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Il marketing del consulente




                   Roberta Longoni
                       29/01/2013    1
1. Incrementare la notorietà e reputazione
                       2. Evidenziare capacità e doti
 3. Caratterizzare il posizionamento del consulente
4. Favorire i contatti e l’accesso ai potenziali clienti
       5. Permettere di ottenere compensi più alti


      Le aziende scelgono i professionisti soprattutto sulla base del
 PASSAPAROLA POSITIVO, di REFERENZE, e del RICONOSCIMENTO
                                     DI NOTORIETA’ del professionista.
       Per il consulente è di grande importanza saper comunicare e
impegnarsi fare in modo che il suo messaggio venga bene accolto,
    il linguaggio sia compreso e gli argomenti del messaggio siano
           ritenuti degni di fiducia e si prestino alla memorizzazione.




                                                         Roberta Longoni
                                                             29/01/2013    2
ESSERE PROATTIVO
Non attendere i clienti, identificare bene il proprio lavoro e cercare di
                                                                ottenerlo

          CONCENTRARSI SUI VANTAGGI PER IL CLIENTE,
                                           NON sugli obiettivi aziendali

                                           STABILIRE UN BUDGET

                                         PIANIFICARE CON CURA
        Stendere un piano scritto, completo di cose da fare e quando

                       FISSARE IL TARGET DELLA CAMPAGNA
                                Non adottare un approccio dispersivo.
     Stabilire con chiarezza i destinatari delle azioni x massimizzare i
                                                                risultati

              COSTRUIRE IL PROPRIO BRAND (IMMAGINE)

                                          AVVIARE IL PROGETTO.


                                                         Roberta Longoni
                                                             29/01/2013     3
METTERE PER ISCRITTO IL PIANO DI SVILUPPO DELLE PROPRIE
            ATTIVITA’ E’ DI GRANDE AIUTO PER CHIARIRE DUBBI,
          PERPLESSITA’, E PER COMPRENDERE COSA VADA FATTO.
     In questo modo spesso i problemi vengono compresi e definiti
                                                        meglio.



    RICERCHE CONDOTTE NEGLI USA CONFERMANO CHE AVERE UN
PIANO MARKETING MIGLIORA I RISULTATI DELLE PICCOLE AZIENDE
                                                        DEL 24/30%.
      UN PIANO DI MARKETING FA RISPARMIARE TEMPO E STRESS.
  Avere o non avere un piano corrisponde alla differenza tra l’essere
         propositivo o semplicemente reagire alle alterne fortune del
                                                            mercato.

   IL PIANO DI MARKETING HA UN OBIETTIVO : ATTIRARE E
            MANTENERE CLIENTI DI QUALITA’ E IN NUMERO
                                          SUFFICIENTE.
        ESPRIME IN MODO CHIARO LE METE, E INDICA COME
  SARANNO RAGGIUNTI GLI OBIETTIVI E CON QUALI MEZZI.



                                                      Roberta Longoni
                                                          29/01/2013    4
Ogni piano di marketing è parte di un processo, e la strategia viene
                                              creata sulla base di:


   MISSION : definisce la ragione di essere dell’azienda, cioè del
                                                         consulente


VISION : definisce cosa il consulente vuole raggiungere nel lungo
                      periodo, rappresenta il sogno imprenditoriale


      VALORI : le convinzioni che influenzano i comportamenti e
            rispondono alla domanda “come facciamo le cose qui?”




                                                     Roberta Longoni
                                                         29/01/2013    5
Il noto marketing mix PRODOTTO-PREZZO-POSTO-PROMOZIONE non serve
        al consulente, in quanto le prime due P sono indeterminate finché il
                  prodotto non viene definito in funzione del singolo cliente.
         Il prodotto consulenza è unico per definizione, viene erogato e non
                                                                    prodotto.

                                  Un consulente compete su questi fattori (7C)
         CONOSCENZA : da coltivare all’interno e diffondere all’esterno, per
                                                   guadagnare fiducia e rispetto
     CONTATTI : i servizi di consulenza vengono acquistati sulla base della
 fiducia, e spesso in seguito a referenze positive. Una buona rete di contatti
                  può aumentare a probabilità di scelta a favore dell’azienda.
 COMUNICAZIONE : il consulente deve informare i suoi pubblici di ciò che
                                      fa, e dei benefici che ne ricavano i clienti
CONCRETIZZAZIONE : l’offerta del consulente va resa tangibile attraverso
                  immagini e documentazioni, eventi, ed un operato concreto
CLIENTE, SCELTA : la scelta del cliente condiziona lo sviluppo dello studio,
              quindi i clienti vanno scelti e cercati, non semplicemente attesi.
    CONOSCENZA DEL CLIENTE, per costruire davvero proposte su misura
           CULTURA DELLA COMPETENZA, utile per attirare i clienti che si
                                                                     desiderano.




                                                                  Roberta Longoni
                                                                      29/01/2013     6
Per definire il proprio business si parte dalla VISION costruita
                          sull’immagine che il consulente ha del suo futuro.

  Può essere resa da una frase che offre in maniera abbastanza precisa la
                                                     meta del consulente.

La vision deve essere ragionevole, rappresentare una meta raggiungibile e
                     nello tesso tempo essere un sogno con un traguardo.

   Un neoconsulente può trarre giovamento, per definire la sua vision, da
                                                      alcune domande:

                                      Perché voglio essere un consulente?
                    Cosa voglio che i clienti ottengano con i miei servizi?
                                                  Cosa desidero ottenere?
                 Cosa significa per me ottenere il successo professionale?
                                    Cosa mi motiva di questa professione?




                                                             Roberta Longoni
                                                                 29/01/2013    7
La   MISSION       viene esplicitata in relazione ai clienti,
                                 ed indica il beneficio che gli stessi ottengono
                                        dalla collaborazione con il consulente.

 Può essere espressa da un PAYOFF, oppure espressa in termini di proposta
                                                                di valore.

La mission dichiarata indica allo stesso tempo la promessa del consulente al
                                   cliente ed il beneficio che il cliente otterrà.




