1. Quali sono le persecuzioni più
rilevanti
2. Quali fonti informative abbiamo
3. Quali le basi giuridiche
4. Chi sono i martiri,
5. quali problemi hanno
rappresentato per la Chiesa
nascente
L’etimologia di “religione” è varia:
- affermava che la - riteneva che la parola
parola provenisse da derivasse da
religio, = religione vuole religare=che indica la
indicare il compimento relazione stretta e
del dovere, un riverente duratura con il divino.
timore del potere
superiore.
Il rapporto fra
l’uomo e la divinità
deve essere
riallacciato in
seguito a una
rottura ( vedi Gn 3
con Adamo ed Eva.)
I romani erano molto concreti
per cui la loro religione era a misura d’uomo, da
contadino che vedeva la natura crescere e
morire.
La religione non era mai in contrasto con lo
stato.
I rapporti con gli Dei erano un
patteggiamento onesto, rigoroso, prudente
e nel tempo stesso taccagno di dare e
avere.
Politeismo tollerante
Legame con la sfera civile
Età arcaica
evoluzione Età repubblicana
Età imperiale
Porzione di campo separato per
Templum le osservazioni dell’augure e destinato
a fini religiosi
Spazio sacro opposto allo
spazio
profano
Pro (avanti) fanum (tempio)
Ciò che è avanti il tempio
Originariamente era in
Templum legno
Poi in pietra
Il tempio romano si
differenzia da quello
greco
sorge nel contesto
urbano e non in
posizione dominante
nell’acropoli
si rifà allo schema etrusco e comporta un profondo portico
elevato su un podio a gradini. Tale differenza era data dalla
funzione che il tempio svolgeva: il rito religioso è anche
funzione pubblica a cui partecipavano autorità dello stato e
popolazione e si svolgeva all’esterno, perciò davanti al
tempio vi era un ampio spazio libero
Prima persecuzione nel 64 d.C
Ad opera di Nerone
Editto di Milano di Costantino
Nel 313 segue l’Editto di
Tolleranza di Galerio del 311
Eusebio di Cesarea nella sua
Storia Ecclesiastica
•Nerone (64 d.C) Nerone
•Domiziano (95)
•Traiano (108-112) Domiziano
•Marco Aurelio (117)
•Settimio Severo (202)
Settimio
•Massimino il Trace Severo
(236)
•Decio (249-251) Decio
•Valeriano (257-258)
Diocleziano
•Aureliano (270-275)
•Diocleziano (303-304)
La notte di plenilunio tra il 18 e il 19 luglio del 64 un incendio
divampò a Roma. Iniziò nella zona del Circo Massimo e
raggiunse il Palatino, la Suburra, il Viminale, Porta Capena,
il Celio, le Carine, gli Orti luculliani e sallustiani, il Campo
Marzio, la zona flaminia.L'incendio divampò sei giorni, poi
sembrò spegnersi ma riprese e durò altri tre giorni. Nerone
accorse a Roma per organizzare i soccorsi. Si ricercarono i
colpevoli dell'incendio; incendio che poi accusarono i
cristiani di aver appiccato, che furono perciò oggetto di
persecuzioni e assassinii nella varie arene, di cui alcuni
drammaticamente spettacolari.
Venne emesso l'ordine di arresto contro alcuni cristiani,
ritenuti gli autori dell'incendio. Furono condannati a
morte.
L'episodio è anche narrato da Tacito, Annali XV, 44.
Tacito aggiunge che i cristiani erano perseguiti non
solo per il reato di incendio, ma anche per il reato di
"odio contro l'umanità". E conclude "Sebbene essi
fossero colpevoli e meritassero le punizioni più gravi
sorgeva un moto di compassione verso di loro,
sembrando che venissero immolati non per il pubblico
bene, ma per la crudeltà di uno solo".
