SlideShare una empresa de Scribd logo
1 de 48
Attenzione, motivazione e
metacognizione.
Dott.ssa Marzia Gaglione Dott.ssa Dalila Vallino
Psicologa Logopedista
333 2790159 340 8180482
Referente Dott.ssa Renza
Rosiglioni
La capacità di Attenzione
L’ATTENZIONE è un processo che permette di concentrare o
d’indirizzare l’attività psichica su un determinato oggetto
• I ragazzini con DSA possono presentare difficoltà di attenzione e
concentrazione che possono essere dovute al fatto che il compito che
devono affrontare è troppo difficile per loro, o richiede troppe energie
e per questo si distraggono.
• Esiste un Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) che consiste in
un disordine dello sviluppo neuropsichico del bambino e
dell’adolescente, caratterizzato da incapacità a mantenere attenzione
prolungata, da impulsività e iperattività.
• Questo quadro può anche presentarsi in comorbilità con un DSA.
Cioè un bambino può avere diagnosi di DSA e ADHD.
Le difficoltà di Attenzione
Difficoltà di
attenzione
sostenuta
Iperattività Impulsività
Consiste nella
difficoltà a lavorare su
uno stesso compito
per un periodo
prolungato di tempo.
Inoltre si presentano
frequentemente
problemi nel prestare
attenzione ai dettagli
dei compiti da seguire
Caratterizzata da una
continua agitazione,
difficoltà a rimanere
fermi e seduti al proprio
posto ed eccessiva
attività verbale e
motoria
Si manifesta nella
tendenza ad agire prima
di avere riflettuto
adeguatamente, nello
«sparare» le risposte
prima che si sia
completata la domanda,
nel non riuscire ad
aspettare il proprio turno
nel gioco o in altre
attività di gruppo
Indipendentemente dal livello di gravità delle difficoltà attentive del bambino, noi
possiamo trovarci davanti ragazzini con queste problematiche
Capacità di attenzione e difficoltà
di apprendimento
Il tutor non può risolvere tali difficoltà, ma può aiutare i
ragazzini a «conviverci» svolgendo i compiti nella maniera
più serena e funzionale possibile!
Importante notare i segnali di perdita di attenzione,
iperattività o impulsività
Il compito che stiamo
facendo è troppo difficile e ci
stanno dando un SEGNALE
del loro bisogno di aiuto
Sono stanchi e hanno bisogno
di un INCORAGGIAMENTO o
incentivo.
Capacità di attenzione e difficoltà
di apprendimento
Cosa può fare il TUTOR:
Riconoscergli la sua difficoltà “Mi sembra che in
questo momento tu abbia perso la tua attenzione,
dove se n’è andata? Riusciamo a ripescarla?”
“Hai proprio bisogno di alzarti…hai le gambe che
friggono?”
Spesso i ragazzini non sono consapevoli di queste
difficoltà e l’obiettivo è aiutarli a rendersene conto e a
RESISTERE SEMPRE UN PO’ DI PIÚ, oppure
fermarsi a riflettere prima di rispondere
Cosa può fare il TUTOR: esempi..
Cronometrare quanto tempo
riesce a stare attento sul
compito
Concordare, insieme al
ragazzino, un tot di tempo
(leggermente maggiore)
in cui impegnarsi e poi
fare una pausa!
Se necessario fare numerose
pause
Può essere utile il contatto
fisico (tenergli le mani se
le muove sempre ecc..).
Solo fatto delicatamente e
se apprezzato!!
Difficoltà di
attenzione
sostenuta
Iperattività Impulsività
Cronometrare il tempo in cui riesce a stare
fermo e seduto
Concordare un tempo leggermente
maggiore in cui cercare di stare
fermo e poi fare una pausa in cui ci
si può alzare e fare dei salti, una
corsetta ecc..
Se necessario fare numerose pause
Provare ad usare una pallina antistress
che il ragazzino può tenere in mano
e schiacciare quando vuole.
(ATTENZIONE A CHE NON
DIVENTI UN ULTERIORE
DISTRATTORE)
Può essere utile il contatto fisico
Fungere da “memoria esterna”:
ricordargli sempre di
PENSARE prima di
rispondere o di
ANDARE PIANO, o
ancora di cercare di
FRENARE ciò che gli
viene da dire e
ricontrollarlo prima di
dirlo.
Cosa può fare il TUTOR:
esempi..
Con ragazzini che hanno difficoltà di attenzione è SEMPRE utile cercare una stanza tranquilla in cui
fare i compiti e, possibilmente, mantenere sempre la stessa.
È utile liberare il tavolo da tutti gli oggetti che non servono, compresi gli astucci con le penne!
Tenere solo il libro/quaderno su cui si sta facendo i compiti e una o al massimo due penne (no
bianchetti, matite, gomme….)
È utile coinvolgere il ragazzino in questa modalità di lavoro:
Siccome io e te sappiamo che tu fai fatica a stare fermo/attento mentre facciamo i compiti, allora
togliamo tutto dal tavolo, sennò ci sono cose troppo belle che ci possono distrarre….Guarda,
lasciamo solo questo che ci serve e la penna blu..
Cosa può fare il TUTOR
È importante non arrabbiarsi con questi ragazzini (non lo fanno
apposta, né per farci un dispetto!!!) e mantenere un clima
rilassato, chi è tranquillo trasmette tranquillità (NEURONI
SPECCHIO).
Può essere utile premiare i ragazzini quando raggiungono un
obiettivo che ci eravamo prefissati
Cosa può fare il TUTOR:
esempi..
Si concorda con loro e con la famiglia che insieme faremo un
gioco: IL GIOCO DEI GETTONI.
Si concorda, insieme al ragazzo un obiettivo (stare seduto per
mezz’ora di fila; non perdere mai l’attenzione per 40 minuti
consecutivi; trattenersi dal rispondere impulsivamente);
Si concorda insieme al ragazzo e ai genitori un premio
(pacchetto di figurine, una cena al ristorante con mamma e papà,
ecc..)
Si preparano 20 gettoni, che terrà il tutor, ogni volta che il
ragazzino riesce a raggiungere il suo obiettivo si da come premio
un gettone che si appiccicherà sul cartellone
Il gioco non prevede che vengano tolti i gettoni una volta messi.
Non prevede punizioni.
Si basa sul rinforzo positivo.
Deve essere CONCORDATO anticipatamente con il ragazzino e
la famiglia.
I genitori, così come i ragazzini, devono rispettare i patti!!
La Motivazione
Definizione
Gli aspetti emotivo-motivazionali sono importanti componenti in
grado di stimolare e sostenere gli sforzi necessari per affrontare i
compiti scolastici.
Motivazioni
Intrinseche Estrinseche
Si riferiscono ad aspetti
interni all’individuo: curiosità,
desiderio di conoscere,
sentirsi competenti e
accettati,
autodeterminazione.
Riguardano motivazioni
esterne a sé e allo
svolgimento delle attività:
ottenere buoni voti, essere
lodati, raggiungere una
posizione sociale.
Motivazioni all’apprendere
Tenere in considerazione qual è la motivazione
all’apprendere di un bambino o ragazzino ed
eventualmente fare qualcosa per incrementarla è
fondamentale.
Ognuno di noi ha convinzioni su di sé, che riguardano la
propria intelligenza, le proprie capacità, gli obiettivi
che ognuno si può dare, quali sono le cause dei suoi
successi o dei suoi insuccessi..
Avere delle convinzioni errate su di sé
può provocare emozioni come ansia e
paura… che inibiscono un po’ anche la
voglia di imparare…
Teorie implicite sull’intelligenza
Io non sono tanto intelligente…
Non credo di capire niente degli argomenti
nuovi..
Questa cosa non la imparerò mai..
Non sarò mai intelligente come..
Le teorie implicite sulla propria intelligenza riguardano
se e quanto il ragazzo ritiene che le proprie abilità
possano migliorare. Una buona teoria è pensare che le
proprie abilità possano essere modificate per effetto
dell’apprendimento e dell’esperienza.
Teorie implicite sull’intelligenza
La fiducia nelle proprie capacità è un buon
predittore del rendimento scolastico.
Cosa può fare il TUTOR:
• Evidenziare tutti i punti di forza del ragazzino e
riconoscerglieli
• Avere fiducia nelle sue capacità reali, offrendogli
sempre tutti gli aiuti di cui riteniamo abbia bisogno
Gli obiettivi di apprendimento
Obiettivi di
padronanza
Obiettivi di
prestazione
Preferisco fare compiti un
po’ più difficili in cui imparo
cose nuove piuttosto che
compiti facili in cui sono
sicuro di ruscire..
E’ più importante imparare
