2. DIOCESI DI LIVORNO
CORSO DI FORMAZIONE PER GLI ISEGNANTI
SPECIALISTI DI RELIGIONE CATTOLICA
LABORATORIO 1 SCUOLA PRIMARIA
UNITA’ DI LAVORO REALIZZATA DALLE INSEGNANTI:
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
ALTIERO LUCIA
ARGENTO ORNELLA
BELLEGGIA VALERIA
D’ERAMO ALESSANDRA
DITINCO ROSANNA
FALAGIANI BENINI ROBERTA
LEONETTI ANITA
LEPRE GERMANA
MARTORANO AMALIA
RAGAGLIA FRANCESCA
RISPOLI ROSA
3. UNITA’ FORMATIVA: LA CREAZIONE
Premessa
Nella programmazione che segue, verranno esplicitate le
scelte metodologiche e didattiche che hanno come
fondamento principi psicologici e la nostra esperienza
diretta.
Finalità primarie saranno quelle di sollecitare i bambini ad
osservare con curiosità e attenzione il mondo che li
circonda, di aiutarli a riflettere insieme su tutto ciò che
entra nel loro campo di esperienze, attraverso
argomentazioni e discussioni affinché possano organizzare e
sistematizzare il sapere in categorie cognitive via via più
complesse fino alla rielaborazione critica.
Pertanto tutta l’unità di apprendimento sarà attuata
attraverso l’esplorazione dei processi di ricerca che
valorizzino le esperienze di ciascuno.
4. SVILUPPO DELLE
COMPETENZE
l’alunno riflette su Dio Creatore e padre. Si confronta tra
l’esperienza religiosa e quella scientifica distinguendo la
specificità della proposta di salvezza del cristianesimo.
COMPETENZE DI
RIFERIMENTO
DISCIPLINARI
Riconoscere nelle domande di senso i bisogni fondamentali
dell’uomo.
Saper attribuire significati corretti al racconto della Genesi.
Saper distinguere i diversi linguaggi utilizzati dalla fede, dalla
scienza e dalla mitologia.
OBIETTIVI
D’APPRENDIMENTO
1. Riflettere sulla dimensione religiosa propria dell’essere
umano.
2. Rendersi conto che ognuno di noi, come l’universo, ha
una storia.
3. Riconoscere nei miti l’espressione di una religiosità
naturale.
4. Conoscere il concetto biblico di creazione.
5. Conoscere l’ipotesi scientifica sull’origine della vita.
6. Comprendere che Bibbia e Scienza offrono risposte
complementari sull’origine del mondo.
5. CONTENUTI
cartone animato di Ortone nel mondo dei chi, i miti, il Big
Bang raccontato dal cartone animato Fantasia con musiche
di Igor Stravinsky, la Creazione nella bibbia e confronti tra
bibbia e scienza.
DISCIPLINE
COINVOLTE
Storia, italiano, arte e immagine, scienze, musica, motoria,
informatica.
PROVE DI VERIFICA
Vista la natura dell’unità di apprendimento,gli alunni saranno
valutati privilegiando le conversazioni insegnanti-alunni, la
narrazione di episodi biblici, la colorazione di immagini; le
verifiche verranno effettuate in modi semplici come
compilazione di schede e la comprensione e la capacità di
rielaborare i contenuti proposti. Importante anche il supporto
del computer, come ricerche.
9. I miti dei fantasiosi bambini
La fantasia è magia
Autori:
Giulia Bronchi, Matteo Bruselli, Camilla Cingolani, Erika Cingolani, Elena Corso,
Rachele Demi, Vittoria Di Cesare, Gabriele Faraci, Diego Ferralis, Emma Filippini,
Carolina Giachetti, Sveva Gini, Vittoria Goracci, Bryan Lenti, Martina Lugli, Chiara
Mannari, Noemi Monaldi, Samuele Pacchiani, Chiara Pastifieri, Aurora Petri,
Chiara Pezzatini, Christian Sabatini, Giona Sapienza, Elisa Elena Simion, Dania
Zyad.
