3. -3-
INTRODUZIONE
Anche quest‟anno il Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria ha
il piacere, a margine della presentazione del calendario storico, di scambiare
gli auguri di fine anno con la “Stampa” reggina, vera testimone di 12 mesi di
intenso lavoro.
Quando parliamo di sicurezza lo facciamo ancora una volta con riferimento
ad un concetto complesso di attività criminali che coinvolgono la
popolazione, senza dimenticare la morsa della criminalità organizzata che
tenta di stringere la provincia in vicende che non fanno giustizia della parte
onesta ed operosa. Dal furto in abitazione, alla rapina, all'omicidio, fino alla
criminalità mafiosa che gestisce i grandi traffici transnazionali (droga, armi,
immigrazione clandestina) e che reinveste e ricicla enormi quantità di denaro
alterando le regole del libero mercato, tutti rappresentano gli obbiettivi per il
Comando Provinciale in ogni sua articolazione operativa. La “criminalità
diffusa” e la “criminalità predatoria” di questa provincia, seppur
costituiscono apparentemente una minaccia di minore entità rispetto a quella
organizzata, hanno in loro stesse la caratteristica dell‟aggressività, che le
connota come le espressioni criminali più temute perché evidenti anche agli
occhi più ignari della società.
I risultati raggiunti sono incoraggianti e gratificano l‟Istituzione per gli sforzi
compiuti.
L‟Arma garantisce un servizio di “pronto intervento”, in grado di gestire le
circa cinquantamila (49.798) chiamate pervenute nel 2013 al numero di
emergenza 112 (in media oltre 130 chiamate al giorno), alle quali sono
conseguiti migliaia di interventi (5.675), realizzati attraverso tutte le
componenti operative dell‟Arma dislocate sul territorio: dalle pattuglie delle
Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria 2013
4. -4-
Stazioni, alle “Gazzelle” dei Nuclei Radiomobili, sino al Carabiniere di
“Quartiere”. Queste componenti sono anche chiamate a svolgere un delicato
compito di prevenzione, attraverso un costante controllo del territorio e della
circolazione stradale (nel 2013 sono state controllate 155.283 persone e 92.940
mezzi); per questo ultimo aspetto sono state intensificate le verifiche nei fine
settimana ed in prossimità di locali notturni, al fine di ridurre gli incidenti e il
numero delle vittime della strada (le cc.dd. “stragi del sabato sera”) a riprova
di una vicinanza dell‟Arma ai giovani e alla voglia di vivere che essi
esprimono e che le Istituzioni devono proteggere.
Sul versante del contrasto alla criminalità organizzata il Comando Provinciale
di Reggio Calabria ha attuato un modulo organizzativo, a ragione
denominato “Modello Operativo Reggio Calabria”, che prevede che le attività
di controllo del territorio si sviluppino attraverso:
-
la concezione e l‟organizzazione di servizi preventivi, sia per la
prevenzione generale in tutte le sue accezioni (polizia di prossimità,
ravvicinata, integrata, soddisfacimento della sicurezza percepita, ecc.),
sia per quella volta a contrastare particolari fenomeni, attentamente
studiati avvalendosi dell‟analisi operativa (ricorrenze di reati predatori
e/o fatti indicatori di attività mafiose, come i danneggiamenti, le
intimidazioni o le richieste estorsive, ovvero accadimenti di diversa
natura che si sono registrati sul territorio, ecc.);
-
l‟attività investigativa vera e propria, sviluppata da tutte le componenti
operative del Comando Provinciale, sinergicamente orientate a operare
in stretta intesa e collaborazione con i reparti speciali (ROS, Cacciatori,
NAS, NOE, ecc.).
Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria 2013
5. -5-
Riguardo alle rapine in danno dei cacciatori in esercizio venatorio, la stagione
venatoria 2013-2014, mostra un ulteriore evidente calo numerico, in quanto le
rapine sono passate da:
31 nella stagione 2011-2012;
17 nella stagione 2012-2013;
ad 1 solo evento nella stagione in corso (chiusura prevista il 30.01.2014); a
riprova dell‟efficacia del sistema operato e del piano organizzato sulla base
delle perlustrazioni compiute anche in aree rurali, boschive e montane.
Riguardo il contrasto alla coltivazione illegale della canapa indiana le
operazioni di servizio hanno permesso di: rinvenire 17.995 piante di cannabis,
arrestare 53 persone in flagranza di reato e segnalarne 8 a piede libero e
stimare in 4.500.000,00 di euro circa il valore delle sostanze sequestrate.
Il Comando Provinciale di Reggio Calabria ha fornito un contributo rilevante
anche per fronteggiare le esigenze di Ordine Pubblico (basti ricordare i
numerosi eventi istituzionali e sportivi che si sono svolti nel corso di
quest‟anno).
Ma l‟”operazione di Servizio” a cui i Carabinieri di Reggio Calabria si
vogliono in qualche misura sentirsi più legati per il 2013 è quella che ha
consentito con un vero “Blitz” di riportare, sotto la nostra protezione, nella
notte tra il 5 ed il 6 dicembre i “Bronzi di Riace” nella loro casa nel cuore della
città, affinché tornino, fieri e guerrieri onorevoli, a segnare la direzione al loro
popolo; e che questo sia veramente un segno di rinascita.
