace ed efficiente.
Giovedì 27 giugno
Fonte: IL CITTADINO
1. ASSEMBLEA Il “caso” della Clubhouse negata fa il tutto esaurito in municipio
IL PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE RIBADISCE LE SUE CRITICHE AL COMUNE
La “verità” di David Dall’Aglio su «400 giorni di situazione kafkiana». Quelli trascorsi da maggio
2012, da quando una società ricreativa messa su da un po’ di ragazzi sandonatesi si è trovata
prima ad avere le chiavi di un locale, poi a non poterci entrare senza sapere bene perchè. L’ha
definita così martedì sera in municipio il protagonista più conosciuto: «Una situazione surreale in
cui noi avevamo un diritto e di là ci rispondevano, o meglio non ci rispondevano, che quel diritto
era decaduto». L’assemblea ha riempito l’aula, per questa storia che in fondo appassiona anche
per quel che di stile wikileaks, con tanto di intercettazioni e fuorionda. E a proposito di video, il
fondatore della Dream Lair ci è tornato su e ha spiegato perchè ha dovuto farle, quelle riprese :
«Quando tu chiedi risposte a un comune per un anno - dice - e quelli non ti ricevono; quando hai
decine di mail e 9 fax spediti cui segue un silenzio di tomba, devi avere qualche altra traccia di
quanto stai facendo. Quindi abbiamo girato video e registrazioni nel momento in cui finalmente
siamo riusciti a incontrare qualcuno della giunta». Microfono in mano, camicia bianca renziana e
passeggiata libera davanti al banco, il 28enne presidente della Dream Lair ha parlato mentre dietro
di lui lo osservavano 6 consiglieri di tutte le opposizioni: Manolo Lusetti e Vincenzo Di Gangi (Pdl);
Gina Falbo (Insieme per San Donato); L’Altra San Donato (Francesco Forenza); Alessandra
Salamina (5 Stelle) e Giacinto Calculli (Misto). Seduto in prima fila l’ex sindaco Mario Dompè; nella
seconda Marco Zampieri; in 14esima più o meno a un certo punto compare Andrea Checchi. La
giornalista Stefania Natale riassume brevemente i fatti e sullo schermo appare «Verità». Dall’Aglio
la spiega, come la vede lui ovviamente : «La prima gara per la Clubhouse andò deserta, ad ottobre
2011, perché era obiettivamente difficile per il tipo di esercizio e di attività proposta. La seconda
aveva esattamente gli stessi criteri della prima e fu perfettamente lineare con le procedure. Noi
avevamo un’offerta, sull’uso della Clubhouse, che a San Donato non si è mai vista, e ce la
assegnarono. Con le elezioni 2012 inizia la parte surreale di questa storia. In precedenza, durante
la campagna elettorale, il futuro sindaco Checchi aveva già detto di voler riassegnare la gestione.
Quindi da maggio del 2012 dal Comune cominciano a non risponderci, a prendere tempo con un
presunto “miglioramento” del progetto, a dire che non abbiamo tutte le autocertificazioni, il sindaco
non va al confronto organizzato da Twenty’z Radio e intanto passano 400 giorni. E infine spunta,
colpo di teatro, quella determina 129/2012 che ci dà anche l’assegnazione definitiva».
