Fuga dalla Comfort Zone
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Ignite Session tenuta il giorno 8 ottobre a Modena in occasione del KnowCamp 2011. Disponibile il filmato su YouTube: http://youtu.be/LsC8Tsvzss8
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Fuga dalla Comfort Zone
- 1. fuga dalla Nicola Iarocci / @nicolaiarocci
- 5. nuove tecniche e strategie influenzano il mio modo di ragionare
- 6. nuovi paradigmi aumentano la percezione delle mie possibilità
- 7. rompere gli schemi uscire da schemi e strutture familiari è difficile
- 8. (re)imparare a imparare apprendimento, una abilità che va allenata
- 9. ritorno di fiamma ho ritrovato entusiasmo e passione per il mio lavoro
- 10. competenze inaspettate nuove frecce al mio arco
- 11. ridurre la dipendenza dagli strumenti quotidiani (e introdurne di nuovi)
- 12. aprirsi a nuove comunità illuminando la mente con idee nuove e originali
- 14. la competenza è trasferibile il mio mestiere non è i miei strumenti
- 15. nuove relazioni “faccio cose, vedo gente” (networking)
- 17. Comfort Zone “Uno stato comportamentale nel quale la persona opera in assenza di ansia, ricorrendo ai comportamenti minimi sufficienti a mantenere un livello costante di produttività, senza avvertire alcuna sensazione di rischio.” (White 2009) http://en.wikipedia.org/wiki/Comfort_zone
- 18. Optimal Performance Zone “Una zona in cui la performance di una persona è migliore e le sue abilità ottimizzate. Uscire dalla comfort zone comporta un aumento del livello di stress che, a sua volta, produce concentrazione e focus.” White (2009) http://en.wikipedia.org/wiki/Comfort_zone
- 20. Get Your Ass Out of Your Comfort Zone! grazie follow me @nicolaiarocci / nicolaiarocci.com Rielaborazione di “Sui Vantaggi del Programmatore Poliglotta”di Nicola Iarocci special thanks to Davy Brion, Alessandra Farabegoli and Pierre Spring
Editor's Notes
- Ciao a tutti, sono Nicola Iarocci e oggi vi parlo dell’evasione dalla comfort zone professionale, ovvero da quel contesto lavorativo costruito negli anni in cui mi ormai mi sentivo a mio completo agio.\n
- Per gran parte della mia carriera sono stato uno specialista: programmatore client/server esperto nel .NET Framework. Nell’ecosistema Microsoft mi sentivo a casa, potevo soddisfare qualunque esigenza lavorativa: mi trovavo nella mia comfort zone\n
- Qualche anno fa mi è venuta voglia di guardarmi attorno per andare a scoprire cosa c’era fuori dal mio habitat. Si potrebbe dire, per citare qualcun’altro, che ho voluto andare a vedere quanto fosse profonda la tana del Bianconiglio...\n
- La cosa interessante è che nel corso di questa mia evasione ho imparato molto di più quello che mi aspettavo, ed è proprio di queste lezioni inaspettato che intendo parlarvi oggi\n
- In un nuovo linguaggio c’è molto più da imparare che non la semplice sintassi. Nuove tecniche, trucchi e nuovi modi di risolvere i problemi che, sedimentandosi, tendono a influenzare il mio modo di ragionare. \n
- A volte capita di imparare molto, altre volte solo qualcosa. La miscela di nuovi paradigmi nuove e conoscenze grandi e piccole ha aumentato la percezione delle mie possibilità. Mi sorprendo a riconsiderare strategie del passato, a risolvere in modo diverso problemi che consideravo già risolti brillantemente.\n
- Mi sono reso conto che spesso avevo difficoltà ad accettare approcci che mettevano in discussione le mie certezze. Rompere gli schemi e ragionare al di fuori di strutture e regole familiari non è facile.\n
- Mi sono reso conto che imparare è un’abilità che va allenata, e ho dovuto allenarmi a imparare. La pratica costante (e testarda) ha reso sempre più fluido il procedimento. Presto ho sentito tornare le energie e l’entusiasmo di quando ero giovane\n
- In passato mi capitava ogni tanto di non divertirmi più. In quei momenti scrivere codice era solo lavoro, non più gioia e tanto meno passione. Da quando ho ripreso a “studiare” non mi è più capitato di annoiarmi. Ho ritrovato l’entusiasmo e la passione per il mio lavoro.\n\n
- Studiando un argomento si finisce per acquisire competenze che non ci aspettavamo. Per imparare Ruby o Node è meglio installare una distribuzione Linux piuttosto che tentare di far girare il tutto sotto Windows. Ed ecco che vi trovate a conoscere la shell e i tool *NIX.\n\n
- In passato ero dipendente dalle IDE e da Visual Studio in particolare: IntelliSense, completamento automatico, debugger integrato… tutte cose che ritenevo indispensabili. Oggi, grazie alle nuove esperienze, preferisco un semplice text editor e una finestra terminale. Ho scoperto che fare a meno del debugger non solo è possibile, ma addirittura proficuo!\n\n
- Ogni volta imparavo assorbendo le conoscenze della nuova comunità a cui appartenevo: quella del linguaggio che stavo studiando. Aprirsi a nuove comunità, illuminando la mente con idee provenienti da fonti diverse, fresche e originali, è di per sé una esperienza elettrizzante.\n
- Gli specialisti tendono a sviluppare un legame emotivo/affettivo con la loro piattaforma: la si difende a spada tratta ad ogni occasione. Andiamo in ansia quando percepiamo che il nostro pupillo è in pericolo (pensiamo a quel che sta succedendo a Silverlight proprio in queste ore).\n
- Praticando più linguaggi e piattaforme mi sono reso conto che le mie conoscenze e capacità sono trasferibili; che sono un programmatore a prescindere dagli strumenti che utilizzo. Ho capito che non ho nulla da temere, qualunque sia il destino della mia piattaforma prediletta!\n\n
- Ho conosciuto più persone negli ultimi due o tre anni di quante non ne abbia conosciute nei venti precedenti. Prima impegnavo 100% del mio tempo a scrivere codice, oggi “faccio cose, vedo gente”. In effetti il fatto stesso che io sia qui oggi a parlare davanti a voi è dovuto in gran parte al fatto che a un certo punto ho alzato la testa dalla tastiera\n
- Per quanto mi riguarda, uscire dalla mia comfort zone professionale è significato ricominciare a crescere professionalmente, personalmente e socialmente,\n
- Mentre mi preparavo per questo ignite ho scoperto che il concetto di comfort zone (e di fuga dalla stessa), che io credevo per lo più astratto, è in realtà già stato codificato e fatto oggetto di studi approfonditi. CF = Noia e mediocrità\n
- Per quanto mi riguarda è questa la ‘zone’ in cui voglio stare la maggior parte del tempo. Maggior concentrazione e focus = miglior produttività\n
- pensate c’è chi si è spinto oltre teorizzando l’uscita dalla zona di conforto come unica vera via da percorrere! Senza eccedere, alla fine di questo mio racconto, c’è un consiglio che mi sento di darvi:\n
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