Insegnanti: Amalia Martorano, Silvia Ghignola, Anna Rita Nicoletti, Fabio Papini.
Scuola Primaria Statale “G. Rodari” (Livorno)
Classe III A
Anno scolastico 2010 / 11
10. Introduzione dei bambini
Il lavoro dei miti è stato importante perché siamo riusciti a realizzare dei simpatici miti in cui abbiamo
dato il nostro contributo e le nostre opinioni.
Abbiamo usato tantissima fantasia. Sapendo del concorso abbiamo voluto mandare i nostri miti al
concorso dei “racconti”. Alla fine ce l’abbiamo fatta a dire le nostre idee e a parlare uno alla volta. Anche
alla recita di fine anno abbiamo parlato uno alla volta e tra compagni ci siamo ascoltati.
(a cura di Chiara M. e Noemi M., a nome di tutti i bambini e le bambine della Classe III A)
Introduzione degli insegnanti
Un premio che tende a “valorizzare e a divulgare una cultura popolare che nasce dai sentimenti e dalle
emozioni” non si può lasciare in un cassetto.
C’è il Programma… il Collegio dei Docenti… i voti da dare… le pagelle da consegnare… le gite da
organizzare… Tutte realtà importanti… ma le emozioni e la fantasia dei bambini spesso non vengono fuori.
Il premio di scritturafresca è bello e ci siamo detti: “Perché non partecipare?”. Abbiamo chiesto ai bambini
se erano intenzionati a “lavorare” per questo concorso letterario. E loro hanno risposto in maniera
entusiasta.
E’ sorto subito un problema da superare. Gli alunni avevano già dei lavori realizzati, in cui – a nostro giudizio – sono riusciti
ad elaborare degli scritti incredibili: la ideazione di un originale Mito della Creazione della Terra, compito dato
dall’insegnante di religione, e fatto proprio dagli insegnanti di italiano e di matematica. Abbiamo chiesto loro: “Volete
presentare i vostri racconti sui Miti o scrivere altri racconti per il premio letterario?”. Hanno risposto all’unisono:
“Vogliamo presentare i Miti”. Allora, ci siamo impegnati a trovare un titolo che legasse insieme i diversi racconti dei piccoli
autori (in cui noi adulti non abbiamo messo nulla), per dare un senso unitario ai singoli lavori.
11. Il titolo è stato trovato (“I miti dei fantasiosi bambini – la fantasia è magia”) ed è stato farina del sacco
dei piccoli scrittori.
“Ascoltare, stare zitti, possibilmente fermi, attenti e concentrati”!
Quante volte le maestre e i maestri rivolgono questi comandi agli alunni?! Ma nei programmi statali c’è
scritto anche di favorire il pensiero critico e la “libera espressione del bambino”. E allora, come si fa?
Qual è la “pratica educativa” più giusta, più equilibrata… quella vincente? Noi non lo sappiamo. Eppure,
al di là delle loro teorie educative divergenti, alcuni grandi Educatori italiani… don Lorenzo Milani, Edda
Fagni, Gianni Rodari… una “pista” ce l’hanno data!
La pista dell’ ascolto del bambino. Per cercare di fare nella “pratica quotidiana” una scuola diversa da
quella standardizzata che la cultura odierna sembra proporci.
Anni fa c’era il conflitto tra “autoritarismo” e “lasciar fare”. Noi abbiamo cercato, provato una terza via:
la competenza di “regia” dei maestri unita alla fantasia dei bambini! Facile a dirsi! Ma “come” si fa? Per
questi piccoli lavori scritti, tutti gli alunni della classe hanno avuto la possibilità di lavorare con tempi
distesi e con una delle modalità didattiche più semplici e più complesse che esista: il lavoro di gruppo o
lavoro cooperativo. La composizione dei gruppi è stata decisa dall’equipe dei maestri: 5 gruppi formati
da 5 bambini ciascuno.
I maestri per svolgere il loro compito di registi educativi hanno lanciato un confine
ben preciso: “Cercate di parlare uno alla volta e… ascoltatevi”.
