Presentazione "Il Medio Brenta: un approccio integrato alla gestione del bacino" di Giuseppina Cristofani | Direttore del Consiglio di Bacino Brenta, Carlo Zanetti |Ricercatore del Dip. TESAF Università degli Studi di Padova, Barbara Lovisetto | Responsabile del Laboratorio ETRA e Alessandro Leonardi | Etifor .
Mercoledì 19 maggio 2021 si è tenuto il webinar “Verso un servizio idrico a impatto zero: dai Costi Ambientali e della Risorsa alla gestione integrata del bacino” organizzato dal Gruppo Operativo Brenta 2030 insieme al team del progetto LIFE Brenta 2030.
Il mondo della carbon neutrality e degli impegni net zero
Verso un servizio idrico a impatto zero presentazione del LIFE Brenta 2030
1.
2. Il Medio Brenta: un approccio
integrato alla gestione del bacino
Giuseppina Cristofani – Consiglio di Bacino Brenta
Barbara Lovisetto – ETRA S.p.A.
Carlo Zanetti – Dip. TESAF, Università di Padova
Alessandro Leonardi – ETIFOR | Valuing Nature
Evento organizzato da:
Evento patrocinato da:
3. Approccio integrato alla gestione di bacino
ARERA 580/2019/R/IDR individua tra gli oneri locali “l’attuazione di specifiche misure connesse alla
tutela e alla produzione delle risorse idriche o alla riduzione/eliminazione del danno ambientale”
attivazione di una molteplicità di misure, nature-based solutions e infrastrutture verdi:
- le aree di salvaguardia
- il Piano di Sicurezza dell’Acqua
Tali misure:
- possono essere finanziate dagli ERC
- offrono la conoscenza necessaria ad assicurare che gli ERC siano individuati correttamente
5. Dominio
Ambito territoriale ottimale Brenta:
- 68 Comuni
- 3 province: Padova (44), Treviso (1) e Vicenza
(23)
- 584.547 abitanti residenti
(Istat 2011).
Il Consiglio di Bacino Brenta è l’ente di governo
del Servizio Idrico Integrato nell’ambito
territoriale ottimale Brenta che è uno degli 8 Ambiti
in cui la Legge Regionale ha suddiviso il territorio del
Veneto.
Il quadro conoscitivo
8. NBS “tradizionali”: le aree di salvaguardia
Il Consiglio di Bacino Brenta
ha promosso e finanziato uno
studio per costruire il quadro
conoscitivo finalizzato
all’individuazione delle aree
di salvaguardia delle
captazioni acquedottistiche
su scala d’ambito.
Le aree di salvaguardia sono
un ottimo esempio
applicativo di ERC
9. Le aree di salvaguardia sono
disciplinate dall’art. 94 del
d.lgs 152/06 che prevede:
Su proposta delle Autorità
d'ambito, le Regioni [...]
individuano le aree di
salvaguardia distinte in zone di
tutela assoluta e zone di
rispetto, [e] le zone di
protezione.
NBS “tradizionali”: le aree di salvaguardia
10. Aree di salvaguardia:
il perimetro di indagine
• Superficie > 1.700 km2
• ca. 250.000 utenze
• 4 province di attingimento: Vicenza, Padova, Treviso e
Provincia Autonoma di Trento
• 70 sorgenti
• 95 pozzi
Il quadro conoscitivo è stato sviluppato sulla base della
situazione :
● idrogeologica
● idrologica
● idrochimica
● morfologica
+ condizioni di vulnerabilità intrinseca
11. Metodologia: Well Head Protection Areas (WHPA)
Il quadro conoscitivo è stato redatto sulla base di una metodologia che
prevede di affiancare tre diversi criteri:
a) Criterio geometrico: di norma adottato per la delimitazione della zona
di tutela assoluta (R= 10 m) e delle zone di rispetto (R= 200 m) dei pozzi e
delle sorgenti;
b) Criterio temporale: basato sul tempo di sicurezza inteso come numero
di giorni che impiega una particella d’acqua durante il proprio percorso
sotterraneo (naturale o indotto) a raggiungere il punto di captazione
c) Criterio idrogeologico: basato sugli elementi idrogeologici specifici
dell’acquifero e dei suoi limiti
12. L’applicazione integrata dei
suddetti criteri consente
l’individuazione di aree di
salvaguardia basate su
isocrone
= linee di pericolo in funzione del
tempo, caratterizzate dalla
medesima distanza in giorni dal
punto di captazione e che
conseguentemente le aree di
salvaguardia individuate state
definite sulla base delle isocrone.
