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IL SOFE: UNA
RISPOSTA
CONCRETA
di Nicoletta Farmeschi
IL PROBLEMA
1. Molti insegnati si sentono disorientati nella vastità delle discipline
insegnate e dei singoli contenuti che devono essere presentati agli
alunni. Provano un senso di frammentarietà che non è positivo, in
quanto l'insegnamento per avere effetti sperati deve essere unitario e
considerare la persona nella sua interezza, nella sua globalità, nella
sua capacità di scelta libera e responsabile.
2. Conosciamo bene gli effetti negativi di una educazione priva di unità,
con una moltitudine di stimoli episodici e non sempre significativi
perché li abbiamo sotto gli occhi: giovani che non riescono a dare un
senso alla loro vita perché privi di valori significativi.
3. Raggiungere gli obiettivi fondamentali dell'educazione è davvero
importante!
4. Il Sofe viene incontro alle esigenze dei docenti che credono nel
profondo valore del proprio mestiere: educare alla conoscenza,
sviluppare la personalità, in una parola rendere "umane" le nuove
generazioni, dando coerenza ai loro sforzi e sequenzialità. Il Sofe può
essere definito il metodo giusto per programmare gli interventi
educativi.
DI COSA PARLERÒ
1. Cos'è il Sofe
2. A cosa serve
3. Come è strutturato
4. Come usarlo:
a. gli obiettivi educativi fondamentali
b. gli obiettivi educativi generali
c. gli obiettivi educativi specifici
d. la valutazione degli obiettivi
e. gli obiettivi comuni e individuali
f. Il minimo e il massimo possibile
5. Finalmente un quadro unitario
6. Le fasi, le funzioni e le abilità
7. L'utilità del Sofe
8. Come avviare la progettazione didattico educativa col Sofe
9. Conclusioni
1. COS'È IL SOFE: definizione
SOFE è l'acronimo di SISTEMA degli OBIETTIVI
EDUCATIVI FONDAMENTALI e tende a collegare gli
obiettivi appunto, fondamentali del nostro insegnare.
Per alcuni questi si confondono con i fini astratti del
processo apprendimento-insegnamento e sono talmente
"aleatori" che non sono ben chiari dal punto di vista di ciò
che il bambino deve effettivamente "saper fare", cioè il
comportamento che deve mostrare, dopo l'acquisizione.
In realtà si possono definire come il "fine", l'aspirazione cui
l'educazione tende; anche senza mai raggiungerli
totalmente, si può comunque evidenziare se l'alunno è sulla
strada dello "scopo" educativo cui i nostri sforzi protendono
quotidianamente.
1. a - COS'È IL SOFE: rispetto alle
tassonomie
Come sappiamo molti studiosi come Bloom e altri hanno
realizzato delle tassonomie, ma il loro difetto maggiore era
probabilmente il fatto di doverli sempre riferire a tre aree:
psicomotoria, cognitiva e affettiva. Si era alla ricerca di una
tassonomia unica per tutte le aree. Così dalla didattica per
obiettivi di prima generazione, si passa a quella di seconda,
nel momento in cui si rivaluta la componente affettiva; si
arriva poi a quella di
terza generazione, proprio con la didattica
per obiettivi fondamentali. In pratica c'è
il superamento delle discipline che
spezzettano i saperi per una visione
globale ed unititaria dell'alunno.
1. b - COS'È IL SOFE: oltre i saperi
Superando lo spezzettamento dei saperi, si ritorna all'idea
generale, al principio fondamentale dell'educazione e si vanno
allora ad enunciare soltanto quelli che sono i veri ed unici
obiettivi fondamentali dell'educazione.
Se riusciamo anche solo ad immaginarli, possiamo
comprenderne l'utilità a livello didattico: riuscendo ad
agganciare in ogni momento i nostri obiettivi generali e
specifici a quelli veramente fondamentali dell'educazione,
avremo sempre a portata di mano il punto preciso in cui siamo
con il nostro operato e verificare, direi quasi
"toccando con mano", dove siamo, ciò
che c'è stato prima, ciò che manca:
in pratica le nostre coordinate.
Facendo ancora un riferimento
"spaziale", in sostanza abbiamo la
longitudine e la latitudine del nostro
operato e possiamo vedere chiaramente
dove stiamo andando. Con una visione così
limpida possiamo renderci subito conto se abbiamo
commesso errori e soprattutto, come correggerli. Con
queste motivazioni risulta evidente, come sia necessario
adottare il Sofe fin da subito, perché in questa maniera il
nostro insegnamento non sarà mai stato così significativo e
trasparente come adesso: facilmente comunicabile agli
altri, genitori compresi, anche più comprensibile agli alunni,
che hanno bisogno di sapere in precedenza come
cambierà loro la vita, con l'apprendimento che proponiamo
loro.
1. b - COS'È IL SOFE: un
riferimento esplicito
2. A CHE SERVE IL SOFE
Nella pratica didattica quotidiana, il SOFE serve quindi
formulare gli obiettivi della programmazione educativo-
didattica mantenendo una visione unitaria del processo
educativo.
Permette quindi di procedere con sicurezza nel nostro
lavoro, senza esitazioni, distinguendo finalmente con
facilità le finalità educative dagli obiettivi generali resi
operativi, fino a scendere con attenzione agli obiettivi
specifici.
Ma non basta: ci servirà anche e soprattutto per avere una
visione collegiale comune dell'impianto educativo che
l'istituto mette in atto: gli obiettivi generali, dato un quadro
ampio di riferimento, saranno infatti decisi insieme, per poi
scendere a quelli specifici solo materia per materia.