2. APPALTO PUNTUALE - Parla Dompè: «Regolare la nostra assegnazione»
«In questa vicenda della Clubhouse c’è un aspetto poco sottolineato: che quella non è una
struttura semplice da gestire e da assegnare. È un locale in mezzo a un parco enorme con margini
di ricavo problematici e una stagionalità quasi obbligatoria. Proprio per questo l’abbiamo collocato
da subito nell’ottica di un progetto sociale e giovanile. E questo spiega perché ai bandi sia stato
difficile trovare partecipanti». Parola dell’ex sindaco Mario Dompè, che martedì sera ha rimesso
piede in municipio dopo mesi di tenuta defilata. Il sindaco in carica fino a maggio del 2012 è
arrivato, si è seduto in prima fila (tra il pubblico) e a un certo punto ha posto una questione al
tavolo dei relatori, un intervento di natura tecnica. Il giorno dopo aggiunge alcune considerazioni
che partono dai sentimenti personali: «In questi mesi sono stato zitto - esordisce - anche se di
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cose da dire ne avrei avute tante. Noi abbiamo assegnato un appalto da 21 milioni
sull’illuminazione pubblica e non c’è stato un ricorso; da 18 milioni sull’igiene urbana e anche lì
niente ricorsi. Adesso discutiamo di un bar in fondo, e facciamo lavorare fior di avvocati e procure
su questo. È la misura del livello del centrosinistra». Chiusa la parentesi alta, Dompè vira verso i
dettagli tecnici. «Che la consegna della Clubhouse sia andata per le lunghe è di dominio pubblico
– prosegue. - Hanno iniziato a costruirla nel 2008, noi siamo diventati proprietari due anni dopo. A
quel punto però nuovo richiamo ai costruttori perché c’erano problemi di illuminazione e impianto
idrico. Quindi altri mesi di attesa, e si arriva alla procedura pubblica dell’ottobre 2011». Qui l’ex
sindaco inserisce l’annotazione: «Chi sa dove è la Clubhouse non dovrebbe stupirsi che si sia fatta
tanta fatica a trovare un gestore e che la prima gara sia andata deserta. Parliamo di un edificio nel
centro di ettari di verde, non di un bar di passaggio. Io andai di persona con alcuni esponenti di
Comunità Nuova, il circuito di don Chino Pezzoli, a visionarla nel caso gli interessasse. Risposero
di no». I mesi vanno avanti e l’iter arriva al secondo passaggio: l’invito diretto ai gestori. «Su
questo e altro - così il predecessore di Checchi - io posso unicamente dire che i funzionari fecero i
vari passaggi come andavano fatti e in assoluta regolarità. Ma non secondo le regola del sindaco
Dompè; secondo quelle del testo unico degli enti locali. La gente deve sapere che un appalto ha
dei canovacci scritti, non viene ideato dal sindaco di adesso o di prima». Da questo punto di vista,
anche l’assegnazione definitiva del maggio 2012, con le urne aperte, «rientra nell’ordinaria
amministrazione municipale, in un momento in cui il ruolo politico è limitato e funziona la macchina
burocratica».
3. «Nessuna solidarietà alla società vincitrice dai giovani democratici»
«Mai, in nessuna riunione del coordinamento del Partito Democratico, da quando io sono
segretario, si è “deciso” di rifare la gara di assegnazione della Clubhouse del Laghetto. Lo so
perché gli ordini del giorno li faccio io e l’appalto non è proprio mai arrivato in scaletta». Lo afferma
Andrea Pasqualini, coordinatore della principale forza che sostiene Andrea Checchi, ricordando
anche che «il rappresentante della società Dream Lair, David Dall’Aglio non ha mai avuto alcun
tipo di solidarietà dai Giovani Democratici di Milano». (Ri)entra di peso anche la segreteria Pd nella
questione che scalda tanto la città. Secondo Pasqualini «Dall’Aglio, con il metodo che gli è proprio
ovvero quello di estrapolare frasi e rimontarle a piacere, sostiene che il Partito Democratico già
all’inizio del 2012, in pratica ancora prima di votare, avesse parlato di “gara da riassegnare” per la
Clubhouse e che lo stesso Checchi lo avrebbe platealmente “ammesso”. Certo che abbiamo
parlato di via Europa: a marzo di un anno fa, quando il sindaco girava i quartieri con le Agorà
itineranti. Checchi disse che, in caso di vittoria nostra e nel caso non avessimo trovato
un’assegnazione definitiva espletata, il che noi all’epoca non potevamo proprio sapere, bisognava
rifare l’appalto. Mi pare una cosa piuttosto diversa dal decidere di annullare qualcosa di positivo».