Applicazione delle aree di salvaguardia
15. Individuazione delle aree di
salvaguardia e protezione totale
dei punti di captazione
del gestore acquedottistico
ETRA spa ai sensi dell’art. 94
del D.Lgs. 152/06
Applicazione delle aree di salvaguardia
16. Area Denominazione Tipo di protezione
immediato intorno alla
captazione (circa
corrispondente alla
proprietà dell’area di
captazione)
Zona di tutela
assoluta
fisica
Tra la zona di tutela
assoluta e isocrona a 60
giorni
Zona di tutela
ristretta
statica
tra isocrona a 60 giorni e
isocrona a 180 giorni
Zona di tutela
allargata
dinamica
(eventuale rete di
monitoraggio ad esempio
con piezometri)
tra isocrona a 180 giorni e
isocrona a 360 giorni
Zona di tutela
preventiva
pianificatoria
All’interno delle aree
di salvaguardia
disegnate dalle
isocrone sono
individuati diversi
livelli di protezione:
Applicazione delle aree di salvaguardia
17. Prospettive:
Integrazione con metodo tariffario MTI-3
Effetti dell’identificazione delle aree di salvaguardia:
- Indirizzi di pianificazione
- Attività di riconversione/gestione/tutela del territorio
- Attività di monitoraggio, analisi, sviluppo strumenti
predittivi
Investimenti….ERC Capex
Costi….ERC Opex
Costi….ERC Opex
19. L’attività di programmazione del settore
acquedotto è supportata dal PSA.
=
mezzo più efficace per garantire la sicurezza
di un approvvigionamento idrico mediante
l’utilizzo di un approccio di valutazione e
gestione globale del rischio che comprenda
tutte le fasi della filiera idrica
dall’approvvigionamento alla distribuzione al
consumatore
Piano di sicurezza dell’acqua – PSA
20. Obiettivi del PSA
Assicurare che tutte le fasi di produzione e distribuzione dell’acqua siano
soggette ad una continua e permanente valutazione e gestione del rischio:
- Prevenzione/riduzione
contaminazioni delle risorse idriche
- Riduzione/eliminazione
contaminazioni mediante trattamento
- Prevenzione, contaminazione
durante accumulo, adduzione e
distribuzione dell’acqua potabile
21. Benefici dell’implementazione di un PSA
Gestori Consumatori Autorità Sanitaria
• Migliore conoscenza del sistema
• Approccio predittivo
• Migliore collaborazione tra le parti interessate
• Prioritizzazione degli interventi necessari
• Migliore gestione e operatività
• Miglioramento delle infrastrutture
• Maggiore accesso ai finanziamenti
• Migliore qualità dell’acqua
• Miglioramenti per la salute
pubblica
COMPORTA
22. Come si fa un PSA?
Secondo le linee guida dell’ISS
Il manuale contiene le basi
Per la stesura di un PSA
23. Preparazione e
pianificazione
• Formazione di un team multidisciplinare
Valutazione
del sistema e
dei rischi
• Descrizione sistema idrico
• Identificazione pericoli ed eventi pericolosi
• Valutazione del rischio
• Definizione di misure di controllo e monitoraggio
• Rivalutazione del rischio e definizione priorità di azione
Revisione del
sistema per il
controllo dei rischi
• Piani di azione per la gestione dei rischi prioritari
• Monitoraggio operativo
• Verifica dell’efficacia del piano
• Procedure di gestione
Processo di stesura del PSA
24. Output del Piano
- Infrastrutture
(nuove opere, ristrutturazioni, interconnessioni..)
