SlideShare una empresa de Scribd logo
1 de 2
Descargar para leer sin conexión
gennaio 2020 pagina 3
“SNATURATI”,
quando Grillo era verde
Marco Morosini, ghost writer di Beppe Grillo, spiega (e condanna) l’involuzione del Movimento: dall’ecologia sociale al populismo,
tutta colpa di Casalegggio.
Nel 2014 Alfonso Pecoraro Scanio definì il Movimento
5 Stelle “Il più grande movimento verde del mondo”.
Nel suo SNATURATI Marco Morosini sostiene oggi che,
nella sua parabola politica così sorprendente, il Movi-
mento 5 Stelle sia stato, piuttosto, il più grande tradimen-
to politico che la causa verde abbia mai subito in Italia.
“Dalla social-ecologia al populismo” spiega il sottotito-
lo. Ma il pathos del saggio si percepisce nell’altra sintesi
di copertina: “(Auto)biografia politica del Movimento 5
Stelle”. È una auto-biografia, e una ferita ancora aperta,
nel senso che l’autore, Morosini, durante tutta la prima
fase di questa vicenda, per i ben 13 anni che vanno dal
1992 al 2005, è stato l’ispiratore e il ghost-writer di Bep-
pe Grillo. Del Beppe Grillo verde-Hulk che fece 15 milio-
ni di spettatori il 2 dicembre1993, su RAI 1. E 60 date da
400.000 italiani a teatro nel 1995, con uno show intito-
lato “Energia e Informazione”: era il Grillo che spacca-
va a martellate i computer sul palco e si faceva l’aerosol
con i fumi di scarico di un furgone alimentato a idrogeno.
Ma, c’era del metodo in quella pazzia. Marco Morosini,
milanese di nascita, tossicologo, avventuroso ricercatore
di inquinanti xenobiotici in Antartide, professore di po-
litiche ambientali al Politecnico federale di Zurigo, citta-
dino italo-svizzero, aveva portato a Grillo le ricerche del
Wuppertal Institute di Wolfgang Sachs, ovvero il fronte
più avanzato ed autorevole della social-ecologia europea.
Morosini portò anche le sue idee teatrali e le sue battute a
Beppe Grillo. E Grillo ci si identificò con una forza inter-
pretativa dirompente, straordinaria:
“Scrissi la scena nella quale Beppe tiene nelle mani un
rotolo di cavo elettrico e uno di fibra ottica, ne annoda e
trattiene le due estremità a mo’ di redini le due estremità
e lancia sul pubblico il resto dei due cavi. La battuta era:
“Energia e informazione, chi avrà in mano queste due redi-
ni avrà in mano il mondo. E voi sarete i cavalli!”.
L’ho rivista, quella scena, all’inizio del documentario del-
la Televisione Svizzera d’antan che ho scovato on-line: si
apre con Beppe Grillo invitato come ospite d’onore nella
cittadina tedesca di Schönau e festeggiato, con tanto di
banda in costume tipico, come un eroe delle lotte eco-
logiste per l’auto-gestione energetica. “Un futuro soste-
nibile” è il titolo del documentario, lo stesso del dossier
dell’Istituto Wuppertal che squadernava la questione,
Climate change compreso. Ma se in Germania (e in Sviz-
zera) le battute grünen trovavano un terreno già arato,
l’incredibile accadde a casa nostra dove il duo Grillo-Mo-
rosini strappò scroscianti applausi proponendo copioni
che qualsiasi impresario teatrale italiano oggi gettereb-
be schifato nel sacco della indifferenziata: show come
“Cervello” (1997), “Apocalisse morbida” (1998) e seguenti
avevano in scaletta la decrescita felice, la riconversione
ecologica, la sobrietà sociale opposta al consumismo, l’e-
nergia grigia (“l’auto che consuma meno è quella che non
compri, è quella vecchia”). Ed è in quegli spettacoli ad alto
contenuto verde che Beppe Grillo ebbe la sua metamor-
fosi: da comico diventò politico, diventò un leader cari-
smatico che piuttosto di pubblico, o fan, aveva seguaci.
Redazione: E poi che accadde?
Marco Morosini: Che i seguaci attirarono chi aveva fiu-
to… nel 2005 Beppe ricevette una telefonata da un certo
Gian Roberto Casaleggio.
R: E che voleva Casaleggio?
MM: Mah… sulle prime non si capì, Grillo non sapeva chi
fosse. Lo mandò a parlare con me – dice Morosini - e io
e Gian Roberto discutemmo amabilmente per una mat-
tinata dell’universo mondo: lui in sostanza aveva capito
le potenzialità mediatiche di Beppe, e voleva amplifi-
carle utilizzando computer e internet. Era un esperto
di software, aveva lavorato alla Olivetti, aveva fondato la
Casaleggio Associati srl pochi mesi prima, chiedeva di
poterci lavorare…, dei contenuti sembrava non volersi oc-
cupare, ma quando le mie domande si inoltrarono in quel
campo rispose che il suo modello era Moveon.org, l’asso-
ciazione statunitense, che in quegli anni aveva iniziato a
promuovere, dal basso, campagne politiche liberal, cioè di
sinistra. E che poi sarebbe divenuta determinante per l’e-
lezione di Obama nel 2008. La cosa mi piacque e io riferii
a Beppe che quel Gian Roberto era un tipo interessante,
con cui valeva la pena approfondire i rapporti. Dopodiché
l’arrivo in squadra di Casaleggio in breve tempo cambiò
tutto: creò il “Blog di Beppe Grillo” e ne prese il controllo,
il blog iniziò a macinare numeri e, per farla breve, insieme
a lui Grillo si avviò su una strada che andava in direzione
opposta alle mie idee, e anche a quelle di Moveon. Era la
strada che andava dritta verso il populismo. E la raccol-
ta del maggior consenso possibile la otteneva attraverso
la semplificazione del messaggio fino a ridurlo a claim, a
slogan, dando così ampia libertà di accesso alla violenza
verbale, agli haters, all’antipolitica. Non potevo accettar-
lo: l’antipolitica sbocca sempre a destra, e non porta a un
mondo più pulito. Il nemico non è la politica, la politica
ci serve per combattere l’economia malata, il sistema eco-
nomico globale che si mangia il pianeta, dicevamo, prima,
con Beppe…
R: Quella di Casaleggio era una strada di successo, però...
MM: Ah, sì, certamente: un eccezionale successo in ter-
mini di consenso popolare, e di voti. E soprattutto fu un
unicum, qualcosa di mai realizzato prima: Gian Roberto
costruì dal quasi nulla,con quattro computer e quattro
soldi, il primo vero soggetto politico strutturalmente di-
gitale del pianeta Terra. Una novità di portata epocale,
che ancora non si è compresa fino in fondo. Ma forse è
anche meglio così…
R: In che senso? Cosa è meglio che non venga compreso?
MM: Che una azienda informatica può fabbricare in la-
boratorio una forza politica vincente. Un movimento da
10 milioni e mezzo di voti, nel 2018: primo alla Camera
e primo al Senato. Questa è l’eredità che ha lasciato Gian
Roberto, scomparso nel 2016. Ma attenzione: Casaleggio
non si è limitato a “fare comunicazione” con i nuovi me-
dia, come fa Trump o fa Salvini giocando con i social. Il
Movimento 5 Stelle è stato assemblato pezzo per pezzo,
arto per arto, dalla Casaleggio Associati srl.
R: Pare la Frankenstein Associati, presentata così. Inclu-
so il pericolo di perdere il controllo della “creatura”, che
mi pare quanto mai attuale.
MM: Comunque vada a finire coi 5Stelle, che dal 2005
osservo a distanza, ciò che è già accaduto lascia un solco
profondo nella nostra contemporaneità. Tanto profondo
quanto pericoloso. Sbaglia chi giudica il Grillismo una
pagina 4 gennaio 2020
peculiarità italiana, inimmaginabile altrove. Tutt’altro:
le origini stanno nella Californian Ideology degli anni ‘70
della quale era intriso quello strano tipo di hippy-yuppy
che era Gian Roberto Casaleggio, coi capelli lunghi e gli
occhialini alla John Lennon, ma in cravatta e abito da
manager. Quando nel 2007 Steve Jobs presentò l’Ipho-
ne disse “Questo cambia tutto”, lo stesso disse nel 2009
Casaleggio presentando il Movimento 5Stelle e avevano
ragione entrambi.
R: Ma nell’approccio al digitale di uno Steve Jobs o di un
Bill Gates, almeno agli inizi, c’erano anche parecchie cose
buone, mi sembra. Nei garage della California nacque una
certa idea democratica della tecnologia diffusa, che pri-
ma non c’era. Nel 1984 Apple pubblicizzò i suoi Macinto-
sh come i “piccoli amici” che avevano sconfitto il Grande
Fratello orwelliano… Per non parlare di Tim Berners-Lee
che inventò il world wide web e ne fece un sistema aperto
e gratuito per tutti.
MM: Certo, il discorso meriterebbe di essere molto più
approfondito… Ma diciamo, in sintesi, che si immaginò
una nuova era di libertà e prosperità fondata sulla diffu-
sione di massa delle tecnologie digitali. Ora però focaliz-
ziamo il presente e in prospettiva il futuro: dove ci stanno
concretamente portando quelle premesse? Casaleggio ce
lo rivelò, nel modo più semplice e chiaro, in un videoclip
del 2008: “Gaia, il futuro della politica”. Grazie a internet
tutti gli umani genereranno una intelligenza collettiva e
gestiranno senza intermediazioni la politica del pianeta.
Una democrazia digitale diretta, dove il popolo dei con-
nessi in rete e la rete stessa sono i due soli giocatori in
campo. Conseguenze? Tante…
R: Più recentemente il figlio di Gian Roberto, Davide, ha
detto che in futuro non ci sarà piùbisogno di parlamenti o
congressi come li conosciamo oggi.
MM: Diventa un passaggio logico. Ma non innocente. So-
prattutto se pronosticato da un’azienda che ha fatto della
digitalizzazione della politica il suo core business. Co-
munque nessuno della classe dirigente a 5Stelle di oggi
mi sembra pervaso dal “sacro fuoco” di Casaleggio padre.
Aggiungo un “per fortuna!” Visto che il digital power mes-
so in opera da Gian Roberto negli anni passati, se finisse
