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Antonella Fatai
Liceo Classico “F. Petrarca”
Arezzo
Dove le tecnologie
incontrano
l'apprendimento
La responsabilità della scuola
nel formare nell'era digitale
La scuola nei cambiamenti
Non solo digitale…
Alle tecnologie non si
può sfuggire,
facciamone buon uso
Il mio intervento
› Introduzione
› Conosciamo il nostro studente
› La scuola e il digitale
› Come usare il digitale a scuola
I cambiamenti
…oltre il digitale (e più importanti)
La scuola non è più…
›  La scuola non ha più la funzione di
socializzazione delle nuove generazioni
›  La scuola non ha più la funzione di
controllo sociale
›  La scuola gode sempre meno di
legittimazione culturale e sociale
›  La scuola non è più il solo o principale
luogo dove si apprende…
…e, soprattutto…
›  La scuola sta dentro la modernizzazione
che esalta l’individualismo e utilitarismo
(Francois Dubet)
A scuola non entrano studenti
ma giovani (F. Dubet)
› A scuola entrano nuovi giovani
› Si ha la trasformazione delle vecchie
regole scolastiche
› Il giovane rifiuta le costrizioni scolastiche
› Ripiega su una cultura giovanile ostile alla
scuola
› Cultura giovanile come difesa verso le
frustrazioni scolastiche
A scuola non entrano studenti
ma giovani (F. Dubet)
›  Distanza tra cultura dei giovani e cultura
scolastica
›  Tradizionali modelli pedagogici adattati
solo ad una miniranza
›  Impegno e motivazione non più dati
acquisiti
›  Per lo studente non più adesione ad un
ruolo dato ma costruzione della propria
esperienza
A scuola non entrano studenti
ma giovani (F. Dubet)
›  Individuo artefice della propria
educazione
›  I giovani si danno un “programma”
educativo loro, in alternativa a quello
istituzionale
›  I giovani chiedono + scuola ma – lezioni
(R. Drago)
Cosa vogliono gli studenti?
›  Non tollerano più lezioni cattedratiche;
›  Vogliono essere rispettati, vogliono che si
abbia fiducia in loro;
›  Vogliono che si tenga conto delle loro
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›  Vogliono coltivare le proprie passioni ed i
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›  Vogliono creare, utilizzare gli strumenti del
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Cosa vogliono gli studenti?
›  Vogliono lavorare con i loro coetanei, in
gruppi di lavoro, per realizzare progetti;
›  Vogliono prendere decisioni ed essere
coinvolti nel controllo dell’eseguzione;
›  Vogliono essere collegati con I loro coetanei
per esprimere e condividere le loro opinioni, in
classe e al di fuori della scuola;
›  Vogliono cooperare e competere con gli altri;
›  Vogliono che l’educazione sia anche legata
alla realtà; (Prensky citato da Bottani)
Come apprendono I giovani
› Imparano con estremo interesse ed
impegno
› Fanno tutta la fatica che serve per
imparare
› Apprendono in modo auto-diretto
› Apprendono per uno scopo
› Apprendono in connessione con altri
Come apprendono I giovani
› Usano strategie che i tecnici chiamano di
peer-teaching e peer-tutoring
› Sono orgogliosi di ciò che hanno appreso
› Sanno monitorare il proprio
apprendimento
› Sono riconosciuti all’interno della propria
comunità per ciò che sanno.
Come apprendono I giovani
› Usano strategie che i tecnici chiamano di
peer-teaching e peer-tutoring
› Sono orgogliosi di ciò che hanno appreso
› Sanno monitorare il proprio
apprendimento
› Sono riconosciuti all’interno della propria
comunità per ciò che sanno.
Principale problema di chi
insegna: motivare e
coinvolgere gli studenti
…
I giovani chiedono
+ scuola –lezioni
…
e le tecnologie?