                                                                   Roberta Longoni
                                                                       29/01/2013     8
Significa passare dall’analisi alla formulazione delle linee-guida e
                            della strategia per operare sul mercato.
     I PUNTI DI FORZA permettono di sfruttare le OPPORTUNITA’
             presenti sul mercato, e di difendersi dalle minacce esterne.
  I PUNTI DEBOLI rappresentano fattori interni che possono limitare il
     successo sul mercato, o rendere vulnerabile il consulente di fronte alle
                                                      MINACCE ESTERNE.
Condurre una buona analisi SWOT richiede obiettività e conoscenza, basata
   sulla disponibilità di informazioni oggettive, dello studio e del mercato di
                                                                     riferimento.
     L’analisi è un processo di investigazione e di brainstorming sui
         fattori che lavorano pro e contro il successo del consulente.
          Per scoprire le aree nelle quali si può emergere come consulenti è
                                    importante identificare i propri punti forti:
                                        In cosa si è bravi nell’aiutare i clienti?
     In cosa sappiamo aiutarli ad aumentare, migliorare, innovare, ridurre,
                                                                    risparmiare?
              Possiamo aiutare i clienti a sviluppare nuovi prodotti o servizi?
                  Sappiamo aiutare i clienti a prendere decisioni ponderate?
             Siamo in grado di assistere i clienti in una loro diversificazione?


                                                                  Roberta Longoni
                                                                      29/01/2013     9
PUNTI FORTI                               PUNTI DEBOLI
   XX anni di esperienza                   Risorse finanziarie limitate
   Successi nella conduzione di            Difficoltà sprigionare le sinergie
    ricerche di mercato                      tra le competenze dei singoli
   Capacità di leggere il mercato           consulenti
   Servizi personalizzabili che si         Non sufficiente sistematicità nel
    basano su processi collaudati            fare marketing
   Capacità di fare marketing dello
    studio




             OPPORTUNITA’                                  MINACCE
   Mercati che vogliono crescere           Troppi studi “one-person”
   Aziende sottodimensionate per la        Attuale situazione negativa del
    componente manageriale                   credito
   La stampa specializzata sottolinea      Difficoltà a differenziare i servizi
    l’importanza di fare marketing per
    avere clienti




                                                                   Roberta Longoni
                                                                       29/01/2013    10
Il piano di marketing è il documento
                   che dà inizio al processo di acquisizione di clienti
                                 attraverso la scelta e l’applicazione
                             di una coerente strategia di marketing.



                                                           Il piano deve:
                                               1. riportare gli obiettivi
                                        2. strutturare i servizi offerti
  3. indicare e illustrare i clienti che il consulente desidera avere
4. delineare la rete di rapporti che va costruita (e poi migliorata)
    5. descrivere quali strumenti di comunicazione utilizzare, e in
                                                           quale modo
          6. indicare quali azioni sono previste ed i relativi tempi.




                                                           Roberta Longoni
                                                               29/01/2013    11
La redazione del piano di marketing
                                                         Si articola in 4 fasi:

1. RACCOLTA INFORMAZIONI in modo dettagliato : raccolta dei dati che
    riguardano noi stessi e l’esterno, in relazione all’obiettivo che vogliamo
                                                                    perseguire

                             2. ELENCO DI PROBLEMI E OPPORTUNITA’

          3. Formulazione di OBIETTIVI SPECIFICI e QUANTIFICABILI

    4. SVILUPPO DI UNA STRATEGIA, cioè di come arriveremo ai nostri
                                                         obiettivi.




                                                               Roberta Longoni
                                                                   29/01/2013     12
Il formato più utilizzato è contraddistinto dall’acronimo SOSTAC:

      SITUAZIONE (analisi della) : dove ci troviamo adesso?
                       OBIETTIVI : dove vogliamo andare?
         STRATEGIA : come faremo per arrivare agli obiettivi?
                        TATTICHE : dettagli della strategia
                       AZIONE : mettiamo il piano al lavoro
                         CONTROLLO : misurare i risultati.




                                                  Roberta Longoni
                                                      29/01/2013    13
Il documento può essere così impostato:

                                                     1. Titolo , autore e data
                                                     2. Scopo del documento
    3. Situazione attuale : informazioni essenziali ed utili per prendere una
                                                                      decisione
4. Considerazioni : aspetti da considerare per lo sviluppo e il cambiamento
                                                               della situazione
                                                                 5. Destinatari
                6. Pubblici verso i quali saranno dirette le azioni pianificate
                                            7. Obiettivi e loro coordinamento
                  8. Strategia : come si intendono raggiungere gli obiettivi
                                  9. Tattiche : esempi di soluzioni ed azioni
                                                                     10.Budget
                                            11.Tabella temporale (road map)




                                                               Roberta Longoni
                                                                   29/01/2013     14
LA COMUNICAZIONE

                             Il consulente non vende i suoi servizi,
                  piuttosto deve farsi preferire ai suoi concorrenti,
                e per questo deve creare un CENTRO DI GRAVITÀ
                              nasce dal contributo di molte tattiche
                                  che si avvalgono di mezzi diversi,
ma che insieme concorrono a diffondere notorietà e conoscenza del
                                      consulente e dei suoi servizi.

                                                 Il SITO WEB
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                                    SEMINARI E CONFERENZE
                                               NETWORKING
                                              SOCIAL MEDIA
                               PASSAPAROLA / SEGNALAZIONI
                                                PUBBLICITA’




                                                      Roberta Longoni
                                                          29/01/2013    15
Il gruppo più importante di visitatori ricercati è quello dei potenziali clienti
      che sul sito web del consulente cercano informazioni e risposte al loro
                                                                    problema.
         INTERNET NON E’ UNA VETRINA PER VENDERE SERVIZI, E I
                POSSIBILI CLIENTI NON NAVIGANO PER TROVARE UN
         CONSULENTE, MA PER CONOSCERLO MEGLIO DOPO AVERLO
                                                               INCONTRATO.

Per una buona progettazione globale del sito, la domanda più importante è:
        “COSA VOGLIONO CONOSCERE I VISITATORI DEL MI SITO?”.
  E poi : “IN CHE MODO SI POTRANNO SODDISFARE I DESIDERI DEI
                                                          VISITATORI?”

             Le risposte a questo tipo di domande avranno un forte impatto
  sull’architettura generale, e soprattutto sui contenuti del sito che devono
 essere adeguati : testi che mostrano capacità e doti del consulente, e allo
                                       stesso tempo diffondono conoscenza.