in mano a politici meno naïve, potrebbe fare davvero pau-
ra: pensi ai regimi post-democratici che vanno afferman-
dosi con il compiersi della globalizzazione…. E valuti che
non c’è mai stato potere più pervasivo e persuasivo del
dominio digitale, nella storia dell’Uomo. Oggi i dati sono
più potenti dei soldati.
R: : Concordo: quello che si inizia a pre-vedere da casi
come Cambridge Analitica o peggio ancora nel controllo
degli utenti on-line che si sviluppa in Cina, è pazzesco…
MM: Già... Ma ricordiamoci anche che negli anni scorsi
proprio qui, in Italia, milioni di persone hanno votato alle
elezioni politiche non una persona ma un blog: il www.
beppegrillo.it che stava nel logo elettorale dei 5 Stelle, ov-
vero il sito internet gestito dalla Casaleggio Associati.
R: Al posto mio, molti le obbietterebbero che il Movimen-
to 5 Stelle ha semplicemente precorso i tempi, Casaleggio
ha anticipato un futuro comunque destinato ad accadere.
Perché il progresso tecnologico è inarrestabile, soprattutto
quando i vantaggi offerti dalla digitalizzazione, dalla rete,
da un mondo connesso, sono innumerevoli e ben graditi. I
suoi potrebbero sembrare argomenti anti-progressisti, re-
azionari. Come risponde?
MM: : Vede, con il Beppe Grillo del tempo che fu, si la-
vorava proprio per sfatare questi luoghi comuni che non
hanno senso: la rivoluzione digitale è percepita oggi come
un cesto di balocchi, ma accettare in modo così acritico le
novità della scienza e della tecnologia è da stupidi: lo pro-
va la storia. Anche l’energia nucleare, per fare un esem-
pio, al suo primo apparire venne presentata come l’alba
di un’età dell’oro senza controindicazione alcuna. Era
corretto? Era scientificamente corretto? E ora dovremmo
accettare quella che io chiamo DDT, la “digitalizzazione
di tutto” (con il 5G e l’internet delle cose ci siamo…) senza
uno sguardo critico, senza una regolazione previdente?
In Svizzera già oggi un ragazzo su quattro è patologica-
mente dipendente dalla tecnologia digitale, non si stacca
dallo smartphone, i genitori non sanno più che fare, l’edu-
cazione sessuale gliela fanno i 150 milioni di siti porno-
grafici on-line, infischiandosene di qualsiasi pedagogia. E
in Cina ci sono centinaia di campi di rieducazione para-
militare per adolescenti “tossicodipendenti digitali”. In
Italia il technology assessment, ossia la valutazione com-
parata dei benefici e dei rischi delle tecnologie è quasi
sconosciuto. Su Wikipedia c’è la voce in dieci lingue, ma
non in italiano. Intanto, in ogni caso, ci hanno messo in
testa che la non-connessione è da debellare alla stregua
della malaria e che il Digitale non è solo utile: è anche in-
trinsecamente buono. Proviamo a toglierci la benda dagli
occhi, alla fine dei conti il vero valore del web è il denaro.
R: Il Re è nudo e si chiama marketing. Su questa scia il
sarcasmo dei Grillo-Show del secolo scorso risulterebbe
quanto mai attuale. Ma quel Grillo non c’è più e la digita-
lizzazione è in crescita felice, altro che decrescita.
MM: Sui due “Beppi Grilli” diversi che si confrontano e
si scontrano rimando a Grillo vs Grillo, lo spettacolo del
2016, l’ultimo al quale ho collaborato. Per quel che ri-
guarda la “crescita felice” le ricordo la frase di Kenneth
Boulding “Chi crede in una crescita infinita su un piane-
ta finito o è un folle o è un economista”. E infatti anche
Internet pone serissimi problemi energetici ed ecologi-
ci al pianeta Terra. La candida icona del Cloud è la più
grande impostura dell’industria digitale,che ha bruciato
il 7% dell’elettricità mondiale nel 2017 e le stime dicono
che arriverà al 20% nel 2025 con un incremento annuo
del 12%. La nuvoletta è nerissima, altro che bianca: nella
sola Francia consuma l’equivalente dell’energia prodotta
da 9 centrali nucleari l’anno (2016). Il ricevere e mandare
informazioni ci sembra ormai un’operazione immateria-
le, invece ovviamente ogni spostamento richiede energia.
Ogni gesto che facciamo sul nostro smartphone può far
traversare al nostro segnale oceani e continenti, anche se
magari stiamo mandando un messaggio al vicino di casa.
Una ricerca in Google richiede tanta energia quanta ne
serve a far bollire una tazza d’acqua. E parlo solo per ac-
cenni, senza nemmeno aprire il capitolo materie prime,
metalli rari, plastiche e rifiuti… le analisi ci sono, però,
per chi le vuol vedere.
R: E i correttivi?
MM: Tante cose intelligenti si possono fare. Qualcuno
le fa. E non si tratta di tornare al telegrafo. Ad esempio
ad Amsterdam l’impresa sociale Fairphone produce uno
smartphone modulare progettato per durare il più a lungo
possibile, la casa madre lo aggiorna e lo ripara, preoccu-
pandosi di uno smaltimento ad alto tasso di recupero dei
componenti. Anche Fairphone usa i metalli rari estratti
in Africa, ma garantisce condizioni di lavoro dignitose e
riduce l’impatto ambientale. Si può fare. Poi sta a noi co-
gliere gli esempi: ne abbiamo uno che ha quasi del mira-
coloso, la piccola Greta Thunberg con il suo Skoolstrejk
che smuove milioni di giovani in tutto il mondo. E a Roma
abbiamo un papa che in un’enciclica ambientalista come
la “Laudato sì” raccomanda la decrescita. E nessuno lo
prende in giro, come si fa invece con noi ecologisti. Che
altro? Be’, potevamo, anche avere una grossa forza politi-
ca eco-sociale al governo se il Movimento non avesse tra-
dito quasi tutto se stesso alla sua prima prova veramente
importante, cioè quando dopo aver trionfato alle elezioni
del 2018 raccogliendo il 32,6% dei consensi scelse di al-
learsi con la Lega di Salvini, cioè con una forza politica
provatamente antiambientalista, e per di più vecchia e
corrotta. In più la Lega, con la metà dei voti, ha dettato
la linea: la più a destra d’Europa. Con Di Maio che diceva
di “capirsi al volo” con Salvini! Notevole. Lì i “grillini” si
sono snaturati ufficialmente. Nel mio libro, che ho chiu-
so mentre si formava il Conte 2, ho aggiunto tuttavia, di
fretta, una “Avvertenza”: mi auguro un processo di “ri-
naturizzazione” dei 5 Stelle da questa nuova alleanza di
governo con PD e LEU. Me lo auguro ma resto scettico,
e le difficoltà incontrate dall’ex ministro Fioramonti, che
conosco come persona seria e qualificatissima in tema di
ecologia-sociale, sono un altro segnale negativo. Vedremo
che succede.
R: Ma come mai, secondo lei, in Italia, anche le forze po-
litiche nate ambientaliste, una volta al potere, finiscono
così spesso per accettare di mettere i principi ambientali-
sti in secondo piano? Addirittura anche la mini-sugar-tax
che voleva Fioramonti, anche la plastic-tax prima annun-
ciata coi tromboni hanno dovuto battere in ritirata appe-
na le imprese di settore hanno protestato. Eppure, oltre
ai 5 Stelle anche PD e LEU professano una profonda fede
green…
MM: Nell’ambientalismo nato da sinistra, credo ci sia
un grosso problema con il tema “lavoro”. Il tema “lavo-
ro” è talmente importante e identificativo per la sinistra
italiana che quando in scena entra lui, il lavoro, anche
all’ambiente si chiede di fare un passo indietro. E anche
alla salute. Il mito del lavoro, e del lavoro industriale so-
prattutto, ha radici potenti: io me li ricordo i metalmec-
canici di un tempo… erano il corpo d’elite della sinistra
italiana, del PCI, del piùgrande partito comunista d’oc-
cidente: erano i suoi marines… E ci sono ragioni storiche
importanti da cui tutto questo va compreso… Ma c’è an-
che qualcosa di esagerato, di fuorviante: quando abitavo
a Milano passavo sempre, di fronte al Politecnico, vicino
a un monumento con una grande iscrizione in bronzo:
“Alla Libertà, alla Pace, al Lavoro”. Be’, libertà e pace sono
due fini… il lavoro è un mezzo. Non è un valore, di per sé.
R: Banalizzando: si lavora per vivere, non si vive per lavo-
rare… Questo però che c’entra con l’ambientalismo?
MM: C’entra parecchio perché oggi ecologia vuol dire
innanzitutto de-crescita: produrre di meno,consumare
di meno. E lavorare di meno, conseguentemente. Ma qui
nasce una grossa difficoltà concettuale, nella sinistra ita-
liana. Il primo articolo della Costituzione fa da monito:
“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavo-
ro”… sul lavoro, sul concetto di lavoro. Neanche “sui lavo-
ratori” che sono persone, e in quanto tali possono spera-
bilmente avere una vita più ampia di quella racchiusa nel
loro lavoro. Insomma, queste cose, se le approfondissimo,
spiegherebbero parecchio del perché le battaglie sulla ri-
duzione dell’orario di lavoro sono fallite in Italia. Eppu-
re in una prospettiva ecologica le riduzioni d’orario sono
non soltanto opportune, ma doverose! In fondo il mon-
do si salva in tre mosse: dimezzare l’energia consumata
pro-capite, dimezzare il consumo di materie prime, di-
mezzare l’orario di lavoro.
R: Dimezzare vuol dire, all’incirca, 20 ore settimanali in-
vece di 40. Un bel taglio…
MM: 20 ore, invece di 40, da raggiungere su una prospet-
tiva a lungo termine… dieci, vent’anni. Ma 30 ore in qual-
che anno! Perché, ribadisco - ma è proprio questo che è
difficile da accettare in un Paese cresciuto con il lavoro
- ora la parola chiave, dell’economia e della politica, deve
essere “meno”: meno lavoro, meno crescita, meno consu-
mo, meno rifiuti. Meno tecnica, più natura.
E meno snaturati, per cortesia.