Tra opportunità e dovere
Uno sguardo tecnologico al nostro
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Il digitale è un dovere per la
scuola
•  Il digitale, di per sé, non è una
Innovazione (forse lo era 10 anni fa)
•  innovazione è l’uso che se ne fa
•  Con il digitale si fanno cose
vecchie
in modo nuovo
•  O cose nuove in modo nuovo
“innovazione” è usare le
tecnologie per cambiare
la scuola e per migliorare
l’apprendimento
Unicità delle tecnologie
digitali
•  Si innova cogliendo le catatteristiche proprie di
questa tecnologia:
a)  La commessione,
b)  La condivisione,
c)  La collaborazione.
d)  …di idee, di persone, di artefatti.
L’uso innovativo della rete e delle
pratiche didattiche quotidiane
passa, anche, attraverso
l’attivazione di nuove pratiche, di
collaborazione tra insegnanti per
la produzione e l’uso di risorse
didattiche
La tecnologia (digitale, di rete)
non è un’opzione, ma un dovere
per collegare la scuola al mondo
esterno. Più la scuola (e
l’insegnante) rifiuta la tecnologia,
più si isola dal mondo reale.
Non basta usare la tecnologia,
bisogna usarla producendo
valore aggiunto
La riforma delle superiori:
25
Vincolo: le competenze-chiave 12.2006
1. Comunicazione nella madrelingua
2. Comunicazione nelle lingue straniere
3. Competenza matematica e competenze di base
in scienza e tecnologia
4. Competenza digitale
5. Imparare ad imparare
6. Competenze sociali e civiche
7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità
8. Consapevolezza ed espressione culturale
26
“togliere il gesso” alla scuola
› Laboratorio
›  contestualizzare: situazioni concrete, compiti autentici
›  dimensione sociale dell’apprendere (non solo
individuale = da solo o personale = per me)
›  uso del web, del blog, della LIM …
› Rapporto con l’esterno:
›  a chi interessa quello che facciamo?
›  cosa ci interessa di quello che c’è fuori di scuola?
› Flessibilità oraria
›  richiede progettazione complessiva
27
lavagna LIM
Modificare anche gli strumenti di
lavoro
Iibro di testo e-book
biblioteca world wide web
aula laboratorio
scrivania desktop
28
La certificazione
› L’Europa ha iniziato nel 1989 ad affrontare il
problema della certificazione delle
competenze a partire dai meccanismi di
mutuo riconoscimento tra Paesi membri delle
attestazioni di qualifiche professionali
rilasciate, al fine di incentivare la mobilità di
persone, studenti e lavoratori.
29
La certificazione
›  Viene da allora sviluppata un’accezione di mobilità delle
risorse umane europee che enfatizza non solo e non tanto
la mobilità fisica e geografica delle persone, quanto la
leggibilità e la trasferibilità delle competenze possedute, le
quali vengono considerate come il capitale distintivo
dell’UE nel quadro del paradigma “dell’Europa delle
conoscenze”.
›  La gestione delle competenze viene quindi riconosciuta
come uno dei fattori principali su cui investire per fare
dell’Unione europea la “Società della conoscenza più
competitiva e dinamica del mondo” .
›  Conclusioni del Consiglio europeo su occupazione, riforme economiche e
coesione sociale, Lisbona, 23-24 marzo 2000
30
La certificazione delle competenze/1
Art. 8 del DPR n. 122 del 22 giugno 2009 – Regolamento sulla valutazione
Certificazione delle competenze
1. Nel primo ciclo dell'istruzione, le competenze acquisite dagli alunni sono
descritte e certificate al termine della scuola primaria e, relativamente
al termine della scuola secondaria di primo grado, accompagnate
anche da valutazione in decimi, ai sensi dell'articolo3, commi 1 e 2, del
decreto-legge.
2. Per quanto riguarda il secondo ciclo di istruzione vengono utilizzate
come parametro di riferimento, ai fini del rilascio della certificazione di cui
all'articolo 4 del decreto del Ministro della pubblica istruzione 22 agosto
2007, n. 139, le conoscenze, le abilità e le competenze di cui all'allegato del
medesimo decreto.
