3. Date importanti della sua vita
1452 - Il 15 Aprile nasce ad Anchiano, presso Vinci, figlio naturale del
notaio Ser Piero e di donna Caterina
1457 - A 5 anni va ad abitare a Vinci, nella casa del padre che nel
frattempo si era sposato con Albiera Amadori
1460 - Si trasferisce con il padre a Firenze
1469 -Entra come apprendista nella bottega d’arte di Andrea del
Verrocchio
1482 -Si trasferisce a Milano, alla corte di Ludovico il Moro
presentandosi come ingegnere, architetto, scultore pittore ed anche
musico, incarico con il quale viene assunto. In questo primo periodo
milanese lavora soprattutto come pittore dipingendo il ritratto di
Cecilia Galerani quot;Dama con l’Ermellinoquot; e la prima versione della
quot;Vergine delle roccequot;
1495 - Inizia a dipingere la sua opera più famosa quot; Ultima cenaquot; in S.
Maria delle Grazie. L’opera verrà terminata nel 1498
4. 1499 - Caduto il duca Ludovico il Moro, sotto l’incalzare delle armate francesi di Luigi
XII, Leonardo lascia Milano ed inizia il suo pellegrinare passando da Mantova,
Venezia , poi in Friuli
1500 - Torna per un breve periodo a Firenze
1502 - E’ al servizio di Cesare Borgia
1504 - E’ a Firenze dove inizia a dipingere la Gioconda
1506 - Alterna brevi soggiorni a Milano ed a Firenze
1508 - Ritorna per un altro lungo periodo a Milano dove riprende gli studi di
anatomia, urbanistica, ottica ed ingegneria idraulica.
1513 - Restaurato a Milano il governo degli Sforza, Leonardo si trasferisce a Roma,
presso il nuovo Pontefice Giuliano dei Medici
1516 - Accogliendo l’invito del Re di Francia, Francesco I, Leonardo si trasferisce al
Castello di Cloux, presso Amboise, dove ricopre l’incarico di quot;primo pittore ed
ingegnere del Requot;-
1519 - Muore il 2 maggio nella residenza di Cloux, viene sepolto nella chiesa di S.
Valentino presso Amboise. Con testamento, datato 23 aprile dello stesso anno,
5. Come avete visto dalle date Leonardo vive nel
Rinascimento, un periodo molto importante della
storia italiana ed europea.
È un lungo periodo di benessere e di pace in cui le
città cambiano aspetto, abbellite da grandi piazze e
nuovi palazzi.
L’arte non è più considerata un lavoro manuale come
nel Medioevo ma una delle manifestazioni
dell’intelligenza dell’uomo, gli artisti non sono più
artigiani ma diventano intellettuali e rivendicano una
sempre più ampia libertà di espressione.
6. Gli artisti vengono chiamati alle corti dei ricchi signori
che attraverso le opere d’arte vogliono rendere
sempre più belli i loro regni
In questo periodo l’uomo viene posto al centro
dell’universo, si allargano gli orizzonti grazie ai grandi
viaggi in nuove terre al di là del mare, e ai viaggi dentro
la natura che viene studiata nei suoi più profondi
particolari.
Leonardo è proprio un uomo del suo tempo un grande
osservatore della natura, un grande scienziato, un
grande inventore, un grande artista.