Más contenido relacionado

La actualidad más candente

Brexit, Trump, referendum: lezioni dalla politica del 2016
Brexit, Trump, referendum: lezioni dalla politica del 2016Brexit, Trump, referendum: lezioni dalla politica del 2016
Brexit, Trump, referendum: lezioni dalla politica del 2016Proforma
 
Gli idioti di twitter [ il foglio.it › la giornata ]
Gli idioti di twitter   [ il foglio.it › la giornata ]Gli idioti di twitter   [ il foglio.it › la giornata ]
Gli idioti di twitter [ il foglio.it › la giornata ]Carlo Favaretti
 
Blog - La nascita di un nuovo Mass Media
Blog - La nascita di un nuovo Mass MediaBlog - La nascita di un nuovo Mass Media
Blog - La nascita di un nuovo Mass MediaDamiano Crognali
 
Comunicare nell'emergenza - extended version
Comunicare nell'emergenza - extended versionComunicare nell'emergenza - extended version
Comunicare nell'emergenza - extended versionProforma
 
Comunicazione (politica) online: le worst practices
Comunicazione (politica) online: le worst practices Comunicazione (politica) online: le worst practices
Comunicazione (politica) online: le worst practices Dino Amenduni
 
Cinque riflessioni sul giornalismo politico in italia
Cinque riflessioni sul giornalismo politico in italiaCinque riflessioni sul giornalismo politico in italia
Cinque riflessioni sul giornalismo politico in italiaDino Amenduni
 
Le emozioni positive possono diventare virali?
Le emozioni positive possono diventare virali?Le emozioni positive possono diventare virali?
Le emozioni positive possono diventare virali?Proforma
 

La actualidad más candente (7)

Brexit, Trump, referendum: lezioni dalla politica del 2016
Brexit, Trump, referendum: lezioni dalla politica del 2016Brexit, Trump, referendum: lezioni dalla politica del 2016
Brexit, Trump, referendum: lezioni dalla politica del 2016
 
Gli idioti di twitter [ il foglio.it › la giornata ]
Gli idioti di twitter   [ il foglio.it › la giornata ]Gli idioti di twitter   [ il foglio.it › la giornata ]
Gli idioti di twitter [ il foglio.it › la giornata ]
 
Blog - La nascita di un nuovo Mass Media
Blog - La nascita di un nuovo Mass MediaBlog - La nascita di un nuovo Mass Media
Blog - La nascita di un nuovo Mass Media
 
Comunicare nell'emergenza - extended version
Comunicare nell'emergenza - extended versionComunicare nell'emergenza - extended version
Comunicare nell'emergenza - extended version
 
Comunicazione (politica) online: le worst practices
Comunicazione (politica) online: le worst practices Comunicazione (politica) online: le worst practices
Comunicazione (politica) online: le worst practices
 
Cinque riflessioni sul giornalismo politico in italia
Cinque riflessioni sul giornalismo politico in italiaCinque riflessioni sul giornalismo politico in italia
Cinque riflessioni sul giornalismo politico in italia
 
Le emozioni positive possono diventare virali?
Le emozioni positive possono diventare virali?Le emozioni positive possono diventare virali?
Le emozioni positive possono diventare virali?
 