cose nuove che prendere
bei voti..
I voti belli sono più
importanti delle cose che
imparo..
Mi piacciono i compiti facili,
così riesco bene e tutti mi
dicono che sono bravo..
Tali obiettivi non hanno connotazione positiva o negativa, tuttavia il
TUTOR può aiutare il ragazzino a non dare troppa importanza ai voti
assoluti, ma a dare invece importanza ai miglioramenti personali.
Le attribuzioni
Le attribuzioni sono le cause alle quali noi attribuiamo i
nostri successi o i nostri insuccessi
Attribuzioni
interne
Attribuzioni
esterne
Credenza che successi e
insuccessi dipendano dal
nostro impegno
personale o dalla nostra
abilità.
Credenza che successi e
insuccessi dipendano da aiuti
esterni, da quanto è cattiva la
maestra, da quanto era difficile il
compito o dalla fortuna.
L’attribuzione più funzionale all’apprendimento è quella riferita all’impegno
personale, mentre la più disfunzionale è quella riferita al caso.
Il TUTOR può aiutare il ragazzino a notare come se si impegna di più e in
modo persistente migliora le proprie prestazioni e ci si può godere il meritato
successo e di conseguenza l’orgoglio e la soddisfazione che esso provoca.
Metacognizione
Con il termine metacognizione si indicano le
conoscenze che l’individuo sviluppa rispetto ai
propri processi cognitivi e al loro
funzionamento.
Metacognizione
Avere una conoscenza realistica delle proprie capacità..
Sapere in quali compiti faccio più fatica..
Saper prevedere la difficoltà di un compito e il tempo che potrò impiegare per svolgerlo..
Saper monitorare la propria attenzione..
Saper autovalutare le proprie performance..
Saper comprendere lo scopo per il quale devo: leggere, studiare, fare i problemi..
Tutto questo è metacognizione
Ed è importante perché ci permette:
• Di valutare quante energie mi servono per svolgere quel compito e quindi valutare
quando è meglio svolgerlo;
• Di valutare se riesco a farlo da solo o se ho bisogno di aiuto, e quindi di chiederlo;
• Di difendersi dalle distrazioni esterne o da quelle prodotte dai propri pensieri;
• Di monitorare la modalità migliore con la quale devo leggere, studiare, approcciarmi
al compito…
Metacognizione e difficoltà di
apprendimento
Primo step è aiutare il ragazzino a divenire consapevole delle proprie
difficoltà.
Questo è più difficile se anche la famiglia le rifiuta.
Se noi non siamo consapevoli dei nostri punti di debolezza non viene
più percepita la necessità di aiuto. Quindi l’aiuto del tutor è inefficace.
Se il ragazzino è consapevole OK!
Se il ragazzino non è consapevole Una possibilità è utilizzare la
prima mezz’ora per guardare come fa i compiti da solo. Metterlo davanti alla
fatica fatta o all’inadeguatezza del risultato.
SEMPRE CON ATTEGGIAMENTO ACCOGLIENTE E DI COOPERAZIONE
Monitoraggio e controllo della
mente
Prima di affrontare un compito:
VALUTA QUANTO, SECONDO TE, È DIFFICILE IL COMPITO
1=facilissimo
5=difficilissimo
Dopo aver svolto il compito è sempre utile una riflessione:
LA DIFFICOLTÁ CHE AVEVI PREVISTO È CONFERMATA?
SI
Bravo! Hai saputo valutare bene la
difficoltà del compito. Quindi se la
prossima volta valuterai un compito
come difficile:
- Sai che dovrai concentrarti tanto
di più del solito per svolgerlo
- Che probabilmente avrai bisogno
di aiuto
- Che è preferibile farlo quando sei
meno stanco (all’inizio del
pomeriggio)
NO
Dobbiamo cercare di migliorare la tua capacità di
valutare la difficoltà di un compito:
- Hai sovrastimato la difficoltà: è più facile di
quanto credi, vedi, sei in gamba, riesci a fare
molto di più di ciò che tu pensi! Hai tante
capacità, basta sapere di averle cosicchè
possiamo tirarle fuori!
- Hai sottostimato la difficoltà: stai attento a
volte un compito ci sembra facile ma non lo è.
Se non impariamo a riconoscere bene la
difficoltà magari pensiamo di svolgerlo in poco
tempo e poi ci ritroviamo a dover annullare
tutti i nostri impegni del pomeriggio per
svolgerlo! E con una fatica tremenda!
Monitoraggio e controllo della mente
Dopo aver svolto il compito è sempre utile una riflessione:
SECONDO TE, TI È STATO UTILE UTILIZZARE QUESTO
STRUMENTO?
SI
«Bene, allora questo strumento è prezioso! Teniamolo in un posto
comodo così lo possiamo tirare fuori tutte le volte che vogliamo!»
«Allora puoi farlo vedere alla maestra/prof così magari le dai una buona
idea e lo utilizza anche con tutti gli altri tuoi compagni!»
NO
È importante che ANCHE I TUTOR ASCOLTINO I RAGAZZINI! Magari
abbiamo fatto tanta fatica per ideare uno strumento che ci sembrava
utile e poi ci rendiamo conto che gli stiamo complicando la vita
RICHIEDIAMO FLESSIBILITA’ MA IMPARIAMO ANCHE NOI A
ESSERE FLESSIBILI E A RISPETTARE I BAMBINI CHE AIUTIAMO
Monitoraggio e controllo della
mente
Dopo aver svolto il compito è sempre utile una riflessione:
METTITI NEI PANNI DELLA MAESTRA/PROF, CHE VOTO DARESTI
AL RISULTATO DI QUESTO COMPITO?
1= è venuto malissimo
5= l’ho fatto al TOP! È venuto benissimo
Date anche voi un «voto» da 1 a 5 alla performance e poi li confrontate.
QUANTO TI SEI IMPEGNATO OGGI DA 1 A 10?
QUANTO SEI RIUSCITO A STARE ATTENTO OGGI?
SECONDO TE È ANDATO BENE IL NOSTRO INCONTRO DI OGGI?
Metacognizione e abilità di studio
Per lavorare sull’abilità di studio con i ragazzini è fondamentale usare
un approccio metacognitivo.
Questo significa stimolare sempre la loro riflessione prima e dopo lo
studio, come è stato detto prima.
Ad esempio può essere utile usare il REGISTRATORE per avere un
feedback su quanto siamo stati chiari ed esaustivi nell’esposizione
1) Dopo aver studiato il testo prova a esporlo registrando la tua
esposizione
2) Prima di riascoltarti prova a dare un voto alla tua chiarezza
3) Ora riascoltati
4) Confermi il voto che hai dato? Sei stato chiaro??
5) Confrontare il suo voto con quello che avevate pensato voi.
Metacognizione e stima dei
tempi
Stimare i tempi necessari per lo svolgimento di un compito è una
capacità metacognitiva.
Saper effettuare una stima corretta ci permette di:
• Non sforare nei tempi durante le verifiche;
• Potersi fare una pianificazione realistica del pomeriggio;
• Non rischiare di arrivare il Giovedì sera alle 22.00 e dover ancora
finire i compiti per il Venerdì..
Per aiutare i ragazzini a fare una stima corretta dei tempi il TUTOR
può:
Prima di svolgere un compito
Secondo te, guardando questo compito (analisi logica, comprensione
del testo, calcoli…) più o meno quanto ci impieghi a svolgerlo?
È utile dare anche un vostro parere rispetto al tempo necessario e
confrontarli
Secondo me invece ci impieghiamo 40 minuti..
Dai proviamo a farlo e vediamo (chi vince..)
Alla fine valutare la correttezza della stima dei tempi.
Metacognizione e
organizzazione della settimana
Non saper stimare correttamente i tempi e non saper pianificare il
pomeriggio di studio e anche la settimana, può essere davvero un
problema.
La tabella della settimana può essere utile..
..per non andare a scuola con i compiti da fare
.. per avere PIÚ TEMPO LIBERO!
La tabella della settimana va fatta con l’aiuto del tutor all’inizio di ogni
settimana e va aggiornata ogniqualvolta sia necessario.
Va messa in un posto della casa visibile sia dal bambino che dalla
famiglia.
Modalità di compilazione: in ogni giorno ci sarà scritto cosa devo fare
quel giorno lì e l’ora in cui dovrò iniziare.
Dev’essere realistica! Cioè deve tener conto di quando finisco
pranzo/merenda, quando finiscono i cartoni che guardo sempre, quando
ho delle attività extrascolastiche, quando abbiamo impegni di famiglia,
quando viene il tutor….
Il tutor e i genitori devono controllare che sia stata rispettata.
Metacognizione e
organizzazione della settimana
ORA LUNEDÍ MARTEDÍ MERCOLEDÍ GIOVEDÍ VENERDÍ SABATO DOMENICA