31
La certificazione delle competenze/2
Art. 8 del DPR n. 122 del 22 giugno 2009 – Regolamento sulla valutazione
Certificazione delle competenze
3.La certificazione finale ed intermedia, già individuata dall'accordo del 28
ottobre 2004 sancito in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del
decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, per il riconoscimento dei crediti
formativi e delle competenze in esito ai percorsi di istruzione e
formazione professionale, e' definita dall'articolo 20 del decreto
legislativo 17 ottobre 2005, n. 226.
4. La certificazione relativa agli esami di Stato conclusivi dei corsi di
studio di istruzione secondaria di secondo grado e‘ disciplinata
dall'articolo 6 della legge 10 dicembre 1997, n. 425, e successive
modificazioni.
5. Le certificazioni delle competenze concernenti i diversi gradi e ordini
dell'istruzione sono determinate anche sulla base delle indicazioni espresse
dall'Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione (INVALSI)
e delle principali rilevazioni internazionali”.
32
Modelli di certificazione
›  La C.M. 49 del 20 maggio 2010 conferma che, in assenza
di una certificazione standard nazionale, i docenti delle terze
classi della scuola secondaria di primo grado dovranno
a n c o r a p e r q u e s t ' a n n o p r e d i s p o r r e
modelli sperimentali adottati dai rispettivi collegi dei docenti
e integrati anche dal voto in decimi che registra il livello di
competenza raggiunto dagli alunni.
›  Per la certificazione delle competenze acquisite
dell’assolvimento dell’obbligo d’istruzione è stato
diffuso un apposito modello nazionale, mediante il
DM 9 del 27 gennaio 2010.
33
Proposta operativa per le scuole 2
Articolare il collegio in dipartimenti, secondo quanto previsto anche dai
regolamenti di riordino della secondaria di 2° ciclo, superando la logica
monodisciplinare e individuandoli secondo aree disciplinari (con
riferimento agli assi culturali dell’obbligo)
Attivare una progettazione curricolare per dipartimenti partendo dalle
competenze in uscita e lavorando a:
• scelta di metodologie condivise
•  individuazione di contesti problematici
•  progettazione di situazioni e ambienti di apprendimento
•  progettazione di attività (problem solving)
•  scelta di contenuti disciplinari (riferiti a nuclei fondanti e
unificanti)
•  definizione di prove di verifica per l’accertamento delle
competenze e di relativi strumenti di valutazione
34
Proposta operativa per le scuole 2
Attivare una progettazione per consigli di classe :
• individuare l’apporto di ciascuna DISCIPLINA in relazione alle
competenze di uscita dal:
1° ciclo
obbligo di istruzione
2° ciclo
Parole chiave: trasversalità multidisciplinarietà
35
36
37
I livelli
›  Livello base: lo studente svolge compiti semplici in
situazioni note, mostrando di possedere conoscenze ed
abilità essenziali e di saper applicare regole e procedure
fondamentali.
Nel caso in cui non sia stato raggiunto il livello base, è
riportata l’espressione “livello base non raggiunto”, con
l’indicazione della relativa motivazione
›  Livello intermedio: lo studente svolge compiti e risolve
problemi complessi in situazioni note, compie scelte
consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e
le abilità acquisite
›  Livello avanzato: lo studente svolge compiti e problemi
complessi in situazioni anche non note, mostrando
padronanza nell’uso delle conoscenze e delle abilità. Sa
proporre e sostenere le proprie opinioni e assumere
autonomamente decisioni consapevoli
38
Partiamo da qui
›  Principale problema di noi insegnanti: motivare e
coinvolgere gli studenti
›  I giovani chiedono + scuola – lezioni
›  I giovani hanno un approccio diverso alla loro istruzione
›  Le tecnologie digitali possono aiutare a dare una
risposta
Le tecnologie per…
›  Attribuzione di significato
›  Potenziamento cognitivo
STRATEGIEMETACOGNITIVE
CHE COSA SI
APPRENDE?
COME SI
APPRENDE?