Similar a Snaturati_quando_grillo_era_verde_2020

0_Prefazioni_SN2_2020.pdf
0_Prefazioni_SN2_2020.pdf0_Prefazioni_SN2_2020.pdf
0_Prefazioni_SN2_2020.pdfMarioRossi528
 
Snaturati ottobre 2020_prefazioni_michele serra_fioramonti_pizzarotti_indice
Snaturati ottobre 2020_prefazioni_michele serra_fioramonti_pizzarotti_indiceSnaturati ottobre 2020_prefazioni_michele serra_fioramonti_pizzarotti_indice
Snaturati ottobre 2020_prefazioni_michele serra_fioramonti_pizzarotti_indicemorosini1952
 
Snaturati 2020 - La vera storia del Movimento 5 Stelle - Marco Morosini
Snaturati 2020 - La vera storia del Movimento 5 Stelle - Marco Morosini Snaturati 2020 - La vera storia del Movimento 5 Stelle - Marco Morosini
Snaturati 2020 - La vera storia del Movimento 5 Stelle - Marco Morosini MarioRossi528
 
Blog, la nascita di un nuovo Mass Media
Blog, la nascita di un nuovo Mass MediaBlog, la nascita di un nuovo Mass Media
Blog, la nascita di un nuovo Mass MediaDamiano Crognali
 
5_Capitolo_5_SN2_2020.pdf
5_Capitolo_5_SN2_2020.pdf5_Capitolo_5_SN2_2020.pdf
5_Capitolo_5_SN2_2020.pdfMarioRossi528
 
6_Capitolo_6_SN2_2020.pdf
6_Capitolo_6_SN2_2020.pdf6_Capitolo_6_SN2_2020.pdf
6_Capitolo_6_SN2_2020.pdfMarioRossi528
 
Un Partito digitale snaturati_2020_morosini
Un Partito digitale snaturati_2020_morosiniUn Partito digitale snaturati_2020_morosini
Un Partito digitale snaturati_2020_morosinimorosini1952
 
Morosini_utopia digitale_m5s_aggiornamenti_sociali_180901
Morosini_utopia digitale_m5s_aggiornamenti_sociali_180901Morosini_utopia digitale_m5s_aggiornamenti_sociali_180901
Morosini_utopia digitale_m5s_aggiornamenti_sociali_180901morosini1952
 
Marco Morosini: Competenze
Marco Morosini: CompetenzeMarco Morosini: Competenze
Marco Morosini: CompetenzeMarioRossi528
 
Democrazia senza partiti
Democrazia senza partiti Democrazia senza partiti
Democrazia senza partiti Fabio Chiusi
 
Pd Rivalta - da #Sucate a Obama
Pd Rivalta - da #Sucate a ObamaPd Rivalta - da #Sucate a Obama
Pd Rivalta - da #Sucate a ObamaFabio Malagnino
 
4_Capitolo_4_SN2_2020.pdf
4_Capitolo_4_SN2_2020.pdf4_Capitolo_4_SN2_2020.pdf
4_Capitolo_4_SN2_2020.pdfMarioRossi528
 
6 programmi elettorali M5S 2009-2019
6 programmi elettorali M5S 2009-20196 programmi elettorali M5S 2009-2019
6 programmi elettorali M5S 2009-2019morosini1952
 
Plan Your Social Media Strategy 2014
Plan Your Social Media Strategy 2014Plan Your Social Media Strategy 2014
Plan Your Social Media Strategy 2014Filippo Poletti
 
La comunicazione politica del Movimento 5 Stelle
La comunicazione politica del Movimento 5 StelleLa comunicazione politica del Movimento 5 Stelle
La comunicazione politica del Movimento 5 StelleBeppe di Brisco
 
I blog e la formazione dell'opinione pubblica
I blog e la formazione dell'opinione pubblicaI blog e la formazione dell'opinione pubblica
I blog e la formazione dell'opinione pubblicamante
 
7_Capitolo_7_SN2_2020.pdf
7_Capitolo_7_SN2_2020.pdf7_Capitolo_7_SN2_2020.pdf
7_Capitolo_7_SN2_2020.pdfMarioRossi528
 
IL DOMINIO MASCHILE - da: Snaturati, Marco Morosini
IL DOMINIO MASCHILE - da: Snaturati, Marco MorosiniIL DOMINIO MASCHILE - da: Snaturati, Marco Morosini
IL DOMINIO MASCHILE - da: Snaturati, Marco Morosinimorosini1952
 
Festival del racconto (Verucchi Samuele matr. 55706)
Festival del racconto (Verucchi Samuele matr. 55706)Festival del racconto (Verucchi Samuele matr. 55706)
Festival del racconto (Verucchi Samuele matr. 55706)Samuele Verucchi
 

Similar a Snaturati_quando_grillo_era_verde_2020 (20)

0_Prefazioni_SN2_2020.pdf
0_Prefazioni_SN2_2020.pdf0_Prefazioni_SN2_2020.pdf
0_Prefazioni_SN2_2020.pdf
 
Snaturati ottobre 2020_prefazioni_michele serra_fioramonti_pizzarotti_indice
Snaturati ottobre 2020_prefazioni_michele serra_fioramonti_pizzarotti_indiceSnaturati ottobre 2020_prefazioni_michele serra_fioramonti_pizzarotti_indice
Snaturati ottobre 2020_prefazioni_michele serra_fioramonti_pizzarotti_indice
 
Snaturati 2020 - La vera storia del Movimento 5 Stelle - Marco Morosini
Snaturati 2020 - La vera storia del Movimento 5 Stelle - Marco Morosini Snaturati 2020 - La vera storia del Movimento 5 Stelle - Marco Morosini
Snaturati 2020 - La vera storia del Movimento 5 Stelle - Marco Morosini
 
Blog, la nascita di un nuovo Mass Media
Blog, la nascita di un nuovo Mass MediaBlog, la nascita di un nuovo Mass Media
Blog, la nascita di un nuovo Mass Media
 
5_Capitolo_5_SN2_2020.pdf
5_Capitolo_5_SN2_2020.pdf5_Capitolo_5_SN2_2020.pdf
5_Capitolo_5_SN2_2020.pdf
 
6_Capitolo_6_SN2_2020.pdf
6_Capitolo_6_SN2_2020.pdf6_Capitolo_6_SN2_2020.pdf
6_Capitolo_6_SN2_2020.pdf
 
Un Partito digitale snaturati_2020_morosini
Un Partito digitale snaturati_2020_morosiniUn Partito digitale snaturati_2020_morosini
Un Partito digitale snaturati_2020_morosini
 
Morosini_utopia digitale_m5s_aggiornamenti_sociali_180901
Morosini_utopia digitale_m5s_aggiornamenti_sociali_180901Morosini_utopia digitale_m5s_aggiornamenti_sociali_180901
Morosini_utopia digitale_m5s_aggiornamenti_sociali_180901
 
Marco Morosini: Competenze
Marco Morosini: CompetenzeMarco Morosini: Competenze
Marco Morosini: Competenze
 
Democrazia senza partiti
Democrazia senza partiti Democrazia senza partiti
Democrazia senza partiti
 
Pd Rivalta - da #Sucate a Obama
Pd Rivalta - da #Sucate a ObamaPd Rivalta - da #Sucate a Obama
Pd Rivalta - da #Sucate a Obama
 
4_Capitolo_4_SN2_2020.pdf
4_Capitolo_4_SN2_2020.pdf4_Capitolo_4_SN2_2020.pdf
4_Capitolo_4_SN2_2020.pdf
 
6 programmi elettorali M5S 2009-2019
6 programmi elettorali M5S 2009-20196 programmi elettorali M5S 2009-2019
6 programmi elettorali M5S 2009-2019
 
Plan Your Social Media Strategy 2014
Plan Your Social Media Strategy 2014Plan Your Social Media Strategy 2014
Plan Your Social Media Strategy 2014
 
La comunicazione politica del Movimento 5 Stelle
La comunicazione politica del Movimento 5 StelleLa comunicazione politica del Movimento 5 Stelle
La comunicazione politica del Movimento 5 Stelle
 
I blog e la formazione dell'opinione pubblica
I blog e la formazione dell'opinione pubblicaI blog e la formazione dell'opinione pubblica
I blog e la formazione dell'opinione pubblica
 
7_Capitolo_7_SN2_2020.pdf
7_Capitolo_7_SN2_2020.pdf7_Capitolo_7_SN2_2020.pdf
7_Capitolo_7_SN2_2020.pdf
 