3. COM'È STRUTTURATO
Il Sofe è chiaramente espresso in una griglia che esplicita
gli obiettivi fondamentali dell'educazione. In pratica è uno
strumento duttile che si presenta in un quadro sinottico
con le sei fasi della conoscenza e dell'espressione.
Questo quadro è un po' la chiave di tutto il nostro lavoro,
ma va compreso bene, per essere utilizzato nel modo
corretto, perché include tutta la serie completa di obiettivi
fondamentali ritenuti essenziali, affiancati però dalle
funzioni o attività; dalle abilità di base necessarie
obiettivo per obiettivo ed espresse sottoforma di elementi
indispensabili; dai verbi significativi che si possono usare
per esprimere gli obiettivi in forma operativa; dalle abilità
metacognitive che sottintendono.
4. COME USARLO: evitare i tecnicismi
È importante comprendere bene i principi su cui si basa per
usarlo correttamente, altrimenti si può rischiare il
tecnicismo senza profittare del vero vantaggio che dà, sia
agli insegnanti che agli alunni: da una parte infatti
garantisce l'unitarietà dell'insegnamento, dall'altra quella
motivazione indispensabile che fa veramente apprendere.
Una lettura attenta dei testi di Hoz e Zanniello (vedi
bibliografia), risulta necessaria, mentre è indispensabile
prendere visione del Sofe stesso con occhi concreti, per
sfruttarlo in maniera pratica e agevole. Ma in generale, non
è difficile cogliere subito lo spirito "libero" di uno strumento
che vede ciò che è davvero fondamentale nell'educazione
di ogni ordine e grado, al di là delle divisioni disciplinari.
4. COME USARLO: praticarlo collegialmente
Bisogna quindi "praticarlo" collegialmente, per ciò che è
nato: per aiutare l'intera scuola nella formulazione di
obiettivi generali e specifici operabili, agganciandoli alle
concrete finalità dell'educazione, così come vengono
espresse dal Sofe stesso, che punta a mostrare i veri fulcri
dell'insegnamento.
OBIETTIVI FONDAMENTALI DEL SOFE
OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI
VALUTAZIONE
4. b - GLI OBIETTIVI EDUCATIVI
GENERALI: come vengono enunciati
La novità del Sofe sta nel fatto che ogni obiettivo educativo
è considerato contemporaneamente:
● dal punto di vista del sapere disciplinare da
acquisire;
● dell'abilità intellettuale esercitata con la
corrispondente attività;
● del valore che si intende proporre all'alunno
affinchè lo interiorizzi;
● dell'azione pratica che l'alunno deve
realizzare per manifestare l'avvenuto
apprendimento.
4. b.1 - GLI OBIETTIVI EDUCATIVI
GENERALI: a-disciplinari e collegiali
All'inizio dell'anno tutti gli obiettivi fondamentali del Sofe
(vedere necessariamente l'allegato 1 del testo Dagli obiettivi
educativi alle competenze fondamentali), non essendo
formulati in modo operativo, devono essere tradotti dagli
insegnanti in obiettivi operativi generali adatti alla classe,
quali punti di riferimento per le attivitià di tutti i docenti: le
finalità educative si traducono in obiettivi generali, ai quali
poi si collegheranno gli obiettivi più specifici. Gli obiettivi
generali sono denominati a "lungo termine". Sono a-
disciplinari, senza riferimento alle strutture e ai contenuti
delle discipline, perché svolgono una funzione-ponte tra le
finalità educative e gli obiettivi specifici delle diverse
discipline, rispetto ai quali hanno un minor grado di
concretezza.
4. b. 2- GLI OBIETTIVI EDUCATIVI
GENERALI, tendenziali
● Sono chiamati orientativi o tendenziali perché
orientano gli obiettivi particolari verso le finalità
educative. Non sono mai pienamente perseguibili a
causa della natura perfettibile dell'essere umano, per
cui ci si riferisce ai loro diversi gradi di conseguimento in
termini di approssimazione. Non per questo bisogna
usare termini aleatori e vaghi, anzi: devono essere
formulati in modo operativo, per cui bisogna
esplicitare all'inzio dell'attività programmata gli indicatori
da considerare quando andrà valutato "quanto" gli
alunni si sono avvicinati alla meta prevista.
● Indicano una linea di tendenza lungo la quale
l'insegnante si muove, utilizzando sia le attività
programmate sia altre occasionali.
4. b.3 - GLI OBIETTIVI EDUCATIVI
GENERALI, valutabili, adeguati
● Devono quindi essere valutati, considerando però che la
valutazione scolastica non deve classificare, quanto piuttosto
aiutare gli alunni nella crescita. Per questo motivo non è
indispensabile che i risultati della valutazione siano
estremamente precisi: è sufficiente che lo siano abbastanza da
permettere all'ìnsegnante di migliorare il suo insegnamento e di
aiutare gli alunni a migliorare il loro apprendimento.
● Devono essere adeguati all'età degli alunni e al tipo di scuola
frequentata.
● Per rendere operativi gli obiettivi fondamentali del Sofe,
formulando obiettivi generali che siano adeguati, l'indispensabile
allegato 2 del testo già citato sarà utilissimo, perché propone le
sei fasi e funzioni del processo conoscitivo-espressivo con
accanto la colonna vuota dove trascrivere gli obiettivi
fondamentali resi operativi, quindi sempre a-disciplinari.
4. c - GLI OBIETTIVI EDUCATIVI
SPECIFICI: caratteristiche
Possono essere a medio o a breve termine.
