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Il periodico di informazione sulla Sanità Integrativa
HEALTH
gennaio/febbraio 2017 - N°17
in evidenza
borsa italiana: health italia spa, società leader nel
mercato della Sanità Integrativa, ha debuttato
su AIM Italia (Mercato Alternativo del Capitale)
ricerca
alimentazione
medicina
e musica
Airc, in corso uno studio
anti cancro mirato
all’orologio biologico
delle cellule malate
Progetto EAT, l’educazione
alimentare sostenibile del
Gruppo San Donato
La musico-terapia
aiuta a disfarsi della
leucemia
Domus dei Cesari e Basis Eventi del gruppo Basis S.p.A. propongono:
La Selvotta Suite Guest House, splendida location immersa nel cuore del Parco di Vejo.
IN ESCLUSIVA PER GLI ADERENTI ALLA CONVENZIONE HEALTH ITALIA,
VENGONO RISERVATE SPECIALI TARIFFE PER IL SOGGIORNO IN FORMULA B&B OLTRE AD
OFFERTE VANTAGGIOSE PER L’ORGANIZZAZIONE PERSONALIZZATA DI EVENTI
PRIVATI, COME ANNIVERSARI, FESTE A TEMA E RICEVIMENTI, E AZIENDALI COME MEETING,
CENE E TEAM BUILDING IN COLLABORAZIONE CON PROFESSIONISTI DEL SETTORE.
Il silenzio della natura è molto reale...
ti circonda, puoi sentirlo
La richiesta dovrà essere effettuata tramite
l’invio di una mail a info@laselvottasuite.it con:
Oggetto_Info camera o Info evento
Allegato_Tesserino Health Italia
Nome e Cognome
Data soggiorno/evento e numero di persone
AGEVOLAZIONI
CAMERE STANDARD_71€ a persona in formula B&B
ALTRE TIPOLOGIE_Sconto del 10% a partire da 85€ a persona
ATTIVITÀ ATTIVE NELLA STRUTTURA_Sconto del 10%
AFFITTO DELLA LOCATION IN ESCLUSIVA_Sconto del 15%
Via della Selvotta, 23 | 00060 | Formello (RM) | +39 06 98267176 | info@laselvottasuite.it - www.laselvottasuite.it
ITALIA
L’allestimento museale è stato
progettato per offrire al visitatore un
quadro completo ed esaustivo sulla
storia delle società di mutuo soccorso.
Il percorso si apre con dei pannelli
informativi che raccontano, in una
sequenza cronologica, il fenomeno del
mutualismo e continua con delle grandi
teche espositive in cui è racchiusa
una notevole varietà di materiale
documentario, nonché un ragguardevole
insieme di medaglie, spille, distintivi ed
alcuni cimeli di notevole rarità, riconducibilli
ad oltre duecentro tra enti e società
di mutuo soccorso, con sedi in Italia e
all’estero.
All’interno del museo è presente
uno spazio multifunzionale nel
quale coesistono un archivio
storico, una biblioteca e un centro
studi. Inoltre, è stato riservato uno
spazio per ospitare ogni forma
d’arte: mostre, concerti di musica e
rappresentazioni teatrali.
Previa prenotazione, ogni
artista potrà esporre o esibirsi
gratuitamente all’interno dello
spazio dedicato.
Il Museo del Mutuo Soccorso, nato dalla volontà di valorizzare la storia delle società di mutuo
soccorso, si prefigge di salvaguardare e rendere fruibile al pubblico i beni attualmente in
dotazione e di promuovere la conoscenza e la ricerca sul tema della mutualità. Visitando
il museo si ha la possibilità di conoscere da vicino le società di mutuo soccorso, le loro tradizioni
e l’importanza sociale che hanno ricoperto nelle varie vicende storiche del nostro Paese.
La struttura accoglie i visitatori anche con visite guidate e per le scuole sono pensati percorsi e laboratori didattici tematici.
Sono, inoltre, previste aperture straordinarie nelle quali sarà possibile visitare le mostre in corso, assistere agli spettacoli e partecipare ad eventi e attività didattiche
Apertura:
Dal lunedì al venerdì previa prenotazione
11.00 - 13.00 | 15.00 - 18.00
Ultimo ingresso 17.30 (ingresso libero)
Info e prenotazioni:
+39 337 1590905
info@fondazionebasis.org
www.museomutuosoccorso.it
Indirizzo:
Palasalute
via di Santa Cornelia, 9
00060 - Formello (RM)
Health Online
periodico bimestrale di
informazione sulla Sanità
Integrativa
Anno 4°
gennaio/febbraio 2017 - N°17
Direttore responsabile
Ing. Roberto Anzanello
Comitato di redazione
Alessandro Brigato
Mariachiara Manopulo
Nicoletta Mele
Giulia Riganelli
Fabio Vitale
Redazione e produzione
Fabio Vitale
Direzione e Proprietà
Health Italia
Via di Santa Cornelia, 9
00060 - Formello (RM)
info@healthonline.it
Tutti i diritti sono riservati.
Nessuna parte può essere
riprodotta in alcun modo senza
permesso scritto del direttore
editoriale. Articoli, notizie e
recensioni firmati o siglati
esprimono soltanto l’opinione
dell’autore e comportano di
conseguenza esclusivamente la
sua responsabilità diretta.
iscritto presso il Registro
Stampa del Tribunale di Tivoli
n. 2/2016 - diffusione telematica
n.3/2016 - diffusione cartacea
9 maggio 2016
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HEALTH
Potremmo dire che ormai il puzzle si è completato: leggi,
norme, disposizioni, in alcuni casi ultracentenarie, in altri
ventennali ed in altri ancora emanate negli ultimissimi anni,
che regolano la sanità integrativa ed i sistemi di welfare
aziendale sono state composte in un quadro di insieme
che possiamo sicuramente definire più che soddisfacente.
Ricordiamoci sempre che il modello sanitario italiano è
stato per decenni un sistema di riferimento mondiale ed
è opportuno constatare che l’evoluzione degli ultimi dieci
anni, peraltro elaborata nella stessa direzione da governi
bi, o meglio dire tri partisan ha creato un quadro d’insieme
che potrà anch’esso essere un riferimento mondiale.
Da un lato abbiamo la sanità pubblica, il primo pilastro,
che si sta riorganizzando e dove ci si può oggi concentrare,
con il supporto di tutti, sul recupero degli sprechi, che
pur ancora ci sono, e sull’efficientamento del sistema
organizzativo, che sta procedendo in maniera spedita.
Dall’altro lato abbiamo la sanità integrativa e sostitutiva,
il secondo pilastro, che può essere gestita esclusivamente
da Fondi Sanitari, Società Generali di Mutuo Soccorso
e Casse di Assistenza Sanitaria che, proprio per questo
gode di interessanti vantaggi fiscali e consente di sollevare
la sanità pubblica da oneri che non sarebbe in grado
altrimenti di sostenere.
Infine abbiamo la sanità privata, il terzo pilastro, erogata
tramite servizi sanitari a pagamento diretto o polizze
assicurative che è un ulteriore opportunità per chi può
permettersi di spendere senza badare ai costi.
Se il primo pilastro della sanità pubblica ha l’obiettivo di
garantire le fasce più deboli della popolazione e il terzo
della sanità privata ha lo scopo di offrire a pagamento
servizi sanitari per le fasce meno deboli risulta evidente che
l’adeguatezza del nuovo sistema sanitario italiano passa
per i Fondi Sanitari, le Società Generali di Mutuo Soccorso
e le Casse di Assistenza Sanitaria.
E qui è necessario sottolineare che, affinché sia adeguato,
il secondo pilastro, realizzato con il modello mutualistico
quindi senza scopo di lucro, presupponga un approccio
che permetta solo agli enti che lo seguono in termini di
principio assoluto di offrire ai propri associati una garanzia
di equità sociale ed economica.
è stato quindi indispensabile che questi enti si organizzassero
secondo principi di efficienza gestionale, con strutture reali
ed effettive e costituite da specialisti, con processi operativi
informatizzati, con personale professionalizzato, con sistemi
all’avanguardia per offrire servizi di sanità integrativa e
sostitutiva innovativi, interiorizzando e facendo proprie le
logiche di servizio all’associato.
Perché l’associato non è un cliente che ha comprato un
prodotto ma è parte stessa integrante del sistema sanitario
integrativo, è un individuo che si avvale di servizi sanitari
ed assistenziali che gli vengono erogati dall’ente a cui ha
aderito.
Molti Fondi Sanitari e molte Società di Mutuo Soccorso si
sono attrezzate per questo ed oggi il modello italiano di
sanità integrativa in molti casi funziona in modo adeguato,
è operativo nella sua completezza e ben regolamentato.
In questo contesto si inseriscono le norme per il welfare
aziendale,cheripensateinquestiultimianni,dannoulteriore
forza alla sanità integrativa e sostitutiva di secondo pilastro
consentendo alle imprese ed ai dipendenti di canalizzare
risorse verso le coperture sanitarie di matrice mutualistica
con ulteriori vantaggi fiscali, economici ed organizzativi.
Sicuramente si tratta di un vantaggio di valore assoluto
per le aziende in termini di gestione delle risorse umane,
fidelizzazione dei dipendenti e defiscalizzazione, di un
vantaggio significativo per i dipendenti e le loro famiglie
in termini di protezione sanitaria, risparmio fiscale e
economia famigliare e di un vantaggio importante per lo
stato in termini di welfare sociale, bilancio e organizzazione
sanitaria.
A questo punto è solo necessario che tutti i cittadini
siano opportunamente informati e adeguatamente
resi consapevoli per consentire che il modello si sviluppi
compiutamente con grande soddisfazione di tutti gli attori
coinvolti in termini di diritto alla salute, diritto che, come
ricordiamo sempre, è costituzionalmente stabilito.
Anche in questo ambito qualcosa sta cambiando perché
le testate giornalistiche stanno affrontando il tema sempre
più spesso ed in modo sempre più preciso, il web consente
di veicolare sempre più le esperienze di successo, Health
Online continua con impegno a diffondere informazioni,
il passa parola si sta rapidamente incrementando
con il supporto degli enti di sanità integrativa che
opportunamente, in alcuni casi, si sono organizzati
con figure professionali adeguatamente formate,
correttamente regolamentate e giuridicamente coerenti
che promuovono i loro servizi mutualistici.
è quindi indispensabile che ogni cittadino, ogni famiglia,
ogni dipendente, ogni manager, ogni imprenditore
comprenda appieno il valore sociale, strategico,
economico, motivazionale, economico e fiscale dei
sistemi di sanità integrativa e sostitutiva e di quelli di welfare
aziendale perché il puzzle è chiaro, legiferato, organizzato,
usufruibile e completo e quindi è sufficiente, oltre che
opportuno, aderire a questi programmi per la salvaguardia
della salute di tutti noi.
A cura di Roberto Anzanello
editoriale
Aziende, famiglie individui: sanità integrativa
e welfare sono soluzioni ottimali
23
13
16
10
26
La storia di Andrea, il Dj che suona con
gli occhi sfidando la SLA
Non aprite quella porta.
Dimmi che vita vivi e ti dirò che incubo avrai
Malattie rare: arriva “Tu e Duchenne”, il sito
web che aiuta i genitori
Reflessologia plantare:
il benessere del nostro corpo
passa anche attraverso i piedi
Borsa Italiana:
Health Italia debutta sul mercato AIM
in evidenza
19
Malati nell’anima, cresce
il numero dei ragazzi che si suicidano.
Cosa sta succedendo?
29
La sanità
che fa discutere
35
Progetto EAT, l’educazione alimentare sostenibile
del Gruppo San Donato
42
44
32
38
“Ricerca e armonia”.
La musico-terapia aiuta a disfarsi della leucemia
Le ricette
della salute
Airc, in corso uno studio anti cancro
mirato all’orologio biologico
delle cellule malate
L’inquinamento è una minaccia
per la salute dei capelli
30
Scegliere una buona sanità con un click.
Con la start up ScegliereSalute è possibile
Health tips
Sapevi che...
L’occhio pigro è il più frequente disturbo visivo che si
manifesta nei bambini, e consiste nell’indebolimento
della vista di uno dei due occhi. Un facile esercizio da far
fare ai piccoli per capire se soffrono di questo disturbo
visivo è coprire con la mano prima un occhio e
poi l’altro e verificare se si vede
bene da entrambi. Se da uno dei
due la visione risulta sfocata, è bene
fare un controllo subito!
A peggiorare la
buccia d’arancia
è di solito una forma di
ritenzione idrica che
peggiora quando
il microrcircolo non
è ben stimolato.
Una valida disciplina
anaerobica, come
il Pilates, aiuta
molto, migliorando
postura e
circolazione. E, in
questo modo, l’aspetto
generale delle gambe.
Oltre ad avere un ruolo essenziale nell’aumentare le difese
immunitarie, grazie alla sua capacità di aumentare la proliferazione
dei leucociti o globuli bianchi che hanno il ruolo di difenderci dagli
agenti patogeni responsabili dei malanni di stagione, la vitamina C
ha una straordinaria azione antiossidante.
Per ridurre i fastidi dovuti
alla sindrome dell’occhio
secco, è bene evitare
ambienti troppo
secchi e scarsi di
umidificazione e utilizzare
occhiali da sole in caso di
forti esposizioni a raggio
UVA o UVB o in caso di
ambienti ventosi o polverosi.
È inoltre importante seguire
una alimentazione
ricca di vitamina B3,
B6, B12, Omega 3/
Omega 6 e bere almeno
un litro e mezzo di acqua
fuori dai pasti principali.
L’ananas è un bruciagrassi naturale ed agisce
efficacemente, permettendo di liberarsi dalla cellulite.
Contiene la bromelina, che aiuta a digerire più
facilmente le proteine, accelerando il metabolismo e
contrastando le infiammazioni.
Il pepe nero favorisce la digestione e stimola il
metabolismo; inoltre, secondo uno studio pubblicato sul
Journal of Food and Chemical Toxicology, i componenti
alcaloidi della piperina aiutano i processi
cognitivi e il buon funzionamento del cervello, con
un’azione antidepressiva.
L’acquagym è
un allenamento
completo, che
non pesa
sulla colonna
vertebrale: infatti,
può essere praticata
anche da chi è in
forte sovrappeso
e dalle donne in
gravidanza.
Il kiwi protegge
l’apparato
cardiovascolare,
in particolare le
arterie: il merito è
dell’acido proteico,
che combatte
il colesterolo
cattivo, aiuta la
circolazione e tende
a regolarizzare
la pressione del
sangue.
L’ecografia di cute e
sottocute è un esame
diagnostico non invasivo
che utilizza gli ultrasuoni
– onde sonore ad alta
frequenza innocue per
il corpo umano e i suoi
tessuti – per “vedere”
e studiare le lesioni
della pelle e dei tessuti
sottostanti. serve a
valutare le dimensioni di
una tumefazione cutanea
o sottocutanea, il suo
sviluppo in profondità e i
rapporti con strutture
profonde
e vasi
sanguigni.
10
Reflessologia plantare: il
benessere del nostro corpo
passa anche attraverso i piedi
a cura di
Nicoletta Mele
A chi non piace rilassarsi con un massaggio ai piedi? Al di là
del piacere, la riflessologia plantare è in grado di apportare
benefici al nostro organismo.
È una tecnica antica, naturale e non invasiva, basata sulla
digitopressione.
In Italia se ne trovano cenni nel 1500 grazie allo scultore
Benvenuto Cellini il quale, affetto da dolori diffusi al corpo,
si è fatto trattare con “robuste” pressioni sulle dita delle
mani e dei piedi.
Nel tempo la riflessologia plantare si è affermata non solo
come tecnica, ma anche come metodo e arte.
Qual è il suo obiettivo principale? Secondo gli esperti
è quello di far scattare i meccanismi che portano
all’omeostasi, cioè a uno stato di equilibrio dei processi
che regolano l’organismo. Per saperne di più abbiamo
intervistato Ivana Cariddi, Presidente della Federazione
Italiana Reflessologia Plantare, FIRP, istituzione presente sul
territorio italiano da oltre 30 anni.
Quali sono i benefici dal punto di vista psicofisico?
“La reflessologia ha un effetto rilassante, favorisce la
normalizzazione dei vari sistemi dell’organismo e in generale
produce un effetto rigenerante”.
Non è solo un metodo e una tecnica ma anche arte,
ovvero?
“Le basi tecniche e metodologiche sono fondamentali,
ma sono anche necessarie intuizione e creatività come in
ogni situazione che ci pone in relazione con un altro essere
umano”.
Chi è e quando affidarsi al reflessologo professionista? Qual
è il rapporto che si instaura con lo specialista?
“La reflessologia plantare aiuta quando si ha una
10
11
sensazione di malessere generale, è un sostegno in caso
di problemi specifici e relative terapie, è utile per gli effetti
derivanti dallo stress.
Il reflessologo è colui che aiuta il nostro corpo a
recuperare la sua naturale capacità
di autoregolazione, attraverso la
stimolazione dei punti riflessi situati
sul piede (e anche sulla mano), cui
corrispondono i vari organi e apparati.
Il rapporto con il cliente deve basarsi
sulla fiducia che spesso stimola la
confidenza. È quindi necessario mettere
la persona nelle migliori condizioni
possibili perché si senta accolta”.
Qual è il percorso?
“Si parte da un’indagine che somma
le informazioni ricevute dalla persona
a quelle ottenute dal piede attraverso
i primi trattamenti. Questi dati
permettono al reflessologo di mettere
a punto un iter personalizzato che verrà seguito durante
i trattamenti e modificato in base alle necessità che
verranno a manifestarsi nel tempo”.
Ci sono patologie che traggono beneficio da questa
tecnica?
“La reflessologia plantare non si sostituisce mai alla pratica
medica. Agendo a beneficio dell’equilibrio psicofisico
della persona può essere un valido sostegno in molti casi.
In ogni caso, il bravo reflessologo non interferisce mai con
la terapia stabilita dal medico”.
Un buon massaggio ai piedi aiuta a contrastare lo
stress. Infatti, secondo l’Università di Harvard, migliora
la circolazione complessiva nell’organismo, stimola la
muscolatura e ne riduce l’irrigidimento. L’Università ha
anche realizzato un vademecum per chi desidera praticare
un auto-massaggio. I passaggi sono semplici:
Signora Cariddi, cosa ne pensa? È possibile trarre dei
benefici anche senza l’aiuto di un reflessologo?
“Massaggiarsi i piedi è sicuramente una buona abitudine,
come fare attenzione a usare scarpe
comode. Questo però non può certo
sostituire il lavoro del reflessologo che
utilizza una tecnica sviluppata in anni di
studio ed è in grado di mettere a punto
un percorso sulle esigenze specifiche
della persona che ha di fronte”.
Il riflessologo è un professionista che
segue corsi di formazione come quelli
organizzati dalla Federazione Italiana
Reflessologia Plantare. Quali sono i vostri
principali obiettivi?
“Le finalità della FIRP sono promuovere
la conoscenza e la diffusione della
reflessologia plantare, sostenere e
sviluppare le competenze e gli interessi
deiprofessionistidellareflessologia.Tuttoquestolofacciamo
attraverso varie attività che vanno dalla formazione a vari
livelli e in linea con le norme stabilite dagli organi istituzionali,
all’organizzazione di eventi culturali per i soci, ad attività di
promozione verso il pubblico e altro ancora.
Ovviamente alla base del nostro agire c’è il rispetto di un
codice deontologico che diventa una guida per tutti i
nostri associati”.
Quali sono i suoi consigli?
“Le classiche regole del buon vivere sono ormai note:
attività fisica, alimentazione corretta, controllo della
respirazione, etc. Quello a cui forse si dà meno attenzione è
dedicare del tempo al recupero energetico e alla gestione
dello stress nella vita quotidiana. In questo, i trattamenti
di reflessologia plantare, ricevuti con cadenza regolare,
sono un aiuto efficace. È importante però affidarsi a mani
esperte nel settore, che sapranno indicare i tempi e i modi
per trarne i migliori benefici”.
I piedi sono una parte del nostro corpo molto importante
che va “coccolata” per ridurre lo stress, acerrimo nemico
della società 2.0.
Seguire un percorso con un professionista è sicuramente
un aiuto efficace per ottenere dei benefici psicofisici, ma
non dimentichiamo di massaggiare i nostri piedi prima di
cadere tra le braccia di Morfeo.
Sedersi comodi, piegare la gamba
sinistra e appoggiarla sulla coscia
destra dopodiché procedere con
un leggero massaggio su tutta la
lunghezza del piede, compresi
dita e talloni, aiutandosi con una
crema. Dopo la prima fase rilassante
è possibile continuare con un
massaggio più energetico. Ripetere
anche con l’altro piede. Il consiglio è
quello di praticarlo prima di andare
a dormire.
12
Tante e diverse opportunità a chi intende passare 7 o più giorni
nel nord della Sardegna, negli incantevoli scenari di Valledoria,
Terme di Casteldoria e San Pietro a Mare.
Di seguito le condizioni esclusive riservate agli aderenti alla convenzione Health Italia, per
l’affitto di appartamenti:
	 10% di sconto per il periodo che va da Maggio a Settembre
Soggiorno gratuito dal mese di Ottobre ad Aprile, con il solo
vincolo del pagamento delle spese di pulizia finali (60€)
Scegli il tuo alloggio su www.casainvestimento.it
ITALIA
casa investimento e health italia
propongono
La richiesta dovrà essere effettuata tramite
l’invio di una mail a info@casainvestimento.it.
La mail dovrà riportare le seguenti indicazioni:
Oggetto: Convenzione Health Italia
Allegato: Tesserino Health Italia
Nome e Cognome
Periodo e struttura scelte
Numero di persone
Spese non comprese nel soggiorno:
Pulizie finali_60 € (obbligatorio con tutte le tariffe)
Check-in o Check-Out fuori orario_20 €
Set biancheria letto e bagno su richiesta (per persona)_20 €
Telo mare su richiesta_5 €
Animali domestici. Extra per pulizie_20 €
Culla da campeggio e biancheria su richiesta_20 €
Deposito cauzionale rimborsabile (da versare all’arrivo)_200 €
www.casainvestimento.it info@casainvestimento.it
13
a cura di
Mariachiara Manopulo
Quando una malattia rara, ancora senza una cura
definitiva, come la distrofia muscolare di Duchenne,
colpisce un figlio, la paura è di solito la prima reazione
nei genitori. Si fanno tante, tantissime domande, a cui da
soli non riescono a rispondere. L’esperienza di chi ha già
vissuto questi momenti può sicuramente aiutarli. Anche per
questo, sono nati online siti appositi, specializzati, dove si
possono reperire informazioni e ci si può scambiare consigli
e opinioni.
Tra questi, c’è anche il portale “Tu e Duchenne” (www.
duchenneandyou.it), realizzato dall’azienda Ptc
Therapeutics, impegnata nella ricerca di nuove terapie per
questa rara malattia. Il portale è disponibile in varie lingue,
anche in italiano, e si propone come strumento di aiuto
e di supporto per i genitori e per chi è costantemente a
fianco dei malati.
Che cos’è la distrofia muscolare di Duchenne? Come
evolverà? Cosa possono fare i genitori, la scuola, gli
amici? Come si devono comportare? Il sito cerca di
dare una risposta a tutte queste domande, utilizzando
un linguaggio semplice, ma preciso dal punto di vista
scientifico, e soprattutto basandosi sull’esperienza di chi
ha già affrontato questa malattia, come medico o come
familiare.
La distrofia muscolare di Duchenne è una malattia
muscolare progressiva, causata dalla mancanza – per
mutazione genetica - di distrofina, che colpisce soprattutto
i bambini maschi (possono esserne affette anche le bimbe,
che però di solito non subiscono gli effetti completi della
malattia). La distrofina è una proteina fondamentale per
la stabilità strutturale dei muscoli, del diaframma e del
cuore, garantendone la salute e il corretto funzionamento.
L’indebolimento dei muscoli peggiora nel tempo e
comporta difficoltà nelle funzioni fisiche: si fa fatica a stare
in piedi, a camminare e, nelle fasi successive, a respirare.
Con il deteriorarsi di queste funzioni, il malato ha sempre
più difficoltà a eseguire le attività di tutti i giorni, e piano
Malattie rare: arriva
“Tu e Duchenne”, il sito web
che aiuta i genitori
13
fonte: jamanetwork.com
14
piano può arrivare a perdere la sua indipendenza.
I bambini affetti da Duchenne appaiono in salute al
momento della nascita, ma raggiungono molto più tardi
rispetto agli altri bambini i traguardi importanti dello
sviluppo, come sedersi, camminare e parlare.
Solitamente, tra i 2 e i 5 anni, i piccoli affetti da Duchenne
iniziano a mostrare i segni e i sintomi più evidenti della
malattia. Negli anni successivi possono poi insorgere
complicazioni polmonari o cardiache, anche letali.
