2. Lo sviluppo cognitivo
• Le domande chiavi alle quali si cerca di
rispondere sono:
1) Quali cambiamenti si verificano nel
funzionamento cognitivo?
2) Quali fattori sono responsabili di tali
cambiamenti?
3. Secondo Piaget
Il soggetto che realizza il processo
conoscitivo non è né un passivo recettore di
istruzioni o pressioni ambientali, né il
veicolo di disposizioni depositate nella
struttura genetica.
4. • alcune abilità sono apprese e innate, ma la
qualità costitutiva della conoscenza risiede
nel fatto che il soggetto costruisce
attivamente le proprie conoscenze:
l’organismo si modifica attraverso
l’integrazione con l’ambiente, spinto dal
bisogno di realizzare con esso degli scambi
sempre più ricchi ed efficaci.
5. • rifiuto ipotesi innatista (Gestalt): ipotizza
l’improvvisa comparsa di strutture mentali nuove e
non tiene conto del fatto che i cambiamenti
evolutivi derivano da una lunga storia di interazioni
con l’ambiente;
• rifiuto ipotesi ambientalista (Comportamentismo):
le pressioni esterne non sono in se stesse cause di
sviluppo, ma al contrario, diventano efficaci solo
nella misura in cui l’organismo è in grado di
incorporarle (Piaget → le caratteristiche proprie
dell’organismo stabiliscono i limiti entro cui può
verificarsi l’azione dell’ambiente).
6. Ipotesi
innatista
Le strutture
cognitive hanno
un’origine
esclusivamente
interna
Teoria organismica
L’individuo non è un passivo recettore di influenze ambientali,
né un veicolo di idee innate, ma un attivo costruttore delle
proprie conoscenze
PiagetPiaget
respingerespinge
Ipotesi
ambientalista
Le strutture
cognitive hanno
un’origine
esclusivamente
ambientale
PiagetPiaget
proponepropone
La teoria di Piaget
7. • Lo sviluppo è comprensibile all’interno della storia evolutiva
delle specie, di cui l’organizzazione biologica e psicologica
dell’uomo costituisce l’apice
• L’organismo è attivo e si modifica attraverso gli scambi con
l’ambiente
• Lo sviluppo consiste nella trasformazione di strutture che non
sono innate, ma si costruiscono grazie all’attività
dell’individuo
Gli assunti base della teoria di Piaget
8. I concetti teorici fondamentali
di PIAGET:
adattamento
organizzazione
schemi di azione
strutture mentali
concetto di stadio
9. a) adattamento: l’accordo del pensiero
con le cose
• Le strutture interne dell’organismo si
modificano continuamente per assolvere a
bisogni nuovi, o anche vecchi ma in
condizioni mutate;
• Tali modificazioni sono il risultato
dell’interazione continua tra due processi
che presiedono agli scambi tra il soggetto e
l’ambiente: assimilazione e accomodamento.
10. Assimilazione:
• si verifica ogni volta che il soggetto incorpora
nelle proprie strutture un elemento esterno o
interpreta l’esperienza nei termini delle
strutture di cui dispone (es. come sul piano
organico – le sostanze contenute nel cibo
vengono trasformate dall’organismo, nella
vita psichica – questo processo trasforma i
dati dell’esperienza, la realtà esterna, in
funzione delle strutture interne).
11. Accomodamento:
• modificazione delle strutture in funzione
delle caratteristiche della realtà assimilata:
le strutture si adeguano alla novità.
• Se l’assimilazione tende alla conservazione,
l’accomodamento tende alla novità ⇒
l’assimilazione riconosce nell’ambiente
oggetti da assimilare e fa scaturire il
bisogno di interagire con la realtà ≠
accomodamento ricerca i mezzi per
soddisfare quel bisogno.
12. Gli scambi con l’ambiente sono quindi
adattivi in quanto realizzano un equilibrio
tra il bisogno di assimilazione (applicare le
strutture possedute) e l’esigenza di
accomodamento (modificare quelle
strutture in funzione di nuove situazioni).