Qualsiasi sforzo organizzativo sarebbe tuttavia stato vano se non fosse stato
valorizzato dal fattore umano, ovvero da tutti quegli operatori che - a vario
titolo - sono poi chiamati a dare attuazione pratica alle direttive operative. Un
sincero ringraziamento va rinnovato a tutti i Carabinieri di ogni ordine e
grado per il costante impegno che dimostrano quotidianamente nello
Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria 2013
6. -6-
svolgimento dell‟attività istituzionale. Ed in particolare, per la presenza e la
costante attenzione alle problematiche del territorio, ai Comandanti di
Stazione che, essendo a più immediato contatto con le esigenze dei cittadini,
garantiscono con i militari dipendenti da sempre la sicurezza delle comunità
e l‟insostituibile presenza dell‟Arma sul territorio.
Ringraziamo le Autorità provinciali, il Sig. Prefetto Piscitelli per la costante e
insostituibile opera di coordinamento nell‟attività preventiva, la Magistratura
requirente, in primis il Procuratore della Repubblica, dott. Cafiero de Raho,
per la vicinanza la disponibilità e la condivisione di strategie di contrasto; e
giudicante, avuto riguardo dell‟esemplare modello di efficienza garantito dal
Presidente del Tribunale, dott. Gerardis e le Autorità amministrative
territoriali. Allo stesso modo, va il nostro ringraziamento alle altre Forze di
polizia per la sinergia degli sforzi prodotti e per il comune impegno nel
contrasto alla criminalità e per l‟amicizia che sempre nasce tra chi condivide
le stesse cose con gli stessi sentimenti.
Infine, doveroso è il ringraziamento a voi giornalisti, indifferentemente se
della carta stampata o della televisione definiti, da noi Carabinieri la
“Stampa”, per l‟attenzione dimostrata verso le nostre esigenze di
comunicazione, nell‟esercizio di una professione delicata ed impegnativa che,
specie in questo territorio, riveste il ruolo fondamentale di stimolo alla
crescita sociale e culturale della collettività di cui ci sentiamo parte.
Vi auguro buon lavoro con l'auspicio che il nuovo anno sia, per tutti voi, ricco
di ogni desiderata soddisfazione!
Reggio Calabria, 13.12.2013
Col.t.ISSMI Lorenzo Falferi
Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria 2013
7. -7-
ATTIVITA’ OPERATIVA
Nel 2013 sono state arrestate 1272 persone (tra cui 23 latitanti comuni e 1
inserito nell‟elenco dei latitanti pericolosi), più di 65.000 i servizi di
prevenzione effettuati (Pattuglie, Perlustrazioni, Carabiniere di Quartiere).
Sono stati intensificati i servizi finalizzati al contrasto dell‟immigrazione
clandestina e all‟individuazione e all‟allontanamento dei cittadini stranieri
(anche comunitari) che sono risultati pericolosi per la sicurezza pubblica.
Significativi sono stati i risultati ottenuti con le indagini concluse: “SISTEMA
E ASSENZIO 2”, “A.D.A.”, “TRAMONTO”, “EL DORADO”, “TERRA
BRUCIATA”, “ALL INSIDE 3”, “VITTORIO VENETO”, “ALBA DI
SCILLA 3”, “TRAMONTO 2”, “LUPUS IN FABULA”, “SIPARIO”,
“ERINNI”, “PENELOPE”, “ALL CELAN”, “INGANNO”.
I provvedimenti restrittivi scaturiti dalle varie attività investigative condotte
dai reparti dell‟Arma dei Carabinieri, coordinati dalla D.D.A. di Reggio
Calabria, hanno permesso di confermare e rafforzare le risultanze
dell‟operazione “CRIMINE” che ha delineato l‟esistenza della organizzazione
„ndrangheta avente base strategica nella provincia di Reggio Calabria, con
attive ramificazioni sia nel nord Italia, in particolare in Lombardia, sia
all‟estero, dove è stato replicato il modello organizzativo calabrese da parte di
quelle articolazioni che risultano dipendenti dai vertici decisionali presenti
nel territorio reggino e che costituiscono centro propulsore dell‟intero
sodalizio mafioso. L‟organizzazione ricomprende un vertice, denominato
“Provincia”, riferimento dei responsabili dei tre “Mandamenti” (Tirrenico, del
Centro e Jonico), all‟interno dei quali risultano operative le “Locali” di
„ndrangheta, organizzate sempre su base territoriale. L‟ordine gerarchico
all‟interno della struttura mafiosa, che garantisce alle singole cosche anche
Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria 2013
8. -8-
ampi margini di autonomia, é assicurato dai tradizionali gradi e cariche
operative nei diversi livelli dell‟organizzazione. Le attività illecite sono
riconducibili
a
tre
filoni
principali:
le
strutture
e
l‟operatività
dell‟organizzazione mafiosa, l‟illecito arricchimento e il riciclaggio di denaro
e il condizionamento della vita economico-imprenditoriale nei territori di
riferimento.
L‟attualità investigativa conferma la struttura unitaria e della „ndrangheta e
l‟operatività di organismi di vertice.
Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria 2013
9. -9-
OPERAZIONI DI RILIEVO
L’anno 2013 scandito mese per mese dalle operazioni di servizio dell’Arma dei Carabinieri del
Comando Provinciale di Reggio Calabria impegnati a tutto campo contro la criminalità
13.01.2013 in Corigliano Calabro (CS), catturato il latitante CAIA Antonio,
nato a Scilla il 29.07.1970, inserito nell‟elenco dei latitanti
pericolosi del Ministero dell‟Interno. CAIA, latitante dal mese di
aprile 2009 ed indagato nell‟ambito dell‟indagine denominata
“ARTEMISIA”, coordinata dalla D.D.A. di Reggio Calabria, è
esponente di vertice della „ndrangheta nella sua articolazione
territoriale denominata cosca “GIOFFRE‟”, operante in Seminara.