Tra i sintomi della Duchenne ci possono essere:
• Cadute frequenti
• Ingrossamento del polpaccio
• Problemi di apprendimento e comportamentali, tra cui
scarsa attenzione e problemi di memoria
• Ritardo nello sviluppo della parola
• Ritardo nello sviluppo motorio
• Insolita andatura dondolante
• Difficoltà a stare al passo con gli
altri bambini durante il gioco e le
attività fisiche
• Riflessi indeboliti
• Difficoltà di respirazione.
La malattia ha sostanzialmente
quattro fasi. Nella fase iniziale
compaiono i primi sintomi, ed è
importante iniziare ad eseguire i
primi controlli regolari. Nella seconda
fase camminare diventa sempre
più difficile, e i segni della malattia sempre più evidenti. È
importante già da ora il monitoraggio dei muscoli cardiaci
e respiratori. Con la terza fase, la maggior parte dei
malati non riesce più a camminare e ha bisogno di una
sedia a rotelle motorizzata. Con la quarta e ultima fase,
si aggiungono problemi importanti agli arti superiori e alla
postura. Potrebbero inoltre essere necessari farmaci per il
cuore e un supporto respiratorio.
La diagnosi precoce è importantissima: prima vengono
avviate le strategie di trattamento e gestione, maggiore è
la possibilità di preservare la forza e la funzione muscolare
per un periodo di tempo più lungo. Inoltre, fare il prima
possibile i test genetici può servire a capire la mutazione
specifica che ha causato la malattia, offrendo la possibilità
di gestirla con un approccio più mirato.
Ogni anno, nel mondo, la Duchenne colpisce circa 1
bambino su 3.600-6.000. Un tempo, chi veniva colpito
difficilmente superava i vent’anni. Ma oggi, grazie ai
progressi della ricerca, l’aspettativa di vita è notevolmente
più alta e si sta facendo il possibile per trovare soluzioni
terapeutiche sempre più avanzate.
Attualmente, le strategie di gestione della malattia si
concentrano sul mantenimento della funzione muscolare
il più a lungo possibile e sulla gestione dei sintomi. I
farmaci utilizzati sono prevalentemente i corticosteroidi.
Non affrontano le cause, ma aiutano nella gestione dei
sintomi, preservando la forza muscolare e il movimento
e riducendo la possibilità di avere complicanze come la
scoliosi o problemi di respirazione. Importanti sono anche
gli integratori, per mantenere le ossa forti, la fisioterapia, i
tutori, l’esercizio fisico regolare.
I bambini affetti da Duchenne devono restare quanto
più possibile indipendenti. È importante che abbiano
degli hobby e seguano le loro passioni. Il tutto – come
ha sottolineato l’Osservatorio Malattie Rare - senza mai
dimenticare che anche l’equilibrio psicofisico dei genitori è
essenziale per far fronte al particolare impegno che questa
malattia richiede loro.
Nel portale si possono leggere tantissimi consigli: fare
un elenco di amici, parenti e altre persone vicine alle
quali chiedere aiuto, perché molti vorrebbero dare una
mano ma potrebbero non sapere come. Non bisogna
farsi assorbire completamente dal
ruolo di caregiver: non trascurare
la salute, mangiare in maniera
corretta e fare regolare attività
fisica è fondamentale. Gli affetti da
Duchenne devono fare una vita il
più possibile normale: avere amici,
studiare. Insomma, non devono
chiudersi tra le mura domestiche.
“Molto probabilmente - si legge nel
portale- le persone intorno a te non
conoscono la Duchenne. Spesso
le persone non sanno come reagire e possono aver paura
di ciò che non conoscono. Parlando a parenti, amici e
insegnanti della Duchenne e del suo sviluppo, le persone
che circondano te e tuo figlio possono sentirsi più a loro agio.
Quando parli della Duchenne ai bambini, per esempio ai
fratelli o agli amici di tuo figlio, fallo in modo che possano
comprendere ed essere pronti al modo in cui possono
esserne influenzati. Illustra il modo in cui la Duchenne avanza
e come verrà trattata. Lascia che esprimano le loro emozioni.
Incoraggia i bambini a trattare tuo figlio nel modo più normale
possibile. Ricorda loro che tuo figlio è costituito da molto più
che la semplice diagnosi della Duchenne. Tuo figlio ha sogni
e passioni, proprio come loro”.
Gli insegnanti devono essere coinvolti. A seconda dell’età,
il piccolo paziente avrà esigenze particolari anche a
scuola. È importante che sia spiegato ai maestri quali
sono i sintomi della malattia, trovare insieme soluzioni per
farlo partecipare alle gite, all’ora di educazione fisica, e,
soprattutto, farlo sentire il più possibile a suo agio.
Nel portale “Tu e Duchenne” è spiegato anche come
trovare un medico che tratti la malattia: l’elenco dei centri
specializzati si può trovare sul sito dell’Associazione italiana
di miologia (www.miologia.org).
Per maggiore supporto, i familiari dei malati possono anche
contattare due associazioni: Parent project onlus (www.
parentproject.it) e UILDM (www.uildm.org).
La Selvotta Suite è un’elegante Guest
House nel cuore del Parco di Vejo, a
pochi chilometri dallo storico comune di
Formello ed a soli 17 Km a nord della città
di Roma.
La bellezza del bosco di querce e la
vicinanza al Parco della Selvotta rendono
questa location unica nel suo genere,
offrendo un’oasi di pace per varie specie
di animali la cui compagnia sorprenderà
piacevolmente i propri ospiti.
La camere, curate nei dettagli in forme e
colori,dispongonotuttediserviziprivaticon
doccia, asciugacapelli, TV, riscaldamento
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è possibile usufruire del servizio lavanderia.
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16
Non aprite quella porta.
Dimmi che vita vivi e ti dirò
che incubo avrai
a cura di
Alessandro Notarnicola
Un adulto su due soffre di incubi notturni, di fastidi che
nel corso della notte generano disagi di qualsiasi genere
i quali provocano a loro volta insonnia prima e un
malumore crescente nel corso della giornata. Per decenni
antropologi ed esperti di psicologia hanno cercato di
determinare la genealogia dell’incubo che, stando alla
sua radice etimologica risalente al latino tardo del XIV
secolo, significherebbe “spirito maligno che sta sopra”
(incubus deriva dal verbo incubare). Almeno una volta
nella vita questo spirito non solo è venuto a farci visita ma
ha anche condizionato – certamente in peggio – il nostro
stato d’animo.
Persino il cinema si è interessato a questo particolare
fenomeno della mente umana: ricordiamo film come
“Incubo finale”, film horror del 1998 con protagonista
Julie, una ragazza perseguitata da incubi e allucinazioni,
“Nightmare - Incubi”, pellicola horror e di fantascienza del
1983 in cui un ragazzo finisce con l’essere catturato dal
suo videogioco preferito, “Nightmare - Dal profondo della
notte”, pellicola horror del 1984 di Wes Craven di grande
suggestione psicologica, e ancora “Monster & Co.”,
divertente pellicola d’animazione prodotta dalla Pixar con
protagonisti i mostri degli incubi dei bambini.
È proprio dall’infanzia che l’inquietudine notturna prende
avvio, quella fase della vita in cui tutto sembra essere
intrappolato nel buio, come fosse uno spazio così ampio
da contenere ogni paura e ogni singola angoscia. Nel
prodotto d’animazione arrivato nei cinema nel 2001, al
centro di tutto ci sono le porte che rappresentano una
sorta di frontiera tra il bene e il male, e cioè tra l’abitazione
che come un nido rassicura e protegge e il mondo dei
mostri che notte tempo spaventano rubando la serenità
del sonno ai “cuccioli di uomo”. Dalla fantasia alla realtà,
pertanto, è davvero un attimo, tanto che diverse scoperte
hanno appurato che le paure sedimentano nelle mente
dell’uomo nella prima fase della crescita, tra i 3 e i 10 anni,
17
cioè negli anni in cui il bambino si abitua a vedere il mondo
esterno con i propri occhi.
Crescendo, inoltre, l’origine dei sedicenti sogni inquietanti
non è più sita in paure infantili generate da una fervida
immaginazione ma ha a che vedere con momenti
particolari che scandiscono la giornata, con patologie, o
con il modo con cui si affronta quotidianamente la propria
vita. Nella fase adulta, quindi, gli incubi si verificano con
maggiore frequenza durante la fase Rem (Rapid eyes
movements) del sonno, tipica soprattutto delle prime ore
del mattino anche se non è escluso che si ripetano più
volte durante la notte, facendo
ritornare lo stesso tema.
Secondo l’American Sleep
Association, lo studio “The
reinterpretation of dreams” del
neuroscienziato finlandese Antti
Revonsuo e il libro “Trauma
and dreams” di Deirdre Barrett,
una delle cause degli incubi
potrebbe essere una cena
troppo abbondante: pietanze
condite oltremodo, o un
pasto completo di più portate
possono attivare il metabolismo,
aumentare la temperatura corporea e stimolare l’attività
cerebrale, causando sogni irrequieti.
Per riposare meglio, d’altra parte, gli esperti consigliano di
diminuire le dosi di caffeina già a partire dal pomeriggio e
di andare a dormire dopo almeno un paio d’ore dalla fine
dell’ultimo pasto magari dopo aver mangiato una banana
o un bicchiere di latte che attenuano l’appetito.
Altre cause invece sono riconducibili alla scarsa presenza
di sonno dovuta spesso all’assenza di un ciclo sonno-
veglia abitudinario. Se infatti una notte si dorme poco,
in quella successiva con ogni probabilità potrà esserci il
rischio di sognare troppo ed intensamente essendo le fasi
Rem prolungate. Anche la visione di film horror potrebbe
ostacolare il sonno tranquillo, o ancora il troppo stress
dovuto a una giornata – o a una serie di giornate – frenetica.
“L’attività onirica trae spunto dalle preoccupazioni
quotidiane”, argomenta a tal riguardo Antti Revonsuo,
professore di Scienze cognitive all’Università di Skoevde,
in Svezia, aggiungendo che gli incubi avrebbero, infatti,
la funzione di riprodurre gli scenari difficili che potrebbero
capitare nella vita per allenare l’uomo a reagire di fronte
alle criticità, trovando più velocemente una soluzione.
Infine, un altro elemento che potrebbe contribuire alla
mancanza di un sonno sereno sarebbe rappresentato
da eventuali malattie o da patologie come epilessia,
broncopneumopatia cronica ostruttiva, apnee notturne,
sindrome delle gambe senza
riposo, ma anche di alcuni
disturbi psichiatrici, come ansia,
depressione, disturbo post-
traumatico da stress, attacchi
di panico.
L’errore più diffuso e da molti
ritenuto come una vera e
propria soluzione salva-sonno è
la somministrazione di farmaci.
Molti uomini e donne, infatti,
ritengono che assumendo
medicinali ansie e malumori
scompaiano garantendo un
sonno sereno. In realtà, alcuni farmaci sono noti proprio
per contribuire all’insorgenza degli incubi. I medicinali che
agiscono sulle sostanze chimiche presenti nel cervello,
come gli antidepressivi e i narcotici, sono spesso associati
agli incubi. Anche i farmaci non psicotropi, tra questi vi
sono alcuni atti a trattare la pressione sanguigna, possono
causare incubi nell’adulto. La cessazione dell’assunzione
di farmaci e sostanze, tra cui alcol e tranquillanti, può
provocare la comparsa di incubi. Nel caso in cui si noti
una variazione nella ricorrenza degli incubi, a seguito di
un eventuale cambiamento alla terapia farmacologica, è
preferibile consultare uno specialista perché è vero che “il
sogno della ragione genera mostri” ma è anche vero che
senza dormire al mattino si diventa poco razionali e molto
emotivi.
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CASSA MUTUA
La forza di un sistema mutualistico è determinata dalla consapevolezza che la
contribuzione di ogni singolo Socio produrrà un vantaggio comune a tutti, senza
arricchire soggetti terzi che si limitano a calcolare il rischio e, di fatto, a scommettere
sulla nostra salute, peraltro a fine di lucro.
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19
a cura di
Nicoletta Mele
I ragazzi si uccidono. Gli ultimi dati sono allarmanti: su 4mila
suicidi all’anno, il 12% vede protagonisti giovani sotto i 20
anni.
I recenti fatti di cronaca fanno riflettere: la lettera di
Michele, il dramma del giovane di Lavagna e del 22enne
di Rovigo che ha scelto di morire il giorno prima della (finta)
laurea, sono solo alcune delle tragiche storie che abbiamo
sentito nelle ultime settimane. Nel nostro Paese il suicidio è
la seconda causa di morte tra i ragazzi sotto i 20 anni. Cosa
sta succedendo?
Lo abbiamo chiesto al Prof. Armando Piccinni, Presidente
della Fondazione BRF Onlus, Istituto per la Ricerca Scientifica
in Psichiatria e Neuroscienze.
La seconda causa di morte per gli adolescenti, dopo gli
incidenti stradali, è il suicidio. Cosa significa?
“È problematico individuare un elemento che possa dare
una risposta univoca a questa domanda. Il fenomeno è
complesso ed è sicuramente determinato da una serie
di fattori che si intrecciano inestricabilmente tra loro per
dare un risultato di tale gravità. Le differenze tra i ritmi della
Malati nell’anima, cresce il numero
dei ragazzi che si suicidano.
Cosa sta succedendo?
19
20
società attuale confrontati
con quelli di solo 100 anni
fa sono enormemente
più veloci, le richieste e le
sollecitazioni che i giovani
oggi ricevono possono
essere un elemento
positivo per la crescita e
lo sviluppo del cervello,
ma anche una pericolosa
fontedistress,cheinalcune
situazioni ambientali
p a r t i c o l a r m e n t e
sfavorevoli o in alcuni
soggetti specificatamente
predisposti può diventare
talmente intollerabile
da arrivare ad un gesto
così estremo. L’interazione tra il soggetto e l’ambiente
circostante nelle fasi di vita precedenti è anche molto
importante in quanto modifica la costituzione mentale del
soggetto e lo predispone ai comportamenti successivi”.
Come può arrivare un giovane di soli 16 anni, nel pieno
della sua giovinezza, a togliersi la vita?
“L’adolescenza è un momento in cui le emozioni hanno
una forza possente e straordinaria, che trasforma gli eventi
della vita in situazioni assolute, definitive come se fossero
irrimediabili, insanabili, con conseguenze che dureranno
tutto il resto della vita.
Non esiste a questa età, almeno nella maggioranza degli
adolescenti, la capacità di relativizzare gli eventi. Il motivo
per cui ciò avviene è da ricondurre a diverse cause, una
tra queste è la mancanza
di un archivio di esperienze
passate sufficientemente
ampio da poter utilizzare
come termine di confronto
per la situazione presente.
L’evento non riceve in
questo modo nessuna
guida di comportamento.
In questo ambito trova
facilmente spazio
lo smarrimento, la
disperazione e l’impulsività
dei gesti, che possono
andare dalla perdita del controllo fino al gesto estremo di
togliersi la vita”.
La depressione è un male che sta colpendo le nuove
generazioni. Cosa sta succedendo?
“Gli adolescenti ed i
giovani, specie nel mondo
occidentale, si trovano
per la prima volta in una
condizione di solitudine.
I genitori spesso sono al
lavoro tutto il giorno. Non
esistono più nelle nostre
case gli spazi per ospitare
i nonni o gli anziani
del nucleo familiare.
Complessivamente ci
sono meno guide, meno
esempi da seguire o a cui
opporsi, in generale meno
possibilità di confrontarsi
per imparare e per
comprendere in quale
direzione dirigere il proprio comportamento e la propria
vita.
Ampliare il discorso alla società odierna ed alle sue
problematiche, con la perdita dei valori morali, religiosi,
tradizionali completa ma complica molto il quadro”.
La società moderna è digitalizzata. Che ruolo giocano i
social media?
“I social media giocano oggi un ruolo fondamentale
nella vita della nostra società ed in particolare degli
adolescenti e dei giovani. Oltre ad essere un punto di
incontro nuovo, un luogo di confronto ed apprendimento
che sostituisce quelli persi nell’ambito della famiglia e dei
vecchi nuclei di aggregazione, i social network possono
diventare uno spazio di confronto duro. Il luogo virtuale
a volte si dimostra spietato
e, per quanto possa essere
metabolizzato da parte di
un adulto, può purtroppo
diventare la fonte di una
irrimediabile tragedia per
un adolescente”.
Come si possono evitare
drammi come quelli
accaduti di recente?
“Dobbiamo imparare ad
ascoltare i ragazzi, cercare
di percepire i campanelli
d’allarme che lanciano e non sottovalutarne il disagio.
Paradossalmente proprio in questo momento di crisi della
scuola, della famiglia, della società, sarebbe necessaria
la massima attenzione da parte degli educatori, dei
genitori, delle strutture sociali per aiutare quei giovani che
Direzione
operativa ed
organizzazione
Back Office
Consulenza mirata
per costituzione
o restyling
societario
Assistenza soci
dedicata ad hoc
con numero verde e
personale dedicato
Health Service
Provider con 1560
strutture sanitarie
sul territorio
Marketing
e strategie di
comunicazione
ai soci
Organizzazione
di convegni
nazionali
di settore
Formazione
personale interno
ed incaricati
al contatto
con i soci
Social Media
Strategist per una
comunicazione
al passo con i tempi
Consulenza
per compliance
e policy interna
Consulenza
giuridica
e fiscale
Operation
per la gestione dei
regolamenti
applicativi
Assistenza,
realizzazione
piattaforme,
siti web ed
aree intranet
Dati, studi
e ricerche
sul mondo
della Sanità
Integrativa
Ansi, Associazione Nazionale Sanità Integrativa,
nasce dalla volontà di alcuni primari fondi sanitari
di creare non solo un’associazione di categoria
“indipendente”,maancheuninterlocutorequalificato
che si renda portavoce attivo tra Istituzioni, Sistema
Sanitario Nazionale e Fondi Sanitari Integrativi.
ANSI vuole diventare il soggetto capace di
tutelare, aggregare e sostenere le diverse forme
mutualistiche operanti in Italia, che garantiscono
la salute di circa ¼ della popolazione italiana.
“Auspichiamoilbenessereelasalutepertuttii
cittadini,comedirittofondamentaledell’uomo
epatrimoniosocialedellacollettività”
www.sanitaintegrativa.org
segreteria@sanitaintegrativa.com
sia perché hanno una struttura personale più vulnerabile,
sia perché vivono condizioni ambientali particolarmente
difficili hanno più bisogno di essere compresi e sostenuti.
Il sostegno e la vicinanza ai giovani manca, o in tante
situazioni è insufficiente nei differenti piani di intervento”.
Quali sono i campanelli d’allarme da non sottovalutare?
“I segnali da cogliere possono essere di natura differente
e vanno dai sintomi fisici - come stanchezza, fiacchezza
muscolare, facile esauribilità agli sforzi, mal di testa,
disturbi digestivi e gastro-intestinali, rallentamento
motorio, ridotta mimica facciale, dolori muscolari –
a sintomi comportamentali - come tristezza, pianto
frequente anche per futili motivi, irritabilità, intolleranza
a situazioni normalmente tollerate, riduzione del
rendimento scolastico, tendenza ad isolarsi, riduzione
o aumento dell’appetito con conseguente riduzione
o incremento del peso, minore produzione verbale,
comportamenti insoliti o bizzarri; sbalzi di umore tra la
tristezza e l’euforia o l’irritabilità, disturbi del sonno come
risveglio mattinale precoce o presenza di numerosi
risvegli durante la notte o tendenza ad addormentarsi
molto tardi con l’incapacità a risvegliarsi al mattino,
aumento complessivo del numero delle ore di sonno.
Spesso si ritrovano sintomi ideativi come tristezza,
apatia abulia, appiattimento affettivo, aumento della
tendenza a rimuginare con il pensiero, riduzione della
memoria, riduzione delle capacità di attenzione o
concentrazione, pensieri rivolti prevalentemente al
passato, senso di inesorabiltà della condizione attuale,
idea di inguaribilità”.
Lei è il presidente dell’Istituto per la Ricerca Scientifica in
Psichiatria e Neuroscienze, Fondazione BRF Onlus, quali
sono le vostre finalità?
“La Fondazione mira a promuovere le conoscenze
nell’ambito delle neuroscienze. Portiamo avanti studi,
realizziamo convegni e conferenze, ci impegniamo per
tendere una mano alle numerose persone che soffrono
ogni giorno nel nostro Paese a causa di un disagio
mentale.
Il programma della fondazione si realizza attraverso: la
promozione la divulgazione e la diffusione della cultura,
delle innovazioni e delle conquiste che riguardano
il cervello; l’approfondimento della conoscenza
delle malattie mentali mediante la progettazione
e l’esecuzione di protocolli di ricerca; l’incontro
di studiosi provenienti da differenti discipline delle
neuroscienze con l’obiettivo di favorire l’integrazione
delle conoscenze e la collaborazione multidisciplinare
in ambiti di ricerca comuni e l’istituzione di centri di
eccellenza per il trattamento di disturbi psichiatrici rari
o complessi che trovano risposte deboli nell’ambito
dell’attuale organizzazione sanitaria”.
Coopsalute è una cooperativa che
nasce dalla volontà di costituire
un unico punto di incontro tra la
domanda e l’offerta di prestazioni e
servizi socio- sanitari-assistenziali.
Peculiarità di Coopsalute è infatti
quella di stipulare accordi e
convenzioni con società di Mutuo
Soccorso, Casse di Assistenza, Fondi
Sanitari e Compagnie di Assicurazione
da un lato e Cooperative, Società
di Servizi e liberi professionisti
dall’altro.
Essere Cooperativa significa agire
insieme per il benessere dell’
individuo e il miglioramento della
qualità della vita, in un’ottica
solidaristica e mutualistica.
Il primo network italiano dedicato all'assistenza domiciliare e a tutti quei
servizi pensati e costruiti intorno alle esigenze dell'utente.
Coopsalute S.C.p.A. info@coopsalute.org www.coopsalute.org
Nello scenario socio-economico
attuale, riveste un ruolo sempre più
di rilievo l’assistenza domiciliare,
rivolta ad anziani, disabili, malati e a
chiunque si trovi a vivere particolari
condizioni di fragilità.
Per agevolare il paziente e la sua
famiglia in termini di confort e
privacy, è importante che tale
prestazione sia svolta nel rispetto
e nel mantenimento delle massime
condizioni qualitative e con assoluta
professionalità.
Coopsalute assicura tali peculiarità,
mediante un’accurata selezione su
tutto il territorio nazionale degli
erogatori di tali prestazioni, per
poter poi formulare pacchetti di
prestazioni e servizi ad hoc, da offrire
ai suoi convenzionati.
Monitorandocostantementeilmercato
e i suoi mutamenti e i cambiamenti dei
bisogni della collettività, Coopsalute,
plasmandosi attorno ad essi, riesce a
fornireprestazionisempreinnovative
e attuali garantendo anche il costante
supporto della sua Centrale Salute
H24.
Coopsalute, convenzionata tra
l’altro con oltre 20 Fondi Sanitari,
casse di Assistenza e Società di
Mutuo Soccorso, fruitori dei suoi
servizi, intende proseguire la sua
crescita, divenendo il principale
punto di riferimento per tutti gli
attori dello scenario socio-sanitario-
assistenziale, il “regista” attraverso
il quale le parti si incontrano, nel
soddisfacimento di bisogni condivisi.
800 598 635
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(riservato agli Assistiti)
06 90198069
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L'assistito si affida a
Coopsalute per la propria
esigenza sanitaria.
Coopsalute si occupa di
reperire, all'interno del suo
network, le prestazioni richieste.
L'assistito usufruisce del
servizio adatto alle proprie
necessità.
23
a cura di
Alessandro Brigato
Andrea ha 29 anni, da 4 è malato di SLA da 4. La malattia
gli ha tolto la possibilità di muoversi, ma non la sua grande
e innata passione per la musica. “Ho perso il movimento,
ma con gli occhi riesco a fare (quasi) tutto”, dice sempre.
Ed è davvero così: grazie ad un nuovo puntatore oculare
riesce persino a mixare i brani con gli occhi ed ha potuto
così riprendere l’attività di deejay. Il puntatore “è la mia
finestra sul mondo, la mia finestra sulla musica”, ha detto.
Ha creato una pagina Facebook, “Con Gli Occhi”, per
cercare persone che, come lui, utilizzano soltanto gli occhi
e che abbiano voglia di creare un progetto musicale.
“My window on the music” è
il suo primo singolo: da poche
settimane è scaricabile su
Itunes, e tutto il ricavato sarà
devoluto alla ricerca sulla
SLA: “spendendo la cifra che
quotidianamente pagate per
un caffè potete fare qualcosa
di grande, di grandissimo.
Troviamo insieme la cura per la
Sla e, nel frattempo, ascoltiamo
bella musica!”. Ha tanti sogni,
Andrea, come quello creare
una associazione per aiutare
tutti i malati più sfortunati. Ma
anche, perché no, partecipare
ai più grandi festival del mondo.