- Attività operative
(pulizie, stoccaggi materiali)
- Attività gestionali
(pronto intervento, gestione crisi)
- Monitoraggi
(on line, laboratorio, visivi)
Sono tutte voci da mettere a bilancio
25. Il piano ci dice di guardare
anche fuori dal nostro
perimetro d’azione
Gestione integrata
26. Eventi esterni e fuori dal nostro controllo hanno impatti
significativi anche in termini economici sulla nostra attività.
Gestione integrata
28. Investimenti in uno di questi ambiti
hanno ricadute positive su tutti gli altri
Analisi dei rischi per la fase di
attingimento legati al mondo agricolo
e all’attività antropica-industriale
Gestione integrata
29. GO BRENTA 2030: analisi dei centri di rischio
Elenco fogli e mappali della
superficie ad uso agricolo
Incrocio delle informazioni Ass
Categoria e Servizio
Veterinario (Allevamenti,
Coltivazioni, Concimazione,
Fitofarmaci)
Selezione dei centri di
rischio (carico di azoto,
principi attivi fitofarmaci)
30. Elenco fonti di
pressione da
considerare
(industrie,
discariche...)
Incrocio delle
informazioni da
più database
Selezione
delle fonti in
base al grado
di rischio
LIFE BRENTA 2030: analisi dei centri di rischio
33. Obiettivi
Misure
identificate
Risultati
Indicatori di qualità
e quantità
raggiunti attraverso
portano a
hanno
effetto
su
descritti da
Creazione di un gruppo di lavoro
All’interno del progetto LIFE Brenta 2030 è stato creato un
gruppo di lavoro composto da esperti del settore provenienti da:
- Consiglio di Bacino Brenta (EGA)
- Università di Padova (ricerca accademica)
- Etifor srl (consulenza ambientale)
- Etra spa (multiutility)
Che ha predisposto una metodologia per la definizione e il
recupero dei Costi Ambientali e della Risorsa
Identificazione impatti
definizione di
34. Identificazione degli impatti
Abbassamento del
livello di falda
Riduzione qualitativa
delle acque causata da
sversamenti
Perdita di habitat
Riduzione delle funzioni
ricreative nelle aree di
salvaguardia
Impatti sullo sviluppo
futuro nelle aree di
salvaguardia
Impatti su agricoltori e
allevatori
Emissioni di gas
climalteranti
Impatti del SII
35. Sistema di Supporto alle Decisioni
Identificazione
dell’impatto
Scelta della migliore
NBS
Studio dei fattori di
idoneità territoriale
Mappatura delle
aree idonee
Sviluppo di scenari
di intervento
1 2 3 4 5
Definizione di obiettivi Risultati attesi
Indicatori qualitativi e
quantitativi
Costo Tempo
Risultato
- Abbassamento del livello di
falda
- Riduzione qualitativa delle
acque
- Perdita di habitat
- Impatti su agricoltori e
allevatori
- Impatti sullo sviluppo futuro
nelle aree di salvaguardia
- Emissione di gas climalteranti
- Riduzione delle funzioni
ricreative
- Aree forestali di infiltrazione
- Siepi
- Boschetti
- Aree umide multifuzionali
- Prati umidi e magri
- Pratiche agricole sostenibili
- Boschi umidi planiziali
- Permeabilità del suolo
- Fascia di ricarica della falda
- Copertura del suolo attuale
- Vicinanza a corsi d’acqua
- Vicinanza a fonti di inquinamento
- Vulnerabilità ai nitrati
Esempio
Obiettivo: ricarica falda
Infiltrazione nel suolo di 1M
mc/ha/anno
Anni
Scenario
1
Scenario
2
Scenario
3
5 2,5 ha 5 ha 10 ha
10 5 ha 10 ha 20 ha
20 10 ha 20 ha 40 ha
Costi Costo1 Costo2 Costo3
36. PES
Incentivi per il
miglioramento
delle pratiche
agricole (PSR)
Assistenza e formazione
agli agricoltori
Art. 94 Dlgs 152/2006 «Disciplina
delle aree di salvaguardia»
Numero di agricoltori coinvolti
Servizi
ecosistemici
forniti
Livello minimo
Pagamenti per servizi ecosistemici pagati direttamente dalla