9.00
10.00
11.00
12.00
13.00
14.00
15.00
16.00
17.00
18.00
19.00
20.00
21.00
Metacognizione e
organizzazione della settimana:
esempio…
ORA LUNEDÍ MARTEDÍ MERCOLEDÍ GIOVEDÍ VENERDÍ SABATO DOMENICA
9.00 SCUOLA SCUOLA SCUOLA SCUOLA GITA!! NUOTO StudScie
10.00 NUOTO StudScie
11.00 NUOTO StudScie
12.00 CARNEV
13.00 CARNEV
14.00 MateEspr CARNEV
15.00 Ita: an.log. MateEspr CARNEV
16.00 Franc CARNEV
17.00 Stud.Scie 17.30 Sto StudScie Gioco StudScie CARNEV
18.00 Stud.Scie Sto Musica Gioco StudScie CARNEV
19.00 Geog Musica Gioco
20.00 CENA CENA CENA CENA CENA CENA CENA
21.00
Quindi qual è il ruolo del Tutor?
Aiutare il ragazzino
a sviluppare nuove competenze
che sono nella sua
«zona di sviluppo prossimale»
Zona di sviluppo prossimale
La zona di sviluppo prossimale viene definita come la distanza tra
“il livello attuale di sviluppo, così come è determinato dal problem-
solving autonomo”, e il livello più alto di “sviluppo potenziale, così
come è determinato attraverso il problem-solving sotto la guida di
un adulto o in collaborazione con i propri pari più capaci”.
Zona di sviluppo prossimale
Questo processo, dunque, prevede che una persona più
competente cooperi con il bambino al fine di aiutarlo a
muoversi dal punto in cui si trova al punto dove può
arrivare facendosi aiutare.
L’adulto, più abile, parte dalla competenza che il bambino
già possiede e gli presenta delle attività che richiedono un
livello di capacità lievemente superiori.
Questa persona, fungendo da modello, guida e indirizza il
bambino, attraverso la partecipazione collaborativa,
l’incoraggiamento, la discussione, il confronto.
Come raggiungere questo obiettivo ?
Conoscere l’alunno
 Quanti anni ha?
 Che classe frequenta?
 Conoscere la sua storia scolastica (bocciature, cambi di
scuola)
 Che tipo di disturbo di apprendimento ha ?
 Ha eseguito una valutazione clinica?
 Ha altre difficoltà? Es. attenzione..disprassia..
 È seguito in trattamento ?
 Ha già seguito percorsi di tutoraggio?
 È motivato a seguire questo percorso?
 Usa già gli strumenti compensativi e dispensativi? Li ha
accettati?
Consultare i clinici per:
 Avere maggiori informazioni sul profilo
di apprendimento del bambino
 Decidere obiettivi condivisi
 Avere consigli sulle modalità di studio
più adeguate per quello specifico
bambino
 Reciproco confronto
Lavorare in rete
Consultare gli insegnanti di
classe per :
 Avere informazioni sulle difficoltà che il bambino
riscontra a scuola (oltre che nell’apprendimento,
nella gestione dei materiali, nelle verifiche,
nell’accettazione degli strumenti compensativi e
dispensativi ecc.)
 Poter essere a conoscenza del PDP e concordare
con gli insegnanti le modalità di utilizzo dei vari
strumenti.
 Reciproco confronto e scambio di informazioni.
Alleanza con i genitori
 Concordare con il genitore gli obiettivi del
percorso, guidandoli nel capire quali sono
gli aspetti prioritari.
 Aiutare i genitori ad accettare gli strumenti
dispensativi e compensativi.
 Assicurarsi che le modalità di studio messe
in atto nell’incontro di tutoraggio vengano
sostenute dalla famiglia nel resto della
settimana.
L’IMPORTANZA DI ACCETTARE GLI
STRUMENTI DISPENSATIVI E
COMPENSATIVI:
 Senza questi strumenti i bambini DSA sono
penalizzati rispetto ai compagni, mentre,
usandoli, possono affrontare le richieste
scolastiche alla pari degli altri.
 L’uso degli strumenti permette ai bambini
DSA di sperimentare il successo e perciò di
consolidare le acquisizione e aumentare
l’autostima.
 Il tutor dell’apprendimento deve farsi promotore di
tali strumenti ed aiutare l’alunno a trovare la modalità
di apprendimento più funzionale.
 Far familiarizzare il bambino con gli strumenti
computerizzati e la calcolatrice.
 Deve aiutare il bambino nella costruzione dei
propri formulari e verificare che siano efficaci per
quello specifico bambino.
 Può essere necessario sperimentare diversi tipi di
formulari prima di trovare quelli più adatti.
 Il tutor deve far sperimentare l’utilità del quadernino
delle regole a casa in modo tale che il bambino si
senta più incentivato a portarlo a scuola.
GLI STRUMENTI
COMPENSATIVI DA USARE A
CASA
 Il tutor deve leggere sempre almeno la prima volta
i testi da comprendere o studiare, finché il
bambino non sarà in grado di usare la sintesi
vocale (se il bambino è dislessico)
 Se utile usare la calcolatrice e i formulari
 Usare le tabelle delle regole e insegnare ai
bambini a usarle anche a scuola
 Usare metodi di studio a bassa richiesta di lettura
 Utilizzare programmi di videoscrittura
 Quando si propongono nuovi apprendimenti
graduare molto le richieste di autonomia
 Esplicitare sempre le procedure, magari
fornendole scritte
IL TEMPO È D’ORO !
 La realizzazione grafica delle mappe e dei
formulari deve essere VELOCE
◦ No disegni troppo accurati
◦ No perdere troppo tempo a trovare immagini da
internet
◦ No ritagli di giornali
 La mappa o il formulario deve essere facile da
usare NON DEVE COMPLICARE LA VITA AL
RAGAZZINO
 Ci devono essere poche cose scritte
 No riassunti discorsivi
 Non deve essere troppo grande se no porta via
troppo spazio dal tavolo (no cartelloni)
IL TUTOR DEVE RISPETTARE I
DISPENSATIVI !
 NON DEVE FAR STUDIARE FORMULE,
DATE, TABELLINE, PARADIGMI.
 NON DEVE TENTARE DI POTENZIARE
LE ABILITÀ STRUMENTALI CON
ESERCIZI GENERICI (DETTATI,
LETTURE, OPERAZIONI) CHE NON
PRODUCONO RISULTATI SIGNIFICATIVI,
MENTRE AUMENTANO MOLTO IL
CARICO DI LAVORO.
Cosa non è utile fare
 Non proporre compiti aggiuntivi
 Non far copiare e/o rifare i compiti sbagliati
 Se si concordano delle riduzioni
quantitative di compiti rispetto alla classe,
attenersi a quanto concordato senza
preoccuparsi del confronto con i compagni
PORRE ATTENZIONE AL «PROCESSO»
PIUTTOSTO CHE AL «RISULTATO»
◦ Spiegare la procedura di svolgimento di ogni
compito con chiarezza e semplicità.
◦ Stimolare l’autonomia nella scelta e nell’uso
della strategia più efficace.
◦ Valorizzare e gratificare l’utilizzo della procedura
corretta indipendentemente dalla correttezza del
risultato.
◦ Privilegiare gli aspetti cognitivi piuttosto che
quelli strumentali.
IL TUTOR DEVE AVER CHIARO QUAL È
L’OBIETTIVO DEL COMPITO PER
POTER DARE LA GIUSTA TIPOLOGIA E
QUANTITÀ DI AIUTO !
DARE LA GIUSTA QUANTITÀ
DI AIUTO
◦ Non sostituirsi mai al bambino
◦ Non ̋spiegare la lezione ̏
◦ Incoraggiare il bambino a cercare la
soluzione nella propria mente, nelle
proprie conoscenze pregresse,
aiutandolo a fare collegamenti e
inferenze
◦ Dare poco aiuto per volta
◦ Insegnare al bambino ad autovalutarsi
con obiettività e a chiedere l’aiuto
«giusto»
Arte della Maieutica
 Strategia utile a sviluppare nuove
competenze e a implementare quelle già
acquisite.
 Attraverso domande mirate, il tutor stimola
l’alunno alla riflessione e lo guida nel suo
processo di apprendimento.
 L’alunno deve sempre avere un ruolo
ATTIVO all’interno del processo di
apprendimento.
Attenzione: l’obiettivo non è
creare dipendenza ma rendere
sempre più autonomi i ragazzini
Dott.ssa Marzia Gaglione
SOSTENERE L’AUTOSTIMA
 Correggere ed eventualmente «sanzionare» il singolo
comportamento, non il bambino nella sua interezza.
 Gratificare ogni piccolo successo, ogni miglioramento
rispetto alla prestazione precedente.
 Rinforzare immediatamente il processo che ha
portato a un buon risultato.
 Mostrare fiducia nelle capacità del bambino e aiutarlo
a riconoscerle.
Esercitazione per casa
Compilate il questionario proposto.
La richiesta è quella di individuare le
strategie che secondo voi sono UTILI per
studiare.
ATTENZIONE! Non le strategie che usate
o avete usato voi, ma quelle che secondo
voi sono più utili.
Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15