1. Quelli a medio termine possono ad esempio
prolungarsi per l'intero quadrimestre. Ad es.: "Alla fine
del quadrimestre sarà in grado di leggere
autonomamente un libro adeguato all'età"
2. Quelli a breve termine hanno tempi più ridotti e hanno
un maggior livello di concretezza rispetto ai primi, tanto
che sono spesso sono completamente valutabili in
termini dicotomici: obiettivo raggiunto o non raggiunto.
Ad es.: "L'alunno in una frase, riconosce il soggetto e il
predicato". Questi sono il minimo irrinunciabile che
l'insegnante pretenderà da tutti gli alunni prima di
passare all'unità successiva.
4. c.1 - GLI OBIETTIVI EDUCATIVI
SPECIFICI: gli indicatori
Bloom parla di questi ultimi come obiettivi "di
apprendimento per la padronanza", che devono essere
padroneggiati da tutti per la loro semplicità e la loro
importanza. Questo non vuol dire che per gli obiettivi di
carattere più ampio, non sia possibile trovare degli
indicatori adeguati per la valutazione: anche per quelli
generali e a medio termine vanno trovate le modalità giuste
che ci facciano capire cosa accade all'alunno:
● determinati comportamenti osservabili;
● riflessioni a voce alta;
● produzioni di scritture e immagini;
sono tutti elementi da considerare utili allo scopo.
4. c.2 - GLI OBIETTIVI EDUCATIVI
SPECIFICI: tutto è perfettibile
● Il tentativo di formulare operativamente gli obiettivi generali
e specifici deve essere sempre fatto, considerando che non
è possibile trovare per tutti criteri di verifica soddisfacenti.
● Bisogna anche tenere sempre presente che tutto è
perfettibile e che nel campo della valutazione gli strumenti
d'indagine dell'intelligenza e della personalità hanno dei
limiti; c'è sempre un'approssimazione quando un uomo
valuta un altro uomo, anche se "piccolo".
● Due sono le esigenze nella formulazione degli obiettivi
specifici:
○ che siano esplecitamente collegati agli obiettivi generali
○ che siano formulati operativamente.
4. c.3 - GLI OBIETTIVI EDUCATIVI
SPECIFICI: collegamento coi generali
● Il riferimento degli obiettivi specifici a quelli generali è
tanto più importante, quanto è necessario non perdersi in
tanti piccoli risultati settoriali.
● Per questo l'allegato 3 del testo già menzionato di
Zanniello risulta una semplice tabella, che permette però,
in maniera concreta agli insegnanti di fare riferimento
alle abilità di base e ai valori virtù che costituiscono le
manifestazioni concrete delle funzioni del pensare e
dell'agire;
● gli insegnanti possono anche limitarsi a considerare le
funzioni conoscitive ed espressive: già anche questo
basta a non perdere mai di vista gli obiettivi generali,
ossia il nostro filo conduttore.
4. c.4 - GLI OBIETTIVI EDUCATIVI
SPECIFICI: come formularli
● Mager dice che devono avere tre caratteristiche;
○ performance: cosa deve saper fare l'allievo;
○ condizioni: con quali strumenti;
○ criterio: con quanta abilità:
● Calonghi aggiunge che deve essere espresso:
○ con un verbo,
○ con il tipo di risultato desiderato.
4. d - LA VALUTAZIONE
DEGLI OBIETTIVI: "gradazione"
● La differenza fra gli obiettivi fondamentali, generali e
specifici sta nella "gradazione" di concretezza cui fanno
riferimento: più sono generali, meno sono concretamente
valutabili. Solo quelli specifici a breve termine possono
arrivare addirittura alla dicotomia "raggiunto-non
raggiunto".
● Ma nonostante ciò, tutti gli obiettivi devono essere
valutati. Calonghi afferma che occorre precisare i
comportamenti ritenuti essenziali per il raggiungimento
dell'obiettivo generale e lascia intendere che non si deve
rinunciare a valutare anche quelli più complessi, come il
pensiero critico, l'originalità...solo perché presentano un
maggiore grado di difficoltà nell'essere definiti in termini
operativi.
4. d.1 - LA VALUTAZIONE DEGLI
OBIETTIVI: cogliere la dinamica
● Si dovrebbe cercare di capire quello che avviene
nell'alunno attraverso dei segni osservabili e per questo
suggerisce di cogliere la dinamica dell'attività intellettuale
dell'alunno attraverso elementi come la riflessione parlata,
il colloquio con l'alunno prima del compito su come intende
affrontare la prova, l'applicazione di precise prove
diagnostiche, l'esame delle minute che sono servite ...per
individuare la causa degli errori.
● Quindi fra i vari obiettivi c'è solo un diverso grado di
concretezza nell'espressione delle intenzionalità educative
e tutti gli obiettivi vanno valutati, anche quelli che risultano
più "ostici" per loro natura: non importa inoltre la precisione
della valutazione, perché ci interessa di più vedere se
l'alunno è migliorato.
4. e - GLI OBIETTIVI COMUNI E
INDIVIDUALI: l'unicità della persona
Non siamo tutti uguali. Così ogni alunno ha un sé originale
ed unico che va stimolato perché si sviluppi
adeguatamente: proprio quell'unicità arricchisce l'intera
società, se è accompagnato dall'azione educativa. Cosa
fare per perseguire questo obiettivo fondamentale?
Occorre, accanto agli obiettivi comuni, un lavoro scolastico
diversificato con :
● attività libere, che l'alunno può scegliere di fare o no,
senza vedere influenzato il suo risultato scolastico in
termini di voti;
● attività opzionali, fra le quali invece deve esercitare la
capacità di scelta, fra un "menù" di attività finalizzate ad
obiettivi individuali che non si possono escludere dalla
"dieta" educativa.