24.01.2013 in Reggio Calabria, militari di questo Comando Provinciale hanno
dato esecuzione a un‟ordinanza di custodia cautelare in carcere,
emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, su
richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 2
indagati contigui alla „ndrangheta nella sua articolazione
territoriale denominata cosca “DE STEFANO - TEGANO”,
operante in Reggio Calabria, ritenuti responsabili di concorso in
associazione di tipo mafioso. Le investigazioni hanno consentito
di documentare come gli indagati - amministratori di una società
titolare di numerosi esercizi commerciali esercenti la grande
distribuzione alimentare attraverso supermercati a marchio SMA
siti in Reggio Calabria e provincia - abbiano fornito un concreto,
specifico, consapevole e volontario contributo alla cosca “DE
STEFANO - TEGANO”, per conto della quale si attivavano, al fine
di favorirne gli interessi economici, attraverso l‟esecuzione di
contratti di fornitura di beni e/o servizi con numerose imprese,
ditte e/o società riconducibili ad importanti cosche di
„ndrangheta di questo centro ed in particolare: “DE STEFANO TEGANO”, “CARIDI - BORGHETTO - ZINDATO”, “LO
GIUDICE”,
“CONDELLO”,
“ROSMINI”
e
“LABATE”.
Contestualmente all‟esecuzione della misura restrittiva, questo
Comando, unitamente al Centro Operativo D.I.A. ed al Comando
Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, ha
eseguito un decreto di sequestro preventivo dell‟intero complesso
aziendale e di quote azionarie di 15 imprese, per un valore
Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria 2013
10. - 10 -
complessivo di oltre 30 milioni di euro (Operazione “SISTEMA E
ASSENZIO 2”).
29.01.2013 a Cinquefrondi (RC), personale dipendente, unitamente a quello
del Commissariato di P.S. di Polistena (RC), dava esecuzione ad
ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P.
presso il Tribunale di Palmi, nei confronti di 4 persone ritenute
responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla
commissione di furti e rapine. L‟indagine, avviata per una serie di
furti e rapine consumati a Cinquefrondi e Polistena dal marzo
2011 al marzo 2012, ha consentito, altresì, di denunciare in stato di
libertà altre 10 persone ritenute compartecipi all‟associazione.
12.02.2013 in Reggio Calabria, Milano, Monza e Brianza, Varese, Asti, Roma
e Viterbo, militari di questo Comando Provinciale, unitamente a
personale del Raggruppamento Operativo Speciale, dello
Squadrone Eliportato Cacciatori, dell‟8° Nucleo Elicotteri Vibo
Valentia e collaborati da personale delle citate provincie, hanno
dato esecuzione ad un ordinanza di custodia cautelare, emessa
dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della
Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 65 soggetti
appartenenti e contigui alla „ndrangheta nella sua articolazione
territoriale denominata cosca “IAMONTE”, operante a Melito di
Porto Salvo (RC) e territori limitrofi, tutti ritenuti responsabili di
associazione di tipo mafioso ed a vario titolo dei reati
singolarmente contestati. Le indagini hanno consentito di
documentare come la cosca, oltre a controllare un cospicuo
traffico di armi e di sostanze stupefacenti, aveva realizzato una
totale infiltrazione della locale pubblica amministrazione,
riuscendone a condizionare ed orientare ogni attività.
Contestualmente al provvedimento custodiale è stato eseguito un
decreto di sequestro probatorio di quattro imprese (di cui una
agricola e tre edili e di produzione di calcestruzzo) riconducibili
alle cosca IAMONTE, per un valore complessivo di 4 milioni di
euro circa (Operazione “A.D.A.”).
19.02.2013 in Africo Nuovo (RC), Brancaleone (RC), Palizzi Marina (RC) e
Sellia Marina (CZ), militari dipendenti, unitamente a personale
dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” e ad unità
cinofile del G.O.C. di Vibo Valentia, davano esecuzione
all‟ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal
Tribunale di Locri (RC) - Ufficio G.I.P., a carico di 7 persone
Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria 2013
11. - 11 -
ritenute responsabili in concorso in produzione, traffico e
detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope
(Operazione “ENOTRIA”).
06.03.2013 in San Ferdinando (RC), militari dipendenti, supportati dallo
Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, davano esecuzione al
decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della
Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia - di Reggio
Calabria, nei confronti di 5 persone ritenute responsabili - in
concorso ed a vario titolo - di associazione di tipo mafioso, usura,
rapina, estorsione, intestazione fittizia di beni,con l‟aggravante
delle modalità mafiose di cui all‟art. 7 l.203/91. Il provvedimento
scaturisce da un‟indagine che ha documentato le attività
delittuose poste in essere da una ramificazione della famiglia di
„ndrangheta denominata “BELLOCCO”, volte ad assumere il
predominio nell‟ambito della criminalità organizzata operante in
San Ferdinando e Rosarno. Il 27.03.2013, in esecuzione di decreto
dell‟A.G., veniva eseguito il sequestro preventivo di un immobile
ubicato a Rosarno e dell‟esercizio commerciale denominato “Bar Blu
Marine”
sito
in
San
Ferdinando
(Operazione
“TRAMONTO”).
