Massoneria, "La scoperta delle Ur Lodges". L'introduzione di Laura Maragnani
1.
Il potere in grembiulino
di Laura Maragnani
Chi è il fratello (eretico) Gioele Magaldi
Ho conosciuto Gioele Magaldi – già Maestro Venerabile della prestigiosa
loggia massonica romana «Monte Sion» all’obbedienza del Grande Oriente
d’Italia (Goi), nonché futuro Gran Maestro del movimento massonico
d’opinione Grande Oriente Democratico (God) – nel maggio del 2010,
quand’era ancora un semplice dissidente del Goi e un oppositore dell’allora
Gran Maestro Gustavo Raffi. «Semplice» è però un aggettivo parecchio
fuorviante: niente, in Magaldi, era semplice; e niente lo è tuttora. A
nemmeno quarant’anni era un uomo non molto alto ma ben piazzato
e muscoloso (aveva fatto boxe e full-contact in gioventù e ci teneva a
sottolinearlo), dall’eloquio torrenziale e dagli occhi molto vivi, sempre
vestito in modo inappuntabile, a volte perfino un po’ troppo azzimato;
e sempre in ritardo, e sempre con l’aria un po’ misteriosa di chi è appena
uscito da una riunione dove si sono decisi i destini del mondo.
In quei giorni, in realtà, era il suo destino nel Grande Oriente che
si decideva: iniziato a ventisei anni su insistenza di due pesi massimi di
Palazzo Giustiniani come il futuro Gran Segretario Giuseppe Abramo e
l’ex Gran Maestro aggiunto Ivan Mosca, un insigne esoterista, il giovane
Magaldi, laureato in Filosofia e studioso dei misteri alchemici (una pas-sione
di famiglia, mi informò subito regalandomi un suo libro dedicato
all’alchimia), a soli trentaquattro anni era già Maestro Venerabile della
«Monte Sion» e 30° grado del Rito scozzese antico e accettato. Un record:
il più giovane Maestro Venerabile d’Italia.
Divenuto altrettanto in fretta una sorta di delfino di Gustavo Raffi,
portato in palmo di mano dai vertici istituzionali del Goi, era finito
dopo non molto tempo in piena rotta di collisione con l’establishment
di Palazzo Giustiniani, contestando praticamente tutto: la Gran Mae-
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18 Massoni S.r.ill. La scoperta delle Ur-Lodges stranza, gli affarismi e gli affarucci, il «deficit di democrazia, pluralismo
e libertà interna»; perciò era stato più volte ammonito, poi più volte
sospeso, poi infine espulso. Ma aveva tenuto il punto: e per essere
reintegrato nella maggiore obbedienza massonica italiana si era rivolto,
davanti agli occhi sbalorditi dei confratelli, addirittura a un tribuna-le
civile della Repubblica. Una cosa mai vista in tutta la storia della
massoneria. Mettere gli affari interni degli iniziati nelle mani di gente
profana? Di un giudice donna, per di più? Pareva quasi una beffa, visto
che le donne nel Goi non sono nemmeno ammesse. Peggio: puzzava di
provocazione, sapeva di eresia.
Per un cultore di Giordano Bruno, comunque, l’essere eretici è una virtù
primaria. E dunque: «Le vere ragioni della mia espulsione risiedevano
proprio nel mio essere un “eretico”» insiste lui, oggi, con palese soddi-sfazione.
Cioè? «Sono stato espulso per “reati d’opinione”, per aver osato
criticare il Gran Maestro in carica. Roba da Inquisizione medievale. Altro
che libero pensiero massonico.»
Non è qui il caso di addentrarci nei dettagli di una querelle che è durata
anni, visti i tempi della giustizia italiana. Diciamo solo che il Tribunale di
Roma, dopo molte udienze estenuanti, ha imposto a Palazzo Giustiniani
di annullare la sospensione del dissidente; e che però il dissidente non è
potuto rientrare in officina tra i fratelli, perché nel frattempo i raffiani
lo avevano espulso per l’ennesima volta. Ma di battersi per il reintegro,
a questo punto, non gli interessava più. Non solo il Gran Maestro
Raffi, concluso il suo terzo mandato, si era ritirato a vita privata, ma lo
stesso percorso del fratello Gioele lo aveva progressivamente portato a
frequentare ben altri ambienti massonici. Internazionali, stavolta. Come
internazionale è il respiro di Massoni. Società a responsabilità illimitata.