4. e.1 - GLI OBIETTIVI COMUNI E
INDIVIDUALI: le attività
Ma quali devono essere queste attività? Eccone alcune:
● approfondimento o recupero personale,
● studio di temi culturali di attualità,
● produzione di "opere" come manufatti ...
● hobby.
Sarebbe bene sfruttare le migliori capacità individuali per
chiedere al bambino di aiutare i compagni in una certa
attività che gli riesce molto bene, favorendo così la
socializzazione e la soddisfazione interiore che si ottiene
quando sappiamo di essere bravi in qualcosa.
Questa flessibilità è tipica delle scuole che adottano il
sistema dell'educazione personalizzata.
4. f - IL MINIMO E IL
MASSIMO POSSIBILE
Obiettivi e attività di sviluppo e recupero: sono entrambe
necessaria, anche se più spesso si pensa alle seconde,
piuttosto che ad incentivare le menti migliori e la loro
eccellenza. Gli insegnanti si preoccupano del raggiungimento
del minimo e si adagiano di più ad un livello standard
minimo, per accertarsi che tutti ci arrivino. Magari ambiscono
a prove starndard che mostrino come i risultati minimi siano
raggiunti effettivamente. In realtà gli standard sono variabili
a seconda delle situazioni e del momento per cui variano, si
evolvono e si modificano secondo l'evoluzione del livello
culturale di una società, dove mutano costantemente anche
le compentenze necessarie per l'attiva integrazione sociale
dei giovani. Gli obiettivi del Sofe si completano quindi con gli
obiettivi particolari dei singoli alunni.
5. FINALMENTE UN QUADRO
UNITARIO
Il Sofe non è una tassonomia ma accanto agli obiettivi
ecucativi fondamentali, suggerisce una serie di verbi che
aiutano ad esplicitare gli obiettivi generali da elaborare
collegialmente in seno all'istituto che voglia programmare
con tale strumento; solo successivamente sarà possibile ad
ogni docente formulare una serie di obiettivi specifici che
agganciandosi al "quadro generale" permetta una visione
unitaria. L'uso degli allegati in particolare evidenzieranno se
vi sono delle aree che non sono prese in considerazione
dalla programmazione della scuola e in quel caso si potrà
porre rimedio. Questo quadro facilita anche la valutazione
dei risultati ottenuti, considerando come detto prima che
non tutti sono verificabili alla stessa maniera.
6. LE FASI, LE FUNZIONI E LE
ABILITÀ IN UNA MAPPA
collegare i dati
analizzati, integrazione
Inizio del processo di
apprendimento:fase
preparatoria e percettiva
vera e propria
creazione
7. L'UTILITÀ DEL SOFE
Il SOFE intende quindi facilitare il
passaggio dalla considerazione
delle finalità educative, alla
formulazione operativa degli obiettivi
educativi generali e il collegamento
tra gli obiettivi generali e quelli
specifici delle varie discipline.
Si vuole superare la divisione
interna del sapere, che costituisce
uno dei principali ostacoli alla
formazione delle competenze negli
alunni.Il fine, le finalità, gli obiettivi fondamentali ed operativi si
possono immaginare come in una piramide che ha il suo
vertice nell'educazione e la base esagonale (le sei aree).
8. COME AVVIARE LA
PROGETTAZIONE CON IL SOFE
Si parte dallo studio delle indicazioni ministeriali per la scuola
elementare, in regime di autonomia, fino alla condivisione del
progetto educativo in cui si insegna, in genere espresso nel Pof
o nel curricolo verticale.
Si effettua una progettazione delle attività che si intendono
svolgere per permettere agli alunni il conseguimento degli
obiettivi previsti per loro, di cui saranno resi partecipi; si scelgono
le modalità di valutazione, i tempi, luoghi, situazioni e materiali di
lavoro. Tutto questo dopo la valutazione della situazione iniziale,
che può tenere conto proprio delle abilità e virtù elencate nel
Sofe. Agli insegnanti viene proposto il Sofe sia per elaborare gli
obiettivi generali collegiali, che per collegare gli obiettivi specifici
delle discipline agli obiettivi generali. Il Sofe non copre gli
obiettivi individuali, che vanno quindi compilati a parte: andranno
a coprire il 20% del tempo scuola totale.
9. CONCLUSIONI
Il Sofe non è una tassonomia, ma uno strumento che mostra i fini
generali dell'educazione e aiuta a formulare obiettivi operativi.
Il Sofe non è la panacea di tutti i mali della scuola, ma è
sicuramente uno strumento che si pone ai docenti per aiutarli a
programmare in maniera consapevole.
Il Sofe non è neppure un metodo, ma si può comunque dire che
parteggia per l'educazione personalizzata, mira allo sviluppo
delle competenze, intese come insieme di capacità potenziali
portate al miglior compimento; stimola la valutazione
personalizzata delle competenze, così come aiuta a procedere in
maniera coerente, scegliendo in modo accurato ogni elemento
che ruota intorno all'educazione.
Quindi, non resta che adottare il Sofe, anche nel nostro Istituto!
Domande? Grazie per l'attenzione!
Il testo: http://lnx.martinifrancesco.net/wordpress/?p=3931
Materiali utili
Il Sofe, cartella con gli allegati disponibili solo con l'acquisto
del libro.
La mia programmazione adattata al Sofe, in una cartella.