Más contenido relacionado

La actualidad más candente

Arti pendidikan luar biasa
Arti pendidikan luar biasaArti pendidikan luar biasa
Arti pendidikan luar biasaabhy sany
 
Edward L. Thorndike
Edward L. ThorndikeEdward L. Thorndike
Edward L. ThorndikeRahulDeb22
 
Teori Vygotsky - Chapter Review
Teori Vygotsky - Chapter ReviewTeori Vygotsky - Chapter Review
Teori Vygotsky - Chapter ReviewAgung Anggoro
 
Ppt 02 pavlov
Ppt 02 pavlovPpt 02 pavlov
Ppt 02 pavlovelmakrufi
 
Metode Penyelidikan dalam Psikologi.pptx
Metode Penyelidikan dalam Psikologi.pptxMetode Penyelidikan dalam Psikologi.pptx
Metode Penyelidikan dalam Psikologi.pptxssuserb53b01
 
Ppt 05. teori social cognitive bandura 1
Ppt 05. teori social cognitive bandura 1Ppt 05. teori social cognitive bandura 1
Ppt 05. teori social cognitive bandura 1elmakrufi
 
Perkembangan kognitif
Perkembangan kognitifPerkembangan kognitif
Perkembangan kognitifkekasiih
 

La actualidad más candente (9)

Arti pendidikan luar biasa
Arti pendidikan luar biasaArti pendidikan luar biasa
Arti pendidikan luar biasa
 
El experimento!
El experimento!El experimento!
El experimento!
 
Edward L. Thorndike
Edward L. ThorndikeEdward L. Thorndike
Edward L. Thorndike
 
Teori Vygotsky - Chapter Review
Teori Vygotsky - Chapter ReviewTeori Vygotsky - Chapter Review
Teori Vygotsky - Chapter Review
 
Prinsip-prinsip Visual
Prinsip-prinsip VisualPrinsip-prinsip Visual
Prinsip-prinsip Visual
 
Ppt 02 pavlov
Ppt 02 pavlovPpt 02 pavlov
Ppt 02 pavlov
 
Metode Penyelidikan dalam Psikologi.pptx
Metode Penyelidikan dalam Psikologi.pptxMetode Penyelidikan dalam Psikologi.pptx
Metode Penyelidikan dalam Psikologi.pptx
 
Ppt 05. teori social cognitive bandura 1
Ppt 05. teori social cognitive bandura 1Ppt 05. teori social cognitive bandura 1
Ppt 05. teori social cognitive bandura 1
 
Perkembangan kognitif
Perkembangan kognitifPerkembangan kognitif
Perkembangan kognitif
 

Destacado

La didattica metacognitiva
La didattica metacognitivaLa didattica metacognitiva
La didattica metacognitivaguest2ea0d1
 
Attenzione f
Attenzione fAttenzione f
Attenzione fimartini
 
Lezione 4 attenzione
Lezione 4 attenzioneLezione 4 attenzione
Lezione 4 attenzioneimartini
 
Motivazione e Cambiamento
Motivazione e CambiamentoMotivazione e Cambiamento
Motivazione e CambiamentoAndrea Sales
 
Motivazione e intelligenza emotiva. La motivazione nel lavoro
Motivazione e intelligenza emotiva. La motivazione nel lavoroMotivazione e intelligenza emotiva. La motivazione nel lavoro
Motivazione e intelligenza emotiva. La motivazione nel lavoromaria cristina martini
 
Metacognizione
MetacognizioneMetacognizione
Metacognizioneimartini
 
Metacognizione
MetacognizioneMetacognizione
Metacognizioneimartini
 
Tecniche insegnamento metacognizione 1
Tecniche insegnamento metacognizione 1Tecniche insegnamento metacognizione 1
Tecniche insegnamento metacognizione 1imartini
 
Tutorial Attenzione E Concentrazione
Tutorial Attenzione E ConcentrazioneTutorial Attenzione E Concentrazione
Tutorial Attenzione E Concentrazionemarie98
 
Presentazione attenzione
Presentazione attenzionePresentazione attenzione
Presentazione attenzioneimartini
 
Lezione 1 - Modelli di apprendimento e metodologia didattica
Lezione 1 - Modelli di apprendimento e metodologia didatticaLezione 1 - Modelli di apprendimento e metodologia didattica
Lezione 1 - Modelli di apprendimento e metodologia didatticaCarlo Mariani
 
07 bettale
07 bettale07 bettale
07 bettaleimartini
 
Logo lezione
Logo lezione Logo lezione
Logo lezione imartini
 
Brain functions.ppt
Brain functions.pptBrain functions.ppt
Brain functions.pptimartini
 
Psicobiologia castiello attenzione
Psicobiologia castiello attenzionePsicobiologia castiello attenzione
Psicobiologia castiello attenzioneimartini
 
Berio 2012 3 aprile - roberto pregliasco
Berio 2012   3 aprile - roberto pregliasco Berio 2012   3 aprile - roberto pregliasco
Berio 2012 3 aprile - roberto pregliasco imartini
 
Andrenelli2
Andrenelli2Andrenelli2
Andrenelli2imartini
 
Palermo unawareness of deficits in alzheimer’s disease role of the cingulate ...
Palermo unawareness of deficits in alzheimer’s disease role of the cingulate ...Palermo unawareness of deficits in alzheimer’s disease role of the cingulate ...
Palermo unawareness of deficits in alzheimer’s disease role of the cingulate ...Sara Palermo
 

Destacado (20)

La didattica metacognitiva
La didattica metacognitivaLa didattica metacognitiva
La didattica metacognitiva
 
Appunti di didattica metacognitiva
Appunti di didattica metacognitiva  Appunti di didattica metacognitiva
Appunti di didattica metacognitiva
 
Attenzione f
Attenzione fAttenzione f
Attenzione f
 
Lezione 4 attenzione
Lezione 4 attenzioneLezione 4 attenzione
Lezione 4 attenzione
 
Attenzione
AttenzioneAttenzione
Attenzione
 
Motivazione e Cambiamento
Motivazione e CambiamentoMotivazione e Cambiamento
Motivazione e Cambiamento
 
Motivazione e intelligenza emotiva. La motivazione nel lavoro
Motivazione e intelligenza emotiva. La motivazione nel lavoroMotivazione e intelligenza emotiva. La motivazione nel lavoro
Motivazione e intelligenza emotiva. La motivazione nel lavoro
 
Metacognizione
MetacognizioneMetacognizione
Metacognizione
 
Metacognizione
MetacognizioneMetacognizione
Metacognizione
 
Tecniche insegnamento metacognizione 1
Tecniche insegnamento metacognizione 1Tecniche insegnamento metacognizione 1
Tecniche insegnamento metacognizione 1
 
