Estratto presentazione tesi di Laurea Magistrale in PSSD, Politecnico di Milano Relatore Prof. Manzini / Corelatore Prof.ssa Ferri L’attuale modello abitativo è in crisi, una crisi dettata da ragioni economiche, etiche e sociali profonde e fortemente radicate all’interno della società moderna. In questo contesto hanno trovato terreno fertile per svilupparsi, soprattutto nei Paesi del Nord Europa ma anche in Italia, nuovi sistemi e modelli di convivenza civile. L’housing sociale si inserisce in questo contesto rispondendo ai bisogni del disagio abitativo con dei progetti sostenibili e innovativi, rivolti alle fasce più fragili della popolazione. Per fasce più fragili si intende quella fetta di popolazione “troppo ricca per essere povera e troppo povera per essere ricca”, una sorta di zona “grigia”, che non può favorire di benefici statali e sussidi, ma per cui il mercato immobiliare attuale risulta comunque e drasticamente inacessibile. L’housing sociale si rivolge a nuclei familiari e giovani coppie a basso reditto, studenti, immigrati regolari, soggetti in difficoltà. Quella a cui risponde è dunque una necessità concreta, diretta conseguenza della situazione economica, ma che non vuole configurarsi come scontata risposta alla stessa, vuole infatti proporre nuove soluzioni e modalità abitative, alla portata sì di tutti, ma non per questo classificabili come “scelte di ripiego”, si tratta infatti di una scelta consapevole di uno stile di vita sì più economico, ma soprattutto più condiviso e sostenibile, una dimensione umana, una soluzione vantaggiosa sotto molteplici aspetti. Il configurarsi di situazioni abitative condivise, spinge per osmosi a una riflessione necessaria su quelli che sono i paradigmi comunicativi di successo di questo periodo storico, che si sono sviluppati e diffusi nelle realtà digitali dei network sociali, dalla caratteristica ubiquità e interazione continua proprie delle relazioni virtuali. Dalle integrazioni delle esigenze reali e delle possibilità potenziali del digitale è possibile costruire e ipotizzare sistemi ibridi di comunicazione e collaborazione che possano svilupparsi concretamente sul territorio e possano portare nel prossimo futuro innovazione sociale e nuovi linguaggi e modelli di interazione (e di integrazione). Le nuove forme di condivisione e coabitazione basate su un vicinato di tipo elettivo, e non quindi “casuale”, rappresentano un campo d’azione prioritario per sperimentazioni e ricerche di tipo sociologico e comunicativo, con linguaggi e modalità da progettare, che integrino soluzioni reali, fisiche, digitali e mobile. La possibilità è dunque quella di creare un modello di comunicazione e collaborazione a supporto di queste comunità abitative, che permetta uno scambio continuo e costruttivo di informazioni fra gli abitanti di uno stesso nucleo e altresì fra gli abitanti di questo nucleo, in quanto microcomunità, e la realtà urbana in cui è immerso.