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 L’esperienza del terremoto ha lasciato segni
profondi nella vita di ognuno di noi, delle nostre
famiglie e del nostro paese.
 A distanza di tempo abbiamo riflettuto su questo
evento e ne è scaturito un percorso di lavoro dal
titolo «EDURISK» che significa «Educazione al
Rischio».
Insieme abbiamo studiato, sperimentato e infine
espresso i nostri vissuti.
Quella che segue è la sintesi della fase linguistica –
espressiva dell’intero percorso.: i luoghi più colpiti
parlano ed esprimono pensieri e sentimenti.
CLASSE 3°A
CLASSE 3°A
Scuola Secondaria M. Polo
«Anche i luoghi hanno
un’anima»
Anno scolastico 2012/2013
( Percorso interdisciplinare di Scienze della terra ,
Geografia , Tecnologia, Italiano, Arte )
PANICO …
Chiesa di San Silvestro
Caro diario,
da nove giorni nessuno celebra più
sotto le mie volte … Oggi però è
successo ancora di peggio : poco dopo
le nove di questa mattina un’altra
violentissima scossa mi ha colpita! Ho
avuto paura di crollare … Sentivo
brividi freddi lungo le colonne, le
pareti creparsi, la facciata distaccarsi
dai muri laterali. Mi sono poi sentita
morire quando il mio tetto è stato
sfondato dalla croce, che si trovava
sul punto più alto della facciata e che
è crollata col suo piedistallo, finendo
dentro di me, sui banchi,
trascinandosi dietro le macerie della
volta centrale.
In piazza tutta la gente correva
gridando e sembrava impazzita: fiumi
di persone verso Porta Bologna e
verso le scuole…
Rinascita…
Chiesa di San Silvestro
Caro diario,
dopo l’evento traumatico che mi è
successo ho deciso di pensare al
futuro e immaginarmi la mia nuova
vita.
Questa notte ho fatto un sogno: ho
sognato che un giorno ero ritornata a
vivere, mi avevano aggiustata, mi
avevano fatto nuova. Che bella
soddisfazione ! Avevo cambiato
colore, non più quel colore vecchio,
ero diventata alla moda. Mi avevano
anche cambiato gli occhi, ora vedevo
più chiaro; anche il mio corpo era
diverso: mi avevano aggiunto statue,
fiori, quadri e finalmente nuove
panche con cuscini più soffici.
Sento il bisogno di voci, voci vive,
vere che si scambiano idee… Voglio
che ritornino i miei ragazzi a giocare
qui davanti a me …
Solitudine e abbandono …
Casa dei giovani
E’ molto tempo che non sento niente.
Eppure le mie orecchie sono sempre
tese…
Aspetto e continuo ad aspettare che
torni qualcuno, che tornino i ragazzi
che mi riscaldavano il cuore, che
giocavano, svolgevano i compiti e si
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speranza …
Mi sento orrendamente sola !
E’ inverno, nevica, la neve cade soffice
e silenziosa… Dopo il terremoto
nessuna persona ha osato avvicinarsi a
me, solo per portare via oggetti,
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facilmente … la mia finestra è sempre
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mi sento orrendamente sola come se
fossi su un’isola sperduta e non so se
qualcuno mi verrà a cercare, non so se
qualcuno penserà a me e mi salverà da
questo incubo…
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bambini quel 29 maggio 2013; quel
giorno i miei piccoli scappavano da
me, li vedevo correre via e piangere e
urlare … Anche io soffrivo, ma nessuno
mi sentiva...
Ora ciò che mi fa più paura è il
silenzio, il silenzio dei bambini che
non vengono più neanche a salutarmi.
Ma perché nessuno pensa a me? Forse
perché non ho un vero cuore? Ho
semplicemente preso in prestito la
forma di chi è passato di qui...