Ma torniamo a quel 2010 e a quel massone eretico dalla loquacità
torrenziale e gli occhi brillanti che era stato espulso dal Goi perché
troppo palesemente fuori dagli schemi della gestione raffiana. Oggi
come allora bastano cinque minuti insieme all’ex Maestro Venerabile
per capire che ha un altissimo senso di sé e dei propri diritti, e che non
è tipo da subire passivamente un torto; anzi, è capace di scatenare una
guerra termonucleare per una semplice questione di principio. Diciamo
che il motto evangelico del «porgi l’altra guancia» non è stato coniato
pensando esattamente a lui.
Non c’è da stupirsi, perciò, se dopo aver trascinato in tribunale il Gran
Maestro Raffi, di cui pure era amico, e intimo al punto da curargli la
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3.
Il potere in grembiulino 19
campagna elettorale nel 2004, in quel 2010 Magaldi ha fondato all’in-terno
del Grande Oriente d’Italia una corrente ufficialmente dissidente,
Grande Oriente Democratico (familiarmente detto God), e aperto un
sito omonimo su cui ha sciorinato i documenti, le sentenze e tutto il
dibattito interno alle logge italiane, comprese le contestazioni al Gran
Maestro «golpista». Il sito era, ed è, aperto anche agli occhi dei profani.
Un’altra cosa che in massoneria non s’era mai vista.
Fratello Silvio
Molte cose, in effetti, prima di lui non si erano mai viste. Luglio 2010.
Sul sito di God compare la Lettera aperta n. 1 al fratello Silvio Berlusconi,
seguita di lì a poco da una Lettera aperta n. 2, tutt’e due a base di ammo-nimenti,
consigli politici, diffide in stile massonico all’illustre iniziato
di Arcore. Berlusconi, il presidente del Consiglio italiano, un massone?
Eccome! Già si sapeva dell’iniziazione impartitagli direttamente dal
Gran Maestro (emerito) Giordano Gamberini nel gennaio del 1978, a
Roma, alla presenza di Licio Gelli, Maestro Venerabile della loggia «P2»,
e liquidata poi dallo stesso Berlusconi come se fosse una barzelletta. Però
l’iniziazione massonica, come ricorda il fratello Gioele al fratello Silvio,
una volta conferita è indelebile: «Indelebile come ogni ordinazione
sacerdotale e misterica».
Così è un Berlusconi ben diverso dall’usuale quello che ci viene
raccontato da God: un attento cultore di astrologia, uno studioso di
esoterismo egizio, un raffinato progettista in chiave esoterico-massonica
dei suoi giardini in Sardegna e del suo mausoleo funebre ad Arcore, un
frequentatore del milieu massonico internazionale e con strette relazioni,
maturate fin dal 1992-1993, negli ambienti latomistici angloamericani
più conservatori. Non solo. Il fratello Silvio è addirittura il fondatore e il
Maestro Venerabile di una sua loggia personale, la «Loggia del Drago», i
cui riti non sono estranei a quel bunga bunga che tanto fragorosamente,
in quei giorni, sta impazzando sui media di tutto il mondo.
La Lettera aperta al fratello Silvio Berlusconi, invece, sui media ha un
andamento diverso. Ne parlano molti siti ma pochissimi giornali, tanto
che Magaldi ha buon gioco nel denunciarne pavidità e censure. Già allora
i suoi rapporti coi giornalisti non sono (né mai saranno) dei migliori.
«Sussiegoso» lo definisce un giornalista del «Corriere della Sera» dopo
averlo intervistato; e c’è chi lo liquida addirittura come un mitomane,
chi come un personaggio folkloristico. A ogni modo, la lettera circola
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4.
20 Massoni S.r.ill. La scoperta delle Ur-Lodges negli ambienti più disparati. E se tra i massoni romani crea parecchio
scalpore, qualche disagio, in certi casi addirittura fastidio, non manca
chi pronuncia il classico «quello è un pazzo» con tono francamente
divertito e ammirato.
In ogni caso, da Berlusconi non arriva nessuna smentita.
E God, piano piano, diventa un punto di riferimento non solo per
massoni democratici e dissidenti anti-Raffi, ma anche per cittadini,
giornalisti e politici in cerca di succose indiscrezioni sul back office
libero-muratorio.
Nel back office della massoneria
Eccoci al punto. Il back office. È proprio su God che per la prima volta
Magaldi, nel suo stile immaginifico e torrenziale, accenna ai profani l’e-sistenza
di un vero e proprio «retrobottega», un «dietro le quinte» dove si
discutono e deliberano «le vere questioni di potere della contemporaneità».