4. I nomadi se ne vanno da soli prima che arrivino le ruspe, il sindaco ringrazia
chi ha saputo «gestire la situazione»
I nomadi insediati presso Cascina San Francesco ieri mattina all’alba si sono lasciati alle spalle il
territorio sandonatese. I circa 90 romeni hanno abbandonato la struttura, senza rendere
necessario lo sgombero con l’intervento delle forze dell’ordine. Sapevano che non potevano più
essere ospitati nella parte di territorio di proprietà dell’immobiliare Asio dove, dopo un primo
insediamento di una trentina di persone, si sono man mano aggiunti una serie di nuovi arrivi, che
hanno fatto crescere notevolmente la comunità. Il sindaco Andrea Checchi il 12 giugno ha firmato
un’ordinanza di sgombero. Da quella data è stato sollecitato loro più volte di lasciare
spontaneamente la zona. Sapevano che se non lo avessero fatto, la loro presenza si sarebbe
comunque conclusa con un’azione coatta organizzata in accordo con la prefettura. Proprio nelle
scorse settimane del resto il sindaco Checchi aveva annunciato che entro fine giugno la questione
nomadi avrebbe trovato uno sbocco, in quanto la situazione si stava facendo pesante. Erano ormai
noti infatti i rischi legati al degrado del fabbricato, nonché alle pessime condizioni in cui viveva il
gruppo di nomadi che si era fatto ormai troppo numeroso. Il sindaco ora dichiara: «Sono
soddisfatto per come si è chiusa questa vicenda che l’amministrazione, in stretta contiguità con il
Comune di Milano, la polizia locale sandonatese e le forze dell’ordine territoriali, ha sempre
monitorato da vicino sin da quest’inverno, quando si insediò nell’area il primo nucleo di circa 30
persone». E, riguardo i passaggi con cui si è chiuso il capitolo, sottolinea: «Ora, con il forte
incremento delle presenze, la situazione non era più tollerabile per i rischi connessi alla
saturazione degli immobili e per le possibili problematiche igienico-sanitarie connesse alla stagione
estiva». Con l’occasione Checchi rivolge un ringraziamento per il «responsabile e collaborativo
atteggiamento sempre tenuto dalle forze dell’ordine e la grande attenzione dimostrata dai servizi
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sociali del Comune, specie nei confronti dei minori». Un gruppo di bambini aveva anche
frequentato le scuole locali. Adesso la zona dovrà essere bonificata.
5. Via greppi chiusa fino ad agosto per fare giardini
Un tratto di via Greppi, nel quartiere di Certosa, rimarrà chiuso al traffico fino al 31 agosto. In
particolare, a seguito dei lavori di urbanizzazione della ditta Milco Srl nel segmento tra via Adda
fino a via Certosa, dove da una settimana sono iniziati i lavori, durante l’estate si concentrerà il
cantiere per lo spostamento della carreggiata e l’allargamento delle aree verdi di pertinenza del
plesso scolastico. Durante tutto il periodo resterà in vigore anche il divieto di sosta su entrambi i
lati e non potranno transitare nemmeno i pedoni.
Fonte: 7 Giorni.info
Si sono allontanati spontaneamente i rom che occupavano abusivamente
cascina San Francesco a San Donato
Si è conclusa senza la necessità di un allontanamento coatto la vicenda dei rom che avevano
occupato abusivamente cascina San Francesco a San Donato. Le prime presenze nell’area, che
sorge a pochi passi dal raccordo fra le due tangenziali, si erano registrate lo scorso inverno, il che
aveva portato il Comune a monitorare costantemente la situazione. Il progressivo aumento del
numero delle persone insediate ha però costretto l’Amministrazione a disporre lo sgombero
dell’area, i cui standard di sicurezza e igienico-sanitari non erano più tollerabili. Lo scorso 12
giugno era stata così firmata l’ordinanza di allontanamento, cui erano poi seguite diverse
sollecitazioni verbali. Fortunatamente, nella mattinata di mercoledì 26 giugno, i 90 rom presenti nel
campo hanno deciso di sgomberare spontaneamente. «Sono soddisfatto per come si è chiusa
questa vicenda. – ha commentato il sindaco, Andrea Checchi - Voglio ringraziare l’atteggiamento
responsabile e collaborativo sempre tenuto dalle forze dell’ordine e la grande attenzione
dimostrata dai Servizi sociali del Comune». Redazione Web
Venerdì 28 giugno
Fonte: IL CITTADINO
1. Crisi dei partiti: il Pd “studia” le nuove tattiche di comunicazione
Marketing e politica, un connubio “all’americana” per ovviare alla crisi del partito di massa e
mandare in pensione le vecchie formule comunicative. La parola d’ordine è “Big data”, la strategia
di raccolta ed elaborazione dati usata da Obama nell’ultima vittoriosa campagna elettorale. Ad
Alessio Pecoraro, giovane esperto di marketing e utilizzo delle banche dati, è spettato il compito di