Testi di riferimento:
Victor García Hoz, L'educazione personalizzata, ed. La
Scuola, 2005 ISBN: 8835017165
Giuseppe Zannielo, Dagli obiettivi educativi alle
competenze fondamentali, ed. Palumbo, 2011, ISBN-10:
8860170869

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Il Sofe una risposta concreta ai bisogni educativi

  • 1. IL SOFE: UNA RISPOSTA CONCRETA di Nicoletta Farmeschi
  • 2. IL PROBLEMA 1. Molti insegnati si sentono disorientati nella vastità delle discipline insegnate e dei singoli contenuti che devono essere presentati agli alunni. Provano un senso di frammentarietà che non è positivo, in quanto l'insegnamento per avere effetti sperati deve essere unitario e considerare la persona nella sua interezza, nella sua globalità, nella sua capacità di scelta libera e responsabile. 2. Conosciamo bene gli effetti negativi di una educazione priva di unità, con una moltitudine di stimoli episodici e non sempre significativi perché li abbiamo sotto gli occhi: giovani che non riescono a dare un senso alla loro vita perché privi di valori significativi. 3. Raggiungere gli obiettivi fondamentali dell'educazione è davvero importante! 4. Il Sofe viene incontro alle esigenze dei docenti che credono nel profondo valore del proprio mestiere: educare alla conoscenza, sviluppare la personalità, in una parola rendere "umane" le nuove generazioni, dando coerenza ai loro sforzi e sequenzialità. Il Sofe può essere definito il metodo giusto per programmare gli interventi educativi.
  • 3. DI COSA PARLERÒ 1. Cos'è il Sofe 2. A cosa serve 3. Come è strutturato 4. Come usarlo: a. gli obiettivi educativi fondamentali b. gli obiettivi educativi generali c. gli obiettivi educativi specifici d. la valutazione degli obiettivi e. gli obiettivi comuni e individuali f. Il minimo e il massimo possibile 5. Finalmente un quadro unitario 6. Le fasi, le funzioni e le abilità 7. L'utilità del Sofe 8. Come avviare la progettazione didattico educativa col Sofe 9. Conclusioni
  • 4. 1. COS'È IL SOFE: definizione SOFE è l'acronimo di SISTEMA degli OBIETTIVI EDUCATIVI FONDAMENTALI e tende a collegare gli obiettivi appunto, fondamentali del nostro insegnare. Per alcuni questi si confondono con i fini astratti del processo apprendimento-insegnamento e sono talmente "aleatori" che non sono ben chiari dal punto di vista di ciò che il bambino deve effettivamente "saper fare", cioè il comportamento che deve mostrare, dopo l'acquisizione. In realtà si possono definire come il "fine", l'aspirazione cui l'educazione tende; anche senza mai raggiungerli totalmente, si può comunque evidenziare se l'alunno è sulla strada dello "scopo" educativo cui i nostri sforzi protendono quotidianamente.
  • 5. 1. a - COS'È IL SOFE: rispetto alle tassonomie Come sappiamo molti studiosi come Bloom e altri hanno realizzato delle tassonomie, ma il loro difetto maggiore era probabilmente il fatto di doverli sempre riferire a tre aree: psicomotoria, cognitiva e affettiva. Si era alla ricerca di una tassonomia unica per tutte le aree. Così dalla didattica per obiettivi di prima generazione, si passa a quella di seconda, nel momento in cui si rivaluta la componente affettiva; si arriva poi a quella di terza generazione, proprio con la didattica per obiettivi fondamentali. In pratica c'è il superamento delle discipline che spezzettano i saperi per una visione globale ed unititaria dell'alunno.
  • 6. 1. b - COS'È IL SOFE: oltre i saperi Superando lo spezzettamento dei saperi, si ritorna all'idea generale, al principio fondamentale dell'educazione e si vanno allora ad enunciare soltanto quelli che sono i veri ed unici obiettivi fondamentali dell'educazione. Se riusciamo anche solo ad immaginarli, possiamo comprenderne l'utilità a livello didattico: riuscendo ad agganciare in ogni momento i nostri obiettivi generali e specifici a quelli veramente fondamentali dell'educazione, avremo sempre a portata di mano il punto preciso in cui siamo con il nostro operato e verificare, direi quasi "toccando con mano", dove siamo, ciò che c'è stato prima, ciò che manca: in pratica le nostre coordinate.
  • 7. Facendo ancora un riferimento "spaziale", in sostanza abbiamo la longitudine e la latitudine del nostro operato e possiamo vedere chiaramente dove stiamo andando. Con una visione così limpida possiamo renderci subito conto se abbiamo commesso errori e soprattutto, come correggerli. Con queste motivazioni risulta evidente, come sia necessario adottare il Sofe fin da subito, perché in questa maniera il nostro insegnamento non sarà mai stato così significativo e trasparente come adesso: facilmente comunicabile agli altri, genitori compresi, anche più comprensibile agli alunni, che hanno bisogno di sapere in precedenza come cambierà loro la vita, con l'apprendimento che proponiamo loro. 1. b - COS'È IL SOFE: un riferimento esplicito
  • 8. 2. A CHE SERVE IL SOFE Nella pratica didattica quotidiana, il SOFE serve quindi formulare gli obiettivi della programmazione educativo- didattica mantenendo una visione unitaria del processo educativo. Permette quindi di procedere con sicurezza nel nostro lavoro, senza esitazioni, distinguendo finalmente con facilità le finalità educative dagli obiettivi generali resi operativi, fino a scendere con attenzione agli obiettivi specifici. Ma non basta: ci servirà anche e soprattutto per avere una visione collegiale comune dell'impianto educativo che l'istituto mette in atto: gli obiettivi generali, dato un quadro ampio di riferimento, saranno infatti decisi insieme, per poi scendere a quelli specifici solo materia per materia.