Britalyca La Voce Alternativa
Britalyca La Voce Alternativa Britalyca La Voce Alternativa
Britalyca La Voce Alternativa
 
IL DOMINIO MASCHILE - da: Snaturati, Marco Morosini
IL DOMINIO MASCHILE - da: Snaturati, Marco MorosiniIL DOMINIO MASCHILE - da: Snaturati, Marco Morosini
IL DOMINIO MASCHILE - da: Snaturati, Marco Morosini
 
Festival del racconto (Verucchi Samuele matr. 55706)
Festival del racconto (Verucchi Samuele matr. 55706)Festival del racconto (Verucchi Samuele matr. 55706)
Festival del racconto (Verucchi Samuele matr. 55706)
 

Más de morosini1952

commento sei programmi elettorali m5s - snaturati 2020
commento sei programmi elettorali m5s - snaturati 2020commento sei programmi elettorali m5s - snaturati 2020
commento sei programmi elettorali m5s - snaturati 2020morosini1952
 
Futuro Terra Morosini Conferenze Lezioni Proiezioni
Futuro Terra Morosini Conferenze Lezioni ProiezioniFuturo Terra Morosini Conferenze Lezioni Proiezioni
Futuro Terra Morosini Conferenze Lezioni Proiezionimorosini1952
 
Verso sud - Proiezioni_conferenze_seminari_morosini_201007_111h26
Verso sud - Proiezioni_conferenze_seminari_morosini_201007_111h26Verso sud - Proiezioni_conferenze_seminari_morosini_201007_111h26
Verso sud - Proiezioni_conferenze_seminari_morosini_201007_111h26morosini1952
 
Cullen reducing energy demand EST 2011
Cullen reducing energy demand EST 2011Cullen reducing energy demand EST 2011
Cullen reducing energy demand EST 2011morosini1952
 
The Photochemistry of the Future - 1912 - New York
The Photochemistry of the Future -  1912 - New YorkThe Photochemistry of the Future -  1912 - New York
The Photochemistry of the Future - 1912 - New Yorkmorosini1952
 
Metaindex_of_Development_Morosini
Metaindex_of_Development_MorosiniMetaindex_of_Development_Morosini
Metaindex_of_Development_Morosinimorosini1952
 
Late lessons from early warnings: the precautionary principle 1896–2000
Late lessons from early warnings: the precautionary principle 1896–2000 Late lessons from early warnings: the precautionary principle 1896–2000
Late lessons from early warnings: the precautionary principle 1896–2000 morosini1952
 
2018 Una società a 2000 watt: più benessere con meno energia - Milano 20.3.20...
2018 Una società a 2000 watt: più benessere con meno energia - Milano 20.3.20...2018 Una società a 2000 watt: più benessere con meno energia - Milano 20.3.20...
2018 Una società a 2000 watt: più benessere con meno energia - Milano 20.3.20...morosini1952
 
Germania sostenibile 1997_morosini_aggiornamenti_sociali
Germania sostenibile 1997_morosini_aggiornamenti_socialiGermania sostenibile 1997_morosini_aggiornamenti_sociali
Germania sostenibile 1997_morosini_aggiornamenti_socialimorosini1952
 
ICT GOOD OR BAD FOR DEMOCRACY? Presentazione
ICT GOOD OR BAD FOR DEMOCRACY? PresentazioneICT GOOD OR BAD FOR DEMOCRACY? Presentazione
ICT GOOD OR BAD FOR DEMOCRACY? Presentazionemorosini1952
 
ICT GOOD OR BAD FOR DEMOCRACY? - Text
ICT GOOD OR BAD FOR DEMOCRACY? - TextICT GOOD OR BAD FOR DEMOCRACY? - Text
ICT GOOD OR BAD FOR DEMOCRACY? - Textmorosini1952
 
DER SPIEGEL Digitale Partei 5-Sterne-Bewegung teuflisch geniale Erfindung
DER SPIEGEL Digitale Partei 5-Sterne-Bewegung teuflisch geniale ErfindungDER SPIEGEL Digitale Partei 5-Sterne-Bewegung teuflisch geniale Erfindung
DER SPIEGEL Digitale Partei 5-Sterne-Bewegung teuflisch geniale Erfindungmorosini1952
 
Flat-tax Lega-M5S calcolata da economista Massimo Baldini
Flat-tax Lega-M5S calcolata da economista  Massimo Baldini Flat-tax Lega-M5S calcolata da economista  Massimo Baldini
Flat-tax Lega-M5S calcolata da economista Massimo Baldini morosini1952
 
2000 Watt society in Zurich 2016 Martina Blum presentation in Sydney
2000 Watt society in Zurich 2016 Martina Blum presentation in Sydney2000 Watt society in Zurich 2016 Martina Blum presentation in Sydney
2000 Watt society in Zurich 2016 Martina Blum presentation in Sydneymorosini1952
 
Rabdomanti Grillo Marco Morosini testo 30 marzo 2014
Rabdomanti  Grillo Marco Morosini testo 30 marzo 2014Rabdomanti  Grillo Marco Morosini testo 30 marzo 2014
Rabdomanti Grillo Marco Morosini testo 30 marzo 2014morosini1952
 
DUE BEPPI GRILL IN OLOGRAMMA Morosini 5 maggio 2014
DUE BEPPI GRILL IN OLOGRAMMA Morosini 5 maggio 2014DUE BEPPI GRILL IN OLOGRAMMA Morosini 5 maggio 2014
DUE BEPPI GRILL IN OLOGRAMMA Morosini 5 maggio 2014morosini1952
 
FREDERICK SODDY ECONOMICAL THOUGHT, Heman Daly
FREDERICK SODDY ECONOMICAL THOUGHT, Heman DalyFREDERICK SODDY ECONOMICAL THOUGHT, Heman Daly
FREDERICK SODDY ECONOMICAL THOUGHT, Heman Dalymorosini1952
 
Una società a 2000 watt - La strategia energetica 2050 in Svizzera - Il ruolo...
Una società a 2000 watt - La strategia energetica 2050 in Svizzera - Il ruolo...Una società a 2000 watt - La strategia energetica 2050 in Svizzera - Il ruolo...
Una società a 2000 watt - La strategia energetica 2050 in Svizzera - Il ruolo...morosini1952
 
Beppe Grillo 41 articoli 1993-2008
Beppe Grillo 41 articoli 1993-2008Beppe Grillo 41 articoli 1993-2008
Beppe Grillo 41 articoli 1993-2008morosini1952
 
Senza sufficienza la efficienza non basta Morosini 2017
Senza sufficienza la efficienza non basta Morosini 2017Senza sufficienza la efficienza non basta Morosini 2017
Senza sufficienza la efficienza non basta Morosini 2017morosini1952
 

Más de morosini1952 (20)

commento sei programmi elettorali m5s - snaturati 2020
commento sei programmi elettorali m5s - snaturati 2020commento sei programmi elettorali m5s - snaturati 2020
commento sei programmi elettorali m5s - snaturati 2020
 
Futuro Terra Morosini Conferenze Lezioni Proiezioni
Futuro Terra Morosini Conferenze Lezioni ProiezioniFuturo Terra Morosini Conferenze Lezioni Proiezioni
Futuro Terra Morosini Conferenze Lezioni Proiezioni
 
Verso sud - Proiezioni_conferenze_seminari_morosini_201007_111h26
Verso sud - Proiezioni_conferenze_seminari_morosini_201007_111h26Verso sud - Proiezioni_conferenze_seminari_morosini_201007_111h26
Verso sud - Proiezioni_conferenze_seminari_morosini_201007_111h26
 
Cullen reducing energy demand EST 2011
Cullen reducing energy demand EST 2011Cullen reducing energy demand EST 2011
Cullen reducing energy demand EST 2011
 
The Photochemistry of the Future - 1912 - New York
The Photochemistry of the Future -  1912 - New YorkThe Photochemistry of the Future -  1912 - New York
The Photochemistry of the Future - 1912 - New York
 
Metaindex_of_Development_Morosini
Metaindex_of_Development_MorosiniMetaindex_of_Development_Morosini
Metaindex_of_Development_Morosini
 
Late lessons from early warnings: the precautionary principle 1896–2000
Late lessons from early warnings: the precautionary principle 1896–2000 Late lessons from early warnings: the precautionary principle 1896–2000
Late lessons from early warnings: the precautionary principle 1896–2000
 
2018 Una società a 2000 watt: più benessere con meno energia - Milano 20.3.20...
2018 Una società a 2000 watt: più benessere con meno energia - Milano 20.3.20...2018 Una società a 2000 watt: più benessere con meno energia - Milano 20.3.20...
2018 Una società a 2000 watt: più benessere con meno energia - Milano 20.3.20...
 