illustrare ai renziani sandonatesi le potenzialità di una tattica di comunicazione che i sostenitori del
sindaco di Firenze desiderano imporre quanto prima all’ordine del giorno. «Abbiamo perso le
elezioni. Se non pensiamo ad acquisire quote di mercato, aumentare l’elettorato, non vinciamo
più»: parola di Michela Fiorentini, attivista Pd e organizzatrice, insieme al capofila della pattuglia
renziana della città dell’Eni Gianfranco Ginelli, assessore alle politiche sociali, di un incontro che
mercoledì sera ha visto intervenire presso la sala dell’Università della terza età, oltre a Pecoraro, la
componente dell’assemblea nazionale democratica Teresa Cardona. La regia è quella del comitato
MilanoSudxRenzi, messo insieme nelle ultime settimane da coloro che in Renzi contano per
smuovere le acque del centrosinistra. «Veniamo da una fase in cui l’unica comunicazione politica è
quella di massa, rivolta a elettorati fidelizzati. È sempre mancata l’intenzione di fare dell’elettore un
cliente da conquistare» spiega Pecoraro. «La nostra vita online è una miniera di dati che
raccontano di noi stessi»: si tratta del materiale grezzo con cui Big data ha a che fare. Aggregando
i dati e creando dei profili individuali, con una scommessa d’investimento non indifferente, diventa
possibile rivolgersi non più a un campione, ma al singolo elettore. «Il fine della comunicazione
politica diventa quello di modellare il messaggio sui gusti e le esigenze dell’individuo, lanciando
messaggi elettorali mirati».
2. Tracce di idrocarburi nel terreno: a Cascina Monticello altre verifiche
Nuovi carotaggi di terreno in programma nell’area che estende tra Cascina Monticello e l’impianto
di co-generazione dell’Eni, dove nel corso di alcuni scavi nelle scorse settimane è stato trovato del
terreno probabilmente contaminato da idrocarburi. A questo punto la proprietà sarà presente nel
corso di un ulteriore sopralluogo congiunto alla presenza dei tecnici, che darà il via ad ulteriori
verifiche. A dare l’allarme iniziale è stata la ditta impegnata nei lavori per la realizzazione del
metanodotto dell’Eni. Sotto i riflettori in questo caso non c’è l’area che un tempo ospitava una serie
di laboratori artigianali irregolari, che andrà comunque bonificata, bensì un altro lotto, dove in un
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primo tempo non erano previste opere di risanamento, che verranno invece programmate non
appena si concluderà la fase di accertamenti in corso.
3. Pieve presa d’assalto per Paolo Migone, picco di folla per l’estate
sandonatese
Migone è Migone, un marchio consolidato. Tra sketch consueti e nuove gag, impossibile deludere
un pubblico accorso in piazza della Pieve da San Donato e dai comuni limitrofi per godersi lo
spettacolo di uno dei cabarettisti italiani più affermati. Una folla che ha saturato lo spazio di fronte
al palco, creando nella serata di punta della rassegna Estate sandonatese un prevedibile “sold
out”. Un pienone con l’amaro in bocca, però, per uno show durato obiettivamente un po’ pochino:
iniziato il monologo intorno alle 21.30, i riflettori sulla chioma brizzolata di Migone si sono spenti
appena un’ora dopo, compresi dieci minuti di “bis” a grande richiesta. Un briciolo di contrarietà è
circolata tra chi si aspettava di godere un poco più a lungo del cinico pessimismo del comico, delle
sue fatalistiche considerazioni sulla vita e sull’amore. I rapporti di coppia hanno infatti giocato,
come al solito, una parte importante nel repertorio di scenette raccontate dal palco, in
un’inesauribile galleria di situazioni tipo che mettono di fronte lo spettatore ai comici nonsense
della quotidianità matrimoniale, provocando risate a non finire. Migone non è uscito dai panni con
quali si è affermato nel corso di una lunga permanenza, stagione dopo stagione, sulla scena di
Zelig: anche le battute già sentite continuano a divertire, nel contesto di un personaggio
consolidato in cui anche la prevedibilità fa il suo gioco. Tra una battuta e l’altra, nell’occhio del
ciclone ci è finita anche la politica, con attacchi parodici al grillismo e caustiche punzecchiature alla
facile preda Silvio Berlusconi, la cui recente condanna in primo grado per sfruttamento della
prostituzione minorile è stato un trampolino di lancio irresistibile per una sequela di maliziose
ironie. Sessanta minuti passati in un baleno, ai quali è seguito un lungo esodo dalla piazza
letteralmente gremita. (Riccardo Schiavo)
Fonte: Milano Today
1. Tracce di idrocarburi a Cascina Ponticello -
Proseguono le verifiche sul terreno nei pressi di Cascina Monticello
L’allarme è emerso alcune settimane fa nel corso di alcuni scavi nell’area che si estende tra
Cascina Monticello e l’impianto di co generazione dell’Eni.