Mi ricordo di tutti i ragazzi … posso
solo chiedere aiuto a Dio per rivederli
giocare, correre, urlare …
Rinascita …
Casa dei Giovani
E continuo a guardare fuori…
Ho ricominciato a sperare …
Spero in una vita migliore, in
un luogo riempito di nuovo
dai miei ragazzi, più bello di
prima. Voglio voci che si
scambiano idee, voglio poter
risentire i loro pensieri: sono
come musica per le mie
orecchie ! Voglio poter
rivivere giornate felici e
serene; ho bisogno di
risentire le loro urla, per una
vittoria; i loro pianti, per una
caduta e infine le loro
inconfondibili risate. ...
perché per essere
veramente felici, per noi
case, basta condividere la
vita degli altri attraverso i
pensieri
“La prendo io, la prendo
io”, “Forza corri, ci sei
quasi !”
Queste sono le cose di cui
ho bisogno: voci vive, vere
…non quella della mia
coscienza.
Nessuno può sapere quanto
mi mancano quei ragazzi
così irrequieti. Mi manca il
loro scrivere sui miei banchi
e poi venir sgridati, gli
scherzi i agli amici …
Pensare a loro mi fa
tornare a vivere. Riesco
finalmente a pensare in
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Solitudine e … Rinascita
Piazza Malpighi
Distesa qui, in un lungo strato di terra e
mattoni, ho solo la capacità di pensare e
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e il vero silenzio. Quello che ti dice che
manca qualcosa e che forse non
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ricominciare, ho voglia di tornare come
prima, di schiacciare il tasto reset.
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prima …
Di scoprire che cos’è la felicità e di
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nuovo i passi degli uomini che
camminano su di me e di vedere che
tutto è tornato come prima , perché non
sono stata dimenticata…
… ad un tratto intravedo delle ombre
in lontananza, sento il peso dei loro
corpi su di me e allora provo
un’emozione che mi dice che non
posso più stare sola, che ho bisogno
di voci vive, vere, che si scambiano
idee…
Comincio ad immaginare che
quell’ombra si moltiplichi e si
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parlano, le macchine in circolazione, i
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rumore con le loro voci che mi
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piazza torna quella di una volta: il
posto più bello e frequentato di
Crevalcore.
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non avrei sentito tanto distacco, ma
continuo ad aspettare perché una
cosa che l’uomo mi ha insegnato è
“mai dire mai ” e “mai perdere la
speranza”…
Solitudine …
Scuola Marco Polo
E’ molto tempo che non sento più niente.
Eppure le mie orecchie sono sempre tese…
A causa del terremoto sono rimasta sola .
Mi mancano quei ragazzini e quelle
ragazzine, che un po’ mi odiavano, ma in
fondo a me ci tenevano.
L’amore che provo nei loro confronti è
infinito, come il tempo che passa.
Adesso sono stata sostituita da un
container insignificante, ma più resistente
di me. Almeno lui non si rompe !
Le uniche cose che sento in questo
momento sono sentimenti di rabbia e di
gelosia nei confronti della nuova struttura
grigia e piatta.
La gente ha pensato solo all’istruzione e
alla sicurezza degli esseri umani, ma non
hanno pensato a me: sono stata
dimenticata.
Quando potranno tornare da me i miei
adorati ragazzini ? Per ora posso
definirmi morta.
Nostalgia e Speranza…
Scuola Marco Polo
Mi mancano quei ragazzi, mi mancano
tutti, da quelli che si “gasano” ai
“secchioni” e anche i professori…
Farei qualsiasi cosa per poterli riavere
Mi mancano le urla dei ragazzi al
suono dell’ultima campanella, le risse
quei momenti di silenzio dove si stava
con calma e ci si rilassava. Mi manca
l’intervallo .. forse la parte più attesa
dagli alunni, dopo il suono dell’ultima
campanella. Poi il giorno più atteso da
tutti, l’ultimo giorno di scuola, dove si
mangia e ci si diverte.
Alcune volte alcuni ragazzi passano per
la mia strada e si fermano per
guardarmi, forse per ricordare i vecchi
tempi… Spero che in futuro ragazzi e
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morta.