13. ASSIMILAZIONEASSIMILAZIONE
Incorpora nei propri schemi i
dati dell’esperienza
Conservazione
ADATTAMENTO DELL’ORGANISMO ALL’AMBIENTEADATTAMENTO DELL’ORGANISMO ALL’AMBIENTE
EQUILIBRIOEQUILIBRIO
ACCOMODAMENTOACCOMODAMENTO
Modifica i propri schemi per
adattarli ai nuovi dati
Novità
L’intelligenza secondo Piaget
14. Continuità vs discontinuità
• concetto di adattamento e di
assimilazione ⇒ idea di continuità
nello sviluppo;
• concetto di sequenza a stadi ⇒
discontinuità (cambiamento qualitativo
delle strutture).
16. • Ciascuno stadio prevede una particolare forma di
organizzazione psicologica
• Il passaggio da uno stadio al successivo può essere
graduale e l’età può variare da un bambino all’altro
• Ogni stadio è qualitativamente diverso dal precedente,
presenta forma e regole proprie
• Le acquisizioni di uno stadio non si perdono con il passaggio
allo stadio successivo, ma vengono integrate in strutture più
evolute (integrazione gerarchica tra stadi)
Gli stadi di sviluppo secondo Piaget
18. Età
Sensomotorio
Stadio Descrizione
0-2 anni
A 2 anni “comprende” il mondo in base a ciò
che può fare con gli oggetti e con le
informazioni sensoriali
Preoperatorio 2-6 anni
Si rappresenta mentalmente gli oggetti e
comincia a comprendere la loro
classificazione in gruppi
Operatorio
concreto
6-12
anni
La capacità logica progredisce grazie allo
sviluppo di nuove operazioni mentali
(addizione, sottrazione, ecc.)
Operatorio
formale
Dai 12
anni
È capace di organizzare le informazioni in
modo sistematico e pensa in termini
ipotetico-deduttivi
Stadi dello sviluppo cognitivo secondo Piaget
19. a) stadio sensomotorio:
• primi 2 anni di vita;
• organizzazione interna data da schemi di
azione (= azioni manifeste effettivamente
eseguite sugli oggetti);
• non esiste alcuna attività mentale, di
pensiero o di riflessione;
• si distinguono 6 sottostadi.
20. 6- invenzione di mezzi nuovi mediante
combinazione mentale (18-24 mesi)
• Quando si trova in una situazione nuova in
cui gli ostacoli che si frappongono tra le sue
intenzioni e il raggiungimento dello scopo
esigono un adattamento imprevisto, il
bambino non procede per prove ed errori,
ma per invenzione repentina, compiendo un
atto mentale.
21. Immaginiamo un bambino davanti ad una
porta con un mucchietto di erba in mano, che
prima ancora di tentare di aprire la porta posi
l’erba e che poi, accortosi che l’erba si trova
nel raggio di apertura della porta, la sposti
perché ha realizzato che la porta aprendosi
l’avrebbe spazzato via.
Il bambino fa questo prima di aver effettivamente
percepito l’effetto delle proprie azioni (aprire)
perché l’attività rappresentativa gli ha permesso di
anticiparlo.
22. questo significa:
• capacità di anticipare mentalmente l’effetto
delle proprie azioni, oltre che di evocare
azioni passate;
• comparsa della rappresentazione.
• ora l’oggetto può essere ritrovato anche in
seguito a spostamenti non percepiti, ma solo
inferiti (es. nascondiamo un oggetto nella nostra mano e poi lo
lasciamo cadere, non visti, dietro uno schermo, non ritrovando più
l’oggetto nella mano il bambino, andrà a cercarlo dietro lo schermo –
rappresentarsi la nostra azione).