Tutorial Attenzione E Concentrazione
Tutorial Attenzione E ConcentrazioneTutorial Attenzione E Concentrazione
Tutorial Attenzione E Concentrazione
 
Presentazione attenzione
Presentazione attenzionePresentazione attenzione
Presentazione attenzione
 
Lezione 1 - Modelli di apprendimento e metodologia didattica
Lezione 1 - Modelli di apprendimento e metodologia didatticaLezione 1 - Modelli di apprendimento e metodologia didattica
Lezione 1 - Modelli di apprendimento e metodologia didattica
 
07 bettale
07 bettale07 bettale
07 bettale
 
Logo lezione
Logo lezione Logo lezione
Logo lezione
 
Brain functions.ppt
Brain functions.pptBrain functions.ppt
Brain functions.ppt
 
Psicobiologia castiello attenzione
Psicobiologia castiello attenzionePsicobiologia castiello attenzione
Psicobiologia castiello attenzione
 
Berio 2012 3 aprile - roberto pregliasco
Berio 2012   3 aprile - roberto pregliasco Berio 2012   3 aprile - roberto pregliasco
Berio 2012 3 aprile - roberto pregliasco
 
Andrenelli2
Andrenelli2Andrenelli2
Andrenelli2
 
Palermo unawareness of deficits in alzheimer’s disease role of the cingulate ...
Palermo unawareness of deficits in alzheimer’s disease role of the cingulate ...Palermo unawareness of deficits in alzheimer’s disease role of the cingulate ...
Palermo unawareness of deficits in alzheimer’s disease role of the cingulate ...
 

Similar a Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15

Comportamento scorretto nel bambino, quali strategie
Comportamento scorretto nel bambino, quali strategieComportamento scorretto nel bambino, quali strategie
Comportamento scorretto nel bambino, quali strategiestefania guccione
 
Facilitazione o assimilazione emozionale
Facilitazione o assimilazione emozionaleFacilitazione o assimilazione emozionale
Facilitazione o assimilazione emozionalemasalmagro
 
Disturbi emotivi e trattamento
Disturbi emotivi e trattamentoDisturbi emotivi e trattamento
Disturbi emotivi e trattamentoclassicoscadutoit
 
Abilità sociali
Abilità socialiAbilità sociali
Abilità socialiimartini
 
Disturbi dell’attenzione, ruolo dell’educatore
Disturbi dell’attenzione, ruolo dell’educatoreDisturbi dell’attenzione, ruolo dell’educatore
Disturbi dell’attenzione, ruolo dell’educatoregiulia cosentini
 
Dott pincherle dott_fini v
Dott pincherle dott_fini vDott pincherle dott_fini v
Dott pincherle dott_fini vimartini
 
Dott pincherle
Dott pincherle Dott pincherle
Dott pincherle imartini
 
Dott pincherle dott_fini
Dott pincherle dott_finiDott pincherle dott_fini
Dott pincherle dott_finiimartini
 
Dott pincherle dott_fini
Dott pincherle dott_finiDott pincherle dott_fini
Dott pincherle dott_finiimartini
 
Dott pincherle dott_fini
Dott pincherle dott_finiDott pincherle dott_fini
Dott pincherle dott_finiiva martini
 
Crescere - Il linguaggio con tuo figlio -
Crescere - Il linguaggio con tuo figlio -Crescere - Il linguaggio con tuo figlio -
Crescere - Il linguaggio con tuo figlio -Andrea Cenni
 
Relazione antonio rotundo
Relazione antonio rotundoRelazione antonio rotundo
Relazione antonio rotundoimartini
 
Relazione antonio rotundo2010
Relazione antonio rotundo2010Relazione antonio rotundo2010
Relazione antonio rotundo2010imartini
 
Relazione antonio rotundo
Relazione antonio rotundoRelazione antonio rotundo
Relazione antonio rotundoimartini
 
Terapia Metacognitiva (MCT) - Presentazione al Congresso SITCC2014 Gabriele C...
Terapia Metacognitiva (MCT) - Presentazione al Congresso SITCC2014 Gabriele C...Terapia Metacognitiva (MCT) - Presentazione al Congresso SITCC2014 Gabriele C...
Terapia Metacognitiva (MCT) - Presentazione al Congresso SITCC2014 Gabriele C...Gabriele Caselli
 

Similar a Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15 (20)

Ebook Memosystem studio sereno
Ebook Memosystem studio serenoEbook Memosystem studio sereno
Ebook Memosystem studio sereno
 
cibinel
cibinelcibinel
cibinel
 
cibinel
cibinelcibinel
cibinel
 
Presentazione adhd
Presentazione adhdPresentazione adhd
Presentazione adhd
 
Comportamento scorretto nel bambino, quali strategie
Comportamento scorretto nel bambino, quali strategieComportamento scorretto nel bambino, quali strategie
Comportamento scorretto nel bambino, quali strategie
 
adhd e school strategy
adhd e school strategyadhd e school strategy
adhd e school strategy
 
Facilitazione o assimilazione emozionale
Facilitazione o assimilazione emozionaleFacilitazione o assimilazione emozionale
Facilitazione o assimilazione emozionale
 
Disturbi emotivi e trattamento
Disturbi emotivi e trattamentoDisturbi emotivi e trattamento
Disturbi emotivi e trattamento
 
Abilità sociali
Abilità socialiAbilità sociali
Abilità sociali
 
Disturbi dell’attenzione, ruolo dell’educatore
Disturbi dell’attenzione, ruolo dell’educatoreDisturbi dell’attenzione, ruolo dell’educatore
Disturbi dell’attenzione, ruolo dell’educatore
 
Dott pincherle dott_fini v
Dott pincherle dott_fini vDott pincherle dott_fini v
Dott pincherle dott_fini v
 
Dott pincherle
Dott pincherle Dott pincherle
Dott pincherle
 
Dott pincherle dott_fini
Dott pincherle dott_finiDott pincherle dott_fini
Dott pincherle dott_fini
 
Dott pincherle dott_fini
Dott pincherle dott_finiDott pincherle dott_fini
Dott pincherle dott_fini
 
Dott pincherle dott_fini
Dott pincherle dott_finiDott pincherle dott_fini
Dott pincherle dott_fini
 
Crescere - Il linguaggio con tuo figlio -
Crescere - Il linguaggio con tuo figlio -Crescere - Il linguaggio con tuo figlio -
Crescere - Il linguaggio con tuo figlio -
 
Relazione antonio rotundo
Relazione antonio rotundoRelazione antonio rotundo
Relazione antonio rotundo
 
Relazione antonio rotundo2010
Relazione antonio rotundo2010Relazione antonio rotundo2010
Relazione antonio rotundo2010
 
Relazione antonio rotundo
Relazione antonio rotundoRelazione antonio rotundo
Relazione antonio rotundo
 
Terapia Metacognitiva (MCT) - Presentazione al Congresso SITCC2014 Gabriele C...
Terapia Metacognitiva (MCT) - Presentazione al Congresso SITCC2014 Gabriele C...Terapia Metacognitiva (MCT) - Presentazione al Congresso SITCC2014 Gabriele C...
Terapia Metacognitiva (MCT) - Presentazione al Congresso SITCC2014 Gabriele C...
 