Germania sostenibile 1997_morosini_aggiornamenti_sociali
Germania sostenibile 1997_morosini_aggiornamenti_socialiGermania sostenibile 1997_morosini_aggiornamenti_sociali
Germania sostenibile 1997_morosini_aggiornamenti_sociali
 
ICT GOOD OR BAD FOR DEMOCRACY? Presentazione
ICT GOOD OR BAD FOR DEMOCRACY? PresentazioneICT GOOD OR BAD FOR DEMOCRACY? Presentazione
ICT GOOD OR BAD FOR DEMOCRACY? Presentazione
 
ICT GOOD OR BAD FOR DEMOCRACY? - Text
ICT GOOD OR BAD FOR DEMOCRACY? - TextICT GOOD OR BAD FOR DEMOCRACY? - Text
ICT GOOD OR BAD FOR DEMOCRACY? - Text
 
DER SPIEGEL Digitale Partei 5-Sterne-Bewegung teuflisch geniale Erfindung
DER SPIEGEL Digitale Partei 5-Sterne-Bewegung teuflisch geniale ErfindungDER SPIEGEL Digitale Partei 5-Sterne-Bewegung teuflisch geniale Erfindung
DER SPIEGEL Digitale Partei 5-Sterne-Bewegung teuflisch geniale Erfindung
 
Flat-tax Lega-M5S calcolata da economista Massimo Baldini
Flat-tax Lega-M5S calcolata da economista  Massimo Baldini Flat-tax Lega-M5S calcolata da economista  Massimo Baldini
Flat-tax Lega-M5S calcolata da economista Massimo Baldini
 
2000 Watt society in Zurich 2016 Martina Blum presentation in Sydney
2000 Watt society in Zurich 2016 Martina Blum presentation in Sydney2000 Watt society in Zurich 2016 Martina Blum presentation in Sydney
2000 Watt society in Zurich 2016 Martina Blum presentation in Sydney
 
Rabdomanti Grillo Marco Morosini testo 30 marzo 2014
Rabdomanti  Grillo Marco Morosini testo 30 marzo 2014Rabdomanti  Grillo Marco Morosini testo 30 marzo 2014
Rabdomanti Grillo Marco Morosini testo 30 marzo 2014
 
DUE BEPPI GRILL IN OLOGRAMMA Morosini 5 maggio 2014
DUE BEPPI GRILL IN OLOGRAMMA Morosini 5 maggio 2014DUE BEPPI GRILL IN OLOGRAMMA Morosini 5 maggio 2014
DUE BEPPI GRILL IN OLOGRAMMA Morosini 5 maggio 2014
 
FREDERICK SODDY ECONOMICAL THOUGHT, Heman Daly
FREDERICK SODDY ECONOMICAL THOUGHT, Heman DalyFREDERICK SODDY ECONOMICAL THOUGHT, Heman Daly
FREDERICK SODDY ECONOMICAL THOUGHT, Heman Daly
 
Una società a 2000 watt - La strategia energetica 2050 in Svizzera - Il ruolo...
Una società a 2000 watt - La strategia energetica 2050 in Svizzera - Il ruolo...Una società a 2000 watt - La strategia energetica 2050 in Svizzera - Il ruolo...
Una società a 2000 watt - La strategia energetica 2050 in Svizzera - Il ruolo...
 
Beppe Grillo 41 articoli 1993-2008
Beppe Grillo 41 articoli 1993-2008Beppe Grillo 41 articoli 1993-2008
Beppe Grillo 41 articoli 1993-2008
 
Senza sufficienza la efficienza non basta Morosini 2017
Senza sufficienza la efficienza non basta Morosini 2017Senza sufficienza la efficienza non basta Morosini 2017
Senza sufficienza la efficienza non basta Morosini 2017
 