7. La ricerca dell’armonia, della misura attraverso la ragione caratterizza
l’arte di questo periodo, gli artisti guardano ai valori della cultura
classica
L’uomo vitruviano
9. Il disegno
È il primo a studiare l’anatomia sui cadaveri
I suoi studi sono principalmente scientifici e solo in
seguito verranno utilizzati per la
rappresentazione artistica
Tre disegni emblematici del suo lavoro:
– 1475 ca Testa femminile (stava lavorando con
Andrea del Verrocchio)
– 1489 Disegno anatomico (quando era a
Milano al servizio di Ludovico Sforza)
– 1508-10 Sant’Anna, la Vergine, il Bambino e
S. Giovannino (secondo periodo lombardo)
10. 1475 ca Testa femminile
Eseguita nella bottega di Andrea
del Verrocchio
È un esercizio di rappresentazione
di una testa ideale
Viso dolce, occhi abbassati ,
espressione di sottomissione
Pittura introspettiva (pare
mostrarci l’anima della fanciulla)
Esecuzione raffinata
– Capelli disegnati uno a uno
– Acconciatura a piccole trecce
– Diadema frontale
Tipo di volto usato per
– Sante
– Madonne
– Divinità
– fanciulle
12. 489 Disegno anatomico
• Le ombre vengono ottenute
• con un fitto tratteggio di linee
• parallele
• Il disegno è rigorosamente
• scientifico
• Non è artistico ma usa le sue
• abilità per illustrare
• dettagliatamente le sue
• scoperte
13. 1508-10
Sant’Anna, la Vergine, il
Bambino e S. Giovannino
La scena rappresenta l’incontro tra
Gesù bambino e S.Giovannino nel
deserto
Sono presenti tre generazioni
– Sant’Anna madre di Maria
– Maria
– Gesù
Le tre generazioni incrociano
azioni e sguardi
Tecnica
– contrapposto (torsioni)
– Sfumato (passaggio graduale
dall’ombra alla luce, graduale
perdita di incisione dei contorni)
16. Leonardo pittore Le sue opere
1481-82 Adorazione dei Magi
“Il sacro”
S. Anna, la
Madonna
e il Bambino
La vergine delle rocce
L’annunciazione
17. • Nell'Adorazione dei Magi
introdusse un nuovo genere di
composizione, con
un'articolazione della scena molto
complessa, nella quale la varietà
degli eventi viene coordinata
attraverso il movimento e i gesti
delle figure.
18. E’ un dipinto non finito
La scena è ambientata
all’aperto
Sullo sfondo
– A sin. rovine (la distruzione del
tempio di Gerusalemme)
– a destra cavalieri che lottano
(il mondo pagano)
Al centro
– La Vergine
– Un albero di alloro (il trionfo di
Cristo)
– Una palma (il martirio di Cristo)
La Vergine è attorniata da
– I Magi inginocchiati
– Pastori a gruppi a destra e sin.
– Angeli sullo sfondo
1481-82 Adorazione dei Magi
20. 1483-86 La Vergine delle rocce
Dipinto a Milano per la confraternita
dell’Immacolata Concezione
Vi sono rappresentati la Vergine, Gesù,
S.Giovannino e un angelo
Varie specie botaniche sono
rappresentate con fedeltà scientifica
La Vergine abbraccia S.Giovannino che
prega Gesù che lo benedice
L’angelo indica S.Giovannino rivolgendosi
22. • Nel 1483, dipinge la Vergine delle
Rocce nelle due versioni di Parigi e
di Londra, nella chiesa di San
Francesco Grande. E' sempre di
questi anni l'esercitazione per il
monumento equestre in bronzo a
Francesco Sforza.
26. Straordinaria la
tecnica con cui
Leonardo
realizza i capelli
dell'angelo: i
delicati riccioli
catturano la
luce come
grovigli di fili
d'oro.
27. Nello sfondo,
il profilo netto
e scuro del
soffitto
roccioso
contrasta con
le montagne
sfocate che si
dissolvono il
lontananza.
28. • Le strane formazioni
rocciose con la loro
atmosfera fosca
contribuiscono a creare
quell'aura di mistero
tanto cara a Leonardo.
Sulla simbologia della
grotta, così scrisse
Leonardo quando un
giorno scoprì una
caverna: quot;Paura della
buia caverna
minacciosa, desiderio
di vedere se nasconde
qualche meravigliaquot;.
30. Le ali dell'angelo
sono dipinte con
naturalistica
precisione, un
esempio della
curiosità scientifica
che ha fortemente
caratterizzato tutta
la carriera di
Leonardo.