La seconda persecuzione dell' 81 fu sotto l'ultimo
imperatore romano della famiglia dei Flavi, Domiziano
(81-96), ed egli come Nerone, decise di imporre il culto
imperiale facendosi chiamare dominus et deus
("signore e dio"), dunque perseguitò i Cristiani, che
non veneravano l'imperatore (Domiziano infatti aveva
una grande venerazione per l'antica religione romana e
celebrava con grande sfarzo gli antichi rituali). Anche
questa persecuzione fu di tipo settoriale e molto forte
a Roma dove furono perseguitati anche aristocratici
Cristiani.
Tertulliano ricorda che sotto Settimio Severo i cristiani
Chi occupano posti influenti, lo stesso imperatore protesse
famiglie senatorie cristiane.
Ma al 10^ anno del suo regno (202) promulga un editto
Quando con il quale si comminano gravi pene per chi compie
proselitismo
È la prima persecuzione che colpisce non i
singoli, ma la struttura stessa della
Come Chiesa. Settimio Severo è dunque convinto
che il Cristianesimo sia pericoloso per la
società
Alessandria nel 202lo riporta Clemente di
Dove Alessandria ed Eusebio di Cesarea; cadono
vittime dei catecumeni
A Cartagine nel 203cadono Felicita e
Perpetua, Saturnino e altri
In Gallianel 202 viene uccisosant’Ireneo di
Lione
Un elemento fondamentale della sua politica di restaurazione fu la
promozione della religione romana. Un aspetto della politica
religiosa di Decio fu l'obbligo per tutti i cittadini romani di sacrificare
agli dei dello Stato; in cambio avrebbero ricevuto un
libellus,
una sorta di certificato attestante l'espletamento del sacrificio.
Diocleziano,precedentemente noto con il nome
diocle,nato in illirea in dioclea divenne unico
chi ne imperatore romano dal 284 al 305,egli istituì la
parla tetrarchia un sistema di governo che divideva
l’impero in due metà:una occidentale e l’altra
come orientale.
Fu sancita la distruzione delle chiese e dei libri
sacri,e a tutti i cittadini venne richiesto di fare
sacrifici agli dei.
quando La decima persecuzione iniziò nel 303 a.C che
coincidevano con gli ultimi anni di Diocleziano
come imperatore.
La persecuzione fu particolarmente violenta nella
dove parte orientale dell’impero,dove la religione
cristiana era ormai notevolmente diffusa.
Egli voleva ricompattare l’impero attorno alla figura
perchè dell’imperatore,infatti a questo scopo gli ultimi suoi anni
furono caratterizzati dall’ultima grande persecuzione dei
cristiani,nota come la “decima”,iniziò nel 303 a.C.
Con una serie di editti imperiali decise la distruzione dei luoghi
sacri e l’obbligo per i cristiani di offrire sacrifici agli dèi
Scampato ad una grave malattiaemana
insieme agli altri augusti (Costantino e
Licinio) un Editto che riconosceva la
religione cristiana come religio licita e di
fatto equiparata agli altri culti
Fu certamente il primo a comprendere
l’importanza della nuova religione e
della funzione positiva che poteva
portare all’impero.
La religione pagana non riusciva più a unificare le
diverse anime dell’impero, inoltre la tendenza al
sincretismo religioso portava a vedere nei diversi
dèi l’espressione di un unico Dio.
RIGUARDANO TESTI AGIOGRAFICI
(HAGIOS=santo;GRAPHOS=scritto),HANNO POCA
ATTENDIBILITA’ STORICA
DOCUMENTI SUI PROCESSI CONTRO I MARTIRI HANNO
UN’ATTENDIBILITA’ STORICA ALTA
SCRITTI PRODOTTI DAI MARTIRI ALLE COMUNITA’
CRISTIANE , CON UNA BUONA ATTENDIBILITA’ MA
TUTTAVIA DI PARTE
-ateismo, nei confronti delle divinità
tradizionali e dell'imperatore;
-attività sociale non autorizzata,ma anche
incesto cannibalismo, culti orgiastici
-il fatto che la fede cristiana si presentava come unica vera religione; il loro Dio non è un Dio
fra gli altri, ma l’unico, il solo Redentore del mondo .