Snaturati_quando_grillo_era_verde_2020

  • 1. gennaio 2020 pagina 3 “SNATURATI”, quando Grillo era verde Marco Morosini, ghost writer di Beppe Grillo, spiega (e condanna) l’involuzione del Movimento: dall’ecologia sociale al populismo, tutta colpa di Casalegggio. Nel 2014 Alfonso Pecoraro Scanio definì il Movimento 5 Stelle “Il più grande movimento verde del mondo”. Nel suo SNATURATI Marco Morosini sostiene oggi che, nella sua parabola politica così sorprendente, il Movi- mento 5 Stelle sia stato, piuttosto, il più grande tradimen- to politico che la causa verde abbia mai subito in Italia. “Dalla social-ecologia al populismo” spiega il sottotito- lo. Ma il pathos del saggio si percepisce nell’altra sintesi di copertina: “(Auto)biografia politica del Movimento 5 Stelle”. È una auto-biografia, e una ferita ancora aperta, nel senso che l’autore, Morosini, durante tutta la prima fase di questa vicenda, per i ben 13 anni che vanno dal 1992 al 2005, è stato l’ispiratore e il ghost-writer di Bep- pe Grillo. Del Beppe Grillo verde-Hulk che fece 15 milio- ni di spettatori il 2 dicembre1993, su RAI 1. E 60 date da 400.000 italiani a teatro nel 1995, con uno show intito- lato “Energia e Informazione”: era il Grillo che spacca- va a martellate i computer sul palco e si faceva l’aerosol con i fumi di scarico di un furgone alimentato a idrogeno. Ma, c’era del metodo in quella pazzia. Marco Morosini, milanese di nascita, tossicologo, avventuroso ricercatore di inquinanti xenobiotici in Antartide, professore di po- litiche ambientali al Politecnico federale di Zurigo, citta- dino italo-svizzero, aveva portato a Grillo le ricerche del Wuppertal Institute di Wolfgang Sachs, ovvero il fronte più avanzato ed autorevole della social-ecologia europea. Morosini portò anche le sue idee teatrali e le sue battute a Beppe Grillo. E Grillo ci si identificò con una forza inter- pretativa dirompente, straordinaria: “Scrissi la scena nella quale Beppe tiene nelle mani un rotolo di cavo elettrico e uno di fibra ottica, ne annoda e trattiene le due estremità a mo’ di redini le due estremità e lancia sul pubblico il resto dei due cavi. La battuta era: “Energia e informazione, chi avrà in mano queste due redi- ni avrà in mano il mondo. E voi sarete i cavalli!”. L’ho rivista, quella scena, all’inizio del documentario del- la Televisione Svizzera d’antan che ho scovato on-line: si apre con Beppe Grillo invitato come ospite d’onore nella cittadina tedesca di Schönau e festeggiato, con tanto di banda in costume tipico, come un eroe delle lotte eco- logiste per l’auto-gestione energetica. “Un futuro soste- nibile” è il titolo del documentario, lo stesso del dossier dell’Istituto Wuppertal che squadernava la questione, Climate change compreso. Ma se in Germania (e in Sviz- zera) le battute grünen trovavano un terreno già arato, l’incredibile accadde a casa nostra dove il duo Grillo-Mo- rosini strappò scroscianti applausi proponendo copioni che qualsiasi impresario teatrale italiano oggi gettereb- be schifato nel sacco della indifferenziata: show come “Cervello” (1997), “Apocalisse morbida” (1998) e seguenti avevano in scaletta la decrescita felice, la riconversione ecologica, la sobrietà sociale opposta al consumismo, l’e- nergia grigia (“l’auto che consuma meno è quella che non compri, è quella vecchia”). Ed è in quegli spettacoli ad alto contenuto verde che Beppe Grillo ebbe la sua metamor- fosi: da comico diventò politico, diventò un leader cari- smatico che piuttosto di pubblico, o fan, aveva seguaci. Redazione: E poi che accadde? Marco Morosini: Che i seguaci attirarono chi aveva fiu- to… nel 2005 Beppe ricevette una telefonata da un certo Gian Roberto Casaleggio. R: E che voleva Casaleggio? MM: Mah… sulle prime non si capì, Grillo non sapeva chi fosse. Lo mandò a parlare con me – dice Morosini - e io e Gian Roberto discutemmo amabilmente per una mat- tinata dell’universo mondo: lui in sostanza aveva capito le potenzialità mediatiche di Beppe, e voleva amplifi- carle utilizzando computer e internet. Era un esperto di software, aveva lavorato alla Olivetti, aveva fondato la Casaleggio Associati srl pochi mesi prima, chiedeva di poterci lavorare…, dei contenuti sembrava non volersi oc- cupare, ma quando le mie domande si inoltrarono in quel campo rispose che il suo modello era Moveon.org, l’asso- ciazione statunitense, che in quegli anni aveva iniziato a promuovere, dal basso, campagne politiche liberal, cioè di sinistra. E che poi sarebbe divenuta determinante per l’e- lezione di Obama nel 2008. La cosa mi piacque e io riferii a Beppe che quel Gian Roberto era un tipo interessante, con cui valeva la pena approfondire i rapporti. Dopodiché l’arrivo in squadra di Casaleggio in breve tempo cambiò tutto: creò il “Blog di Beppe Grillo” e ne prese il controllo, il blog iniziò a macinare numeri e, per farla breve, insieme a lui Grillo si avviò su una strada che andava in direzione opposta alle mie idee, e anche a quelle di Moveon. Era la strada che andava dritta verso il populismo. E la raccol- ta del maggior consenso possibile la otteneva attraverso la semplificazione del messaggio fino a ridurlo a claim, a slogan, dando così ampia libertà di accesso alla violenza verbale, agli haters, all’antipolitica. Non potevo accettar- lo: l’antipolitica sbocca sempre a destra, e non porta a un mondo più pulito. Il nemico non è la politica, la politica ci serve per combattere l’economia malata, il sistema eco- nomico globale che si mangia il pianeta, dicevamo, prima, con Beppe… R: Quella di Casaleggio era una strada di successo, però... MM: Ah, sì, certamente: un eccezionale successo in ter- mini di consenso popolare, e di voti. E soprattutto fu un unicum, qualcosa di mai realizzato prima: Gian Roberto costruì dal quasi nulla,con quattro computer e quattro soldi, il primo vero soggetto politico strutturalmente di- gitale del pianeta Terra. Una novità di portata epocale, che ancora non si è compresa fino in fondo. Ma forse è anche meglio così… R: In che senso? Cosa è meglio che non venga compreso? MM: Che una azienda informatica può fabbricare in la- boratorio una forza politica vincente. Un movimento da 10 milioni e mezzo di voti, nel 2018: primo alla Camera e primo al Senato. Questa è l’eredità che ha lasciato Gian Roberto, scomparso nel 2016. Ma attenzione: Casaleggio non si è limitato a “fare comunicazione” con i nuovi me- dia, come fa Trump o fa Salvini giocando con i social. Il Movimento 5 Stelle è stato assemblato pezzo per pezzo, arto per arto, dalla Casaleggio Associati srl. R: Pare la Frankenstein Associati, presentata così. Inclu- so il pericolo di perdere il controllo della “creatura”, che mi pare quanto mai attuale. MM: Comunque vada a finire coi 5Stelle, che dal 2005 osservo a distanza, ciò che è già accaduto lascia un solco profondo nella nostra contemporaneità. Tanto profondo quanto pericoloso. Sbaglia chi giudica il Grillismo una
  • 2. pagina 4 gennaio 2020 peculiarità italiana, inimmaginabile altrove. Tutt’altro: le origini stanno nella Californian Ideology degli anni ‘70 della quale era intriso quello strano tipo di hippy-yuppy che era Gian Roberto Casaleggio, coi capelli lunghi e gli occhialini alla John Lennon, ma in cravatta e abito da manager. Quando nel 2007 Steve Jobs presentò l’Ipho- ne disse “Questo cambia tutto”, lo stesso disse nel 2009 Casaleggio presentando il Movimento 5Stelle e avevano ragione entrambi. R: Ma nell’approccio al digitale di uno Steve Jobs o di un Bill Gates, almeno agli inizi, c’erano anche parecchie cose buone, mi sembra. Nei garage della California nacque una certa idea democratica della tecnologia diffusa, che pri- ma non c’era. Nel 1984 Apple pubblicizzò i suoi Macinto- sh come i “piccoli amici” che avevano sconfitto il Grande Fratello orwelliano… Per non parlare di Tim Berners-Lee che inventò il world wide web e ne fece un sistema aperto e gratuito per tutti. MM: Certo, il discorso meriterebbe di essere molto più approfondito… Ma diciamo, in sintesi, che si immaginò una nuova era di libertà e prosperità fondata sulla diffu- sione di massa delle tecnologie digitali. Ora però focaliz- ziamo il presente e in prospettiva il futuro: dove ci stanno concretamente portando quelle premesse? Casaleggio ce lo rivelò, nel modo più semplice e chiaro, in un videoclip del 2008: “Gaia, il futuro della politica”. Grazie a internet tutti gli umani genereranno una intelligenza collettiva e gestiranno senza intermediazioni la politica del pianeta. Una democrazia digitale diretta, dove il popolo dei con- nessi in rete e la rete stessa sono i due soli giocatori in campo. Conseguenze? Tante… R: Più recentemente il figlio di Gian Roberto, Davide, ha detto che in futuro non ci sarà piùbisogno di parlamenti o congressi come li conosciamo oggi. MM: Diventa un passaggio logico. Ma non innocente. So- prattutto se pronosticato da un’azienda che ha fatto della digitalizzazione della politica il suo core business. Co- munque nessuno della classe dirigente a 5Stelle di oggi mi sembra pervaso dal “sacro fuoco” di Casaleggio padre. Aggiungo un “per fortuna!” Visto che il digital power mes- so in opera da Gian Roberto negli anni passati, se finisse in mano a politici meno