31. In lontananza il
mare e le
montagne sono
immersi in una
lieve foschia
azzurra, che
riflette con cura
il modo con cui i
colori cambiano
secondo il
variare della
luce.
32. • In primo piano Leonardo raffigura un tappeto
fiorito, in cui ogni fiore è dipinto con amorosa
precisione, gusto del dettaglio, rigore
naturalistico.
33. Nel vestito della vergine Leonardo raffigura
magistralmente il panneggio. Vasari racconta
che l'artista faceva modelli in argilla delle
figure, le avvolgeva in morbidi manti bagnati
nel gesso e quindi riproduceva pazientemente
l'andamento del panneggio.
36. Magnifico è il paesaggio
dietro e sopra
i personaggi: la nebbia
azzurrina, le cime
lontane, l'acqua che
scorre, i laghi ghiacciati,
il cielo cristallino. Da
notare e apprezzare
, anche in quest'opera,
la tecnica dello
quot;sfumatoquot; eseguita in
modo impeccabile.
37. Lo sguardo della
Vergine è
appassionatamente
tenero e
profondamente
materno. In lei,
rivolta verso il figlio
come per portarlo sul
grembo, emerge una
forza più istintiva che
razionale: un
contrasto, in rapporto
alla serena saggezza
di sua madre Anna.
38. Il volto di Sant'Anna
risplende per bontà e
saggezza: sotto i suoi occhi e
il suo sguardo, pacatamente
vigile, si svolge l'intera scena.
Il suo nome deriva
dall'ebraico quot;Hannàquot; che
significa quot;colei che ha
ricevuto la graziaquot;. E non a
caso Leonardo l'ha collocata
alle spalle di Maria e al
vertice dell'intero intreccio
piramidale: la Grazia, silente
testimone, abbraccia e
protegge la Madonna e Gesù
Bambino.
39. Toccato dalle mani
della Vergine, il
Bambino si gira
istintivamente verso la
madre ma ormai nulla
può separare Gesù
dalla sua Passione, cioè
l'agnello. Echeggiano le
parole di Giovanni
Battista rivolte al
Messia: quot;Ecco l'agnello
di Dio, ecco colui che
toglie il peccato dal
mondo!quot; (Gv, 1, 29).
40. Leonardo a Milano
Il capolavoro dell'attività svolta a Milano è considerato
quot;l'Ultima Cenaquot; che realizza intorno al 1495-1497 nel refettorio del
convento di Santa Maria delle Grazie.
Il soggetto è trattato in maniera nuova, rappresentando il momento in
cui Cristo annuncia che verrà tradito.
Nel trattato della pittura Leonardo da vinci scrive:
quot; il bono pittore ha da dipingere due cose principali, cioè l'homo e il
concetto della mente sua. Il primo è facile, il secondo difficile
perché s'ha a figurare con gesti e movimenti delle membraquot;.
Nel Cenacolo Leonardo da Vinci realizzò in pieno questa sua idea,
rappresentando il Cristo come centro della composizione,
intorno a cui si distribuiscono gli Apostoli in
atteggiamenti diversi che lasciano trasparire
il loro pensiero e le loro emozioni.
41. La chiesa e il convento di Santa Maria delle
Grazie con l'Ultima Cena di Leonardo, iscritti
dal 1980 nella Lista del Patrimonio Mondiale
dell'Unesco, rappresentano un eccezionale
capolavoro del genio creativo umano. La
complessa e perfetta architettura del Bramante
nella chiesa e quot;l'Ultima Cenaquot; di Leonardo nel
Refettorio, simboli della Milano umanistica e
rinascimentale, costituiscono un'insigne opera
che per la definizione spaziale e compositiva
annuncia una nuova era nella storia dell'arte.
43. Il tema, forse fu suggerito dai domenicani stessi, rappresenta l‘Eucarestia.
Tutta la scena è immersa in una debole luce diffusa,
proveniente in parte dalle tre finestre poste in fondo
alla stanza ed in parte dalla fonte luminosa anteriore
che sembra accordarsi con quella delle finestre
dell'ambiente reale.