Il terreno, probabilmente contaminato da idrocarburi, è stato oggetto di immediati controlli che si
protrarranno nei prossimi giorni alla presenza della proprietà e dei tecnici.
A dare l’allarme inizialmente è stata una ditta impegnata per il lavori di realizzazione del
metanodotto Eni, al centro delle accuse per questa presunta contaminazione non c’è l’area che un
tempo ospitava una serie di laboratori artigianali irregolari, che andrà comunque bonificata, ma un
altro lotto in cui non erano state previste in un primo tempo opere di risanamento.
2. I rom abbandonano cascina S. Francesco
Dopo l'intimidazione del sindaco sandonatese la comunità ha abbandonato
spontaneamente la zona
Non c’è stato bisogno dello sgombero coatto a cascina San Francesco a San Donato: dopo
l’intimazione del sindaco Andrea Checchi, i rom insediati abusivamente nell’edificio rurale
dismesso hanno abbandonato la struttura.
Giovedì mattina circa novanta occupanti dell’immobile hanno deciso di allontanarsi prendendo atto
dell’impossibilità di fermarsi ulteriormente nella struttura, pena lo sgombero coatto disposto, in
accordo con la prefettura, per le condizioni di rischio non più sostenibili - stanti la fatiscenza del
fabbricato, le condizioni igienico-sanitarie e il numero degli occupanti - in cui si trovavano a vivere
le persone lì insediate. «Sono soddisfatto per come si è chiusa questa vicenda» ha commentato
Sabato 29 giugno
Fonte: IL CITTADINO
1. Manifesti anti-Checchi a firma 5 stelle, ma scoppia il giallo sulla “paternità”
Manifesti anti-Checchi compaiono a San Donato con il logo della lista a 5 Stelle, ma pochi giorni
dopo l’affissione scoppia il “giallo” sulla loro paternità. Attraverso un piccato post sul social network
Facebook (nel gruppo, visibile al pubblico, della lista sandonatese), indirizzato alla capogruppo
Alessandra Salamina, l’attivista Innocente Curci ha sollevato dubbi sull’utilizzo del simbolo del
movimento su un poster che «non è stato autorizzato alla stampa e alla sua affissione in nessuna
assemblea del Movimento 5 stelle di San Donato Milanese». La puntualizzazione sul social
network non ha tardato a sollevare interrogativi nell’agone politico sandonatese. Nel controverso
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manifesto, il primo cittadino è ritratto in un fotomontaggio che lo vede seduto al tavolo di “Chi vuol
essere milionario?”, storpiato in “Chi vuol esser dimissionario?”, e paragonato a “prezzemolino” per
la frequente presenza ad eventi pubblici nella città dell’Eni. Nelle parole della consigliera, tuttavia, il
malinteso sarebbe avvenuto perché «i cartelloni sono girati in un’assemblea di due settimane fa, e
sono stati apprezzati. Un attivista si è proposto di finanziarli e stamparli, due persone distratte non
hanno capito». Un fraintendimento facilitato dal fatto che «questo passaggio non è stato
verbalizzato». In un altro post, inoltre, Curci sostiene che la firma della mozione sulla club house
(sottoscritta dalla capogruppo Salamina, ma non dall’altro consigliere grillino Giampieri) sarebbe
stata decisa «senza aver prima convocato un’assemblea o aver almeno consultato gli attivisti».