22.03.2013 in Reggio Calabria e Roma, militari di questo Comando,
unitamente al Nucleo Investigativo di Roma, hanno dato
esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, emesso dal
Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Direzione
Distrettuale Antimafia, di 4 imprese, 9 terreni, 22 fabbricati, 32
automezzi e 6 conti correnti, per un valore di 10.000.000 euro
circa, nei confronti di3 soggetti tutti detenuti e ritenuti organici
alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata
cosca “IAMONTE”. L‟attività trae elementi probatori dalle
risultanze investigative poste alla base delle ordinanze di custodia
cautelare eseguite nell‟ambito dell‟operazione convenzionalmente
denominata “A.D.A.”.
28.03.2013 in Reggio Calabria e Roma, militari di questo comando,
unitamente a personale del Centro Operativo D.I.A., hanno dato
esecuzione ad un decreto di sequestro, emesso dal Tribunale di
Reggio Calabria - Sezione Misure di Prevenzione su richiesta della
locale Direzione Distrettuale Antimafia, di 2 imprese, 84
fabbricati, 118 terreni e numerosi rapporti bancari, per un valore
di oltre 150.000.000 euro, nei confronti di soggetti contigui alla
Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria 2013
12. - 12 -
„ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca
“SERRAINO”. Le investigazioni hanno dimostrato che
MUSOLINO Rocco ha svolto la propria attività imprenditoriale
sfruttando i legami con la „ndrangheta; legami che gli hanno
consentito di raggiungere, in diversi settori economici, una
posizione di sostanziale monopolio, con le modalità di
sopraffazione ed intimidazione tipiche dell‟impresa mafiosa.
Contestualmente all‟esecuzione del provvedimento ablativo,
militari dipendenti hanno notificato l‟avviso di conclusioni
indagini nei confronti di 5 persone indagate per abusivo esercizio
dell‟attività finanziaria e favoreggiamento personale.
02.04.2013 in Scilla (RC), militari di questo Comando hanno dato esecuzione
ad un decreto di sequestro, emesso dal Tribunale di Reggio
Calabria - Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della locale
Direzione Distrettuale Antimafia, di imprese, appartamenti,
terreni e rapporti bancari, per un valore di oltre 15 milioni di euro,
nei confronti di GAIETTI Matteo, nato a Scilla (RC) il 22.10.1969,
attualmente detenuto presso la casa circondariale di Reggio
Calabria, appartenente alla „ndrangheta nella sua articolazione
territoriale denominata cosca “NASONE - GAIETTI”, operante a
Scilla (RC). L‟attività ha permesso di dimostrare, oltre alla
sussistenza di una netta sproporzione tra i redditi dichiarati da
GAIETTI Matteo e la progressiva accumulazione patrimoniale
personale e familiare del suddetto proposto, che il patrimonio è il
frutto o il reimpiego dei proventi di attività illecite, in particolare
dei proventi di attività delittuose di tipo estorsivo.
02.05.2013 in Marina di Gioiosa Jonica (RC), Corniglio (PR) e San Giorgio
Lucano (MT), militari dipendenti hanno dato esecuzione ad
ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP presso il
Tribunale di Locri, nei confronti di 16 soggetti ritenuti
responsabili di associazione per delinquere finalizzata alle truffe.
Dall‟attività investigativa emergeva che i componenti
dell‟associazione truffavano veicoli e altri beni, consegnando in
pagamento assegni falsificati. Nell‟ambito dell‟indagine venivano
effettuate varie perquisizioni, a seguito delle quali venivano
sequestrati telefoni cellulari, sim card, computer, assegni
contraffatti, oltre al rinvenimento di materiale informatico
utilizzato per la contraffazione di documenti d‟identità, assegni,
certificati assicurativi, certificati anagrafici e altro.
Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria 2013
13. - 13 -
06.05.2013 in Reggio Calabria, Condofuri (RC), province di Viterbo, Terni e
Roma, militari di questo Comando Provinciale unitamente a
personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori, collaborati da
personale delle citate province, hanno dato esecuzione ad
un‟ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P.
presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Direzione
Distrettuale Antimafia, nei confronti di 22 soggetti appartenenti e
contigui alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale
denominata “locale di Gallicianò”, ritenuti responsabili di
associazione di tipo mafioso ed a vario titolo dei reati ascritti.
L‟attività ha disvelato la presenza di una nuova locale di
„ndrangheta nella frazione aspromontana Gallicianò del comune
di Condofuri e documentato come l‟organizzazione, oltre al
controllo del territorio, fosse riuscita ad infiltrarsi nel tessuto
economico della provincia di Viterbo, con la costituzione di ditte
riconducibili ad alcuni degli odierni indagati. In particolare è stato
accertato come con strumenti, condotte e dinamiche tipiche della
criminalità organizzata, il sodalizio gestisse un efficiente sistema
di riciclaggio di denaro sporco che, partendo dalla Calabria, era
ripulito attraverso le ditte ubicate nel viterbese, per tornare
successivamente nel capoluogo reggino. Contestualmente al
provvedimento custodiale è stato eseguito un decreto di sequestro
probatorio di sei imprese (di cui due ortofrutticole, una
immobiliare e tre di autotrasporti) per un valore complessivo di
20 milioni di euro circa (Operazione “EL DORADO”).
08.05.2013 in Gioia Tauro (RC), militari dipendenti, congiuntamente a
militari del Gruppo G.D.F. di Gioia Tauro, supportati dallo
Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, dai Cinofili del
G.O.C. di Vibo Valentia e dalla C.I.O. del 12° Btg. “Sicilia”,
davano esecuzione all‟ordinanza di custodia cautelare in carcere,
emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Palmi (RC), a carico di 8
persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per
delinquere, ricettazione, truffa, falsità in scrittura privata e uso di
atti falsi, favoreggiamento personale. La competente A.G. ha
altresì disposto il sequestro preventivo di 4 società riconducibili
all‟organizzazione nonché il sequestro di 1 conto corrente acceso
presso la banca M.P.S. filiale di Gioia Tauro.