Le figure si impostano, raggruppate tre a tre,
sulla linea orizzontale della tavola, di cui:
Cristo è il centro, il punto fisso,
su cui convergono tutte le direttrici della composizione:
gesti e sguardi degli apostoli,
ognuno caratterizzato psicologicamente
nel suo diverso reagire alle parole pronunciate dal Cristo:
quot;In verità, in verità vi dico:
uno di voi mi tradiràquot;,
44. Cristo, al centro, è
raffigurato con le braccia
aperte, in un gesto di
quieta rassegnazione
45. Bartolomeo
si sporge in avanti
Giacomo Minore
parla con Andrea e
tocca la spalla di
Pietro
Andrea
alza le mani con
stupore
46. Giuda
sentendosi subito chiamato in causa
si ritrae, indietreggia con aria
colpevole e volge il viso (è l’unico che
non si vede in viso)
San Pietro
si china impetuosamente avanti
San Giovanni
piega la testa verso Pietro con
sofferta rassegnazione
47. Tommaso
alza il dito e guarda Gesù
San Giacomo Maggiore
spalanca le braccia attonito
San Filippo
porta le mani al petto,
protestando la sua devozione e la
sua innocenza
48. San Matteo, San Taddeo, San Simone
all'estrema destra del tavolo, da sinistra a destra, esprimono con
gesti concitati il loro smarrimento e la loro incredulità.
49. l'Ultima Cena è presentata da Leonardo in forma completamente
nuova: non solo è modificata radicalmente l'impostazione della
scena, ma la novità più assoluta è data dall'impressionante
realismo con cui è narrato l'episodio evangelico.
Per la realizzazione di un'opera così complessa e ambiziosa qual
è stata appunto l'Ultima Cena, Leonardo aveva eseguito molti
studi, ricerche e disegni prima di giungere alla stesura definitiva
della grande composizione.
50. Le figure degli apostoli sono rappresentate in un ambiente che, dal
punto di vista prospettico, è esatto.
Attraverso semplici espedienti prospettici (la quadratura del
pavimento, il soffitto a cassettoni, le tappezzerie alle pareti, le tre
finestre del fondo e la posizione della tavola) si ottiene l'effetto di
sfondamento della parete su cui si trova il dipinto, tale da mostrarlo
come un ambiente nell'ambiente del refettorio stesso.
51. Nei Cenacoli precedenti Cristo e gli Apostoli appaiono
figure statiche, allineate dietro la lunga mensa con
Giuda al di qua del tavolo e Giovanni che poggia il capo
reclinato sul petto di Cristo.
52. Leonardo colloca invece tutti gli apostoli su un unico piano e
anziché collocarli in fondo allo spazio, sceglie di metterli in primo
piano, a gruppi di tre dietro i quali si apre un vasto e profondo
ambiente: l'intera rappresentazione è impostata su rigorose regole
di simmetria e di prospettiva con l'illusione che lo spazio reale del
refettorio prosegua fin dentro lo spazio della scena.
Al raggiungimento dello straordinario effetto sceno grafico
concorrono altri elementi compositivi: la scala dimensionale delle
figure (più grandi del reale) e la forte intensità drammatica che
scaturisce dalle varie espressioni degli Apostoli
54. LA TECNICA
L’ultima cena è un dipinto a tempera ed olio su due strati di
preparazione gessosa stesi su intonaco di cm 460 x 880 realizzato
tra il 1494 ed il 1497.
Il Cenacolo è il più grande tra i dipinti di Leonardo ed il suo unico
dipinto murale visibile ancora oggi. Non si tratta di un affresco,
Leonardo non ha mai realizzato affreschi nel senso esatto del
termine.
55. L'affresco si caratterizza da una pittura stesa su uno strato di
intonaco ancora fresco dove, a seguito del fenomeno di
carbonizzazione, il pigmento della pittura diventa parte
dell'intonaco stesso garantendo una
grande resistenza alla pittura.