Anche qui: facile a dirsi! Nella introduzione dei bambini è spiegato che loro “ce l’hanno fatta ad
ascoltarsi”. Questo è un piccolo grande successo, al di là del valore letterario dei racconti. Però,
ammissione del team insegnante, non era scontato. E’ toccato, all’inizio dei lavori di gruppo, rivolgere ai
più intraprendenti una frase difficilissima (“Tu stai zitto 10 minuti”) e ai più silenziosi, un’altra frase
difficilissima (“A dare il contributo di idee inizia tu. Gli altri attendano”). Ciascun gruppo è quindi rimasto
solo… senza la supervisione dell’adulto, a volte controproducente.
Insegnanti: Amalia Martorano, Silvia Ghignola, Anna Rita Nicoletti, Fabio Papini.
12. Igatur e l’alieno pazzo
Una volta, sulla Terra c’era solo il caos che proveniva da una città di nome Bzeruc, che si
trovava nello Spazio. Gli abitanti festeggiarono la creazione dell’acqua del creatore di nome
Igatur.
Igatur aveva i capelli arancioni, un occhio rosso e l’altro viola di forma quadrata, metà bocca era senza
pelle e metà con la pelle, aveva il naso peloso, i piedi al posto delle mani e le orecchie enormi come
quelle di Dumbo: era molto brutto!
Igatur viveva sullo Tsunami e si divertiva a fare Jesh, un tipo di surf a testa in giù.
Igatur aveva un animale di nome Sgorbio Usper! Però Igatur lo trattava come un figlio.
Un giorno, a un certo punto, sentirono bussare alla porta. Aprirono e videro un alieno che aveva il Kway, aveva anche le orecchie lunghe 1.000 metri. Questo alieno in mano aveva una navicella spaziale e
aveva il casco con la visiera, altrimenti soffocava.
Le sue orecchie, così enorme e pesanti, spaccarono la visiera e fecero volare la navicella, Igatur e
l’alieno fino alla città di Govaic. Govaic era una città costruita sulla cima di una montagna. Su questa
montagna si trovava un Tugger, cioè un tipo di castello stregato. Nel castello c’era un mostro con le
alghe addosso e spaventava gli abitanti del villaggio.
Il mostro spaventò Igatur e l’alieno, quindi vissero per sempre con la paura.
Nota degli alunni: abbiamo voluto mettere anche la ‘creazione’ della paura per spiegare come mai, a
volte, i bambini provano paura.
Igatur e l’alieno pazzo è un racconto ideato e elaborato da: Christian Sabatini, Chiara Mannari, Giulia
Bronchi, Rachele Demi, Camilla Cingolani.
13. L’origine degli animali
All’inizio della creazione del mondo c’era solo caos e distruzione
Nel deserto del Sahara c’era un palazzo colorato con piante rampicanti e fiori.
Nel palazzo ci viveva Apollo, il dio creatore. Lui era un leone con ali da aquila.
Un giorno Apollo vide che gli umani erano tristi perchè non avevano compagnie.
Un giorno Apollo invitò i suoi amici dei a pranzo: mangiarono pollo e patate fritte.
Dopo aver mangiato, Apollo accompagnò i suoi adoratori amici dei nel giardino reale. Parlarono di come
andava avanti il mondo.
Il giorno dopo, Apollo morì di stanchezza e cadde a terra… le sue gambe diventarono leoni, la sua lingua
divenne serpenti, gli occhi insetti, il corpo elefanti, tori, dromedari, cammelli e coccodrilli; le sue mani
ovipari.
L’intelligenza e la sua dolcezza diventò un piccolo gattino con le ali da farfalla, aveva due occhioni che
brillavano al buio.
Il gattino si chiamava Cody.
Da quel giorno il gattino diventò il custode della pace. Così il leone andò nella Luna e nel cuore del piccolo
gattino.
L’origine degli animali è un racconto ideato e elaborato da Giona Sapienza, Chiara Pezzatini, Noemi
Monaldi, Elisa Elena Simion, Vittoria Goracci.