“capacità di far fronte ad un compito, o un insieme di compiti, riuscendo a
mettere in moto ed a orchestrare le proprie risorse interne, cognitive,
affettive e volitive, e a utilizzare quelle esterne disponibili in modo
coerente e fecondo”. [Pellerey, 2004]
IMMAGINE DI SE’
SENSIBILITÀ ALCONTESTOCONSAPEVOLEZZA
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Dove le tecnologie incontrano l'apprendimento

  • 1. Antonella Fatai Liceo Classico “F. Petrarca” Arezzo Dove le tecnologie incontrano l'apprendimento La responsabilità della scuola nel formare nell'era digitale
  • 2. La scuola nei cambiamenti Non solo digitale… Alle tecnologie non si può sfuggire, facciamone buon uso
  • 3. Il mio intervento › Introduzione › Conosciamo il nostro studente › La scuola e il digitale › Come usare il digitale a scuola
  • 4. I cambiamenti …oltre il digitale (e più importanti) La scuola non è più… ›  La scuola non ha più la funzione di socializzazione delle nuove generazioni ›  La scuola non ha più la funzione di controllo sociale ›  La scuola gode sempre meno di legittimazione culturale e sociale ›  La scuola non è più il solo o principale luogo dove si apprende…
  • 5. …e, soprattutto… ›  La scuola sta dentro la modernizzazione che esalta l’individualismo e utilitarismo (Francois Dubet)
  • 6. A scuola non entrano studenti ma giovani (F. Dubet) › A scuola entrano nuovi giovani › Si ha la trasformazione delle vecchie regole scolastiche › Il giovane rifiuta le costrizioni scolastiche › Ripiega su una cultura giovanile ostile alla scuola › Cultura giovanile come difesa verso le frustrazioni scolastiche
  • 7. A scuola non entrano studenti ma giovani (F. Dubet) ›  Distanza tra cultura dei giovani e cultura scolastica ›  Tradizionali modelli pedagogici adattati solo ad una miniranza ›  Impegno e motivazione non più dati acquisiti ›  Per lo studente non più adesione ad un ruolo dato ma costruzione della propria esperienza
  • 8. A scuola non entrano studenti ma giovani (F. Dubet) ›  Individuo artefice della propria educazione ›  I giovani si danno un “programma” educativo loro, in alternativa a quello istituzionale ›  I giovani chiedono + scuola ma – lezioni (R. Drago)
  • 9. Cosa vogliono gli studenti? ›  Non tollerano più lezioni cattedratiche; ›  Vogliono essere rispettati, vogliono che si abbia fiducia in loro; ›  Vogliono che si tenga conto delle loro opinioni e che li si apprezzi; ›  Vogliono coltivare le proprie passioni ed i propri interessi; ›  Vogliono creare, utilizzare gli strumenti del loro tempo;
  • 10. Cosa vogliono gli studenti? ›  Vogliono lavorare con i loro coetanei, in gruppi di lavoro, per realizzare progetti; ›  Vogliono prendere decisioni ed essere coinvolti nel controllo dell’eseguzione; ›  Vogliono essere collegati con I loro coetanei per esprimere e condividere le loro opinioni, in classe e al di fuori della scuola; ›  Vogliono cooperare e competere con gli altri; ›  Vogliono che l’educazione sia anche legata alla realtà; (Prensky citato da Bottani)
  • 11. Come apprendono I giovani › Imparano con estremo interesse ed impegno › Fanno tutta la fatica che serve per imparare › Apprendono in modo auto-diretto › Apprendono per uno scopo › Apprendono in connessione con altri
  • 12. Come apprendono I giovani › Usano strategie che i tecnici chiamano di peer-teaching e peer-tutoring › Sono orgogliosi di ciò che hanno appreso › Sanno monitorare il proprio apprendimento › Sono riconosciuti all’interno della propria comunità per ciò che sanno.
  • 13. Come apprendono I giovani › Usano strategie che i tecnici chiamano di peer-teaching e peer-tutoring › Sono orgogliosi di ciò che hanno appreso › Sanno monitorare il proprio apprendimento › Sono riconosciuti all’interno della propria comunità per ciò che sanno.
  • 14. Principale problema di chi insegna: motivare e coinvolgere gli studenti … I giovani chiedono + scuola –lezioni … e le tecnologie? Tra opportunità e dovere
  • 15. Uno sguardo tecnologico al nostro utente
  • 16.
  • 17.
  • 18.