                                                                 Roberta Longoni
                                                                     29/01/2013     16
Ricerche ripetute hanno dimostrato che newsletter legate a temi
                              professionali interessano il 40% delle persone.
                                    Nel formato elettronico abbattono i costi.
                       LA NEWSLETTER PER IL CONSULENTE FUNZIONA SE:
                                                                    INFORMA
                                                 E’ FACILMENTE DISPONIBILE
                                     E’ REGOLARE NELLA SUA PERIODICITA’.
       Pubblicare una newsletter richiede anche disciplina per mantenere la
  periodicità della newsletter, e questo comporta avere contenuti sufficienti
                                                             per ogni numero.

  E’ MOLTO IMPORTANTE REALIZZARE UNA NEWSLETTER CHE FORNISCE
                 VALORE AI LETTORI PER CONSERVARLI E AUMENTARLI.
 La newsletter deve specialmente rispettare la componente più importante
                                             del nome che porta : NOTIZIE.
Se si trasforma in una somma dia articoli promozionali scade al livello di un
                  dépliant che nessuno è disposto a leggere ripetutamente.
   LA FUNZIONE DELLA NEWSLETTER NON E’ QUELLA DI VENDERE, MA DI
                                                               INFORMARE.



                                                               Roberta Longoni
                                                                   29/01/2013    17
Una buona newsletter deve:
                                                         essere ordinata
                                                essere facile da leggere
                                              essere rapida da scaricare
   offrire la possibilità di stampare parti del testo per una lettura più
                                          abitudinaria e meno stancante
    essere lunga fra le 2 e le 8 pagine (a seconda della periodicità).

                                      I CONTENUTI possono riguardare:
                                                               casi di studio
articoli brevi con consigli e strategie da seguire in determinati contesti
                      ripresa di articoli pubblicati su riviste specializzate
           commenti a dati statistici di interesse per l’attività dei lettori
                              eventuali recensioni di libri di management




                                                             Roberta Longoni
                                                                 29/01/2013     18
La parola scritta è autorevole ed è per questo motivo che il consulente deve
 scrivere e ottenere la pubblicazione di suoi articoli, e magari scrivere anche
                                      un libro su argomenti che padroneggia.

    LA PUBBLICAZIONE E’ UN MODO EFFICACE PER DIMOSTRARE IL
        PROPRIO VALORE AI CLIENTI IN UNA SITUAZIONE DI NON
                                                   VENDITA.
     ARTICOLI E LIBRI FAVORISCONO IL NASCERE DI RELAZIONI E
            CONCORRONO AL POSIZIONAMETO DEL CONSULENTE.

    Essere pubblicati da un editore, di riviste o di libri, è un modo forte per
guadagnare in credibilità, avviare un centro di gravità e ottenere incarichi di
                                                                        lavoro.




                                                                Roberta Longoni
                                                                    29/01/2013    19
I maggiori ritorni, in termini di notorietà e successive attività, vengono da
  ARTICOLI         pubblicati da riviste specializzate lette da potenziali clienti.

   I testi di questi articoli non devono mai essere generici, devono riportare
                               solo esempi legati al settore coperto dalla rivista.
La forza degli articoli nasce anche dagli svariati impieghi successivi che se e
 possono fare : inserimento nel sito, raccolta e pubblicazione in un formato
                  elettronico, stampato e distribuito in occasione di seminari.
                              Più articoli possono costituire la base per un libro.

Quali temi per gli articoli?? Quelli che fanno parte dell’attività quotidiana del
         consulente. La preferenza va data ai temi che meglio concorrono a
                                                      posizionare il consulente.




                                                                   Roberta Longoni
                                                                       29/01/2013     20
Per il suo primo LIBRO il consulente può scrivere su ciò che fa. E’ il modo
  migliore per iniziare, specie se può utilizzare materiale già impiegato per
                                                           scrivere i suoi articoli.
                       Una rapida check-list preliminare alla stesura del libro:
                                                         Qual è il mio obiettivo?
                       Tema o argomento? E’ interessante per i clienti target?
 Quale titolo? (vi sono mote ricerche che dimostrano come il titolo influisce
                                                            sulle vendite del libro
                            Quale sottotitolo? (indica il vantaggio per i lettori)
      In cosa si differenzia questo libro da quelli analoghi già in commercio?
                                          Chi dovrebbe acquistarlo, e perché?
               Quali sono i primi 3 vantaggi che otterranno i lettori dal libro?
                                                     Chi dovrebbe pubblicarlo?




                                                                    Roberta Longoni
                                                                        29/01/2013     21
NETWORKING E’ SVILUPPARE DELLE RELAZIONI CHE POSSONO
                                                   SERVIRE.
          NON E’ IMPORTANTE CHI CONOSCI, MA CHI CONOSCE TE.
    PIU’ PERSONE POSSONO PARLARE BENE DI TE, E CREARE DELLE
                            REFERENZE, MEGLIO SARA’ PER TE.

 FARE NETWORKING INDICA LA CAPACITA’ DI IMPEGNARSI NELLA
   COMUNICAZIONE INFORMALE PER INTESSERE RELAZIONI CON
    ALTRI AI QUALI CHIEDERE DI RACCOMANDARE, SOSTENERE O
                                   ACQUISTARE I PROPRI SERVIZI.
   Il consulente fa un buon servizio se prima aiuta gli altri, dà loro
  qualcosa di interessante e poi, eventualmente, chiede un favore.

Il consulente dà il via alla costruzione di una rete di relazioni con l‘offerta di
  qualcosa a qualcuno, ancora prima di sapere se potrà ottenere qualcosa in
                                                                         cambio.
                            I favori arriveranno poi. Prima si dà e poi si riceve.
 Fare networking è una delle componenti del marketing interattivo che però
                                        non si esaurisce nel parlare con gli altri.




                                                                   Roberta Longoni
                                                                       29/01/2013     22
Importante definire:
      COSA : fare networking è la ricerca interattiva di altri e lo sviluppo di
   relazioni mutuamente profittevoli, che portano valore, attraverso attività
                                                                interpersonali.
     PERCHE’ : si fa networking per raggiungere nuovi clienti e concludere
                                                                         affari.
  COME : creare un network in modo efficace implica una combinazione di
         FORNIRE VALORE ad altri in modo che siano portati a ricambiare +
DIVENTARE DI INTERESSE PER GLI ALTRI in modo che ci segnalino ad altre
                                                                      persone.