Un back office ovviamente massonico, i cui principali protagonisti sono
tutti massoni, come massoni (o, al massimo, paramassoni) sono i capi di
Stato e i leader politici che mettono diligentemente in pratica le decisioni
prese dagli ottimati nel chiuso dei loro ristrettissimi cenacoli. Detta da
un massone, è una verità parecchio interessante; e infatti l’editore Chiare-lettere
non perde l’occasione di approfondire questa nuova visuale delle
dinamiche di potere. Nel luglio del 2010 nasce, con Magaldi, il progetto
di Massoni. Perché proprio questo sottotitolo? «Perché i massoni nel loro
complesso – spiega orgogliosamente l’ex Venerabile – sono stati e sono
illimitatamente responsabili dei principali eventi della modernità e della
contemporaneità».
Il libro viene annunciato in uscita nella primavera del 2011. Per quella
data, però, non esce.
Nel gennaio del 2011 Magaldi sparisce, infatti, dai radar. Misterioso
come al solito, anzi più del solito, il fluviale Gioele stavolta è di poche
parole. Ogni tanto annuncia che va a Londra, forse anche a New York.
A fatica sappiamo che deve «vedere certi documenti». Che deve «parlare
con certi fratelli». Che sta «studiando». Che sta «lavorando tantissimo».
Poi, silenzio.
Va avanti così per quasi quattro anni.
Vivere, è vivo. Tra il serio e il faceto, dopotutto, ci aveva già assicurato
di non avere «la vocazione del martire o del profeta disarmato» e di aver
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5.
Il potere in grembiulino 21
depositato documenti e memoriali salvavita in mani fidatissime. È dunque
vivo e rilascia sempre interviste, litigando regolarmente coi giornalisti. È
vivo e sovrintende sempre al sito di God, che via via propone una lettura
in chiave massonica di Mario Monti, il presidente del Consiglio insediato
nell’autunno del 2011, e dei suoi legami con il circuito latomistico rea-zionario
e neoaristocratico che avrebbe nel presidente della Bce Mario
Draghi il suo massimo esponente europeo; illustra la cifra paramassonica
del nuovo inquilino di Palazzo Chigi, Enrico Letta; denuncia le ambizioni
latomistiche del nuovissimo Matteo Renzi.
Grazie a God veniamo a sapere che sta organizzando un’associazione
«per il socialismo liberal» intitolata a una delle sue figure totem, la libera
muratrice Eleanor Roosevelt, madre della Dichiarazione universale dei
diritti dell’uomo e moglie di quel Franklin Delano Roosevelt che, da
presidente degli Stati Uniti, ha salvato l’Europa dal nazifascismo e l’ha
rimessa in piedi grazie agli aiuti del cosiddetto Piano Marshall. Masso-ni
entrambi, Roosevelt e il suo segretario di Stato George Marshall. E
massone pure John Maynard Keynes, ai cui principi economici il Piano
Marshall era ispirato.
Tutte notizie che ritroveremo, alla fine, nello sterminato manoscritto
(1350 cartelle) con cui improvvisamente, nel giugno del 2014, Magaldi
ricompare: il manoscritto, ancora incompleto, che diventerà la trilogia
di Massoni, e di cui questo è il primo volume.
Riassumerlo qui è, ovviamente, impossibile. Diciamo che è una rilettura
degli ultimi due secoli da un punto di vista, per noi profani, assolutamente
inedito: quello del famoso back office, o high office, libero-muratorio.
Definirlo retrobottega è riduttivo. Dietro le quinte c’è una vera e propria
sala comandi, anzi, diverse sale comandi più o meno alleate, o avversarie, a
seconda delle contingenze storiche. Perché la massoneria non è un mono-lite,
ci spiega il fratello Gioele: è un universo popolato da progressisti e
conservatori, libertari e neoaristocratici, oligarchi e democratici, impegnati
tutti in un eterno confronto-scontro da cui sono nate le grandi sfide della
modernità, coi suoi sogni illuministi di libertà, uguaglianza, fraternità,
democrazia, e però anche gli incubi del nazifascismo in Europa e delle
successive dittature in America latina o in Medio Oriente.
Ma i nomi? chiederete. Ovviamente. È la prima cosa che il lettore cerca
in questo sterminato mare di pagine. E i nomi ci sono. Tanti. Tantissimi.