Per conoscerlo meglio, e
cercare di capire quanto
davvero la sua passione per la musica e l’aiuto della
tecnologia gli siano stati d’aiuto nella lotta contro la
malattia, lo abbiamo intervistato.
Andrea, prima di chiederti chi sei oggi, ci racconteresti di
chi era Andrea 5 anni fa?
“Ero un ragazzo come tanti altri. Studiare non mi è mai
piaciuto, dunque, dopo aver acquisito la licenza media
inferiore, ho iniziato a lavorare nell’impresa edile di mio
zio, impegnandomi al massimo affinché un giorno potessi
aprire la mia di azienda. Lavoravo molte ore al giorno,
ma riuscivo comunque a dedicare del tempo alla mia
ragazza, che ho conosciuto quando avevo 18 anni e lei
16, ai miei moltissimi amici e all’allenamento in piscina. Le
mie passioni principali erano i viaggi (me ne concedevo
qualcuno all’anno), i motori ed ovviamente la musica”.
Poi un giorno è successo qualcosa di diverso, ci puoi
raccontare come hai vissuto i primi sintomi?
“Ho vissuto la cosa in maniera molto ingenua e
inconsapevole: ho praticamente ignorato i continui,
dolorosi crampi e le fascicolazioni che facevano vibrare
tutti i muscoli del mio corpo fin dall’età adolescenziale.
Nell’aprile del 2012 inciampavo continuamente ed è così
che mi sono accorto che il mio piede sinistro ‘penzolava’
inerte dalla gamba, privo di vita. Soprattutto questo fatto,
unito alla continua, eccessiva stanchezza e generale
debolezza, mi convinsero ad andare a fare dei controlli
da uno specialista. In una prima
fase affrontavo la cosa dunque
molto serenamente e senza
preoccuparmi troppo, ignaro
di quello che sarebbe venuto in
seguito”.
Una volta avuta la diagnosi,
quali sono state le persone ed
eventualmente i medici e le
associazioni che ti sono state
vicine e in che modo?
“La persona che mi è stata più
vicino è stata Chiara, la mia
ragazza, che già dall’inizio aveva
intuito quanto la cosa fosse
grave. Mi ha sostenuto in tutto e
per tutto e mi ha accompagnato
nei vari ‘pellegrinaggi’ in giro per il mondo, in cerca di una
soluzione che purtroppo al momento non esiste. Per quanto
riguarda medici ed associazioni devo dire sinceramente
che, soprattutto all’inizio, mi hanno fatto sentire solo ed
abbandonato. Per carità, ho sempre avuto a che fare con
grandi professori che sanno quello che fanno e sono grandi
esperti, ma a cui purtroppo manca una certa umanità,
quell’empatia nei confronti del paziente. Per quanto
riguarda le associazioni invece la colpa è stata mia, nel
senso che sono stato io ad isolarmi, a chiudermi in me
stesso, a nascondermi e a non cercare l’aiuto di nessuno.
Infatti, quando sono venuti a sapere di me e del momento
criticissimo che stavo affrontando, mi sono stati molto vicini
e mi hanno aiutato, in particolare Aisla Sardegna, SLA:
un’isola nell’isola, e il Comitato 16 novembre Onlus nella
persona del grandissimo Salvatore Usala”.
Nella malattia sei riuscito a trovare la forza di continuare
a fare, ad accettare la vita come se tutto questo fosse un
La storia di Andrea, il Dj
che suona con gli occhi
sfidando la SLA
24
nuovo capitolo. Vuoi raccontarci di chi è Andrea oggi,
quali sono i suoi hobby, i suoi interessi?
“È vero, è un qualcosa a cui sono arrivato gradualmente
dopo un periodo di grande tristezza, depressione
e abbattimento. Non so come spiegarlo ma dopo
l’intervento di tracheo è come se fossi rinato a nuova vita,
con una gran voglia di dare e di fare. Andrea oggi è un
ragazzo di 29 anni che non ha più
dalla sua la forza del corpo ma ha,
come mai l’ha avuta prima, quella
della sua mente. Sarà che ho tutto
il tempo del mondo a disposizione
ma mi interesso di tantissime cose,
studio e leggo tanto. Ciò che mi
appassiona maggiormente è però
la musica: grazie al mio puntatore
oculare ho potuto riprendere
l’attività di dj. Con l’installazione
del software Virtual dj mi è infatti
possibile mixare i vari brani con gli occhi!!!”.
Nonostante la malattia, dai sempre un’immagine sorridente
di te, senza trascurare il tuo aspetto: occhiali nuovi, orologi
e tatuaggi. Ti piace avere sempre cura dei dettagli e del
tuo aspetto?
“Si, mi piace sempre apparire bene nelle foto, e i tatuaggi
mi sono sempre piaciuti moltissimo solo che il lavoro me
lo impediva, mentre ora non ho di questi problemi, infatti
sono in arrivo ben tre tatuaggi! E gli orologi idem, a casa
possiedo una collezione”.
La musica svolge un ruolo molto importante nella tua
vita, ci racconti il tuo ultimo progetto “My Window on the
music”, come è nato e se ti sei ispirato a qualcuno?
“My Window on the music è per me la realizzazione di un
sogno.Sitrattadelmioprimobrano,giàscaricabilesuiTunes,
il cui ricavato andrà
interamente a favore
della ricerca contro la
SLA, nello specifico ad
AISLA, Associazione
Italiana Sclerosi
Laterale Amiotrofica.
La persona grazie alla
quale questo sogno
è divenuto realtà
risponde al nome di
Francesco Daros, un
ragazzo che ai primi
di dicembre mi ha
scritto ‘di non poter
sorvolare su questa
mia passione’, che poi è appunto il suo lavoro. Francesco,
giovanissimo, è infatti il responsabile nonché gestore
di due etichette internazionali ed ha voluto mettere a
disposizione i suoi artisti ed il suo studio per la realizzazione
di questo mio progetto. È stato lui a proporre l’idea di un
brano che fosse uno ‘slogan’ per tutte le persone nella
mia condizione, che potesse infondere in loro positività e
coraggio. E il grandissimo artista che Francesco ha messo
a mia disposizione è dj Gary Caos
che, con la collaborazione di Nihil
Young, ha composto il mix della
canzone, che ho adorato fin dal
primo momento! Oltre ad essere
un dj di fama internazionale,
Gary è soprattutto una grande
persona, molto umile! Francesco
e Gary sono la dimostrazione che
il mondo della vita notturna e del
djing non è interessato solamente
al business e a cose frivole”.
Credichelatecnologiaabbiadatouncontributoimportante
a vivere meglio il decorso di questa patologia?
“Ciò che dico sempre e di cui sono fermamente convinto
è che la tecnologia sia l’unica vera ‘cura’ al momento
disponibile per questa patologia. Questa malattia ti priva
gradualmente di quelle che sono le cose principali della
vita, abbassandone drasticamente ed inesorabilmente la
qualità. In ultimo ti priva della cosa che, da che mondo
è mondo, è davvero essenziale, la comunicazione.
Fortunatamente si è riusciti a brevettare un dispositivo
altamente tecnologico come il puntatore oculare, che
riesce a sopperire in maniera egregia a questo gravissimo
deficit. Il puntatore oculare è la mia finestra sul mondo, la
mia finestra sulla musica”.
Per concludere, se incontrassi il famoso genio della
lampada, quali
desideri esprimeresti?
“Sicuramente quello
di riuscire a aiutare
il maggior numero
di persone possibili,
malati meno fortunati
di me ecc. Ho anche
in mente di creare
una associazione
proprio per questo.
E poi sicuramente
chiederei di aprirmi le
porte verso i più grandi
festival del mondo”.
25
Siamo una delle più grandi realtà nel panorama della Sanità Integrativa e lo dobbiamo al lavoro, alla passione
e alla professionalità che mettiamo in ogni sfida che dobbiamo affrontare.
Siamo impegnati nella ricerca costante di nuovi traguardi da raggiungere, forti di un credo che vede la Salute e il
Benessere della persona al centro di ogni nostra attività, diritti fondamentali da tutelare e promuovere.
In questi anni abbiamo formato professionisti della Salute, sposando i principi di una Società moderna e
collaborativa in cui tutti possano contribuire alla costruzione di un sistema socio-assistenziale solido, orientato
sulla Cura Totale della persona.
Insieme abbiamo creato una rete efficiente e ben organizzata sul territorio credendo nei nostri progetti, ma soprattutto
nelle persone che ci hanno dimostrato, nel tempo, dedizione e disponibilità a formarsi. Persone che, ogni giorno, ci
consentono di scrutare l’orizzonte con serenità e voglia di fare e alle quali vorremmo dire il nostro grazie.
ITALIA
“La salute è la più grande forza
di un popolo civile”
26
a cura di
Nicoletta Mele e
Mariachiara Manopulo
Lo scorso 9 febbraio Health Italia S.p.A, società leader
nel mercato della Sanità Integrativa, ha debuttato su
AIM Italia (Mercato Alternativo del Capitale), sistema
multilaterale di negoziazione organizzato e gestito da
Borsa Italiana e dedicato alle piccole e medie imprese,
salito così a quota 76 società quotate.
La cerimonia di quotazione si è svolta nell’Area Scavi,
sicuramente lo spazio più affascinante e scenografico di
Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana, alla presenza
del management di Health Italia, e dei rappresentanti
degli advisors che hanno partecipato all’operazione:
Kpmg (revisione contabile), Osborne Clark (legal advisor)
Studio Frosio (commercialista), Banca Profilo (advisor
finanziario e specialist), Envent Capital Markets (nomad
e global coordinator), JCI Capital (advisor finanziario),
Directa Sim (collocamento retail).
La cerimonia è iniziata con un breve saluto di un
rappresentante della Borsa, che poco dopo è stato
raggiunto sul palco dal presidente di Health Italia,
l’Ing. Roberto Anzanello. Un minuto prima delle 9, ora
di apertura dei mercati, è iniziato il countdown: finiti i
Borsa Italiana:
Health Italia debutta sul
mercato AIM
27
in evidenza
sessanta secondi, il presidente ha suonato, come da rito,
la campanella, ufficializzando il debutto di Health Italia sul
mercato AIM.
“Il progetto di quotazione
sul mercato AIM Italia
rappresenta una tappa
fondamentale per Health
Italia – ha dichiarato Roberto
Anzanello – che potrà cogliere
le opportunità derivanti dal
progressivo sviluppo della sanità
integrativa, con l’obiettivo
di consolidare il proprio
vantaggio competitivo e
introdurre un range di servizi
innovativi, che miglioreranno
la qualità e l‘accessibilità dei
servizi sanitari e di welfare
all‘individuo, alle famiglie ed
alle aziende”.
La società ha chiuso il 2015 con ricavi aggregati pari a €
11,8 milioni ed un EBITDA aggregato pari a € 4,4 milioni. Il
Gruppo Health Italia prevede il raggiungimento nel 2016
di ricavi aggregati pari a circa €18,8 milioni, con un EBITDA
aggregato pari a circa €6,4 milioni.
“La prima società ad entrare in Borsa nel 2017, è una società
AIM Italia. Questo ci rende particolarmente contenti,
visto il forte impegno che come Borsa Italiana stiamo
mettendo sulle piccole e medie imprese, vero motore del
nostro tessuto economico. Siamo certi che la quotazione
supporterà l’azienda nel consolidare i propri risultati,
accelerando il percorso di crescita grazie all’accesso ai
capitali, anche quelli stimolati dai nuovi piani di risparmio”,
ha commentato Barbara Lunghi, Head of Primary Markets
di Borsa Italiana.
Health Italia S.p.A. è specializzata nella promozione di
soluzioni di sanità integrativa e sostitutiva, nell’erogazione
di servizi amministrativi, liquidativi, informatici e consulenziali
a Fondi Sanitari, Casse di assistenza sanitaria e Società
di Mutuo Soccorso, nella gestione dei Flexible Benefit
(clientela Corporate) e nell’erogazione di prestazioni
sanitarie presso strutture di proprietà.
Il Sistema Sanitario Nazionale è in crisi e non è più in grado
di rispondere alle reali esigenze dei cittadini. Il ricorso alla
Sanità Integrativa è l’unica soluzione per riportare il diritto
alla salute al centro della vita di ogni individuo.
Stando agli ultimi dati Censis, il 57,1% degli italiani è a
favore del cosiddetto “secondo pilastro” e sono 26,5 milioni
gli italiani che si dicono pronti a sottoscrivere una polizza
sanitaria o ad aderire a un Fondo sanitario integrativo. Il
Gruppo Health Italia si propone quindi di fornire, per il
mercato Italiano, servizi innovativi che migliorino la qualità
e l’accessibilità ai servizi sanitari all’individuo, mediante
la propria organizzazione finalizzata alla divulgazione dei
principi mutualistici, all’allargamento della base sociale e
all’adesioneaSocietàdiMutuoSoccorso,eallapromozione
di Sussidi Sanitari, anche tramite il coordinamento, la
gestione e la formazione di reti di Promotori mutualistici.
“Grazie a Health Italia - ha aggiunto Anzanello - è possibile
sottoscrivere un’ampia gamma di sussidi sanitari, e usufruire
quindi di prestazioni integrative del Servizio Sanitario
Nazionale”.
Nessuna distinzione per numero di componenti della famiglia
Nessuna distinzione di età
Sussidi per Single o Nucleo famigliare
Detraibilità fiscale (Art. 15 TUIR)
Nessuna disdetta all’associato
Durata del rapporto associativo illimitata
Soci e non “numeri”
perché abbiamo scelto mba?
rimborso interventi
home test
alta diagnostica
assistenza rimborso ticket
conservazione cellule staminali
visite specialistichesussidi per tutti check up
MBA si pone come “supplemento” alle carenze, ad oggi evidenti, del Servizio Sanitario
Nazionale.
L’innovazione dei Sussidi che mette a disposizione dei propri associati identifica da
sempre MBA come una vera “Sanità Integrativa” volta a migliorare la qualità di vita
degli aderenti.
Mutua MBA
Tel. +39 06 90198060 - Fax +39 06 61568364
www.mbamutua.org
29
a cura di
Lucrezia Anzanello
L’elezione di Donald Trump a quarantacinquesimo
Presidente degli Stati Uniti di America ha certamente
destato qualche perplessità nell’opinione pubblica
mondiale. Ancora prima del suo insediamento alla Casa
bianca, il futuro Presidente ha fatto discutere di sé e del suo
programma politico, ponendosi spesso in contrasto con le
scelte operate dal predecessore Barack Obama.
Tra queste è senza dubbio rilevante la ferma opposizione
mostrata da Trump nei confronti della riforma sanitaria
approvataeattuatanelcorsodellaprecedentepresidenza.
Il primo atto firmato dal neo Presidente nel notorio studio
ovale della residenza presidenziale è stato, infatti, un
decreto esecutivo diretto alle agenzie governative volto a
ridurre il peso della riforma sanitaria.
La riforma sanitaria The Patient
Protection and Affordable
Care Act, meglio nota come
“Obamacare”, è una legge
federale promulgata nel marzo del
2010 che ha sostanzialmente modificato le
modalità di accesso alle cure mediche negli
Stati Uniti d’America.
Principio base della riforma è che la salute sia un
diritto inalienabile a prescindere dalla condizione
economica del singolo. L’affermazione di tale
principio nell’ambito americano non è assolutamente
banale, poiché la Costituzione americana non
garantisce il diritto alla salute, diversamente da quanto
invece accade nell’ordinamento italiano nel quale la
Carta Costituzionale contiene, all’articolo 32, un espresso
richiamo alla tutela della salute come diritto fondamentale
dell’individuo.
Per meglio comprendere il contesto di riferimento, è
necessario considerare che se il modello europeo di
assistenza sanitaria si fa risalire all’esempio tedesco di
assistenza sociale obbligatoria fondato nel 1883 da Otto
von Bismarck, il modello americano si caratterizza per
l’origine recente.
Solo nel 1960 sono stati pensati, dall’allora Presidente J.F.
Kennedy, i primi programmi di protezione sociale a favore
di anziani, disabili e persone economicamente disagiate; i
programmi sono stati approvati dal Congresso americano
nel 1965 e sono giunti immodificati sino al 2010 salvo
qualche parziale implementazione. Infatti, i pochi tentativi
di riformare organicamente il sistema sono naufragati a
causa delle forti resistenze politiche incontrate che hanno
neutralizzato ogni accenno di cambiamento.
I programmi operano su due piani differenti in quanto
il cd. Medicare ha rilievo nazionale mentre il Medicaid
prevede una gestione rimessa ai singoli stati federali.
Nello specifico, il primo programma è rivolto a tutti gli
ultrasessantacinquenni ed ai disabili e garantisce tutela
attraverso medici e strutture sanitarie convenzionate con
il governo centrale. Il programma non copre però tutti i
servizi e le prestazioni mediche rimanendo di fatte escluse -
a titolo esemplificativo - le cure odontoiatriche, gli impianti
acustici e i servizi di assistenza di lungo periodo. Con il
programma Medicaid viene, invece, garantita l’assistenza
sanitaria dei cittadini che non raggiungono una soglia
minima di reddito e vengono dunque considerati indigenti.
Tra i destinatari del programma si registrano anche le
donne in gravidanza e le famiglie con bambini, che
possono usufruire dei servizi erogati per le fasi del parto, le
cure neonatali e della prima infanzia.
Ciò detto, è di immediata
evidenza come la mancanza di
un sistema nazionale di protezione
sociale abbia reso decisamente
frammentata la rete assistenziale creando
delle discriminazioni importanti in relazione alla
tutela della salute dei cittadini. Oltre ai programmi
sopra menzionati, una tutela effettiva della salute
del singolo veniva tendenzialmente garantita solo
in presenza di un rapporto di lavoro dipendente o,
comunque, a colui che possedeva lo status sociale di
soggetto attivamente partecipe al mondo del lavoro.
L’Obamacare ha rivoluzionato il panorama descritto
sancendo il diritto ed il dovere per i quasi cinquanta milioni
di cittadini non aventi una copertura sanitaria di ottenere
una tutela con prestazioni minime garantite tra cui le cure
per i figli sino ai ventisei anni e alcuni esami preventivi. La
riforma, strutturale ma soprattutto culturale, ha accolto
alcune resistenze da parte del Congresso che ne hanno
contestato la legittimità in sede giudiziale; ciò nonostante
la Corte Suprema ne ha confermato la correttezza a
discapito delle critiche mosse.
Cosa accadrà adesso?
Dalle ultime dichiarazioni rilasciate dal Presidente Trump,
l’Obamacare dovrebbe diventare un lontano ricordo
entro il 2018 e sarà sostituita da un programma di
assistenza sanitaria per tutti che coinvolge anche le case
farmaceutiche. Sul punto, certamente significativo è il
tweet del presidente Trump che ha dichiarato “Obamacare
continues to fail. Humana to pull out in 2018. Will repeal,
replace & save healthcare for ALL Americans”.
La speranza, ovviamente, è che il principio della salute
quale diritto inviolabile del singolo venga mantenuto e anzi
riempito di significato dalle prossime riforme in materia.
La sanità
che fa discutere
30
Scegliere una buona sanità
con un click. Con la start up
ScegliereSalute è possibile
a cura di
Alessia Elem
ScegliereSalute (www.sceglieresalute.it) è il portale che
con un solo click, grazie ad un vasto database completo
di medici, professionisti, strutture e centri sanitari, offre
uno strumento di confronto equo e partecipato, che
permette all’utente di conoscere la migliore offerta di
assistenza e aiuta le strutture stesse a migliorarsi.
L’obiettivo del progetto, presentato sul mercato nel
2015, è quello di scegliere consapevolmente da chi farsi
curare, lasciando e condividendo una recensione, o
semplicemente leggendo le esperienze degli altri.
Per saperne di più, abbiamo intervistato gli ideatori della
start up, Giuseppe Lorusso e Angelo Marvulli.
“Abbiamo pensato – hanno spiegato - ad un innovativo
strumento di confronto, equo e partecipato, che
contribuisca a riconoscere e diffondere le buone pratiche
sanitarie, e a colmare il gap informativo esistente sulle
prestazioni erogate e lo stato delle strutture ospedaliere”.
Da dove nasce l’idea di questo progetto?
“L’idea è nata molto semplicemente da vicende
personali. Una nostra amica doveva partorire e non
riusciva a capire quale struttura preferire. Per decidere
l’ospedale al quale rivolgersi ha chiesto a tutti i suoi amici
e sulla base delle esperienze che le venivano raccontate
ha fatto la sua scelta. Ci siamo resi conto che l’unica
legge che vale in questi momenti è la condivisione di
esperienze. E allora abbiamo pensato che poteva essere
interessante metterle insieme, pubblicandole sul sito.
Abbiamo pensato agli studenti, o a chi si trasferisce in
grandi città e che può avere problemi seri a scegliere
30
31
strutture o professionisti a cui affidarsi. Ma abbiamo
pensato anche ai medici, che si affacciano sul mercato
del lavoro in una grande città, e hanno la necessità di
farsi conoscere: noi offriamo sul sito una vetrina. Inoltre,
diamo la possibilità di poter prenotare online le visite
specialistiche, chiedendo ai medici un piccolo sconto
per poter usufruire del servizio
e assicurare ai pazienti tariffe
più eque. Ad entrambe le
categorie, quindi, offriamo
strumenti di conoscenza”.
Come funziona?
“L’interazione è alla base
del progetto: ogni utente
può registrarsi e raccontare
la propria esperienza,
ma i contributi vengono
puntualmente filtrati e verificati
da noi. All’interno dell’archivio anche i singoli professionisti
(medici, odontoiatri, psicologi, etc) possono monitorare
e confermare la propria identità, oltre a seguire in tempo
reale l’evoluzione dei giudizi sul loro conto.
All’interno del sito web o tramite App, relativamente
alle strutture ospedaliere, gli utenti possono raccontare
la loro esperienza ed esprimere una valutazione, con
un punteggio che va da 1 a 5, relativamente ai quattro
parametri individuati. Per quel che riguarda invece
medici specialisti, centri diagnostici e professionisti
sanitari, da oggi è anche possibile acquistare online
le prestazioni a prezzi ridotti. È uno dei primi esempi di
booking online nella sanità”.
La tecnologia fa parte del nostro quotidiano ed anche in
campo sanitario i nuovi dispositivi si stanno imponendo.
ScegliereSalute offre servizi più veloci all’utente che
spesso si trova a combattere con le lunghe liste di attesa?
“È il principio alla base dell’e-Health, per cui garantire
prestazioni migliori a prezzi più ragionevoli, abbattendo
le lunghe liste d’attesa, crediamo sia l’obiettivo che ci
ha portati ad impegnarci per questo progetto”.
Dalla parte delle strutture sanitarie che hanno aderito,
il vostro è uno strumento di feedback per migliorare i
servizi erogati, è così?
“Esatto, infatti il nostro slogan è “Scegliere la buona
Sanità”, ed in rete le opinioni, specialmente quelle
positive, sono numerose. Questo ci porta ad avere più
fiducia sulla qualità dei nostri professionisti sanitari”.
In questo momento storico dove è sempre più evidente
la crisi del Sistema Sanitario Nazionale, quanto è
importante avere a disposizione uno strumento come il
vostro?
“Direi che è fondamentale. Si parla di digitalizzazione
delle imprese, della pubblica amministrazione, ma sulla
sanità si è rimasti indietro
di qualche decennio.
Chiediamo in particolare ai
medici uno sforzo ulteriore
per diventare “più social”
e facilmente reperibili dai
pazienti.
“La salute è il primo dovere
della vita” (Oscar Wilde), e
l’idea di ScegliereSalute è
quella di avere la possibilità
di migliorare il livello
qualitativo dell’offerta
sanitaria soltanto grazie al
contributo attivo dei destinatari finali delle cure”.
Quali sono stati i risultati raggiunti fino ad oggi? Siete
soddisfatti?
“Le strutture ed i medici, vessati ogni giorno da nostri
competitors, hanno apprezzato il nostro approccio
commerciale: una mail di invito ad iscriversi, semplici
passaggi per creare il profilo ed ecco completata
l’iscrizione. Nessuna quota di iscrizione né tantomeno
quote di rinnovo annuale, ma una percentuale (molto
bassa) sulle prestazioni acquistate dai pazienti”.
Progetti per il futuro?
“Abbiamo in mente un grande progetto, di cui non posso
anticipare i contenuti, ma che sarà in grado di coinvolgere
il mondo del sociale e delle realtà associative a difesa
del diritto alle cure. Non ci fermiamo, ovviamente, ed
abbiamo grandi idee da sviluppare, assieme ai nostri
partner di Health Italia, una delle più grandi società
presenti nel panorama della Sanità Integrativa”.