Leonardo, invece, a causa dei suoi lunghi tempi realizzativi,
predilegeva dipingere su muro come dipingeva su tavola; usò
quindi una tempera grassa, un'emulsione
di olii siccavi e sostanze proteiche.
Purtroppo la tecnica impiegata ben presto determinò un degrado
dell'opera già citato dal Vasari nelle Vite.
Stupisce nel Cenacolo la presenza di dettagli molto precisi visibili
solo da distanza ravvicinata e non fruibili dallo spettatore comune.
56. • Leonardo fu tra i primi a usare la prospettiva
aerea: la profondità e la lontananza degli
oggetti rappresentati vengono rese attraverso
un sapiente uso del colore, in straordinari
giochi di effetti atmosferici. Tutti i maestri del
Rinascimento si confrontarono con le tecniche
pittoriche e lo stile innovativo di Leonardo.
57. La Gioconda Le sue opere
“I ritratti”
La dama con l’ermellino
58. 1503-06 (o 1513-15)
Monna Lisa
La prima datazione è suffragata dall’influenza che questo
ritratto avrebbe esercitato sulle Madonne di Raffaello
La seconda dal fatto che il soggetto sarebbe la nobildonna
napoletana Isabella Gualandi amica di Giuliano de’ medici
protettore di Leonardo.
Il ritratto
– È in primo piano
– Sorriso appena abbozzato e enigmatico
– Sguardo che segue lo spettatore
– Esemplare uso dello sfumato (angoli della bocca e degli occhi)
Il paesaggio
– Roccioso con due laghi su differenti livelli
– Le rocce sono geologicamente definite
– Un ponte sulla destra (unico elemento costruito) simboleggia la
fiducia nell’uomo che con la volontà supera ogni ostacolo
59. • Il dipinto della Gioconda è famosissimo sia per il
virtuosismo dell'esecuzione, sia per il mistero del
sorriso della donna raffigurata. Nella realizzazione
del ritratto Leonardo fece uso di due tecniche
fondamentali della pittura, delle quali è considerato
il primo grande maestro: lo sfumato e il chiaroscuro.
Lo sfumato consiste nel dissolvere in modo quasi
impercettibile i tratti del disegno, fondendo i colori
in sottili gradazioni; i trapassi dalle zone di luce a
quelle d'ombra vengono ammorbiditi, creando un
effetto di trasparenza che rende quasi evanescente il
sorriso della donna ritratta. Il chiaroscuro consiste
nel modellare e definire le forme per mezzo del
contrasto luminoso; ad esempio, le mani sono
raffigurate prevalentemente con una modulazione di
luce e ombra.
62. Gli occhi scuri di Monna Lisa, incastonati nei delicati contorni
delle palpebre, fissano l'osservatore. L'entusiastica
descrizione del Vasari (quot;Intorno ci sono le ciglia …le
sopracciglia non potrebbero essere più naturali, perché
danno l'idea di come la peluria cresca sulla pelle) ha soltanto
un minimo riscontro in ciò che vediamo oggi, perché non ci
sono più né le sopracciglia né le ciglia. L'assenza di
sopracciglia potrebbe anche riflettere la moda fiorentina
dell'epoca di depilarle, ma è probabile che siano state
inavvertitamente eliminate durante un restauro
63. Il significato del celebre sorriso di Monna Lisa è
stato oggetto di innumerevoli studi. E' la sua leggera
asimmetria a renderlo così enigmatico, insieme a un
modellato talmente sottile da rendere quasi
impercettibile il passaggio dalle labbra alla pelle. Per
ottenere questi effetti, Leonardo usò degli strati
estremamente fini di colore e sviluppò il cosiddetto
quot;sfumatoquot; per fondere luce e ombra.
64. Rilassate ed eleganti, le mani, con i loro
volumi pieni e morbidamente adagiate l'una
sull'altra, contribuiscono a dare alla figura un
senso di quiete. Anche la posizione delle
braccia e delle mani, riconducibile a un
triangolo, concorre all'equilibrio della
composizione.