  • 19. Il digitale è un dovere per la scuola •  Il digitale, di per sé, non è una Innovazione (forse lo era 10 anni fa) •  innovazione è l’uso che se ne fa •  Con il digitale si fanno cose vecchie in modo nuovo •  O cose nuove in modo nuovo
  • 20. “innovazione” è usare le tecnologie per cambiare la scuola e per migliorare l’apprendimento
  • 21. Unicità delle tecnologie digitali •  Si innova cogliendo le catatteristiche proprie di questa tecnologia: a)  La commessione, b)  La condivisione, c)  La collaborazione. d)  …di idee, di persone, di artefatti.
  • 22. L’uso innovativo della rete e delle pratiche didattiche quotidiane passa, anche, attraverso l’attivazione di nuove pratiche, di collaborazione tra insegnanti per la produzione e l’uso di risorse didattiche
  • 23. La tecnologia (digitale, di rete) non è un’opzione, ma un dovere per collegare la scuola al mondo esterno. Più la scuola (e l’insegnante) rifiuta la tecnologia, più si isola dal mondo reale. Non basta usare la tecnologia, bisogna usarla producendo valore aggiunto
  • 24. La riforma delle superiori:
  • 25. 25 Vincolo: le competenze-chiave 12.2006 1. Comunicazione nella madrelingua 2. Comunicazione nelle lingue straniere 3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia 4. Competenza digitale 5. Imparare ad imparare 6. Competenze sociali e civiche 7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità 8. Consapevolezza ed espressione culturale
  • 26. 26 “togliere il gesso” alla scuola › Laboratorio ›  contestualizzare: situazioni concrete, compiti autentici ›  dimensione sociale dell’apprendere (non solo individuale = da solo o personale = per me) ›  uso del web, del blog, della LIM … › Rapporto con l’esterno: ›  a chi interessa quello che facciamo? ›  cosa ci interessa di quello che c’è fuori di scuola? › Flessibilità oraria ›  richiede progettazione complessiva
  • 27. 27 lavagna LIM Modificare anche gli strumenti di lavoro Iibro di testo e-book biblioteca world wide web aula laboratorio scrivania desktop
  • 28. 28 La certificazione › L’Europa ha iniziato nel 1989 ad affrontare il problema della certificazione delle competenze a partire dai meccanismi di mutuo riconoscimento tra Paesi membri delle attestazioni di qualifiche professionali rilasciate, al fine di incentivare la mobilità di persone, studenti e lavoratori.
  • 29. 29 La certificazione ›  Viene da allora sviluppata un’accezione di mobilità delle risorse umane europee che enfatizza non solo e non tanto la mobilità fisica e geografica delle persone, quanto la leggibilità e la trasferibilità delle competenze possedute, le quali vengono considerate come il capitale distintivo dell’UE nel quadro del paradigma “dell’Europa delle conoscenze”. ›  La gestione delle competenze viene quindi riconosciuta come uno dei fattori principali su cui investire per fare dell’Unione europea la “Società della conoscenza più competitiva e dinamica del mondo” . ›  Conclusioni del Consiglio europeo su occupazione, riforme economiche e coesione sociale, Lisbona, 23-24 marzo 2000
  • 30. 30 La certificazione delle competenze/1 Art. 8 del DPR n. 122 del 22 giugno 2009 – Regolamento sulla valutazione Certificazione delle competenze 1. Nel primo ciclo dell'istruzione, le competenze acquisite dagli alunni sono descritte e certificate al termine della scuola primaria e, relativamente al termine della scuola secondaria di primo grado, accompagnate anche da valutazione in decimi, ai sensi dell'articolo3, commi 1 e 2, del decreto-legge. 2. Per quanto riguarda il secondo ciclo di istruzione vengono utilizzate come parametro di riferimento, ai fini del rilascio della certificazione di cui all'articolo 4 del decreto del Ministro della pubblica istruzione 22 agosto 2007, n. 139, le conoscenze, le abilità e le competenze di cui all'allegato del medesimo decreto.
