“Eccellente”, questo il giudizio che ottengono (con percentuali che oscillano tra 60 e il 70%) i 12 siti culturali italiani maggiormente visitati. La fonte? La più grande community di viaggiatori al mondo, Trip Advisor nella quale i partecipanti condividono consigli, suggerimenti e impressioni tanto su alberghi e ristoranti quanto sulle attrazioni culturali di tutto il mondo.
2. “Eccellente”, questo il giudizio che ottengono (con percentuali che oscillano
tra 60 e il 70%) i 12 siti culturali italiani maggiormente visitati. La fonte? La
più grande community di viaggiatori al mondo: Trip Advisor, nella quale i
partecipanti condividono consigli, suggerimenti e impressioni tanto su alberghi e
ristoranti quanto sulle attrazioni culturali di tutto il mondo.
I giudizi espressi dagli utenti su Trip Advisor, si sa, non possono essere
considerati rappresentativi del pubblico di fruitori di un bene. Solo alcuni turisti,
innanzitutto, utilizzano la rete come mezzo di comunicazione, reperimento
e condivisione delle informazioni, e ancora, tra questi, non tutti decidono di
raccontare su Trip Advisor la propria esperienza, che sia una cena al ristorante o
una visita ad un museo. Nessuna pretesa statistica quindi nella nostra indagine
ma solo il tentativo di saggiare la reputation on line del patrimonio museale di
casa nostra, quello che possiamo definire metaforicamente“il nostro petrolio”.
Così come ci sono nazioni che siedono fisicamente su giacimenti di oro nero
noi siamo seduti, sia fisicamente che letteralmente, su un patrimonio artistico,
culturale, museale (e chi più ne ha più ne metta) che il 70% della rete definisce
senza esitazioni“eccellente”. Patrimonio che però, come è stato adeguatamente
messo in evidenza dall’inchiesta svolta da La Stampa nei giorni scorsi, non viene
valorizzato a dovere. La qual cosa non lascia indifferenti gli addetti ai lavori, così
come i cittadini comuni, che sul dossier de La Stampa si sono indignati, hanno
prodotto post e detto la loro attraverso diversi canali.
Consigli pratici e qualche "dritta"
L’utente che recensisce la propria esperienza in rete ama arricchire di dettagli e
sfumature il concetto di“eccellente”. È un utilizzatore di internet e vuole offrire
agli altri utenti proprio quello che egli stesso si aspetta di trovare nelle altrui
recensioni: consigli pratici, qualche dritta per vivere al meglio l’esperienza,
sale o percorsi da non perdere, servizi offerti al turista.
I post da noi analizzati su Trip Advisor sono quindi un vero e proprio
patrimonio da cui attingere per tastare il polso della reputation online dei
nostri beni culturali ma non solo: quali sono i servizi che i visitatori ritengono
“imprescindibili”, quali i malservizi che proprio non possono accettare?
Curiosamente, e il dato non ci stupisce più di tanto, i commenti degli utenti
possono essere suddivisi in tre categorie che, guarda un po’, coincidono
con i capisaldi del management culturale: tutela, gestione/accoglienza ,
valorizzazione.
“La Reggia di Caserta è uno spettacolo”esordisce un visitatore di Matera che,
infatti dà alla Reggia 4 stelline su 5, ma continua,“Sarebbe ancor meglio se la
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Tra “Breathtaking” e “Tired of waiting”: meraviglia
e indignazione nelle recensioni dei turisti su Trip Advisor.
3. guida durasse mezz'ora in più per poter ammirare con più calma le stanze e
senza affanno!!! I giardini sono bellissimi e immensi (…) visitarli in bicicletta
è stato piacevolissimo (6 euro all'ora per la bici elettrica, 4 per quella normale,
ma è possibile richiedere un piccolo sconto). I giardini non sono tenuti come
meriterebbero. Se questa Reggia fosse altrove, in Austria, in Francia sarebbe
certamente tenuta benissimo, ben illuminata, pulita e ristrutturata. Una tristezza
infinita. Il personale non è professionale: in biglietteria, all'interno della reggia
domina il pressappochismo....”
In poche righe la visitatrice dà informazioni utili agli altri turisti, sulla guida, sullo
sconto per il noleggio della bici, ma allo stesso tempo evidenzia diverse pecche
nella gestione di questo bene. Pecche e suggerimenti che emergono nelle
recensioni relative a diversi musei che compaiono nella“top 12”.
Relativamente agli Uffizi di Firenze ad esempio, sono tutti d’accordo: prenota in
anticipo, paga di più ma evita la coda. La possibilità di prenotare online anche
con un sovrapprezzo decisamente alto (4 euro) è consigliata dalla maggior
parte degli utenti, segno, ancora una volta, di quanto il web non solo ottimizzi i
processi, ma qualifichi il servizio e aumenti le fonti di guadagno.
Servizi extra che arricchiscono la visita
In generale comunque tutti i servizi extra che contribuiscono a migliorare e
ad arricchire l’esperienza di visita vengono apprezzati tantissimo dalla
community on line che non si dimostra su questo punto sensibile al prezzo. Da
molti viene sottolineato come avere la possibilità di visitare ascoltando le parole
della guida, o in sua assenza dell’audioguida, sia un fattore che permette una
fruizione più completa e ricca del bene.