65. C'è un forte contrasto
tra l'elegante donna di
città e il paesaggio
montagnoso alle sue
spalle. Leonardo si
rifiutò sempre di
dipingere i tranquilli e
rassicuranti sfondi
paesaggistici dei suoi
contemporanei. L'artista
invece presenta la
natura nei suoi aspetti
più misteriosi e
drammatici.
66. La maestria di Leonardo nello
quot;sfumatoquot; emerge soprattutto
nei particolari atmosferici che
si vedono sullo sfondo, dove
delicati veli di foschia
smorzano i profili di colline e
montagne. Per ottenere la
mirabile prospettiva,
Leonardo ha gradualmente
aumentato lo quot;sfumatoquot;,
rendendo i colori sempre più
fluidi con l'aggiunta di olio,
man mano che lo sfondo si
allontana. Per mescolare i
colori, spesso l'artista usava
le punte delle dita.
67. Questo quadro è
oggetto di disaccordo
tra gli storici dell'arte.
Alcuni lo attribuiscono a
Leonardo da Vinci e lo
identificano come il
ritratto di Cecilia
Gallerani, amante di
Ludovico il Moro. Altri
credono che sia
un'opera ispirata a
Leonardo, ma eseguita
da Boltraffio o da De
Predis.
68. Alcuni elementi non possono che spingerci ad attribuirlo a
Leonardo. Il volto e il sorriso, ricordano l'angelo de quot;La
Vergine delle roccequot; e i suoi studi preparatori. Possediamo
anche un testo del poeta Bernardino Bellincioni in cui viene
vantata la bellezza del ritratto che Leonardo ha fatto di
Cecilia.
Da secoli gli ermellini, le donnole e le martore venivano
addomesticati come animali da compagnia ed è molto
probabile che ce ne fossero anche nel palazzo degli Sforza.
Ma sapendo che Cecilia Gallerani era l'amante di Ludovico il
Moro e che quest'ultimo aveva per emblema, tra gli altri, lo
stesso ermellino, possiamo guardare quest'animale da una
diversa prospettiva. È ugualmente interessante notare che il
nome Gallerani ricorda il greco quot;galèquot;, che sta per donnola,
furetto o ermellino. La frequentazione da parte di Leonardo
della corte di Ludovico il Moro era assidua ed è quindi
plausibile che abbia incontrato la bella Cecilia, la quale era
un'ammiratrice del suo talento.
70. La donna volge lo
sguardo, come se
volesse rivolgersi a
qualcuno
sopraggiunto in quel
momento, ma allo
stesso tempo resta
imperturbabile.
Parlando degli occhi,
Leonardo li definiva
quot;finestra dell'animaquot;.
71. Un impercettibile
sorriso aleggia
sulle labbra della
donna: per
esprimere un
sentimento,
Leonardo preferiva
accennare alle
emozioni piuttosto
che renderle
esplicite.
72. Le lunghe, eleganti dita che
accarezzano l'animale, testimoniano la
delicatezza e la grazia aristocratica
della donna.
75. Non sempre le invenzioni di Leonardo avevano
successo. E' il caso della balestra gigante, un'arma
monumentale per dimensioni, ma decisamente poco
funzionale per le operazioni militari. Questa
macchina bellica veniva presentata come un grande
strumento di guerra che, nelle intenzioni del genio
toscano, doveva servire a scagliare grandi dardi
creando panico e spavento fra i nemici.