        Fare DIRECT NETWORKING significa interagire direttamente con
                                                             potenziali clienti
     Fare NETWORKING INDIRETTO significa interagire con persone che
           possono indirizzarci a clienti o segnalarci a potenziali acquirenti.




                                                                Roberta Longoni
                                                                    29/01/2013     23
COSE DA FARE PER INSTAURARE UNA BUONA RELAZIONE:
                                  Focus sulla relazione, Non sul fare vendite
                                          Offrire un vantaggio, un beneficio
Conversare (diverso d chiacchierare) : va migliorata la capacità di entrare in
                                                         sintonia con gli altri
              Puntare su persone importanti, alle quali può offrire qualcosa

                                                         ERRORI DA NON FARE:
                           Avere come unico obiettivo della relazione vendere
                Vivere le relazioni solo dal punto di vista del proprio interesse
                           Partecipare ad eventi senza avviare nuove relazioni
                            Richiedere risultati immediati dalle nuove relazioni
   Stabilire relazioni con persone di cui non si condividono i valori o che non
                                                                       piacciono.




                                                                 Roberta Longoni
                                                                     29/01/2013     24
PER I PROFESSIONISTI I SOCIAL MEDIA RAPPRESENTANO
                                                     UN’OPPORTUNITA’.

 Poiché non sappiamo se quello che funziona oggi funzionerà anche domani,
e poiché i social media hanno pubblici differenti e per il consulente potrebbe
                                                 essere utili raggiungerli tutti,

        LA SOLUZIONE E’ CREARSI UNA IDENTITA’ E COLTIVARLA IN
                                     DIFFERENTI PIATTAFORME.

PER OTTENERE RISULTATI, IL CONSULENTE DEVE AVERE UN PIANO
        E MUOVERSI CON PROFESSIONALITA’ EVITANDO LAVORO
                           INFRUTTUOSO E PERDITE DI TEMPO.




                                                                 Roberta Longoni
                                                                     29/01/2013     25
ASCOLTARE I PROPRI CLIENTI E/O CHI SI DESIDERA
                                                       CONQUISTARE.
Scoprire quanto e come socializzano: hanno un sito o un blog aziendale?
                            Cosa cercano quando navigano in internet?
                                   Leggono le riviste di settore on-line?
                                        Quali argomenti li interessano?

                    PIANIFICARE LA PROPRIA ATTIVITA’ ONLINE.
                                                 Definire i propri obiettivi
                                   Stabilire chi dovranno essere i lettori
      Quantificare con realismo quanto tempo dedicare a questa attività
       Decidere se il proprio impegno sarà solo sporadico o sistematico.




                                                            Roberta Longoni
                                                                29/01/2013     26
ELABORARE UNA STRATEGIA
                                       Quali sono i campi in cui si è esperti?
                    Quali temi interessano il pubblico che si vuole attrarre?
                                                     Agire da solo o in team?
                                                             Esiste un budget?
         Come muteranno le relazioni che già si hanno con i propri clienti?
       Quali sono le caratteristiche della propria attività, dei servizi offerti?

                                              SCEGLIERE GLI STRUMENTI
Mediando fra i social media adatti al singolo consulente e quelli di interesse
                                                   per il pubblico a cui mira.
 Deve anche decidere come monitorare la attività che si svolgono sui social
                                                         media che ha scelto.
                   Alcuni strumenti offrono già un sistema di monitoraggio.
                                   Deve stabilire come misurare il successo.




                                                                 Roberta Longoni
                                                                     29/01/2013     27
ELABORARE UNA STRATEGIA
                                       Quali sono i campi in cui si è esperti?
                    Quali temi interessano il pubblico che si vuole attrarre?
                                                     Agire da solo o in team?
                                                             Esiste un budget?
         Come muteranno le relazioni che già si hanno con i propri clienti?
       Quali sono le caratteristiche della propria attività, dei servizi offerti?

                                              SCEGLIERE GLI STRUMENTI
Mediando fra i social media adatti al singolo consulente e quelli di interesse
                                                   per il pubblico a cui mira.
 Deve anche decidere come monitorare la attività che si svolgono sui social
                                                         media che ha scelto.
                   Alcuni strumenti offrono già un sistema di monitoraggio.
                                   Deve stabilire come misurare il successo.




                                                                 Roberta Longoni
                                                                     29/01/2013     28
INIZIARE A CREARE
                                        I propri social media  BLOGGING

                                                             ALIMENTARE
              Il social media con la frequenza e la regolarità che richiede.
Usare Google Alert per vedere cosa fa chi si occupa della stessa attività ed
                          elaborare gli spunti per produrre uovo materiale

                                     VERIFICARE I DATI DI ACCESSO
       Il consulente deve comprendere quanto e come è apprezzato il suo
   contributo online, ad esempio quanti accessi, elementi più apprezzati e
                                        materiali maggiormente scaricati.




                                                             Roberta Longoni
                                                                 29/01/2013    29
I SOCIAL NETWORK fanno parte dei sociale media e sono
          piattaforme destinate a generare rapporti tra le persone.
    Non sono mezzi pubblicitari, ma un consulente, approfittando delle sue
                capacità, li può sfruttare per portare visite al proprio sito.

                 Fondamentale per rendere produttivo un social network è:
   IDENTIFICARE UNO SPECIFICO PUBBLICO DI INTERESSE PER IL
      CONSULENTE. Per aumentare le probabilità di successo è preferibile
                                           lavorare con un pubblico di nicchia.
    SPERIMENTARE. Qui tutto è una novità, non esistono accademici ma
        grandi esploratori. La sperimentazione è una caratteristica del web.
PARTECIPARE. Prima di creare un proprio mondo è preferibile partecipare
  con dei commenti a quello degli altri per sperimentarlo. Se l’intenzione è
  gestire un proprio blog, l’ideale sarebbe muovere i primi passi leggendo i
post nei blog di altri consulenti, partecipando alle discussioni e iscrivendosi
                                       ad alcuni gruppi affini alla sua attività.