Interpellato direttamente, ha confermato che «quanto ho scritto su Facebook è ancora valido. In
questo periodo, a causa della fase politica complessa, non c’è stato il tempo materiale per
discuterne. In ogni caso attendo un chiarimento che spero potrà arrivare nei prossimi giorni».
2. Serata in ricordo di Angelo Corigliano: «Ci vorrebbero tanti come lui in Italia»
C’era molta gente all’evento tenutosi giovedì sera in ricordo di Angelo Corigliano, l’imprenditore
sandonatese scomparso otto mesi fa. Poco prima di morire, Corigliano aveva fatto parlare di sé
per la sua intenzione, apparsa sulle pagine acquistate del “Corriere della Sera”, di voler assumere
con contratto a tempo indeterminato, oro che luccica in tempo di crisi, 50 giovani, al fine di
garantire loro, a differenza della maggior parte delle offerte di lavoro odierne, un futuro. “Solo chi
sta bene può lavorare bene” era il suo pensiero. Così la vedova Giusy Corigliano e i familiari più
cari l’hanno voluto ricordare, con un buffet organizzato nella terrazza dell’azienda. Presenti, oltre
ad amici e colleghi, anche l’ex sindaco Mario Dompè ed il consigliere comunale Manolo Lusetti,
oltre ai saluti istituzionali inviati dal presidente della Regione Roberto Maroni, che non è riuscito ad
essere presente all’evento. L’occasione infatti ha permesso alla moglie Giusy di mostrare a tutti il
riconoscimento che Regione Lombardia ha voluto consegnare alla famiglia Corigliano: una
medaglia ed una pergamena recante la motivazione al premio pubblico, dovuto alla “eccellenza,
all’operosità e all’impegno per lo sviluppo economico e sociale” di Angelo. «In tempo di crisi – ha
detto Lusetti – la sua è stata una proposta shock. Ci vorrebbero tanti Corigliano in tutta Italia». Ad
oggi le assunzioni sono ferme ad 8.
3. ASSOCIAZIONE - Incontri e laboratori con l’estate targata Indi
Si prospetta un luglio di “full immersion” nella gioventù under 14 per le professioniste dell’Istituto
nazionale per i diritti dell’individuo (Indi). Prenderà il via all’inizio del mese prossimo una serie di
incontri sulla legalità, tenuti nei centri estivi di cinque comuni d’hinterland. Un totale di dieci
appuntamenti, due per ognuna delle strutture comunali di Peschiera, Tribiano, Melegnano, Vizzolo
e Pieve Emanuele, permetterà di raggiungere circa 370 bambini. I centri coinvolti sono gestiti
dall’associazione “Il melograno”, partner dell’iniziativa promossa dal sodalizio con sede al civico 41
di via Battisti a San Donato. Indi, fondato da tre avvocatesse del Foro di Milano, conta sportelli a
San Giuliano, Peschiera, Carpiano e Dresano, e fornisce servizi gratuiti di orientamento e
consulenza, in campo legale così come psicologico e di mediazione familiare. Al centro degli
appuntamenti estivi il tema dei diritti e doveri dei bambini, oltre alle basi dell’educazione
ambientale e stradale. Le lezioni, improntate ad uno stile ludico e interattivo, accompagnate dalla
proiezione di slide e corredate dalla distribuzione di opuscoli e gadget, ruoteranno attorno al
principio base dell’importanza delle norme, per far passare il concetto che, nelle parole della socia
fondatrice Carmen Mallamo, «il rispetto delle regole giova non solo a chi ci circonda, ma anche
direttamente a noi stessi». A Peschiera l’incontro, inoltre, sarà realizzato in collaborazione con i
vigili, che porteranno un cane poliziotto. Nel complesso, l’iniziativa fungerà anche da progetto
pilota per un percorso più ampio e strutturato che a settembre sarà avviato nelle scuole.
D’altronde, la sensibilizzazione della cittadinanza attraverso appuntamenti divulgativi figura tra gli
scopi di un sodalizio che ha registrato, tra il settembre 2012 e il giugno 2013, 480 contatti da utenti
in cerca di consulenze, secondo una progressione che, negli ultimi due anni, è stata crescente.
Una spia tanto della crisi economica quanto del crescente radicamento territoriale di Indi, realtà
nata nel 2008 e la cui sede nella città dell’Eni è stata inaugurata nello scorso ottobre. Riccardo
Schiavo