14. Il mondo visto dagli antichi bambini
All’inizio c’era il caos e il buio, ma un giorno un gigante che era uno scienziato pazzo, che al posto del
cervello aveva una patatina fritta, i denti bacati, il naso a carota e si chiamava Eistain…
… un giorno aprì… un libro molto antico, che lasciò aperto per un secolo.
Il libro diventò il mondo perché… si avvolse su se stesso e diventò una palla.
Dal mondo venne la flora e la fauna.
Dalle piante secche uscirono i bambini che divennero degli adulti… e poi… dei vecchi che morirono. Poi
divennero nuovamente piante… che ritornarono bambini.
Il gigante li vide e dallo spavento si addormentò. Il suo russare diventò il vento e la neve.
Il mondo visto dagli antichi bambini è un racconto ideato e elaborato da Dania Zyad, Sveva Gini,Elena
Corso, Gabriele Faraci, Diego Ferralis.
15. Il mito del drago d’Egitto
All’inizio non c’era nulla, dopo apparve il dio della forza di nome Hercoles, era forte, bello e coraggioso…
era vestito di pelle d’orso in cui c’erano molte tasche.
Un giorno gli cascò un seme dalla tasca, il vento coprì il seme e la pioggia lo bagnò.
Il seme crebbe così tanto da formare la Terra.
La Terra era grandissima, allora Hercoles la spezzettò in tanti pezzi (Italia, Egitto, Francia… ).
Un giorno andò in Egitto con un alchimista alieno, che si chiamava E.T., era tutto grigio con un occhio
rosso e uno verde.
Hercoles ed E.T. uccisero tutti i draghi tranne uno, il drago della morte, il re dei draghi. Questo drago
uccise E. T.
Hercoles si sentì solo, allora piantò un altro seme e nacque una donna di nome Titania. La sua pelle era
rosa chiara, era vestita di abiti leggeri e colorati, soprattutto chiari.
Hercoles e Titania fecero un milione di figli. Il drago della morte ogni giorno ne mangiava 3. Un brutto
giorno li mangiò tutti, tranne una di nome Odette. Questa era con la pelle rosa e andava in giro scalza
per la casa, il suo vestito era viola e blu ed era elegante.
Odette suggerì a Hercoles di usare il succo delle noci di cocco… però c’era un problema… in Egitto non
c’erano noci di cocco. Eppure Hercoles che aveva un seme di cocco in tasca, lo piantò dietro la casa…
così il drago non lo poteva vedere.
Allora Hercoles prese il succo del cocco e lo mise in un calice. Lo fece bere al drago e lui morì. Così
vissero tutti felici contenti.
Il mito del drago d’Egitto è un racconto ideato ed elaborato da Vittoria Di Cesare, Martina Lugli,
Samuele Pacchiani, Matteo Bruselli, Aurora Petri.
16. Considerazioni conclusive:
Crediamo che sia sufficiente leggere questi racconti per capire la verità della frase che le due bambini, a
nome di tutti gli alunni della classe III A, hanno voluto mettere nero su bianco: “Ce l’abbiamo fatta”.
Sì, ce l’hanno fatta. E ci sembra bello far “vedere” quanta cura hanno messo anche nel fare i disegni che
rappresentano la storia che essi stessi hanno scritto e condiviso.
Abbiamo inserito, nelle pagine successive, un titolo e alcuni disegni.
Si vede, anche nella rappresentazione pittorica, quanta passione hanno messo i bambini e le bambine.
Una passione di cui sono capaci, e che non sempre agli educatori riesce a “tirar fuori”.
Questa volta è successo. E senza scomodare i grandi Educatori della nostra Italia, posiamo senz’altro dire
che è la “motivazione” la molla per affrontare la grande sfida del rischio educativo, ora più che mai.
Lasciamo lo spazio alle immagini. Non abbiamo messo a quale racconto i singoli disegni si riferiscono, in
quanto l’intento comune degli insegnanti e dei bambini è quello di presentare i cinque elaborati come un
racconto unico.