10.05.2013 in Reggio Calabria, militari del dipendente Nucleo Investigativo
hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro, emesso dal
Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Misure di Prevenzione su
Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria 2013
14. - 14 -
richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, di imprese,
terreni e veicoli, per un valore di 1 milione di euro circa, nei
confronti di NICOLÒ Antonino alias “pasticcino”, nato a Reggio
Calabria (RC) il 16.07.1952, elemento di spicco della „ndrangheta
nella
sua
articolazione
territoriale
denominata
cosca
“SERRAINO”, operante in Reggio Calabria. L‟attività ha
permesso di dimostrare, oltre alla sussistenza di una netta
sproporzione tra i redditi dichiarati da NICOLÒ Antonino e la
progressiva accumulazione patrimoniale personale e familiare del
suddetto proposto, che il patrimonio è il frutto o il reimpiego dei
proventi di attività illecite, in particolare di tipo estorsivo.
14.05.2013 in San Luca (RC), militari dipendenti e personale del Gruppo
della Guardia di Finanza di Locri (RC) davano esecuzione al
decreto di sequestro, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di GIORGI
Francesco Antonio, nato a San Luca il 15.06.1965, e di GIORGI
Giovanni, nato a Locri il 05.06.1968, ritenuti contigui alla
„ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca
MAMMOLITI alias “fischiante”, operante in San Luca e territorio
nazionale. A seguito di attività di indagine congiunta, emergeva
una netta sproporzione tra quanto fiscalmente dichiarato e quanto
realmente posseduto dai predetti. Sono stati sottoposti a sequestro
terreni, un conto corrente postale e buoni fruttiferi postali, polizze
assicurative ramo vita, un deposito titoli, un libretto di deposito
nominativo e uno postale, per un valore complessivo di oltre 270
mila euro. Inoltre, a seguito di perquisizione domiciliare presso le
abitazione dei fratelli GIORGI, sono stati rinvenuti e sequestrati
preventivamente buoni fruttiferi postali per un valore
complessivo di 105.000,00 euro.
24.05.2013 in Palmi (RC) e territori limitrofi, militari dipendenti traevano in
arresto 7 persone, in esecuzione di ordinanza di applicazione di
misura cautelare emessa dal Tribunale di Palmi - Ufficio G.I.P.,
ritenute responsabili di aver costituito una associazione per
delinquere finalizzata alla commissione di truffe, ricettazioni,
falsità in scrittura privata e sostituzione di persona. In particolare,
le attività investigative hanno consentito di ricostruire la struttura
e l‟operato dei componenti dell‟associazione i quali, utilizzando
schede telefoniche intestate a prestanome, assegni falsificati e false
fideiussioni, hanno commesso plurime truffe, ricettazioni ed altri
reati contro il patrimonio in danno di importanti aziende operanti
Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria 2013
15. - 15 -
nel settore automobilistico, orafo, alimentare (ed altro), nell‟intero
territorio nazionale. Venivano, inoltre, sottoposte a sequestro 5
attività commerciali e 2 conti correnti, intestati agli arrestati e
ritenuti provento delle attività illecite (Operazione “NON SOLO
MODA”).
11.06.2013 in Reggio Calabria e Villa San Giovanni (RC), militari di questo
comando hanno dato esecuzione ad un‟ordinanza di custodia
cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria su
richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei
confronti di 3 soggetti appartenenti alla „ndrangheta nella sua
articolazione territoriale denominata cosca libri, operante nel
quartiere di Cannavò della zona sud di Reggio Calabria,
responsabili di associazione di tipo mafioso e tentata estorsione
aggravata dall‟aver favorito un sodalizio mafioso. Le indagini
hanno consentito di documentare le pressioni esercitate dagli
indagati ai danni della vittima, per indurlo al pagamento di una
somma di 50.000 euro per consentirgli la prosecuzione di alcuni
lavori di edilizia privata in questo centro. Le investigazioni hanno
focalizzato l‟attenzione anche sulle attività della cosca che, nel
territorio di influenza criminale, ha monopolizzato le attività
imprenditoriali nel settore edilizio, sia pubblico che privato,
attraverso il controllo di imprese locali e più in generale riuscendo
a condizionare tutte le attività produttive, subordinando al
proprio benestare l‟inizio di qualunque attività economica,
attraverso il frequente ricorso alle varie pratiche estorsive: dal
pagamento del pizzo, all‟imposizione delle forniture e della
manodopera (Operazione “TERRA BRUCIATA”).
13.06.2013 in Rosarno (RC), Milano, Monza e Verona, militari di questo
Comando Provinciale unitamente a quelli territorialmente
competenti e del G.O.C. di Vibo Valentia, hanno dato esecuzione
a 23 provvedimenti di custodia cautelare, emessi dalla Procura
della Repubblica - D.D.A. di Reggio Calabria nei confronti di
altrettante persone, appartenenti alla „ndrangheta nella sua
articolazione territoriale denominata cosca “ASCONE”, operante
a Rosarno (RC) e territori limitrofi, responsabili a vario titolo di
associazione di tipo mafioso, favoreggiamento personale,
danneggiamento, rapina, ricettazione, intestazione fittizia di beni,
riciclaggio, detenzione e porto illegale di armi, spaccio di sostanze
stupefacenti, aggravati dall‟aver favorito un sodalizio mafioso.
