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Piero calabrese
1. intervista
di Luca Pilla
Piero Calabrese
Produrre Marco Mengoni
Piero Calabrese è un compositore e
produttore discografico che da anni
sforna successi italiani ed esteri. Ultimo,
in ordine di tempo, è Marco Mengoni con
Solo 2.0. Lo incontriamo pochi giorni
dopo l’uscita del disco e all’inizio del Solo
Tour 2.0, del quale cura la produzione
musicale.
Come ben sa chi lavora in questo settore, la sfida più impe-
gnativa per una produzione è il secondo lavoro, dopo che il pri-
mo ha avuto un notevole successo. Le aspettative sono sem-
pre molto alte e ogni scelta deve essere ponderata al massimo,
bilanciando creatività e desideri impliciti del grande pubblico.
Luca Pilla: La seconda produzione è sempre più impegnativa
della prima, da che fondamenti sei partito e come hai affron-
tato il progetto?
Piero Calabrese: Il nuovo disco di Marco era fin dall’inizio una
cosa stimolante e molto spinosa. Si veniva da due anni di suc-
cessi continui di un ragazzo che uscito da un talent show ave-
va vinto subito il Platino con Marco, un EP di cover a parte due
inediti. A seguire, subito l’occasione ghiotta di Sanremo, e quin-
di il compito di realizzare un altro disco in pochissimo tempo
e dare un segno importante del percorso intrapreso. Re Mat-
to è nato tra ansie e rischi, ma sicuramente ha gettato il seme
di tutto quello che sarebbe arrivato di lì a poco. Un altro Platino
e un tour di 56 date sold out, inaspettato ed esaltante al punto
tale che si è pensato di registrarlo e fermarlo in un DVD, come
abitualmente si fa solo per artisti affermati e di lunga militanza,
non per personaggi che si sono da poco affacciati alla ribalta.
Altro Platino per “Re Matto Live tour”, sicuramente il più amato
da me e da noi tutti, perchè cominciava a dare delle coordina-
te più precise del sound voluto e futuro. Il nuovo disco di Marco
Photo by Claudio Martinez Solo 2.0 cominciava già a nascere nei due anni precedenti al
12 dicembre 2011 [computer music studio ]
2. tour. A settembre 2010 ci siamo fermati e chiusi in studio sen-
za interruzioni. Un anno intero, dove abbiamo concepito, com-
posto e realizzato non meno di 40 provini di canzoni e spunti
musicali. Alcuni brani sono stati realizzati e affrontati non me-
no di tre o quattro volte, cambiando tonalità, ritmiche e addirit-
tura armonie. Tutto in studio, come fosse una sala prove, tutto
cablato sempre, tutto microfonato. Si suonava, componeva, ri-
suonava, si tentavano testi, si buttavano via o si mettevano da
parte, insieme a musiche e arrangiamenti, sempre tutti insie-
me. La band di Marco era con me per dare il suo apporto e le
sue idee, assieme a Stefano Calabrese, un valido e fondamen-
tale aiuto nella registrazione e nella realizzazione di tutto il pro-
getto. La parola d’ordine era quella di fare un disco dal sapore
live, meno italiano, con tutti i rischi del caso, con chitarre e so-
luzioni che si potessero replicare in modo naturale in tour, sen-
za troppi artifici e aiuti tecnologici.
LP: Qual è stato il tuo ruolo in questa fase in studio?
PC: Mi sono occupato della composizione, della programma- mann U87 metteva sempre d’accordo tutti e risolveva il brano
zione, del copy and paste, delle stesure, delle ritmiche pro- con maggiore calore e realtà. Il microfono era su uno stand che
grammate, dei pianoforti digitali. Pian piano, tutto è stato so- comprendeva un SE Electronics Reflexion Filter e un antipop
stituito da Fender Rhodes, piani a coda, batterie e chitarre av- comune a calza. Lo abbiamo provato con i preamp di Avalon,
velenate. Quando abbiamo capito di avere il materiale giusto API, Argentini e Focusrite, ma alla fine abbiamo preso in prova
e i provini convincenti sia per noi che per Sony: è arrivato fi- da Digiland il pre Chandler Germanium con alimentatore ester-
nalmente il momento del nuovo inizio! Il set del suono si era no. Un suono ammaliante e caldissimo. Attraverso i due switch
strada facendo definito e ottimizzato, con uno schieramento Pad e Thick si riesce a ottenere una colorazione calda e parti-
di ampli per chitarra e per basso. Alla fine,
per le chitarre abbiamo usato gli stessi set
La parola d’ordine era colare per controllare Pad è utile per tono
del preamplificatore.