23. Si completa la nozione di oggetto permanente –
costruzioni fondamentali di questo periodo, insieme
a quelle di spazio, tempo e causalità che consente al
bambino di agire in un ambiente in cui gli oggetti:
• dotati di esistenza propria;
• occupano uno spazio obiettivo;
• assumono relazioni spaziali obiettive (avanti-
dietro);
• fonti autonome di causalità, ma anche intermediari
(le diverse condotte);
• fanno parte di eventi ordinati temporalmente.
24. b) Stadio preoperatorio – dai 2 a 6-7
anni
• Imitazione differita: capacità di riprodurre un
modello qualche tempo dopo averlo percepito
(ore-giorni) → conservato rappresentazione
interna del modello (immagine mentale);
• Gioco simbolico: tratta un oggetto come fosse
qualcosa di diverso (“far finta”) → attribuzione
ad un oggetto presente qualità diverse da quelle
effettive (caratteristiche di un oggetto evocato
mentalmente – es. un cucchiaio al posto del
telefono).
25. • uso del linguaggio verbale per riferirsi a
oggetti, persone o situazioni, assenti – non
solo per richiamare l’attenzione di qualcuno
(decontestualizzazione) → uso di schemi
verbali per designare una realtà che egli è in
grado di rappresentarsi mentalmente;
• gli schemi di questo stadio sono azioni
interiorizzate: col limite che però sono
isolate, cioè possono essere pensate una per
volta;
27. I fattori dello sviluppo:
• Maturazione del sistema nervoso: non è
l’unico fattore, né un fattore causale (anche
i salti qualitativi che segnano il passaggio
da uno stadio all’altro, non sono sempre
contraddistinti da cambiamenti qualitativi
nella struttura neurofisiologica).
28. • Esperienza acquisita: esercizio e ripetizione
di azioni, percezioni ed esperienze che il
bambino compie autonomamente sulla
realtà:
- esperienza fisica: conoscere proprietà
degli oggetti, loro caratteristiche formali e
funzionali ← esperienza che avviene per
astrazione di proprietà rilevanti degli
oggetti (es. scoperta che certi oggetti
possono galleggiare e che altri vanno a
fondo)
29. – esperienza logico-matematica: riguarda la
possibilità di sperimentare le proprietà delle azioni
(i bambini passano molto tempo ad infilare cubi o
pentole di dimensioni diverse, allineando oggetti,
raggruppandoli, sommandoli dividendoli →
esercitano le proprie strutture mentali, le fanno
funzionare e scoprono proprietà costanti e
rilevanti delle loro azioni).
30. • Interazione sociale e linguaggio: fattore
importante ma non sufficiente poiché sono
le strutture cognitive che influenzano la
capacità di comprendere e produrre il
linguaggio e non il contrario.
– La trasmissione sociale può accelerare il
processo attraverso il quale viene raggiunta la
maturità funzionale di uno stadio, ma di per sé
non spiega il passaggio da uno stadio all’altro.
31. Per Piaget l’ambiente fisico e sociale è
semplicemente uno scenario che consente al
bambino di esercitare le proprie azioni,
assolve ad una funzione solo perché fornisce
il materiale grezzo su cui il bambino lavora.
32. Il vero fattore causale dello sviluppo risiede in
una “proprietà intrinseca e costitutiva della
vita organica e mentale”, cioè il fattore di
equilibrio inteso come equilibrio tra
perturbazioni esterne e attività del soggetto.
33. • Una delle direzioni in cui agisce il processo
di equilibrazione è la realizzazione di
scambi con l’ambiente sempre più adattati,
cioè caratterizzati da un sempre maggiore
equilibrio tra assimilazione e
accomodamento.
Esempio: il bambino nasce col riflesso della
prensione a piena mano; è la ricerca di forme di
equilibrio migliori con l’ambiente che fornisce
allo schema la spinta a modificarsi per afferrare a
due mani, oppure opponendo pollice e indice
oppure usare un bastone per afferrare un oggetto
lontano.