76. • Circa 80 chilometri l'ora: questa è la velocità dell'imbarcazione a
pale inventata da Leonardo. Secondo il suo progetto, le pale motrici
avrebbero dovuto avere una lunghezza di almeno 90 centimetri. Per
moltiplicare la velocità, l'inventore toscano aveva ipotizzato un
meccanismo di ingranaggi attraverso ruote dentate poste al centro
della barca
77. • Un'invenzione ecologica: la bicicletta
• Due ruote, un asse in legno, un manubrio e una catena che collega i
pedali alla ruota posteriore: è solo uno schizzo, ma la figura
(ritrovata sul Codice Atlantico) rinvia inequivocabilmente alla
bicicletta. Questo disegno fu probabilmente eseguito da un allievo
di Leonardo, su indicazione dello stesso inventore toscano. Un
dettaglio sorprende in questo schizzo: la presenza di una
trasmissione a catena. Un particolare non irrilevante se si considera
che solo nel 1874 la trasmissione posteriore a catena fu applicata
alla bicicletta. Leonardo ci arrivò quattro secoli prima, progettando
un mezzo di trasporto leggero, semplice e, a sua insaputa,
ecologico.
78. • Concepita tra il 1483 ed il 1486 durante il primo soggiorno a
Milano, la vite aerea appartiene alla prima serie delle macchine
progettate da Leonardo per il volo meccanico. Da queste
tuttavia si distingue per la sua originaria destinazione: la vite
aerea fu infatti progettata con l'idea di studiare l'efficienza
dell'elica e non per costituire da subito una vera macchina per il
volo. Fatta di canne, tela di lino e filo di ferro, lo strumento
doveva essere azionato da quattro uomini che avrebbero
dovuto poggiare con i piedi sulla piattaforma centrale e con le
mani far forza sulle rispettive barre, in modo da far ruotare
l'albero
79. • Nel 1503 è a Firenze per
affrescare , insieme a
Michelangelo, il Salone del
Consiglio grande nel Palazzo della
Signoria. A Leonardo viene
affidata la rappresentazione della
Battaglia di Anghiari.
81. 1516 ca i Diluvi
Rappresentano scene apocalittiche dove la forza della natura
vince ogni resistenza
È la vittoria della Natura sull’uomo
Tra il 1508 e il 1510 aveva scritto il Codice Hammer dove
sosteneva che la nascita della terra era seguita a grandi
sconvolgimenti geologici
Totale assenza della figura umana
82. Codice Trivulziano
Codice Arundel Codice Atlantico
I Codici
I Codici
Codice sul volo degli
Codice Codice Leicester
uccelli
Ashburnham
83. • Il 23 Aprile 1519 redige il suo testamento
citando in esso tutte le persone che erano
state vicine.
Il 2 Maggio 1519 Leonardo lascia le sue
spoglie mortali e viene sepolto nella chiesa di
S. Fiorentino ad Amboise. E dei resti non vi è
più traccia a causa delle profanazioni delle
tombe avvenute nelle guerre di religione del
XVI secolo.
84. • Le opere di Leonardo, molte delle quali rimaste
incompiute, non sono numerose, ma per la loro
straordinaria novità hanno esercitato una
grandissima influenza sulla pittura dei secoli
seguenti. Nei dipinti giovanili Leonardo aderì allo
stile del Verrocchio, ma risentì anche dell'influsso
dell'arte fiamminga nella resa della luce e
sviluppò un interesse particolare per la
rappresentazione della natura, fino a concepire la
pittura come una vera e propria scienza, utile per
comprendere e raffigurare fedelmente i fenomeni
naturali.
85. Leonardo Da Vinci
da “Novelle”
La pietra focaia e l’acciarino
La pietra, essendo battuta dall’acciarolo del foco, forte si maravigliò, e
con rigida voce
disse a quello:
«Che prusunzion ti move a darmi fatica? Non mi dare affanno, che tu
m'hai colto in iscambio; io non dispiacei mai a nessuno». Al quale
l’acciarolo rispose: «Se starai paziente, vederai che maraviglioso frutto
uscirà di te». Alle quale parole la pietra, datosi pace, con pazienza
stette forte al martire, e vide di sé nascere il maraviglioso foco, il
quale, colla sua virtù, operava in infinite cose.
Detta per quelli i quali spaventano ne’ prencipi delli studi, e poi che a
loro medesimi si dispongano potere comandare, e dare con pazienzia
opera continua a essi studi, di quelli si vede resultare cose di
maravigliose dimostrazione.