                                                                 Roberta Longoni
                                                                     29/01/2013     30
ESSERE UN LEADER DELL’INFORMAZIONE. Lo si diventa divulgando
             contenuti nuovi e originali percepiti come interessanti dai lettori
       (appartenenti al pubblico che ha identificato). Deve dimostrare la sua
        esperienza rispetto al mercato in cui opera e la capacità di risolvere i
                                                                         problemi.
                                     ESSERE TRASPARENTE ED AUTENTICO.
      CREARE MOLTI LINK AL PROPRIO SITO – BLOG – ALTRI SOCIAL
MEDIA. Il consulente dovrebbe inserire link anche verso contenuti creati da
altri professionisti. I link sono delle strade virtuali, più collegamenti portano
               a un determinato luogo e maggiore sarà il traffico convogliato.
 FACILITARE IL FARSI TROVARE. Ogni pagina va ottimizzata per essere
     trovata dai motori di ricerca. I propri contenuti vanno identificati da tag
 (etichette virtuali) che en facilitano il riconoscimento nell’immenso archivio
                                                                          del web.
        INCORAGGIARE IL CONTATTO. Nei contenuti è opportuno inserire
 sempre l’invito al contatto. In un blog il “call to act” va ripetuto dalle 3 alle
 5 volte, a seconda della lunghezza del testo. Vanno anche inseriti i recapiti
                               nelle pagine riservate alla propria presentazione.
      MONITORARE E IMPLEMENTARE. Il consulente deve controllare con
        sistematicità i dati relativi alle sue piattaforme, analizzarli con cura e
                                apportare le necessarie modifiche al suo lavoro.

                                                                  Roberta Longoni
                                                                      29/01/2013     31

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Il piano di marketing del consulente