L‟attività investigativa ha fornito uno spaccato degli assetti
Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria 2013
16. - 16 -
criminali esistenti a Rosarno, documentando gli equilibri tra i
soggetti appartenenti alle diverse cosche, in particolare, è emersa
la centralità delle famiglie PESCE e BELLOCCO cui fanno
riferimento le altre cosche dell‟area anche per la risoluzione di
contrasti legati alla sovrapposizione di interessi criminali. Le
investigazioni hanno focalizzato l‟attenzione sulle attività della
cosca “ASCONE” ed hanno consentito di accertare numerosi reati
fine, tra i quali: traffico di sostanze stupefacenti e di armi da fuoco
anche da guerra, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e
favoreggiamento di latitanti (Operazione “ALL INSIDE 3”).
27.06.2013 in Cinquefrondi (RC) e Messina, militari di questo Comando
Provinciale unitamente a quelli dei comandi Arma
territorialmente competenti, G.O.C. e Nucleo Cinofili Vibo
Valentia, hanno dato esecuzione a 8 provvedimenti di fermo di
indiziato di delitto, emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia
di Reggio Calabria, nei confronti di appartenenti e contigui alla
„ndrangheta nelle sue articolazioni territoriali denominate cosche
“FORIGLIO” e “PETULLÀ”, operanti a Cinquefrondi (RC),
responsabili di associazione finalizzata al traffico illecito di
sostanze stupefacenti o psicotrope del tipo cocaina, spaccio in
concorso di ingenti quantitativi della citata sostanza stupefacente
e concorso in detenzione e porto illegale di armi da fuoco
(Operazione “VITTORIO VENETO”).
02.07.2013 in Scilla (RC) e Ragusa militari di questo Comando Provinciale
hanno dato esecuzione ad un‟ordinanza di custodia cautelare in
carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria,
nei confronti di 7 persone appartenenti alla „ndrangheta nella sua
articolazione territoriale denominata cosca “NASONE GAIETTI”, attiva nel territorio di scilla (rc), ritenuti responsabili
di associazione di tipo mafioso, concorso in tentata estorsione,
concorso in intestazione fittizia di beni, aggravati dall‟aver
favorito un sodalizio di tipo mafioso. Le investigazioni rientrano
in una più ampia manovra investigativa nei confronti della citata
cosca di „ndrangheta che ha già portato all‟esecuzione di altri
provvedimenti restrittivi e di sequestro beni. Le indagini hanno
documentato la pervasiva infiltrazione della „ndrangheta negli
appalti per la realizzazione del 5° e 6° macrolotto dell‟autostrada
A3 Salerno - Reggio Calabria, mediante la costante pressione
dell‟organizzazione sulle ditte impegnate nei lavori, oggetto di
ripetuti danneggiamenti (Operazione “ALBA DI SCILLA 3”).
Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria 2013
17. - 17 -
09.07.2013 in Reggio Calabria, militari di questo Comando hanno dato
esecuzione a un‟ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere,
emessa dal Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale
Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 3 soggetti
appartenenti e contigui alla „ndrangheta nella sua articolazione
territoriale denominata cosca “LABATE”, operante nei quartieri
Sbarre e Gebbione della zona sud di Reggio Calabria, responsabili
a vario titolo di associazione di tipo mafioso ed estorsione
aggravata dall‟aver favorito un sodalizio mafioso. Le
investigazioni, avviate nel mese di marzo 2011, consentivano di
accertare che gli indagati - minacciando la clientela affinché non si
rifornisse più presso l‟impresa della vittima REMO Umberto ed
indirizzandola verso quelle collegate alle imprese riferibili alla
comune cosca di „ndrangheta - determinavano il fallimento
dell‟attività commerciale e successivamente costringevano la
vittima a cedere un opificio industriale ad un prezzo nettamente
inferiore a quello di mercato. Contestualmente all‟esecuzione
della misura restrittiva, questo comando ha eseguito un decreto di
sequestro preventivo dell‟intero complesso aziendale di 5
imprese, per un valore complessivo di oltre 15 milioni di euro.
23.07.2013 in San Ferdinando (RC), militari di questo Comando Provinciale
hanno dato esecuzione all‟ordinanza di applicazione di misura
cautelare, emessa dal Tribunale - Sezione G.I.P. - di Reggio
Calabria, nei confronti di 6 persone, ritenute responsabili - in
concorso ed a vario titolo - dei reati di intestazione fittizia di beni,
rapina, estorsione, falso ideologico commesso dal pubblico
ufficiale, favoreggiamento personale, tutti commessi con
l‟aggravante delle modalità mafiose di cui all‟art. 7 l. nr. 203/91. Il
provvedimento, emesso su richiesta della DDA di Reggio
Calabria, scaturisce dall‟attività investigativa, intrapresa dal
febbraio del 2012, che ha documentato le attività delittuose poste
in essere da una ramificazione della famiglia di „ndrangheta
denominata “BELLOCCO”, volte ad assumere il predominio
nell‟ambito della criminalità organizzata operante in San
Ferdinando e Rosarno (Operazione “TRAMONTO 2”).
14.10.2013 militari di questo Comando Provinciale, del R.O.S. e del G.I.C.O.
della G. di F. hanno notificato a ZAPPALA‟ Santi cl. 1960 un
provvedimento di confisca beni. Il valore dei beni sottoposti a
provvedimento ablativo ammonta a 14 milioni di euro circa.