E’ inserito un solo titolo, proprio per dare anche con l’aiuto delle immagini un esempio dell’interesse dei
bambini (il titolo è colorato con i pennarelli di tutti i colori).
A scuola infatti abbiamo realizzato un cartellone con tutti i racconti e tutti i disegni e lo abbiamo attaccato al
muro fuori dell’aula. Ogni racconto aveva il suo bel titolo colorato.
Buona visione a tutti. I bambini e i maestri.
18. La Sagra della Primavera di Igor Stravinsky
Le Sacre du Printemps, questo il titolo originale del brano, fu composto da Igor Stravinsky come balletto-pantomima
nel 1912 e rappresentato a Parigi l'anno successivo dalla Compagnia dei Balletti Russi capeggiata da Serge Diaghilev.
La coreografia si rifaceva a danze tribali e rituali della Russia primitiva, in un crescendo di potenza primordiale. Gli
artisti dello Studio Disney collegarono questa forza primitiva alla potenza della creazione della vita sulla Terra,
raccontando con le immagini la storia del nostro pianeta a partire da circa un miliardo di anni fa. Per poter rendere il
piú verosimile possibile questa ricostruzione furono contattati scienziati di fama mondiale, tra questi Julian Huxley,
biologo, e Edwin P. Hubble, astrofisico.
Il brano venne suddiviso in otto sequenze: la prima, Viaggio nel Cosmo, mostra la Terra vista dallo spazio, cosí come
solo nel 1969 la potranno vedere gli astronauti della prima missione sulla Luna; in Vulcani assistiamo a spaventose
eruzioni vulcaniche e al progressivo raffreddamento della crosta terrestre; nella sequenza Sviluppo della vita
sottomarina appaiono le prime forme di vita uni e pluricellulare che si sviluppano nel mare, per arrivare
all'evoluzione degli organismi da marini ad anfibi ed infine alla comparsa dei primi esseri terrestri; in Pterodattili
facciamo conoscenza con i padroni del cielo, i primi vertebrati volanti mentre in Vita familiare vediamo le abitudini
dei dinosauri terrestri; nella sequenza intitolata Lotta viene illustrata la selezione naturale attraverso le battaglie tra
le varie specie di dinosauri per la sopravvivenza, puntando l'attenzione sullo scontro tra un Tyrannosaurus Rex e uno
Stegosaurus; le restanti due sequenze del brano, Migrazione e Terremoti, mostrano le ultime fasi della vita degli
esseri viventi piú grandi mai apparsi sul nostro pianeta, attraverso la loro agonia in seguito agli sconvolgimenti
climatici che ne hanno determinato l'estinzione, e le successive devastazioni ad opera di terremoti ed eruzioni
vulcaniche, fino alla conclusione, in cui il mare torna ad essere il custode della maggior parte delle forme di vita
presenti sulla Terra.
19. Walt pensó inoltre di far proseguire le sequenze includendo
anche la comparsa dei mammiferi sulla Terra e infine l'arrivo
dei primi esseri umani. John Hubley, direttore artistico della
sequenza, sconsiglió questa mossa: i rappresentanti religiosi
piú oltranzisti avrebbero potuto accusare il film di andare
contro la visione cristiana della creazione del mondo e di
conseguenza boicottarlo. Disney decise che Fantasia
presentava giá abbastanza problemi di accettazione da parte
del pubblico e rinunció all'idea.