-I cristiani vivevano in disparte e a poco a poco apparvero come nemici del mondo pagano.
-A tale atmosfera ostile si aggiunge la campagna lanciata dal mondo giudaico della diaspora,
che non perdonavano ai cristiani l’apostasia della fede dei loro padri.
Fondamentalmente non avevano delle accuse valide e concrete…. E alcune di queste erano
addirittura delle supposizioni,delle scuse per dare “contro ai cristiani”.
-ateismo, nei confronti delle divinità tradizionali e dell'imperatore;
-attività sociale non autorizzata,ma anche incesto cannibalismo, culti
orgiastici
(Epistola X, 96, 1-9)
Gaio Cecilio Plinio Secondo (61-112/113), nipote dello storiografo Plinio il Vecchio, fu
allievo del famoso retore Quintiliano, avvocato, consulsuffectus e governatore della
Bitinia e del Ponto. Queste lettere risalgono per lo più al periodo del governatorato di
Plinio in Bitinia, ovvero agli anni 111-113, e sono una fonte documentaria di
eccezionale importanza.
“E’ per me un dovere, o signore, deferire a te tutte le questioni in merito alle
quali sono incerto. Chi infatti può meglio dirigere la mia titubanza o istruire
la mia incompetenza?
Non ho mai preso parte ad istruttorie a carico dei Cristiani; pertanto, non
so che cosa e fino a qual punto si sia soliti punire o inquisire.
Ho anche assai dubitato se si debba tener conto di qualche differenza di
anni; se anche i fanciulli della più tenera età vadano trattati diversamente
dagli uomini nel pieno del vigore; se si conceda grazia in seguito al
pentimento, o se a colui che sia stato comunque cristiano non giovi affatto
l’aver cessato di esserlo; se vada punito il nome di per se stesso, pur se
esente da colpe, oppure le colpe connesse al nome
Nel frattempo, con coloro che mi venivano deferiti quali Cristiani, ho
seguito questa procedura: chiedevo loro se fossero Cristiani.
Se confessavano, li interrogavo una seconda e una terza volta,
minacciandoli di pena capitale; quelli che perseveravano, li ho mandati
a morte. Infatti non dubitavo che, qualunque cosa confessassero,
dovesse essere punita la loro pertinacia e la loro cocciuta
ostinazione.
Ve ne furono altri affetti dalla medesima follia, i quali, poiché erano
cittadini romani, ordinai che fossero rimandati a Roma.
Venne messo in circolazione un libello anonimo che conteneva molti
nomi.
Coloro che negavano di essere cristiani, o di esserlo stati, ritenni di
doverli rimettere in libertà, quando, dopo aver ripetuto quanto io
formulavo, invocavano gli dei e veneravano la tua immagine, che a
questo scopo avevo fatto portare assieme ai simulacri dei numi, e
quando imprecavano contro Cristo, cosa che si dice sia impossibile ad
ottenersi da coloro che siano veramente Cristiani
Altri, denunciati da un delatore, dissero di essere cristiani, ma subito dopo lo
negarono; lo erano stati, ma avevano cessato di esserlo, chi da tre anni, chi da
molti anni prima, alcuni persino da vent’anni. Anche tutti costoro venerarono la
tua immagine e i simulacri degli dei, e imprecarono contro Cristo
Affermavano inoltre che tutta la loro colpa o errore consisteva
nell’esser soliti riunirsi prima dell’alba e intonare a cori alterni un inno
a Cristo come se fosse un dio, e obbligarsi con giuramento non a
perpetrare qualche delitto, ma a non commettere né furti, né frodi, né
adulteri, a non mancare alla parola data e a non rifiutare la
restituzione di un deposito, qualora ne fossero richiesti.