Fare delle scelte per la propria salute, affidarsi a
professionisti del settore ed a strutture qualificate
non è spesso semplice, ma grazie a strumenti come
ScegliereSalute è possibile, con un solo click, aiutare
gli utenti risparmiando del tempo prezioso per propria
salute.
32
Airc, in corso uno studio anti
cancro mirato all’orologio
biologico delle cellule malate
a cura di
Nicoletta Mele
Le cellule del nostro organismo sono dotate di un
“orologio biologico”, che determina un’oscillazione
ciclica di numerosi processi: l’alternanza del sonno e
della veglia, il ritmico succedersi dei pasti, le variazioni
giornaliere della pressione sanguigna e di gran parte
degli ormoni; è quindi necessario per gestire la quantità
di energia di cui le cellule hanno bisogno per svolgere
una serie di funzioni.
Dormire poco, mangiare male e
non fare attività fisica sono azioni
che hanno un grosso effetto
negativo sull’orologio biologico,
che alla lunga può “rompersi”
causando così lo sviluppo di
neoplasie.
Per saperne di più abbiamo
intervistato il dottor Benedetto
Grimaldi, ricercatore AIRC presso
l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT)
di Genova:
“Gli stili di vita inadeguati possono
causare un malfunzionamento
dell’orologio biologico delle cellule
sane, inducendo lo sviluppo del
cancro. Non solo, ad esempio
un’alimentazione sbilanciata,
può influenzare il ciclo vitale delle
cellule tumorali, favorendo lo
sviluppo della malattia. Infatti,
anche queste cellule sono dotate
dell’orologio biologico, ma è danneggiato; così i tumori,
anziché per gestire la dotazione energetica, lo usano
solo per crescere ed espandersi”.
Con il contributo dell’AIRC, Associazione Italiana per la
Ricerca sul Cancro, state portando avanti uno studio
su come le cellule tumorali riescano ad alterare il loro
orologio biologico. Ad oggi, quali sono i risultati raggiunti?
“Il nostro gruppo ha recentemente messo in luce il modo
in cui vengono alterati alcuni ingranaggi dell’orologio
molecolare e ha fornito la prima evidenza sperimentale:
unapprocciodiricercaesviluppodinuovifarmaci,basato
sulla modulazione di proteine circadiane, può essere
utilizzato per lo sviluppo di nuovi agenti chemioterapici
innovativi. In particolare, abbiamo identificato delle
correlazioni tra alcune lancette molecolari dell’orologio
delle cellule di cancro e il processo di autofagia, una
sorta di apparato digerente delle cellule, utilizzato per
riciclare energia e consentire al tumore di crescere.
Grazie ad AIRC, stiamo adesso comprendendo
sempre più a fondo le molteplici connessioni esistenti
tra l’orologio difettoso dei tumori e la loro capacità di
accrescersi. Nell’insieme, questi
studi porteranno all’individuazione
di nuovi approcci terapeutici per la
cura del cancro, in cui specifiche
molecole chimiche andranno
a bloccare gli ingranaggi
malfunzionanti e potranno far
capire alle cellule malate che è
ora di ‘dormire’ per sempre.
La futura ‘ottimizzazione’ di queste
molecole chimiche potrebbe
generare innovativi medicinali
che potremmo chiamare
cronofarmaci, da utilizzare come
nuove armi per combattere i
tumori e per il miglioramento della
cura del cancro che colpisce il
fegato, il pancreas, la prostata e la
mammella”.
Si tratta di un filone di ricerca ancora
aperto a cui Grimaldi ha deciso di
dedicare gran parte del suo lavoro
e ancora prima i suoi studi. Infatti,
dopo essersi specializzato nella
biologia molecolare dei ritmi circadiani all’Università
La Sapienza di Roma, città dove è cresciuto, e presso
l’Università della California, dal 2011 lavora all’IIT dove
dirige un laboratorio di medicina molecolare per lo
sviluppo di innovativi cronofarmaci le cui proprietà
curative risiedono nello spostare “le lancette delle cellule
malate alla giusta ora”.
Cosa accadrà nell’attesa che questi farmaci arrivino in
clinica?
“È possibile fin da ora sfruttare alcune delle conoscenze
acquisite sull’orologio biologico delle cellule per prevenire
il cancro o renderlo meno aggressivo. È stato dimostrato
che sia l’azione benefica che gli effetti collaterali di
33
molti farmaci attualmente utilizzati per combattere i
tumori dipendono anche dall’orologio biologico. Le
molecole che bloccano gli orologi tumorali potrebbero
significativamente implementare l’azione di medicinali
già esistenti, aumentando
la loro efficacia sul tumore,
ma diminuendo i loro effetti
indesiderati nei confronti
delle cellule sane”.
Il dottor Grimaldi ha 42 anni,
nel pieno della sua carriera,
è sposato, ha due figli e
sta lavorando affinché un
giorno le nuove generazioni
abbiano a disposizione un
farmaco per le cure.
“È una corsa contro il tempo - ha detto - ma ad oggi
il tumore non è più considerato un male incurabile. La
raccolta fondi per la ricerca è fondamentale per vincere
la sfida contro il cancro”.
Una sfida che l’AIRC porta avanti da 50 anni. Grazie
a un investimento complessivo di 102 milioni di euro,
l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e la
sua Fondazione hanno
recentemente assegnato
i fondi per 602 progetti di
ricerca e 78 borse di studio.
Circa 5.000 ricercatori
possono così lavorare in
laboratori di università,
ospedali e istituzioni di
ricerca in tutta Italia,
prevalentemente in strutture
pubbliche, con un beneficio
tangibile per i sistemi della
ricerca e della sanità del nostro Paese.
Un vero e proprio esercito di scienziati composto per
il 63% da donne e per il 52% da under 40, impegnati a
rendere il cancro sempre più curabile.
Scegliere
ITALIA
35
a cura di
Mariachiara Manopulo
Mangiare sano: è questa la prima cosa da fare per
mantenersi in salute. Un imperativo, quasi, che però ancora
troppe persone non seguono. Tra junk food, cibo di bassa
qualità, e sedentarietà, lo stile di vita di molti italiani non
sembra essere infatti troppo corretto.
Mangiare sano vuol dire imparare a conoscere i prodotti
ortofrutticoli e la loro stagionalità, ma anche fare una
spesa consapevole. Fare attività fisica poi fa bene anche
all’ambiente: scegliere le scale e non usare l’ascensore,
lasciare a casa la macchina, camminare il più possibile e
utilizzare i mezzi pubblici o la bicicletta per recarsi a scuola
o al lavoro.
I più giovani purtroppo sono i primi a non magiare
correttamente, e questo perché molte volte manca una
vera e propria educazione
alimentare, che li stimoli ad
uno stile di vita sano. I rischi
di obesità e sovrappeso sono
dietro l’angolo, e possono
portare i ragazzi a sviluppare
malattie come il diabete di tipo
2 e l’ipertensione arteriosa.
La Fondazione del Gruppo San
Donato ha lanciato un progetto
proprio con questo obiettivo,
focalizzare l’attenzione sul tema dell’alimentazione
sostenibile, per l’organismo, ma anche per l’ambiente. Si
chiama “progetto EAT”, Alimentazione Sostenibile (www.
progetto-eat.it); inizialmente si è rivolto soprattutto agli
adolescenti, tra i 12 e i 14 anni, con diverse iniziative
nelle scuole, educandoli ad una corretta alimentazione
e all’attività fisica – tant’è che EAT è l’acronimo di
“Educazione Alimentare Teenagers”.
Lo scopo era stimolarli ad adottare comportamenti
semplici ma virtuosi, far capire loro che anche a quella
età è importante mangiare bene, fare attività fisica, non
fumare. In primis, sono stati analizzati i loro comportamenti
alimentari; sono stati poi organizzati degli incontri con
dei nutrizionisti, per parlare di cibo, insegnare ai ragazzi
a conoscerlo e a sceglierlo con consapevolezza. Hanno
insegnato loro a conoscere i macronutrienti, la stagionalità
difruttaeverduraeilprocessodigestivo.Sonostatidimostrati
i benefici che scelte alimentari consapevoli possono avere
sul clima e sul tessuto sociale. Agli incontri, fuori e dentro la
scuola, hanno partecipato anche i genitori e gli insegnanti,
che sono quindi stati parte attiva del programma. Ai ragazzi
sono stati dati dei contapassi, affinché si rendessero conto
dell’effettiva attività fisica quotidiana.
I risultati sono stati buoni e, visto il successo, il Gruppo
San Donato ha deciso di proseguire e andare oltre,
intraprendendo un percorso focalizzato sulla prevenzione:
EAT oggi non è più un solo un progetto di educazione
alimentare per adolescenti, ma si è allargato a tutti coloro
desiderosi di abbracciare uno stile di vita sostenibile.
Una parte importante del progetto è dedicata alle
donne in stato di gravidanza. Durante la dolce attesa,
è fondamentale seguire una alimentazione sana, sia
per la salute della futura mamma che del nascituro. La
gravidanza è un periodo di trasformazione profonda: la
donna aumenta di peso, cambiano gli equilibri ormonali,
la respirazione, ma anche il
sistema cardiovascolare e
il metabolismo. Per questo
scegliere i cibi con attenzione è
importante per vivere al meglio
questo periodo, e anche i primi
mesi dopo la nascita. Sul sito
internet del progetto, le future
mamme possono tra l’altro
trovare tante notizie e consigli
utili.
EAT non è solo un progetto di educazione alimentare,
capace di farci conoscere meglio il cibo e le materie prime;
è un vero e proprio stile di vita che segue una semplice
filosofia: l’alimentazione non è solo la migliore forma di
prevenzione, è anche la più piacevole.
Il progetto racchiude in sé tre elementi molto importanti:
il “Piatto In-Forma”, la piramide ambientale e la piramide
comportamentale.
Il “Piatto In-Forma” è una sorta di piramide alimentare e
si propone di rappresentare il giusto equilibrio alimentare.
È diviso in quattro spicchi: frutta, ortaggi, cereali integrali,
proteine di qualità. Frutta e ortaggi sono una fonte
importantissima di sostanze protettive e antiossidanti con
azione anti-infiammatoria, fibre, sali minerali e vitamine
responsabili del corretto funzionamento del metabolismo;
i cereali integrali sono fonte di carboidrati complessi non
raffinati, ricchi di fibre e con un basso indice glicemico.
Le proteine sono rappresentate dal pesce e dai legumi:
entrambi sono un’ottima alternativa alla carne rossa e
ai formaggi, che contengono grassi saturi che possono
Progetto EAT, l’educazione
alimentare sostenibile del
Gruppo San Donato
36
essere pericolosi per la salute.
La “piramide ambientale”, invece, evidenzia l’impatto
ecologico dei diversi cibi sull’ambiente. In alto si trovano
i cibi la cui produzione inquina di più (carni e latticini) e
richiede più acqua, andrebbero pertanto consumati con
moderazione. In basso quelli più sostenibili (frutta, verdura
e cereali), da assumere più frequentemente.
Infine, c’è la “piramide comportamentale”: il simbolo di
un “sano ed equilibrato stile di vita”, che ha l’obiettivo di
guidarci nella scelta degli alimenti e dei comportamenti
quotidiani. È formata da sei sezioni, contenenti vari gruppi
di alimenti, più una sezione dedicata all’attività fisica.
Ciascun gruppo alimentare deve essere presente nella
nostra dieta in modo proporzionale alla grandezza della
sua sezione. Alla base della Piramide troviamo gli alimenti
che possiamo utilizzare più spesso mentre, al vertice,
troviamo quelli che è meglio
limitare. Dal basso verso l’alto
ci sono: acqua, verdura,
frutta e ortaggi; pane,
patate, riso e pasta;
legumi, uova, carne
bianca e olio d’oliva;
formaggi, pizza, fritti;
e in cima dolci e fritti.
Bisognerebbe poi
dedicare 60 minuti
al giorno all’attività
fisicaeallosport:calcio,
tennis, bicicletta, basket.
Confrontando le due
piramidi, quella ambientale
e quella comportamentale, si
vede come i cibi più sani siano
anche quelli più ecologici.
Sul sito si possono anche leggere i dieci
consigli per un piatto “IN-FORMA”:
1. Quando scegliete cosa mangiare, fatelo con la testa e
non solo con la gola. Varia le tue scelte in modo da dare
all’organismo tutto quello di cui ha bisogno. Metti sulla
bilancia le calorie: quelle assunte devono corrispondere il
più possibile a quelle spese
2. Mangia più cereali, meglio se integrali. Consumate
almeno 5 porzioni al giorno di frutta e verdura, fonti di
vitamine, sali minerali, fibre, acqua e sostanze antiossidanti.
3. Limita i grassi ma non rinunciare al gusto. Prediligi quelli
di origine vedetale, come l’olio extravergine di oliva.
Mangiate pesce due o tre volte a settimana: è ricco di
preziosi acidi grassi Omega 3.
4. Bere acqua purifica il corpo. Consumatene almeno 1,5-
2 litri al giorno. Andateci piano invece con le bevande
zuccherate.
5. Fate la spesa a stomaco pieno e con la lista di cosa
comprare. Eviterete di farvi guidare dalla gola: ne
beneficeranno la vostra salute e le vostre tasche.
6. Fate tre pasti al giorno e, se preferite, fate due spuntini al
giorno: sono una buona soluzione per disinnescare la fame
e avere l’energia necessaria per nutrire mente e corpo.
7. Non sottovalutate la prima colazione e non saltate mai
i pasti.
8. Consumate legumi 1-2 volte alla settimana, anche
abbinati con pasta e riso. Sono una fonte preziosa di
proteine e possono sostituire carne
e pesce.
9. Non credete ai
miracoli: bando
alle diete restrittive.
Causano il
cosiddetto “effetto
yoyo”: prima si
dimagrisce e poi si
ingrassa. Per essere
in buona salute non
servono digiuni,
fatiche eccessive
in palestra e diete
sbilanciate.
10. Usate poco sale. Non serve
per gustare il cibo al meglio. Il
sale è già presente in tanti alimenti e
l’eccesso potrebbe favorire la comparsa
di problemi come l’ipertensione arteriosa. Usate
sale iodato per prevenire alcune malattie della tiroide.
Si possono trovare anche consigli utili per fare la spesa
al meglio e in maniera consapevole, e c’è persino una
sezione con tante ricette, sane e appetitose.
Fare attenzione agli alimenti non significa essere a dieta,
o fare grandi rinunce: ogni cibo ha le sue proprietà e,
se consumato in quantità corretta, non fa male. EAT si
propone di far conoscere il cibo, in modo sostenibile;
sostenibile per il nostro organismo, sostenibile per
l’ambiente che ci circonda. Perché rispettare noi stessi
significa anche rispettare l’ambiente, assecondare il
ritmo delle stagioni e ridurre lo spreco. Se la sostenibilità
ambientale è il futuro del pianeta, quella alimentare
sarà il testamento da trasmettere alle generazioni
future.
36
“Health Book”
il primo libro di mutua mba dedicato
alla prevenzione!
L‘importanza della prevenzione in un libro
Health book
I libri della salute di Mutua MBA
Da un recente studio effettuato in Italia
è emerso come quasi una persona
adulta su due sia completamente avulsa
dall’adottare una linea di prevenzione
medica adeguata.
Prerogativa di una società di Mutuo
Soccorso non può, pertanto, essere “solo”
quella di garantire l’accesso privilegiato alla
salute attraverso una valida integrazione
al Sistema Sanitario Nazionale, ma deve
forzatamente infondere la cultura della
prevenzione intesa come cura di sé stessi,
poiché in essa stessa risiede l’unica via
utile a soddisfare la crescente domanda di
assistenza che la sanità pubblica non riesce
– e non riuscirà - ad accontentare.
Per tale motivo Mutua MBA ha deciso
di raccogliere interviste, analisi e studi di
settore, ma soprattutto consigli pratici,
esercizi e ricette culinarie per innescare
l’attitudine a prendersi cura di noi stessi,
con l’intento di prevenire il più possibile
malattie e infortuni.
Vuoi ricevere “Health Book - L’importanza della prevenzione” nella tua
casella di posta elettronica?
Invia una email a info@healthonline.it e segnalaci i tuoi contatti, ti sarà inviato senza alcuna
spesa aggiuntiva.
Inoltre, su espressa richiesta e con un contributo di soli 10€ (+s.s.), potrai ricevere direttamente
a casa la versione cartacea del libro.
La somma sarà devoluta da Mutua MBA alla Fondazione Basis, ente no-profit dedicato alla
promozione e allo sviluppo di iniziative culturali, educative, formative, di integrazione sociale
e assistenza sanitaria.
38
L’inquinamento è una
minaccia per la salute dei
capelli
a cura di
Alessia Elem
I capelli sono una parte importante del nostro organismo
e come tale devono essere tenuti in buona salute.
Mediamente sono circa 100.000-150.000 i capelli che
ognuno ha sul proprio cuoio capelluto.
Il capello è composto all’85% di cheratina, 0.1% di melanina,
3% di lipidi, il 12% è acqua. La sua struttura si compone di
tre parti: il fusto, ossia la parte visibile, costituita da cellule
completamente cheratinizzate che hanno perso il nucleo
e le loro funzioni vitali; la radice che si trova sotto la cute ed
è collegata al fusto erettore del pelo; il bulbo, alloggiato
nella parte più profonda del follicolo in cui il capello nasce
e si sviluppa.
Da cosa è costituito il fusto? Dal midollo, dalla cuticola e
dalla corteccia.
Il midollo è lo strato interno e costituisce la colonna centrale
del fusto. In esso si trovano cellule che degenerano
velocemente alternate da bolle d’aria.
La cuticola è invece lo strato esterno ed è costituita da
più strati di cellule sovrapposte che formano le squame
del capello. Tali cellule, appiattite e allungate, vengono
chiamate cheratinociti perché ricche della proteina
cheratina.
La cheratina è la parte fondamentale del capello ed è
formata da carbonio, azoto, ossigeno, idrogeno e zolfo.
Come tutte le proteine è una lunga catena di aminoacidi.
Se non è disponibile in quantità sufficiente, i capelli
diventano più fragili e quindi meno resistenti alle aggressioni
esterne.
La corteccia invece è la parte intermedia e contiene la
melanina, responsabile del colore dei capelli. Oltre a
rappresentare la porzione più importante del fusto è anche
la prima parte a subire danni in caso di utilizzo di prodotti
aggressivi o agenti atmosferici.
È stata condotta a Seoul, in Corea, in collaborazione tra
il Dipartimento di Scienze Naturali dell’Università delle
Donne Sookmyung, del Dipartimento di Dermatologia
dell’Ospedale Yeouido di Santa Maria e dell’Università
38
39
Cattolica, e pubblicata a marzo scorso, una ricerca
(www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27018067) che dimostra
come l’inquinamento dell’aria nell’ultimo decennio abbia
aumentato, tra gli altri, anche i problemi alla cute con
conseguente caduta dei capelli.
Come proteggere i nostri capelli dall’inquinamento? Quali
sono le armi di prevenzione che
abbiamo a disposizione?
Abbiamo intervistato la dottoressa
Patrizia Teofoli, Dirigente I
livello Istituto Dermopatico
dell’Immacolata, IRCCS-Roma.
Quali sono le maggiori
conseguenze dell’infiammazione
del cuoio capelluto da parte delle
polveri sottili?
“Le polveri sottili possono
causare irritazione del cuoio
capelluto con arrossamento,
prurito, desquamazione furfuracea, eccessiva secrezione
sebacea, tricodinia (sensazione di indolenzimento del
cuoio capelluto) e provocare la perdita di capelli diffusa
su tutto il cuoio capelluto o tipo alopecia androgenetica
cioè con diradamento frontoparietale e assottigliamento
del capillizio. È stato ipotizzato che tali particelle possano
servire come carrier di agenti chimici e metalli che si
localizzano nel mitocondrio e generano le specie reattive
dell’ossigeno (ROS).
Oltre alla produzione di radicali liberi, si osserva il rilascio
di citochine proinfiammatorie (TNFalfa, IL1alfa, IL8) e di
metalloproteasi che degradano il collagene. Da non
sottovalutare anche l’inquinamento domestico e il fumo
di sigaretta che per la loro azione ossidativa possono
peggiorare o mimare una caduta di capelli di tipo
androgenetico”.
Oltreall’inquinamentoqualisonolealtrecause?Anchelavarsi
i capelli con acqua “trattata” può causarne la caduta?
“È ormai noto che utilizzare detergenti troppo aggressivi
è un’azione che può indebolire la funzione ‘barriera’ del
capello, con maggiore penetrazione di agenti nocivi e
irritanti. Anche le acque troppo ricche di carbonato di
calcio, di magnesio solfato e di cloro possono danneggiare
il capello, rendendolo più sottile. Infine, la contaminazione
di metalli pesanti anche nei cosmetici può danneggiare la
capacità rigenerativa del bulbo pilifero”.
I rischi sono maggiori in periodi specifici dell’anno e in
determinati Paesi del mondo?
“La quantità di inquinanti emessa non è costante nel corso
dell’anno, è maggiore nella stagione invernale e nei luoghi
con molto traffico, perché si aggiungono le emissioni
da parte degli impianti di riscaldamento. Un’influenza
determinante sulla concentrazione di sostanze inquinanti
hanno inoltre le condizioni meteo-climatiche che possono
o meno favorire la loro dispersione in atmosfera (vento,
pioggia, nebbia). In estate, d’altra
parte, il forte irraggiamento solare
provoca spesso la formazione
dello smog fotochimico, ovvero le
sostanze organiche volatili, emesse
dagli autoveicoli e dalle industrie,
e gli ossidi di azoto, che colpiti
dall’intensa radiazione luminosa
reagiscono tra loro per formare
ozono e una gran varietà di altri
composti, spesso dannosi.
Ovviamente le caratteristiche
climatiche e il controllo delle aree
industrializzate diversifica i livelli di
inquinamento ambientale”.
Spesso si confonde l’irritazione da smog e inquinamento
con la forfora, è così? Come riconoscerla?
“È possibile grazie all’esame clinico diretto del cuoio
capelluto o con tricoscopio, ovvero l’esame con il
microscopio digitale a luce polarizzata, entrambi in grado
di valutare le modificazioni dello stato di salute del cuoio
capelluto e le modificazioni qualitative e quantitative dei
capelli.
Le alterazioni da inquinamento del cuoio capelluto
non sono specifiche per cui è molto utile la valutazione
anamnestica che rivela il cambiamento di città,
paese, ambiente lavorativo o mansione lavorativo che
possono aver esposto maggiormente il paziente a tali
agenti nocivi con insorgenza improvvisa di condizioni
quali arrossamento del cuoio capelluto, aumento
della secrezione sebacea, edema perifollicolare e
desquamazione o cumuli di squame secche perifollicolari
con assottigliamento e caduta di capelli diffusa o a tipo
androgenetico”.
Ognuno di noi ha una propria struttura del capello. Quali
sono i soggetti più a rischio?
“I soggetti affetti da patologie infiammatorie del cuoio
capelluto sono i pazienti con fototipo chiaro perché
hanno minor difesa contro i raggi ultravioletti, ma anche
chi segue diete sbilanciate o chi è già affetto da problemi
di alopecia”.
In presenza di irritazione del cuoio capelluto è bene
rivolgersi ad uno specialista dermatologo?
40
“Certamente, perché lo specialista dermatologo è in
grado di eseguire una diagnosi clinica anche con l’ausilio
del tricoscopio e di consigliare così prodotti per l’igiene e
la cura del cuoio capelluto e dei capelli”.
Come proteggere i nostri
capelli? Quali sono le
accortezze da adottare?
“È importante la protezione
dai raggi ultravioletti sia con
integratori da assumere per via
sistemica durante i mesi estivi
o meglio ancora con prodotti
fotoprotettivi per contrastare i
radicali liberi”.
Anche i lavaggi frequenti sono
uno strumento di prevenzione? Lavarsi spesso è un atto
dannoso per i capelli o è un falso mito da sfatare?
“In genere è sufficiente lavarsi i capelli 2-3 volte alla
settimana soprattutto nei casi di elevata secrezione
sebacea. Se è necessario invece un lavaggio quotidiano
meglio usare pochissimo shampoo diluito con acqua
perché altrimenti il rischio è quello di impoverire la struttura
del capello.
I lavaggi possono proteggere i capelli per la rimozione
di agenti inquinanti, ma non bisogna esagerare perché
si danneggia la guaina esterna del capello. Nei casi
specifici di elevato inquinamento ambientale è consigliato
il lavaggio con detergenti delicati con agenti chelanti e
l’utilizzo di sieri o balsami protettivi da applicare sui capelli
(non sul cuoio capelluto). Particolarmente efficaci sono
i balsami (leave on, senza risciacquo) a base di olio di
cocco, un trigliceride dell’acido laurico con alta affinità
per la cheratina e che può aiutare la rigenerazione dei lipidi
del fusto del capello che oltre ad agire come barriera è in
grado di penetrare, grazie al suo basso peso molecolare,
fino alla guaina del capello”.