  • 9. 3. COM'È STRUTTURATO Il Sofe è chiaramente espresso in una griglia che esplicita gli obiettivi fondamentali dell'educazione. In pratica è uno strumento duttile che si presenta in un quadro sinottico con le sei fasi della conoscenza e dell'espressione. Questo quadro è un po' la chiave di tutto il nostro lavoro, ma va compreso bene, per essere utilizzato nel modo corretto, perché include tutta la serie completa di obiettivi fondamentali ritenuti essenziali, affiancati però dalle funzioni o attività; dalle abilità di base necessarie obiettivo per obiettivo ed espresse sottoforma di elementi indispensabili; dai verbi significativi che si possono usare per esprimere gli obiettivi in forma operativa; dalle abilità metacognitive che sottintendono.
  • 10. 4. COME USARLO: evitare i tecnicismi È importante comprendere bene i principi su cui si basa per usarlo correttamente, altrimenti si può rischiare il tecnicismo senza profittare del vero vantaggio che dà, sia agli insegnanti che agli alunni: da una parte infatti garantisce l'unitarietà dell'insegnamento, dall'altra quella motivazione indispensabile che fa veramente apprendere. Una lettura attenta dei testi di Hoz e Zanniello (vedi bibliografia), risulta necessaria, mentre è indispensabile prendere visione del Sofe stesso con occhi concreti, per sfruttarlo in maniera pratica e agevole. Ma in generale, non è difficile cogliere subito lo spirito "libero" di uno strumento che vede ciò che è davvero fondamentale nell'educazione di ogni ordine e grado, al di là delle divisioni disciplinari.
  • 11. 4. COME USARLO: praticarlo collegialmente Bisogna quindi "praticarlo" collegialmente, per ciò che è nato: per aiutare l'intera scuola nella formulazione di obiettivi generali e specifici operabili, agganciandoli alle concrete finalità dell'educazione, così come vengono espresse dal Sofe stesso, che punta a mostrare i veri fulcri dell'insegnamento. OBIETTIVI FONDAMENTALI DEL SOFE OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI VALUTAZIONE
  • 12. 4. b - GLI OBIETTIVI EDUCATIVI GENERALI: come vengono enunciati La novità del Sofe sta nel fatto che ogni obiettivo educativo è considerato contemporaneamente: ● dal punto di vista del sapere disciplinare da acquisire; ● dell'abilità intellettuale esercitata con la corrispondente attività; ● del valore che si intende proporre all'alunno affinchè lo interiorizzi; ● dell'azione pratica che l'alunno deve realizzare per manifestare l'avvenuto apprendimento.
  • 13. 4. b.1 - GLI OBIETTIVI EDUCATIVI GENERALI: a-disciplinari e collegiali All'inizio dell'anno tutti gli obiettivi fondamentali del Sofe (vedere necessariamente l'allegato 1 del testo Dagli obiettivi educativi alle competenze fondamentali), non essendo formulati in modo operativo, devono essere tradotti dagli insegnanti in obiettivi operativi generali adatti alla classe, quali punti di riferimento per le attivitià di tutti i docenti: le finalità educative si traducono in obiettivi generali, ai quali poi si collegheranno gli obiettivi più specifici. Gli obiettivi generali sono denominati a "lungo termine". Sono a- disciplinari, senza riferimento alle strutture e ai contenuti delle discipline, perché svolgono una funzione-ponte tra le finalità educative e gli obiettivi specifici delle diverse discipline, rispetto ai quali hanno un minor grado di concretezza.
  • 14. 4. b. 2- GLI OBIETTIVI EDUCATIVI GENERALI, tendenziali ● Sono chiamati orientativi o tendenziali perché orientano gli obiettivi particolari verso le finalità educative. Non sono mai pienamente perseguibili a causa della natura perfettibile dell'essere umano, per cui ci si riferisce ai loro diversi gradi di conseguimento in termini di approssimazione. Non per questo bisogna usare termini aleatori e vaghi, anzi: devono essere formulati in modo operativo, per cui bisogna esplicitare all'inzio dell'attività programmata gli indicatori da considerare quando andrà valutato "quanto" gli alunni si sono avvicinati alla meta prevista. ● Indicano una linea di tendenza lungo la quale l'insegnante si muove, utilizzando sia le attività programmate sia altre occasionali.
  • 15. 4. b.3 - GLI OBIETTIVI EDUCATIVI GENERALI, valutabili, adeguati ● Devono quindi essere valutati, considerando però che la valutazione scolastica non deve classificare, quanto piuttosto aiutare gli alunni nella crescita. Per questo motivo non è indispensabile che i risultati della valutazione siano estremamente precisi: è sufficiente che lo siano abbastanza da permettere all'ìnsegnante di migliorare il suo insegnamento e di aiutare gli alunni a migliorare il loro apprendimento. ● Devono essere adeguati all'età degli alunni e al tipo di scuola frequentata. ● Per rendere operativi gli obiettivi fondamentali del Sofe, formulando obiettivi generali che siano adeguati, l'indispensabile allegato 2 del testo già citato sarà utilissimo, perché propone le sei fasi e funzioni del processo conoscitivo-espressivo con accanto la colonna vuota dove trascrivere gli obiettivi fondamentali resi operativi, quindi sempre a-disciplinari.