multiutility agli agricoltori in maniera «mirata»
Multiutility fornisce assistenza e formazione gratuita agli
agricoltori per il miglioramento delle pratiche agricole volte a
preservare la risorsa idrica
Sinergie tra obiettivi di conservazione idrica e obiettivi del
PSR: realizzazione di bandi specifici nell’area del Medio
Brenta per la tutela della risorsa idrica
Applicazione della normativa nazionale in materia di tutela
delle aree di salvaguardia idrica
Le NBS come strumenti economici e di governance
Schema di pagamento per agricoltori ricadenti nelle aree di salvaguardia
A carico
del SII
A carico
del SII
37. Le misure identificate / Capex
Obiettivo di qualità
del SII
Macro Misure ENV/RES
Macroindicatore
ARERA
Migliore gestione dei
prelievi
Opere idrauliche fisse di acquedotto RES M2, M3
Condotte di acquedotto RES M1, M2
Serbatoi RES M2
Impianti di sollevamento e pompaggio di acquedotto RES M3
Miglioramento
qualitativo degli scarichi
Sifoni e scaricatori di piena e altre opere idrauliche fisse di fognatura ENV M4
Impianti di depurazione – trattamenti sino al secondario ENV M6
Condotte fognarie ENV M6
Impianti di essiccamento fanghi e di valorizzazione dei fanghi (tra cui mono-
incenerimento, pirolisi, gassificazione)
ENV M5
Gestione delle aree di
salvaguardia secondo i
criteri Art.94 Dlgs
152/2006
Allontanamento o messa in sicurezza delle attività vietate e dei centri di pericolo nelle
aree di salvaguardia
RES M3
Individuazione delle aree di salvaguardia RES M3, M4, M5, M6
Infrastrutture per la riduzione dell’impatto sulla risorsa di attività ricreative RES M3
Infrastrutture verdi e blu
(Nature Based
Solutions)
Realizzazione siepi e boschetti RES M3
Misure agroambientali/conversione ad agricoltura biologica RES M3
Realizzazione/ripristino di aree umide multifunzionali RES M3
Realizzazione AFI ENV M2, M3
Realizzazione di prati umidi e magri RES M3
Realizzazione e riqualificazione di boschi umidi planiziali RES M3
38. Tipologia di costo
operativo
Costo operativo ENV/RES
Monitoraggi
Monitoraggio biodiversità ENV
Monitoraggio qualità idrica RES
Monitoraggio livello di falda RES
Riduzione impatti
agricoltura
Assistenza agli agricoltori per ottenimento fondi PSR RES
Pagamenti per Servizi Ecosistemici (PES) ENV
Altro
Attività di sensibilizzazione ambientale ENV
Servizio speciale di raccolta rifiuti in aree di salvaguardia ristrette RES
Altri oneri per la gestione delle aree di salvaguardia RES
Manutenzione infrastrutture verdi e blu ENV/RES
Le misure identificate / Opex
39. Integrazione del Piano d’Ambito
ERC Opex
Costo degli
interventi ERC
Ribaltamento in
tariffa
ERC Capex Piano d’Ambito
Realizzazione
delle opere
41. Questioni aperte
• La delibera ARERA non esplicita chiaramente la possibilità di implementare
NBS e PES per compensare gli impatti del SII, e riconosce, in via prioritaria,
come costi ambientali i costi relativi alle opere di depurazione e fognatura, e
come costi della risorsa i costi relativi alle opere acquedottistiche
• È possibile riconoscere come costi ambientali anche i costi per misure di
abbattimento delle emissioni climalteranti prodotte dal SII?
• Utile prevedere un sistema di incentivi per gli EGA per il riconoscimento dei costi
di investimento legati agli ERC, per esempio agendo sulle quote di
ammortamento
43. Evento organizzato da:
Etifor, Etra S.p.A, Dip. TESAF dell’Università di Padova
dal Consiglio di Bacino Brenta e dal progetto LIFE Brenta 2030.
Patrocinato da:
Nell’ambito del Gruppo Operativo Brenta 2030