Attenzione, motivazione e metacognizione 10-02-15

  • 1. Attenzione, motivazione e metacognizione. Dott.ssa Marzia Gaglione Dott.ssa Dalila Vallino Psicologa Logopedista 333 2790159 340 8180482 Referente Dott.ssa Renza Rosiglioni
  • 2. La capacità di Attenzione L’ATTENZIONE è un processo che permette di concentrare o d’indirizzare l’attività psichica su un determinato oggetto • I ragazzini con DSA possono presentare difficoltà di attenzione e concentrazione che possono essere dovute al fatto che il compito che devono affrontare è troppo difficile per loro, o richiede troppe energie e per questo si distraggono. • Esiste un Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) che consiste in un disordine dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente, caratterizzato da incapacità a mantenere attenzione prolungata, da impulsività e iperattività. • Questo quadro può anche presentarsi in comorbilità con un DSA. Cioè un bambino può avere diagnosi di DSA e ADHD.
  • 3. Le difficoltà di Attenzione Difficoltà di attenzione sostenuta Iperattività Impulsività Consiste nella difficoltà a lavorare su uno stesso compito per un periodo prolungato di tempo. Inoltre si presentano frequentemente problemi nel prestare attenzione ai dettagli dei compiti da seguire Caratterizzata da una continua agitazione, difficoltà a rimanere fermi e seduti al proprio posto ed eccessiva attività verbale e motoria Si manifesta nella tendenza ad agire prima di avere riflettuto adeguatamente, nello «sparare» le risposte prima che si sia completata la domanda, nel non riuscire ad aspettare il proprio turno nel gioco o in altre attività di gruppo Indipendentemente dal livello di gravità delle difficoltà attentive del bambino, noi possiamo trovarci davanti ragazzini con queste problematiche
  • 4. Capacità di attenzione e difficoltà di apprendimento Il tutor non può risolvere tali difficoltà, ma può aiutare i ragazzini a «conviverci» svolgendo i compiti nella maniera più serena e funzionale possibile! Importante notare i segnali di perdita di attenzione, iperattività o impulsività Il compito che stiamo facendo è troppo difficile e ci stanno dando un SEGNALE del loro bisogno di aiuto Sono stanchi e hanno bisogno di un INCORAGGIAMENTO o incentivo.
  • 5. Capacità di attenzione e difficoltà di apprendimento Cosa può fare il TUTOR: Riconoscergli la sua difficoltà “Mi sembra che in questo momento tu abbia perso la tua attenzione, dove se n’è andata? Riusciamo a ripescarla?” “Hai proprio bisogno di alzarti…hai le gambe che friggono?” Spesso i ragazzini non sono consapevoli di queste difficoltà e l’obiettivo è aiutarli a rendersene conto e a RESISTERE SEMPRE UN PO’ DI PIÚ, oppure fermarsi a riflettere prima di rispondere
  • 6. Cosa può fare il TUTOR: esempi.. Cronometrare quanto tempo riesce a stare attento sul compito Concordare, insieme al ragazzino, un tot di tempo (leggermente maggiore) in cui impegnarsi e poi fare una pausa! Se necessario fare numerose pause Può essere utile il contatto fisico (tenergli le mani se le muove sempre ecc..). Solo fatto delicatamente e se apprezzato!! Difficoltà di attenzione sostenuta Iperattività Impulsività Cronometrare il tempo in cui riesce a stare fermo e seduto Concordare un tempo leggermente maggiore in cui cercare di stare fermo e poi fare una pausa in cui ci si può alzare e fare dei salti, una corsetta ecc.. Se necessario fare numerose pause Provare ad usare una pallina antistress che il ragazzino può tenere in mano e schiacciare quando vuole. (ATTENZIONE A CHE NON DIVENTI UN ULTERIORE DISTRATTORE) Può essere utile il contatto fisico Fungere da “memoria esterna”: ricordargli sempre di PENSARE prima di rispondere o di ANDARE PIANO, o ancora di cercare di FRENARE ciò che gli viene da dire e ricontrollarlo prima di dirlo.
  • 7. Cosa può fare il TUTOR: esempi.. Con ragazzini che hanno difficoltà di attenzione è SEMPRE utile cercare una stanza tranquilla in cui fare i compiti e, possibilmente, mantenere sempre la stessa. È utile liberare il tavolo da tutti gli oggetti che non servono, compresi gli astucci con le penne! Tenere solo il libro/quaderno su cui si sta facendo i compiti e una o al massimo due penne (no bianchetti, matite, gomme….) È utile coinvolgere il ragazzino in questa modalità di lavoro: Siccome io e te sappiamo che tu fai fatica a stare fermo/attento mentre facciamo i compiti, allora togliamo tutto dal tavolo, sennò ci sono cose troppo belle che ci possono distrarre….Guarda, lasciamo solo questo che ci serve e la penna blu..
  • 8. Cosa può fare il TUTOR È importante non arrabbiarsi con questi ragazzini (non lo fanno apposta, né per farci un dispetto!!!) e mantenere un clima rilassato, chi è tranquillo trasmette tranquillità (NEURONI SPECCHIO). Può essere utile premiare i ragazzini quando raggiungono un obiettivo che ci eravamo prefissati
  • 9. Cosa può fare il TUTOR: esempi.. Si concorda con loro e con la famiglia che insieme faremo un gioco: IL GIOCO DEI GETTONI. Si concorda, insieme al ragazzo un obiettivo (stare seduto per mezz’ora di fila; non perdere mai l’attenzione per 40 minuti consecutivi; trattenersi dal rispondere impulsivamente); Si concorda insieme al ragazzo e ai genitori un premio (pacchetto di figurine, una cena al ristorante con mamma e papà, ecc..) Si preparano 20 gettoni, che terrà il tutor, ogni volta che il ragazzino riesce a raggiungere il suo obiettivo si da come premio un gettone che si appiccicherà sul cartellone
  • 10. Il gioco non prevede che vengano tolti i gettoni una volta messi. Non prevede punizioni. Si basa sul rinforzo positivo. Deve essere CONCORDATO anticipatamente con il ragazzino e la famiglia. I genitori, così come i ragazzini, devono rispettare i patti!!
  • 11. La Motivazione Definizione Gli aspetti emotivo-motivazionali sono importanti componenti in grado di stimolare e sostenere gli sforzi necessari per affrontare i compiti scolastici. Motivazioni Intrinseche Estrinseche Si riferiscono ad aspetti interni all’individuo: curiosità, desiderio di conoscere, sentirsi competenti e accettati, autodeterminazione. Riguardano motivazioni esterne a sé e allo svolgimento delle attività: ottenere buoni voti, essere lodati, raggiungere una posizione sociale.
  • 12. Motivazioni all’apprendere Tenere in considerazione qual è la motivazione all’apprendere di un bambino o ragazzino ed eventualmente fare qualcosa per incrementarla è fondamentale. Ognuno di noi ha convinzioni su di sé, che riguardano la propria intelligenza, le proprie capacità, gli obiettivi che ognuno si può dare, quali sono le cause dei suoi successi o dei suoi insuccessi.. Avere delle convinzioni errate su di sé può provocare emozioni come ansia e paura… che inibiscono un po’ anche la voglia di imparare…
  • 13. Teorie implicite sull’intelligenza Io non sono tanto intelligente… Non credo di capire niente degli argomenti nuovi.. Questa cosa non la imparerò mai.. Non sarò mai intelligente come.. Le teorie implicite sulla propria intelligenza riguardano se e quanto il ragazzo ritiene che le proprie abilità possano migliorare. Una buona teoria è pensare che le proprie abilità possano essere modificate per effetto dell’apprendimento e dell’esperienza.
  • 14. Teorie implicite sull’intelligenza La fiducia nelle proprie capacità è un buon predittore del rendimento scolastico. Cosa può fare il TUTOR: • Evidenziare tutti i punti di forza del ragazzino e riconoscerglieli • Avere fiducia nelle sue capacità reali, offrendogli sempre tutti gli aiuti di cui riteniamo abbia bisogno