  • 16. 4. c - GLI OBIETTIVI EDUCATIVI SPECIFICI: caratteristiche Possono essere a medio o a breve termine. 1. Quelli a medio termine possono ad esempio prolungarsi per l'intero quadrimestre. Ad es.: "Alla fine del quadrimestre sarà in grado di leggere autonomamente un libro adeguato all'età" 2. Quelli a breve termine hanno tempi più ridotti e hanno un maggior livello di concretezza rispetto ai primi, tanto che sono spesso sono completamente valutabili in termini dicotomici: obiettivo raggiunto o non raggiunto. Ad es.: "L'alunno in una frase, riconosce il soggetto e il predicato". Questi sono il minimo irrinunciabile che l'insegnante pretenderà da tutti gli alunni prima di passare all'unità successiva.
  • 17. 4. c.1 - GLI OBIETTIVI EDUCATIVI SPECIFICI: gli indicatori Bloom parla di questi ultimi come obiettivi "di apprendimento per la padronanza", che devono essere padroneggiati da tutti per la loro semplicità e la loro importanza. Questo non vuol dire che per gli obiettivi di carattere più ampio, non sia possibile trovare degli indicatori adeguati per la valutazione: anche per quelli generali e a medio termine vanno trovate le modalità giuste che ci facciano capire cosa accade all'alunno: ● determinati comportamenti osservabili; ● riflessioni a voce alta; ● produzioni di scritture e immagini; sono tutti elementi da considerare utili allo scopo.
  • 18. 4. c.2 - GLI OBIETTIVI EDUCATIVI SPECIFICI: tutto è perfettibile ● Il tentativo di formulare operativamente gli obiettivi generali e specifici deve essere sempre fatto, considerando che non è possibile trovare per tutti criteri di verifica soddisfacenti. ● Bisogna anche tenere sempre presente che tutto è perfettibile e che nel campo della valutazione gli strumenti d'indagine dell'intelligenza e della personalità hanno dei limiti; c'è sempre un'approssimazione quando un uomo valuta un altro uomo, anche se "piccolo". ● Due sono le esigenze nella formulazione degli obiettivi specifici: ○ che siano esplecitamente collegati agli obiettivi generali ○ che siano formulati operativamente.
  • 19. 4. c.3 - GLI OBIETTIVI EDUCATIVI SPECIFICI: collegamento coi generali ● Il riferimento degli obiettivi specifici a quelli generali è tanto più importante, quanto è necessario non perdersi in tanti piccoli risultati settoriali. ● Per questo l'allegato 3 del testo già menzionato di Zanniello risulta una semplice tabella, che permette però, in maniera concreta agli insegnanti di fare riferimento alle abilità di base e ai valori virtù che costituiscono le manifestazioni concrete delle funzioni del pensare e dell'agire; ● gli insegnanti possono anche limitarsi a considerare le funzioni conoscitive ed espressive: già anche questo basta a non perdere mai di vista gli obiettivi generali, ossia il nostro filo conduttore.
  • 20. 4. c.4 - GLI OBIETTIVI EDUCATIVI SPECIFICI: come formularli ● Mager dice che devono avere tre caratteristiche; ○ performance: cosa deve saper fare l'allievo; ○ condizioni: con quali strumenti; ○ criterio: con quanta abilità: ● Calonghi aggiunge che deve essere espresso: ○ con un verbo, ○ con il tipo di risultato desiderato.
  • 21. 4. d - LA VALUTAZIONE DEGLI OBIETTIVI: "gradazione" ● La differenza fra gli obiettivi fondamentali, generali e specifici sta nella "gradazione" di concretezza cui fanno riferimento: più sono generali, meno sono concretamente valutabili. Solo quelli specifici a breve termine possono arrivare addirittura alla dicotomia "raggiunto-non raggiunto". ● Ma nonostante ciò, tutti gli obiettivi devono essere valutati. Calonghi afferma che occorre precisare i comportamenti ritenuti essenziali per il raggiungimento dell'obiettivo generale e lascia intendere che non si deve rinunciare a valutare anche quelli più complessi, come il pensiero critico, l'originalità...solo perché presentano un maggiore grado di difficoltà nell'essere definiti in termini operativi.
  • 22. 4. d.1 - LA VALUTAZIONE DEGLI OBIETTIVI: cogliere la dinamica ● Si dovrebbe cercare di capire quello che avviene nell'alunno attraverso dei segni osservabili e per questo suggerisce di cogliere la dinamica dell'attività intellettuale dell'alunno attraverso elementi come la riflessione parlata, il colloquio con l'alunno prima del compito su come intende affrontare la prova, l'applicazione di precise prove diagnostiche, l'esame delle minute che sono servite ...per individuare la causa degli errori. ● Quindi fra i vari obiettivi c'è solo un diverso grado di concretezza nell'espressione delle intenzionalità educative e tutti gli obiettivi vanno valutati, anche quelli che risultano più "ostici" per loro natura: non importa inoltre la precisione della valutazione, perché ci interessa di più vedere se l'alunno è migliorato.
  • 23. 4. e - GLI OBIETTIVI COMUNI E INDIVIDUALI: l'unicità della persona Non siamo tutti uguali. Così ogni alunno ha un sé originale ed unico che va stimolato perché si sviluppi adeguatamente: proprio quell'unicità arricchisce l'intera società, se è accompagnato dall'azione educativa. Cosa fare per perseguire questo obiettivo fondamentale? Occorre, accanto agli obiettivi comuni, un lavoro scolastico diversificato con : ● attività libere, che l'alunno può scegliere di fare o no, senza vedere influenzato il suo risultato scolastico in termini di voti; ● attività opzionali, fra le quali invece deve esercitare la capacità di scelta, fra un "menù" di attività finalizzate ad obiettivi individuali che non si possono escludere dalla "dieta" educativa.