Quanto un equilibrato regime alimentare aiuta la salute
dei nostri capelli?
“È molto importante seguire un sano regime alimentare
con cibi che contengono ferro, zinco, vitamine come
biotina, vitamina D e vitamina B6, proteine contenenti
aminoacidi solforati, di cui è ricca la cheratina, e infine
acidi grassi polinsaturi (omega3 e omega6). Una dieta
ricca di germogli, vegetali a foglie verdi, legumi, frutta
secca può contenere tutto quello che è necessario per
avere capelli sani”.
Sono efficaci gli integratori anti caduta?
“Gli integratori antiossidanti, vitamine, ferro, acido folico,
biotina, minerali e aminoacidi solforati risultano utili per
coadiuvare la ricrescita del follicolo pilifero anche se i dati
in letteratura sono spesso contrastanti”.
Alla luce di quanto detto, quali
sono i suoi consigli?
“Fare sempre attenzione ai
cambiamenti delle condizioni
del cuoio capelluto, alla caduta
dei capelli con arrossamento
del cuoio capelluto, alla
desquamazione, all’aumento
della secrezione sebacea. In
questi casi rivolgersi sempre a
un dermatologo.
Utilizzare prodotti per l’igiene
dei capelli con detergenti delicati possibilmente testati per
il contenuto di metalli, eseguire lavaggi possibilmente non
più di 2-3 volte alla settimana con poco shampoo diluito
in acqua e usare accorgimenti nel caso di acque con
elevato contenuto di calcio e magnesio solfato utilizzando
acque demineralizzate”.
40
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  • 1. Il periodico di informazione sulla Sanità Integrativa HEALTH gennaio/febbraio 2017 - N°17 in evidenza borsa italiana: health italia spa, società leader nel mercato della Sanità Integrativa, ha debuttato su AIM Italia (Mercato Alternativo del Capitale) ricerca alimentazione medicina e musica Airc, in corso uno studio anti cancro mirato all’orologio biologico delle cellule malate Progetto EAT, l’educazione alimentare sostenibile del Gruppo San Donato La musico-terapia aiuta a disfarsi della leucemia
  • 2. Domus dei Cesari e Basis Eventi del gruppo Basis S.p.A. propongono: La Selvotta Suite Guest House, splendida location immersa nel cuore del Parco di Vejo. IN ESCLUSIVA PER GLI ADERENTI ALLA CONVENZIONE HEALTH ITALIA, VENGONO RISERVATE SPECIALI TARIFFE PER IL SOGGIORNO IN FORMULA B&B OLTRE AD OFFERTE VANTAGGIOSE PER L’ORGANIZZAZIONE PERSONALIZZATA DI EVENTI PRIVATI, COME ANNIVERSARI, FESTE A TEMA E RICEVIMENTI, E AZIENDALI COME MEETING, CENE E TEAM BUILDING IN COLLABORAZIONE CON PROFESSIONISTI DEL SETTORE. Il silenzio della natura è molto reale... ti circonda, puoi sentirlo La richiesta dovrà essere effettuata tramite l’invio di una mail a info@laselvottasuite.it con: Oggetto_Info camera o Info evento Allegato_Tesserino Health Italia Nome e Cognome Data soggiorno/evento e numero di persone AGEVOLAZIONI CAMERE STANDARD_71€ a persona in formula B&B ALTRE TIPOLOGIE_Sconto del 10% a partire da 85€ a persona ATTIVITÀ ATTIVE NELLA STRUTTURA_Sconto del 10% AFFITTO DELLA LOCATION IN ESCLUSIVA_Sconto del 15% Via della Selvotta, 23 | 00060 | Formello (RM) | +39 06 98267176 | info@laselvottasuite.it - www.laselvottasuite.it ITALIA
  • 3.
  • 4. L’allestimento museale è stato progettato per offrire al visitatore un quadro completo ed esaustivo sulla storia delle società di mutuo soccorso. Il percorso si apre con dei pannelli informativi che raccontano, in una sequenza cronologica, il fenomeno del mutualismo e continua con delle grandi teche espositive in cui è racchiusa una notevole varietà di materiale documentario, nonché un ragguardevole insieme di medaglie, spille, distintivi ed alcuni cimeli di notevole rarità, riconducibilli ad oltre duecentro tra enti e società di mutuo soccorso, con sedi in Italia e all’estero. All’interno del museo è presente uno spazio multifunzionale nel quale coesistono un archivio storico, una biblioteca e un centro studi. Inoltre, è stato riservato uno spazio per ospitare ogni forma d’arte: mostre, concerti di musica e rappresentazioni teatrali. Previa prenotazione, ogni artista potrà esporre o esibirsi gratuitamente all’interno dello spazio dedicato. Il Museo del Mutuo Soccorso, nato dalla volontà di valorizzare la storia delle società di mutuo soccorso, si prefigge di salvaguardare e rendere fruibile al pubblico i beni attualmente in dotazione e di promuovere la conoscenza e la ricerca sul tema della mutualità. Visitando il museo si ha la possibilità di conoscere da vicino le società di mutuo soccorso, le loro tradizioni e l’importanza sociale che hanno ricoperto nelle varie vicende storiche del nostro Paese. La struttura accoglie i visitatori anche con visite guidate e per le scuole sono pensati percorsi e laboratori didattici tematici. Sono, inoltre, previste aperture straordinarie nelle quali sarà possibile visitare le mostre in corso, assistere agli spettacoli e partecipare ad eventi e attività didattiche Apertura: Dal lunedì al venerdì previa prenotazione 11.00 - 13.00 | 15.00 - 18.00 Ultimo ingresso 17.30 (ingresso libero) Info e prenotazioni: +39 337 1590905 info@fondazionebasis.org www.museomutuosoccorso.it Indirizzo: Palasalute via di Santa Cornelia, 9 00060 - Formello (RM)
  • 5. Health Online periodico bimestrale di informazione sulla Sanità Integrativa Anno 4° gennaio/febbraio 2017 - N°17 Direttore responsabile Ing. Roberto Anzanello Comitato di redazione Alessandro Brigato Mariachiara Manopulo Nicoletta Mele Giulia Riganelli Fabio Vitale Redazione e produzione Fabio Vitale Direzione e Proprietà Health Italia Via di Santa Cornelia, 9 00060 - Formello (RM) info@healthonline.it Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte può essere riprodotta in alcun modo senza permesso scritto del direttore editoriale. Articoli, notizie e recensioni firmati o siglati esprimono soltanto l’opinione dell’autore e comportano di conseguenza esclusivamente la sua responsabilità diretta. iscritto presso il Registro Stampa del Tribunale di Tivoli n. 2/2016 - diffusione telematica n.3/2016 - diffusione cartacea 9 maggio 2016 ImPaginazione e grafica Giulia Riganelli Tiratura 101.423 copie Visita anche il sito www.healthonline.it potrai scaricare la versione digitale di questo numero e di quelli precedenti! E se non vuoi perderti neanche una delle prossime uscite contattaci via email a info@healthonline.it e richiedi l’abbonamento gratuito alla rivista, sarà nostra premura inviarti via web ogni uscita! Per la tua pubblicità su Health Online contatta mkt@healthonline.it HEALTH
  • 6. Potremmo dire che ormai il puzzle si è completato: leggi, norme, disposizioni, in alcuni casi ultracentenarie, in altri ventennali ed in altri ancora emanate negli ultimissimi anni, che regolano la sanità integrativa ed i sistemi di welfare aziendale sono state composte in un quadro di insieme che possiamo sicuramente definire più che soddisfacente. Ricordiamoci sempre che il modello sanitario italiano è stato per decenni un sistema di riferimento mondiale ed è opportuno constatare che l’evoluzione degli ultimi dieci anni, peraltro elaborata nella stessa direzione da governi bi, o meglio dire tri partisan ha creato un quadro d’insieme che potrà anch’esso essere un riferimento mondiale. Da un lato abbiamo la sanità pubblica, il primo pilastro, che si sta riorganizzando e dove ci si può oggi concentrare, con il supporto di tutti, sul recupero degli sprechi, che pur ancora ci sono, e sull’efficientamento del sistema organizzativo, che sta procedendo in maniera spedita. Dall’altro lato abbiamo la sanità integrativa e sostitutiva, il secondo pilastro, che può essere gestita esclusivamente da Fondi Sanitari, Società Generali di Mutuo Soccorso e Casse di Assistenza Sanitaria che, proprio per questo gode di interessanti vantaggi fiscali e consente di sollevare la sanità pubblica da oneri che non sarebbe in grado altrimenti di sostenere. Infine abbiamo la sanità privata, il terzo pilastro, erogata tramite servizi sanitari a pagamento diretto o polizze assicurative che è un ulteriore opportunità per chi può permettersi di spendere senza badare ai costi. Se il primo pilastro della sanità pubblica ha l’obiettivo di garantire le fasce più deboli della popolazione e il terzo della sanità privata ha lo scopo di offrire a pagamento servizi sanitari per le fasce meno deboli risulta evidente che l’adeguatezza del nuovo sistema sanitario italiano passa per i Fondi Sanitari, le Società Generali di Mutuo Soccorso e le Casse di Assistenza Sanitaria. E qui è necessario sottolineare che, affinché sia adeguato, il secondo pilastro, realizzato con il modello mutualistico quindi senza scopo di lucro, presupponga un approccio che permetta solo agli enti che lo seguono in termini di principio assoluto di offrire ai propri associati una garanzia di equità sociale ed economica. è stato quindi indispensabile che questi enti si organizzassero secondo principi di efficienza gestionale, con strutture reali ed effettive e costituite da specialisti, con processi operativi informatizzati, con personale professionalizzato, con sistemi all’avanguardia per offrire servizi di sanità integrativa e sostitutiva innovativi, interiorizzando e facendo proprie le logiche di servizio all’associato. Perché l’associato non è un cliente che ha comprato un prodotto ma è parte stessa integrante del sistema sanitario integrativo, è un individuo che si avvale di servizi sanitari ed assistenziali che gli vengono erogati dall’ente a cui ha aderito. Molti Fondi Sanitari e molte Società di Mutuo Soccorso si sono attrezzate per questo ed oggi il modello italiano di sanità integrativa in molti casi funziona in modo adeguato, è operativo nella sua completezza e ben regolamentato. In questo contesto si inseriscono le norme per il welfare aziendale,cheripensateinquestiultimianni,dannoulteriore forza alla sanità integrativa e sostitutiva di secondo pilastro consentendo alle imprese ed ai dipendenti di canalizzare risorse verso le coperture sanitarie di matrice mutualistica con ulteriori vantaggi fiscali, economici ed organizzativi. Sicuramente si tratta di un vantaggio di valore assoluto per le aziende in termini di gestione delle risorse umane, fidelizzazione dei dipendenti e defiscalizzazione, di un vantaggio significativo per i dipendenti e le loro famiglie in termini di protezione sanitaria, risparmio fiscale e economia famigliare e di un vantaggio importante per lo stato in termini di welfare sociale, bilancio e organizzazione sanitaria. A questo punto è solo necessario che tutti i cittadini siano opportunamente informati e adeguatamente resi consapevoli per consentire che il modello si sviluppi compiutamente con grande soddisfazione di tutti gli attori coinvolti in termini di diritto alla salute, diritto che, come ricordiamo sempre, è costituzionalmente stabilito. Anche in questo ambito qualcosa sta cambiando perché le testate giornalistiche stanno affrontando il tema sempre più spesso ed in modo sempre più preciso, il web consente di veicolare sempre più le esperienze di successo, Health Online continua con impegno a diffondere informazioni, il passa parola si sta rapidamente incrementando con il supporto degli enti di sanità integrativa che opportunamente, in alcuni casi, si sono organizzati con figure professionali adeguatamente formate, correttamente regolamentate e giuridicamente coerenti che promuovono i loro servizi mutualistici. è quindi indispensabile che ogni cittadino, ogni famiglia, ogni dipendente, ogni manager, ogni imprenditore comprenda appieno il valore sociale, strategico, economico, motivazionale, economico e fiscale dei sistemi di sanità integrativa e sostitutiva e di quelli di welfare aziendale perché il puzzle è chiaro, legiferato, organizzato, usufruibile e completo e quindi è sufficiente, oltre che opportuno, aderire a questi programmi per la salvaguardia della salute di tutti noi. A cura di Roberto Anzanello editoriale Aziende, famiglie individui: sanità integrativa e welfare sono soluzioni ottimali
  • 7. 23 13 16 10 26 La storia di Andrea, il Dj che suona con gli occhi sfidando la SLA Non aprite quella porta. Dimmi che vita vivi e ti dirò che incubo avrai Malattie rare: arriva “Tu e Duchenne”, il sito web che aiuta i genitori Reflessologia plantare: il benessere del nostro corpo passa anche attraverso i piedi Borsa Italiana: Health Italia debutta sul mercato AIM in evidenza 19 Malati nell’anima, cresce il numero dei ragazzi che si suicidano. Cosa sta succedendo? 29 La sanità che fa discutere
  • 8. 35 Progetto EAT, l’educazione alimentare sostenibile del Gruppo San Donato 42 44 32 38 “Ricerca e armonia”. La musico-terapia aiuta a disfarsi della leucemia Le ricette della salute Airc, in corso uno studio anti cancro mirato all’orologio biologico delle cellule malate L’inquinamento è una minaccia per la salute dei capelli 30 Scegliere una buona sanità con un click. Con la start up ScegliereSalute è possibile
  • 9. Health tips Sapevi che... L’occhio pigro è il più frequente disturbo visivo che si manifesta nei bambini, e consiste nell’indebolimento della vista di uno dei due occhi. Un facile esercizio da far fare ai piccoli per capire se soffrono di questo disturbo visivo è coprire con la mano prima un occhio e poi l’altro e verificare se si vede bene da entrambi. Se da uno dei due la visione risulta sfocata, è bene fare un controllo subito! A peggiorare la buccia d’arancia è di solito una forma di ritenzione idrica che peggiora quando il microrcircolo non è ben stimolato. Una valida disciplina anaerobica, come il Pilates, aiuta molto, migliorando postura e circolazione. E, in questo modo, l’aspetto generale delle gambe. Oltre ad avere un ruolo essenziale nell’aumentare le difese immunitarie, grazie alla sua capacità di aumentare la proliferazione dei leucociti o globuli bianchi che hanno il ruolo di difenderci dagli agenti patogeni responsabili dei malanni di stagione, la vitamina C ha una straordinaria azione antiossidante. Per ridurre i fastidi dovuti alla sindrome dell’occhio secco, è bene evitare ambienti troppo secchi e scarsi di umidificazione e utilizzare occhiali da sole in caso di forti esposizioni a raggio UVA o UVB o in caso di ambienti ventosi o polverosi. È inoltre importante seguire una alimentazione ricca di vitamina B3, B6, B12, Omega 3/ Omega 6 e bere almeno un litro e mezzo di acqua fuori dai pasti principali. L’ananas è un bruciagrassi naturale ed agisce efficacemente, permettendo di liberarsi dalla cellulite. Contiene la bromelina, che aiuta a digerire più facilmente le proteine, accelerando il metabolismo e contrastando le infiammazioni. Il pepe nero favorisce la digestione e stimola il metabolismo; inoltre, secondo uno studio pubblicato sul Journal of Food and Chemical Toxicology, i componenti alcaloidi della piperina aiutano i processi cognitivi e il buon funzionamento del cervello, con un’azione antidepressiva. L’acquagym è un allenamento completo, che non pesa sulla colonna vertebrale: infatti, può essere praticata anche da chi è in forte sovrappeso e dalle donne in gravidanza. Il kiwi protegge l’apparato cardiovascolare, in particolare le arterie: il merito è dell’acido proteico, che combatte il colesterolo cattivo, aiuta la circolazione e tende a regolarizzare la pressione del sangue. L’ecografia di cute e sottocute è un esame diagnostico non invasivo che utilizza gli ultrasuoni – onde sonore ad alta frequenza innocue per il corpo umano e i suoi tessuti – per “vedere” e studiare le lesioni della pelle e dei tessuti sottostanti. serve a valutare le dimensioni di una tumefazione cutanea o sottocutanea, il suo sviluppo in profondità e i rapporti con strutture profonde e vasi sanguigni.
  • 10. 10 Reflessologia plantare: il benessere del nostro corpo passa anche attraverso i piedi a cura di Nicoletta Mele A chi non piace rilassarsi con un massaggio ai piedi? Al di là del piacere, la riflessologia plantare è in grado di apportare benefici al nostro organismo. È una tecnica antica, naturale e non invasiva, basata sulla digitopressione. In Italia se ne trovano cenni nel 1500 grazie allo scultore Benvenuto Cellini il quale, affetto da dolori diffusi al corpo, si è fatto trattare con “robuste” pressioni sulle dita delle mani e dei piedi. Nel tempo la riflessologia plantare si è affermata non solo come tecnica, ma anche come metodo e arte. Qual è il suo obiettivo principale? Secondo gli esperti è quello di far scattare i meccanismi che portano all’omeostasi, cioè a uno stato di equilibrio dei processi che regolano l’organismo. Per saperne di più abbiamo intervistato Ivana Cariddi, Presidente della Federazione Italiana Reflessologia Plantare, FIRP, istituzione presente sul territorio italiano da oltre 30 anni. Quali sono i benefici dal punto di vista psicofisico? “La reflessologia ha un effetto rilassante, favorisce la normalizzazione dei vari sistemi dell’organismo e in generale produce un effetto rigenerante”. Non è solo un metodo e una tecnica ma anche arte, ovvero? “Le basi tecniche e metodologiche sono fondamentali, ma sono anche necessarie intuizione e creatività come in ogni situazione che ci pone in relazione con un altro essere umano”. Chi è e quando affidarsi al reflessologo professionista? Qual è il rapporto che si instaura con lo specialista? “La reflessologia plantare aiuta quando si ha una 10
  • 11. 11 sensazione di malessere generale, è un sostegno in caso di problemi specifici e relative terapie, è utile per gli effetti derivanti dallo stress. Il reflessologo è colui che aiuta il nostro corpo a recuperare la sua naturale capacità di autoregolazione, attraverso la stimolazione dei punti riflessi situati sul piede (e anche sulla mano), cui corrispondono i vari organi e apparati. Il rapporto con il cliente deve basarsi sulla fiducia che spesso stimola la confidenza. È quindi necessario mettere la persona nelle migliori condizioni possibili perché si senta accolta”. Qual è il percorso? “Si parte da un’indagine che somma le informazioni ricevute dalla persona a quelle ottenute dal piede attraverso i primi trattamenti. Questi dati permettono al reflessologo di mettere a punto un iter personalizzato che verrà seguito durante i trattamenti e modificato in base alle necessità che verranno a manifestarsi nel tempo”. Ci sono patologie che traggono beneficio da questa tecnica? “La reflessologia plantare non si sostituisce mai alla pratica medica. Agendo a beneficio dell’equilibrio psicofisico della persona può essere un valido sostegno in molti casi. In ogni caso, il bravo reflessologo non interferisce mai con la terapia stabilita dal medico”. Un buon massaggio ai piedi aiuta a contrastare lo stress. Infatti, secondo l’Università di Harvard, migliora la circolazione complessiva nell’organismo, stimola la muscolatura e ne riduce l’irrigidimento. L’Università ha anche realizzato un vademecum per chi desidera praticare un auto-massaggio. I passaggi sono semplici: Signora Cariddi, cosa ne pensa? È possibile trarre dei benefici anche senza l’aiuto di un reflessologo? “Massaggiarsi i piedi è sicuramente una buona abitudine, come fare attenzione a usare scarpe comode. Questo però non può certo sostituire il lavoro del reflessologo che utilizza una tecnica sviluppata in anni di studio ed è in grado di mettere a punto un percorso sulle esigenze specifiche della persona che ha di fronte”. Il riflessologo è un professionista che segue corsi di formazione come quelli organizzati dalla Federazione Italiana Reflessologia Plantare. Quali sono i vostri principali obiettivi? “Le finalità della FIRP sono promuovere la conoscenza e la diffusione della reflessologia plantare, sostenere e sviluppare le competenze e gli interessi deiprofessionistidellareflessologia.Tuttoquestolofacciamo attraverso varie attività che vanno dalla formazione a vari livelli e in linea con le norme stabilite dagli organi istituzionali, all’organizzazione di eventi culturali per i soci, ad attività di promozione verso il pubblico e altro ancora. Ovviamente alla base del nostro agire c’è il rispetto di un codice deontologico che diventa una guida per tutti i nostri associati”. Quali sono i suoi consigli? “Le classiche regole del buon vivere sono ormai note: attività fisica, alimentazione corretta, controllo della respirazione, etc. Quello a cui forse si dà meno attenzione è dedicare del tempo al recupero energetico e alla gestione dello stress nella vita quotidiana. In questo, i trattamenti di reflessologia plantare, ricevuti con cadenza regolare, sono un aiuto efficace. È importante però affidarsi a mani esperte nel settore, che sapranno indicare i tempi e i modi per trarne i migliori benefici”. I piedi sono una parte del nostro corpo molto importante che va “coccolata” per ridurre lo stress, acerrimo nemico della società 2.0. Seguire un percorso con un professionista è sicuramente un aiuto efficace per ottenere dei benefici psicofisici, ma non dimentichiamo di massaggiare i nostri piedi prima di cadere tra le braccia di Morfeo. Sedersi comodi, piegare la gamba sinistra e appoggiarla sulla coscia destra dopodiché procedere con un leggero massaggio su tutta la lunghezza del piede, compresi dita e talloni, aiutandosi con una crema. Dopo la prima fase rilassante è possibile continuare con un massaggio più energetico. Ripetere anche con l’altro piede. Il consiglio è quello di praticarlo prima di andare a dormire.