  • 1. Il marketing del consulente Roberta Longoni 29/01/2013 1
  • 2. 1. Incrementare la notorietà e reputazione 2. Evidenziare capacità e doti 3. Caratterizzare il posizionamento del consulente 4. Favorire i contatti e l’accesso ai potenziali clienti 5. Permettere di ottenere compensi più alti Le aziende scelgono i professionisti soprattutto sulla base del PASSAPAROLA POSITIVO, di REFERENZE, e del RICONOSCIMENTO DI NOTORIETA’ del professionista. Per il consulente è di grande importanza saper comunicare e impegnarsi fare in modo che il suo messaggio venga bene accolto, il linguaggio sia compreso e gli argomenti del messaggio siano ritenuti degni di fiducia e si prestino alla memorizzazione. Roberta Longoni 29/01/2013 2
  • 3. ESSERE PROATTIVO Non attendere i clienti, identificare bene il proprio lavoro e cercare di ottenerlo CONCENTRARSI SUI VANTAGGI PER IL CLIENTE, NON sugli obiettivi aziendali STABILIRE UN BUDGET PIANIFICARE CON CURA Stendere un piano scritto, completo di cose da fare e quando FISSARE IL TARGET DELLA CAMPAGNA Non adottare un approccio dispersivo. Stabilire con chiarezza i destinatari delle azioni x massimizzare i risultati COSTRUIRE IL PROPRIO BRAND (IMMAGINE) AVVIARE IL PROGETTO. Roberta Longoni 29/01/2013 3
  • 4. METTERE PER ISCRITTO IL PIANO DI SVILUPPO DELLE PROPRIE ATTIVITA’ E’ DI GRANDE AIUTO PER CHIARIRE DUBBI, PERPLESSITA’, E PER COMPRENDERE COSA VADA FATTO. In questo modo spesso i problemi vengono compresi e definiti meglio. RICERCHE CONDOTTE NEGLI USA CONFERMANO CHE AVERE UN PIANO MARKETING MIGLIORA I RISULTATI DELLE PICCOLE AZIENDE DEL 24/30%. UN PIANO DI MARKETING FA RISPARMIARE TEMPO E STRESS. Avere o non avere un piano corrisponde alla differenza tra l’essere propositivo o semplicemente reagire alle alterne fortune del mercato. IL PIANO DI MARKETING HA UN OBIETTIVO : ATTIRARE E MANTENERE CLIENTI DI QUALITA’ E IN NUMERO SUFFICIENTE. ESPRIME IN MODO CHIARO LE METE, E INDICA COME SARANNO RAGGIUNTI GLI OBIETTIVI E CON QUALI MEZZI. Roberta Longoni 29/01/2013 4
  • 5. Ogni piano di marketing è parte di un processo, e la strategia viene creata sulla base di: MISSION : definisce la ragione di essere dell’azienda, cioè del consulente VISION : definisce cosa il consulente vuole raggiungere nel lungo periodo, rappresenta il sogno imprenditoriale VALORI : le convinzioni che influenzano i comportamenti e rispondono alla domanda “come facciamo le cose qui?” Roberta Longoni 29/01/2013 5
  • 6. Il noto marketing mix PRODOTTO-PREZZO-POSTO-PROMOZIONE non serve al consulente, in quanto le prime due P sono indeterminate finché il prodotto non viene definito in funzione del singolo cliente. Il prodotto consulenza è unico per definizione, viene erogato e non prodotto. Un consulente compete su questi fattori (7C) CONOSCENZA : da coltivare all’interno e diffondere all’esterno, per guadagnare fiducia e rispetto CONTATTI : i servizi di consulenza vengono acquistati sulla base della fiducia, e spesso in seguito a referenze positive. Una buona rete di contatti può aumentare a probabilità di scelta a favore dell’azienda. COMUNICAZIONE : il consulente deve informare i suoi pubblici di ciò che fa, e dei benefici che ne ricavano i clienti CONCRETIZZAZIONE : l’offerta del consulente va resa tangibile attraverso immagini e documentazioni, eventi, ed un operato concreto CLIENTE, SCELTA : la scelta del cliente condiziona lo sviluppo dello studio, quindi i clienti vanno scelti e cercati, non semplicemente attesi. CONOSCENZA DEL CLIENTE, per costruire davvero proposte su misura CULTURA DELLA COMPETENZA, utile per attirare i clienti che si desiderano. Roberta Longoni 29/01/2013 6
  • 7. Per definire il proprio business si parte dalla VISION costruita sull’immagine che il consulente ha del suo futuro. Può essere resa da una frase che offre in maniera abbastanza precisa la meta del consulente. La vision deve essere ragionevole, rappresentare una meta raggiungibile e nello tesso tempo essere un sogno con un traguardo. Un neoconsulente può trarre giovamento, per definire la sua vision, da alcune domande: Perché voglio essere un consulente? Cosa voglio che i clienti ottengano con i miei servizi? Cosa desidero ottenere? Cosa significa per me ottenere il successo professionale? Cosa mi motiva di questa professione? Roberta Longoni 29/01/2013 7
  • 8. La MISSION viene esplicitata in relazione ai clienti, ed indica il beneficio che gli stessi ottengono dalla collaborazione con il consulente. Può essere espressa da un PAYOFF, oppure espressa in termini di proposta di valore. La mission dichiarata indica allo stesso tempo la promessa del consulente al cliente ed il beneficio che il cliente otterrà. Roberta Longoni 29/01/2013 8
  • 9. Significa passare dall’analisi alla formulazione delle linee-guida e della strategia per operare sul mercato. I PUNTI DI FORZA permettono di sfruttare le OPPORTUNITA’ presenti sul mercato, e di difendersi dalle minacce esterne. I PUNTI DEBOLI rappresentano fattori interni che possono limitare il successo sul mercato, o rendere vulnerabile il consulente di fronte alle MINACCE ESTERNE. Condurre una buona analisi SWOT richiede obiettività e conoscenza, basata sulla disponibilità di informazioni oggettive, dello studio e del mercato di riferimento. L’analisi è un processo di investigazione e di brainstorming sui fattori che lavorano pro e contro il successo del consulente. Per scoprire le aree nelle quali si può emergere come consulenti è importante identificare i propri punti forti: In cosa si è bravi nell’aiutare i clienti? In cosa sappiamo aiutarli ad aumentare, migliorare, innovare, ridurre, risparmiare? Possiamo aiutare i clienti a sviluppare nuovi prodotti o servizi? Sappiamo aiutare i clienti a prendere decisioni ponderate? Siamo in grado di assistere i clienti in una loro diversificazione? Roberta Longoni 29/01/2013 9
  • 10. PUNTI FORTI PUNTI DEBOLI  XX anni di esperienza  Risorse finanziarie limitate  Successi nella conduzione di  Difficoltà sprigionare le sinergie ricerche di mercato tra le competenze dei singoli  Capacità di leggere il mercato consulenti  Servizi personalizzabili che si  Non sufficiente sistematicità nel basano su processi collaudati fare marketing  Capacità di fare marketing dello studio OPPORTUNITA’ MINACCE  Mercati che vogliono crescere  Troppi studi “one-person”  Aziende sottodimensionate per la  Attuale situazione negativa del componente manageriale credito  La stampa specializzata sottolinea  Difficoltà a differenziare i servizi l’importanza di fare marketing per avere clienti Roberta Longoni 29/01/2013 10
  • 11. Il piano di marketing è il documento che dà inizio al processo di acquisizione di clienti attraverso la scelta e l’applicazione di una coerente strategia di marketing. Il piano deve: 1. riportare gli obiettivi 2. strutturare i servizi offerti 3. indicare e illustrare i clienti che il consulente desidera avere 4. delineare la rete di rapporti che va costruita (e poi migliorata) 5. descrivere quali strumenti di comunicazione utilizzare, e in quale modo 6. indicare quali azioni sono previste ed i relativi tempi. Roberta Longoni 29/01/2013 11