FINE

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  • 1.  L’esperienza del terremoto ha lasciato segni profondi nella vita di ognuno di noi, delle nostre famiglie e del nostro paese.  A distanza di tempo abbiamo riflettuto su questo evento e ne è scaturito un percorso di lavoro dal titolo «EDURISK» che significa «Educazione al Rischio». Insieme abbiamo studiato, sperimentato e infine espresso i nostri vissuti. Quella che segue è la sintesi della fase linguistica – espressiva dell’intero percorso.: i luoghi più colpiti parlano ed esprimono pensieri e sentimenti. CLASSE 3°A
  • 2. CLASSE 3°A Scuola Secondaria M. Polo «Anche i luoghi hanno un’anima» Anno scolastico 2012/2013 ( Percorso interdisciplinare di Scienze della terra , Geografia , Tecnologia, Italiano, Arte )
  • 3. PANICO … Chiesa di San Silvestro Caro diario, da nove giorni nessuno celebra più sotto le mie volte … Oggi però è successo ancora di peggio : poco dopo le nove di questa mattina un’altra violentissima scossa mi ha colpita! Ho avuto paura di crollare … Sentivo brividi freddi lungo le colonne, le pareti creparsi, la facciata distaccarsi dai muri laterali. Mi sono poi sentita morire quando il mio tetto è stato sfondato dalla croce, che si trovava sul punto più alto della facciata e che è crollata col suo piedistallo, finendo dentro di me, sui banchi, trascinandosi dietro le macerie della volta centrale. In piazza tutta la gente correva gridando e sembrava impazzita: fiumi di persone verso Porta Bologna e verso le scuole…
  • 4. Rinascita… Chiesa di San Silvestro Caro diario, dopo l’evento traumatico che mi è successo ho deciso di pensare al futuro e immaginarmi la mia nuova vita. Questa notte ho fatto un sogno: ho sognato che un giorno ero ritornata a vivere, mi avevano aggiustata, mi avevano fatto nuova. Che bella soddisfazione ! Avevo cambiato colore, non più quel colore vecchio, ero diventata alla moda. Mi avevano anche cambiato gli occhi, ora vedevo più chiaro; anche il mio corpo era diverso: mi avevano aggiunto statue, fiori, quadri e finalmente nuove panche con cuscini più soffici. Sento il bisogno di voci, voci vive, vere che si scambiano idee… Voglio che ritornino i miei ragazzi a giocare qui davanti a me …
  • 5. Solitudine e abbandono … Casa dei giovani E’ molto tempo che non sento niente. Eppure le mie orecchie sono sempre tese… Aspetto e continuo ad aspettare che torni qualcuno, che tornino i ragazzi che mi riscaldavano il cuore, che giocavano, svolgevano i compiti e si divertivano. Ormai sto perdendo la speranza … Mi sento orrendamente sola ! E’ inverno, nevica, la neve cade soffice e silenziosa… Dopo il terremoto nessuna persona ha osato avvicinarsi a me, solo per portare via oggetti, facendomi diventare sempre più vuota. Mi hanno circondata, ingabbiata, abbandonata a un triste destino. Ma io non mi arrendo così facilmente … la mia finestra è sempre aperta, per guardare fuori e continuare a sperare che io sia ancora nei loro pensieri…
  • 6. … Vedo la neve, ma non so il tempo, mi sento orrendamente sola come se fossi su un’isola sperduta e non so se qualcuno mi verrà a cercare, non so se qualcuno penserà a me e mi salverà da questo incubo… Il terremoto mi ha portato via i miei bambini quel 29 maggio 2013; quel giorno i miei piccoli scappavano da me, li vedevo correre via e piangere e urlare … Anche io soffrivo, ma nessuno mi sentiva... Ora ciò che mi fa più paura è il silenzio, il silenzio dei bambini che non vengono più neanche a salutarmi. Ma perché nessuno pensa a me? Forse perché non ho un vero cuore? Ho semplicemente preso in prestito la forma di chi è passato di qui... Mi ricordo di tutti i ragazzi … posso solo chiedere aiuto a Dio per rivederli giocare, correre, urlare …
  • 7. Rinascita … Casa dei Giovani E continuo a guardare fuori… Ho ricominciato a sperare … Spero in una vita migliore, in un luogo riempito di nuovo dai miei ragazzi, più bello di prima. Voglio voci che si scambiano idee, voglio poter risentire i loro pensieri: sono come musica per le mie orecchie ! Voglio poter rivivere giornate felici e serene; ho bisogno di risentire le loro urla, per una vittoria; i loro pianti, per una caduta e infine le loro inconfondibili risate. ... perché per essere veramente felici, per noi case, basta condividere la vita degli altri attraverso i pensieri
  • 8. “La prendo io, la prendo io”, “Forza corri, ci sei quasi !” Queste sono le cose di cui ho bisogno: voci vive, vere …non quella della mia coscienza. Nessuno può sapere quanto mi mancano quei ragazzi così irrequieti. Mi manca il loro scrivere sui miei banchi e poi venir sgridati, gli scherzi i agli amici … Pensare a loro mi fa tornare a vivere. Riesco finalmente a pensare in positivo.