Al di là delle indicazioni precise e puntuali su servizi e disservizi dalla lettura dei
commenti on line emergono sensazioni contrastanti tra visitatore e visitatore
(l’esperienza di visita, si sa, è unica e personale) ma anche all’interno della stessa
recensione.
Ogni recensione narra in poche righe una storia. Per la maggior parte sono
racconti in cui predomina la meraviglia e lo stupore ma, nel“libro”delle
esperienze di visita non mancano brani che parlano di graffiti che deturpano
edifici millenari, di casse che non accettano bancomat, a volte addirittura di cani
randagi e di“ascensori per disabili troppo angusti per farci entrare una carrozzina
da adulto”.
Non c’è solo l’incuria nel mirino delle critiche dei viaggiatori che si soffermano,
soprattutto per gli edifici che non presentano evidenti problematiche di
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Tra “Breathtaking” e “Tired of waiting”: meraviglia
e indignazione nelle recensioni dei turisti su Trip Advisor.
4. abbandono, sulla concezione del museo sottolineandone la scarsa interattività
o la poca razionalità nell’organizzazione delle visite.
“Immaginavo il dipinto scolorito e di dimensioni ridotte invece mi ha sorpreso:
la qualità del restauro ha restituito al visitatore tutta la bellezza dell'opera
leonardesca e le sue dimensioni sono tutt'altro che ridotte”. Esordisce così una
turista romana nella sua recentissima recensione, intitolata“emozione”, avente
come argomento il Cenacolo Vinciano, che continua:“Peccato l'organizzazione
della visita che non ci ha permesso di goderne fino in fondo: vengono mescolate
gite scolastiche con insegnante-guida al seguito (che parla a voce alta) a visitatori
privati ai quali resta molto difficile concentrarsi ed ascoltare la propria audioguida
che viene sovrastata dalle voci. Dovrebbero riservare uno o più quarti d'ora
(veramente poco) alle sole gite anche se non raggiungono il numero massimo
di visitatori ammessi al cenacolo. Non occorre raggiungere ad ogni costo il
numero di prenotazioni ammesse. E' più importante permettere ai visitatori
di concentrarsi in silenzio. L'opera d'arte non è un business, è un tesoro da
rispettare”. Interessante la chiosa, di cui si potrebbe discutere a lungo, magari in
un prossimo post!
I turisti stranieri
I turisti stranieri esprimono, se possibile ancora più profondamente degli italiani,
gli stessi sentimenti.“Come on Neapolitans!!! Get moving!!” esorta una turista
maltese a chiusura del proprio post sulla Reggia di Caserta in cui commenta
sconcertata l’incuria di cui è oggetto un tesoro nazionale inserito nella World
Heritage List.
“Well... it is beautiful, it was grand, it is huge and the treasures in it are priceless!!
But alas, the Region of Campania should take MORE care of this jewel. Most
rooms are dusty, and it shows that it's not cared for. A great pity!! I know it
needs huge sums to keep it as Versailles is kept, but is it possible for the Italian
government to overlook such a means of touristic gain!!!???”
Il nostro petrolio
Che la gestione dei beni culturali in Italia sia una storia che parla di opportunità
perse, su questo non c’è dubbio. Nonostante si segnalino sovente pecche in
termini di tutela, gestione o valorizzazione, quasi tutti i post si chiudono con un
“da non perdere”,“not to miss” o“imperdible!” e questo sta a significare, come
se non fosse chiaro ed evidente, che il patrimonio è inestimabile, attrae e colpisce
magnificamente chiunque lo visiti.
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Tra “Breathtaking” e “Tired of waiting”: meraviglia
e indignazione nelle recensioni dei turisti su Trip Advisor.
5. Il patrimonio culturale è il nostro petrolio, ciò che tiene a galla il settore turistico
e culturale. Anche se non facessimo alcuna politica di tutela e valorizzazione il
pubblico, probabilmente, non mancherebbe. All'estero, invece, sono costretti a
sforzarsi per trovare sistemi di valorizzazione e gestione estremamente innovativi
e redditizi: in questo modo possono colmare il gap in termini di patrimonio.
Tuttavia, proprio perché all'estero vi è una continua ricerca della perfezione
in materia di accoglienza e valorizzazione, gli stessi paesi che“non hanno
il petrolio”sviluppano "energie alternative" e fanno fruttare al meglio il poco
petrolio che hanno.
I turisti hanno quindi dei termini di confronto, stabiliscono degli standard
di qualità, spesso non rispettati in Italia, che infatti perde continuamente
posizioni nella classifica mondiale di attrattività turistica, superata proprio
dagli "altri". La mancata valorizzazione dei beni culturali è una perdita per tutti
e sta a noi agire, ognuno con i propri mezzi, opportunità e inclinazioni per
cambiare lo stato delle cose.
Si può votare alle primarie della cultura, si può partecipare a dibattiti e far
sentire la propria voce, si può invadere, pacificamente, per un giorno, un museo.
Abbiamo la fortuna di vivere in un mondo in cui le rivoluzioni possono essere
“digitali”, non per questo meno reali ma sicuramente più pacifiche e universali:
non perdiamo questa opportunità!
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Tra “Breathtaking” e “Tired of waiting”: meraviglia
e indignazione nelle recensioni dei turisti su Trip Advisor.