  • 12. La redazione del piano di marketing Si articola in 4 fasi: 1. RACCOLTA INFORMAZIONI in modo dettagliato : raccolta dei dati che riguardano noi stessi e l’esterno, in relazione all’obiettivo che vogliamo perseguire 2. ELENCO DI PROBLEMI E OPPORTUNITA’ 3. Formulazione di OBIETTIVI SPECIFICI e QUANTIFICABILI 4. SVILUPPO DI UNA STRATEGIA, cioè di come arriveremo ai nostri obiettivi. Roberta Longoni 29/01/2013 12
  • 13. Il formato più utilizzato è contraddistinto dall’acronimo SOSTAC: SITUAZIONE (analisi della) : dove ci troviamo adesso? OBIETTIVI : dove vogliamo andare? STRATEGIA : come faremo per arrivare agli obiettivi? TATTICHE : dettagli della strategia AZIONE : mettiamo il piano al lavoro CONTROLLO : misurare i risultati. Roberta Longoni 29/01/2013 13
  • 14. Il documento può essere così impostato: 1. Titolo , autore e data 2. Scopo del documento 3. Situazione attuale : informazioni essenziali ed utili per prendere una decisione 4. Considerazioni : aspetti da considerare per lo sviluppo e il cambiamento della situazione 5. Destinatari 6. Pubblici verso i quali saranno dirette le azioni pianificate 7. Obiettivi e loro coordinamento 8. Strategia : come si intendono raggiungere gli obiettivi 9. Tattiche : esempi di soluzioni ed azioni 10.Budget 11.Tabella temporale (road map) Roberta Longoni 29/01/2013 14
  • 15. LA COMUNICAZIONE Il consulente non vende i suoi servizi, piuttosto deve farsi preferire ai suoi concorrenti, e per questo deve creare un CENTRO DI GRAVITÀ nasce dal contributo di molte tattiche che si avvalgono di mezzi diversi, ma che insieme concorrono a diffondere notorietà e conoscenza del consulente e dei suoi servizi. Il SITO WEB NEWSLETTER ARTICOLI E LIBRI SEMINARI E CONFERENZE NETWORKING SOCIAL MEDIA PASSAPAROLA / SEGNALAZIONI PUBBLICITA’ Roberta Longoni 29/01/2013 15
  • 16. Il gruppo più importante di visitatori ricercati è quello dei potenziali clienti che sul sito web del consulente cercano informazioni e risposte al loro problema. INTERNET NON E’ UNA VETRINA PER VENDERE SERVIZI, E I POSSIBILI CLIENTI NON NAVIGANO PER TROVARE UN CONSULENTE, MA PER CONOSCERLO MEGLIO DOPO AVERLO INCONTRATO. Per una buona progettazione globale del sito, la domanda più importante è: “COSA VOGLIONO CONOSCERE I VISITATORI DEL MI SITO?”. E poi : “IN CHE MODO SI POTRANNO SODDISFARE I DESIDERI DEI VISITATORI?” Le risposte a questo tipo di domande avranno un forte impatto sull’architettura generale, e soprattutto sui contenuti del sito che devono essere adeguati : testi che mostrano capacità e doti del consulente, e allo stesso tempo diffondono conoscenza. Roberta Longoni 29/01/2013 16
  • 17. Ricerche ripetute hanno dimostrato che newsletter legate a temi professionali interessano il 40% delle persone. Nel formato elettronico abbattono i costi. LA NEWSLETTER PER IL CONSULENTE FUNZIONA SE: INFORMA E’ FACILMENTE DISPONIBILE E’ REGOLARE NELLA SUA PERIODICITA’. Pubblicare una newsletter richiede anche disciplina per mantenere la periodicità della newsletter, e questo comporta avere contenuti sufficienti per ogni numero. E’ MOLTO IMPORTANTE REALIZZARE UNA NEWSLETTER CHE FORNISCE VALORE AI LETTORI PER CONSERVARLI E AUMENTARLI. La newsletter deve specialmente rispettare la componente più importante del nome che porta : NOTIZIE. Se si trasforma in una somma dia articoli promozionali scade al livello di un dépliant che nessuno è disposto a leggere ripetutamente. LA FUNZIONE DELLA NEWSLETTER NON E’ QUELLA DI VENDERE, MA DI INFORMARE. Roberta Longoni 29/01/2013 17
  • 18. Una buona newsletter deve:  essere ordinata  essere facile da leggere  essere rapida da scaricare  offrire la possibilità di stampare parti del testo per una lettura più abitudinaria e meno stancante  essere lunga fra le 2 e le 8 pagine (a seconda della periodicità). I CONTENUTI possono riguardare: casi di studio articoli brevi con consigli e strategie da seguire in determinati contesti ripresa di articoli pubblicati su riviste specializzate commenti a dati statistici di interesse per l’attività dei lettori eventuali recensioni di libri di management Roberta Longoni 29/01/2013 18
  • 19. La parola scritta è autorevole ed è per questo motivo che il consulente deve scrivere e ottenere la pubblicazione di suoi articoli, e magari scrivere anche un libro su argomenti che padroneggia. LA PUBBLICAZIONE E’ UN MODO EFFICACE PER DIMOSTRARE IL PROPRIO VALORE AI CLIENTI IN UNA SITUAZIONE DI NON VENDITA. ARTICOLI E LIBRI FAVORISCONO IL NASCERE DI RELAZIONI E CONCORRONO AL POSIZIONAMETO DEL CONSULENTE. Essere pubblicati da un editore, di riviste o di libri, è un modo forte per guadagnare in credibilità, avviare un centro di gravità e ottenere incarichi di lavoro. Roberta Longoni 29/01/2013 19
  • 20. I maggiori ritorni, in termini di notorietà e successive attività, vengono da ARTICOLI pubblicati da riviste specializzate lette da potenziali clienti. I testi di questi articoli non devono mai essere generici, devono riportare solo esempi legati al settore coperto dalla rivista. La forza degli articoli nasce anche dagli svariati impieghi successivi che se e possono fare : inserimento nel sito, raccolta e pubblicazione in un formato elettronico, stampato e distribuito in occasione di seminari. Più articoli possono costituire la base per un libro. Quali temi per gli articoli?? Quelli che fanno parte dell’attività quotidiana del consulente. La preferenza va data ai temi che meglio concorrono a posizionare il consulente. Roberta Longoni 29/01/2013 20
  • 21. Per il suo primo LIBRO il consulente può scrivere su ciò che fa. E’ il modo migliore per iniziare, specie se può utilizzare materiale già impiegato per scrivere i suoi articoli. Una rapida check-list preliminare alla stesura del libro: Qual è il mio obiettivo? Tema o argomento? E’ interessante per i clienti target? Quale titolo? (vi sono mote ricerche che dimostrano come il titolo influisce sulle vendite del libro Quale sottotitolo? (indica il vantaggio per i lettori) In cosa si differenzia questo libro da quelli analoghi già in commercio? Chi dovrebbe acquistarlo, e perché? Quali sono i primi 3 vantaggi che otterranno i lettori dal libro? Chi dovrebbe pubblicarlo? Roberta Longoni 29/01/2013 21
  • 22. NETWORKING E’ SVILUPPARE DELLE RELAZIONI CHE POSSONO SERVIRE. NON E’ IMPORTANTE CHI CONOSCI, MA CHI CONOSCE TE. PIU’ PERSONE POSSONO PARLARE BENE DI TE, E CREARE DELLE REFERENZE, MEGLIO SARA’ PER TE. FARE NETWORKING INDICA LA CAPACITA’ DI IMPEGNARSI NELLA COMUNICAZIONE INFORMALE PER INTESSERE RELAZIONI CON ALTRI AI QUALI CHIEDERE DI RACCOMANDARE, SOSTENERE O ACQUISTARE I PROPRI SERVIZI. Il consulente fa un buon servizio se prima aiuta gli altri, dà loro qualcosa di interessante e poi, eventualmente, chiede un favore. Il consulente dà il via alla costruzione di una rete di relazioni con l‘offerta di qualcosa a qualcuno, ancora prima di sapere se potrà ottenere qualcosa in cambio. I favori arriveranno poi. Prima si dà e poi si riceve. Fare networking è una delle componenti del marketing interattivo che però non si esaurisce nel parlare con gli altri. Roberta Longoni 29/01/2013 22