Clamorosi. Così tanti e così clamorosi – da Barack Obama a François
Hollande, da Angela Merkel a Vladimir Putin, da Giorgio Napolitano
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6.
22 Massoni S.r.ill. La scoperta delle Ur-Lodges a Mario Draghi, solo per restare a pochissimi tra i maggiorenti in carica
che vengono citati in Massoni – che la prima reazione è inevitabile: non
è possibile. Smentiranno. Questo è un pazzo. Dove sono le prove?
I segreti delle Ur-Lodges
Nel 2010, il famoso anno in cui è sparito dai radar, Gioele Magaldi è
stato affiliato alla «Thomas Paine», la più antica Ur-Lodge del mondo
(risale al 1849-1850). E qui tocca spiegare cosa sono le Ur-Lodges, la
cui esistenza, raccontata per la prima volta in queste pagine, è stata per
un secolo e mezzo uno dei segreti meglio custoditi dalla massoneria
moderna. Le superlogge, dice Magaldi, sono «i cenacoli massonici pro-tagonisti
della storia contemporanea», cioè «gruppi e soggetti a orienta-mento
e vocazione strutturalmente sovranazionale e cosmopolita» che
hanno «abbondantemente surclassato l’influenza ormai modesta della
massoneria ordinaria». Che differenza c’è con la normale massoneria? E
cosa fanno le Ur-Lodges?
Su questo Magaldi calibra anche le virgole: «La massoneria ordinaria
è quella rappresentata dal circuito delle Gran Logge (federazioni di logge
che adoperano un medesimo rituale, per lo più) e dei Grandi Orienti
(federazioni di logge che adoperano spesso e volentieri differenti rituali
ma si autoamministrano in modo unitario e centralizzato), organizzati
su base nazionale e dotati di rapporti diplomatici internazionali con altre
potenze massoniche. Si tratta di un circuito che ha alimentato, combattuto
e vinto le grandi sfide della modernità, ma che adesso è in grave stato di
crisi e declino a causa del suo conservatorismo, della sclerotizzazione delle
sue strutture, del suo dogmatismo pseudoecclesiale, della sua tendenza a
scomunicare ogni istanza eretica e critica al suo interno, del suo atteggia-mento
non inclusivo e accogliente verso comunioni massoniche minori,
della sua colpevole inclinazione a “disunire ciò che è integro” invece di
“riunire ciò che è sparso”, tipica locuzione e tipico dovere iniziatico dei
massoni autentici. Ma, soprattutto, a pesare è stata la perdita di vocazione
avanguardistica, sul piano ideologico e culturale, rispetto alle sfide di un
mondo ipercomplesso e globalizzato come quello attuale».
Quanto al circuito delle Ur-Lodges...
«È un network di superlogge che nascono costitutivamente su base
cosmopolita e vocazione identitaria e operativa sovranazionale. Queste
superlogge, da quando sono nate, hanno affiliato sempre e soltanto i
più eminenti e ragguardevoli membri della massoneria ordinaria, che si
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7.
Il potere in grembiulino 23
sono trovati così nella preziosa condizione di muoversi con disinvoltura
in entrambi gli ambienti e di disporre dei migliori strumenti dell’uno e
dell’altro circuito per conseguire le loro finalità. Aggiungiamoci l’iniziazione
ex novo di donne e uomini profani ma di particolare prestigio politico,
economico-finanziario, mediatico, ecclesiale, intellettuale, artistico, eccete-ra,
alla sola condizione che in costoro si manifestassero i segni indubitabili
di un desiderio autentico di perfezionamento sapienziale ed esoterico.»
Chiarissimo.
Ci sono Ur-Lodges conservatrici – la «Edmund Burke», la «Joseph de
Maistre», la «Compass Star-Rose» e la «Pan-Europa», la «Three Eyes», la
«White Eagle», tanto per citarne alcune – e altre progressiste, a cominciare
proprio dalla «Thomas Paine», e proseguendo con la «Montesquieu», la
«Christopher Columbus», la «Ioannes», la «Hiram Rhodes Revels» e la
«Ghedullah». Tutte a vocazione internazionale, come internazionale è il
loro campo di intervento nel mondo.