naïve, potrebbe fare davvero pau- ra: pensi ai regimi post-democratici che vanno afferman- dosi con il compiersi della globalizzazione…. E valuti che non c’è mai stato potere più pervasivo e persuasivo del dominio digitale, nella storia dell’Uomo. Oggi i dati sono più potenti dei soldati. R: : Concordo: quello che si inizia a pre-vedere da casi come Cambridge Analitica o peggio ancora nel controllo degli utenti on-line che si sviluppa in Cina, è pazzesco… MM: Già... Ma ricordiamoci anche che negli anni scorsi proprio qui, in Italia, milioni di persone hanno votato alle elezioni politiche non una persona ma un blog: il www. beppegrillo.it che stava nel logo elettorale dei 5 Stelle, ov- vero il sito internet gestito dalla Casaleggio Associati. R: Al posto mio, molti le obbietterebbero che il Movimen- to 5 Stelle ha semplicemente precorso i tempi, Casaleggio ha anticipato un futuro comunque destinato ad accadere. Perché il progresso tecnologico è inarrestabile, soprattutto quando i vantaggi offerti dalla digitalizzazione, dalla rete, da un mondo connesso, sono innumerevoli e ben graditi. I suoi potrebbero sembrare argomenti anti-progressisti, re- azionari. Come risponde? MM: : Vede, con il Beppe Grillo del tempo che fu, si la- vorava proprio per sfatare questi luoghi comuni che non hanno senso: la rivoluzione digitale è percepita oggi come un cesto di balocchi, ma accettare in modo così acritico le novità della scienza e della tecnologia è da stupidi: lo pro- va la storia. Anche l’energia nucleare, per fare un esem- pio, al suo primo apparire venne presentata come l’alba di un’età dell’oro senza controindicazione alcuna. Era corretto? Era scientificamente corretto? E ora dovremmo accettare quella che io chiamo DDT, la “digitalizzazione di tutto” (con il 5G e l’internet delle cose ci siamo…) senza uno sguardo critico, senza una regolazione previdente? In Svizzera già oggi un ragazzo su quattro è patologica- mente dipendente dalla tecnologia digitale, non si stacca dallo smartphone, i genitori non sanno più che fare, l’edu- cazione sessuale gliela fanno i 150 milioni di siti porno- grafici on-line, infischiandosene di qualsiasi pedagogia. E in Cina ci sono centinaia di campi di rieducazione para- militare per adolescenti “tossicodipendenti digitali”. In Italia il technology assessment, ossia la valutazione com- parata dei benefici e dei rischi delle tecnologie è quasi sconosciuto. Su Wikipedia c’è la voce in dieci lingue, ma non in italiano. Intanto, in ogni caso, ci hanno messo in testa che la non-connessione è da debellare alla stregua della malaria e che il Digitale non è solo utile: è anche in- trinsecamente buono. Proviamo a toglierci la benda dagli occhi, alla fine dei conti il vero valore del web è il denaro. R: Il Re è nudo e si chiama marketing. Su questa scia il sarcasmo dei Grillo-Show del secolo scorso risulterebbe quanto mai attuale. Ma quel Grillo non c’è più e la digita- lizzazione è in crescita felice, altro che decrescita. MM: Sui due “Beppi Grilli” diversi che si confrontano e si scontrano rimando a Grillo vs Grillo, lo spettacolo del 2016, l’ultimo al quale ho collaborato. Per quel che ri- guarda la “crescita felice” le ricordo la frase di Kenneth Boulding “Chi crede in una crescita infinita su un piane- ta finito o è un folle o è un economista”. E infatti anche Internet pone serissimi problemi energetici ed ecologi- ci al pianeta Terra. La candida icona del Cloud è la più grande impostura dell’industria digitale,che ha bruciato il 7% dell’elettricità mondiale nel 2017 e le stime dicono che arriverà al 20% nel 2025 con un incremento annuo del 12%. La nuvoletta è nerissima, altro che bianca: nella sola Francia consuma l’equivalente dell’energia prodotta da 9 centrali nucleari l’anno (2016). Il ricevere e mandare informazioni ci sembra ormai un’operazione immateria- le, invece ovviamente ogni spostamento richiede energia. Ogni gesto che facciamo sul nostro smartphone può far traversare al nostro segnale oceani e continenti, anche se magari stiamo mandando un messaggio al vicino di casa. Una ricerca in Google richiede tanta energia quanta ne serve a far bollire una tazza d’acqua. E parlo solo per ac- cenni, senza nemmeno aprire il capitolo materie prime, metalli rari, plastiche e rifiuti… le analisi ci sono, però, per chi le vuol vedere. R: E i correttivi? MM: Tante cose intelligenti si possono fare. Qualcuno le fa. E non si tratta di tornare al telegrafo. Ad esempio ad Amsterdam l’impresa sociale Fairphone produce uno smartphone modulare progettato per durare il più a lungo possibile, la casa madre lo aggiorna e lo ripara, preoccu- pandosi di uno smaltimento ad alto tasso di recupero dei componenti. Anche Fairphone usa i metalli rari estratti in Africa, ma garantisce condizioni di lavoro dignitose e riduce l’impatto ambientale. Si può fare. Poi sta a noi co- gliere gli esempi: ne abbiamo uno che ha quasi del mira- coloso, la piccola Greta Thunberg con il suo Skoolstrejk che smuove milioni di giovani in tutto il mondo. E a Roma abbiamo un papa che in un’enciclica ambientalista come la “Laudato sì” raccomanda la decrescita. E nessuno lo prende in giro, come si fa invece con noi ecologisti. Che altro? Be’, potevamo, anche avere una grossa forza politi- ca eco-sociale al governo se il Movimento non avesse tra- dito quasi tutto se stesso alla sua prima prova veramente importante, cioè quando dopo aver trionfato alle elezioni del 2018 raccogliendo il 32,6% dei consensi scelse di al- learsi con la Lega di Salvini, cioè con una forza politica provatamente antiambientalista, e per di più vecchia e corrotta. In più la Lega, con la metà dei voti, ha dettato la linea: la più a destra d’Europa. Con Di Maio che diceva di “capirsi al volo” con Salvini! Notevole. Lì i “grillini” si sono snaturati ufficialmente. Nel mio libro, che ho chiu- so mentre si formava il Conte 2, ho aggiunto tuttavia, di fretta, una “Avvertenza”: mi auguro un processo di “ri- naturizzazione” dei 5 Stelle da questa nuova alleanza di governo con PD e LEU. Me lo auguro ma resto scettico, e le difficoltà incontrate dall’ex ministro Fioramonti, che conosco come persona seria e qualificatissima in tema di ecologia-sociale, sono un altro segnale negativo. Vedremo che succede. R: Ma come mai, secondo lei, in Italia, anche le forze po- litiche nate ambientaliste, una volta al potere, finiscono così spesso per accettare di mettere i principi ambientali- sti in secondo piano? Addirittura anche la mini-sugar-tax che voleva Fioramonti, anche la plastic-tax prima annun- ciata coi tromboni hanno dovuto battere in ritirata appe- na le imprese di settore hanno protestato. Eppure, oltre ai 5 Stelle anche PD e LEU professano una profonda fede green… MM: Nell’ambientalismo nato da sinistra, credo ci sia un grosso problema con il tema “lavoro”. Il tema “lavo- ro” è talmente importante e identificativo per la sinistra italiana che quando in scena entra lui, il lavoro, anche all’ambiente si chiede di fare un passo indietro. E anche alla salute. Il mito del lavoro, e del lavoro industriale so- prattutto, ha radici potenti: io me li ricordo i metalmec- canici di un tempo… erano il corpo d’elite della sinistra italiana, del PCI, del piùgrande partito comunista d’oc- cidente: erano i suoi marines… E ci sono ragioni storiche importanti da cui tutto questo va compreso… Ma c’è an- che qualcosa di esagerato, di fuorviante: quando abitavo a Milano passavo sempre, di fronte al Politecnico, vicino a un monumento con una grande iscrizione in bronzo: “Alla Libertà, alla Pace, al Lavoro”. Be’, libertà e pace sono due fini… il lavoro è un mezzo. Non è un valore, di per sé. R: Banalizzando: si lavora per vivere, non si vive per lavo- rare… Questo però che c’entra con l’ambientalismo? MM: C’entra parecchio perché oggi ecologia vuol dire innanzitutto de-crescita: produrre di meno,consumare di meno. E lavorare di meno, conseguentemente. Ma qui nasce una grossa difficoltà concettuale, nella sinistra ita- liana. Il primo articolo della Costituzione fa da monito: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavo- ro”… sul lavoro, sul concetto di lavoro. Neanche “sui lavo- ratori” che sono persone, e in quanto tali possono spera- bilmente avere una vita più ampia di quella racchiusa nel loro lavoro. Insomma, queste cose, se le approfondissimo, spiegherebbero parecchio del perché le battaglie sulla ri- duzione dell’orario di lavoro sono fallite in Italia. Eppu- re in una prospettiva ecologica le riduzioni d’orario sono non soltanto opportune, ma doverose! In fondo il mon- do si salva in tre mosse: dimezzare l’energia consumata pro-capite, dimezzare il consumo di materie prime, di- mezzare l’orario di lavoro. R: Dimezzare vuol dire, all’incirca, 20 ore settimanali in- vece di 40. Un bel taglio… MM: 20 ore, invece di 40, da raggiungere su una prospet- tiva a lungo termine… dieci, vent’anni. Ma 30 ore in qual- che anno! Perché, ribadisco - ma è proprio questo che è difficile da accettare in un Paese cresciuto con il lavoro - ora la parola chiave, dell’economia e della politica, deve essere “meno”: meno lavoro, meno crescita, meno consu- mo, meno rifiuti. Meno tecnica, più natura. E meno snaturati, per cortesia.