  • 12. 12 Tante e diverse opportunità a chi intende passare 7 o più giorni nel nord della Sardegna, negli incantevoli scenari di Valledoria, Terme di Casteldoria e San Pietro a Mare. Di seguito le condizioni esclusive riservate agli aderenti alla convenzione Health Italia, per l’affitto di appartamenti: 10% di sconto per il periodo che va da Maggio a Settembre Soggiorno gratuito dal mese di Ottobre ad Aprile, con il solo vincolo del pagamento delle spese di pulizia finali (60€) Scegli il tuo alloggio su www.casainvestimento.it ITALIA casa investimento e health italia propongono La richiesta dovrà essere effettuata tramite l’invio di una mail a info@casainvestimento.it. La mail dovrà riportare le seguenti indicazioni: Oggetto: Convenzione Health Italia Allegato: Tesserino Health Italia Nome e Cognome Periodo e struttura scelte Numero di persone Spese non comprese nel soggiorno: Pulizie finali_60 € (obbligatorio con tutte le tariffe) Check-in o Check-Out fuori orario_20 € Set biancheria letto e bagno su richiesta (per persona)_20 € Telo mare su richiesta_5 € Animali domestici. Extra per pulizie_20 € Culla da campeggio e biancheria su richiesta_20 € Deposito cauzionale rimborsabile (da versare all’arrivo)_200 € www.casainvestimento.it info@casainvestimento.it
  • 13. 13 a cura di Mariachiara Manopulo Quando una malattia rara, ancora senza una cura definitiva, come la distrofia muscolare di Duchenne, colpisce un figlio, la paura è di solito la prima reazione nei genitori. Si fanno tante, tantissime domande, a cui da soli non riescono a rispondere. L’esperienza di chi ha già vissuto questi momenti può sicuramente aiutarli. Anche per questo, sono nati online siti appositi, specializzati, dove si possono reperire informazioni e ci si può scambiare consigli e opinioni. Tra questi, c’è anche il portale “Tu e Duchenne” (www. duchenneandyou.it), realizzato dall’azienda Ptc Therapeutics, impegnata nella ricerca di nuove terapie per questa rara malattia. Il portale è disponibile in varie lingue, anche in italiano, e si propone come strumento di aiuto e di supporto per i genitori e per chi è costantemente a fianco dei malati. Che cos’è la distrofia muscolare di Duchenne? Come evolverà? Cosa possono fare i genitori, la scuola, gli amici? Come si devono comportare? Il sito cerca di dare una risposta a tutte queste domande, utilizzando un linguaggio semplice, ma preciso dal punto di vista scientifico, e soprattutto basandosi sull’esperienza di chi ha già affrontato questa malattia, come medico o come familiare. La distrofia muscolare di Duchenne è una malattia muscolare progressiva, causata dalla mancanza – per mutazione genetica - di distrofina, che colpisce soprattutto i bambini maschi (possono esserne affette anche le bimbe, che però di solito non subiscono gli effetti completi della malattia). La distrofina è una proteina fondamentale per la stabilità strutturale dei muscoli, del diaframma e del cuore, garantendone la salute e il corretto funzionamento. L’indebolimento dei muscoli peggiora nel tempo e comporta difficoltà nelle funzioni fisiche: si fa fatica a stare in piedi, a camminare e, nelle fasi successive, a respirare. Con il deteriorarsi di queste funzioni, il malato ha sempre più difficoltà a eseguire le attività di tutti i giorni, e piano Malattie rare: arriva “Tu e Duchenne”, il sito web che aiuta i genitori 13 fonte: jamanetwork.com
  • 14. 14 piano può arrivare a perdere la sua indipendenza. I bambini affetti da Duchenne appaiono in salute al momento della nascita, ma raggiungono molto più tardi rispetto agli altri bambini i traguardi importanti dello sviluppo, come sedersi, camminare e parlare. Solitamente, tra i 2 e i 5 anni, i piccoli affetti da Duchenne iniziano a mostrare i segni e i sintomi più evidenti della malattia. Negli anni successivi possono poi insorgere complicazioni polmonari o cardiache, anche letali. Tra i sintomi della Duchenne ci possono essere: • Cadute frequenti • Ingrossamento del polpaccio • Problemi di apprendimento e comportamentali, tra cui scarsa attenzione e problemi di memoria • Ritardo nello sviluppo della parola • Ritardo nello sviluppo motorio • Insolita andatura dondolante • Difficoltà a stare al passo con gli altri bambini durante il gioco e le attività fisiche • Riflessi indeboliti • Difficoltà di respirazione. La malattia ha sostanzialmente quattro fasi. Nella fase iniziale compaiono i primi sintomi, ed è importante iniziare ad eseguire i primi controlli regolari. Nella seconda fase camminare diventa sempre più difficile, e i segni della malattia sempre più evidenti. È importante già da ora il monitoraggio dei muscoli cardiaci e respiratori. Con la terza fase, la maggior parte dei malati non riesce più a camminare e ha bisogno di una sedia a rotelle motorizzata. Con la quarta e ultima fase, si aggiungono problemi importanti agli arti superiori e alla postura. Potrebbero inoltre essere necessari farmaci per il cuore e un supporto respiratorio. La diagnosi precoce è importantissima: prima vengono avviate le strategie di trattamento e gestione, maggiore è la possibilità di preservare la forza e la funzione muscolare per un periodo di tempo più lungo. Inoltre, fare il prima possibile i test genetici può servire a capire la mutazione specifica che ha causato la malattia, offrendo la possibilità di gestirla con un approccio più mirato. Ogni anno, nel mondo, la Duchenne colpisce circa 1 bambino su 3.600-6.000. Un tempo, chi veniva colpito difficilmente superava i vent’anni. Ma oggi, grazie ai progressi della ricerca, l’aspettativa di vita è notevolmente più alta e si sta facendo il possibile per trovare soluzioni terapeutiche sempre più avanzate. Attualmente, le strategie di gestione della malattia si concentrano sul mantenimento della funzione muscolare il più a lungo possibile e sulla gestione dei sintomi. I farmaci utilizzati sono prevalentemente i corticosteroidi. Non affrontano le cause, ma aiutano nella gestione dei sintomi, preservando la forza muscolare e il movimento e riducendo la possibilità di avere complicanze come la scoliosi o problemi di respirazione. Importanti sono anche gli integratori, per mantenere le ossa forti, la fisioterapia, i tutori, l’esercizio fisico regolare. I bambini affetti da Duchenne devono restare quanto più possibile indipendenti. È importante che abbiano degli hobby e seguano le loro passioni. Il tutto – come ha sottolineato l’Osservatorio Malattie Rare - senza mai dimenticare che anche l’equilibrio psicofisico dei genitori è essenziale per far fronte al particolare impegno che questa malattia richiede loro. Nel portale si possono leggere tantissimi consigli: fare un elenco di amici, parenti e altre persone vicine alle quali chiedere aiuto, perché molti vorrebbero dare una mano ma potrebbero non sapere come. Non bisogna farsi assorbire completamente dal ruolo di caregiver: non trascurare la salute, mangiare in maniera corretta e fare regolare attività fisica è fondamentale. Gli affetti da Duchenne devono fare una vita il più possibile normale: avere amici, studiare. Insomma, non devono chiudersi tra le mura domestiche. “Molto probabilmente - si legge nel portale- le persone intorno a te non conoscono la Duchenne. Spesso le persone non sanno come reagire e possono aver paura di ciò che non conoscono. Parlando a parenti, amici e insegnanti della Duchenne e del suo sviluppo, le persone che circondano te e tuo figlio possono sentirsi più a loro agio. Quando parli della Duchenne ai bambini, per esempio ai fratelli o agli amici di tuo figlio, fallo in modo che possano comprendere ed essere pronti al modo in cui possono esserne influenzati. Illustra il modo in cui la Duchenne avanza e come verrà trattata. Lascia che esprimano le loro emozioni. Incoraggia i bambini a trattare tuo figlio nel modo più normale possibile. Ricorda loro che tuo figlio è costituito da molto più che la semplice diagnosi della Duchenne. Tuo figlio ha sogni e passioni, proprio come loro”. Gli insegnanti devono essere coinvolti. A seconda dell’età, il piccolo paziente avrà esigenze particolari anche a scuola. È importante che sia spiegato ai maestri quali sono i sintomi della malattia, trovare insieme soluzioni per farlo partecipare alle gite, all’ora di educazione fisica, e, soprattutto, farlo sentire il più possibile a suo agio. Nel portale “Tu e Duchenne” è spiegato anche come trovare un medico che tratti la malattia: l’elenco dei centri specializzati si può trovare sul sito dell’Associazione italiana di miologia (www.miologia.org). Per maggiore supporto, i familiari dei malati possono anche contattare due associazioni: Parent project onlus (www. parentproject.it) e UILDM (www.uildm.org).
  • 15. La Selvotta Suite è un’elegante Guest House nel cuore del Parco di Vejo, a pochi chilometri dallo storico comune di Formello ed a soli 17 Km a nord della città di Roma. La bellezza del bosco di querce e la vicinanza al Parco della Selvotta rendono questa location unica nel suo genere, offrendo un’oasi di pace per varie specie di animali la cui compagnia sorprenderà piacevolmente i propri ospiti. La camere, curate nei dettagli in forme e colori,dispongonotuttediserviziprivaticon doccia, asciugacapelli, TV, riscaldamento autonomo, aria condizionata, frigobar, cassaforte e Wi-Fi free. Su richiesta inoltre, è possibile usufruire del servizio lavanderia. www.laselvottasuite.it | info@laselvottasuite.it Via della Selvotta, 23 | 00060 | Formello (RM)
  • 16. 16 Non aprite quella porta. Dimmi che vita vivi e ti dirò che incubo avrai a cura di Alessandro Notarnicola Un adulto su due soffre di incubi notturni, di fastidi che nel corso della notte generano disagi di qualsiasi genere i quali provocano a loro volta insonnia prima e un malumore crescente nel corso della giornata. Per decenni antropologi ed esperti di psicologia hanno cercato di determinare la genealogia dell’incubo che, stando alla sua radice etimologica risalente al latino tardo del XIV secolo, significherebbe “spirito maligno che sta sopra” (incubus deriva dal verbo incubare). Almeno una volta nella vita questo spirito non solo è venuto a farci visita ma ha anche condizionato – certamente in peggio – il nostro stato d’animo. Persino il cinema si è interessato a questo particolare fenomeno della mente umana: ricordiamo film come “Incubo finale”, film horror del 1998 con protagonista Julie, una ragazza perseguitata da incubi e allucinazioni, “Nightmare - Incubi”, pellicola horror e di fantascienza del 1983 in cui un ragazzo finisce con l’essere catturato dal suo videogioco preferito, “Nightmare - Dal profondo della notte”, pellicola horror del 1984 di Wes Craven di grande suggestione psicologica, e ancora “Monster & Co.”, divertente pellicola d’animazione prodotta dalla Pixar con protagonisti i mostri degli incubi dei bambini. È proprio dall’infanzia che l’inquietudine notturna prende avvio, quella fase della vita in cui tutto sembra essere intrappolato nel buio, come fosse uno spazio così ampio da contenere ogni paura e ogni singola angoscia. Nel prodotto d’animazione arrivato nei cinema nel 2001, al centro di tutto ci sono le porte che rappresentano una sorta di frontiera tra il bene e il male, e cioè tra l’abitazione che come un nido rassicura e protegge e il mondo dei mostri che notte tempo spaventano rubando la serenità del sonno ai “cuccioli di uomo”. Dalla fantasia alla realtà, pertanto, è davvero un attimo, tanto che diverse scoperte hanno appurato che le paure sedimentano nelle mente dell’uomo nella prima fase della crescita, tra i 3 e i 10 anni,
  • 17. 17 cioè negli anni in cui il bambino si abitua a vedere il mondo esterno con i propri occhi. Crescendo, inoltre, l’origine dei sedicenti sogni inquietanti non è più sita in paure infantili generate da una fervida immaginazione ma ha a che vedere con momenti particolari che scandiscono la giornata, con patologie, o con il modo con cui si affronta quotidianamente la propria vita. Nella fase adulta, quindi, gli incubi si verificano con maggiore frequenza durante la fase Rem (Rapid eyes movements) del sonno, tipica soprattutto delle prime ore del mattino anche se non è escluso che si ripetano più volte durante la notte, facendo ritornare lo stesso tema. Secondo l’American Sleep Association, lo studio “The reinterpretation of dreams” del neuroscienziato finlandese Antti Revonsuo e il libro “Trauma and dreams” di Deirdre Barrett, una delle cause degli incubi potrebbe essere una cena troppo abbondante: pietanze condite oltremodo, o un pasto completo di più portate possono attivare il metabolismo, aumentare la temperatura corporea e stimolare l’attività cerebrale, causando sogni irrequieti. Per riposare meglio, d’altra parte, gli esperti consigliano di diminuire le dosi di caffeina già a partire dal pomeriggio e di andare a dormire dopo almeno un paio d’ore dalla fine dell’ultimo pasto magari dopo aver mangiato una banana o un bicchiere di latte che attenuano l’appetito. Altre cause invece sono riconducibili alla scarsa presenza di sonno dovuta spesso all’assenza di un ciclo sonno- veglia abitudinario. Se infatti una notte si dorme poco, in quella successiva con ogni probabilità potrà esserci il rischio di sognare troppo ed intensamente essendo le fasi Rem prolungate. Anche la visione di film horror potrebbe ostacolare il sonno tranquillo, o ancora il troppo stress dovuto a una giornata – o a una serie di giornate – frenetica. “L’attività onirica trae spunto dalle preoccupazioni quotidiane”, argomenta a tal riguardo Antti Revonsuo, professore di Scienze cognitive all’Università di Skoevde, in Svezia, aggiungendo che gli incubi avrebbero, infatti, la funzione di riprodurre gli scenari difficili che potrebbero capitare nella vita per allenare l’uomo a reagire di fronte alle criticità, trovando più velocemente una soluzione. Infine, un altro elemento che potrebbe contribuire alla mancanza di un sonno sereno sarebbe rappresentato da eventuali malattie o da patologie come epilessia, broncopneumopatia cronica ostruttiva, apnee notturne, sindrome delle gambe senza riposo, ma anche di alcuni disturbi psichiatrici, come ansia, depressione, disturbo post- traumatico da stress, attacchi di panico. L’errore più diffuso e da molti ritenuto come una vera e propria soluzione salva-sonno è la somministrazione di farmaci. Molti uomini e donne, infatti, ritengono che assumendo medicinali ansie e malumori scompaiano garantendo un sonno sereno. In realtà, alcuni farmaci sono noti proprio per contribuire all’insorgenza degli incubi. I medicinali che agiscono sulle sostanze chimiche presenti nel cervello, come gli antidepressivi e i narcotici, sono spesso associati agli incubi. Anche i farmaci non psicotropi, tra questi vi sono alcuni atti a trattare la pressione sanguigna, possono causare incubi nell’adulto. La cessazione dell’assunzione di farmaci e sostanze, tra cui alcol e tranquillanti, può provocare la comparsa di incubi. Nel caso in cui si noti una variazione nella ricorrenza degli incubi, a seguito di un eventuale cambiamento alla terapia farmacologica, è preferibile consultare uno specialista perché è vero che “il sogno della ragione genera mostri” ma è anche vero che senza dormire al mattino si diventa poco razionali e molto emotivi. CARDEA CASSA MUTUA La forza di un sistema mutualistico è determinata dalla consapevolezza che la contribuzione di ogni singolo Socio produrrà un vantaggio comune a tutti, senza arricchire soggetti terzi che si limitano a calcolare il rischio e, di fatto, a scommettere sulla nostra salute, peraltro a fine di lucro. Una mutua che tutela, una mutua che previene, una mutua che unisce! www.cassamutuacardea.org info@cassamutuacardea.org
  • 18.
  • 19. 19 a cura di Nicoletta Mele I ragazzi si uccidono. Gli ultimi dati sono allarmanti: su 4mila suicidi all’anno, il 12% vede protagonisti giovani sotto i 20 anni. I recenti fatti di cronaca fanno riflettere: la lettera di Michele, il dramma del giovane di Lavagna e del 22enne di Rovigo che ha scelto di morire il giorno prima della (finta) laurea, sono solo alcune delle tragiche storie che abbiamo sentito nelle ultime settimane. Nel nostro Paese il suicidio è la seconda causa di morte tra i ragazzi sotto i 20 anni. Cosa sta succedendo? Lo abbiamo chiesto al Prof. Armando Piccinni, Presidente della Fondazione BRF Onlus, Istituto per la Ricerca Scientifica in Psichiatria e Neuroscienze. La seconda causa di morte per gli adolescenti, dopo gli incidenti stradali, è il suicidio. Cosa significa? “È problematico individuare un elemento che possa dare una risposta univoca a questa domanda. Il fenomeno è complesso ed è sicuramente determinato da una serie di fattori che si intrecciano inestricabilmente tra loro per dare un risultato di tale gravità. Le differenze tra i ritmi della Malati nell’anima, cresce il numero dei ragazzi che si suicidano. Cosa sta succedendo? 19
  • 20. 20 società attuale confrontati con quelli di solo 100 anni fa sono enormemente più veloci, le richieste e le sollecitazioni che i giovani oggi ricevono possono essere un elemento positivo per la crescita e lo sviluppo del cervello, ma anche una pericolosa fontedistress,cheinalcune situazioni ambientali p a r t i c o l a r m e n t e sfavorevoli o in alcuni soggetti specificatamente predisposti può diventare talmente intollerabile da arrivare ad un gesto così estremo. L’interazione tra il soggetto e l’ambiente circostante nelle fasi di vita precedenti è anche molto importante in quanto modifica la costituzione mentale del soggetto e lo predispone ai comportamenti successivi”. Come può arrivare un giovane di soli 16 anni, nel pieno della sua giovinezza, a togliersi la vita? “L’adolescenza è un momento in cui le emozioni hanno una forza possente e straordinaria, che trasforma gli eventi della vita in situazioni assolute, definitive come se fossero irrimediabili, insanabili, con conseguenze che dureranno tutto il resto della vita. Non esiste a questa età, almeno nella maggioranza degli adolescenti, la capacità di relativizzare gli eventi. Il motivo per cui ciò avviene è da ricondurre a diverse cause, una tra queste è la mancanza di un archivio di esperienze passate sufficientemente ampio da poter utilizzare come termine di confronto per la situazione presente. L’evento non riceve in questo modo nessuna guida di comportamento. In questo ambito trova facilmente spazio lo smarrimento, la disperazione e l’impulsività dei gesti, che possono andare dalla perdita del controllo fino al gesto estremo di togliersi la vita”. La depressione è un male che sta colpendo le nuove generazioni. Cosa sta succedendo? “Gli adolescenti ed i giovani, specie nel mondo occidentale, si trovano per la prima volta in una condizione di solitudine. I genitori spesso sono al lavoro tutto il giorno. Non esistono più nelle nostre case gli spazi per ospitare i nonni o gli anziani del nucleo familiare. Complessivamente ci sono meno guide, meno esempi da seguire o a cui opporsi, in generale meno possibilità di confrontarsi per imparare e per comprendere in quale direzione dirigere il proprio comportamento e la propria vita. Ampliare il discorso alla società odierna ed alle sue problematiche, con la perdita dei valori morali, religiosi, tradizionali completa ma complica molto il quadro”. La società moderna è digitalizzata. Che ruolo giocano i social media? “I social media giocano oggi un ruolo fondamentale nella vita della nostra società ed in particolare degli adolescenti e dei giovani. Oltre ad essere un punto di incontro nuovo, un luogo di confronto ed apprendimento che sostituisce quelli persi nell’ambito della famiglia e dei vecchi nuclei di aggregazione, i social network possono diventare uno spazio di confronto duro. Il luogo virtuale a volte si dimostra spietato e, per quanto possa essere metabolizzato da parte di un adulto, può purtroppo diventare la fonte di una irrimediabile tragedia per un adolescente”. Come si possono evitare drammi come quelli accaduti di recente? “Dobbiamo imparare ad ascoltare i ragazzi, cercare di percepire i campanelli d’allarme che lanciano e non sottovalutarne il disagio. Paradossalmente proprio in questo momento di crisi della scuola, della famiglia, della società, sarebbe necessaria la massima attenzione da parte degli educatori, dei genitori, delle strutture sociali per aiutare quei giovani che
  • 21. Direzione operativa ed organizzazione Back Office Consulenza mirata per costituzione o restyling societario Assistenza soci dedicata ad hoc con numero verde e personale dedicato Health Service Provider con 1560 strutture sanitarie sul territorio Marketing e strategie di comunicazione ai soci Organizzazione di convegni nazionali di settore Formazione personale interno ed incaricati al contatto con i soci Social Media Strategist per una comunicazione al passo con i tempi Consulenza per compliance e policy interna Consulenza giuridica e fiscale Operation per la gestione dei regolamenti applicativi Assistenza, realizzazione piattaforme, siti web ed aree intranet Dati, studi e ricerche sul mondo della Sanità Integrativa Ansi, Associazione Nazionale Sanità Integrativa, nasce dalla volontà di alcuni primari fondi sanitari di creare non solo un’associazione di categoria “indipendente”,maancheuninterlocutorequalificato che si renda portavoce attivo tra Istituzioni, Sistema Sanitario Nazionale e Fondi Sanitari Integrativi. ANSI vuole diventare il soggetto capace di tutelare, aggregare e sostenere le diverse forme mutualistiche operanti in Italia, che garantiscono la salute di circa ¼ della popolazione italiana. “Auspichiamoilbenessereelasalutepertuttii cittadini,comedirittofondamentaledell’uomo epatrimoniosocialedellacollettività” www.sanitaintegrativa.org segreteria@sanitaintegrativa.com sia perché hanno una struttura personale più vulnerabile, sia perché vivono condizioni ambientali particolarmente difficili hanno più bisogno di essere compresi e sostenuti. Il sostegno e la vicinanza ai giovani manca, o in tante situazioni è insufficiente nei differenti piani di intervento”. Quali sono i campanelli d’allarme da non sottovalutare? “I segnali da cogliere possono essere di natura differente e vanno dai sintomi fisici - come stanchezza, fiacchezza muscolare, facile esauribilità agli sforzi, mal di testa, disturbi digestivi e gastro-intestinali, rallentamento motorio, ridotta mimica facciale, dolori muscolari – a sintomi comportamentali - come tristezza, pianto frequente anche per futili motivi, irritabilità, intolleranza a situazioni normalmente tollerate, riduzione del rendimento scolastico, tendenza ad isolarsi, riduzione o aumento dell’appetito con conseguente riduzione o incremento del peso, minore produzione verbale, comportamenti insoliti o bizzarri; sbalzi di umore tra la tristezza e l’euforia o l’irritabilità, disturbi del sonno come risveglio mattinale precoce o presenza di numerosi risvegli durante la notte o tendenza ad addormentarsi molto tardi con l’incapacità a risvegliarsi al mattino, aumento complessivo del numero delle ore di sonno. Spesso si ritrovano sintomi ideativi come tristezza, apatia abulia, appiattimento affettivo, aumento della tendenza a rimuginare con il pensiero, riduzione della memoria, riduzione delle capacità di attenzione o concentrazione, pensieri rivolti prevalentemente al passato, senso di inesorabiltà della condizione attuale, idea di inguaribilità”. Lei è il presidente dell’Istituto per la Ricerca Scientifica in Psichiatria e Neuroscienze, Fondazione BRF Onlus, quali sono le vostre finalità? “La Fondazione mira a promuovere le conoscenze nell’ambito delle neuroscienze. Portiamo avanti studi, realizziamo convegni e conferenze, ci impegniamo per tendere una mano alle numerose persone che soffrono ogni giorno nel nostro Paese a causa di un disagio mentale. Il programma della fondazione si realizza attraverso: la promozione la divulgazione e la diffusione della cultura, delle innovazioni e delle conquiste che riguardano il cervello; l’approfondimento della conoscenza delle malattie mentali mediante la progettazione e l’esecuzione di protocolli di ricerca; l’incontro di studiosi provenienti da differenti discipline delle neuroscienze con l’obiettivo di favorire l’integrazione delle conoscenze e la collaborazione multidisciplinare in ambiti di ricerca comuni e l’istituzione di centri di eccellenza per il trattamento di disturbi psichiatrici rari o complessi che trovano risposte deboli nell’ambito dell’attuale organizzazione sanitaria”.
  • 22. Coopsalute è una cooperativa che nasce dalla volontà di costituire un unico punto di incontro tra la domanda e l’offerta di prestazioni e servizi socio- sanitari-assistenziali. Peculiarità di Coopsalute è infatti quella di stipulare accordi e convenzioni con società di Mutuo Soccorso, Casse di Assistenza, Fondi Sanitari e Compagnie di Assicurazione da un lato e Cooperative, Società di Servizi e liberi professionisti dall’altro. Essere Cooperativa significa agire insieme per il benessere dell’ individuo e il miglioramento della qualità della vita, in un’ottica solidaristica e mutualistica. Il primo network italiano dedicato all'assistenza domiciliare e a tutti quei servizi pensati e costruiti intorno alle esigenze dell'utente. Coopsalute S.C.p.A. info@coopsalute.org www.coopsalute.org Nello scenario socio-economico attuale, riveste un ruolo sempre più di rilievo l’assistenza domiciliare, rivolta ad anziani, disabili, malati e a chiunque si trovi a vivere particolari condizioni di fragilità. Per agevolare il paziente e la sua famiglia in termini di confort e privacy, è importante che tale prestazione sia svolta nel rispetto e nel mantenimento delle massime condizioni qualitative e con assoluta professionalità. Coopsalute assicura tali peculiarità, mediante un’accurata selezione su tutto il territorio nazionale degli erogatori di tali prestazioni, per poter poi formulare pacchetti di prestazioni e servizi ad hoc, da offrire ai suoi convenzionati. Monitorandocostantementeilmercato e i suoi mutamenti e i cambiamenti dei bisogni della collettività, Coopsalute, plasmandosi attorno ad essi, riesce a fornireprestazionisempreinnovative e attuali garantendo anche il costante supporto della sua Centrale Salute H24. Coopsalute, convenzionata tra l’altro con oltre 20 Fondi Sanitari, casse di Assistenza e Società di Mutuo Soccorso, fruitori dei suoi servizi, intende proseguire la sua crescita, divenendo il principale punto di riferimento per tutti gli attori dello scenario socio-sanitario- assistenziale, il “regista” attraverso il quale le parti si incontrano, nel soddisfacimento di bisogni condivisi. 800 598 635 Centrale Cooperativa (riservato agli Assistiti) 06 90198069 info e ufficio convenzioni aderente A aderente B aderente C aderente D ade ade ade ade aderente A aderente B aderente C aderente D aderente A aderente B aderente C aderente D L'assistito si affida a Coopsalute per la propria esigenza sanitaria. Coopsalute si occupa di reperire, all'interno del suo network, le prestazioni richieste. L'assistito usufruisce del servizio adatto alle proprie necessità.