  • 15. Gli obiettivi di apprendimento Obiettivi di padronanza Obiettivi di prestazione Preferisco fare compiti un po’ più difficili in cui imparo cose nuove piuttosto che compiti facili in cui sono sicuro di ruscire.. E’ più importante imparare cose nuove che prendere bei voti.. I voti belli sono più importanti delle cose che imparo.. Mi piacciono i compiti facili, così riesco bene e tutti mi dicono che sono bravo.. Tali obiettivi non hanno connotazione positiva o negativa, tuttavia il TUTOR può aiutare il ragazzino a non dare troppa importanza ai voti assoluti, ma a dare invece importanza ai miglioramenti personali.
  • 16. Le attribuzioni Le attribuzioni sono le cause alle quali noi attribuiamo i nostri successi o i nostri insuccessi Attribuzioni interne Attribuzioni esterne Credenza che successi e insuccessi dipendano dal nostro impegno personale o dalla nostra abilità. Credenza che successi e insuccessi dipendano da aiuti esterni, da quanto è cattiva la maestra, da quanto era difficile il compito o dalla fortuna. L’attribuzione più funzionale all’apprendimento è quella riferita all’impegno personale, mentre la più disfunzionale è quella riferita al caso. Il TUTOR può aiutare il ragazzino a notare come se si impegna di più e in modo persistente migliora le proprie prestazioni e ci si può godere il meritato successo e di conseguenza l’orgoglio e la soddisfazione che esso provoca.
  • 17. Metacognizione Con il termine metacognizione si indicano le conoscenze che l’individuo sviluppa rispetto ai propri processi cognitivi e al loro funzionamento.
  • 18. Metacognizione Avere una conoscenza realistica delle proprie capacità.. Sapere in quali compiti faccio più fatica.. Saper prevedere la difficoltà di un compito e il tempo che potrò impiegare per svolgerlo.. Saper monitorare la propria attenzione.. Saper autovalutare le proprie performance.. Saper comprendere lo scopo per il quale devo: leggere, studiare, fare i problemi.. Tutto questo è metacognizione Ed è importante perché ci permette: • Di valutare quante energie mi servono per svolgere quel compito e quindi valutare quando è meglio svolgerlo; • Di valutare se riesco a farlo da solo o se ho bisogno di aiuto, e quindi di chiederlo; • Di difendersi dalle distrazioni esterne o da quelle prodotte dai propri pensieri; • Di monitorare la modalità migliore con la quale devo leggere, studiare, approcciarmi al compito…
  • 19. Metacognizione e difficoltà di apprendimento Primo step è aiutare il ragazzino a divenire consapevole delle proprie difficoltà. Questo è più difficile se anche la famiglia le rifiuta. Se noi non siamo consapevoli dei nostri punti di debolezza non viene più percepita la necessità di aiuto. Quindi l’aiuto del tutor è inefficace. Se il ragazzino è consapevole OK! Se il ragazzino non è consapevole Una possibilità è utilizzare la prima mezz’ora per guardare come fa i compiti da solo. Metterlo davanti alla fatica fatta o all’inadeguatezza del risultato. SEMPRE CON ATTEGGIAMENTO ACCOGLIENTE E DI COOPERAZIONE
  • 20. Monitoraggio e controllo della mente Prima di affrontare un compito: VALUTA QUANTO, SECONDO TE, È DIFFICILE IL COMPITO 1=facilissimo 5=difficilissimo Dopo aver svolto il compito è sempre utile una riflessione: LA DIFFICOLTÁ CHE AVEVI PREVISTO È CONFERMATA? SI Bravo! Hai saputo valutare bene la difficoltà del compito. Quindi se la prossima volta valuterai un compito come difficile: - Sai che dovrai concentrarti tanto di più del solito per svolgerlo - Che probabilmente avrai bisogno di aiuto - Che è preferibile farlo quando sei meno stanco (all’inizio del pomeriggio) NO Dobbiamo cercare di migliorare la tua capacità di valutare la difficoltà di un compito: - Hai sovrastimato la difficoltà: è più facile di quanto credi, vedi, sei in gamba, riesci a fare molto di più di ciò che tu pensi! Hai tante capacità, basta sapere di averle cosicchè possiamo tirarle fuori! - Hai sottostimato la difficoltà: stai attento a volte un compito ci sembra facile ma non lo è. Se non impariamo a riconoscere bene la difficoltà magari pensiamo di svolgerlo in poco tempo e poi ci ritroviamo a dover annullare tutti i nostri impegni del pomeriggio per svolgerlo! E con una fatica tremenda!
  • 21. Monitoraggio e controllo della mente Dopo aver svolto il compito è sempre utile una riflessione: SECONDO TE, TI È STATO UTILE UTILIZZARE QUESTO STRUMENTO? SI «Bene, allora questo strumento è prezioso! Teniamolo in un posto comodo così lo possiamo tirare fuori tutte le volte che vogliamo!» «Allora puoi farlo vedere alla maestra/prof così magari le dai una buona idea e lo utilizza anche con tutti gli altri tuoi compagni!» NO È importante che ANCHE I TUTOR ASCOLTINO I RAGAZZINI! Magari abbiamo fatto tanta fatica per ideare uno strumento che ci sembrava utile e poi ci rendiamo conto che gli stiamo complicando la vita RICHIEDIAMO FLESSIBILITA’ MA IMPARIAMO ANCHE NOI A ESSERE FLESSIBILI E A RISPETTARE I BAMBINI CHE AIUTIAMO
  • 22. Monitoraggio e controllo della mente Dopo aver svolto il compito è sempre utile una riflessione: METTITI NEI PANNI DELLA MAESTRA/PROF, CHE VOTO DARESTI AL RISULTATO DI QUESTO COMPITO? 1= è venuto malissimo 5= l’ho fatto al TOP! È venuto benissimo Date anche voi un «voto» da 1 a 5 alla performance e poi li confrontate. QUANTO TI SEI IMPEGNATO OGGI DA 1 A 10? QUANTO SEI RIUSCITO A STARE ATTENTO OGGI? SECONDO TE È ANDATO BENE IL NOSTRO INCONTRO DI OGGI?
  • 23. Metacognizione e abilità di studio Per lavorare sull’abilità di studio con i ragazzini è fondamentale usare un approccio metacognitivo. Questo significa stimolare sempre la loro riflessione prima e dopo lo studio, come è stato detto prima. Ad esempio può essere utile usare il REGISTRATORE per avere un feedback su quanto siamo stati chiari ed esaustivi nell’esposizione 1) Dopo aver studiato il testo prova a esporlo registrando la tua esposizione 2) Prima di riascoltarti prova a dare un voto alla tua chiarezza 3) Ora riascoltati 4) Confermi il voto che hai dato? Sei stato chiaro?? 5) Confrontare il suo voto con quello che avevate pensato voi.
  • 24. Metacognizione e stima dei tempi Stimare i tempi necessari per lo svolgimento di un compito è una capacità metacognitiva. Saper effettuare una stima corretta ci permette di: • Non sforare nei tempi durante le verifiche; • Potersi fare una pianificazione realistica del pomeriggio; • Non rischiare di arrivare il Giovedì sera alle 22.00 e dover ancora finire i compiti per il Venerdì.. Per aiutare i ragazzini a fare una stima corretta dei tempi il TUTOR può: Prima di svolgere un compito Secondo te, guardando questo compito (analisi logica, comprensione del testo, calcoli…) più o meno quanto ci impieghi a svolgerlo? È utile dare anche un vostro parere rispetto al tempo necessario e confrontarli Secondo me invece ci impieghiamo 40 minuti.. Dai proviamo a farlo e vediamo (chi vince..) Alla fine valutare la correttezza della stima dei tempi.
  • 25. Metacognizione e organizzazione della settimana Non saper stimare correttamente i tempi e non saper pianificare il pomeriggio di studio e anche la settimana, può essere davvero un problema. La tabella della settimana può essere utile.. ..per non andare a scuola con i compiti da fare .. per avere PIÚ TEMPO LIBERO! La tabella della settimana va fatta con l’aiuto del tutor all’inizio di ogni settimana e va aggiornata ogniqualvolta sia necessario. Va messa in un posto della casa visibile sia dal bambino che dalla famiglia. Modalità di compilazione: in ogni giorno ci sarà scritto cosa devo fare quel giorno lì e l’ora in cui dovrò iniziare. Dev’essere realistica! Cioè deve tener conto di quando finisco pranzo/merenda, quando finiscono i cartoni che guardo sempre, quando ho delle attività extrascolastiche, quando abbiamo impegni di famiglia, quando viene il tutor…. Il tutor e i genitori devono controllare che sia stata rispettata.
  • 26. Metacognizione e organizzazione della settimana ORA LUNEDÍ MARTEDÍ MERCOLEDÍ GIOVEDÍ VENERDÍ SABATO DOMENICA 9.00 10.00 11.00 12.00 13.00 14.00 15.00 16.00 17.00 18.00 19.00 20.00 21.00