  • 31. 31 La certificazione delle competenze/2 Art. 8 del DPR n. 122 del 22 giugno 2009 – Regolamento sulla valutazione Certificazione delle competenze 3.La certificazione finale ed intermedia, già individuata dall'accordo del 28 ottobre 2004 sancito in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, per il riconoscimento dei crediti formativi e delle competenze in esito ai percorsi di istruzione e formazione professionale, e' definita dall'articolo 20 del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226. 4. La certificazione relativa agli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado e‘ disciplinata dall'articolo 6 della legge 10 dicembre 1997, n. 425, e successive modificazioni. 5. Le certificazioni delle competenze concernenti i diversi gradi e ordini dell'istruzione sono determinate anche sulla base delle indicazioni espresse dall'Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione (INVALSI) e delle principali rilevazioni internazionali”.
  • 32. 32 Modelli di certificazione ›  La C.M. 49 del 20 maggio 2010 conferma che, in assenza di una certificazione standard nazionale, i docenti delle terze classi della scuola secondaria di primo grado dovranno a n c o r a p e r q u e s t ' a n n o p r e d i s p o r r e modelli sperimentali adottati dai rispettivi collegi dei docenti e integrati anche dal voto in decimi che registra il livello di competenza raggiunto dagli alunni. ›  Per la certificazione delle competenze acquisite dell’assolvimento dell’obbligo d’istruzione è stato diffuso un apposito modello nazionale, mediante il DM 9 del 27 gennaio 2010.
  • 33. 33 Proposta operativa per le scuole 2 Articolare il collegio in dipartimenti, secondo quanto previsto anche dai regolamenti di riordino della secondaria di 2° ciclo, superando la logica monodisciplinare e individuandoli secondo aree disciplinari (con riferimento agli assi culturali dell’obbligo) Attivare una progettazione curricolare per dipartimenti partendo dalle competenze in uscita e lavorando a: • scelta di metodologie condivise •  individuazione di contesti problematici •  progettazione di situazioni e ambienti di apprendimento •  progettazione di attività (problem solving) •  scelta di contenuti disciplinari (riferiti a nuclei fondanti e unificanti) •  definizione di prove di verifica per l’accertamento delle competenze e di relativi strumenti di valutazione
  • 34. 34 Proposta operativa per le scuole 2 Attivare una progettazione per consigli di classe : • individuare l’apporto di ciascuna DISCIPLINA in relazione alle competenze di uscita dal: 1° ciclo obbligo di istruzione 2° ciclo Parole chiave: trasversalità multidisciplinarietà
  • 35. 35
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  • 37. 37 I livelli ›  Livello base: lo studente svolge compiti semplici in situazioni note, mostrando di possedere conoscenze ed abilità essenziali e di saper applicare regole e procedure fondamentali. Nel caso in cui non sia stato raggiunto il livello base, è riportata l’espressione “livello base non raggiunto”, con l’indicazione della relativa motivazione ›  Livello intermedio: lo studente svolge compiti e risolve problemi complessi in situazioni note, compie scelte consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite ›  Livello avanzato: lo studente svolge compiti e problemi complessi in situazioni anche non note, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e delle abilità. Sa proporre e sostenere le proprie opinioni e assumere autonomamente decisioni consapevoli
  • 38. 38 Partiamo da qui ›  Principale problema di noi insegnanti: motivare e coinvolgere gli studenti ›  I giovani chiedono + scuola – lezioni ›  I giovani hanno un approccio diverso alla loro istruzione ›  Le tecnologie digitali possono aiutare a dare una risposta Le tecnologie per… ›  Attribuzione di significato ›  Potenziamento cognitivo
  • 39. STRATEGIEMETACOGNITIVE CHE COSA SI APPRENDE? COME SI APPRENDE? “capacità di far fronte ad un compito, o un insieme di compiti, riuscendo a mettere in moto ed a orchestrare le proprie risorse interne, cognitive, affettive e volitive, e a utilizzare quelle esterne disponibili in modo coerente e fecondo”. [Pellerey, 2004] IMMAGINE DI SE’ SENSIBILITÀ ALCONTESTOCONSAPEVOLEZZA MOTIVAZIONE RUOLO SOCIALE IMPEGNO