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26.10.2013 in San Luca (RC), militari dipendenti hanno notificato a GIORGI
Domenico cl. 1987, residente a San Luca, ritenuto contiguo per
vincoli di parentela alla „ndrangheta nella sua articolazione
territoriale denominata cosca MAMMOLITI alias “fischiante”, un
decreto di confisca di beni per un valore complessivo di oltre
450.000,00 €.
07.11.2013 in Rosarno (RC), i carabinieri del Raggruppamento Operativo
Speciale e del Comando Provinciale di Reggio Calabria,
supportati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori di Vibo Valentia,
hanno dato esecuzione a un provvedimento di fermo di indiziato
di delitto, emesso dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia,
nei confronti di 3 soggetti appartenenti alla „ndrangheta nella sua
articolazione territoriale denominata cosca “PESCE”, operante nel
comune di Rosarno (RC) e territori limitrofi, ritenuti responsabili
di associazione di tipo mafioso, porto e detenzione illegale di armi
comuni da sparo e di armi da guerra, nonché di munizionamento
per armi comuni e da guerra, tentato omicidio, aggravati dalle
finalità mafiose (art. 7 L. 203/91). L‟indagine, avviata lo scorso
mese di giugno, ha consentito di documentare: la piena organicità
degli indagati alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale
denominata cosca PESCE; il possesso da parte degli indagati di
armi e munizioni di origine illegale e la possibilità di reperirle,
anche in tempi brevi, tramite riservati canali di
approvvigionamento; la programmazione curata nei minimi
dettagli di un progetto omicidiario nei confronti di un soggetto in
fase di identificazione, evento che non veniva portato a
compimento per cause indipendenti dalla volontà degli indagati
(Operazione “LUPUS IN FABULA”).
20.11.2013 in Reggio Calabria e l‟Aquila, militari di questo Comando
Provinciale, unitamente a personale dello Squadrone Eliportato
Cacciatori, dell‟8° Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia e collaborati
da personale del Comando Provinciale dell‟Aquila, hanno dato
esecuzione ad un ordinanza di custodia cautelare, emessa dal
G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della
Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 12 soggetti
appartenenti e contigui alla „ndrangheta nella sua articolazione
territoriale denominata cosca “IAMONTE”, operante a Melito di
Porto Salvo (RC) e territori limitrofi, ritenuti responsabili di
associazione di tipo mafioso, concorso in illecita concorrenza con
minaccia o violenza, concorso in turbata libertà degli incanti,
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abuso d‟ufficio e falsità materiale commessa dal P.U. in atti
pubblici, aggravati dall‟aver favorito un sodalizio di tipo mafioso
(art. 7 L. 203/91). E‟ stato accertato come il comprensorio del
comune di Melito di Porto Salvo fosse sottoposto al pervasivo
controllo della cosca “IAMONTE”, infatti, le indagini hanno
consentito di documentare come la cosca aveva realizzato una
totale infiltrazione della locale pubblica amministrazione,
riuscendone a condizionare ed orientare ogni attività. Inoltre, le
investigazioni hanno permesso di accertare che l‟organizzazione
criminale, con strumenti, condotte e dinamiche tipiche e
consolidate della criminalità organizzata ha: condizionato, con il
supporto di imprenditori, alcuni dei quali ritenuti affiliati alla
cosca IAMONTE e con la connivenza degli amministratori locali,
il regolare svolgimento delle gare d‟appalto bandite dal comune
di Melito Porto Salvo e da altri comuni del basso Jonio;
monopolizzato le attività imprenditoriali nel settore edilizio, sia
pubblico che privato, attraverso il controllo delle imprese locali,
riuscendo, più in generale, a condizionare tutte le attività
produttive, attraverso il frequente ricorso a diversificate modalità
estorsive (dal mero pagamento del pizzo, all‟imposizione delle
forniture e della manodopera, fino all‟accettazione coatta, da parte
di alcuni imprenditori, dell‟estromissione da gare di appalto e
lavori in favore di imprese riconducibili alla cosca); gestito il
traffico di armi e di stupefacenti, unitamente ad esponenti di altri
sodalizi criminali. Contestualmente al provvedimento custodiale
è stato eseguito un decreto di sequestro probatorio di sei imprese
edili riconducibili alla cosca IAMONTE, per un valore
complessivo di 20 milioni di euro circa (Operazione “SIPARIO”).
26.11.2013 in Reggio Calabria, Roma, Latina, Catanzaro, Cosenza, Macerata e
Agrigento, militari di questo Comando Provinciale, unitamente a
personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori, dell‟8° Nucleo
Elicotteri di Vibo Valentia e collaborati da personale di quei
Comandi Provinciali, hanno dato esecuzione ad un decreto di
fermo, disposto dalla Procura della Repubblica - Direzione
Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, nei confronti di 19
soggetti appartenenti e contigui alla „ndrangheta nella sua
articolazione territoriale denominata cosca “MAZZAGATIPOLIMENI-BONARRIGO” e cosca “FERRARO-RACCOSTA”,
operanti ad Oppido Mamertina (RC) e territori limitrofi, tutti
ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, concorso in
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omicidio, concorso in detenzione e porto in luogo pubblico di
diverse armi da fuoco anche da guerra e clandestine, concorso in
sequestro di persona, concorso in intestazione fittizia di beni,
concorso in detenzione, vendita e cessione di sostanze
stupefacenti del tipo marijuana e cocaina, concorso in ricettazione,
aggravati dall‟aver favorito un sodalizio di tipo mafioso (art. 7 l.