  • 23. 23 a cura di Alessandro Brigato Andrea ha 29 anni, da 4 è malato di SLA da 4. La malattia gli ha tolto la possibilità di muoversi, ma non la sua grande e innata passione per la musica. “Ho perso il movimento, ma con gli occhi riesco a fare (quasi) tutto”, dice sempre. Ed è davvero così: grazie ad un nuovo puntatore oculare riesce persino a mixare i brani con gli occhi ed ha potuto così riprendere l’attività di deejay. Il puntatore “è la mia finestra sul mondo, la mia finestra sulla musica”, ha detto. Ha creato una pagina Facebook, “Con Gli Occhi”, per cercare persone che, come lui, utilizzano soltanto gli occhi e che abbiano voglia di creare un progetto musicale. “My window on the music” è il suo primo singolo: da poche settimane è scaricabile su Itunes, e tutto il ricavato sarà devoluto alla ricerca sulla SLA: “spendendo la cifra che quotidianamente pagate per un caffè potete fare qualcosa di grande, di grandissimo. Troviamo insieme la cura per la Sla e, nel frattempo, ascoltiamo bella musica!”. Ha tanti sogni, Andrea, come quello creare una associazione per aiutare tutti i malati più sfortunati. Ma anche, perché no, partecipare ai più grandi festival del mondo. Per conoscerlo meglio, e cercare di capire quanto davvero la sua passione per la musica e l’aiuto della tecnologia gli siano stati d’aiuto nella lotta contro la malattia, lo abbiamo intervistato. Andrea, prima di chiederti chi sei oggi, ci racconteresti di chi era Andrea 5 anni fa? “Ero un ragazzo come tanti altri. Studiare non mi è mai piaciuto, dunque, dopo aver acquisito la licenza media inferiore, ho iniziato a lavorare nell’impresa edile di mio zio, impegnandomi al massimo affinché un giorno potessi aprire la mia di azienda. Lavoravo molte ore al giorno, ma riuscivo comunque a dedicare del tempo alla mia ragazza, che ho conosciuto quando avevo 18 anni e lei 16, ai miei moltissimi amici e all’allenamento in piscina. Le mie passioni principali erano i viaggi (me ne concedevo qualcuno all’anno), i motori ed ovviamente la musica”. Poi un giorno è successo qualcosa di diverso, ci puoi raccontare come hai vissuto i primi sintomi? “Ho vissuto la cosa in maniera molto ingenua e inconsapevole: ho praticamente ignorato i continui, dolorosi crampi e le fascicolazioni che facevano vibrare tutti i muscoli del mio corpo fin dall’età adolescenziale. Nell’aprile del 2012 inciampavo continuamente ed è così che mi sono accorto che il mio piede sinistro ‘penzolava’ inerte dalla gamba, privo di vita. Soprattutto questo fatto, unito alla continua, eccessiva stanchezza e generale debolezza, mi convinsero ad andare a fare dei controlli da uno specialista. In una prima fase affrontavo la cosa dunque molto serenamente e senza preoccuparmi troppo, ignaro di quello che sarebbe venuto in seguito”. Una volta avuta la diagnosi, quali sono state le persone ed eventualmente i medici e le associazioni che ti sono state vicine e in che modo? “La persona che mi è stata più vicino è stata Chiara, la mia ragazza, che già dall’inizio aveva intuito quanto la cosa fosse grave. Mi ha sostenuto in tutto e per tutto e mi ha accompagnato nei vari ‘pellegrinaggi’ in giro per il mondo, in cerca di una soluzione che purtroppo al momento non esiste. Per quanto riguarda medici ed associazioni devo dire sinceramente che, soprattutto all’inizio, mi hanno fatto sentire solo ed abbandonato. Per carità, ho sempre avuto a che fare con grandi professori che sanno quello che fanno e sono grandi esperti, ma a cui purtroppo manca una certa umanità, quell’empatia nei confronti del paziente. Per quanto riguarda le associazioni invece la colpa è stata mia, nel senso che sono stato io ad isolarmi, a chiudermi in me stesso, a nascondermi e a non cercare l’aiuto di nessuno. Infatti, quando sono venuti a sapere di me e del momento criticissimo che stavo affrontando, mi sono stati molto vicini e mi hanno aiutato, in particolare Aisla Sardegna, SLA: un’isola nell’isola, e il Comitato 16 novembre Onlus nella persona del grandissimo Salvatore Usala”. Nella malattia sei riuscito a trovare la forza di continuare a fare, ad accettare la vita come se tutto questo fosse un La storia di Andrea, il Dj che suona con gli occhi sfidando la SLA
  • 24. 24 nuovo capitolo. Vuoi raccontarci di chi è Andrea oggi, quali sono i suoi hobby, i suoi interessi? “È vero, è un qualcosa a cui sono arrivato gradualmente dopo un periodo di grande tristezza, depressione e abbattimento. Non so come spiegarlo ma dopo l’intervento di tracheo è come se fossi rinato a nuova vita, con una gran voglia di dare e di fare. Andrea oggi è un ragazzo di 29 anni che non ha più dalla sua la forza del corpo ma ha, come mai l’ha avuta prima, quella della sua mente. Sarà che ho tutto il tempo del mondo a disposizione ma mi interesso di tantissime cose, studio e leggo tanto. Ciò che mi appassiona maggiormente è però la musica: grazie al mio puntatore oculare ho potuto riprendere l’attività di dj. Con l’installazione del software Virtual dj mi è infatti possibile mixare i vari brani con gli occhi!!!”. Nonostante la malattia, dai sempre un’immagine sorridente di te, senza trascurare il tuo aspetto: occhiali nuovi, orologi e tatuaggi. Ti piace avere sempre cura dei dettagli e del tuo aspetto? “Si, mi piace sempre apparire bene nelle foto, e i tatuaggi mi sono sempre piaciuti moltissimo solo che il lavoro me lo impediva, mentre ora non ho di questi problemi, infatti sono in arrivo ben tre tatuaggi! E gli orologi idem, a casa possiedo una collezione”. La musica svolge un ruolo molto importante nella tua vita, ci racconti il tuo ultimo progetto “My Window on the music”, come è nato e se ti sei ispirato a qualcuno? “My Window on the music è per me la realizzazione di un sogno.Sitrattadelmioprimobrano,giàscaricabilesuiTunes, il cui ricavato andrà interamente a favore della ricerca contro la SLA, nello specifico ad AISLA, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica. La persona grazie alla quale questo sogno è divenuto realtà risponde al nome di Francesco Daros, un ragazzo che ai primi di dicembre mi ha scritto ‘di non poter sorvolare su questa mia passione’, che poi è appunto il suo lavoro. Francesco, giovanissimo, è infatti il responsabile nonché gestore di due etichette internazionali ed ha voluto mettere a disposizione i suoi artisti ed il suo studio per la realizzazione di questo mio progetto. È stato lui a proporre l’idea di un brano che fosse uno ‘slogan’ per tutte le persone nella mia condizione, che potesse infondere in loro positività e coraggio. E il grandissimo artista che Francesco ha messo a mia disposizione è dj Gary Caos che, con la collaborazione di Nihil Young, ha composto il mix della canzone, che ho adorato fin dal primo momento! Oltre ad essere un dj di fama internazionale, Gary è soprattutto una grande persona, molto umile! Francesco e Gary sono la dimostrazione che il mondo della vita notturna e del djing non è interessato solamente al business e a cose frivole”. Credichelatecnologiaabbiadatouncontributoimportante a vivere meglio il decorso di questa patologia? “Ciò che dico sempre e di cui sono fermamente convinto è che la tecnologia sia l’unica vera ‘cura’ al momento disponibile per questa patologia. Questa malattia ti priva gradualmente di quelle che sono le cose principali della vita, abbassandone drasticamente ed inesorabilmente la qualità. In ultimo ti priva della cosa che, da che mondo è mondo, è davvero essenziale, la comunicazione. Fortunatamente si è riusciti a brevettare un dispositivo altamente tecnologico come il puntatore oculare, che riesce a sopperire in maniera egregia a questo gravissimo deficit. Il puntatore oculare è la mia finestra sul mondo, la mia finestra sulla musica”. Per concludere, se incontrassi il famoso genio della lampada, quali desideri esprimeresti? “Sicuramente quello di riuscire a aiutare il maggior numero di persone possibili, malati meno fortunati di me ecc. Ho anche in mente di creare una associazione proprio per questo. E poi sicuramente chiederei di aprirmi le porte verso i più grandi festival del mondo”.
  • 25. 25 Siamo una delle più grandi realtà nel panorama della Sanità Integrativa e lo dobbiamo al lavoro, alla passione e alla professionalità che mettiamo in ogni sfida che dobbiamo affrontare. Siamo impegnati nella ricerca costante di nuovi traguardi da raggiungere, forti di un credo che vede la Salute e il Benessere della persona al centro di ogni nostra attività, diritti fondamentali da tutelare e promuovere. In questi anni abbiamo formato professionisti della Salute, sposando i principi di una Società moderna e collaborativa in cui tutti possano contribuire alla costruzione di un sistema socio-assistenziale solido, orientato sulla Cura Totale della persona. Insieme abbiamo creato una rete efficiente e ben organizzata sul territorio credendo nei nostri progetti, ma soprattutto nelle persone che ci hanno dimostrato, nel tempo, dedizione e disponibilità a formarsi. Persone che, ogni giorno, ci consentono di scrutare l’orizzonte con serenità e voglia di fare e alle quali vorremmo dire il nostro grazie. ITALIA “La salute è la più grande forza di un popolo civile”
  • 26. 26 a cura di Nicoletta Mele e Mariachiara Manopulo Lo scorso 9 febbraio Health Italia S.p.A, società leader nel mercato della Sanità Integrativa, ha debuttato su AIM Italia (Mercato Alternativo del Capitale), sistema multilaterale di negoziazione organizzato e gestito da Borsa Italiana e dedicato alle piccole e medie imprese, salito così a quota 76 società quotate. La cerimonia di quotazione si è svolta nell’Area Scavi, sicuramente lo spazio più affascinante e scenografico di Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana, alla presenza del management di Health Italia, e dei rappresentanti degli advisors che hanno partecipato all’operazione: Kpmg (revisione contabile), Osborne Clark (legal advisor) Studio Frosio (commercialista), Banca Profilo (advisor finanziario e specialist), Envent Capital Markets (nomad e global coordinator), JCI Capital (advisor finanziario), Directa Sim (collocamento retail). La cerimonia è iniziata con un breve saluto di un rappresentante della Borsa, che poco dopo è stato raggiunto sul palco dal presidente di Health Italia, l’Ing. Roberto Anzanello. Un minuto prima delle 9, ora di apertura dei mercati, è iniziato il countdown: finiti i Borsa Italiana: Health Italia debutta sul mercato AIM
  • 27. 27 in evidenza sessanta secondi, il presidente ha suonato, come da rito, la campanella, ufficializzando il debutto di Health Italia sul mercato AIM. “Il progetto di quotazione sul mercato AIM Italia rappresenta una tappa fondamentale per Health Italia – ha dichiarato Roberto Anzanello – che potrà cogliere le opportunità derivanti dal progressivo sviluppo della sanità integrativa, con l’obiettivo di consolidare il proprio vantaggio competitivo e introdurre un range di servizi innovativi, che miglioreranno la qualità e l‘accessibilità dei servizi sanitari e di welfare all‘individuo, alle famiglie ed alle aziende”. La società ha chiuso il 2015 con ricavi aggregati pari a € 11,8 milioni ed un EBITDA aggregato pari a € 4,4 milioni. Il Gruppo Health Italia prevede il raggiungimento nel 2016 di ricavi aggregati pari a circa €18,8 milioni, con un EBITDA aggregato pari a circa €6,4 milioni. “La prima società ad entrare in Borsa nel 2017, è una società AIM Italia. Questo ci rende particolarmente contenti, visto il forte impegno che come Borsa Italiana stiamo mettendo sulle piccole e medie imprese, vero motore del nostro tessuto economico. Siamo certi che la quotazione supporterà l’azienda nel consolidare i propri risultati, accelerando il percorso di crescita grazie all’accesso ai capitali, anche quelli stimolati dai nuovi piani di risparmio”, ha commentato Barbara Lunghi, Head of Primary Markets di Borsa Italiana. Health Italia S.p.A. è specializzata nella promozione di soluzioni di sanità integrativa e sostitutiva, nell’erogazione di servizi amministrativi, liquidativi, informatici e consulenziali a Fondi Sanitari, Casse di assistenza sanitaria e Società di Mutuo Soccorso, nella gestione dei Flexible Benefit (clientela Corporate) e nell’erogazione di prestazioni sanitarie presso strutture di proprietà. Il Sistema Sanitario Nazionale è in crisi e non è più in grado di rispondere alle reali esigenze dei cittadini. Il ricorso alla Sanità Integrativa è l’unica soluzione per riportare il diritto alla salute al centro della vita di ogni individuo. Stando agli ultimi dati Censis, il 57,1% degli italiani è a favore del cosiddetto “secondo pilastro” e sono 26,5 milioni gli italiani che si dicono pronti a sottoscrivere una polizza sanitaria o ad aderire a un Fondo sanitario integrativo. Il Gruppo Health Italia si propone quindi di fornire, per il mercato Italiano, servizi innovativi che migliorino la qualità e l’accessibilità ai servizi sanitari all’individuo, mediante la propria organizzazione finalizzata alla divulgazione dei principi mutualistici, all’allargamento della base sociale e all’adesioneaSocietàdiMutuoSoccorso,eallapromozione di Sussidi Sanitari, anche tramite il coordinamento, la gestione e la formazione di reti di Promotori mutualistici. “Grazie a Health Italia - ha aggiunto Anzanello - è possibile sottoscrivere un’ampia gamma di sussidi sanitari, e usufruire quindi di prestazioni integrative del Servizio Sanitario Nazionale”.
  • 28. Nessuna distinzione per numero di componenti della famiglia Nessuna distinzione di età Sussidi per Single o Nucleo famigliare Detraibilità fiscale (Art. 15 TUIR) Nessuna disdetta all’associato Durata del rapporto associativo illimitata Soci e non “numeri” perché abbiamo scelto mba? rimborso interventi home test alta diagnostica assistenza rimborso ticket conservazione cellule staminali visite specialistichesussidi per tutti check up MBA si pone come “supplemento” alle carenze, ad oggi evidenti, del Servizio Sanitario Nazionale. L’innovazione dei Sussidi che mette a disposizione dei propri associati identifica da sempre MBA come una vera “Sanità Integrativa” volta a migliorare la qualità di vita degli aderenti. Mutua MBA Tel. +39 06 90198060 - Fax +39 06 61568364 www.mbamutua.org
  • 29. 29 a cura di Lucrezia Anzanello L’elezione di Donald Trump a quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti di America ha certamente destato qualche perplessità nell’opinione pubblica mondiale. Ancora prima del suo insediamento alla Casa bianca, il futuro Presidente ha fatto discutere di sé e del suo programma politico, ponendosi spesso in contrasto con le scelte operate dal predecessore Barack Obama. Tra queste è senza dubbio rilevante la ferma opposizione mostrata da Trump nei confronti della riforma sanitaria approvataeattuatanelcorsodellaprecedentepresidenza. Il primo atto firmato dal neo Presidente nel notorio studio ovale della residenza presidenziale è stato, infatti, un decreto esecutivo diretto alle agenzie governative volto a ridurre il peso della riforma sanitaria. La riforma sanitaria The Patient Protection and Affordable Care Act, meglio nota come “Obamacare”, è una legge federale promulgata nel marzo del 2010 che ha sostanzialmente modificato le modalità di accesso alle cure mediche negli Stati Uniti d’America. Principio base della riforma è che la salute sia un diritto inalienabile a prescindere dalla condizione economica del singolo. L’affermazione di tale principio nell’ambito americano non è assolutamente banale, poiché la Costituzione americana non garantisce il diritto alla salute, diversamente da quanto invece accade nell’ordinamento italiano nel quale la Carta Costituzionale contiene, all’articolo 32, un espresso richiamo alla tutela della salute come diritto fondamentale dell’individuo. Per meglio comprendere il contesto di riferimento, è necessario considerare che se il modello europeo di assistenza sanitaria si fa risalire all’esempio tedesco di assistenza sociale obbligatoria fondato nel 1883 da Otto von Bismarck, il modello americano si caratterizza per l’origine recente. Solo nel 1960 sono stati pensati, dall’allora Presidente J.F. Kennedy, i primi programmi di protezione sociale a favore di anziani, disabili e persone economicamente disagiate; i programmi sono stati approvati dal Congresso americano nel 1965 e sono giunti immodificati sino al 2010 salvo qualche parziale implementazione. Infatti, i pochi tentativi di riformare organicamente il sistema sono naufragati a causa delle forti resistenze politiche incontrate che hanno neutralizzato ogni accenno di cambiamento. I programmi operano su due piani differenti in quanto il cd. Medicare ha rilievo nazionale mentre il Medicaid prevede una gestione rimessa ai singoli stati federali. Nello specifico, il primo programma è rivolto a tutti gli ultrasessantacinquenni ed ai disabili e garantisce tutela attraverso medici e strutture sanitarie convenzionate con il governo centrale. Il programma non copre però tutti i servizi e le prestazioni mediche rimanendo di fatte escluse - a titolo esemplificativo - le cure odontoiatriche, gli impianti acustici e i servizi di assistenza di lungo periodo. Con il programma Medicaid viene, invece, garantita l’assistenza sanitaria dei cittadini che non raggiungono una soglia minima di reddito e vengono dunque considerati indigenti. Tra i destinatari del programma si registrano anche le donne in gravidanza e le famiglie con bambini, che possono usufruire dei servizi erogati per le fasi del parto, le cure neonatali e della prima infanzia. Ciò detto, è di immediata evidenza come la mancanza di un sistema nazionale di protezione sociale abbia reso decisamente frammentata la rete assistenziale creando delle discriminazioni importanti in relazione alla tutela della salute dei cittadini. Oltre ai programmi sopra menzionati, una tutela effettiva della salute del singolo veniva tendenzialmente garantita solo in presenza di un rapporto di lavoro dipendente o, comunque, a colui che possedeva lo status sociale di soggetto attivamente partecipe al mondo del lavoro. L’Obamacare ha rivoluzionato il panorama descritto sancendo il diritto ed il dovere per i quasi cinquanta milioni di cittadini non aventi una copertura sanitaria di ottenere una tutela con prestazioni minime garantite tra cui le cure per i figli sino ai ventisei anni e alcuni esami preventivi. La riforma, strutturale ma soprattutto culturale, ha accolto alcune resistenze da parte del Congresso che ne hanno contestato la legittimità in sede giudiziale; ciò nonostante la Corte Suprema ne ha confermato la correttezza a discapito delle critiche mosse. Cosa accadrà adesso? Dalle ultime dichiarazioni rilasciate dal Presidente Trump, l’Obamacare dovrebbe diventare un lontano ricordo entro il 2018 e sarà sostituita da un programma di assistenza sanitaria per tutti che coinvolge anche le case farmaceutiche. Sul punto, certamente significativo è il tweet del presidente Trump che ha dichiarato “Obamacare continues to fail. Humana to pull out in 2018. Will repeal, replace & save healthcare for ALL Americans”. La speranza, ovviamente, è che il principio della salute quale diritto inviolabile del singolo venga mantenuto e anzi riempito di significato dalle prossime riforme in materia. La sanità che fa discutere
  • 30. 30 Scegliere una buona sanità con un click. Con la start up ScegliereSalute è possibile a cura di Alessia Elem ScegliereSalute (www.sceglieresalute.it) è il portale che con un solo click, grazie ad un vasto database completo di medici, professionisti, strutture e centri sanitari, offre uno strumento di confronto equo e partecipato, che permette all’utente di conoscere la migliore offerta di assistenza e aiuta le strutture stesse a migliorarsi. L’obiettivo del progetto, presentato sul mercato nel 2015, è quello di scegliere consapevolmente da chi farsi curare, lasciando e condividendo una recensione, o semplicemente leggendo le esperienze degli altri. Per saperne di più, abbiamo intervistato gli ideatori della start up, Giuseppe Lorusso e Angelo Marvulli. “Abbiamo pensato – hanno spiegato - ad un innovativo strumento di confronto, equo e partecipato, che contribuisca a riconoscere e diffondere le buone pratiche sanitarie, e a colmare il gap informativo esistente sulle prestazioni erogate e lo stato delle strutture ospedaliere”. Da dove nasce l’idea di questo progetto? “L’idea è nata molto semplicemente da vicende personali. Una nostra amica doveva partorire e non riusciva a capire quale struttura preferire. Per decidere l’ospedale al quale rivolgersi ha chiesto a tutti i suoi amici e sulla base delle esperienze che le venivano raccontate ha fatto la sua scelta. Ci siamo resi conto che l’unica legge che vale in questi momenti è la condivisione di esperienze. E allora abbiamo pensato che poteva essere interessante metterle insieme, pubblicandole sul sito. Abbiamo pensato agli studenti, o a chi si trasferisce in grandi città e che può avere problemi seri a scegliere 30
  • 31. 31 strutture o professionisti a cui affidarsi. Ma abbiamo pensato anche ai medici, che si affacciano sul mercato del lavoro in una grande città, e hanno la necessità di farsi conoscere: noi offriamo sul sito una vetrina. Inoltre, diamo la possibilità di poter prenotare online le visite specialistiche, chiedendo ai medici un piccolo sconto per poter usufruire del servizio e assicurare ai pazienti tariffe più eque. Ad entrambe le categorie, quindi, offriamo strumenti di conoscenza”. Come funziona? “L’interazione è alla base del progetto: ogni utente può registrarsi e raccontare la propria esperienza, ma i contributi vengono puntualmente filtrati e verificati da noi. All’interno dell’archivio anche i singoli professionisti (medici, odontoiatri, psicologi, etc) possono monitorare e confermare la propria identità, oltre a seguire in tempo reale l’evoluzione dei giudizi sul loro conto. All’interno del sito web o tramite App, relativamente alle strutture ospedaliere, gli utenti possono raccontare la loro esperienza ed esprimere una valutazione, con un punteggio che va da 1 a 5, relativamente ai quattro parametri individuati. Per quel che riguarda invece medici specialisti, centri diagnostici e professionisti sanitari, da oggi è anche possibile acquistare online le prestazioni a prezzi ridotti. È uno dei primi esempi di booking online nella sanità”. La tecnologia fa parte del nostro quotidiano ed anche in campo sanitario i nuovi dispositivi si stanno imponendo. ScegliereSalute offre servizi più veloci all’utente che spesso si trova a combattere con le lunghe liste di attesa? “È il principio alla base dell’e-Health, per cui garantire prestazioni migliori a prezzi più ragionevoli, abbattendo le lunghe liste d’attesa, crediamo sia l’obiettivo che ci ha portati ad impegnarci per questo progetto”. Dalla parte delle strutture sanitarie che hanno aderito, il vostro è uno strumento di feedback per migliorare i servizi erogati, è così? “Esatto, infatti il nostro slogan è “Scegliere la buona Sanità”, ed in rete le opinioni, specialmente quelle positive, sono numerose. Questo ci porta ad avere più fiducia sulla qualità dei nostri professionisti sanitari”. In questo momento storico dove è sempre più evidente la crisi del Sistema Sanitario Nazionale, quanto è importante avere a disposizione uno strumento come il vostro? “Direi che è fondamentale. Si parla di digitalizzazione delle imprese, della pubblica amministrazione, ma sulla sanità si è rimasti indietro di qualche decennio. Chiediamo in particolare ai medici uno sforzo ulteriore per diventare “più social” e facilmente reperibili dai pazienti. “La salute è il primo dovere della vita” (Oscar Wilde), e l’idea di ScegliereSalute è quella di avere la possibilità di migliorare il livello qualitativo dell’offerta sanitaria soltanto grazie al contributo attivo dei destinatari finali delle cure”. Quali sono stati i risultati raggiunti fino ad oggi? Siete soddisfatti? “Le strutture ed i medici, vessati ogni giorno da nostri competitors, hanno apprezzato il nostro approccio commerciale: una mail di invito ad iscriversi, semplici passaggi per creare il profilo ed ecco completata l’iscrizione. Nessuna quota di iscrizione né tantomeno quote di rinnovo annuale, ma una percentuale (molto bassa) sulle prestazioni acquistate dai pazienti”. Progetti per il futuro? “Abbiamo in mente un grande progetto, di cui non posso anticipare i contenuti, ma che sarà in grado di coinvolgere il mondo del sociale e delle realtà associative a difesa del diritto alle cure. Non ci fermiamo, ovviamente, ed abbiamo grandi idee da sviluppare, assieme ai nostri partner di Health Italia, una delle più grandi società presenti nel panorama della Sanità Integrativa”. Fare delle scelte per la propria salute, affidarsi a professionisti del settore ed a strutture qualificate non è spesso semplice, ma grazie a strumenti come ScegliereSalute è possibile, con un solo click, aiutare gli utenti risparmiando del tempo prezioso per propria salute.