Fatto ciò, avevano la consuetudine di ritirarsi e riunirsi poi
nuovamente per prendere un cibo, ad ogni modo comune e innocente,
cosa che cessarono di fare dopo il mio editto nel quale, secondo le tue
disposizioni, avevo proibito l’esistenza di sodalizi.
Per questo, ancor più ritenni necessario l’interrogare due ancelle, che
erano dette ministre, per sapere quale sfondo di verità ci fosse,
ricorrendo pure alla tortura.
Non ho trovato null’altro al di fuori di una superstizione balorda e
smodata
Perciò, differita l’istruttoria, mi sono affrettato a richiedere il tuo parere. Mi
parve infatti cosa degna di consultazione, soprattutto per il numero di coloro che
sono coinvolti in questo pericolo; molte persone di ogni età, ceto sociale e di
entrambi i sessi, vengono trascinati, e ancora lo saranno, in questo pericolo. Né
soltanto la città, ma anche i borghi e le campagne sono pervase dal contagio di
questa superstizione; credo però che possa esser ancora fermata e riportata nella
norma”(Epist. X, 96, 1-9).
“Mio caro Plinio, nell’istruttoria dei processi di coloro che ti sono stati
denunciati come Cristiani, hai seguito la procedura alla quale dovevi
attenerti.
Non può essere stabilita infatti una regola generale che abbia, per così
dire, un carattere rigido.
Non li si deve ricercare; qualora vengano denunciati e riconosciuti colpevoli, li
si deve punire, ma in modo tale che colui che avrà negato di essere cristiano
e lo avrà dimostrato con i fatti, cioè rivolgendo suppliche ai nostri dei,
quantunque abbia suscitato sospetti in passato, ottenga il perdono per il suo
ravvedimento. Quanto ai libelli anonimi messi in circolazione, non devono
godere di considerazione in alcun processo; infatti è prassi di pessimo
esempio, indegna dei nostri tempi” (Epist. X, 97).
• Dal greco:
martyr
• Dal latino:
màrtyrem
• Dalla radice indoeuropea:
Smar-
ovvero“memoria”.
Qualcuno da ricordare e
dal cui ricordo si trae conoscenza
perché è in grado di dare notizie.
E si arriva così alla definizione di
TESTIMONE.
I martiri non sono solo Testimoni
oculari, ma Testimoni della vera
religione.
Infatti i martiri furono coloro che
si offrirono nel medesimo modo in
cui si offrì Cristo per noi.
• Influenzarono la spiritualità della
Chiesa nascente.
• rappresentarono una minaccia
concreta per i catecumeni.
1. introduzione della penitenza
pubblica.
Es) Lapsi cristiani che rinnegavano la loro
religione per nonessere incarcerati. Venivano così
dalla giovane struttura della Chiesa estromessi
(cioè scomunicati). Intraprendevano, per la
reintegrazione, un percorso di visita e
l’assoluzione dei martiri incarcerati.
2. Come considerare i catecumeni che, per la
loro fede venivano martirizzati? Erano
Cristiani?
La giovane Chiesa risponde
distinguendo tra il Battesimo con
l’acqua (che ti unisce a Cristo) e
il Battesimo di sangue.
Cristiano significa essere “colui che conserva
il sigillo del battesimo”
• Il potere carismatico dei prigionieri in
attesa di martirio entrò in conflitto con
l’autorità ecclesiastica.
• Venerazione dei martiri rischiava di
inquinare l’unica adorazione per Cristo.
1. Impose regole.
2. Sviluppò TEOLOGIA domandandosi:
Chi sono i E’ sufficiente morire
martiri? per Cristo?
• E’ necessaria una vita esemplare.
• “Noi chiamiamo martirio il compimento non
perché l’uomo finisce con esso la propria
vitacome tutti gli altri, ma perché….
• Il martire è colui che offre la sua vita per
testimoniare Cristo, ma tale offerta è a
coronamento di una vita retta, vissuta
nell’umiltà, nella carità.
Il martirio è una chiamata
non una scelta.