203/1991). Nel corso dell‟attività investigativa, è stato accertato
come nel comprensorio del comune di Oppido Mamertina insista
una “locale”, con propaggini oltre i confini provinciali e regionali.
In particolare, le indagini hanno consentito di documentare:
l‟articolata struttura, la gerarchia interna e gli affiliati della
“locale”; gli stabili rapporti con altre “locali” e con altre cosche del
vibonese del crotonese e del catanzarese; numerosi reati fine
dell‟associazione tra cui 5 omicidi; le mire espansionistiche nel
settore economico-finanziario a Roma dove l‟organizzazione ha
acquisito beni fittiziamente intestati a terzi. Contestualmente
all‟esecuzione del provvedimento restrittivo è stato eseguito un
decreto di sequestro preventivo di 14 imprese edili e commerciali
riconducibili alle cosche, nonché beni mobili e immobili, per un
valore complessivo di 70 milioni di euro circa. Nel corso delle
perquisizioni veniva sottoposto a sequestro denaro contante per
complessivi 170.000 euro (Operazione “ERINNI”).
03.12.2013 in Reggio Calabria, militari di questo Comando e del ROS,
unitamente a quelli del G.I.C.O. della Guardia di Finanza, hanno
dato esecuzione a 17 decreti di sequestro, emessi dal Tribunale di
Reggio Calabria - Sezione Misure di Prevenzione, di imprese,
appartamenti, terreni e rapporti bancari, per un valore di circa 30
milioni di euro, nei confronti di 27 soggetti appartenenti e
contigui alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale
denominata cosca “FICARA - LATELLA”, operante nella zona
sud di Reggio Calabria. L‟attività trae gli elementi probatori dalle
risultanze investigative poste alla base dell‟operazione “REGGIO
SUD” e costituisce la prosecuzione delle indagini patrimoniali che
avevano già portato all‟esecuzione di provvedimenti di sequestro
beni. Le indagini hanno permesso di dimostrare, oltre alla
sussistenza di una netta sproporzione tra i redditi dichiarati dagli
indagati e la progressiva accumulazione patrimoniale personale e
familiare dei proposti, che i beni di cui è stato disposto il
sequestro ai fini della successiva confisca sono il frutto o il
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reimpiego dei proventi di attività illecite della cosca (Operazione
“PENELOPE”).
10.12.2013 nelle province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Salerno,
militari di questo Comando e del ROS, unitamente a quelli del
G.I.C.O. della Guardia di Finanza, hanno dato esecuzione a 12
decreti di confisca, emessi dal Tribunale di Reggio Calabria Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di 15 soggetti
appartenenti alla „ndrangheta nella sua articolazione territoriale
denominata cosca “PESCE”, operante nel comune di Rosarno
(RC) e territori limitrofi, con cui è stata disposta la confisca di un
ingente patrimonio del valore di circa 90 milioni di euro,
costituito da beni immobili, mobili, attività commerciali e
disponibilità finanziarie. L‟attività rientra in una più ampia
manovra investigativa nei confronti delle cosche di „ndrangheta
operanti nel territorio della città di Rosarno (RC) e trae gli
elementi probatori dalle risultanze investigative relative
all‟operazione “ALL INSIDE”. Le investigazioni hanno permesso
di dimostrare, oltre alla sussistenza di una netta sproporzione tra i
redditi dichiarati dagli indagati e la progressiva accumulazione
patrimoniale personale e familiare dei proposti, che i beni di cui è
stata disposta la confisca sono il frutto o il reimpiego dei proventi
di attività illecite della cosca, che ha esercitato un controllo quasi
totale del territorio di competenza e delle relative attività
economiche e produttive nel settore agrumicolo, dei trasporti,
della distribuzione di carburante e lubrificanti e della vendita di
abbigliamento (Operazione “ALL CLEAN”).
12.12.2013 in San Luca (RC), Benestare (RC), Roma e Cosenza, militari di
questo Comando Provinciale hanno dato esecuzione all‟ordinanza
di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di
Reggio Calabria, nei confronti di 6 persone indagate, a vario
titolo, di associazione di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni,
truffa, peculato, con l‟aggravante del metodo mafioso. L‟indagine
ha permesso di accertare l‟appartenenza all‟associazione di tipo
mafioso denominata „ndrangheta, segnatamente della “locale” di
San Luca, di ex amministratori pubblici (sindaco ed assessore
all‟ambiente) del citato comune – sciolto per infiltrazione e
condizionamento di tipo mafioso – nonché di altri soggetti, tra cui
il titolare di un‟impresa edile aggiudicatrice di rilevanti appalti
pubblici. E‟ stata documentata l‟acquisizione del controllo e della
gestione dell‟area mercatale del comune di San Luca, e
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specificamente della zona di Polsi, nonché l‟ostacolo al libero
esercizio del voto in occasione delle consultazioni regionali del
2010. E‟ stato acclarato come parte dei finanziamenti elargiti dal
Ministero della Gioventù, dalla Presidenza del Consiglio
Regionale della Calabria, dall‟Ufficio Territoriale del Governo di
Reggio Calabria e dalla fondazione “Enel Cuore”, da utilizzare
per la gestione – da parte del “MOVIMENTO DELLE DONNE DI
SAN LUCA” – di un bene confiscato alla cosca PELLE alias
“gambazza” di San Luca, sia stata impiegata per finalità
esclusivamente private (Operazione “INGANNO”).
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