Dalla «Thomas Paine» sono passati massoni che hanno fatto la storia
dell’Italia e del pianeta, come Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi
(che fu anche primo Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia), John
Stuart Mill, Victor Hugo, Jules Michelet, Louis Blanc, Pierre-Joseph
Proudhon. «Ma anche Charles Darwin, John Dewey, George Bernard
Shaw, Aleksandr Fëdorovicˇ Kerenskij, John Maynard Keynes, il Mahatma
Gandhi, George Orwell, Altiero Spinelli, Nelson Mandela, Arthur Schle-singer
Jr., Eleanor e Franklin Delano Roosevelt, che però era legato molto
anche alla Gran Loggia dello Stato di New York, e difatti è stato iniziato
nel 1911 presso la “Holland Lodge” n. 8 all’Oriente della Grande mela.»
Bastano questi nomi per dare un’idea della storia, ricchissima, e della
portata, internazionale, di questo supercenacolo di superfratelli.
Ebbene, nel 2010 l’ex Maestro Venerabile della «Monte Sion» ha
avuto la possibilità di accedere ai documenti conservati nell’archivio
(riservatissimo!) della «Thomas Paine» e nei quattro anni successivi ha
potuto esaminare una montagna di carte sicuramente non destinate
a occhi profani: verbali, diplomi, testi, lettere, tavole architettoniche,
elenco delle affiliazioni, documenti dei lavori di loggia. E poi? «Insie-me
agli altri fratelli che hanno collaborato a Massoni abbiamo avuto
accesso ai documenti conservati da altre Ur-Lodges come la “Ioannes”,
la “Montesquieu”, la “Edmund Burke”, la “Three Eyes”, la “Compass
Star-Rose”, la “Leviathan”, la “White Eagle” e la “Hathor Pentalpha”. Poi
il controllo incrociato ci ha permesso di ricostruire determinati eventi
con il massimo rigore filologico ed ermeneutico.»
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8.
24 Massoni S.r.ill. La scoperta delle Ur-Lodges Gli occhi gli brillano. «Diciamo che si tratta di ricostruzioni abbastan-za
esplosive» concede, con l’aria soddisfatta di un gatto che ha appena
mangiato un grosso topo. E butta lì, con ancora maggiore soddisfazione,
che questo è «un work ancora in progress», perché il materiale che rimane
da esaminare è tantissimo, e le rivelazioni da fare infinite. Difatti ha già
in testa un altro paio di libri, stavolta sul Potere globale e i suoi Venerabili
Maestri. Dobbiamo solo aspettare.
Ma i documenti? Le prove? I riscontri?
«Gli originali sono conservati dai loro custodi naturali, cioè i segretari
e gli archivisti delle varie Ur-Lodges.» E lì devono restare: nelle loro mani.
Su questo punto non c’è possibilità di mediazione. «Però il sottoscritto
e gli altri fratelli che hanno collaborato alla stesura di Massoni si sono
presi la briga di fotocopiare tutto il materiale esaminato nonché quello,
vastissimo, ancora da esaminare, e di depositarlo in più copie presso
diversi studi notarili e legali di Parigi, Londra e New York.» E lì resta,
anche quello: nelle mani degli avvocati e dei notai. Si tratta di docu-menti
riservati provenienti da archivi molto privati, ci viene ricordato;
e in quanto tali non sono destinati a un pubblico profano né è prevista
alcuna procedura di desecretazione, anche se un giorno Magaldi spera
di ottenere il via libera per una pubblicazione antologica che metta il
materiale a disposizione anche degli studiosi non massoni.
E nell’attesa? Il fratello Gioele è rassicurante: «In caso di smentite e di
contestazioni plateali i documenti saranno resi pubblici con un adeguato
risalto mediatico». Non solo. Quattro eminenti protagonisti dell’esta-blishment
massonico planetario, fratelli esimi che hanno contribuito a
Massoni «con le loro rivelazioni precise e circostanziate» e che per ora,
nel libro, si nascondono dietro uno pseudonimo iniziatico, si sono già
dichiarati disponibili a «presentarsi in pubblico a viso aperto».
Perché questo non è un libro qualsiasi: «La pubblicazione di Massoni
e de Il Potere globale e i suoi Venerabili Maestri costituisce una clamorosa
e definitiva dichiarazione di guerra ai progetti di involuzione oligarchi-ca,
tecnocratica e antidemocratica distillati presso le più reazionarie e
neoaristocratiche fra le Ur-Lodges contemporanee».
E sono progetti che riguardano «l’Italia, l’Europa e l’Occidente, e
dunque l’intero pianeta».
Ricapitolando.
C’è una guerra in corso, da qualche parte del famoso back office, e
questa guerra ci riguarda. Tramite Massoni gli addetti ai lavori ce ne danno
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