  • 9. Solitudine e … Rinascita Piazza Malpighi Distesa qui, in un lungo strato di terra e mattoni, ho solo la capacità di pensare e di provare emozioni… E’ da tempo che mi sento imprigionata e provo dolore. Ho imparato che cos’è la vera solitudine e il vero silenzio. Quello che ti dice che manca qualcosa e che forse non tornerà… Ma dopo tutto questo comincio a sentire qualcosa di nuovo, sento che ho voglia di ricominciare, ho voglia di tornare come prima, di schiacciare il tasto reset. Ho voglia di rinascere come prima più di prima … Di scoprire che cos’è la felicità e di poter dire che sto bene, di sentire di nuovo i passi degli uomini che camminano su di me e di vedere che tutto è tornato come prima , perché non sono stata dimenticata…
  • 10. … ad un tratto intravedo delle ombre in lontananza, sento il peso dei loro corpi su di me e allora provo un’emozione che mi dice che non posso più stare sola, che ho bisogno di voci vive, vere, che si scambiano idee… Comincio ad immaginare che quell’ombra si moltiplichi e si trasformi in tantissime persone che parlano, le macchine in circolazione, i bambini che corrono, facendo gran rumore con le loro voci che mi addolciscono il cuore. Le macerie si ricompongono e la piazza torna quella di una volta: il posto più bello e frequentato di Crevalcore. Forse se mi fossi affezionata meno non avrei sentito tanto distacco, ma continuo ad aspettare perché una cosa che l’uomo mi ha insegnato è “mai dire mai ” e “mai perdere la speranza”…
  • 11. Solitudine … Scuola Marco Polo E’ molto tempo che non sento più niente. Eppure le mie orecchie sono sempre tese… A causa del terremoto sono rimasta sola . Mi mancano quei ragazzini e quelle ragazzine, che un po’ mi odiavano, ma in fondo a me ci tenevano. L’amore che provo nei loro confronti è infinito, come il tempo che passa. Adesso sono stata sostituita da un container insignificante, ma più resistente di me. Almeno lui non si rompe ! Le uniche cose che sento in questo momento sono sentimenti di rabbia e di gelosia nei confronti della nuova struttura grigia e piatta. La gente ha pensato solo all’istruzione e alla sicurezza degli esseri umani, ma non hanno pensato a me: sono stata dimenticata. Quando potranno tornare da me i miei adorati ragazzini ? Per ora posso definirmi morta.
  • 12. Nostalgia e Speranza… Scuola Marco Polo Mi mancano quei ragazzi, mi mancano tutti, da quelli che si “gasano” ai “secchioni” e anche i professori… Farei qualsiasi cosa per poterli riavere Mi mancano le urla dei ragazzi al suono dell’ultima campanella, le risse quei momenti di silenzio dove si stava con calma e ci si rilassava. Mi manca l’intervallo .. forse la parte più attesa dagli alunni, dopo il suono dell’ultima campanella. Poi il giorno più atteso da tutti, l’ultimo giorno di scuola, dove si mangia e ci si diverte. Alcune volte alcuni ragazzi passano per la mia strada e si fermano per guardarmi, forse per ricordare i vecchi tempi… Spero che in futuro ragazzi e prof. possano di nuovo venire da me, perché una scuola vuota è una scuola morta. FINE