  • 23. Importante definire: COSA : fare networking è la ricerca interattiva di altri e lo sviluppo di relazioni mutuamente profittevoli, che portano valore, attraverso attività interpersonali. PERCHE’ : si fa networking per raggiungere nuovi clienti e concludere affari. COME : creare un network in modo efficace implica una combinazione di FORNIRE VALORE ad altri in modo che siano portati a ricambiare + DIVENTARE DI INTERESSE PER GLI ALTRI in modo che ci segnalino ad altre persone. Fare DIRECT NETWORKING significa interagire direttamente con potenziali clienti Fare NETWORKING INDIRETTO significa interagire con persone che possono indirizzarci a clienti o segnalarci a potenziali acquirenti. Roberta Longoni 29/01/2013 23
  • 24. COSE DA FARE PER INSTAURARE UNA BUONA RELAZIONE: Focus sulla relazione, Non sul fare vendite Offrire un vantaggio, un beneficio Conversare (diverso d chiacchierare) : va migliorata la capacità di entrare in sintonia con gli altri Puntare su persone importanti, alle quali può offrire qualcosa ERRORI DA NON FARE: Avere come unico obiettivo della relazione vendere Vivere le relazioni solo dal punto di vista del proprio interesse Partecipare ad eventi senza avviare nuove relazioni Richiedere risultati immediati dalle nuove relazioni Stabilire relazioni con persone di cui non si condividono i valori o che non piacciono. Roberta Longoni 29/01/2013 24
  • 25. PER I PROFESSIONISTI I SOCIAL MEDIA RAPPRESENTANO UN’OPPORTUNITA’. Poiché non sappiamo se quello che funziona oggi funzionerà anche domani, e poiché i social media hanno pubblici differenti e per il consulente potrebbe essere utili raggiungerli tutti, LA SOLUZIONE E’ CREARSI UNA IDENTITA’ E COLTIVARLA IN DIFFERENTI PIATTAFORME. PER OTTENERE RISULTATI, IL CONSULENTE DEVE AVERE UN PIANO E MUOVERSI CON PROFESSIONALITA’ EVITANDO LAVORO INFRUTTUOSO E PERDITE DI TEMPO. Roberta Longoni 29/01/2013 25
  • 26. ASCOLTARE I PROPRI CLIENTI E/O CHI SI DESIDERA CONQUISTARE. Scoprire quanto e come socializzano: hanno un sito o un blog aziendale? Cosa cercano quando navigano in internet? Leggono le riviste di settore on-line? Quali argomenti li interessano? PIANIFICARE LA PROPRIA ATTIVITA’ ONLINE. Definire i propri obiettivi Stabilire chi dovranno essere i lettori Quantificare con realismo quanto tempo dedicare a questa attività Decidere se il proprio impegno sarà solo sporadico o sistematico. Roberta Longoni 29/01/2013 26
  • 27. ELABORARE UNA STRATEGIA Quali sono i campi in cui si è esperti? Quali temi interessano il pubblico che si vuole attrarre? Agire da solo o in team? Esiste un budget? Come muteranno le relazioni che già si hanno con i propri clienti? Quali sono le caratteristiche della propria attività, dei servizi offerti? SCEGLIERE GLI STRUMENTI Mediando fra i social media adatti al singolo consulente e quelli di interesse per il pubblico a cui mira. Deve anche decidere come monitorare la attività che si svolgono sui social media che ha scelto. Alcuni strumenti offrono già un sistema di monitoraggio. Deve stabilire come misurare il successo. Roberta Longoni 29/01/2013 27
  • 28. ELABORARE UNA STRATEGIA Quali sono i campi in cui si è esperti? Quali temi interessano il pubblico che si vuole attrarre? Agire da solo o in team? Esiste un budget? Come muteranno le relazioni che già si hanno con i propri clienti? Quali sono le caratteristiche della propria attività, dei servizi offerti? SCEGLIERE GLI STRUMENTI Mediando fra i social media adatti al singolo consulente e quelli di interesse per il pubblico a cui mira. Deve anche decidere come monitorare la attività che si svolgono sui social media che ha scelto. Alcuni strumenti offrono già un sistema di monitoraggio. Deve stabilire come misurare il successo. Roberta Longoni 29/01/2013 28
  • 29. INIZIARE A CREARE I propri social media  BLOGGING ALIMENTARE Il social media con la frequenza e la regolarità che richiede. Usare Google Alert per vedere cosa fa chi si occupa della stessa attività ed elaborare gli spunti per produrre uovo materiale VERIFICARE I DATI DI ACCESSO Il consulente deve comprendere quanto e come è apprezzato il suo contributo online, ad esempio quanti accessi, elementi più apprezzati e materiali maggiormente scaricati. Roberta Longoni 29/01/2013 29
  • 30. I SOCIAL NETWORK fanno parte dei sociale media e sono piattaforme destinate a generare rapporti tra le persone. Non sono mezzi pubblicitari, ma un consulente, approfittando delle sue capacità, li può sfruttare per portare visite al proprio sito. Fondamentale per rendere produttivo un social network è: IDENTIFICARE UNO SPECIFICO PUBBLICO DI INTERESSE PER IL CONSULENTE. Per aumentare le probabilità di successo è preferibile lavorare con un pubblico di nicchia. SPERIMENTARE. Qui tutto è una novità, non esistono accademici ma grandi esploratori. La sperimentazione è una caratteristica del web. PARTECIPARE. Prima di creare un proprio mondo è preferibile partecipare con dei commenti a quello degli altri per sperimentarlo. Se l’intenzione è gestire un proprio blog, l’ideale sarebbe muovere i primi passi leggendo i post nei blog di altri consulenti, partecipando alle discussioni e iscrivendosi ad alcuni gruppi affini alla sua attività. Roberta Longoni 29/01/2013 30
  • 31. ESSERE UN LEADER DELL’INFORMAZIONE. Lo si diventa divulgando contenuti nuovi e originali percepiti come interessanti dai lettori (appartenenti al pubblico che ha identificato). Deve dimostrare la sua esperienza rispetto al mercato in cui opera e la capacità di risolvere i problemi. ESSERE TRASPARENTE ED AUTENTICO. CREARE MOLTI LINK AL PROPRIO SITO – BLOG – ALTRI SOCIAL MEDIA. Il consulente dovrebbe inserire link anche verso contenuti creati da altri professionisti. I link sono delle strade virtuali, più collegamenti portano a un determinato luogo e maggiore sarà il traffico convogliato. FACILITARE IL FARSI TROVARE. Ogni pagina va ottimizzata per essere trovata dai motori di ricerca. I propri contenuti vanno identificati da tag (etichette virtuali) che en facilitano il riconoscimento nell’immenso archivio del web. INCORAGGIARE IL CONTATTO. Nei contenuti è opportuno inserire sempre l’invito al contatto. In un blog il “call to act” va ripetuto dalle 3 alle 5 volte, a seconda della lunghezza del testo. Vanno anche inseriti i recapiti nelle pagine riservate alla propria presentazione. MONITORARE E IMPLEMENTARE. Il consulente deve controllare con sistematicità i dati relativi alle sue piattaforme, analizzarli con cura e apportare le necessarie modifiche al suo lavoro. Roberta Longoni 29/01/2013 31