  • 27. Metacognizione e organizzazione della settimana: esempio… ORA LUNEDÍ MARTEDÍ MERCOLEDÍ GIOVEDÍ VENERDÍ SABATO DOMENICA 9.00 SCUOLA SCUOLA SCUOLA SCUOLA GITA!! NUOTO StudScie 10.00 NUOTO StudScie 11.00 NUOTO StudScie 12.00 CARNEV 13.00 CARNEV 14.00 MateEspr CARNEV 15.00 Ita: an.log. MateEspr CARNEV 16.00 Franc CARNEV 17.00 Stud.Scie 17.30 Sto StudScie Gioco StudScie CARNEV 18.00 Stud.Scie Sto Musica Gioco StudScie CARNEV 19.00 Geog Musica Gioco 20.00 CENA CENA CENA CENA CENA CENA CENA 21.00
  • 28. Quindi qual è il ruolo del Tutor? Aiutare il ragazzino a sviluppare nuove competenze che sono nella sua «zona di sviluppo prossimale»
  • 29. Zona di sviluppo prossimale La zona di sviluppo prossimale viene definita come la distanza tra “il livello attuale di sviluppo, così come è determinato dal problem- solving autonomo”, e il livello più alto di “sviluppo potenziale, così come è determinato attraverso il problem-solving sotto la guida di un adulto o in collaborazione con i propri pari più capaci”.
  • 30. Zona di sviluppo prossimale Questo processo, dunque, prevede che una persona più competente cooperi con il bambino al fine di aiutarlo a muoversi dal punto in cui si trova al punto dove può arrivare facendosi aiutare. L’adulto, più abile, parte dalla competenza che il bambino già possiede e gli presenta delle attività che richiedono un livello di capacità lievemente superiori. Questa persona, fungendo da modello, guida e indirizza il bambino, attraverso la partecipazione collaborativa, l’incoraggiamento, la discussione, il confronto. Come raggiungere questo obiettivo ?
  • 31. Conoscere l’alunno  Quanti anni ha?  Che classe frequenta?  Conoscere la sua storia scolastica (bocciature, cambi di scuola)  Che tipo di disturbo di apprendimento ha ?  Ha eseguito una valutazione clinica?  Ha altre difficoltà? Es. attenzione..disprassia..  È seguito in trattamento ?  Ha già seguito percorsi di tutoraggio?  È motivato a seguire questo percorso?  Usa già gli strumenti compensativi e dispensativi? Li ha accettati?
  • 32. Consultare i clinici per:  Avere maggiori informazioni sul profilo di apprendimento del bambino  Decidere obiettivi condivisi  Avere consigli sulle modalità di studio più adeguate per quello specifico bambino  Reciproco confronto Lavorare in rete
  • 33. Consultare gli insegnanti di classe per :  Avere informazioni sulle difficoltà che il bambino riscontra a scuola (oltre che nell’apprendimento, nella gestione dei materiali, nelle verifiche, nell’accettazione degli strumenti compensativi e dispensativi ecc.)  Poter essere a conoscenza del PDP e concordare con gli insegnanti le modalità di utilizzo dei vari strumenti.  Reciproco confronto e scambio di informazioni.
  • 34. Alleanza con i genitori  Concordare con il genitore gli obiettivi del percorso, guidandoli nel capire quali sono gli aspetti prioritari.  Aiutare i genitori ad accettare gli strumenti dispensativi e compensativi.  Assicurarsi che le modalità di studio messe in atto nell’incontro di tutoraggio vengano sostenute dalla famiglia nel resto della settimana.
  • 35. L’IMPORTANZA DI ACCETTARE GLI STRUMENTI DISPENSATIVI E COMPENSATIVI:  Senza questi strumenti i bambini DSA sono penalizzati rispetto ai compagni, mentre, usandoli, possono affrontare le richieste scolastiche alla pari degli altri.  L’uso degli strumenti permette ai bambini DSA di sperimentare il successo e perciò di consolidare le acquisizione e aumentare l’autostima.
  • 36.  Il tutor dell’apprendimento deve farsi promotore di tali strumenti ed aiutare l’alunno a trovare la modalità di apprendimento più funzionale.  Far familiarizzare il bambino con gli strumenti computerizzati e la calcolatrice.  Deve aiutare il bambino nella costruzione dei propri formulari e verificare che siano efficaci per quello specifico bambino.  Può essere necessario sperimentare diversi tipi di formulari prima di trovare quelli più adatti.  Il tutor deve far sperimentare l’utilità del quadernino delle regole a casa in modo tale che il bambino si senta più incentivato a portarlo a scuola.
  • 37. GLI STRUMENTI COMPENSATIVI DA USARE A CASA  Il tutor deve leggere sempre almeno la prima volta i testi da comprendere o studiare, finché il bambino non sarà in grado di usare la sintesi vocale (se il bambino è dislessico)  Se utile usare la calcolatrice e i formulari  Usare le tabelle delle regole e insegnare ai bambini a usarle anche a scuola  Usare metodi di studio a bassa richiesta di lettura  Utilizzare programmi di videoscrittura  Quando si propongono nuovi apprendimenti graduare molto le richieste di autonomia  Esplicitare sempre le procedure, magari fornendole scritte
  • 38. IL TEMPO È D’ORO !  La realizzazione grafica delle mappe e dei formulari deve essere VELOCE ◦ No disegni troppo accurati ◦ No perdere troppo tempo a trovare immagini da internet ◦ No ritagli di giornali  La mappa o il formulario deve essere facile da usare NON DEVE COMPLICARE LA VITA AL RAGAZZINO  Ci devono essere poche cose scritte  No riassunti discorsivi  Non deve essere troppo grande se no porta via troppo spazio dal tavolo (no cartelloni)
  • 39. IL TUTOR DEVE RISPETTARE I DISPENSATIVI !  NON DEVE FAR STUDIARE FORMULE, DATE, TABELLINE, PARADIGMI.  NON DEVE TENTARE DI POTENZIARE LE ABILITÀ STRUMENTALI CON ESERCIZI GENERICI (DETTATI, LETTURE, OPERAZIONI) CHE NON PRODUCONO RISULTATI SIGNIFICATIVI, MENTRE AUMENTANO MOLTO IL CARICO DI LAVORO.
  • 40. Cosa non è utile fare  Non proporre compiti aggiuntivi  Non far copiare e/o rifare i compiti sbagliati  Se si concordano delle riduzioni quantitative di compiti rispetto alla classe, attenersi a quanto concordato senza preoccuparsi del confronto con i compagni
  • 41. PORRE ATTENZIONE AL «PROCESSO» PIUTTOSTO CHE AL «RISULTATO» ◦ Spiegare la procedura di svolgimento di ogni compito con chiarezza e semplicità. ◦ Stimolare l’autonomia nella scelta e nell’uso della strategia più efficace. ◦ Valorizzare e gratificare l’utilizzo della procedura corretta indipendentemente dalla correttezza del risultato. ◦ Privilegiare gli aspetti cognitivi piuttosto che quelli strumentali.
  • 42. IL TUTOR DEVE AVER CHIARO QUAL È L’OBIETTIVO DEL COMPITO PER POTER DARE LA GIUSTA TIPOLOGIA E QUANTITÀ DI AIUTO !
  • 43. DARE LA GIUSTA QUANTITÀ DI AIUTO ◦ Non sostituirsi mai al bambino ◦ Non ̋spiegare la lezione ̏ ◦ Incoraggiare il bambino a cercare la soluzione nella propria mente, nelle proprie conoscenze pregresse, aiutandolo a fare collegamenti e inferenze ◦ Dare poco aiuto per volta ◦ Insegnare al bambino ad autovalutarsi con obiettività e a chiedere l’aiuto «giusto»
  • 44. Arte della Maieutica  Strategia utile a sviluppare nuove competenze e a implementare quelle già acquisite.  Attraverso domande mirate, il tutor stimola l’alunno alla riflessione e lo guida nel suo processo di apprendimento.  L’alunno deve sempre avere un ruolo ATTIVO all’interno del processo di apprendimento.
  • 45. Attenzione: l’obiettivo non è creare dipendenza ma rendere sempre più autonomi i ragazzini Dott.ssa Marzia Gaglione
  • 46. SOSTENERE L’AUTOSTIMA  Correggere ed eventualmente «sanzionare» il singolo comportamento, non il bambino nella sua interezza.  Gratificare ogni piccolo successo, ogni miglioramento rispetto alla prestazione precedente.  Rinforzare immediatamente il processo che ha portato a un buon risultato.  Mostrare fiducia nelle capacità del bambino e aiutarlo a riconoscerle.
  • 47. Esercitazione per casa Compilate il questionario proposto. La richiesta è quella di individuare le strategie che secondo voi sono UTILI per studiare. ATTENZIONE! Non le strategie che usate o avete usato voi, ma quelle che secondo voi sono più utili.