notevolmente il
ese-
che useranno in tour Stefano e Peter, cioè
quella di fare un disco guire i controlli Drive e un feedback qua-
un Vox AC 30 e un Hiwatt con testata Me- dal sapore live, meno si pieno per una maggiore fascia bassa e
sa Boogie, e un Hiwatt con testata Hiwatt. italiano, con tutti i la distorsione armonica. Thick aggiunge
Le chitarre sono Fender Stratocaster o Te- rischi del caso, con una curva morbida a bassa frequenza per
lecaster, o Gibson SG Standard e Les Paul. chitarre e soluzioni dare calore e rotondità. È stato come una
Abbiamo impiegato pochissime acustiche che si potessero droga per noi, ci ha convinti da subito a
Maton e Taylor. Il basso è un Fender Pre- replicare in modo utilizzarlo per la registrazione di tutte le vo-
cision con ampli Ampeg. Tutto quello che è naturale in tour, senza ci del disco. A seguire nella catena abbia-
pianoforte e tastiere è stato risolto in studio troppi artifici e aiuti mo usato un bellissimo EAR 660, uno di
con tastiere vere e analogiche, più qualche tecnologici. quei compressori che lavorano senza che
virtual instrument. I loop molto spesso so- ci si accorga! Nei brani dove il range voca-
no stati registrati da noi e ripassati nell’imbuto dei plug-in vari. le era notevole e dove c’era un’enorme pressione sulla capsu-
la del microfono, abbiamo registrato in due momenti diversi, di-
LP: Parliamo della voce: che catena audio hai utilizzato e per versificando strofe e ritornelli con un paio di db in più o in meno
quale ragione? Era già compressa in parte in registrazione o è di gain, senza toccare la compressione minima, fermo restan-
stata applicata successivamente? do che il preascolto in cuffia avveniva molto prima del punch
PC: Marco ha una voce con una notevolissima estensione, che in, proprio per non perdere il mood dell’interpretazione.
gli conferisce in alto sconfinamenti da soprano, e un range che La voce è risultata sempre solida, contenuta quel minimo per
scende anche a delle basse profonde. La sua voce ha qualche non stravolgerla e ammorbidita sulle frequenze medie: proprio
enfatizzazione naturale sulle frequenze medie. Il classico Neu- quello che serviva a noi. Abbiamo consegnato le tracce a Ce-
[computer music studio ] dicembre 2011 13
3. INTERVISTA PIERO CALABRESE
Fig. 1 - Il plug-in di compressione Waves API 2500 usato in fase di mix
leste Frigo, il fonico che ha mixato il disco, in una modalità che
poteva sembrare flat, ma allo stesso tempo molto omogenea,
che rappresenta uno dei problemi più grandi e irrisolti in un la-
voro articolato, con brani di diverse dinamiche.
LP: Come sono state registrate le chitarre?
PC: Per le chitarre elettriche sono stati fondamentali i vari
stomp o pedali che usavano i nostri musicisti. Non ci siamo for-
malizzati mai sul fatto che la preamplificazione di un piccolo
pedale Vox d’annata, comprato usato molti anni fa, potesse es-
sere più efficace di un veloce Focusrite Red! Le chitarre elettri-
che sono state registrate facendo da subito il suono che voleva-
mo, passando nei vari pedali scelti e tra loro linkati. La micro-
fonazione era più o meno fatta sempre con un dinamico Shu-
re SM 57, molto vicino a uno degli altoparlanti, un condensato-
re Neumann U47 in fase ma un po’ più distante, e ai lati, in fon-
do alla stanza, due microfoni a nastro Apex 210, economici ma
sorprendenti. Hanno un meno headroom del Royer, che ave-
Fig. 2 - Il plug-in Puig Child 670 - Waves
vamo comunque, ma suonavano giusti per pescare l’ambiente.
Altre volte li abbiamo sostituiti con due Bruel & Kjiaer. Abbiamo
anche ripreso sempre un’uscita diretta dall’ampli, per eventua-
li ripensamenti sul suono. In questo caso, qualche volta abbia-
mo chiesto aiuto al Radial-X per usare la traccia registrata flat e
rientrare nuovamente nell’ampli.
LP: Quali riverberi e delay sono stati usati in mix sulla voce?
PC: Abbiamo sempre usato Lexicon 224 Larc e Lexicon 480.
Come equalizzatori avevamo dei Tube-Tech PE1C e M1B. I de-
lay sono plug-in come i McDSP o quelli di Pro Tools. Abbiamo
usato anche l’echo a nastro Maestro, per effetti sulla voce e sui
cori. Mandavamo in play il brano e, al momento giusto, modifi-
cavamo a mano lo speed per dare delle code o sovrapposizio-
ni particolari.
LP: Quali synth sono stati utilizzati in produzione e come so-
Fig. 3 - Il plug-in Veri-Fi della Suite D-fi di AVID
no stati trattati?
PC: Il Korg MS 20 l’ha fatta da padrone. È un sinth monofonico
molto apprezzato e ricercato oggi. Abbiamo usato anche i suoi
filtri per far rientrare le tracce della voce o altro. Non essendo
un synth MIDI, abbiamo usato l’aux LFO per dialogare in MIDI
col computer. Abbiamo utilizzato anche l’Elka Sinthex per alcu-
ni pad: otto voci di polifonia o quattro in modalità double.
LP: Hai lavorato lasciando il bus stereo libero da compressioni o
preferisci sentire già come sarà il suono finale?
PC: Queste sono scuole di pensiero. Molto spesso mi capita di
sentire lavori in progress con le singole tracce già molto spin-
te e processate. Capisco che questo appartiene al mondo delle
14 DICEMBRE 2011 [COMPUTER MUSIC STUDIO ]