  • 32. 32 Airc, in corso uno studio anti cancro mirato all’orologio biologico delle cellule malate a cura di Nicoletta Mele Le cellule del nostro organismo sono dotate di un “orologio biologico”, che determina un’oscillazione ciclica di numerosi processi: l’alternanza del sonno e della veglia, il ritmico succedersi dei pasti, le variazioni giornaliere della pressione sanguigna e di gran parte degli ormoni; è quindi necessario per gestire la quantità di energia di cui le cellule hanno bisogno per svolgere una serie di funzioni. Dormire poco, mangiare male e non fare attività fisica sono azioni che hanno un grosso effetto negativo sull’orologio biologico, che alla lunga può “rompersi” causando così lo sviluppo di neoplasie. Per saperne di più abbiamo intervistato il dottor Benedetto Grimaldi, ricercatore AIRC presso l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova: “Gli stili di vita inadeguati possono causare un malfunzionamento dell’orologio biologico delle cellule sane, inducendo lo sviluppo del cancro. Non solo, ad esempio un’alimentazione sbilanciata, può influenzare il ciclo vitale delle cellule tumorali, favorendo lo sviluppo della malattia. Infatti, anche queste cellule sono dotate dell’orologio biologico, ma è danneggiato; così i tumori, anziché per gestire la dotazione energetica, lo usano solo per crescere ed espandersi”. Con il contributo dell’AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, state portando avanti uno studio su come le cellule tumorali riescano ad alterare il loro orologio biologico. Ad oggi, quali sono i risultati raggiunti? “Il nostro gruppo ha recentemente messo in luce il modo in cui vengono alterati alcuni ingranaggi dell’orologio molecolare e ha fornito la prima evidenza sperimentale: unapprocciodiricercaesviluppodinuovifarmaci,basato sulla modulazione di proteine circadiane, può essere utilizzato per lo sviluppo di nuovi agenti chemioterapici innovativi. In particolare, abbiamo identificato delle correlazioni tra alcune lancette molecolari dell’orologio delle cellule di cancro e il processo di autofagia, una sorta di apparato digerente delle cellule, utilizzato per riciclare energia e consentire al tumore di crescere. Grazie ad AIRC, stiamo adesso comprendendo sempre più a fondo le molteplici connessioni esistenti tra l’orologio difettoso dei tumori e la loro capacità di accrescersi. Nell’insieme, questi studi porteranno all’individuazione di nuovi approcci terapeutici per la cura del cancro, in cui specifiche molecole chimiche andranno a bloccare gli ingranaggi malfunzionanti e potranno far capire alle cellule malate che è ora di ‘dormire’ per sempre. La futura ‘ottimizzazione’ di queste molecole chimiche potrebbe generare innovativi medicinali che potremmo chiamare cronofarmaci, da utilizzare come nuove armi per combattere i tumori e per il miglioramento della cura del cancro che colpisce il fegato, il pancreas, la prostata e la mammella”. Si tratta di un filone di ricerca ancora aperto a cui Grimaldi ha deciso di dedicare gran parte del suo lavoro e ancora prima i suoi studi. Infatti, dopo essersi specializzato nella biologia molecolare dei ritmi circadiani all’Università La Sapienza di Roma, città dove è cresciuto, e presso l’Università della California, dal 2011 lavora all’IIT dove dirige un laboratorio di medicina molecolare per lo sviluppo di innovativi cronofarmaci le cui proprietà curative risiedono nello spostare “le lancette delle cellule malate alla giusta ora”. Cosa accadrà nell’attesa che questi farmaci arrivino in clinica? “È possibile fin da ora sfruttare alcune delle conoscenze acquisite sull’orologio biologico delle cellule per prevenire il cancro o renderlo meno aggressivo. È stato dimostrato che sia l’azione benefica che gli effetti collaterali di
  • 33. 33 molti farmaci attualmente utilizzati per combattere i tumori dipendono anche dall’orologio biologico. Le molecole che bloccano gli orologi tumorali potrebbero significativamente implementare l’azione di medicinali già esistenti, aumentando la loro efficacia sul tumore, ma diminuendo i loro effetti indesiderati nei confronti delle cellule sane”. Il dottor Grimaldi ha 42 anni, nel pieno della sua carriera, è sposato, ha due figli e sta lavorando affinché un giorno le nuove generazioni abbiano a disposizione un farmaco per le cure. “È una corsa contro il tempo - ha detto - ma ad oggi il tumore non è più considerato un male incurabile. La raccolta fondi per la ricerca è fondamentale per vincere la sfida contro il cancro”. Una sfida che l’AIRC porta avanti da 50 anni. Grazie a un investimento complessivo di 102 milioni di euro, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e la sua Fondazione hanno recentemente assegnato i fondi per 602 progetti di ricerca e 78 borse di studio. Circa 5.000 ricercatori possono così lavorare in laboratori di università, ospedali e istituzioni di ricerca in tutta Italia, prevalentemente in strutture pubbliche, con un beneficio tangibile per i sistemi della ricerca e della sanità del nostro Paese. Un vero e proprio esercito di scienziati composto per il 63% da donne e per il 52% da under 40, impegnati a rendere il cancro sempre più curabile.
  • 35. 35 a cura di Mariachiara Manopulo Mangiare sano: è questa la prima cosa da fare per mantenersi in salute. Un imperativo, quasi, che però ancora troppe persone non seguono. Tra junk food, cibo di bassa qualità, e sedentarietà, lo stile di vita di molti italiani non sembra essere infatti troppo corretto. Mangiare sano vuol dire imparare a conoscere i prodotti ortofrutticoli e la loro stagionalità, ma anche fare una spesa consapevole. Fare attività fisica poi fa bene anche all’ambiente: scegliere le scale e non usare l’ascensore, lasciare a casa la macchina, camminare il più possibile e utilizzare i mezzi pubblici o la bicicletta per recarsi a scuola o al lavoro. I più giovani purtroppo sono i primi a non magiare correttamente, e questo perché molte volte manca una vera e propria educazione alimentare, che li stimoli ad uno stile di vita sano. I rischi di obesità e sovrappeso sono dietro l’angolo, e possono portare i ragazzi a sviluppare malattie come il diabete di tipo 2 e l’ipertensione arteriosa. La Fondazione del Gruppo San Donato ha lanciato un progetto proprio con questo obiettivo, focalizzare l’attenzione sul tema dell’alimentazione sostenibile, per l’organismo, ma anche per l’ambiente. Si chiama “progetto EAT”, Alimentazione Sostenibile (www. progetto-eat.it); inizialmente si è rivolto soprattutto agli adolescenti, tra i 12 e i 14 anni, con diverse iniziative nelle scuole, educandoli ad una corretta alimentazione e all’attività fisica – tant’è che EAT è l’acronimo di “Educazione Alimentare Teenagers”. Lo scopo era stimolarli ad adottare comportamenti semplici ma virtuosi, far capire loro che anche a quella età è importante mangiare bene, fare attività fisica, non fumare. In primis, sono stati analizzati i loro comportamenti alimentari; sono stati poi organizzati degli incontri con dei nutrizionisti, per parlare di cibo, insegnare ai ragazzi a conoscerlo e a sceglierlo con consapevolezza. Hanno insegnato loro a conoscere i macronutrienti, la stagionalità difruttaeverduraeilprocessodigestivo.Sonostatidimostrati i benefici che scelte alimentari consapevoli possono avere sul clima e sul tessuto sociale. Agli incontri, fuori e dentro la scuola, hanno partecipato anche i genitori e gli insegnanti, che sono quindi stati parte attiva del programma. Ai ragazzi sono stati dati dei contapassi, affinché si rendessero conto dell’effettiva attività fisica quotidiana. I risultati sono stati buoni e, visto il successo, il Gruppo San Donato ha deciso di proseguire e andare oltre, intraprendendo un percorso focalizzato sulla prevenzione: EAT oggi non è più un solo un progetto di educazione alimentare per adolescenti, ma si è allargato a tutti coloro desiderosi di abbracciare uno stile di vita sostenibile. Una parte importante del progetto è dedicata alle donne in stato di gravidanza. Durante la dolce attesa, è fondamentale seguire una alimentazione sana, sia per la salute della futura mamma che del nascituro. La gravidanza è un periodo di trasformazione profonda: la donna aumenta di peso, cambiano gli equilibri ormonali, la respirazione, ma anche il sistema cardiovascolare e il metabolismo. Per questo scegliere i cibi con attenzione è importante per vivere al meglio questo periodo, e anche i primi mesi dopo la nascita. Sul sito internet del progetto, le future mamme possono tra l’altro trovare tante notizie e consigli utili. EAT non è solo un progetto di educazione alimentare, capace di farci conoscere meglio il cibo e le materie prime; è un vero e proprio stile di vita che segue una semplice filosofia: l’alimentazione non è solo la migliore forma di prevenzione, è anche la più piacevole. Il progetto racchiude in sé tre elementi molto importanti: il “Piatto In-Forma”, la piramide ambientale e la piramide comportamentale. Il “Piatto In-Forma” è una sorta di piramide alimentare e si propone di rappresentare il giusto equilibrio alimentare. È diviso in quattro spicchi: frutta, ortaggi, cereali integrali, proteine di qualità. Frutta e ortaggi sono una fonte importantissima di sostanze protettive e antiossidanti con azione anti-infiammatoria, fibre, sali minerali e vitamine responsabili del corretto funzionamento del metabolismo; i cereali integrali sono fonte di carboidrati complessi non raffinati, ricchi di fibre e con un basso indice glicemico. Le proteine sono rappresentate dal pesce e dai legumi: entrambi sono un’ottima alternativa alla carne rossa e ai formaggi, che contengono grassi saturi che possono Progetto EAT, l’educazione alimentare sostenibile del Gruppo San Donato
  • 36. 36 essere pericolosi per la salute. La “piramide ambientale”, invece, evidenzia l’impatto ecologico dei diversi cibi sull’ambiente. In alto si trovano i cibi la cui produzione inquina di più (carni e latticini) e richiede più acqua, andrebbero pertanto consumati con moderazione. In basso quelli più sostenibili (frutta, verdura e cereali), da assumere più frequentemente. Infine, c’è la “piramide comportamentale”: il simbolo di un “sano ed equilibrato stile di vita”, che ha l’obiettivo di guidarci nella scelta degli alimenti e dei comportamenti quotidiani. È formata da sei sezioni, contenenti vari gruppi di alimenti, più una sezione dedicata all’attività fisica. Ciascun gruppo alimentare deve essere presente nella nostra dieta in modo proporzionale alla grandezza della sua sezione. Alla base della Piramide troviamo gli alimenti che possiamo utilizzare più spesso mentre, al vertice, troviamo quelli che è meglio limitare. Dal basso verso l’alto ci sono: acqua, verdura, frutta e ortaggi; pane, patate, riso e pasta; legumi, uova, carne bianca e olio d’oliva; formaggi, pizza, fritti; e in cima dolci e fritti. Bisognerebbe poi dedicare 60 minuti al giorno all’attività fisicaeallosport:calcio, tennis, bicicletta, basket. Confrontando le due piramidi, quella ambientale e quella comportamentale, si vede come i cibi più sani siano anche quelli più ecologici. Sul sito si possono anche leggere i dieci consigli per un piatto “IN-FORMA”: 1. Quando scegliete cosa mangiare, fatelo con la testa e non solo con la gola. Varia le tue scelte in modo da dare all’organismo tutto quello di cui ha bisogno. Metti sulla bilancia le calorie: quelle assunte devono corrispondere il più possibile a quelle spese 2. Mangia più cereali, meglio se integrali. Consumate almeno 5 porzioni al giorno di frutta e verdura, fonti di vitamine, sali minerali, fibre, acqua e sostanze antiossidanti. 3. Limita i grassi ma non rinunciare al gusto. Prediligi quelli di origine vedetale, come l’olio extravergine di oliva. Mangiate pesce due o tre volte a settimana: è ricco di preziosi acidi grassi Omega 3. 4. Bere acqua purifica il corpo. Consumatene almeno 1,5- 2 litri al giorno. Andateci piano invece con le bevande zuccherate. 5. Fate la spesa a stomaco pieno e con la lista di cosa comprare. Eviterete di farvi guidare dalla gola: ne beneficeranno la vostra salute e le vostre tasche. 6. Fate tre pasti al giorno e, se preferite, fate due spuntini al giorno: sono una buona soluzione per disinnescare la fame e avere l’energia necessaria per nutrire mente e corpo. 7. Non sottovalutate la prima colazione e non saltate mai i pasti. 8. Consumate legumi 1-2 volte alla settimana, anche abbinati con pasta e riso. Sono una fonte preziosa di proteine e possono sostituire carne e pesce. 9. Non credete ai miracoli: bando alle diete restrittive. Causano il cosiddetto “effetto yoyo”: prima si dimagrisce e poi si ingrassa. Per essere in buona salute non servono digiuni, fatiche eccessive in palestra e diete sbilanciate. 10. Usate poco sale. Non serve per gustare il cibo al meglio. Il sale è già presente in tanti alimenti e l’eccesso potrebbe favorire la comparsa di problemi come l’ipertensione arteriosa. Usate sale iodato per prevenire alcune malattie della tiroide. Si possono trovare anche consigli utili per fare la spesa al meglio e in maniera consapevole, e c’è persino una sezione con tante ricette, sane e appetitose. Fare attenzione agli alimenti non significa essere a dieta, o fare grandi rinunce: ogni cibo ha le sue proprietà e, se consumato in quantità corretta, non fa male. EAT si propone di far conoscere il cibo, in modo sostenibile; sostenibile per il nostro organismo, sostenibile per l’ambiente che ci circonda. Perché rispettare noi stessi significa anche rispettare l’ambiente, assecondare il ritmo delle stagioni e ridurre lo spreco. Se la sostenibilità ambientale è il futuro del pianeta, quella alimentare sarà il testamento da trasmettere alle generazioni future. 36
  • 37. “Health Book” il primo libro di mutua mba dedicato alla prevenzione! L‘importanza della prevenzione in un libro Health book I libri della salute di Mutua MBA Da un recente studio effettuato in Italia è emerso come quasi una persona adulta su due sia completamente avulsa dall’adottare una linea di prevenzione medica adeguata. Prerogativa di una società di Mutuo Soccorso non può, pertanto, essere “solo” quella di garantire l’accesso privilegiato alla salute attraverso una valida integrazione al Sistema Sanitario Nazionale, ma deve forzatamente infondere la cultura della prevenzione intesa come cura di sé stessi, poiché in essa stessa risiede l’unica via utile a soddisfare la crescente domanda di assistenza che la sanità pubblica non riesce – e non riuscirà - ad accontentare. Per tale motivo Mutua MBA ha deciso di raccogliere interviste, analisi e studi di settore, ma soprattutto consigli pratici, esercizi e ricette culinarie per innescare l’attitudine a prendersi cura di noi stessi, con l’intento di prevenire il più possibile malattie e infortuni. Vuoi ricevere “Health Book - L’importanza della prevenzione” nella tua casella di posta elettronica? Invia una email a info@healthonline.it e segnalaci i tuoi contatti, ti sarà inviato senza alcuna spesa aggiuntiva. Inoltre, su espressa richiesta e con un contributo di soli 10€ (+s.s.), potrai ricevere direttamente a casa la versione cartacea del libro. La somma sarà devoluta da Mutua MBA alla Fondazione Basis, ente no-profit dedicato alla promozione e allo sviluppo di iniziative culturali, educative, formative, di integrazione sociale e assistenza sanitaria.
  • 38. 38 L’inquinamento è una minaccia per la salute dei capelli a cura di Alessia Elem I capelli sono una parte importante del nostro organismo e come tale devono essere tenuti in buona salute. Mediamente sono circa 100.000-150.000 i capelli che ognuno ha sul proprio cuoio capelluto. Il capello è composto all’85% di cheratina, 0.1% di melanina, 3% di lipidi, il 12% è acqua. La sua struttura si compone di tre parti: il fusto, ossia la parte visibile, costituita da cellule completamente cheratinizzate che hanno perso il nucleo e le loro funzioni vitali; la radice che si trova sotto la cute ed è collegata al fusto erettore del pelo; il bulbo, alloggiato nella parte più profonda del follicolo in cui il capello nasce e si sviluppa. Da cosa è costituito il fusto? Dal midollo, dalla cuticola e dalla corteccia. Il midollo è lo strato interno e costituisce la colonna centrale del fusto. In esso si trovano cellule che degenerano velocemente alternate da bolle d’aria. La cuticola è invece lo strato esterno ed è costituita da più strati di cellule sovrapposte che formano le squame del capello. Tali cellule, appiattite e allungate, vengono chiamate cheratinociti perché ricche della proteina cheratina. La cheratina è la parte fondamentale del capello ed è formata da carbonio, azoto, ossigeno, idrogeno e zolfo. Come tutte le proteine è una lunga catena di aminoacidi. Se non è disponibile in quantità sufficiente, i capelli diventano più fragili e quindi meno resistenti alle aggressioni esterne. La corteccia invece è la parte intermedia e contiene la melanina, responsabile del colore dei capelli. Oltre a rappresentare la porzione più importante del fusto è anche la prima parte a subire danni in caso di utilizzo di prodotti aggressivi o agenti atmosferici. È stata condotta a Seoul, in Corea, in collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Naturali dell’Università delle Donne Sookmyung, del Dipartimento di Dermatologia dell’Ospedale Yeouido di Santa Maria e dell’Università 38
  • 39. 39 Cattolica, e pubblicata a marzo scorso, una ricerca (www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27018067) che dimostra come l’inquinamento dell’aria nell’ultimo decennio abbia aumentato, tra gli altri, anche i problemi alla cute con conseguente caduta dei capelli. Come proteggere i nostri capelli dall’inquinamento? Quali sono le armi di prevenzione che abbiamo a disposizione? Abbiamo intervistato la dottoressa Patrizia Teofoli, Dirigente I livello Istituto Dermopatico dell’Immacolata, IRCCS-Roma. Quali sono le maggiori conseguenze dell’infiammazione del cuoio capelluto da parte delle polveri sottili? “Le polveri sottili possono causare irritazione del cuoio capelluto con arrossamento, prurito, desquamazione furfuracea, eccessiva secrezione sebacea, tricodinia (sensazione di indolenzimento del cuoio capelluto) e provocare la perdita di capelli diffusa su tutto il cuoio capelluto o tipo alopecia androgenetica cioè con diradamento frontoparietale e assottigliamento del capillizio. È stato ipotizzato che tali particelle possano servire come carrier di agenti chimici e metalli che si localizzano nel mitocondrio e generano le specie reattive dell’ossigeno (ROS). Oltre alla produzione di radicali liberi, si osserva il rilascio di citochine proinfiammatorie (TNFalfa, IL1alfa, IL8) e di metalloproteasi che degradano il collagene. Da non sottovalutare anche l’inquinamento domestico e il fumo di sigaretta che per la loro azione ossidativa possono peggiorare o mimare una caduta di capelli di tipo androgenetico”. Oltreall’inquinamentoqualisonolealtrecause?Anchelavarsi i capelli con acqua “trattata” può causarne la caduta? “È ormai noto che utilizzare detergenti troppo aggressivi è un’azione che può indebolire la funzione ‘barriera’ del capello, con maggiore penetrazione di agenti nocivi e irritanti. Anche le acque troppo ricche di carbonato di calcio, di magnesio solfato e di cloro possono danneggiare il capello, rendendolo più sottile. Infine, la contaminazione di metalli pesanti anche nei cosmetici può danneggiare la capacità rigenerativa del bulbo pilifero”. I rischi sono maggiori in periodi specifici dell’anno e in determinati Paesi del mondo? “La quantità di inquinanti emessa non è costante nel corso dell’anno, è maggiore nella stagione invernale e nei luoghi con molto traffico, perché si aggiungono le emissioni da parte degli impianti di riscaldamento. Un’influenza determinante sulla concentrazione di sostanze inquinanti hanno inoltre le condizioni meteo-climatiche che possono o meno favorire la loro dispersione in atmosfera (vento, pioggia, nebbia). In estate, d’altra parte, il forte irraggiamento solare provoca spesso la formazione dello smog fotochimico, ovvero le sostanze organiche volatili, emesse dagli autoveicoli e dalle industrie, e gli ossidi di azoto, che colpiti dall’intensa radiazione luminosa reagiscono tra loro per formare ozono e una gran varietà di altri composti, spesso dannosi. Ovviamente le caratteristiche climatiche e il controllo delle aree industrializzate diversifica i livelli di inquinamento ambientale”. Spesso si confonde l’irritazione da smog e inquinamento con la forfora, è così? Come riconoscerla? “È possibile grazie all’esame clinico diretto del cuoio capelluto o con tricoscopio, ovvero l’esame con il microscopio digitale a luce polarizzata, entrambi in grado di valutare le modificazioni dello stato di salute del cuoio capelluto e le modificazioni qualitative e quantitative dei capelli. Le alterazioni da inquinamento del cuoio capelluto non sono specifiche per cui è molto utile la valutazione anamnestica che rivela il cambiamento di città, paese, ambiente lavorativo o mansione lavorativo che possono aver esposto maggiormente il paziente a tali agenti nocivi con insorgenza improvvisa di condizioni quali arrossamento del cuoio capelluto, aumento della secrezione sebacea, edema perifollicolare e desquamazione o cumuli di squame secche perifollicolari con assottigliamento e caduta di capelli diffusa o a tipo androgenetico”. Ognuno di noi ha una propria struttura del capello. Quali sono i soggetti più a rischio? “I soggetti affetti da patologie infiammatorie del cuoio capelluto sono i pazienti con fototipo chiaro perché hanno minor difesa contro i raggi ultravioletti, ma anche chi segue diete sbilanciate o chi è già affetto da problemi di alopecia”. In presenza di irritazione del cuoio capelluto è bene rivolgersi ad uno specialista dermatologo?
  • 40. 40 “Certamente, perché lo specialista dermatologo è in grado di eseguire una diagnosi clinica anche con l’ausilio del tricoscopio e di consigliare così prodotti per l’igiene e la cura del cuoio capelluto e dei capelli”. Come proteggere i nostri capelli? Quali sono le accortezze da adottare? “È importante la protezione dai raggi ultravioletti sia con integratori da assumere per via sistemica durante i mesi estivi o meglio ancora con prodotti fotoprotettivi per contrastare i radicali liberi”. Anche i lavaggi frequenti sono uno strumento di prevenzione? Lavarsi spesso è un atto dannoso per i capelli o è un falso mito da sfatare? “In genere è sufficiente lavarsi i capelli 2-3 volte alla settimana soprattutto nei casi di elevata secrezione sebacea. Se è necessario invece un lavaggio quotidiano meglio usare pochissimo shampoo diluito con acqua perché altrimenti il rischio è quello di impoverire la struttura del capello. I lavaggi possono proteggere i capelli per la rimozione di agenti inquinanti, ma non bisogna esagerare perché si danneggia la guaina esterna del capello. Nei casi specifici di elevato inquinamento ambientale è consigliato il lavaggio con detergenti delicati con agenti chelanti e l’utilizzo di sieri o balsami protettivi da applicare sui capelli (non sul cuoio capelluto). Particolarmente efficaci sono i balsami (leave on, senza risciacquo) a base di olio di cocco, un trigliceride dell’acido laurico con alta affinità per la cheratina e che può aiutare la rigenerazione dei lipidi del fusto del capello che oltre ad agire come barriera è in grado di penetrare, grazie al suo basso peso molecolare, fino alla guaina del capello”. Quanto un equilibrato regime alimentare aiuta la salute dei nostri capelli? “È molto importante seguire un sano regime alimentare con cibi che contengono ferro, zinco, vitamine come biotina, vitamina D e vitamina B6, proteine contenenti aminoacidi solforati, di cui è ricca la cheratina, e infine acidi grassi polinsaturi (omega3 e omega6). Una dieta ricca di germogli, vegetali a foglie verdi, legumi, frutta secca può contenere tutto quello che è necessario per avere capelli sani”. Sono efficaci gli integratori anti caduta? “Gli integratori antiossidanti, vitamine, ferro, acido folico, biotina, minerali e aminoacidi solforati risultano utili per coadiuvare la ricrescita del follicolo pilifero anche se i dati in letteratura sono spesso contrastanti”. Alla luce di quanto detto, quali sono i suoi consigli? “Fare sempre attenzione ai cambiamenti delle condizioni del cuoio capelluto, alla caduta dei capelli con arrossamento del cuoio capelluto, alla desquamazione, all’aumento della secrezione sebacea. In questi casi rivolgersi sempre a un dermatologo. Utilizzare prodotti per l’igiene dei capelli con detergenti delicati possibilmente testati per il contenuto di metalli, eseguire lavaggi possibilmente non più di 2-3 volte alla settimana con poco shampoo diluito in acqua e usare accorgimenti nel caso di acque con elevato contenuto di calcio e magnesio solfato utilizzando acque demineralizzate”. 40
  • 41. Presentano Diventa un associato e cambia adesso il tuo futuro, richiedi la consulenza di un promotore! www.garanziasalute.it garanziasalute@radioradio.it Il Fondo Garanzia Salute nasce nell’ottica di offrire un servizio in linea con i principi cardine cui si ispira una Società di Mutuo Soccorso, la solidarietà e la cooperazione, che riconoscono nella sanità integrativa l’unica forma di assistenza concreta e sostenibile che opera senza scopo di lucro. La volontà di diffondere il più possibile il principio di prevenzione ha spinto Mutua MBA ad affidarsi a Radio Radio, emittente radiofonica romana che sin dalla sua nascita si è caratterizzata come talk radio, ed elaborare per gli ascoltatori un’offerta di 9 sussidi: Pop, Rock, Techno e Dance dedicati agli under 65, Jazz, Classica, Blues, Country e Folk per gli over 65. La sanità d’eccellenza per le famiglie di Radio Radio!