1. INTOLLERANZA AL LATTOSIO
a cura del Prof. Giuseppe Di Fede, Medico Chirurgo, Direttore Sanitario di Imbio - Istituto di
Medicina Biologica di Milano, Specialista in Nutrizione e Dietetica Clinica, Esperto in Medicina
Genetica e Preventiva, Ipertermia oncologica e Immunoterapia, Professore a. C. di Nutrigenomica,
presso Università di Pavia, Università di Roma,
Il latte è un componente fondamentale nella dieta dei paesi occidentali, ma la sua tollerabilità da
parte dei diversi individui non è assoluta. Alcuni soggetti suscettibili, dopo l’introduzione di latte,
lamentano in forme diverse la comparsa di sintomi addominali che scompaiono con l’astensione
dall’assunzione dell’alimento stesso.
L’intensità dei sintomi varia generalmente in funzione della quantità di latte assunto configurando il
quadro di Intolleranza al lattosio o deficit di lattasi, l’enzima che serve alla digestione del
lattosio stesso.
Il 70% della popolazione mondiale circa ne sarebbe interessato con un minimo nell’Europa
settentrionale (prevalenza del 5% in Gran Bretagna) e un massimo del 100% in alcune isolate
comunità asiatiche. L’Italia si collocherebbe in una fascia di prevalenza compresa tra il 50% delle
regioni settentrionali e il 70% della Sicilia.
Fisiologicamente l’attività dell’enzima lattasi compare intorno all’ottava settimana di gestazione
per raggiungere il picco intorno alla 34a settimana. Si registra in seguito un progressivo calo con
una persistenza di funzione pienamente efficace solo nel 30% della popolazione mondiale.
Nel corso della vita, quindi, l’individuo sarebbe destinato a perdere una parte di funzionalità
dell’enzima lattasi (80-90% la perdita di attività in Cina e Giappone entro i 3 o 4 anni mentre in
Inghilterra il calo si manifesterebbe intorno ai 18-20 anni) in modo direttamente influenzato
dall’apporto di latticini nella dieta: più sono importanti nell’alimentazione quotidiana e più tardi, in
termini di età, e meno frequentemente, in termini di prevalenza, si manifesterà il problema.
Clinicamente il sospetto d’intolleranza al lattosio può essere posto in caso di presenza di uno o
più dei seguenti sintomi:
1. Dolore addominale
2. Diarrea
3. Nausea
4. Flatulenza
5. Crampi addominali
6. Gonfiori
a. Variabili in funzione della concentrazione di lattosio presente nell’alimento introdotto
b. Variabili in funzione della quantità di alimenti contenenti lattosio introdotti
c. Variabili in funzione dell’attività di lattasi residua presente nel soggetto
7. Stitichezza
Causata dal metano prodotto dalla fermentazione del lattosio ingerito
2. Grazie alle nuove procedure diagnostiche - che si possono effettuare con uno spazzolino
dedicato ai test genetici - la diagnosi di Intolleranza al Lattosio si può fare sin dai primi
giorni di vita. La dieta seguirà le indicazioni del risultato genetico.
Il risultato del test è utile sia per i bambini in fase di allattamento materno al seno sia in
nutrizione artificiale. I vantaggi del risultato si tramutano in benefici in termini di salute del
bambino o del paziente riducendo in modo concreto momenti di malessere e coliche
intestinali legate all’intolleranza al lattosio.