20. La decisione di utilizzare Le Sacre du Printemps venne sicuramente presa da Walt Disney, ma Leopold Stokowski fu
uno dei primi sostenitori dell'opera piú osteggiata di Stravinsky. Alla sua prima rappresentazione a Parigi infatti il
balletto del compositore russo venne fischiato dagli spettatori, scatenando addirittura una rissa in sala tra i musicisti
e alcuni facinorosi del pubblico. Stokowski fu il primo direttore d'orchestra a dirigere l'opera negli Stati Uniti nel 1930
e caldeggió la scelta della composizione per Fantasia. I rapporti tra Disney e Stravinsky non furono peró tra i piú
facili. Lo Studio era giá in contatto col compositore dal 1938, quando si pensava di utilizzare un suo celebre brano,
L'Uccello di Fuoco, nel "Concerto Filmato" che allora era in preparazione: l'idea non ebbe peró seguito, salvo essere
recuperata sessant'anni dopo per il nuovo Fantasia 2000. Strawinsky era un estimatore dell'opera di Disney, non fu
quindi difficile in un secondo tempo convincerlo a collaborare e a cedere i diritti de Le Sacre du Printemps. Egli visitó
lo Studio con il coreografo Gorge Balanchine, assistendo alla proiezione del brano de L'Apprendista Stregone e
apprezzando molto il lavoro in corso per il brano dei dinosauri. La posizione del compositore russo nei confronti del
risultato finale non è molto chiara: anni dopo infatti, ricordando la sua collaborazione con Disney, criticó le scelte
operate sulla sua musica, che venne ricomposta secondo le esigenze del film non rispettando la scansione
cronologica originaria. Certo è che Stravinsky vendette i diritti allo Studio per altre tre sue composizioni, Renard,
Fuochi d'artificio e L'Uccello di Fuoco.
Uno tra i problemi che dovettero affrontare gli artisti Disney fu di rendere con la massima veridicitá esseri
preistorici vissuti milioni di anni fa, di cui si hanno solo delle ricostruzioni fittizie. I disegnatori erano abituati
a trattare con animaletti antropomorfi, dalle grandi pupille e dai visi allegri, ben altra cosa era animare
immensi rettili. I primi model sheets mostrano chiaramente dei dinosauri ancora troppo simili ai personaggi
delle Silly Symphonies nelle espressioni e nella grafica. Tra l'altro bisogna ricordare che l'unico precedente
illustre di animazione di un dinosauro risaliva a Winsor McCay e al suo Gertie the Dinosaur, risalente al
lontano 1909. Si pensó allora di contattare paleontologi ed esperti del settore: il risultato finale fu talmente
realistico nel presentare scene irrealizzabili nei film dal vero che questo brano venne proiettato addirittura
nelle scuole americane come documentario sulla nascita della Terra e sulla vita dei dinosauri.
All'alba degli anni quaranta tra gli intellettuali non era piú cosí di moda apprezzare l'opera dello Studio
Disney, ma quando Stravinsky firmó il contratto per le sue musiche molti altri compositori contemporanei
decisero di seguirne l'esempio e cercarono di mettersi in contatto con Disney: tra questi Sergej Prokofiev.
21. Disney era talmente convinto del successo che avrebbe ottenuto Fantasia che mise in cantiere un
sequel, secondo la sua idea che questo film avrebbe dovuto essere un'opera d'arte in costante
divenire. In un incontro tra Walt e Prokofiev, il compositore russo disse che "ho composto questa
musica nella speranza che lei ne tragga un film d'animazione"5. Vennero acquisiti i diritti di questa
composizione inedita, intitolata Pierino e il Lupo, e si cominció ad animarla, attribuendo ad ogni
personaggio della storia uno strumento musicale ed un tema specifico. Il progetto di un secondo
Fantasia venne peró abbandonato visti gli esiti sfavorevoli del primo, ma l'animazione di Pierino e
il Lupo venne portata a compimento e il risultato finale costituisce parte integrante di Make Mine
Music (trad. it. Musica, Maestro!), film musicale ad episodi del 1946, composto soprattutto da
brani di musica popolare.
Al termine del brano di Stravinsky venne inserito un Intermezzo in cui gli artisti Disney cercarono
di dare vita alla Colonna Sonora, ovvero quella stretta banda posta sul lato sinistro della pellicola
che con la sua invenzione ha rivoluzionato il modo di fruire i film. Essa riporta le tracce audio
registrate che durante la proiezione permettono di ascoltare i dialoghi, le musiche e gli effetti
sonori. Venne cosí animata la "voce" della Colonna Sonora attraverso le immagini create dai suoni
da essa prodotti e per la prima volta fu possibile vederla in azione.