  • 24. 4. e.1 - GLI OBIETTIVI COMUNI E INDIVIDUALI: le attività Ma quali devono essere queste attività? Eccone alcune: ● approfondimento o recupero personale, ● studio di temi culturali di attualità, ● produzione di "opere" come manufatti ... ● hobby. Sarebbe bene sfruttare le migliori capacità individuali per chiedere al bambino di aiutare i compagni in una certa attività che gli riesce molto bene, favorendo così la socializzazione e la soddisfazione interiore che si ottiene quando sappiamo di essere bravi in qualcosa. Questa flessibilità è tipica delle scuole che adottano il sistema dell'educazione personalizzata.
  • 25. 4. f - IL MINIMO E IL MASSIMO POSSIBILE Obiettivi e attività di sviluppo e recupero: sono entrambe necessaria, anche se più spesso si pensa alle seconde, piuttosto che ad incentivare le menti migliori e la loro eccellenza. Gli insegnanti si preoccupano del raggiungimento del minimo e si adagiano di più ad un livello standard minimo, per accertarsi che tutti ci arrivino. Magari ambiscono a prove starndard che mostrino come i risultati minimi siano raggiunti effettivamente. In realtà gli standard sono variabili a seconda delle situazioni e del momento per cui variano, si evolvono e si modificano secondo l'evoluzione del livello culturale di una società, dove mutano costantemente anche le compentenze necessarie per l'attiva integrazione sociale dei giovani. Gli obiettivi del Sofe si completano quindi con gli obiettivi particolari dei singoli alunni.
  • 26. 5. FINALMENTE UN QUADRO UNITARIO Il Sofe non è una tassonomia ma accanto agli obiettivi ecucativi fondamentali, suggerisce una serie di verbi che aiutano ad esplicitare gli obiettivi generali da elaborare collegialmente in seno all'istituto che voglia programmare con tale strumento; solo successivamente sarà possibile ad ogni docente formulare una serie di obiettivi specifici che agganciandosi al "quadro generale" permetta una visione unitaria. L'uso degli allegati in particolare evidenzieranno se vi sono delle aree che non sono prese in considerazione dalla programmazione della scuola e in quel caso si potrà porre rimedio. Questo quadro facilita anche la valutazione dei risultati ottenuti, considerando come detto prima che non tutti sono verificabili alla stessa maniera.
  • 27. 6. LE FASI, LE FUNZIONI E LE ABILITÀ IN UNA MAPPA collegare i dati analizzati, integrazione Inizio del processo di apprendimento:fase preparatoria e percettiva vera e propria creazione
  • 28. 7. L'UTILITÀ DEL SOFE Il SOFE intende quindi facilitare il passaggio dalla considerazione delle finalità educative, alla formulazione operativa degli obiettivi educativi generali e il collegamento tra gli obiettivi generali e quelli specifici delle varie discipline. Si vuole superare la divisione interna del sapere, che costituisce uno dei principali ostacoli alla formazione delle competenze negli alunni.Il fine, le finalità, gli obiettivi fondamentali ed operativi si possono immaginare come in una piramide che ha il suo vertice nell'educazione e la base esagonale (le sei aree).
  • 29. 8. COME AVVIARE LA PROGETTAZIONE CON IL SOFE Si parte dallo studio delle indicazioni ministeriali per la scuola elementare, in regime di autonomia, fino alla condivisione del progetto educativo in cui si insegna, in genere espresso nel Pof o nel curricolo verticale. Si effettua una progettazione delle attività che si intendono svolgere per permettere agli alunni il conseguimento degli obiettivi previsti per loro, di cui saranno resi partecipi; si scelgono le modalità di valutazione, i tempi, luoghi, situazioni e materiali di lavoro. Tutto questo dopo la valutazione della situazione iniziale, che può tenere conto proprio delle abilità e virtù elencate nel Sofe. Agli insegnanti viene proposto il Sofe sia per elaborare gli obiettivi generali collegiali, che per collegare gli obiettivi specifici delle discipline agli obiettivi generali. Il Sofe non copre gli obiettivi individuali, che vanno quindi compilati a parte: andranno a coprire il 20% del tempo scuola totale.
  • 30. 9. CONCLUSIONI Il Sofe non è una tassonomia, ma uno strumento che mostra i fini generali dell'educazione e aiuta a formulare obiettivi operativi. Il Sofe non è la panacea di tutti i mali della scuola, ma è sicuramente uno strumento che si pone ai docenti per aiutarli a programmare in maniera consapevole. Il Sofe non è neppure un metodo, ma si può comunque dire che parteggia per l'educazione personalizzata, mira allo sviluppo delle competenze, intese come insieme di capacità potenziali portate al miglior compimento; stimola la valutazione personalizzata delle competenze, così come aiuta a procedere in maniera coerente, scegliendo in modo accurato ogni elemento che ruota intorno all'educazione. Quindi, non resta che adottare il Sofe, anche nel nostro Istituto! Domande? Grazie per l'attenzione! Il testo: http://lnx.martinifrancesco.net/wordpress/?p=3931
  • 31. Materiali utili Il Sofe, cartella con gli allegati disponibili solo con l'acquisto del libro. La mia programmazione adattata al Sofe, in una cartella. Testi di riferimento: Victor García Hoz, L'educazione personalizzata, ed. La Scuola, 2005 ISBN: 8835017165 Giuseppe Zannielo, Dagli obiettivi educativi alle competenze fondamentali, ed. Palumbo, 2011, ISBN-10: 8860170869